VORREI MORIRE CANTANDO CARITÀ CARITÀ 9. Cenacolo Scalata, 24.11.2011 “Un atto di carità copre una moltitudine di peccati” (1Pietro 4,8) “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (1Giovanni 15,13) a cura di don Vittorio Zeccone – Parrocchia S. Maria (Quarto, Napoli) La carità ama Dio al di sopra di tutto “La carità ama Dio al di sopra di tutto: vanno dunque respinte l’indifferenza, l’ingratitudine, la tiepidezza, l’accidia o indolenza spirituale, e l’odio di Dio, che nasce dall’orgoglio” (CCC 442). Riuscire a dire ogni giorno: “Il Signore Dio di Israele è il mio Dio” comporta dunque l’esercizio della fede, della speranza e della carità. Soffermiamoci questa sera sull’ultima delle tre virtù teologali (quelle appunto che ci rendono capaci di vivere in relazione con Dio Trinità). “Più grande di tutte è la carità” (San Paolo) La carità come nuova forma di vita caritas > senso cristiano CARITA’ : = agape dilectio > affettuosità agape – agapao: indica l’amore di Dio e la capacità dell’uomo di esprimere questo amore divino. Nel Nuovo Testamento quest’amore si delinea mediante tre direttrici che esprimono come nasce e si sviluppa quest’amore. “Se vuoi vedere Dio, hai a disposizione l’idea giusta: Dio è amore” (S. Agostino) 1.“Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa” (Gv 3,5) 2. “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19) 3. “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti” (Mt 22,37-39). Dio ama e ama per primo. Solo dopo possiamo dire che l’uomo è capace 1) di amare veramente Dio, 2) il prossimo e 3) se stesso. “Cristo per questo venne, perché ci ha amati; non v’era in noi qualcosa da amare, ma amando ci ha resti amabili “ (S. Agostino, Sermone, 163) Dio ama Dal vangelo di Giovanni veniamo a sapere che la conoscenza di Dio nasce dall’accoglienza incondizionata di ciò che il Figlio è, fa e dice. • Più volte Gesù ha testimoniato l’amore di Dio per il Figlio: .”… poiché tu (Padre) mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17,24b) • Il Padre ama il Figlio perché Gesù rivela Dio agli uomini con la parola (“Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo” (Gv 10,17), e sacrificando la sua vita per la salvezza degli uomini (“Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo” (ib.). • Per questo Dio Padre affida a Gesù ogni realtà perché sia redenta. Amore del Padre > Figlio: agape donativo ed operoso Amore del Figlio > Padre: agape obbedienza Gesù dice: “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio ciò che il Padre mi ha comandato” (Gv 14,31) Dio è amore. Quello che Dio fa e che è coincidono. L’amore reciproco tra il Padre e il Figlio diventa il modello dell’amore che i credenti devono assumere come stile di vita. “Abbiamo creduto all’amore di Dio – così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. … Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. (Benedetto XVI, Deus caritas est, 1) Dio ama per primo gli uomini Gesù si è fatto uomo solo per manifestare l’amore del Padre “In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10) San Paolo esprime la stessa idea: “Mentre noi eravamo ancora peccatori Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5,6-8) Cristo crocifisso è il segno più grande dell’amore di Dio per gli uomini. Dio ha dunque il primato nell’amore: ci ha amati per primo, di un amore concreto che è la persona di Gesù. E’ quest’amore divino che ha trasformato gli uomini e dona loro la vita nuova: “Per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo” (Ef 2,4-5) Noi possiamo sperimentare l’amore di Dio come redenzione, perdono dei peccati, figliolanza divina … Dalla Bibbia emergono due dati sconvolgenti: 1)Dio ama gli uomini; 2)Questo amore viene fatto abitare nell’uomo che accoglie la salvezza: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9) L’amore di Dio in noi viene sperimentato come unità, stabilità, adeguamento completo ad un progetto: “Io in loro e tu in me perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai amato e li hai amati come hai amato me” (Gv 17,23). Quando si scopre quest’amore nasce in noi la consapevolezza di dover rispondere: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici” (Gv 15,12-14). “Se avrai la carità avrai tutto; senza la carità nulla ti gioverà, qualunque cosa tu abbia”. (Sant’Agostino, Commento al vangelo di Giovanni, 32,8) L’uomo ama Certamente l’uomo sa amare di quell’amore che è insito nella natura umana. L’eros (= amore umano) si arricchisce e aspira verso l’alto. L’agape invece ha un andamento di dono, di ‘uscire verso …’, di discesa. L’amore divino nell’uomo è frutto di un dono che viene dallo Spirito. San Giovanni e San Paolo ci danno un’altra visione del miracolo dell’agape: “Dio è amore: chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16). Senza Dio non si può amare di un amore divino, ma mentre sperimentiamo di essere capaci di amare di un amore divino abbiamo la consapevolezza della presenza viva ed operante della Trinità in noi. Di conseguenza: vera fede o autentica realizzazione umana sono niente se manca l’agape che è il carisma più grande. L’uomo ama Dio Per Gesù l’amore ha tre destinatari: DIO, il PROSSIMO e SE STESSI. L’amore a Dio e al prossimo vale più di un atto di culto: “vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici” (Mc 12,33). Ma l’amore del cristiano non deve finire con le celebrazioni liturgiche: i cristiani devono imitare Cristo con l’atteggiamento del dono e dell’offerta di sé: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,1-2). L’amore per Dio non sopporta compromessi: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona” (Mt 6,24). L’amore di Dio non esclude alcuno e non può essere rivolto solo a Dio: “Chi ama Dio, ami anche il fratello” (1Gv 4,21); “Se uno dicesse: io amo Dio, e odiasse il suo fratello, è un mentitore” (1Gv 4,20). Nel cristianesimo l’amore del prossimo fa parte integrante dell’amore verso Dio e viceversa: non si ama l’altro per amor di Dio, ma con l’amore di Dio. Per questo l’amore di Dio implica scelte concrete: “Se uno ha ricchezze in questo mondo e vedendo il fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio” (1Gv 3,17). Due testi per meditare … “Chi segue me non cammina nelle tenebre – Gv 8,12, dice il Signore. Sono parole di Cristo, le quali ci esortano ad imitare la sua vita e la sua condotta, se vogliamo essere veramente illuminati e liberati da ogni cecità interiore. Dunque la nostra massima preoccupazione sia quella di meditare sulla vita di Gesù Cristo. (…) In realtà non sono le profonde dissertazioni che fanno santo e giusto l’uomo; ma è la vita virtuosa che lo rende caro a Dio”. (Imitazione di Cristo, 1) Un personaggio di fronte a un quadro di Cristo Ecce homo dice: Sei tuttavia terribilmente diverso da Colui che sei. Ti sei affaticato molto per ognuno di loro. Ti sei stancato mortalmente. Ti hanno distrutto totalmente. Ciò si chiama Carità. Eppure sei rimasto bello, il più bello dei figli dell’uomo. Una bellezza simile non si è mai ripetuta. O, come difficile è questa bellezza, come difficile! Tale bellezza si chiama Carità (K. Wojtila, Fratello del nostro Dio) L’uomo ama il prossimo L’amore di Dio raggiunge l’uomo lo abita ed esige di passare al prossimo: “Carissimi, se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1Gv 4,11). Dipende dalla scelta dell’uomo amare il prossimo, ma non dipende dall’uomo amarlo divinamente. Solo se l’uomo ha accolto la persona di Cristo e la salvezza (= conoscere Dio) diventa credente. Nell’amare il prossimo l’uomo sperimenta di essere stato raggiunto dalla salvezza: “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli” (1Gv 3,14). Come Cristo ha dato la sua vita, anche il credente dona la sua vita agli altri: “Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12). San Paolo ricorda: “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore” (Rom 13,8-10). Ma chi è il prossimo? Non è solo colui che appartiene alla cerchia dei parenti, per simpatia, per fede ecc … ma è ogni uomo. Il vero credente non si chiede: chi è il mio prossimo? Bensì: io di chi sono prossimo. La proposta di amore di Dio raggiunge anche i nemici. Ed è logicissima. Dio ha amato noi, mentre eravamo ancora peccatori, “nemici di Dio”. Per questo: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36). I credenti amano di amore divino: “… perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5,45). “Quasi come un campo Dio trova i cuori degli uomini … Vuole piantarvi l’albero della carità” (S. Agostino) L’uomo ama se stesso Amare se stesso vuol dire amarsi nello stesso modo con cui Dio ama se stesso e l’uomo. E’ amore che mira a essere una cosa sola con Cristo e il Padre per mezzo dello Spirito Santo. E’ amore che mira ad esprimere se stessi come dono. Se il credente vuole amare se stesso, non può non amare gli altri: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7,12). Ovviamente l’uomo per amare se stesso è chiamato a negare se stesso (l’Adamo che è in noi) per diventare discepolo di Cristo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20); “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24)