La funzione “simbolica”
dei comitati etici
per la pratica clinica
Azienda ULSS 21 – Legnago (VR)
20 novembre 2013
Enrico Furlan
Sommario
1. Questioni preliminari
2. Il contesto epocale in cui pensiamo
3. Comitati Etici per la Pratica Clinica:
simbolo e strumento
1.
Si fa presto
a dire comitato etico…
Tipologie di comitato etico:

Comitati etici con funzione consultiva nei confronti di
enti governativi (CNB, CRB);

Comitati etici delle associazioni professionali (Es.:
commissione bioetica SIAARTI)

Comitati etici per la sperimentazione (umana e
animale);

Comitati etici per la pratica clinica (CEPC)
Da dove spuntano i comitati etici?
I comitati etici nascono con la bioetica
(e ne sono anzi uno dei portati più originali).

per capire i comitati etici per la pratica clinica
è necessario capire la bioetica clinica
Prima della bioetica
Fin dalle origini la medicina si è
configurata come una pratica
eticamente pregna
Cfr. Giuramento di Ippocrate
(→ originario framework eticonormativo minimo).
2.
Ma non bastava Ippocrate?
I perché della bioetica clinica

aumento enorme delle potenzialità e
dell’invasività della tecnica

nuovi trend epidemiologici e demografici

rivalutazione autonomia del paziente

frammentazione approccio al paziente

pluralismo morale
3.
Senso e funzioni di un CEPC
A quali istanze della bioetica può dare risposta un
CEPC?
interdisciplinarità
attitudine
argomentativa
“pubblicità”
In conclusione
Un CEPC è:
un tempo (per fermarsi, riflettere, ascoltare,
argomentare)
uno spazio (di confronto multidisciplinare, fuori
dalle logiche gerarchiche)
un simbolo (di un modo diverso e più umano di
intendere la medicina e l’accompagnamento dei
malati)