l`habitat marino

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L’ECOSISTEMA MARINO
Il mare costituisce un unico
ecosistema,sia pure di dimensioni
immense. Nella sua definizione più
semplice un ecosistema è il prodotto
di una attiva compenetrazione ed
interazione di un biòtopo e di una
biocenosi. Per biotopo intendiamo la
frazione inorganica, cioè il fondo
marino, l’acqua, le correnti, i venti,
ecc. mente per biocenosi la frazione
organica. Questa è costituita
da sottosistema dei produttori, che
nel mare sono bacterioplancton,
fitoplancton e alghe macrofite, e
dal sottosistema
dei consumatori costituito dal mondo
animale. vi sono i demolitori che
riconvertono la materia organica nelle
forme riutilizzabili dagli organismi
fotosintetici e/o consumatori.
PRODUZIONE PRIMARIA D?ENERGIA NEL MARE
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Nel mare l'energia proviene dalla radiazione solare come energia luminosa.
Essa viene utilizzata dagli organismi per sintetizzare molecole complesse
secondo 3 processi differenti tra loro, di cui due confinati a particolari tipi di
habitat.
Nel caso in cui i composti organici disciolti siano già presenti nell’acqua, essi
possono essere convertiti in sostanze più complesse dal processo
di fotoassimilizione, nel corso del quale glucosio, acetati,ecc. sostituiscono
l'anidride carbonica come fonti di carbonio.
In ambienti anossici si verifica la chemiosintesi. Molti batteri, in certi casi vari
protisti, utilizzano come donatori di idrogeno composti come solfuri idrogenati.
La fotosintesi comporta l'introduzione dell'idrogeno nella molecola di anidride
carbonica per formare composti ; è il processo più comune in tutto l'oceano
(fissazione fotosintetica del carbonio) fatto dai protisti fitoplanctonici.
La Produzione Primaria Lorda seguirà tre diverse vie di utilizzazione: verrà
demolita dallo stesso organismo fotosintetico
servirà alla
crescita
parte sarà lasciata dall’alga all’acqua formando sostanze organiche disciolte.
CATEGORIE ECOLOGICHE : PLANCTON
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Il termine plancton indica una
categoria ecologica che include tutti gli
organismi viventi che sono trasportati
passivamente nell'acqua. Molti di questi
organismi hanno la capacità di nuotare,
ma poiché sono di piccole dimensioni, in
genere l'avanzamento nell'acqua è
relativamente lento e la loro distribuzione
è spesso a chiazze, determinata dal
movimento delle correnti oceaniche e
delle maree. Una classificazione più
biologica divide il plancton in fitoplancton,
piante alla deriva, e zooplancton, animali
alla
deriva. Oloplancton emeroplancton sono
termini utilizzati per descrivere
rispettivamente organismi che
trascorrono tutta la loro vita o solo una
parte della loro esistenza (di solito la fase
larvale) trascinati passivamente
dall'acqua.
BACTERIOPLANCTON:L'ambiente pelagico abbonda di vari tipi di
batteri gram-negativi molti dei quali mobili.
 FITOPLANCTON:Il fitoplancton, con l’eccezione della zona
litorale, costituisce l'unica risorsa di energia trofica
disponibile per l’intera rete alimentare oceanica. Ha
dimensioni microscopiche, dovute al fatto che tutti gli
organismi che permangono nella zona fotica devono lottare
contro la forza gravitazionale esercitata su tutti i tessuti
viventi che contengono sali e molecole organiche, quindi più
densi dell’acqua di mare.
 ZOOPLANCTON:Lo zooplancton comprende organismi unicellulari e
pluricellulari (larve e/o adulti). Lo zooplancton comprende
specie eterotrofe o erbivore (che si nutrono di fitoplancton)
oppure predatrici(che si nutrono di altre specie dello
zooplancton).
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BENTHOS:Benthos indica la comunità che vive a contatto col fondo, al di sopra o
all'interno del substrato dei mari e degli oceani, e varia dalle foreste di alghe e le
barriere coralline in acque basse fino alla fauna. particolare associata ai sedimenti
molli della zona abissale.
NECTON:Il necton comprende gli organismi acquatici che nuotano attivamente.
Fanno parte del necton i pesci, policheti pelagici, molluschi (es. calamari),
crostacei pelagici (es.gamberi), rettili marini, uccelli marini, mammiferi marini,ecc.
A differenza del plancton, il necton ha la capacità di muoversi su un piano
orizzontale in relazione alla massa d'acqua in cui vive. Molte specie (e quasi tutte
quelle di interesse alimentare) utilizzano questa loro abilità per portarsi nelle zone
più ricche di cibo e per selezionare il tipo di habitat ottimale per i differenti stadi
del loro ciclo biologico
ORGANISMI: ALGHE
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Le piante sono relativamente rare sott'acqua; la
loro nicchia ecologica nell'oceano è generalamente
occupata dalle alghesessili o planctoniche.
Le poche piante che tollerano la salinità del mare si
ritrovano nella zona littoranea.Le alghe presentano in
comune quattro caratteristiche che consentono di
separarle da tutti gli altri organismi viventi:
vivono in ambienti acquatici o molto umidi
sono fotosintetizzanti perché dotati di clorofille ed altri
pigmenti
hanno corpo unicellulare, coloniale o pluricellulare
producono gametocisti e sporocisti, quasi sempre
unicellulari, delimitati solo dalla parete della stessa
cellula che li produce.
Le alghe si riproducono con tre modalità: riproduzione
vegetativa (scissione), sporogonia, riproduzione
sessuale; manca la riproduzione per gemmazione.
I PESCI
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Con oltre 32 000 specie di organismi hanno un ruolo importante
nell'alimentazione umana: le proteine ittiche coprono circa il 20% del
fabbisogno mondiale quotidiano di proteine.
Un tempo essi erano compresi in una classe unica, ma più recentemente è
stata chiarita la loro origine polifiletica dividendoli in tre classi:
Chondrichthyes, o pesci cartilaginei, che
comprendono squali (Selachimorpha) e razze (Rajiformes).
La vecchia sottoclasse degli Osteichthyes, o pesci ossei, è stata così
ripartita:
Actinopterygii, pesci con pinne sostenute da raggi ossei.
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Sarcopterygii, pesci con pinne carnose
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MOLLUSCHI
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I molluschi costituiscono il
secondo phylum di animali
per numero di classi e di
specie (8 classi e 110 000
specie) dopo gli insetti.
Comprendono specie
piccolissime fino a organismi
enormi come il calamaro.
Colonizzano il mare e, poche
specie ,le acque dolci e la
terraferma. Vivono in tutti gli
ambienti marini per cui
colonizzano il plancton
(larve), il benthos ed il mare
aperto.
CROSTACEI
I Crostacei (gamberi, granchi,
aragoste, ecc.) rappresentano
un gruppo di grande
importanza negli ecosistemi
marini. Se ne raccolgono ogni
anno circa 3 milioni di
tonnellate delle specie
bentoniche e centomila
tonnellate di quelle pelagiche.
Sono considerati un subphylum degli Artropodi.
CETACEI
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I cetacei sono mammiferi marini
riadattati alla vita pelagica acquisendo
forme pisciformi ed altri importanti
adattamenti. Tuttavia, come tutti gli
animali terrestri riadattati alla vita marina
(uccelli, rettili) essi sono vincolati alla
respirazione aerea e non possono
rimanere indefinitamente immersi. I
cetacei comprendono circa 80 specie
marine divise nei
sottordini Mysticeti eOdontoceti.
I misticeti si nutrono generalmente
di krill, piccoli organismi planctonici, e di
piccoli pesci.
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Gli odontoceti predano organismi di
dimensioni maggiori.
RETTILI
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I rettili furono i primi vertebrati propriamente terrestri e furono anche i primi
vertebrati terrestri a dirigersi nuovamente verso il mare. Dei 7 gruppi riconosciuti
di rettili marini, sono sopravvissuti solo gli ultimi due (CROCODILIA E
CHELONIA). Non essendo dotati di branchie devono comunque respirare tramite i
polmoni (anche se alcuni serpenti marini possono comunque ricavare una minima
parte di ossigeno dall'acqua), e quindi risalire in superficie per rifornirsi d'aria,
anche se dopo lunghe apnee.
UCCELLI MARINI
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Gli uccelli marini sono specie
di uccelli che si sono adattate alla vita
marina, alcuni mantenendo la capacità
del volo come gli albatri o i gabbiani, altri
perdendola durante l'evoluzione e
mutando quindi le ali in mezzi di
locomozione marini, come i pinguini, che
per quanto goffi sulla terraferma sono
perfettamente idrodinamici sott'acqua,
raggiungendo anche elevate velocità.
Sebbene passino la maggior parte della
vita nell'acqua, devono comunque
deporre le uova sulla terraferma, e
possono percorrere anche 120 chilometri
nell'entroterra ghiacciato
dell'Antartide per raggiungere i luoghi di
cova, come nel caso del pinguino
imperatore.
LA POSIDONIA OCEANICA
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La Posidonia è una pianta superiore come le piante terrestri a noi più familiari.
È una pianta molto antica adattata a vivere sui fondali marini circa 120 milioni
di anni fa;è dotata di foglie, fusto,chiamato rizoma,e le radici ancorano la
pianta al substrato per l’assorbimento delle sostanze nutritive; i residui fibrosi
dei rizomi insieme alla sabbia,grazie all’azione rotatoria delle onde della
risacca formano le egragropili, le comuni “palle di mare”. I fiori sono gli organi
per la riproduzione sessuale dai quali si sviluppano i frutti, le “olive di mare”,
quando il frutto marcisce libera i semi che, in presenza di condizioni ottimali,
daranno origine a nuove piantine. I fiori si possono osservare solo sott’acqua,
mentre i frutti, trasportati dalle correnti, si possono vedere anche lungo le
spiagge. Le praterie a Posidonia oceanica, con la loro presenza e integrità,
sono un ottimo indicatore per determinare la qualità delle acque marino
costiere in quanto sono molto sensibili alle perturbazioni naturali e antropiche.
Anticamente i cascami di Posidonia venivano utilizzati per le loro
caratteristiche proprietà antisettiche. La Posidonia vive esclusivamente nei
fondali del Mar Mediterraneo (endemica) insieme alle sue praterie e ai
cascami, foglie morte, che periodicamente si accumulano nelle spiagge.
I PROBLEMI DEGLI HABITAT
MARINI
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Il principale problema che affligge i nostri mari è quello della pesca intensiva. Il
problema della pesca intensiva nel mondo avrebbe come conseguenza
l’esaurimento delle risorse ittiche. Negli ultimi anni si è venuti a conoscenza di
come li oceani e i mari del pianeta, siano sempre più sfruttati dal mercato ittico e
di come si stiano velocemente spopolando, rendendo sempre più credibile la
possibilità che nell’arco di pochi decenni la pesca in mare scompaia del tutto. I
pesci sono gli ultimi animali selvatici che l’uomo caccia ancora massicciamente, e
lo fa sempre di più, con tecniche molto più invasive e rese molto più ingenti
rispetto a qualche decennio fa. Quindi, per preservare l’ambiente sarebbe
necessario sostenere la biodiversità e prevenire la frammentazione, l’estinzione e
l’esaurimento delle risorse naturali. Un importante sistema di controllo, scoperto
negli ultimi anni, è il GIS che vengono utilizzati dai ricercatori di tutto il mondo per
acquisire e gestire dati sugli oceani e sui mari per analizzare l’habitat marino, la
qualità delle acque, la distribuzione delle specie e delle popolazioni, il
comportamento delle specie, l’inquinamento , la zona di pesca e altri fattori che
possono avere un impatto sulla vita marina e facilitano inoltre il monitoraggio delle
azioni di salvaguardia per le aree protette.
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