Promemoria «Prima e dopo un`operazione

Promemoria «Prima e dopo un’operazione»
Può succedere che un/una paziente inoltri una richiesta di perizia sapendo che dovrà prossimamente
subire un’ulteriore operazione. Può anche darsi che in corso di procedura, prima della conclusione
della perizia FMH, si riconosca la necessità di un’ulteriore operazione.
Come devono comportarsi paziente e perito in una tale situazione?
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Per quanto possibile è meglio rimandare l’operazione a perizia conclusa
Contrariamente alle perizie nel settore dell’assicurazione infortuni o invalidità, le perizie FMH riguardo
eventuali errori di diagnosi o di trattamento non hanno unicamente un’implicazione nel futuro
(questione della rendita), ma sono fortemente orientate al passato. Sovente si pongono le seguenti
questioni:
a) Il processo di guarigione è stato più lungo di quanto ci si poteva ragionevolmente aspettare da un
trattamento adeguato? (per es. prolungata inabilità al lavoro o incapacità a curare la propria
economia domestica).
b) Sono stati necessari trattamenti aggiuntivi che si sarebbero potuti evitare con un trattamento iniziale
adeguato?
In questa situazione è chiaro che la perizia FMH deve essere svolta il più rapidamente possibile e che
non bisogna aspettare che siano fatte le eventuali ulteriori operazioni. Il perito deve ascoltare le parti il
più rapidamente possibile e soprattutto determinare lo stato di salute oggettivo del/della paziente prima
della prevista ulteriore operazione, perché dopo aver fatto una nuova operazione potrebbe essere più
difficile o impossibile rilevare i fatti importanti per esaminare la questione dell’errore. Per questo motivo
vale la seguente regola: prima di tutto si ascoltano le parti e i periti svolgono la loro consultazione e
analisi dei fatti e soltanto dopo aver sbrigato questa parte si procede all’operazione prevista.
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L’ulteriore operazione non può essere rimandata
Nel caso in cui l’operazione non può essere rimandata senza che il/la paziente ne subisca
conseguenze gravi, è importante informare sulla situazione il perito, il/la paziente e il medico incaricato
dell’ulteriore operazione per permettere loro di discutere come procedere. Concretamente, in ogni
caso, è necessario che il chirurgo incaricato dell’ulteriore operazione faccia una descrizione più precisa
possibile del bilancio di salute del/della paziente in modo che il perito, che non può più stabilire di
persona lo stato del/della paziente prima dell’operazione, possa almeno disporre d’informazioni più
precise possibile riguardo lo stato del/della paziente dopo il trattamento sottoposto a perizia. Anche
facendo così, questa soluzione resta comunque una via di ripiego, perché il perito, invece di poter
rilevare lui stesso i dati determinanti, dipende dai reperti di altri medici e inoltre, perché il chirurgo
incaricato dell’ulteriore operazione diventa quasi un “assistente” del perito, almeno per quanto riguarda
il rilevamento e l’analisi dei dati.