Materia: Approfondimento di Italiano (Prof. Cappuccio) La situazione politico-economica nei Paesi fondatori dell'UE prima della nascita del Mercato unico europeo e dell'Unione Europea Rossella Morabito II F L'Italia del dopoguerra In Italia i primi anni del dopoguerra sono caratterizzati dal susseguirsi di sconvolgimenti politico-istituzionali di primo piano, causati dall’inevitabile necessità di creare le basi ed il fondamento per un ordinamento democratico. Liberata e riunificata nella primavera del 1945, l’Italia si trovò ad affrontare, al pari delle altre nazioni uscite dal conflitto, i problemi della ricostruzione. I bombardamenti e le distruzioni di strade avevano creato gravi problemi al sistema stradale e ferroviario, l’economia era in declino e la popolazione risentiva dei disagi dovuti alla mancanza di beni primari che aveva favorito, dovunque, la diffusione del mercato nero. L’elevata disoccupazione e la crisi di una Nazione uscita sconfitta dalla guerra dopo venti anni di dittatura, si riflettevano nella crisi istituzionale di un Paese da rifondare. L’insieme di questi fattori causò gravi fenomeni sociali quali la diffusione del banditismo in Sicilia, sempre qui,la nascita di spinte separatiste, la ripresa delle armi nel centro-nord da parte di gruppi insurrezionali i quali, finita la resistenza, vantavano pretese di liberazione nei confronti di coloro che erano stati compromessi con il precedente regime. 1. La ripresa della vita democratica e politica del Paese. Il ritorno alla democrazia vede come protagonisti di primo piano i partiti socialista e comunista, Pietro Nenni e Palmiro Togliatti, grandi protagonisti della mobilitazione antifascista. Il partito comunista,dopo la Liberazione,aveva ampliato la base del proprio consenso e, oltre il tradizionale appoggio delle classi operaie, incominciò a coinvolgere gli intellettuali che volevano un radicale cambiamento della classe politica del paese. Palmiro Togliatti Pietro Nenni Come alternativa ai partiti di sinistra si presenta la Democrazia Cristiana, risorta dalle ceneri del Partito Popolare fondato da Don Sturzo nel 1919, ispirata alla dottrina sociale - cattolica e contraria alla lotta di classe. La classe dirigente del partito era composta da quei giovani ,che nel ventennio ,avevano tollerato il regime fascista. Si segnalavano, inoltre, il partito liberale, il cui principale esponente era Luigi Einaudi, il partito repubblicano ed il partito d’azione di Ferruccio Parri,importante protagonista della Resistenza.Restavano inoltre alcuni partiti monarchici che divennero protagonisti durante il periodo che precedette il referendum istituzionale. Luigi Einaudi Ferruccio Parri Ebbe molta importanza la nascita di un movimento d’opinione fondato dal commediografo Guglielmo Giannini e noto come Fronte dell’Uomo qualunque o movimento qualunquista, che divenne il portavoce del malcontento del cittadino medio, esprimendo le avversità ai partiti e manifestando il disagio di coloro che, dopo aver subito la dittatura del ventennio fascista, temevano di subire lo strapotere dei partiti. 2. Le elezioni del 1948 e la scelta di campo nella logica di Yalta. Il primo appuntamento politico in cui sarebbe stato possibile misurare le rispettive forze in campo fu il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 in cui tutti i cittadini (comprese le donne cui fu riconosciuto il diritto di voto) furono chiamati a scegliere tra la monarchia e la repubblica. La repubblica si affermò nonostante Vittorio Emanuele II avesse deciso all’ultimo di abdicare in favore del figlio Umberto II che, all’esito del referendum, partì in esilio per il Portogallo. Nell’occasione del Referendum gli italiani furono anche chiamati a votare e scegliere, mediante libere elezioni (le prime dopo 25 anni), i rappresentanti che avrebbero fatto parte dell’Assemblea Costituente incaricata di redigere la Costituzione. La Democrazia Cristiana si affermò, grazie all’Assemblea Costituente, primo partito, seguito dal partito socialista e dal partito comunista. Restava fuori dell’orizzonte politico la destra. Soltanto nel dicembre 1946 si costituì il Movimento sociale Italiano. Tuttavia, gli esiti del voto dimostrarono una netta divisione all’interno del paese: la repubblica si era affermata prevalentemente al Nord, mentre il sud restava ancora legato alla monarchia; i partiti di ispirazione socialista erano prevalenti nel Nord, mentre la Democrazia Cristiana e gli altri partiti restavano fortemente diffusi nel Mezzogiorno. Il periodo che va dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946 alle elezioni del 1948 è caratterizzato da una stabilità politica dovuta all’alleanza tra i partiti protagonisti della Liberazione (comunisti, democristiani e socialisti) che si accordarono per l’elezione del Primo Presidente della Repubblica, Enrico De Nicola. In questa fase si manifestano alcuni contrasti tra la Democrazia Cristiana e le sinistre. Si assisteva all’inizio del confronto tra Usa ed Urss, in particolare sulla gestione della ricostruzione della Germania “denazificata”. L’inasprirsi dello scontro sociale, le divisioni politiche già esistenti e gli echi della guerra portarono ad una radicalizzazione dei conflitti. A farne le spese fu il partito socialista che si divise: da un lato, un primo schieramento guidato da Nenni che si batteva per mantenere i caratteri rivoluzionari del primo socialismo e, d’altra parte, Saragat che proponeva un allentamento dei legami con l’Urss. Dall’inizio del 1948 tutti partiti si impegnarono in una grande campagna elettorale, la prima della storia repubblicana. Da un lato si presentava la Democrazia Cristiana di De Gasperi che poté contare, nel corso della campagna elettorale, sull’appoggio della Chiesa e degli Stati Uniti. La Democrazia Cristiana guidò la campagna elettorale in termini di “scontro di civiltà”, facendo leva sulle paure di coloro che temevano l’arrivo al potere delle sinistre. Socialisti e comunisti in campagna elettorale decisero di soddisfare le esigenze di rinnovamento ed alla necessità di un miglioramento delle condizioni economico - sociali della popolazione . Le elezioni del 18 aprile 1948 videro una netta prevalenza delle forze moderate guidate dalla Democrazia Cristiana ed una netta sconfitta dei partiti di estrazione socialistaoperaia. L’estate del 1948 fu caratterizzata dall ’esplodere di tensioni soprattutto dopo la diffusione della notizia dell ’attentato a Togliatti, ferito davanti a Montecitorio per mano di uno studente di destra. Fu nell’occasione che il governo inaugurò una nuova stagione rivolta alla repressione ed alla gestione dura della piazza, che venne guidata dal Ministero dell’Interno,Mario Scelba. 3. Gli anni del centrismo 1948/1953 La prima legislatura della storia repubblicana fu caratterizzata dal monopolio al governo della Democrazia Cristiana, a seguito della netta vittoria elettorale. Decisero di risanare il debito finanziario attraverso una politica di grande disciplina che portò al rientro dei capitali dall’estero e ad una frenata dell’aumento dei prezzi tipico di tutte le economie post – belliche, ma particolarmente preoccupante in Italia. In questi anni furono realizzate la riforma agraria nel centro sud, che porterà alla graduale scomparsa del latifondo, e saranno avviate, attraverso il finanziamento della Cassa per il mezzogiorno, le prime grandi infrastrutture stradali. Il Paese comincia a modernizzarsi e si intravedono timidi interventi statali nell’economia, attraverso il potenziamento degli Enti di Stato quali l’Agip, l’Iri e, a partire dal 1953, l’Eni. Se da un lato l’abbandono di politiche liberiste produce i suoi vantaggi nell’incremento della domanda di beni e servizi e nel miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, dall’altro, proprio in questi anni si vengono a porre le basi per quel pericoloso intreccio tra politica ed economia di Stato. Grazie alla creazione di imponenti attività, in questi anni si pongono le basi per il più grande boom economico cui si assisterà soltanto nel decennio seguente. Il Parlamento, nel 1953, approvò una nuova legge elettorale che garantiva un premio di maggioranza all’unione di partiti in grado di superare la soglia del 50% dei voti. Tuttavia, poiché né l’estrema destra né l’opposizione erano in grado di raggiungere la soglia che faceva scattare il premio di maggioranza, parve chiaro che si trattò di una legge ad hoc per garantire maggiore stabilità alla maggioranza di governo. L’opposizione diede vita ad una violenta campagna di stampa contro quella che divenne “la legge- truffa”. Tuttavia alle elezioni del 1953 la Democrazia Cristiana, anche per via di scelte impopolari in materia economica, non raggiunse l ’agognata soglia del 50% dei voti ed il premio di maggioranza non scattò. Questa prima sconfitta segnò la fine dei primi governi centristi e comportò la necessità per la Democrazia Cristiana di considerare l’ipotesi di quell’apertura a sinistra. Tale sconfitta segnò anche la carriera politica di De Gasperi che morì nell’anno seguente, lasciando, quali eredi, quella generazione formatasi negli anni ‘20 sotto la guida dell’Azione Cattolica e rappresentata da Rumor, Taviani, Moro. Dal punto di vista della politica estera la vittoria della Democrazia Cristiana nelle elezioni del 1948 comportò l’avvicinamento dell’Italia al mondo occidentale e, quindi, portò,, all’adesione all’alleanza militare NATO nel 1949. La firma del trattato di pace avvenne nel febbraio 1947. Al trattato di pace di Parigi, l’Italia, considerata tra i responsabili del secondo conflitto, non solo fu condannata a pagare le indennità, alla Grecia e agli altri paesi aggrediti durante gli anni dell’espansione coloniale in Africa, ma anche a restituire i territori conquistati in Africa, di fatto già persi dopo la disfatta contro gli inglesi. Per quanto riguarda i confini non si registrò alcuna modifica, tuttavia, riemerse la questione triestina. Già dal ’45 i Jugoslavi avevano occupato buona parte della Venezia – Giulia e rivendicavano Trieste. Sulla base di un primo accordo fu prevista una divisione di Trieste in due parti: una zona sotto il controllo Jugoslavo e l’altro sotto il controllo degli alleati. Solo nel 1954 il controllo di Trieste tornò all’Italia. Tuttavia soltanto con il Trattato di Osimo (1975) i due Paesi riconobbero la propria sovranità sui territori in questione. La vicenda contribuì a riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la questione di Trieste e della Venezia Giulia: il contrasto tra italiani e slavi era riemerso alla fine della guerra con una serie di vendette contro gli italiani e culminate con i sanguinosi episodi delle foibe (fosse naturali carsiche in cui furono gettati i perseguitati italiani dopo sommarie esecuzioni). L’Italia dopo seconda guerra mondiale… The End Rossella Morabito 2°F