IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di Dagoberto Huseyn Bellucci
(in 18 capitoli)
CAPITOLO 5°
LA KABALA E IL TALMUD : LO STRANO ESOTERISMO EBRAICO
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CAPITOLO 5 – LA KABALA E IL TALMUD : LO STRANO ESOTERISMO EBRAICO.
All’indomani della distruzione del Tempio di Gerusalemme , come abbiamo visto , si apri’ il
capitolo forse piu’ triste e il momento piu’ delicato nella storia dell’ ebraismo.
Il problema piu’ rilevante per i capi religiosi del Sinedrio fu quello di mantenere una rigida
ortodossia nel rispetto della legge mosaica per l’ insieme delle distinte comunità che vivevano
disperse nei confini dell’ Impero di Roma e oltre.
Avvenne in questo periodo che i farisei , rimasti liberi di imporre la loro ferrea volontà ,
incominciarono a richiedere ai loro dottori della Legge di mettere per iscritto quelle che , fino a quel
momento , erano state delle disposizioni di natura orale , trasmesse di maestro in maestro , nell’
ambito del rabbinato fondamentalista.
Accadde allora che i rabbini iniziarono a compilare dei trattati , o meglio i loro studi basati su loro
interpretazioni della Legge mosaica .
Per dare risposte il piu’ chiare possibile ai nuovi problemi derivati dalla situazione di diaspora
verificatasi e soprattutto riguardo ai precetti da seguire in circostanze ritenute eccezionali ( come
appunto l’ abbattimento del Tempio ) questi rabbini si impegnarono dunque a dare al loro popolo
una serie di codici di natura legislativa che , riuniti assieme , avrebbero preso il nome ebraico di
Talmud , lo Studio della Legge.
All’ inizio questo imponente manoscritto di cavilli legislativi e di interpretazioni ossessionanti della
Legge mosaica era costituito dai 6 codici della ‘Misnah’ i quali si occupavano di agricoltura (
zeraim ) , delle feste ( moed ) , delle purificazioni ( tohorot ) , del matrimonio ( nasim ) , del diritto
civile e penale ( nezikim ) e di quello religioso ( kodaschim ).
A questa prima serie di codici si aggiunse , piu’ tardi , una nuova compilazione di studi denominata
‘Gemarah’ che in ebraico significa Commento.
I Talmud , in effetti , furono compilati in maniera sostanzialmente distinta , in periodi diversi, da
piu’ interpreti della Legge , il primo nato nell’ area babilonese , l’ altro in area palestinese.
‘…bisogna premettere – scrive l’ebreo Saracini – che il Talmud si divide in due parti: la prima – la
Mishnà – è una serie di deliberazioni legali concernenti l’applicazione dei diversi precetti biblici; la
seconda – la Ghemara – è una specie di resoconto delle interminabili discussioni fra i dotti sia sui
precetti biblici che sulle deliberazioni della Mishnà.’ (1°)
Dopo diverse dispute teologiche i rabbini si sarebbero messi d’ accordo per ritenere il Talmud di
Babilonia come il piu’ ortodosso e conforme alla loro strategia volta ad isolare il popolo eletto dal
rischio di contaminazioni e di assimilazioni con altri popoli , introducendo semplici interpretazioni
teologiche che sarebbero ben presto diventate Legge a tutti gli effetti.
Nella prima metà del 2.o secolo d.C. si verifico’ una nuova ribellione giudaica in seno alla
provincia palestinese dell’ Impero romano.
A mobilitare e infiammare i cuori ( e armare le mani ) degli ebrei fu stavolta Simone Bar Kohbà ,
proclamato Messia d’ Israele dal rabbino estremista Akiba e adorato dal suo popolo proprio perché
incarnazione piu’ attinente alle speranze messianiche che raccontavano della venuta di un ‘Unto del
Signore’ guerriero e combattente alla testa di Israele per il suo trionfo finale.
In occasione dell’ insurrezione armata di Bar Kohbà , i giudei si organizzarono militarmente
dotandosi di una strategia rivoluzionaria mirante la creazione di piu’ focolai di rivolta , sparsi in
tutta la Palestina , per mettere in difficoltà sia i romani sia la possibilità di resistenza delle altre
comunità dell’ area.
Attaccando con autentici blitz terroristici villaggi e cittadine di media grandezza i giudei arrivarono
a sterminare quasi completamente sia le popolazioni samaritane che quelle siriache causando non
meno di 100mila vittime .
‘Sotto il regno di Adriano – scrive lo storico ebreo Barnet Litvinoff – agli inizi del secolo II°
compare in Giudea un eroe nazionale: conosciuto col nome di Bar Kochebah – probabilmente un
soprannome ‘Figlio della Stella’ - , questi incoraggiò la credenza, alimentata dal capo spirituale
degli ebrei Rabbi Akiva, che con lui fosse finalmente arrivato il vero Messia. I primi padri della
Chiesa , facendo propria una descrizione dello storico romano Dione Cassio (secolo II) , dipingono
Bar Kochebah come un assassino a capo di bande armate, in effetti nell’impresa della riconquista
della Palestina non mancò di perseguitare i cristiani perché evitavano di battersi e , si asserisce, li
fece circoncidere a forza.’ (2°)
Nell’ anno 135 d.C. infine , dopo tre anni di rivolte piu’ o meno estese , gli ebrei vennero schiacciati
definitivamente dalle truppe dell’ imperatore Adriano che , con un successivo decreto , proibi’ loro
di risiedere in Palestina.
Nella nuova sollevazione armata gli ebrei persero un qualcosa come circa 500mila uomini , il che’ –
unitamente ai molti sterminati da Tito poco piu’ di mezzo secolo prima – costrinse nuovamente la
classe dirigente rabbinica a rivedere le loro interpretazioni della Legge e le proibizioni ed i precetti
del Talmud soprattutto in materia di conversioni e di proselitismo.
Astutamente , com’ era avvenuto ‘ad contraris’ , ai tempi della cattività babilonese , i rabbini si
misero febbrilmente al lavoro per rivedere certi codici dichiaratamente esclusivisti tornando ad
accettare , in determinati casi (3°) , le conversioni di massa alla Legge di Mosè.
Questa ambiguità di fondo, questo continuo correggere e rivedere la Legge alla luce delle
circostanze contingenti appariranno come una costante nella storia d’ Israele.
Facilmente influenzabili e guidabili dalla casta religiosa gli ebrei , da sempre, si muoveranno con
una furbizia ed una astuzia fuori dal comune , aderendo in maniera scostante e talvolta
contraddittoria alla propria religione, adattandone spesso ritualità , costumi e usi a altre forme di
religiosità di altri popoli o assimilando all’ ebraismo persino idee-base fondamentali per lo sviluppo
, se non per l’ esistenza stessa d’ Israele.
E’ il caso dei notevoli influssi che ebbe la religione mazdea , praticata nell’ antica Persia , sulle
comunità ebraiche, le quali non disdegnarono di assimilarne riti magici e superstizioni ma anche
dogmi portanti di vitale importanza quali ad esempio il principio del dualismo escatologico , dell’
esistenza del Bene e del Male , di un Dio positivo ( Ahura Mazda ) e di un suo rivale negativo (
Angrja Mainyu ) fino a quel momento assolutamente estranei alla visione escatologica del popolo
eletto.
Le nuove disposizioni in materia di conversioni alla fede mosaica furono comunque piuttosto
ininfluenti , sia perché nel frattempo un’ altra religione monoteista ( quella cristiana ) muoveva i
primi passi sia perché furono assai poche le nazioni – soprattutto all’ interno dell’ Impero di Roma
– che riponevano fiducia negli ebrei.
L’ unico caso , realmente piu’ unico che raro , di conversione di massa fu quello del popolo dei
khazari del quale torneremo a parlare successivamente.
Comunque possiamo affermare che anche la conversione dei khazari avvenne per motivi
strettamente collegati alla debolezza di Israele in quel determinato periodo storico : i neo-convertiti
abili guerrieri sarebbero risultati utilissimi alla strategia del Sionismo.
Nel frattempo , dispersi per ogni dove , gli ebrei cercarono di dare soluzione alle loro disgrazie,
trasferendo la sede del Gran Sinedrio dapprima a Bisanzio , sotto l’ ala piu’ tollerante della
cristianità orientale , quindi a Cordoba in Spagna quando questa cadde in mano alle armate
islamiche.
L’ avvento dell’ Islam nella seconda metà del VI° secolo d.C. rappresento’ per l’ ebraismo
internazionale una nuova sconfitta , poiché dalle aride e desertiche terre dell’ Hejaz arabico un’
altro popolo , dopo i cristiani , pretendeva di parlare e soprattutto combattere in nome del Dio Unico
, rinnovando l’ antico patto stretto da Dio con la nazione araba per il tramite del Profeta Muhammad
.
Una simile pretesa non soltanto offendeva profondamente lo spirito ebraico ma risulto’ una
velenosa spina nel fianco e determino’ in breve tempo un’ ennesima debacle sul piano politicomilitare e su quello teologico-spirituale.
Autorevoli storici ebrei hanno sostenuto l’ idea di un’ anti-ebraismo insito nella tradizione e nella
storia dell’ Islam , fra questi Leon Poliakov autore di una poderosa ‘Storia dell’ Antisemitismo’
pubblicata in Italia dalla casa editrice ‘La Nuova Italia’ , inserendo la dicotomia amico-nemico preesistente tra ebraismo e cristianesimo sul piano dei rapporti tra ebraismo e Islam.
In realtà se per il cristianesimo tradizionale il popolo ebraico in quanto tale viene accusato di
‘deicidio’ per l’ assassinio di Gesu’-Figlio della ss. Trinità , per l’ Islam il discorso potrebbe
meritare un distinguo relativamente al dato storico che furono gli ebrei di Mecca e Medina che ,
assieme ai politeisti , si distinsero per tutta una serie di atti riprovevoli e di iniziative
dichiaratamente avverse nei confronti dell’ Islam, del Suo Profeta Muhammad e della comunità
islamica in embrione.
‘In una fase iniziale della sua carriera come governatore di Medina, il Profeta entrò in conflitto con
le tribù ebraiche – scrive lo studioso orientalista Bernard Lewis – Tutte e tre furono sopraffatte e ,
secondo la tradizione mussulmana, a due fu concessa la scelta fra conversione o esilio, e alla terza i
Banù Qurayza , fra la conversione e la morte. L’amarezza causata dall’opposizione delle tribù
ebraiche a Maometto si riflette nei riferimenti agli ebrei, per lo più negativi , contenuti nel Corano,
nella biografia e nelle tradizioni relative al Profeta’ (4°).
Certamente durante la loro avanzata verso l’Europa gli arabi mussulmani avrebbero trovato una
tenace resistenza, anche militare, da parte delle tribù berbere del Nord Africa convertitesi al
Giudaismo.
‘Quando l’Islam conquistatore – scrive il Poliakov – cominciò a dilagare in queste zone , il litorale
cristiano fu rapidamente sommerso, mentre le tribù berbere giudaizzate opposero agli arabi una
lunga e tenace resistenza. La loro principale roccaforte fu il massiccio dell’Aures, propizio in ogni
epoca ai ribelli. Erano comandate da una donna, regina e profetessa, di nome Kahena. Secondo lo
storico Ibn Adhari , il Gen. arabo Hassan , dopo aver distrutto Cartagine, chiese quale fosse il capo
più potente in Africa: ‘E’ una donna di nome El Kahena - gli viene risposto – che vive sull’Aures,
tutti i re d’Ifrikya la temono, e tutti i Berberi le obbediscono. Una volta uccisa lei potrai
sottomettere tuto il Maghreb e non troverai più né rivalità né resistenza.’ (5°)
Gli ebrei come sottolinea nitidamente il Corano , Libro Increato perché parola Divina Rivelata ,
diverranno pertanto i principali avversari , i nemici escatologici dei mussulmani , coloro per i quali
l’ Altissimo ha promesso il fuoco della Gehenna nel Giorno del Giudizio Finale .
Ritorneremo senza dubbio in maniera compiuta sulle relazioni islamo-ebraiche nei prossimi capitoli
, al momento crediamo utile soffermarsi in maniera piu’ completa sulla dottrina e la visione del
mondo della Kabala , l’ autentico esoterismo ebraico , un esoterismo – come si vedrà – di ‘segno’
contrario.
Note al Capitolo 5° -
1° - Eugenio Saracini – ‘Breve Storia degli Ebrei e dell’Antisemitismo’ – edizioni ‘Mondadori’ ,
Milano 1992
2° - Barnet Litvinoff – ‘Il Roveto Ardente – Storia dell’Antisemitismo’ , edizioni ‘Mondadori’ –
Milano1988
3à- Sulla conversione in massa dei Khazari, l’unico esempio rintracciabile negli ultimi duemila anni
di adesione di massa alla religione mosaica, esiste l’ottimo volume di Arthur Koestler ‘The
Thirteenth Tribe’ edizioni ‘Omni Publications’ . Pamdale (CA) Stati Uniti 1976
4°- Bernard Lewis – ‘Gli Ebrei nel Mondo Islamico’ edizioni ‘Sansoni’ – Firenze 1991
5°- Leon Poliakov – ‘Storia dell’Antisemitismo’ ‘Da Maometto ai Marrani’ Volume II° - Edizioni
‘La Nuova Italia’ , Firenze 1991
IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di Dagoberto Huseyn Bellucci
Redatto in Modena, 11 maggio 2002
COMPOSIZIONE IN PDF A CURA
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