INFERMITA’ di MENTE e RESPONSABILITA’ PENALE Lecce, 19-20 Marzo 2010 I° Sessione: La scienza psichiatrica e il processo penale a struttura antagonistica Roberto Catanesi Sezione di Criminologia e Psichiatria Forense Università degli Studi di Bari La perizia psichiatrica Contributo alla prova scientifica o solo parere tecnico qualificato? Rischio di crisi del ruolo dello psichiatra forense quale esperto Uso improprio del DSM Desiderio di spiegare tutto Esasperate contrapposizioni fra periti e consulenti Fragilità dello status scientifico Perizia come esercizio dialettico e non confronto scientifico su metodologia condivisa In ambito psichiatrico Conta più il perito che la perizia Perplessità, critiche e dubbi sul reale contributo scientifico della perizia psichiatrica a) b) c) d) Debolezza del procedimento diagnostico in psichiatria Ineliminabilità della componente soggettiva nei giudizi Carenza di diagnostica “biologica” in grado di oggettivare l’osservazione clinica Impossibilità di utilizzo di un metodo scientifico nelle valutazioni retrospettive, in cui manca obiettività clinica Importanza della perizia • L’apporto del sapere scientifico – in una perizia o consulenza – non è a vantaggio del solo Giudice ma del contraddittorio delle parti, metodo cardine ai fini della formazione del materiale probatorio • • _______________________________________________ Il perito o consulente deve essere dotato di specifiche competenze tecniche, scientifiche o di altra natura ed esplica un’attività che si concreta non solo nel compimento di attività materiali richiedenti un certo grado, più o meno elevato, di capacità tecnica, ma anche e soprattutto la valutazione critica dei risultati di tali attività. Il perito rileva dei fatti, usando tecniche operative specialistiche (ad esempio, analisi istologiche o esami radiografici); oppure espone massime d’esperienza, eventualmente elaborando teoremi su premesse ipotetiche, anziché empiricamente verificate; o ancora (è l’eventualità più frequente) combina la rilevazione dei dati alle massime, formulando conclusioni induttive Si può uscire dalla logica della soggettività dei giudizi peritali in ambito psichiatrico? Se l’aspirazione di tutti noi è portare un vero contributo scientifico al processo, cosa può rendere tale una perizia psichiatrica? Rigorosa applicazione di metodo scientifico alla specificità giudiziaria Evidence-based Forensic Psychiatry Differenza fra psichiatria clinica e forense Psichiatria clinica Psichiatria forense Lavoro nell’interesse del paziente Lavoro nell’interesse della Giustizia Interesse a riferire fatti Interesse a mentire o negare Credito informazioni ottenute direttamente o da familiari Scetticismo e prudenza Utilizzo “libero” dei test Necessità di scelta oculata Si utilizzano normalmente impressioni, inferenze, intuito, empatia Solo evidenze scientifiche La diagnosi in psichiatria • Risente ancora di un ineliminabile limite di soggettività di giudizio, ma ciò nonostante studi di settore dimostrano che l’affidabilità diagnostica, se perseguita con criteri metologicamente adeguati, porta a larghe concordanze fra clinici. • Ad es. un grande studio sulla affidabilità diagnostica in psichiatria condotto da Sartorius et al. (1995) in 32 paesi ha dimostrato che utilizzando i criteri del ICD-10 la Inter-Rater Reliability, ovvero la Concordanza tra Valutatori, era particolarmente buona (0.8-1.0), ovvero che la possibilità che due clinici potessero effettuare la medesima diagnosi era compresa fra il 64 ed il 100% dei casi. La diagnosi in psichiatria forense Ogni affermazione dovrebbe essere sostenuta da dati clinici definiti, che chiariscano per quali ragioni, su quali elementi si giunge ad una determinata conclusione; Supporto scientifico (indicazioni di letteratura) a fondamento delle singole affermazioni; Analisi e confronto della diagnosi attuale con il percorso esistenziale dell’individuo, ovvero verifica della congruità dell’ipotesi diagnostica attuale con ciò che emerge longitudinalmente; La raccolta dei dati deve essere analitica e, possibilmente, registrata in modo da consentire alle parti anche una analisi critica della modalità di raccolta dei dati Metodologia valutativa in Psichiatria-forense Anamnesi e storia clinica Esame obiettivo Indagini cliniche Test psicodiagnostici Accertamenti strumentali Documentazione sanitaria DIAGNOSI DI INFERMITA’ Ricostruzione Criminodinamica/Criminogenetica Analisi dello stato di mente al momento del fatto Sintesi di tutti gli elementi e collegamento alla norma penale IMPUTABILITÁ CARENZA DI CRITERI CONDIVISI IN PSICHIATRIA FORENSE Borum e Grisso (1996), intervistarono un campione di psichiatri forensi (43) e di psicologi forensi (53) esperti (con una media di 17 anni di attività nel settore) chiedendo cosa, a loro avviso, dovessero contenere le relazioni peritali ponendole in una scala che le distingueva in essenziali, raccomandate, opzionali o controindicate. Gli Autori ritennero di poter definire valore di consenso una indicazione coerente di almeno il 70% degli intervistati. Molti furono i punti di disaccordo fra gli esperti. Ad es. una ricostruzione degli eventi fatta dalla polizia fu considerata importante solo da un terzo degli esperti, ed il 27% degli psichiatri la giudicò addirittura controindicata; solo un quarto degli psicologici forensi stimò essenziale l’uso dei test psicologici. Sempre in merito alla qualità e quantità di informazioni assunte Skeem et al (1998), in una indagine effettuata su psichiatri e psicologi “esperti” che avevano operato nello Utah fra il ’91 ed il ’94, rilevarono che solo il 65% di loro aveva esaminato le relazioni della polizia, e che solo il 37% aveva preso in considerazione la documentazione sanitaria pregressa. Sull’uso dei test Test in ambito di ricerca Test in ambito clinico Test in ambito forense Rating Scale (ansia, depressione, etc) Scelta più “libera”, come pure la loro interpretazione Solo test con alta affidabilità forense Il problema della simulazione I test più usati in psichiatria forense • USA e in Canada WAIS e WAIS-R (76% dei casi), MMPI e MMPI-2 (68%), Wechsler Memory Scales (51%), Bender Gestalt (34%), Rorschach 23° posto (14% dei casi); • Regno Unito Millon Clinical Multiaxial Inv. (MCMI) Psychopathy Check-list-revised, WAIS MMPI, Culture-free Self-Esteem Inventory, Personality Diagnostic Questionnaire; • Australia Scala WAIS, Rey Complex Figure Test MMPI Rorschach (76%) MMPI (36%) in penale Rorschach (79%) MMPI (49%) in civile • Italia Esistono criteri standard nella scelta dei test psicodiagnostici? “..ogni specialista può usare la batteria che gli è più congeniale….” (Fornari, 2001) Lees-Haley (1996) analizzarono la frequenza d’uso di test neuro-psicologici in caso di eventi traumatici in un gruppo di 100 esperti, rilevando che nessuno aveva usato la stessa batteria di test; Il numero di test usati variava, da esperto ad esperto, da 1 a 32 con media di 11.7. Wais/Wais-R, MMPI/MMPI-2 e Wechsler risultarono i più usati La validità di un test clinico • Accuratezza diagnostica (capacità di contribuire alla formulazione di diagnosi le più vicine possibile alla realtà clinica) • Validità (misura della sua capacità di predire osservazioni ottenute con un’altra procedura, chiamata Gold Standard, universalmente ritenuta capace di rilevare la “realtà clinica”) • Sensibilità (tasso di Veri Positivi) di un test clinico corrisponde alla probabilità per un soggetto ammalato di risultare positivo a quel test; in altre parole alla probabilità di quel test di individuare correttamente gli ammalati) • Specificità (tasso di Veri Negativi) di un test clinico corrisponde alla probabilità per un soggetto sano di risultare negativo a quel test, cioè alla probabilità di quel test di escludere la patologia. • Attendibilità (Un test clinico è tanto più attendibile (stabile o fedele) quanto più vicini tra loro sono i risultati di misure successive di una medesima caratteristica (Test-retest reliability). Linee guida per la selezione dei test da utilizzare in ambito forense (Heilbrun 1992) adeguata diffusione, disponibilità commerciale, procedure di somministrazione e valutazione standardizzate, esplicitamente fornite dal manuale; attendibilità r ≥ 0.80 ; adeguatezza per ciò che si intende misurare, ossia congruità con l’obiettivo della valutazione peritale; validazione per la popolazione a cui appartiene il soggetto; appropriato numero di studi di validità, anche in ambito forense; essere preferibilmente di natura nomotetica (test obiettivi); valutabilità della disposizione a collaborare del soggetto esaminato e quindi della probabilità di simulazione. Test psicodiagnostici e standard Daubert • l’aggettivo ‘scientifico’ implica un radicamento nei metodi e nelle procedure della scienza; per qualificare una conoscenza come ‘scientifica’ l’inferenza o l’affermazione deve derivare da una metodologia scientifica. La testimonianza che viene offerta deve essere sostenuta da appropriata convalida e cioè da un solido fondamento basato su ciò che si conosce” (Daubert v. Merrill Dow Pharmaceuticals Inc., Giudice Blackmun, della Corte Suprema USA) a) essere espressione di conoscenze scientifiche adeguatamente validate; b) essere stata sottoposta a peer review in pubblicazioni scientifiche, ovvero essere stata sottoposta a revisione critica (determinazione di limiti e bias); c) avere percentuale o potenziale di errore ben noto; d) godere di generale accettazione da parte della comunità scientifica. La specificità psichiatrico forense La ricostruzione criminodinamica Come ricorda Fornari, dopo il “classificare” (ovvero giungere ad una diagnosi, momento – statico della perizia), è il momento del “comprendere” (parte dinamica). La ricostruzione criminodinamica e criminogenetica è momento qualificante dell’accertamento psichiatrico in ambito penale, che si avvale essenzialmente di un ragionamento probabilistico-induttivo in una alternanza di utilizzo di strumenti idiografici (il raccontare) e nomotetici (individuare il comportamento patologico). E’ l’aspetto comunemente percepito come “fragile” della perizia, da alcuni addirittura ritenuto espressione di caratteristiche “divinatorie” del perito psichiatra; può agevolmente condurre ad errori, al soggettivismo, se non ancorato ad una rigorosa procedura metodologica. Procedura che non restituisce carattere di verità oggettiva ma che può sensibilmente limitare il margine di errore di una ricostruzione a posteriori, sino a renderla scientificamente coerente e fondata. Metodologia della Valutazione Psichiatrico-forense DIAGNOS I Verbali delle forze dell’ordine Indagini di sopralluogo e medico-legali Dinamica delittuosa, scelta dell’arma,ecc Interrogatori e dichiarazioni dell’autore Testimonianze Accertamenti investigativi (intercettazioni ambientali, telefoniche, pedinamenti, etc) Diari, lettere, etc… Comportamento pre e post-delitto Ricostruzione Criminodinamica Criminogenetica Analisi dello stato di mente al momento del fatto Sintesi di tutti gli elementi e collegamento alla norma penale IMPUTABILITÁ Analisi dello stato di mente al momento del fatto Ogni elemento è potenzialmente in grado di fornire dati utili alla ricostruzione dello stato di mente all’epoca dei fatti, come pure a smentire, o non confermare, specifiche ipotesi diagnostiche: testimonianze, dati autoptici, il sopraluogo, indagini medicolegali, tutto rientra a costituire scenario di confronto con ipotesi psicopatologiche. Diagnosi al momento del fatto e diagnosi differenziale come frutto di un ripetuto processo di verificazione/falsificazione che tiene conto dei riscontri obiettivi e di quelli documentali, sin quando una fra le ipotesi prospettate mostra di mantenere sufficiente coerenza e tenuta. Sarebbe auspicabile che il perito/consulente consenta a tutti di distinguere – vuoi nella relazione, vuoi nel dibattimento asserzioni che trovano riscontro in dati o in letteratura scientifica da tutto ciò che costituisce invece ipotesi o parere personale, per quanto qualificato… Esprimere un giudizio di sociale pericolosità è come lanciare in aria una moneta (Ennis, 1974) o siamo in grado di formulare un parere scientificamento orientato? Un parere di sociale pericolosità scientificamento orientato 1) Identificazione dei fattori di rischio 2) Analisi delle strategie di riduzione del rischio 3) Valutazione delle possibilità di intervento sul territorio Fattori di rischio di Comp. Violento Tipo e gravità del Disturbo aumento del rischio (Swanson J et al., Am J Publ Health, 2002) Disturbi Schizofrenici (Eronen M., Tilhonen J., Hakola P., Schiz Bul 1996, Walsh E., Buchanan A., Fahy T, Br. J Psy, 2002) Disturbi Schizoaffettivi (Wessely S., Br J Psy, 1997) Disturbo Bipolare Fase Maniacale Disturbo Psicoorganico Disturbo di Personalità (Junginger J., Schizophrenia Bullettin, 1996) (Hodgins S., Archives General Psychiatry, 1992) (Lehaman A., Myers C., Corty E., Hos Com Psy, 1989) Fattori di rischio di Comp. Violento Genere (m> f) (Barlow K et al, Aus. New Zel. J of Psy, 2000; Kaliski S, Ac. Psy. Sca, 2002) Non aderenza al trattamento (Monahan J et al, Oxford University Press, 2000) Ripetuti ricoveri ospedalieri (Brennan P et al, Arch. Gen. Psy, 2000) Durata del Disturbo (Torrey EF, Hospital and Community Psychiatry, 1994) Sfavorevoli condizioni socio-familiari e relazionali (Catanesi R, Carabellese F, Ras I Crim, 2007) Abuso di sostanze (Lindqvist P., Inter J Law Psy, 1986; Soyka M., Albus M., Finelli A. et al., Eur Arc Psy Cl Neur, 1993; Fulwiler C et al, Psy Serv, 1997; Swanson J., Estroff S., Swartz M. et al., Psychiatry, 1997; Eronen M et al, Soc Psy and Psy Epid, 1998; Swartz M., Swanson J., Hiday V., Am J Psy, 1998; Soyka M., Br J Psy, 2000; Boles S, Johnson P, Subs Abuse, 2001; Soliman A, Reza H, Psy Serv, 2001) Fra il dire ed il fare…. • “appare difficile a questo collegio rinvenire, come vorrebbe il pronunciato della Suprema Corte, una connessione diretta fra il pur rilevante assetto psicopatologico del ….., sostanzialmente stabile in anni e anni di ritiro sociale e di impoverimento esistenziale, e la sua apparente improvvisa decisione di uccidere..” • “… le ipotesi più plausibili, vale a dire uno scompenso psicotico acuto transitorio, un discontrollo emotivo su base patologica o, ancora, uno stato dissociativo transitorio, da un lato cozzano con la presenza di un ricordo dello svolgersi cronologico dei fatti che sembra essere lucido e scevro da lacune e da distorsioni, dall’altro non possono che rimanere mere ipotesi in presenza di una apparente impossibilità del soggetto a parlare dei propri pensieri più profondi…”. • “non poter fornire a Questa Corte la prova di un rapporto diretto tra lo stato mentale alterato del soggetto e il suo agire” ma poi, ciò nonostante, concludono stimando “altamente probabile la presenza, al momento del fatto, di una rilevante interferenza della psicopatologia del Pergola sul suo determinarsi e sul suo agire”. Errori e confusioni Attribuire valore di verità scientifica alla lettura degli eventi secondo particolari costrutti teorici, specifici paradigmi interpretativi, ovvero confusione fra obiettività scientifica e schema culturale di riferimento; Carente riflessione sulla trasferibilità al contesto giudiziario di modelli clinici orientati al trattamenti; Trasposizione meccanicistica di un dato di letteratura sul caso di specie con assoluta mancanza di rispetto delle più elementari nozioni medico-legali, in specie sul nesso causale. Difetto di conoscenza critica dei limiti degli strumenti diagnostici prescelti, il potenziale di errore intrinseco in ciascuno di essi; Incapacità di distinguere fra asserzioni che fondano su dati, che transitano dal filtro del meccanismo verifica/falsificazione rispetto a quelle che sono basate solo su parere personale Il vero problema della perizia psichiatrica ….è non applicare un vero metodo scientifico alla relazione peritale psicologico/psichiatrica, pensare che la comprensione interpretativa dei fatti possa sostituirsi, vicariare un metodo basato sul principio di verificazione/falsificazione; …. è andare alla ricerca solo di dati concordanti con la propria ipotesi di partenza senza prenderne in considerazione altre, che invece si ha l’obbligo, in qualità di periti e consulenti del PM, di riferire; ….. è estrarre un solo dato da un test, un “segno” e voler attribuirgli importanza e peso che non può avere; … è non esplicitare nella relazione il grado di affidabilità di quel “segno” (clinico o psico-diagnostico), non chiarire come si colloca all’interno della messe di dati raccolti, non segnalare esplicitamente in relazione che un solo dato positivo, “diluito” all’interno della negatività degli altri, rende l’ipotesi talmente inconsistente da considerarla scientificamente insostenibile. Reasonable Medical Certainty • Il parere psichiatrico forense non può che nascere, in definitiva, dalla sintesi delle inferenze provenienti da più fonti, dalla ricerca di concordanze e conferme, di verifiche e falsificazioni, non solo con la storia clinica (dati provenienti da colloquio, visita medica, documentazione sanitaria ecc.), ma con l’intera storia personale dell’individuo. • Quando i piani si integrano fra loro, quando dati documentali, indagini medicolegali, rilievi autoptici, testimonianze si sovrappongono con dati clinici ed accertamenti prescelti, quando le ipotesi diagnostiche sono state effettuate secondo adeguata metodologia, può legittimamente ritenersi che la risposta possa dirsi scientificamente orientata, dotata di un grado di “probabilità logica” fruibile, questo è il nostro parere, in un aula di Giustizia. • Non “certa”, ben inteso. Fondata, credibile, logica, metodologicamente scientifica; una “reasonable medical certainty” (Poythress 2004). Qualcosa si può cominciare a fare… a) La scelta del perito/consulente (sempre meglio un collegio) b) Le giuste domande a) Il ruolo delle società scientifiche b) La responsabilità professionale del perito?