Bello gusto e genio nell`estetica kantiana

Bello, gusto e genio
nell’estetica kantiana
La storia dell’estetica filosofica prende inizio da Kant, Critica del
giudizio 1791. In precedenza Kant si era occupato di questioni
estetica soltanto nello scritto Osservazioni sul sentimento del bello
e del sublime (1764).
I domini della filosofia
Il concetto della natura può
rappresentare i suoi oggetti
nell’intuizione, ma non come cosa in sé,
sebbene solo come fenomeni
Il concetto della libertà invece può
rappresentare il suo oggetto come cosa
in sé, ma non nell’intuizione.
Le tre critiche
Critica della ragion pura
Critica della ragion pratica
Critica del giudizio come mezzo per
riunire in un tutto le due parti della
filosofia.
necessità di un principio a
priori
principio trascendentale a priori è quello
con il quale viene rappresentata la
condizione universale a priori, sotto la
quale soltanto le cose possono
diventare oggetti della nostra
conoscenza in generale.
Giudizio determinante e
giudizio riflettente
Il giudizio è la facoltà di pensare il particolare
come contenuto nell’universale.
Se è dato l’universale (la regola, il principio, la
legge) il giudizio che opera la sussunzione
nel particolare è determinante.
Se è dato invece soltanto il particolare, e il
giudizio deve trovare l’universale esso è
semplicemente riflettente.
Facoltà dell’anima
Facoltà del conoscere
Sentimento del piacere e del dispiacere
Facoltà di desiderare
• Facoltà conoscitive
superiori:
• Intelletto
• Giudizio
• Ragione
• Principi a priori:
• Conformità a leggi
• Finalità
• Scopo finale
• Facoltà conoscitive
superiori:
• Intelletto
• Giudizio
• Ragione
• Applicazioni:
• Natura
• Arte
• Libertà
qualità estetica
ciò che è puramente soggettivo nella
rappresentazione estetica, vale a dire
ciò che costituisce il suo rapporto con
l’oggetto; quello invece che in essa
serve alla determinazione dell’oggetto
(alla conoscenza), o può servire a
quest’uso, costituisce il suo valore
logico.
I quattro momenti dell’analitica
del bello
secondo la qualità
quantità
relazione con lo scopo
modalità del piacere che danno i suoi
oggetti
Secondo la qualità:
Il gusto è la facoltà di giudicare un
oggetto o un tipo di rappresentazione
mediante un piacere, o un dispiacere,
senza alcun interesse. L’oggetto di un
piacere simile si dice bello.
Secondo la quantità
E’ bello ciò che piace universalmente
senza concetto
Gusto
•
indica il giudizio non specialistico dei
profani;
• intenditore collega la competenza
specialistica al privilegio sociale;
• conoscitore: la sua funzione
insostituibile viene assunta dalla critica
d’arte professionale, mandatario del
pubblico e suo pedagogo: critici d’arte
considerati portavoce del pubblico.
Gusto
• Sistema di preferenze di una collettività
o di un individuo. E’ immediato e ha
pretesa di universalità nei suoi giudizi
• Catalogazione delle manifestazioni del
gusto in una determinata epoca.
• Buon gusto e cattivo gusto
• Gusto e piacere
Valeriano Bozal, Il gusto, Il
Mulino, Bologna 1996
La collettività che fa proprio il sistema si può
definire sulla base di criteri diversi, sociali e
politici, geografici e cronologici, culturali,
economici ecc. E’ possibile parlare di gusti
d’epoca, ma anche del del gusto di una
determinata classe sociale o collettività.
Concepire il gusto come un sistema di
preferenze costringe a interrogarsi sui criteri
delle stesse e, prima ancora, sul loro
fondamento.
Bozal (1996)
Nel XVIII secolo la riflessione sul gusto
si afferma con una forza e un’intensità
che fino a quel momento non aveva
mai avuto; essa coincide con o
appartiene a quello che alcuni autori
hanno chiamato progetto illuminato o
progetto della modernità. Fondare un
gusto autonomo è un tratto decisivo
della modernità.
Bozal (1996)
E’ difficile pensare che a partire da un sistema
di preferenze immediato si giunga a costituire
un sistema di giudizi universali. Buona parte
dell’estetica moderna e della modernità si è
occupata di questo. Non prima: per un autore
del XVII secolo, per esempio, la ragione
dell’universalità del giudizio di gusto era
chiara, appunto perché non si basava sul
gusto, ma sull’idea, sulle esigenze morali,
sociali, politiche.
Bozal (1996), p. 33
Quella montagna è alta tremila metri;
quella montagna è grandiosa. I giudizi
di gusto non enunciano qualità delle
cose nelle stesso senso in cui le
enunciano i giudizi di fatto o quelli
scientifici, ma non per questo sono
arbitrari o capricciosi (...).
Bozal (1996), p. 33
•
Il giudizio estetico è espressione di un
rapporto con il mondo in cui non sono
sufficienti i termini del rapporto, ma occorre
la figura che in quel rapporto si stabilisce.
• Non enuncia la qualità di uno dei termini –
l’oggetto, la montagna nell’esempio -, e
neppure proietta su di esso il punto di vista
dell’altro – del soggetto, la grandiosità della
montagna che viene enunciata: ciò che
afferma si fonda sulla tensione che quel
rapporto stabilisce.
Bozal (1996), p. 33
Il giudizio estetico ha il modo del
“rappresentare come”. Qual è lo
strumento o la facoltà che rende
possibile questa rappresentazione?
La tradizione del gusto
Importanza della facoltà
dell’immaginazione (termine medio tra
sensazione e intelletto) che comincia a
sostituire l’imitazione nella spiegazione
della creazione poetica (M. H. Abrams,
Lo specchio e la lampada. La teoria
romantica e la tradizione critica, [1953],
Bologna 1976).
La tradizione del gusto
• Addison, Pleasures of the Imagination, in
The Spectator, 1712
• Burke, A Philosophical Enquiry into the
Origins of our Ideas of Sublime and Beautiful,
1757
• Hume, Of the Standard of Taste, 1757
• Francis Hutcheson, An Inquiry into the Origin
of our Ideas of Beauty and Virtue, in Two
Treatises, London 1725.
La tradizione del gusto
(Bozal, 1996)
Se il soggetto non è l’individuo, perché è di individui
che parlano gli autori del XVIII secolo? Perché sono
individui singoli e concreti che esercitano il gusto e
perché la collettività si comprende come totalità di
questi individui. (...) inoltre la crisi delle mediazioni
tradizionali del gusto - l’idea, il canone, ecc. –
implicava la determinazione di un soggetto capace di
fondare il gusto al di fuori di mediazioni esterne; ciò
esigeva l’analisi delle facoltà degli individui sulle quali
basare il piacere estetico.
Secondo la relazione con lo
scopo
La bellezza è la forma della finalità di un
oggetto, in quanto questa vi è percepita
senza la rappresentazione di uno
scopo.
Distinzione tra bellezza libera e bellezza
aderente; concetto di ideale del bello.
Secondo la modalità del
piacere
Il bello è ciò che, senza concetto, è
riconosciuto come oggetto di un piacere
necessario.
Arte e natura
La natura è bella quando ha
l’apparenza dell’arte; l’arte a sua volta,
non può esser chiamata bella se non
quando noi, pur essendo coscienti che
essa sia arte, la riguardiamo come
natura.
Genio
L’arte bella è l’arte del genio.