famiglia alcedinidi

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CORACIIFORMI
Questo ordine è assai vasto e comprende prevalentemente
uccelli della fauna tropicale ed alcuni tipici delle zone
temperate. Si tratta di animali di piccola e media taglia, con
becco robusto e con piumaggio dai colori vivaci. In genere gli
appartenenti a questo ordine hanno abitudini predatorie e
nidificano in cavità di alberi.
FAMIGLIA ALCEDINIDI
Comprende il MARTIN PESCATORE e
specie affini. Si tratta di animali con forme
massicce, capo grosso, becco lungo e
aguzzo, simile ad una fiocina, piumaggio
brillante con penne molto fitte 11 remigranti
primarie e 12 timoniere. Ali superiori e coda
di colore blu-verde, collo bianco con
macchie laterali rosse, zampe di colore
arancione. Becco nero.
Il Martin pescatore conduce una vita
legata agli ambienti acquatici e vive
presso fiumi e torrenti. Si nutre di piccoli
pesci, insetti acquatici e molluschi che
preda attivamente immergendosi in acqua.
Nidifica sulle rive dei fiumi o sulle sponde
MARTIN PESCATORE ( Alcedo atthis)
dei laghi in cavità circolari prive di
imbottiture o abbellimenti.
Le uova sono in genere in numero di 4-5 di colore bianco e vengono deposte tra
maggio ed aprile. Il MARTIN PESCATORE è oggi in vistosa diminuzione a seguito
della trasformazione di molte zone umide.
FALCONIFORMI
I Falconiformi costituiscono un ordine cui appartengono uccelli noti
come Rapaci diurni cioè animali con abitudini predatorie che usano
cacciare nelle ore di massima luce. Questi animali svolgono un ruolo
importantissimo negli equilibri naturali, si trovano infatti al vertice
di una catena alimentare che provvedono a mantenere, entro certi
limiti, costante. La predazione sistematica impedisce che una o più
specie predate divenga in soprannumero rispetto alle altre. Si tratta
di animali di grossa taglia con ali lunghe e forme slanciate che
consentono un volo possente. Le ali così efficaci per il volo,
costituiscono, in molti casi, un limite per la predazione. La massima
parte dei Rapaci infatti, aggredisce le sue prede senza mai giungere
a terra poiché, data la lunghezza delle ali, non riuscirebbe a risalire,
diventando a sua volta facile preda. Il becco è arcuato, atto a
dilaniare le prede, le zampe sono poderose munite di grossi artigli
con pollice rivolto posteriormente. Il piumaggio è costituito da un
fitto piumino e da penne resistenti e rigide.
FAMIGLIA ACCIPITRIDI
Comprende i NIBBI, le AQUILE, i
BIANCONI,
le
POIANE,
gli
ASTORI, gli SPARVIERI e le
ALBANELLE.
Il
NIBBIO
ha
una
testa
biancastra, striata di nero, coda
biforcuta
di
color
castano.
Frequenta boschi, vallate e pianure
alberate. Cattura prede sul terreno
divorando in sito le parti più grosse
e trasportando il resto al nido. Al
volo cattura altri uccelli ed insetti.
Nidifica sugli alberi. È gregario
d’inverno. È oggi considerato un
animale a rischio.
NIBBIO REALE ( Milvas Milvus)
FAMIGLIA EGIPIDI
Comprende gli Avvoltoi del Vecchio mondo. Sono
caratterizzati da dimensioni grandi o grandissime,
testa e collo generalmente nudi o rivestiti solo da
piumino, ali lunghe e robuste con coda, in rapporto
al corpo, piuttosto breve. Ottimi volatori. La dieta
è specializzata nell’utilizzazione di carogne e vari
tipi di rifiuti. La fauna italiana comprende 4
specie
come
il
GRIFONE,
il
GIPETO,
l’AVVOLTOIO MONACO e il CAPOVACCAIO.
Sono tutte specie rare o in via d’estinzione, nel
caso del Gipeto, ad esempio, si parla di
reintroduzione sulle Alpi dopo un’estinzione
avvenuta oltre mezzo secolo fa. Tale precarietà
deriva dalla pratica di sterminio operata dall’uomo,
dalla mancanza di carogne di grossi animali, un
tempo più disponibili, e dalla caccia ad alcune delle
loro prede come nel caso delle volpi.
FAMIGLIA FALCONIDI
Dimensioni medio grandi, ali lunghe ed appuntite e volo veloce.
Becco forte superiormente dentato con formazioni idonee alla
frantumazione delle carni.
Il
FALCO
PELLEGRINO
si
riconosce dal tipico mustacchio
arrotondato. Si trova in collina,
nelle zone di montagna e presso
paludi o scogliere a picco sul mare.
Ha abitudini arboricole, preda
uccelli di piccola taglia. È famoso
per il volo molto rapido compiuto a
quote elevate. Quando avvista una
preda vi si tuffa ad ali chiuse
afferrandola in volo. È una specie a
rischio di estinzione sia per la
distruzione dei nidi che per la
cattura diretta di uova.
FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus)
PASSERIFORMI
Tra gli uccelli i Passeriformi costituiscono l’ordine più vasto ed evoluto.
Comparsi circa all’inizio del Terziario (250 milioni di anni fa) ebbero un’
evoluzione prodigiosa, quasi esplosiva, motivo per cu, ancora oggi ,sono
predominanti rispetto agli altri ordini. Tutti i Passeriformi sono muniti di
quattro dita, libere fino alla base, con un unico dito rivolto all’indietro. Si
tratta del pollice, che di norma è anche il dito più grosso, recante un unghia
molto più lunga delle altre. Questo dito non può essere rivoltato in avanti
per via di un adattamento alla prensione dei rami e quindi ad uno stile di
vita perlopiù arboricolo. Le ali constano di 10 remigranti, ben sviluppate, con
un solo strato di penne copritrici mentre la coda è formata da 12 timoniere.
Depongono 5-6 uova che covano per due settimane circa. La prole è inetta e
viene imboccata dalla madre, motivo per cui, molti piccoli sono dotati di
vistose piume nel collo che perdono poi in età adulta. La dieta è assai varia
tuttavia molti Passeriformi sono insettivori e costituiscono un prezioso
aiuto all’economia agricola. Va detto, per correttezza, che esistono anche
specie granivore che possono compromettere seriamente il prodotto
agricolo. L’ordine è suddiviso in 4 sottordini e la fauna italiana appartiene,
in prevalenza, al sottordine dei Passeri.
FAMIGLIA CORVIDI
La GAZZA si riconosce per un piumaggio
bianco e nero a scacchiera: sono bianche le
porzioni scapolari, quelle ventrali e i fianchi
mentre il resto del corpo è di colore nero blu.
Le Gazze prediligono le pianure ampie ed
aperte con alberi alti e campi coltivati. È
insettivora ma non disdegna uova, piccoli
mammiferi, carogne, frutta e semi. La ricerca
del cibo avviene a terra. L’epiteto di “ ladra
proverbiale” le deriva dall’abitudine di
nascondere nel proprio nido oggetti colorati e
luccicanti che si procura qua e là. Il nido è
fatto di rametti e materiale vegetale. Il
periodo dell’amore inizia a marzo. Le uova,
GAZZA (Pica pica)
circa 6 per ogni cova, sono bluastre.
La schiusa avviene dopo 20 giorni di cova. I piccoli sono imboccati da
entrambi i genitori per 21 giorni dopodiché iniziano un percorso di
apprendimento che condurrà alla loro totale autonomia
PICIFORMI
Questo ordine è anche noto come ordine degli uccelli
“rampicanti” per l’abitudine dei suoi appartenenti di
arrampicarsi sugli alberi alla ricerca di insetti. Ne fanno
parte i Cuculi e i Pappagalli. Le dita sono riunite per un certo
tratto e questo è un adattamento allo stile di vita arboricolo.
In genere sono animali solitari. Abitano le foreste tropicali e
temperate e sono praticamente cosmopoliti. Non abitano
l’Australia forse perché questo continente si è separato
molto presto dagli altri rimanendo, per molti aspetti, isolato.
Pongono il nido in cavità d’alberi.
FAMIGLIA PICIDI
Tipici arrampicatori con zampe corte e
robuste, normalmente dotate di due dita
davanti e di due dietro. Il becco è robusto a
forma di scalpello atto a praticare buchi negli
alberi, la lingua è molto lunga e si porta fuori
per portare alla bocca l’insetto catturato. Coda
corta munita di penne rigide che formano un
ottimo appoggio al corpo. Il nido, ricavato in
cavità d’albero, è protetto e per questo la
livrea femminile non risulta particolarmente
mimetica con l’ambiente esterno. I piccoli
nascono ciechi ed inetti. Le uova sono di norma
bianche. Entrambi i genitori accudiscono la
prole. Vi appartengono le numerose specie di
Picchi. Il PICCHIO ROSSO MINORE è il più
piccolo picchio europeo. Il maschio ha il capo
color carminio mentre la femmina lo possiede
color bianco. Vive bene in boschi di conifere
(pini e abeti), il volo è lento. È una specie
insettivora che si serve del volo per spostarsi
da un ramo al successivo.
PICCHIO ROSSO MINORE
(Dendrocopus minor)
STRIGIFORMI
Gli Strigiformi sono noti comunemente come “ Rapaci Notturni” e costituiscono un ordine di uccelli molto
omogeneo che comprende il Gufo, la Civetta e il Barbagianni. L’ordine è altresì molto caratteristico per la
forma del capo e per la postura assunta dai suoi appartenenti durante il riposo. Gli occhi in posizione
frontale sono circondati da un “ disco” di penne morbide e setose che fanno apparire l’uccello il doppio delle
sue reali dimensioni. Si tratta di una strategia di sopravvivenza atta a scoraggiare eventuali predatori. Il
piumaggio, gioca per questi animali, un ruolo di riguardo infatti il corpo è rivestito da piume dotate di
prolungamenti finissimi, detti barbule, che conferiscono alle ali un aspetto vellutato. Il risultato è un volo
molto silenzioso che consente a questi uccelli di predare senza farsi sentire. La silenziosità del volo è
garantita anche dalle due remigranti primarie dotate di un vessillo a pettine che consente di fendere l’aria
ammortizzando il rumore del battito delle ali. Nei Rapaci notturni non esistono livree molto colorate, che di
notte non costituiscono nessun vantaggio, e questo ci permette di distinguere sempre un Rapace notturno da
uno diurno. I piccoli nascono ciechi ed inetti, il corpo è coperto da un piumino bianco che viene poi sostituito
da un fitto piumaggio grigio o screziato di giallo che ha ruolo mimetico durante il giorno consentendo a questi
uccelli di nascondersi tra le cortecce e riposare. Il becco e uncinato e ricurvo e gli arti sono muniti di grossi
artigli. Queste caratteristiche sono frutto di un adattamento all’attività predatoria ed è bene sottolineare
che non esistono parentele tra rapaci diurni e notturni. La similitudine dell’aspetto esterno è un fenomeno di
“ convergenza evolutiva”.
Tra i cinque sensi il più sviluppato è la vista, gli occhi infatti sono telescopici ma immobili. I Rapaci notturni
non distinguono bene i colori ma sono ottimi rilevatori di forme e di distanze. L’immobilità degli occhi è
compensata da una estrema mobilità della testa che può ruotare quasi di 300 gradi. In questo senso i
movimenti della testa servono alla valutazione delle distanze. La dieta è in prevalenza costituita da Roditori
come Arvicole e topi e questo li rende molto utili all’equilibrio naturale. Le prede vengono inghiottite intere e
l’indigerito, quindi peli, ossa e quant’altro, vengono emessi nell’arco delle 24 ore sotto forma di pallottole
chiamate borre. Gli Strigiformi non si costruiscono il nido , essi preferiscono utilizzare cavità già scavate
nei tronchi d’albero o nidi abbandonati da altri uccelli. Questi uccelli sono oggi in netta diminuzione per
opera del disboscamento e della lotta agli insetti e parassiti effettuata con pesticidi di sintesi che Gufi e
Civette assorbono indirettamente dalle loro prede. Un fattore a dir poco determinante nella loro
diminuzione è quello umano. La superstizione da sempre affiancata a questi animali ha prodotto, in epoche
non troppo remote, veri e propri massacri.
Gli appartenenti a questa famiglia si
distinguono per il disco facciale più o
meno tondeggiante e per il dito interno
più breve del mediano. Vi appartengono il
GUFO REALE, quello COMUNE e quello di
PALUDE e l’ALLOCCO.
L’ALLOCCO ha un capo grosso e
tondeggiante, occhi neri e piumaggio
grigio bruno. Non possiede i cornetti nel
capo. Ha costumi notturni ed è un
predatore di piccoli Mammiferi, vari
Anfibi e invertebrati come gli Insetti. È
una specie molto colpita dalla lotta agli
insetti nocivi tramite l’uso di pesticidi.
Vive in boschi dove riposa in tronchi
vecchi e cavi. Depone, tra febbraio e
aprile, 2.4 uova che alla schiusa emettono
piccoli inetti che vengono alimentati per
circa un mese trascorso il quale sono in
grado di volare.
FAMIGLIA
STRIGIDI
ALLOCCO (Strix aluco)
Il GUFO COMUNE possiede lunghi
ciuffi sul capo che lo rendono
alquanto caratteristico. Le parti
superiori sono fulve macchiettate di
nero. Frequenta boschi di pini e abeti
e caccia all’aperto. Ha abitudini
notturne e si nutre di piccoli
Mammiferi e di Insetti. Nidifica in
nidi abbandonati da Corvidi e
Colombacei. In Italia è stazionario
ed è diventato raro per alterazione
del habitat boschivo. Depone una sola
volta all’anno 4 uova che incuba per
24 giorni. Alla schiusa i piccoli
vengono sfamati per un mese prima
di poter spiccare il volo.
GUFO COMUNE ( Asio otus)
FAMIGLIA TITONIDI
Comprende i BARBAGIANNI che
si distinguono per il disco
facciale a forma di cuore, per il
dito interno lungo come il
mediano
e
per
l’unghia
seghettata. Si tratta di animali
notturni dal colore pallido sul
ventre e fulvo sul dorso. Si
nutrono di piccoli Mammiferi e di
numerosi Insetti nonché di
piccoli di altri uccelli come Corvi
BARBAGIANNI (Tito alba)
e Colombi.
Nidificano in vecchie cavità e molto spesso rubano il nido a d uccelli
ai quali hanno predato i piccoli. Cacciano sui rami librandosi sulle
prede. Il volo è ondeggiato. Depongono una, massimo due, volte in un
anno e sempre agli inizi di primavera. La femmina depone 4.6 uova
che incuba ininterrottamente per 33 giorni, tempo in cui, viene
sfamata dal maschio. I piccoli impiegano fino a due mesi per
imparare a volare.
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