Asti 8 novembre 2011 di Daniela Brancati Libertà Inizio da un passo del documento: “Ogni individuo, unico e irripetibile, ha diritto di maturare la propria personalissima identità. Ovvero la specifica forma che la vita ha posto in ciascuno che nasce, in quel luogo, in quel tempo, con quei tratti somatici unici e irripetibili”. Libertà, una parola fantastica Per qualcuno è un cavallo che corre in sconfinate praterie. Per altri il volo di una poiana. Qualcuno penserà a un mare senza coste a definirlo. Nessuno resta indifferente. Nessuno resta senza un pensiero. Dalla teoria alla pratica Milan Kundera dice: ‘Siamo liberi come un uomo in una fitta nebbia: in teoria può andare ovunque, in pratica non sa dove dirigersi e non può muoversi’. Serve un radar Libertà è autodeterminazione Non esiste capacità di scelta senza informazione libera Non esiste esercizio della cittadinanza senza adeguata informazione La relazione fra mass media e libertà è autentica e assoluta Per questo… La relazione fra mass media e libertà non chiede aggettivi e non li sopporta Se qualcuno dice ‘dobbiamo essere liberi ma…’ diffidate Se qualcuno dice ‘dobbiamo essere liberi e…’ approvate La moderna schiavitù Oggi si può ridurre in schiavitù una persona senza che se ne renda conto, creandole intorno una fitta nebbia, grazie a strumenti e oggetti di pratica quotidiana, familiari. Come un telefono, una tv. Schiavi inconsapevoli La schiavitù di dover somigliare a un modello, di prolungare l’adolescenza perché la vecchiaia non esista, di essere iperattivi, non saper restare soli con noi stessi, avere sempre bisogno di un rumore di fondo. Letto tempo fa: un uomo ai domiciliari, con obbligo del braccialetto elettronico, ha chiesto di tornare in galera. Quell’invisibile ma potente controllo gli era intollerabile. Mass media: parenti serpenti I mass media come i parenti: non li scegli, li trovi. Come i serpenti si insinuano nella nostra vita e la condizionano, che ne siamo consapevoli o no. Il sistema rilancia le stesse notizie su qualunque supporto: dal telefonino ai display degli autobus o della metropolitana. La pubblicità ne è al centro, perché tutto paga. Giornali Non esiste editore puro Interesse per altri business è superiore Televisioni Sistema misto molti vizi Primo fra tutti il controllo della politica Web e tv digitali Unico spazio per il momento veramente aperto al mercato Inoltre Altri media o supporti come i telefoni mobili La pubblicità paga tutto il sistema e dunque lo domina Come pesci in una vasca Il pubblico ha difficoltà a distinguere le notizie dalla pubblicità. Intorno a noi scorre un flusso inarrestabile di immagini, codici e modelli nel quale siamo immersi, come pesci rossi in una vasca. Jean Baudrillard parla di collasso delle distinzioni. Nella società del virtuale, economia, politica, cultura, sessualità implodono l’una dentro l’altro. In Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà?, spiega come la realtà virtuale giorno dopo giorno distrugga la realtà vera e propria, mantenendone delle tracce per creare l’illusione del reale. La realtà virtuale ha bisogno di sensazionalismo Cosa ha a che vedere l’eterno teatrino televisivo con la realtà quotidiana? La realtà virtuale usa sensazionalismo e spettacolarità per dare l’illusione anche alle masse di partecipare. Reality e cronaca nera. La popolarizzazione è sicuramente positiva per la tendenziale democratizzazione dell'accesso alle informazioni. Ma bisogna essere ben consapevoli dei rischi prodotti da questo processo. Rischi Opacizzazione della società Tendenziale irresponsabilità nella rappresentazione della realtà Progressiva perdita di senso critico Sull’opacità Abbiamo a disposizione una grandissima cassetta degli attrezzi Non la competenza per scegliere quelli giusti Non il pluralismo interno al sistema Non la nostra capacità di discernimento. Livraghi[1]: “Anche i meno abbienti di informazione hanno più fonti disponibili di quante ne possano gestire, una congestione pesante e talvolta ossessiva. All’abbondanza di strumenti si unisce una sostanziale povertà di contenuti. La gerarchia delle informazioni è sempre più centralizzata. In parte per una precisa volontà di predominio, ma anche per la passività del sistema, che tende a essere ripetitivo e omogeneo. Notizie, informazioni, commenti, opinioni tendono ad aggregarsi intorno a un unico modello – di linguaggio, di cultura e di contenuti”. [1] Un contributo di Giancarlo Livraghi al quinto rapporto del Censis – maggio 2006 Effetti La globalizzazione ci espone a conoscere di più usi e costumi e tradizioni di chi ha il dominio del mercato dei media che non i nostri Da qui il paradosso: + siamo esposti alla cultura + perdiamo le nostre identità. Esempio Halloween Media specchio della realtà? Noi specchio dei media: ci uniformiamo alle loro proposte che ci forniscono esperienze più intense e coinvolgenti della vita di tutti i giorni. Il linguaggio parlato e non, per immagini e non, condiziona la realtà Anche il linguaggio fa parte del contenuto e influenza enormemente. Sull’irresponsabilità dei comunicatori Poiché tutto il sistema è dominato da una sola logica e sono cadute barriere e distinzioni fra pubblico e privato, ogni singolo regista giornalista dirigente si dichiara impotente a cambiarlo Sostanzialmente si dichiara irresponsabile • Tende a dare l’immagine della donna come corpo senza competenza pubblicità • Tende a far pensare le donne come oggetto Linguaggio tv Linguaggio politico Linguaggi e pari opportunità • Molto oscillante fra modernità e volgarità C’è un nesso fra Rappresentanza/rappresentazione La donna è comunicazione e relazione Non bisogna abusarne La politica Il linguaggio si è fatto più aggressivo e sfrontato Le donne sono sopportate se ubbidienti Oppure insultate La televisione e il male gaze La tv dalla nascita rappresenta la donna non quale è, ma quale i maschi vorrebbero che fosse: sexy, aggressiva, remissiva, brava cuoca, grandi tette, niente pancia, gambe lunghe, appassionata, sottomessa ecc... Tv e pubblicità sono il terreno di riscossa del maschio occidentale. Frustrato e a volte sorpassato dalle donne, propone il suo ideale di donna in tv e ovunque ancora conservi le leve del potere. Pubblicità è centrale perché paga tutto il sistema Contrasto fra banalità della comunicazione e complessità sociale e della donna Esigenza di far nascere nuova generazione di creativi e di committenti Per una buona campagna: grande agenzia e grande direttore marketing Alcuni di quelli che vedrete dovrebbero cambiare mestiere. Modello sedere in primo piano con ornamento di piume Modello angelo sexy Modello perversa Ma Cosa pubblicizza? Modello schiava sobria Legata ma felice di offrirsi per la soddisfazione di maschio aggressivo ma non troppo Modello insospettabile Ovvero le donne sono tutte ugualmente p.. Modello abbondante Non lo indovinereste mai… Lo storico del futuro Se lo storico si basasse solo sugli archivi tv che cosa dovrebbe pensare? Che le donne dai 40 in su erano tutte morte E le altre di cosa si occupavano? Il Parlamento Europeo I linguaggi sono importanti per la formazione di una società. Non lo dico io ma la comunità europea: risoluzione del 2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla effettiva parità di genere In altri paesi… un mammo allatta chiedendosi “dove sono finite tutte le donne?” Questa pubblicità della Paddy Power, azienda irlandese di scommesse sul web è stata rifiutata dall’azienda dei trasporti pubblici di Dublino e dalla metropolitana di Londra perché offendeva la pubblica decenza Un’altra comunicazione è possibile Basta volerla Un’altra comunicazione è possibile Beauty shop. Esempi positivi per stimolare resp. soc, di agenzie e aziende Valori di gruppo, valori condivisi, grandi agenzie di orientamento, relazione con i media. La caverna di Platone Siamo prigionieri in una caverna, non possiamo guardare fuori. Fuori c’è il sole, le persone che passano proiettano, attraverso l’apertura, la loro ombra sulla parete di fondo. Noi possiamo vedere solo le ombre e pensiamo che esse siano il vero mondo. Se però riusciamo a spezzare le catene uscendo dalla grotta, scopriremo l’effettiva realtà e capiremo il carattere illusorio del mondo di ombre a cui ci eravamo abituati. Libro VII Repubblica. Come diceva Platone Usciamo dalla grotta