Epistemologia e psicoanalisi Neopositivismo, Filosofia analitica, Postmodernità Crisi del positivismo ► Crisi della matematica Il programma formalista di Hillbert fallisce a causa del teorema di Gödel o teorema di incompletezza (non si può escludere che vi sia contraddizione interna) Il programma logicista di Frege (ridurre la matematica all’aritmetica e l’aritmetica alla logica) fallisce a causa dell’antinomia delle classi (la classe di tutte le classi che tipo di classe è? Russell) Crisi del positivismo ► Teoria del campo elettromagnetica (Maxwell) distrugge l’universo di Newton ► Fisica quantistica (Planck) e principio di indeterminazione (Heisenberg) minano i fondamenti deterministici della fisica classica ► Il principio di complementarietà (Bohr) introduce la probabilità statistica nelle leggi di natura ► La teoria della relatività (Einstein) sconvolge definitivamente l’universo di Newton Crisi del positivismo ►I primi epistemologi della crisi sostengono teorie pragmatiste: i concetti scientifici riducono la realtà in schemi descrittivo-operativi, che esauriscono il loro valore e il loro significato nel successo pratico (Mach) ► Oppure teorie convenzionaliste: Gli assiomi della geometria e i teoremi che ne derivano sono soltanto delle convenzioni fondate su approssimazioni empiriche (Poincaré) Bachelard: psicoanalisi e scienza ► Interessante l’epistemologia di Bachelard: il progresso scientifico viene spiegato anche in relazione al contesto storico-culturale, nonché a fattori sociali e psicologici Inoltre, per contribuire allo sviluppo del pensiero problematizzante e creativo, capace di superare gli ostacoli e produrre rotture innovative nello sviluppo del sapere scientifico, Bachelard ritiene necessaria una psicoanalisi della conoscenza oggettiva Bachelard: psicoanalisi e scienza ► Interesse per la psicoanalisi anche in una serie di saggi molto importanti dedicati ai quattro elementi e all’immaginazione materiale, con strumenti concettuali prima freudiani e poi junghiani (La psicoanalisi del fuoco, Psicoanalisi delle acque, Psicoanalisi dell’aria, La terra e les rêveries della volontà, La terra e le rêveries del riposo). ► Il tema della rêverie sviluppato in chiave di poetica dà origine ad altre riflessioni su poetiche connesse alle ricerche precedenti (La poetica dello spazio, La poetica della rêverie, Frammenti di una poetica del fuoco) Epistemologia del Neopositivismo ► Progressiva demistificazione del concetto classico di verità scientifica: Tentativo di fondare la verità sull’empirismo e sulla rigorizzazione logica del linguaggio (verificazionismo: Wittgenstein e Schlick) Recupero del fallibilismo e teoria del falsificazionismo verosimiglianza non verità (Popper) Diversi gradi di confermabilità di una teoria scientifica sono gradi di probabilità (Carnap) Epistemologia del Neopositivismo Il passaggio da un paradigma scientifico a un altro segna una profonda discontinuità nel processo storico (Kuhn): ►esso è innanzitutto un evento di psicologia sociale, richiede una riorganizzazione percettiva e concettuale Non esiste un metodo scientifico in quanto tale e la pratica dello scienziato non è nella sostanza diversa da quella del mago o del guaritore: ►le violazioni delle regole metodologiche sono necessarie per il progresso scientifico (Feyerabend) Scienza, pragmatismo e terapia ► Wittgenstein: Prima si occupa del linguaggio ideale In seguito si dedica ai linguaggi ordinari con approccio pragmatista (giochi linguistici) ►I linguaggi come i giochi si fondano su regole che ne stabiliscono il compito che svolgono le diverse proposizioni che lo compongono. ► Ma tali regole non sono fissate a priori, artificialmente ► sorgono e si perfezionano attraverso il gioco stesso, nell’uso pratico e quotidiano che si fa del linguaggio e dello scopo a cui serve Scienza, pragmatismo e terapia ► Wittgenstein: Come nei giochi, le regole si possono imparare anche in modo esclusivamente pratico, senza saperle esporre in modo esplicito, ma limitandosi a «giocarle», a «viverle» Pertanto, il linguaggio è innanzitutto un’istituzione sociale, che dipende dalle convenzioni, dagli usi, dalle consuetudini, condivise a livello inconscio Ciò che conta nel linguaggio non sono i significati, le rappresentazioni, i concetti, i fatti mentali, ma le attività condivise Scienza, pragmatismo e terapia ► Wittgenstein: sociale: il linguaggio è determinato dall’uso il linguaggio della logica si fonda su regole stabilite dall’uso ed è solo strumento di chiarificazione concettuale, privo di universalità Anche la matematica, linguaggio oggettivo e inconfutabile per eccellenza, è solo un sistema di regole per costruire modelli teorici utilizzabili secondo certi punti di vista particolari I linguaggi hanno significato soltanto in relazione all’uso che se ne fa secondo le regole del loro funzionamento. Ci sono pertanto molteplici significati, come ci sono molteplici linguaggi. Scienza, pragmatismo e terapia ► Wittgenstein: Tutta la ricerca filosofica di Wittgenstein può essere letta alla luce dello sforzo costante di eliminare dalla filosofia ogni tentazione metafisica e dogmatica, qualunque tendenza a costruire verità definitive e necessarie il linguaggio metafisico è una malattia del linguaggio, una sorta di incantamento dell’intelletto che si attua con l’uso scorretto del linguaggio stesso Il compito della filosofia autentica, dunque della logica, è terapeutico: si tratta di guarire le malattie del linguaggio con un’opera di chiarificazione logica delle regole che vi presiedono Semiotica, semantica, pragmatica distingue il senso dal significato e fa dipendere quest’ultimo dal riferimento all’oggetto. ► Frege Proposizioni come «La stella del mattino» e «La stella della sera» hanno sensi diversi poiché esprimono un modo diverso di pensare la realtà, ma hanno lo stesso significato, poiché il loro riferimento è l’oggetto Venere. ► Anche le proposizioni che si riferiscono ad oggetti inesistenti, come «Astolfo cavalcò l’ippogrifo» o «Ulisse ideò il cavallo di Troia», non hanno significato, in quanto non hanno un riferimento, ma hanno senso, esprimono un pensiero comprensibile. Semiotica, semantica, pragmatica ► Tarski: distinzione fondamentale tra: Metalinguaggio Linguaggio-oggetto ► Tale gerarchizzazione dei linguaggi consente di evitare le antinomie dei linguaggi naturali, come quella del «mentitore» (Eubulide di Mileto) così espressa da Cicerone: «Se dici di mentire, o dici la verità e allora mentisci, o dici il falso e allora dici la verità» (Cicerone, Academia, IV, 29, 96). Infatti: ► Se l’enunciato «io mento» è vero, allora stai mentendo anche in questo momento, quindi l’enunciato «io mento» è falso; ► Se l’enunciato «io mento» è falso, allora stai dicendo la verità, quindi l’enunciato «io mento» è vero. Filosofia analitica: Austin ► Atti linguistici: Ogni enunciato è un atto linguistico che può essere analizzato a tre livelli: atto locutorio: l’atto di linguaggio in sé: costruire un enunciato attraverso il lessico e le regole grammaticali per veicolare un dato significato; ► come atto illocutorio: l’intenzione che viene perseguita con l’enunciato, che può essere di vari tipi: emettere un verdetto , fare una promessa, esporre un concetto, ecc. ► come atto perlocutorio: il fine che si raggiunge con il dire, l’effetto dell’atto illocutorio, il comportamento che si produce nell’interlocutore ► come Filosofia analitica: Wisdom ► L’analisi del linguaggio scientifico e filosofico = una sorta di psicoanalisi, volta a comprendere le motivazioni profonde che originano le diverse teorie contrapposte, comprese quelle metafisiche anche gli enunciati metafisici svolgono un’importante funzione per il progresso della conoscenza, poiché essi strutturano possibili quadri della realtà da cui può derivare un grande impulso alla ricerca degli scienziati Analoga funzione svolgono anche i paradossi, che hanno dimostrato nella storia del pensiero di poter stimolare ricerche e scoperte Filosofia analitica: Grice ► Regole della conversazione e principio di cooperazione ► Il significato viene sganciato dal riferimento e connesso (semantica dell’intenzione): all’intenzione del parlante: ►implicature convenzionali e conversazionali alla capacità dell’interlocutore di comprendere le implicature e l’intenzione Filosofia analitica: Grice ► Implicatura = concetto pragmatico che esprime i nessi impliciti dei linguaggi naturali Diversi dalle implicazioni dei linguaggi formali ► Implicature sono connesse al contesto conversazionale e anche a quello paralinguistico ed extralinguistico: Atteggiamenti corporei, mimica, gestualità, intonazione della voce, enfasi, pause, esitazioni, accelerazioni, timbri, ecc. Filosofia analitica: Quine ► Condivide il comportamentismo di Skinner: il linguaggio è forma di condizionamento, sulla base dello schema «stimolo-risposta-ricompensa» Il cosiddetto significato non è altro che uno stimolo cui corrisponde una risposta. È il comportamento manifesto degli individui in circostanze pubblicamente riconoscibili l’unica evidenza oggettiva che consenta di risalire a «significati» condivisi, accettati stabilmente da determinati gruppi sociali. Filosofia analitica: Quine ► Tuttavia quadri concettuali e linguistici diversi, che implicano ontologie differenti, non sono traducibili l’uno nell’altro e viceversa: infatti, credere in una determinata ontologia significa anche credere all’esistenza di certi oggetti reali e non in altri; quindi, essendo il significato connesso al riferimento (cioè all’oggetto), se il riferimento non è condiviso (sulla base di credenze diverse si crede all’esistenza o alla non esistenza degli oggetti di riferimento), il significato non può essere lo stesso. Filosofia analitica: Quine di traduzione radicale ipotetica lingua indigena sconosciuta: ► Esempio mostrando ad un indigeno un coniglio (stimolo), si ottiene in risposta la parola «gavagai», non si è comunque in grado di capire se «gavagai» si riferisca al coniglio in generale, oppure ad un coniglio in un certo stadio della sua esistenza (per esempio: adulto), o ad una parte dell’animale, o ad altro ancora Nell’impossibilità di stabilire quale sia l’oggetto di riferimento anche il significato resta indeterminato. Filosofia analitica: Quine Riassumendo: ►ogni linguaggio è un modo di organizzare e classificare l’esperienza, ►quindi include un’ontologia, cioè una teoria che cataloga tutte le entità reali che fungono da riferimento per il linguaggio e ciò che esso significa (dato che il significato dipende dal riferimento) ►Ne deriva che per comprendere un linguaggio occorrerebbe conoscere l’ontologia di riferimento, che però è accessibile soltanto attraverso il linguaggio stesso. Filosofia analitica: Quine ► L’approdo culturale, ► rispetto carità, di queste argomentazioni è il relativismo al quale l’unica cautela è il principio di che consiste nel considerare accettabili tutte quelle traduzioni, da un linguaggio all’altro, che non contengano contraddizioni o incongruenze tra proposizioni e comportamenti. È un criterio che mira a rendere possibile la comprensione tra culture diverse, quando non emergano contrasti evidenti nella pratica Filosofia analitica: Davidson ► Ritiene necessario porre il problema in termini di interpretazione radicale: Si tratta di un’operazione olistica, che non può limitarsi a tradurre, ma che dovrebbe mirare a condividere una rete di credenze e di significati tra loro intrecciati nell’uso concreto del linguaggio in un contesto specifico, caratterizzato da coordinate spaziotemporali e da variabili individuali legate al parlante effettivo Filosofia analitica: Davidson ► ► ► Rifacendosi alla teoria del linguaggio come istituzione sociale e intersoggettiva del «secondo» Wittgenstein e alla grammatica universale di Chomsky sviluppa una serie di argomentazioni ispirate al suo olismo: il concetto di un sistema comune di coordinate ispira il suo ampliamento del principio di carità, che opera nel processo interpretativo, sia perché il parlante e l’interprete condividono un sistema comune di credenze fondamentali, al di là delle differenze parziali e secondarie, sia perché l’interprete attribuisce razionalità, coerenza e plausibilità al discorso del parlante, costruendo progressivamente e creativamente l’accordo tra i due linguaggi Rorty: la conversazione dell’umanità ► ► ► ► Rorty propone di abbandonare la Filosofia (con l’iniziale maiuscola), intesa come fondazione universale del sapere, per aderire pienamente al carattere relativo e pragmatico del linguaggio e per limitare la pratica della filosofia a una conversazione ironica, libera e privata, patrimonio delle società democratiche occidentali, congiungendo il pragmatismo di tradizione angloamericana con l’ermeneutica di provenienza europeocontinentale, a cui attribuisce la capacità di riconoscere la storicità essenziale dei paradigmi culturali. Rorty: la conversazione dell’umanità ► Contingenza, Ironia e Solidarietà (1989): sostiene la contingenza di tutto ciò che esiste, come risultato di una serie di eventi prodotti dal Caso (indeterminismo). Da ciò deriva la necessità dell’ironia, come atteggiamento di consapevole presa di distanza dalle proprie credenze, sulle quali non potremo mai avere alcuna garanzia di certezza o di verità. ► L’ironia è la consapevolezza dell’incertezza delle nostre credenze e conoscenze, sempre parziali, provvisorie e relative. ► L’ironia è la coscienza del relativismo costruttivo, che permette il dialogo e la conversazione La solidarietà = presupposto della democrazia dialettica, della conversazione dell’umanità, è anche il fine: la filosofia post-Filosofica, oltre che interpretare il mondo deve provare a cambiarlo, cercando di risolvere tutti i grandi problemi, come quelli della povertà, della fame, della diseguaglianza. Apel: pragmatica trascendentale ► Trasformazione semiotica di Kant: l’a priori è il linguaggio ► La comunità concreta dei parlanti è l’intersoggettività vivente umano-socialestorica ► Il concetto di comunicazione ideale funge da principio regolativo delle comunicazioni reali (riconoscimento di un gioco linguistico trascendentale) Apel: pragmatica trascendentale ► Edificare un’etica della comunicazione razionale di portata universale (macroetica planetaria) ► Ideale di una società democratica composta di uomini liberi ed uguali capaci di accordarsi in modo pacifico e razionale ► Necessità di un’opinione pubblica mondiale critica sui grandi problemi Habermas: l’agire comunicativo ► Collaborando con Apel, studia le condizioni universali e necessarie che sono alla base di ogni possibile comunicazione linguistica volta all’intesa ► Esse sono pretese universali di validità (correttezza, verità, veridicità, senso) = etica del discorso ► Ne deriverebbe un modello controfattuale di società di uguali, giusta e democratica Habermas: la psicoanalisi ► Metaermeneutica forme critica, volta a smascherare di mistificazione ideologica e di dominio economico-politico ► che impediscono una retta comunicazione: ► una sorta di psicoanalisi che cerca di risalire Dagli effetti coscienziali e linguistici di una comunicazione distorta, falsa e/o violenta Alle cause extralinguistiche inconsce (potere, denaro) che ne stanno alla base Foucault: la morte dell’uomo ► ► Lo strutturalismo linguistico ha posto fine a un equivoco, poiché ha portato alla luce il fatto che la parole non è che la manifestazione della langue, che chi «parla», nel linguaggio, non è il soggetto ma la struttura L’archeologia mostra che i discorsi di una società non dipendono dalla decisione consapevole dei soggetti umani, dalla loro libera scelta, ma si autoproducono e si autoregolano in relazione ad una microfisica del potere sistema di meccanismi anonimi e inconsci, diffusi ovunque e a vari livelli nelle società, in contrasto con l’approccio macrofisico marxista che oppone oppressori e oppressi in modo netto e schematico. Deleuze e Guattari: anti-Edipo ► Nietzsche = pensatore-chiave per la distruzione del «pensiero unico», di stampo metafisico-platonico, che ha soggiogato l’intera storia della civiltà occidentale ► Ha saputo invece, con il concetto di volontà di potenza, svolgere il tema della realizzazione di sé come trasgressione e liberazione del desiderio. Deleuze e Guattari: anti-Edipo ► L’Anti-Edipo (1972): ► ► dura polemica nei confronti della psicoanalisi freudiana, accusata di voler «normalizzare» la personalità individuale, reprimendo le pulsioni inconsce e ripristinando il primato dell’Io In questo senso anche Freud è considerato un epigono della tradizione metafisica che ha dominato la storia del pensiero. Gli individui, al contrario, non sono da considerare come degli «io» da normalizzare socialmente, ma delle «macchine desideranti», insieme soggetto e oggetto, la cui energia libidica dovrebbe essere liberata per consentire la piena espressione delle loro potenzialità creativa Derrida: il decostruzionismo ► La decostruzione : una modalità di approccio ermeneutico al testo che però ne ricerca i significati assenti, dispersi, occultati, mascherati, inconsci, marginali, casuali, che consentono di ricercare nuove reti di rimandi e di implicazioni, sfuggendo ai condizionamenti del logocentrismo (metafisico) per valorizzare le componenti irrazionali e creative dell’intelligenza umana: una sorta di fenomenologia delle tracce lasciate nel testo da ciò che non c’è