
Richiami di ottica
IL MICROSCOPIO






esprimibile in termini di s ed s’
dell’oggetto
h’ = altezza
dell’immagine
Microscopio ottico a campo luminoso

Funzionamento
Potere separatore
Modalità dell’esperienza


1
Ingrandimento lineare m=h’/h


Lenti sottili
Formazione dell’immagine (immagini reali e virtuali)
Aberrazioni
h = altezza
I e II parte
Struttura della relazione
25 Marzo 2004
Daniela Rebuzzi
IL MICROSCOPIO OTTICO

Due lenti convergenti principali
(in realtà sistemi ottici):
 obiettivo  forma un’immagine
reale ingrandita dell’oggetto con
ingrandimento
m1=-s’1/s1-s’1/f1
 oculare  forma un’immagine
virtuale ulteriormente ingrandita con
M2=s’2/s2 s’2/f2=0.25 m /f2
 lente del condensatore
 focalizza la luce
incidente sul campione
 diaframma  regola
l’intensità luminosa
2
25 Marzo 2004
Daniela Rebuzzi
 Ingrandimento totale del microscopio ottico

IL MICROSCOPIO

3
raggiunge facilmente il fattore 1000,
ma è inutile oltre 400
Se si trascurano effetti di diffrazione, qual è la minima distanza
che può essere risolta usando un microscopio con M=400 o
M=1000?
Occhio nudo d=0.1mm, col microscopio 0.1 mm/400=250 nm o 0.1
mm/1000=100 nm

Quando la distanza d tra due punti di un campione diventa
confrontabile con la lunghezza d’onda  della luce che lo
illumina, subentrano effetti di diffrazione  potere
separatore


n = indice di rifrazione del mezzo interposto tra
l’obiettivo e l’oggetto
 = angolo sotteso dalla lente dell’obiettivo
Se l’angolo sotteso dall’obiettivo è 90o, qual è la
minima separazione risolvibile tra oggetti posti in
aria e illuminati con luce verde (=500nm)? 250nm
Ingrandimenti maggiori di 400X non possono permettere
di distinguere un numero maggiore di particolari

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Daniela Rebuzzi
IL MICROSCOPIO

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MODALITA’ DELL’ESPERIMENTO (I PARTE)


taratura del micrometro oculare
vetrino micrometrato  micrometro obiettivo (scale nota) che si
deve sovrapporre alla scala del micrometro oculare  con il
confronto tra le due scale si tara la scala inserita nell’oculare

contare quante tacche piccole del micrometro oculare
occorrono per coprire l’intera scala del micrometro obiettivo
a ciascun ingrandimento
ricordare il numero del microscopio presso cui è stata
effettuata la taratura
il valore di taratura varia con l’ingrandimento  deve essere
ripetuto ogni ingrandimento che si intende usare
ingrandimenti disponibili: 10X, 40X



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IL MICROSCOPIO
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




messa a fuoco del microscopio
si ottiene spostando il piattello del preparato rispetto al
sistema rigido oculare-obiettivo
il particolare risulta a fuoco quando dista dall’obiettivo una
distanza tale per cui l’immagine virtuale si forma nel
campo visivo dell’occhio dell’osservatore
dipende anche dai difetti visivi dell’osservatore
la profondità di campo (=lo spessore di preparato che è
possibile mettere a fuoco contemporaneamente) è
inversamente proporzionale all’ingrandimento
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Daniela Rebuzzi
IL MICROSCOPIO

6
MODALITA’ DELL’ESPERIMENTO (II PARTE)



posizionare il vetrino del preparato e fissare un ingrandimento
tarare lo strumento a quel dato ingrandimento
 10X  solo taratura e osservazione
 40X  taratura, osservazione e misura
a 40 X eseguire N misure (N>30) del diametro delle cellule 
TABELLA (numero della misura-valore del parametro misurato)
 calcolo del valor medio del diametro delle cellule e corrispondente
deviazione standard sm=sm2
 Utilizzando direttamente le misure
media
varianza
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IL MICROSCOPIO



media
varianza
 se lo spettro fosse discreto i due metodi fornirebbero lo sesso

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raggruppare queste misure in intervalli opportuni ed costruire
l’istogramma della distribuzione dei diametri  TABELLA

ordinata  numero di osservazioni

ascissa  gli intervalli in cui ho suddiviso le misure (spettro
discreto della variabile misurata)
calcolo di frequenza assoluta, frequenza relativa e valor medio di
ciascun canale  TABELLA
calcolo del valor medio del diametro delle cellule e corrispondente
deviazione standard sm=sm2
 Utilizzando la distribuzione istogrammata (spettro da continuo
a discreto)
risultato (qui nel primo metodo i parametri dipendono dalla
larghezza del bin)
confrontare coi risultati ottenuti con ciascuna delle due tecniche
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IL MICROSCOPIO

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Struttura della relazione
Titolo
Scopo dell’esperienza
Definizione di grandezze fisiche e dei fenomeni coinvolti
Descrizione dell’apparato sperimentale
Principio di funzionamento del microscopio
Potere separatore
Procedura di taratura e messa a fuoco dello strumento (parte
I)
Raccolta dati sperimentali (parte II)  TABELLA
Costruzione dell’istogramma ( TABELLA) e calcolo dei
parametri statistici media e varianza
Risultati ottenuti
Discussione e commenti
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