L`Ebraismo

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Ebraismo
Storia del popolo ebraico
• La storia del popolo ebraico inizia con Abramo. Il
primo patriarca nacque circa nel 1813 a. C.
Secondo la tradizione Abramo scopri’ l’esistenza
di Dio, cioe’ di una divinita’ ultraterrena unica e
inscindibile, all’eta’ di tre anni. Per ordine del
Creatore, all’eta’ di settantacinque anni Abramo
lascio’ la casa paterna per trasferirsi in una terra
lontana, la Terra nella citta’ di Ur Kassdim, in
Caldea.
Il viaggio di
Abramo
Abramo era un "arameo errante"
al quale, secondo la Genesi,
YHWH chiese di spostarsi da Ur
dei Caldei (anacronismo) a Nord,
verso Harran (nell'attuale Siria),
per poi scendere fino nella terra
di Canaan (attuale Israele), la
terra promessa. Questo evento
segna una svolta decisiva nella
vita del patriarca e nella storia
della religione ebraica: Abramo
inizia ad avere un contatto con
Dio. Questo legame viene
rinforzato con il “Patto delle
Parti”, col quale Dio promette ad
Abramo e ai suoi discendenti la
Terra d’Israel. All’eta’ di
novant’anni, sua moglie Sara
mette al mondo un figlio, Isacco
• All’eta’ di novant’anni, sua moglie Sara mette al mondo
un figlio, Isacco. E’il primo ebreo a cui viene effettuata
la circoncisione all’eta’ di otto giorni. Abramo si era
infatti circonciso a novantanove anni e il fratellastro di
Isacco, Ismaele (figlio di Abramo e della sua concubina
Agar), a tredici. Isacco e’ dunque il primo, ma non
l’ultimo. Verra’ infatti imitato da tutti i suoi discendenti,
i membri del popolo ebraico. Isacco e’ il padre di
Giacobbe, il terzo e ultimo patriarca. Egli e’ il padre di
dodici figli, che daranno origine alle Dodici Tribu’ che
compongono il popolo ebraico. Giacobbe viene
chiamato da Dio anche con il nome di Israele, il
principe di Dio.
La schiavitù in Egitto
ed il ritorno a Canaan.
I suoi discendenti, trasferitisi in Egitto
a causa di una terribile carestia che
aveva colpito la loro terra, diventano
presto schiavi del loro ospite, il
Faraone. Questi li sottopone a lavori
durissimi e a ogni tipo di sevizie. Le
grida dei figli d’Israele vengono
ascoltate da Dio, il quale affida a
Mose’ il compito di far uscire il popolo
dall’Egitto. Cinquanta giorni dopo
l’uscita dall’Egitto, il popolo riceve la
Torah-Bibbia sul monte Sinai. Questo
importantissimo evento segna
l’alleanza fra Dio e il suo popolo come
un contratto che li unisce
eternamente, alleanza stretta
attraverso il dono delle Tavole della
Legge che rappresentano tutta la Tora’
e ne sono il simbolo. Dopo
quarant’anni di peregrinazioni il
popolo ebraico, guidato da Giosue’,
entra nella Terra Promessa. Il suolo
viene spartito fra le Dodici Tribu’.
I re di Israele.
• Quando le tribù furono a poco a poco unificate, reclamarono un re:
il primo re fu Saul, seguito da Davide, il quale combatté contro i
filistei (una popolazione che abitava in Palestina) e fondò la "Città di
Davide", che successivamente prese il nome di Gerusalemme. Il
figlio di Davide, Salomone, diede inizio alla costruzione del primo
Tempio di Gerusalemme. Alla morte di Salomone, dieci delle dodici
tribù di Israele si separarono, mentre le due tribù che restarono
fedeli al figlio di Salomone, Roboamo, formarono il regno di Giuda,
o Giudea (da cui viene la parola "giudeo"). Nel 587 a.e.v.
Gerusalemme venne distrutta dal re babilonese Nabucodonosor, il
Tempio fu bruciato e gli ebrei furono esiliati in Babilonia. L'esilio in
Babilonia diede il via alla diaspora, ovvero alla dispersione del
popolo ebraico nel mondo.
Dalla cattività babilonese alla Diaspora.
• Nel 538 a.e.v., il nuovo re di Babilonia autorizzò il ritorno
degli ebrei in Israele e la costruzione del Secondo Tempio di
Gerusalemme (che fu poi distrutto dai romani nel 70 della
nostra era). Gli ebrei passarono sotto varie dominazioni fino
a quando, nel II secolo a.e.v., la rivolta dei Maccabei restituì
l'indipendenza politica al popolo di Israele, indipendenza
che durò fino al 63 a.e.v., quando i Romani conquistarono la
Giudea. Tra il I e il IX secolo e.v. vennero redatti la Mishnah
e i due Talmudim (il Talmud di Gerusalemme e il Talmud di
Babilonia), testi fondamentali della religione ebraica che
racchiudono la giurisprudenza e le credenze dell'Ebraismo.
In questo periodo, gli ebrei vivevano in diversi imperi: in
quello romano, che lentamente stava diventando cristiano,
e in quello babilonese, che stava diventando musulmano.
Dalla Diaspora ai giorni nostri.
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Intorno all'anno mille, sorsero in Europa due nuovi poli della cultura ebraica: in
Spagna si formò la comunità sefardita (fino a quando, nel 1492, gli ebrei furono
cacciati dalla Spagna), mentre l'Europa orientale divenne la culla dell'ebraismo
askenazita. Fino al XIX secolo, gli ebrei hanno vissuto in tanti paesi come gruppo
religioso di minoranza, spesso perseguitato. Dalla metà del Cinquecento vennero
obbligati a risiedere in quartieri separati - i ghetti - che venivano chiusi di notte e
riaperti di mattina. Le persecuzioni si intensificarono tra la fine del XIX e l'inizio del
XX secolo, quando in Russia gli ebrei subirono numerosi massacri e saccheggi
(pogrom). Sotto il nazismo (1933-1945), milioni di ebrei vennero perseguitati,
deportati e sterminati (Shoah).
Fu circa nello stesso periodo che si affermò il sionismo, un movimento culturale e
politico il cui scopo era di ricondurre gli ebrei nella terra di Israele per costituirvi
una comunità nazionale, al riparo dalle persecuzioni.
Attualmente, l'Ebraismo si suddivide in diversi movimenti religiosi. I gruppi più
importanti sono: gli ebrei riformati (che lasciano ai singoli credenti la libertà
nell'interpretare gli insegnamenti della Bibbia e nell'osservare le leggi rituali), gli
ortodossi e ultra-ortodossi (per i quali le leggi rituali e cerimoniali vanno
considerate come immutabili), e i conservative (una ortodossia più attenuata).
La filosofia Ebraica.
• L'Ebraismo ha prodotto anche una filosofia vera e propria,
la quale secondo alcuni accademici passa attraverso
l'influenza stoica, neoplatonica ed aristotelica, quest'ultima
mediata dai pensatori musulmani (Avicenna e Averroè in
particolare); il legame con Aristotele viene ancora
individuato da Maimonide, mentre Hillel da Verona in molti
punti richiama Tommaso d'Aquino. Per quanto riguarda
l'apporto filosofico, si ricordano, nel medioevo ebraico, le
figure di Yehudah HaLevi, di Mosè Maimonide e di Hillel da
Verona. L'Ebraismo sefardita si distingue per i suoi studi di
natura filosofico-teologica, mentre l'Ebraismo ashkenazita
si caratterizza per una maggiore concentrazione sugli studi
talmudici e sulla mistica, la quale sfocerà nel movimento
chassidico dell'Europa orientale
• Il misticismo ebraico si radica nell'esperienza profetica e,
soprattutto, nelle interpretazioni del Ma'asè Merkava (l'"opera del
carro") con cui si apre il libro di Ezechiele. Gli studi mistici danno
vita alla qabbalah per la quale nel XIII secolo in Provenza si
ricordano il Rambàn, Abramo Abulafia e, nel XVI secolo, nella scuola
di Safed il maestro Isaac Luria.
• In epoca moderna tra gli accademici è Gershom Scholem, il quale
ha, tra l'altro, notato le influenze del pensiero di Giovanni Scoto
Eriugena sulla mistica ebraica medioevale.
• L'illusione pseudomessianica del sabbatianismo ebbe le sue
catastrofiche conseguenze; poi la nascita del movimento chassidico
polacco (seconda metà del XVIII secolo) che rappresenta uno dei
momenti più significativi nello sviluppo del misticismo ebraico,
misticismo che ha molto influenzato anche la dottrina ascetica
cristiana. È interessante notare la costante tensione, in seno
all'ebraismo, fra misticismo e filosofia, poiché, malgrado la diversa
prospettiva, i problemi di fondo sono comuni: il rapporto fra
creatore e creatura, il legame fra finito ed infinito, le realtà del bene
e del male.
• In età moderna, Moses Mendelssohn è il
filosofo che, cerca di conciliare la Haskalah o
Illuminismo ebraico con la stessa modernità
occidentale, mostrando come l'ebraismo si
armonizzi con le esigenze della ragione. Strade
simili hanno percorso, più avanti, Hermann
Cohen, Franz Rosenzweig e Martin Buber.
I dieci Comandamenti
(Deuteronomio)
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Deuteronomio: (devarim: “Parole”), riassume le leggi ebraiche e presente le ultime raccomandazioni di Mosè che muore
prima dell’ingresso degli Ebrei in Terra promessa.
Dieci comandamenti
1. Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d`Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di
fronte a me.
2. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle
acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che
punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo
favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
3. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome
invano.
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4. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in
onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il
tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e
quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.
5. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dá il Signore, tuo Dio.
6. Non uccidere.
7. Non commettere adulterio.
8. Non rubare.
9. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
10. Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava,
né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo".
Mosè Maimonide.
• Maimonide è sicuramente una delle personalità
ebraiche (il maggior spicco nella storia del
pensiero filosofico medioevale e nel campo della
codificazione alachico-rituale. Conosciuto come
Rambam, dalle iniziali del suo nome, Rabbenu
Moshè Ben Maimon è nato a Cordova, in Spagna,
nel 1138 ed è morto in Egitto nel 1204. Più tardi è
stato sepolto a Tiberiade. Tra le sue opere
principali vanno ricordate il Commento alla
Mishnà, il libro dei precetti, il Mishnè Torà, la
Guida degli smarriti.
Gli Otto Capitoli
• In quest'opera Maimonide enuncia la dottrina etica dell'ebraísmo.
Sentendo l'intimo legame fra l'uomo e Dio e respingendo il concetto
di una morale autonoma e utilitaristica, egli rivolge la sua
attenzione ai moventi spirituali che determinano l'azione morale,
arrivando ad affermare che la vera moralità si attua nel fare il bene
per il bene, senza attendersi da ciò altra conseguenza che non sia
quella derivante dalla stessa esecuzione dell'azione morale.
• Attraverso vere e proprie dissertazioni sui diversi temi di etica che
danno il titolo agli otto capitoli, Maimonide sottolinea la necessità
che l'uomo conosca il proprio «io» più intimo per poter accedere
alla vera dimensione etica, in cui le azioni sono strumenti di
elevazione spirituale. In questo sforzo di innalzamento, l'uomo,
armonizzando le proprie energie spirituali, sarà in grado di vivere
lontano da qualsiasi eccesso e riuscirà ad acquisire una percezione
di Dio adeguata al proprio potenziale spirituale.
I Testi Sacri
• Tanakh (La Bibbia Ebraica).
La Bibbia è il testo sacro fondamentale perchè contiene sia le
Leggi Divine da seguire, sia la storia del mondo dalla
Creazione fino al ritorno dall'esilio in Babilonia del popolo
d'Israele. La Bibbia è stata scritta in lingua ebraica (eccetto
alcune parti in aramaico) da molti autori diversi e in epoche
altrettanto diverse. L'Ebraismo non la considera come un libro
unico, ma la suddivide in tre sezioni:
• 1: Torah.
• 2: Neviim (Profeti).
• 3: Ketuvim (Scritti).
• Il Talmud.
I precetti rivelati nella Torah Scritta non potrebbero
essere messi in pratica senza la guida di una tradizione
capace di definire e codificare le leggi che nella Bibbia
sono espresse in modo molto vago. Questo è il compito
della Torah Orale, donata anch'essa sul Sinai e
tramandata da padre in figlio per secoli. Dopo la
distruzione di Gerusalemme e la rovina dello Stato, i
Maestri temettero che la Tramandazione orale potesse
andare perduta, e così iniziarono a metterla per iscritto
in modo che si conservasse anche nel corso della
diaspora. Nacque così il Talmud, che significa
letteralmente "studio", di cui abbiamo due redazioni: il
Talmud Yerushalmi, scritto in terra d'Israele, e il Talmud
Bavli, molto più esteso, scritto a Babilonia.
•
Mentre l'ispirazione Divina della Bibbia è affermata anche da altre religioni, Il Talmud è riconosciuto
come testo sacro solo dall'Ebraismo.
Il Talmud comprende la Mishnah, cioè l'esposizione della Legge Orale da parte dei Maestri più
antichi, e la Ghemarah, ovvero l'insieme dei commenti alla Mishnah.
Nel Talmud sono riportate le innumerevoli discussioni tra i Rabbini che esprimono il loro parere
personale allo scopo di ricercare la Verità. Di conseguenza, il Talmud non presenta un punto di vista
unico, ma una grande varietà di interpretazioni, spesso contraddittorie, che ci fanno comprendere
la concezione ebraica secondo cui ogni studioso della Torah ha il diritto di sviluppare delle proprie
idee.
Infatti, mentre Dio è uno, le nostre menti sono invece molte e possono quindi interpretare il
messaggio della Rivelazione in modo diverso. E' per questo che, secondo un racconto Talmudico,
una voce dal Cielo interruppe una disputa tra gli studenti della scuola di Hillel e quelli della scuola
di Shammai (tra cui c'era un totale disaccordo) proclamando questa sentenza: "Avete ragione tutti e
due. Entrambi professate la dottrina del Dio Vivente".
Possiamo affermare che il Talmud è una grande enciclopedia dell'Ebraismo che racchiude gli
insegnamenti degli antichi Maestri e le conoscenze di varia natura che essi condividevano.
Purtroppo, a causa dell'ignoranza e dell'odio verso gli Ebrei, nel corso della storia il Talmud è stato
spesso ridicolizzato e caricato di miti negativi. Ancora oggi, per screditare la religione giudaica,
vengono citati dei brani Talmudici tradotti male o interpretati senza tenere conto del contesto in cui
furono scritti.
La Tramandazione Ebraica è invece un vero e proprio tesoro dal valore inestimabile e accanto alla
Bibbia, essa costituisce il sacro patrimonio culturale che ha permesso ad Israele di preservare la sua
identità fino ad oggi.
• Il Midrash.
Il Midrash è innanzitutto un metodo per interpetare la Torah che va oltre il
senso letterale per ricercare significati simbolici pratici e più
profondi. Esistono numerose raccolte di Midrashim (plurale di
Midrash), composte a partire dal I secolo a.C. fino al tardo Medioevo, e in
esse sono riportate tradizioni antiche sull'esegesi biblica.
•
• Gli scritti dei Maestri.
La comprensione ebraica della Torah è basata sulla vastissima letteratura
rabbinica, e per questo motivo gli Ebrei considerano autorevoli tutti i testi
composti dai grandi Rabbini di ogni epoca.
Tra gli autori più importanti citiamo Rabbi Shlomo Yitzhaqi (conosciuto con
l'acronimo di Rashi), il più famoso commentatroe biblico del
Medioevo, e Rabbi Moshe ben Maimon (Rambam), auotre di numerose
opere filosofiche e legali. Lo Shulchan Aruch, cioè il testo utilizzato come
codificazione più autorevole della Legge Ebraica, è basato in gran parte
sugli studi di Rambam.
• La Kabbalah.
La Kabbalah è la tradizione mistica Ebraica, definita come
una scienza antichissima rimasta segreta fin dalla sua
origine e conosciuta solo da pochi.
Il libro più importante della corrente mistica è lo Zohar, in
cui sono esposte tutte le principali dottrine cabbalistiche.
L'opera fu pubblicata nel XIII secolo dal rabbino
spagnolo Mosè de Leon, il quale la attribuì al grande
saggio Rabbi Shimon Bar Yochai (II secolo).
Altri testi della tradizione della Kabbalah sono il Sefer
Yetzirah e il Sefer HaBahìr.
La donna.
• Nella cultura ebraica, la famiglia aveva un
'sogno' particolare: avere una discendenza
molto numerosa. Nel grande numero di figli, la
coppia ebraica vedeva la benedizione del
Padre Celeste.
• Ma il compito principale nella famiglia, per
quanto riguardava l'educazione delle figlie, era
della madre.
• Quando aveva circa 13 anni, la bambina ebrea riceveva già la
richiesta di matrimonio. Lei non veniva consultata per questa svolta
importante della sua vita, ma erano i relativi padri di famiglia che
contrattavano la cosa. Infatti il padre dello sposo andava a parlare,
in casa della sposa, proponendo una somma di denaro quale
compenso per la famiglia della donna.
• In tutto questo i due interessati non venivano mai consultati e tutto
veniva svolto dalle rispettive famiglie.
• Era un vero e proprio contratto che si compiva con l'ingresso, nella
casa dello sposo, della fidanzata.
• La giovane sposa, anche se ora aveva cambiato famiglia, non vedeva
però mutata la sua situazione, in quanto rimaneva sempre soggetta
a qualcuno: prima il padre, ora il marito.
• Nella nuova famiglia la sposa aveva come compito il procreare e il
prendersi cure di tutte le faccende domestiche.
• La donna, poi, fra le sue virtù, ne aveva una che la
metteva in particolare rilievo: la fedeltà assoluta al
coniuge.
• Mentre lo sposo poteva anche commettere adulterio,
ed avere anche più mogli, per la sposa non era lo
stesso.
• Comunque la situazione di bigamia era sempre una
condizione piuttosto eccezionale, in quell'ambiente, in
quanto era la monogamia lo stato di vita più frequente
della famiglia ebraica.
• Il dislivello fra maschio e femmina, fra sposo e sposa,
era notevole, ma non era stato voluto così dal Creatore.
• Il dislivello fra maschio e femmina, fra sposo e sposa,
era notevole, ma non era stato voluto così dal Creatore.
• Nell'ambiente ebraico, l'uomo e la donna,
teoricamente, erano con la stessa dignità. Ma non
era così nella vita pratica.
• Gli ebrei avevano smarrito, dimenticato, il
progetto originario che Dio aveva fatto sull'uomo
e sulla donna.
• Solo nel Nuovo Testamento tale progetto
riprende la sua forma iniziale.
• Il Cristo mette, quindi, sullo stesso piano la donna
e l'uomo, ascoltando entrambi e dando consigli
per vivere in modo migliore la propria vita di
fede.
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