2° lezione - liceo "giacomo leopardi" – recanati

NEOLIBERISMO E CRISI ECONOMICA
IL CICLO ECONOMICO
E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
1.
2.
3.
4.
5.
Il ciclo economico e le sue fluttuazioni
Le teorie del ciclo economico
Lo sviluppo economico
Le principali teorie sullo sviluppo
La crescita della popolazione mondiale
2 incontro
Liceo Classico G. Leopardi - Sala Confucio - Recanati
Martedì 9 maggio 2017
Prof. Giulio Serafini
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. le fluttuazioni cicliche
Introduzione
Nel precedente incontro abbiamo dedicato la nostra attenzione al concetto di
globalizzazione e di sviluppo economico , e ci siamo soffermati ,in particolare,
sugli strumenti di misurazione della crescita economica : il Pil e l’indice umano
di sviluppo. Nella seconda parte ,invece, abbiamo individuato le cause della
povertà e del sottosviluppo, fenomeni ampiamente presenti in molti Paesi
africani, dell’Asia e del sud America, e visto le conseguenze (cd circolo vizioso
della povertà) che ancora oggi colpiscono milioni di persone, donne e bambini.
L’argomento oggetto dell’incontro odierno sono le teorie sui cicli economici e sullo
sviluppo economico (in particolare i fattori e presupposti ) per capire l’andamento
delle economie di un Paese e comprendere come spesso le economie nazionali
alternano fasi di crescita e periodi di crisi e di recessione .
Nella seconda parte ci soffermeremo sulla questione della crescita demografica e sul
dibattito aperto intorno al tema dello sviluppo sostenibile .
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. le fluttuazioni cicliche
Il ruolo del tempo assume una rilevanza particolare nei fenomeni economici
dinamici che caratterizzano l’andamento e i mutamenti dell’economia.
I sistemi economici, e in particolare quelli capitalistici, non presentano nel corso degli
anni un andamento regolare di crescita continua e equilibrata, ma un andamento
fatto di alti e bassi delle grandezze economiche più indicative e rilevanti ( PIL,
Consumi, Investimenti, Occupazione, Reddito per abitante, ecc.).
In altre parole se consideriamo il PIL come la grandezza che rappresenta
l’economia nel suo complesso, si riscontra che periodi di espansione del PIL si
alternano con periodi di recessione o di depressione.
Questo andamento ad onde dell’attività economica, registratosi in tutte le economie
dei Paesi industrializzati fin dal secolo XIX, ha indotto gli economisti a studiare il
fenomeno denominato fluttuazioni cicliche o ciclo economico.
Occorre , però, precisare che sia l’ampiezza delle fluttuazioni, cioè l’entità delle
variazioni del PIL, da un anno all’altro, sia la durata stessa del ciclo o la sua
frequenza non si manifestano in maniera uniforme e regolare.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. i cicli economici
In particolare , per quanto riguarda la loro durata, gli economisti sono soliti distinguere
tre tipi di cicli :
 Ciclo classico, della durata di 7 – 10 anni denominato anche Jular dal nome
dell’economista francese che per primo nel 1860 pubblicò uno studio sistematico
sulle crisi commerciali e il loro ritorno periodico;
 Ciclo breve ( o delle scorte) , della durata di 3 – 4 anni, denominato anche ciclo di
Kitchin;
 Ciclo lungo (o secolare) della durata di circa 40 – 50 anni, denominato di
Kondatriev
Questa tripartizione, proposta dall’economista austriaco Schumpeter (1883-1950),
non è stata però mai intesa dagli studiosi come rigida classificazione, date la
particolarità e le differenziazioni, a volte rilevanti, con cui i cicli si sono presentati
storicamente nei vari sistemi economici.
Per ciclo economico si intende , in generale,
l’alternanza di fasi di aumento del Pil e fasi di diminuzione e stagnazione.
La situazione economica in cui un sistema economico si trova in un determinato
Momento o periodo è chiamata  congiuntura.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. i cicli economici
Grafico del ciclo economico
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. le fasi del ciclo economico
In un ciclo economico si possono distinguere generalmente 4 fasi che sono : la crescita,
l’espansione, la recessione ( o crisi) e la depressione.
a) La prima fase , “crescita o ripresa” è caratterizzata da un aumento dei consumi e
degli investimenti che genera l’incremento della produzione, del reddito e
dell’occupazione;
b) la seconda fase detta di “espansione” , oltre all’incremento del reddito e
dell’occupazione, registra un aumento del livello generale dei prezzi perché la
vivacità della domanda stimola i prezzi delle materie prime , dei prodotti intermedi,
nonché l’aumento dei salari. Gli imprenditori possono fronteggiare i maggiori costi
con un miglior utilizzo della capacità produttiva e con un maggior volume di vendite.
Il punto di svolta superiore del ciclo può aversi con il raggiungimento della piena
occupazione, dopo di che ogni espansione del reddito in termini reali è legata a un
incremento della produttività; (1)
c) La terza fase del ciclo inizia con la rottura della precedente situazione , quale ad
esempio un eccesso dell’offerta di beni rispetto alla domanda e ai consumi che
induce le industrie interessate a ridurre i loro piani produttivi. Questo fenomeno
tramite il meccanismo del moltiplicatore negativo si propaga a tutto il sistema
economico dando così inizio alla fase di “crisi o recessione”;
d) la “depressione economica” , quarta fase, è caratterizzata dalla riduzione della
domanda aggregata e quindi del reddito e dell’occupazione. Il volume degli
investimenti tenderà a ridursi fortemente, in quanto le imprese riducono la loro
capacità produttiva. (2)
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. le fasi del ciclo economico
In ogni ciclo si alternano le varie fasi a cui fanno seguito numerosi effetti
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
1. le fasi del ciclo economico
Si parla di “ristagno economico” quando la depressione perdura a lungo e il sistema
economico si mantiene in una situazione di sottoccupazione delle risorse disponibili
e gli investimenti sono scarsi.
Nella storia di ogni sistema economico l’andamento del ciclo ha un proprio profilo che, in
genere, viene rappresentato da una “curva” che rappresenta il trend del PIL nei vari
anni. (vedi Pil Usa 2008-2012)
Cause esogene e endogene del ciclo
Gli economisti hanno cercato di spiegare il fenomeno delle fluttuazioni cicliche
individuando le cause che le determinano. A questo proposito si fa una distinzione
tra fra cause esogene , legate cioè a fattori extraeconomici, e cause endogene , che
invece si riferiscono a fattori interni al sistema economico.
1. Esogene, cioè legate a Fattori naturali. Nelle economie precapitalistiche le crisi
economiche periodiche vengono di solito ricondotte a cause esogene: fattori di tipo
naturale e climatico (periodi di siccità) che determinano l’andamento dei raccolti, e
fattori extra economici come malattie o epidemie, guerre, calamità naturali (come i
terremoti, uragani, ecc.) che generano una contrazione dell’attività economica;
2. Endogene. Con l’avvento dell’industrializzazione e dei sistemi capitalistici gli studiosi
individuano ,invece, le cause delle fluttuazioni e delle crisi in fattori endogeni, cioè in
alcune modalità di funzionamento del sistema economico e in squilibri del sistema (
eccessi o carenze nella produzione, nei consumi, negli investimenti, influenza delle aspettative,.)
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
2 . Le teorie del ciclo economico
Introduzione
Nello studiare il fenomeno dell’instabilità economica, gli economisti hanno parlato per
lungo tempo, fino al secolo XIX, piuttosto di teorie della crisi che di teoria del ciclo. Il
problema fondamentale consisteva, infatti, nello spiegare i motivi delle ricorrenti ricadute
della produzione rispetto a un livello, o tasso di sviluppo, ritenuto normale.
Marx fu forse il primo studioso consapevole dell’esistenza del ciclo economico, per cui la
sua teoria dello sviluppo e della crisi del capitalismo è sostanzialmente anche una teoria
del ciclo.
Oltre a quella di Marx vanno ricordate le teorie dei cicli economici di Schumpeter e
quelle più recenti formulate da Samuelson e Hicks. Vediamole sinteticamente
La teoria di Marx
Per Marx il ciclo economico è essenzialmente la forma che l’accumulazione capitalistica,
cioè lo sviluppo, concretamente assume nel sistema capitalistico. E il ciclo è soprattutto
ciclo dell’espansione operaia legato alla distribuzione del reddito tra le due classi sociali
dei capitalisti e dei proletari.
Quando “l’esercito industriale di riserva” cresce, cioè vi sono molti disoccupati che
cercano lavoro, i salari sono bassi e i profitti alti. Finché i salari si mantengono bassi, i
capitalisti, possono effettuare investimenti elevati che generano un’espansione della
produzione e dell’occupazione. Si avrà in tal modo una fase di crescita dell’economia.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
2 . Le teorie del ciclo economico
Segue …La teoria di Marx
Ma questo processo di espansione dell’economia può durare finché il sistema non
raggiunge la piena occupazione. A questo punto, poiché non vi sono più lavoratori
disoccupati, i salari crescono a scapito dei profitti. La contrazione dei profitti provocherà
una diminuzione degli investimenti e quindi della produzione e dell’occupazione. Si avrà
in tal modo una fase di caduta dell’attività economica o discesa del ciclo.
A una fase di espansione segue così una fase di recessione. Ma con la contrazione
degli investimenti e la conseguente disoccupazione, i salari si ridurranno, mentre
cresceranno i profitti e a seguire gli investimenti. Il che vuol dire che ci saranno una
ripresa dell’attività economica e l’inizio di una fase di espansione dell’economia.
La teoria di Schumpeter
Anche per Schumpeter, autore dell’opera Cicli economici pubblicata nel 1939, lo
sviluppo economico capitalistico non si svolge in maniera continua e uniforme, ma ha
luogo attraverso una successione periodica di cicli. Il ciclo economico, in altri termini,
rappresenta il modo in cui nell’economia capitalistica si manifesta lo sviluppo.
Pur riprendendo la tesi di Marx, Schumpeter se ne discosta perché secondo lui lo
Sviluppo economico  dipende soprattutto dalle modificazioni della tecnologia,
cioè dalle innovazioni, introdotte da quella particolare categoria costituita dagli
imprenditori. Lo sviluppo ha un andamento ciclico perché le innovazioni non si
distribuiscono in modo uniforme nel tempo ma vengono introdotte a blocchi in
determinati periodi. (segue)
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
2 . Le teorie del ciclo economico
Segue … La teoria di Schumpeter
L’introduzione di innovazioni spiega le fasi di espansione. Ma questa è destinata prima o
poi a esaurirsi. Con il passare del tempo la massa di prodotti nuovi, che provengono
dalle innovazioni stesse, rende saturo il mercato, per cui le prospettive di profittabilità
calano e diminuisce il ritmo dell’attività economica. Così l’economia tende a rientrare in
una situazione di “equilibrio stazionario” , dalla quale potrà uscire in seguito ad altre
innovazioni .
Sviluppo e ciclo economico sono dunque, per Schumpeter, due fenomeni inseparabili.
La teoria del ciclo di Samuelson e Hicks
Si deve agli economisti Samuelson e Hikcs l’elaborazione di un modello matematico del
ciclo economico basato sull’azione congiunta del moltiplicatore del reddito (1) e del
principio di accelerazione . Secondo tale principio  il livello dell’investimento netto , che
viene effettuato in un certo periodo di tempo è proporzionale all’incremento di reddito
che si manifesta nello stesso periodo (2).
Se tutte le imprese del sistema economico seguono questo comportamento, gli
investimenti dipendono dalle variazioni della domanda di beni e servizi e quindi dal
reddito nazionale.
Vediamo come l’operare congiunto del moltiplicatore e dell’acceleratore influenzano
l’andamento del ciclo economico. (vedi prossima diapositiva)
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
2 . Le teorie del ciclo economico
La fase ascendente
Se vi è una situazione di disoccupazione , un incremento degli investimenti genera un
aumento del reddito nazionale e quindi della domanda di beni per effetto del
meccanismo del moltiplicatore. Le imprese cercheranno di adeguare la loro
capacità produttiva al nuovo livello della domanda e pertanto accresceranno gli
investimenti, i quali, a loro volta, provocheranno un ulteriore aumento del reddito
nazionale e cosi via. Questa è la fase ascendente del ciclo, nella quale si registra
un’espansione del reddito, dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione.
Questa fase durerà finché il sistema non avrà raggiunto la piena occupazione.
La fase discendente
Una volta verificatesi tale situazione, o in prossimità di essa, l’incremento dei salari a
scapito dei profitti delle imprese farà calare il volume degli investimenti. Questo
fatto provocherà un abbassamento del livello del reddito e quindi della domanda
spingendo le imprese a ridurre gli investimenti. Questa è la fase discendente del
ciclo, per la quale è difficile prevedere quando si arresterà, in quanto è poco
probabile che il sistema sia in grado di riprendere automaticamente una nuova
fase di ascesa proprio per l’operare di questi effetti cumulativi.
In sintesi  si renderanno allora necessari interventi di politica economica
mediante investimenti pubblici diretti a stimolare la domanda aggregata per
determinare un aumento del reddito e dell’occupazione e quindi, avviare, la fase di
ripresa.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
3 . Lo sviluppo economico
Concetto
Per sviluppo economico si intende, in generale, la “crescita dell’economia,
accompagnata da modificazioni sia quantitative sia qualitative del sistema economico” .
Le modificazioni qualitative riguardano sia le condizioni materiali di vita, sia gli aspetti
sociali, civili e culturali che caratterizzano la società: in una parola la “qualità della vita”.
Questa precisazione va fatta perché ci si è accorti che lo sviluppo non è solo crescita
produttiva , misurata da un incremento nel corso degli anni del PIL, nel contesto di una
realtà sempre uguale a se stessa.
Lo sviluppo è un fenomeno complesso rilevabile attraverso una molteplicità di “indici”;
esso comporta , ad esempio, modificazioni della struttura produttiva, nel senso che dà
luogo a un potenziamento delle attività extra-agricole; comporta altresì l’aumento del
volume degli scambi, l’aumento degli investimenti, della produttività e dell’occupazione e
di altre grandezze economiche.
Tenuto conto che il PIL è il principale indicatore economico di un Paese e una
grandezza che rappresenta l’economia nel suo complesso, possiamo affermare
sinteticamente che per Sviluppo economico s’intende  la crescita del PIL.
Secondo molti economisti, però, la grandezza che si deve considerare non è tanto il PIL
quanto il prodotto per abitante. Quest’ultimo è dato dal rapporto fra il PIL e la
popolazione del Paese considerato.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
3 . Lo sviluppo economico
I principali fattori dello sviluppo economico moderno
L’indicatore più significativo dello sviluppo economico è costituito da una 
crescita rilevante e prolungata del PIL per abitante, accompagnata da trasformazioni
strutturali, sociali e culturali del sistema economico.
Secondo l’economista americano Kuznets (premio nobel dell’economia nel 1971), la
spinta data alla crescita economica dal progresso scientifico e tecnologico rappresenta
una “innovazione epocale” che caratterizza lo sviluppo economico moderno.
Molti economisti hanno cercato di indagare le cause fondamentali di questa marcata
accelerazione del tasso di sviluppo ed hanno individuato nelle dimensioni, nell’organizzazione e nella disponibilità dei fattori produttivi – terra, lavoro, capitali - le principali
caratteristiche della struttura produttiva di base di un Paese.
Da queste considerazioni possiamo indicare quali fattori principali dello sviluppo
economico :
 L’accumulazione del capitale;
 La popolazione, con riguardo all’incremento delle forza lavoro e alle capacità
tecniche e professionali (Capitale umano);
 Le risorse naturali (materie prime);
 Il progresso scientifico e tecnologico ( che dipende dalle risorse destinate alla
ricerca e allo sviluppo).
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
4 . Le teorie dello sviluppo economico
Le principali teorie dello sviluppo economico
Il tema dello sviluppo economico non è una scoperta degli economisti contemporanei,
ma è stato oggetto di indagini e teorie nel corso dell’evoluzione del pensiero economico.
a.Lo sviluppo secondo gli economisti classici
Secondo i classici, il progresso tecnico dà luogo alla divisione del lavoro e
all’aumento della produttività; ciò comporta l’aumento della ricchezza prodotta, l’aumento
del profitto, l’allargamento del processo produttivo. Il “motore” dello sviluppo è
rappresentato , in sostanza, dall’accumulazione del capitale che rende possibile
l’aumento della produzione e dell’occupazione in base alla famosa legge degli sbocchi
del Say, secondo la quale è “l’offerta che crea la domanda”. In sintesi l’intensità
dell’accumulazione di capitale determina quindi l’intensità dello sviluppo economico.
b.Sviluppo e crollo del capitalismo secondo Marx
Altri economisti classici (Malthus, Mill) e in particolare Marx ritennero che l’economia
capitalistica non fosse in grado di evitare l’insorgere di crisi. Secondo Marx , l’aumento
degli investimenti è più rapido di quello della popolazione e questo determina un continuo
aumento del rapporto macchine/ uomini; cioè del rapporto capitale / lavoro. Impiegando
una quantità via via maggiore di macchinari, la produzione aumenta ma in misura via via
minore.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
4 . Le teorie dello sviluppo economico
Segue … b. Sviluppo e crollo del capitalismo secondo Marx
Pertanto nel lungo periodo , l’accumulazione del capitale determina una caduta
tendenziale del saggio di profitto. Tale tendenza , per ammissione dello stesso Marx,
può essere contrastata solo dal progresso tecnico ( come in effetti è poi avvenuto). Se
nuove macchine sempre più perfezionate consentono di produrre una maggiore quantità
di prodotto con lo stesso numero di lavoratori, gli aumenti di produzione permettono per
qualche tempo la realizzazione di alti profitti e quindi di ulteriori investimenti, con
conseguente sviluppo della produzione.
Tuttavia, secondo la teoria marxiana, lo sviluppo capitalistico è caratterizzato
da numerose contraddizioni: la concentrazione della ricchezza in mano a pochi
capitalisti, l’impoverimento dei lavoratori, la tendenza alla caduta del saggio di profitto e il
verificarsi di crisi sempre più frequenti e intense. Tali contraddizioni creano le condizioni
favorevoli per il crollo del sistema capitalistico con l’instaurazione del comunismo sia
come modello politico sia come sistema economico.
c. Lo sviluppo economico secondo Schumpeter
Si deve all’economista austriaco Schumpeter , all’inizio del Novecento, un ulteriore
importante contributo alla teoria dello sviluppo economico. Schumpeter parte dallo studio
di un’economia in condizioni di equilibrio stazionario e individua l’inizio del processo di
sviluppo nella rottura dello stato stazionario in seguito all’introduzione di innovazioni da
parte degli imprenditori.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
4 . Le teorie dello sviluppo economico
Segue … c. Lo sviluppo economico secondo Schumpeter
I principali tipi di innovazione , secondo Schumpeter, riguardano:
 La produzione di un nuovo bene;
 L’introduzione di un nuovo modello di produzione;
 L’apertura di un nuovo mercato;
 La conquista di una nuova fonte di offerta;
 La riorganizzazione di un industria
Ogni innovazione realmente rilevante comporta degli investimenti e il sorgere del
profitto a favore dell’imprenditore – innovatore. Però con il tempo il profitto tende
a scomparire perché gli altri imprenditori introducono anch’essi l’innovazione. Il
meccanismo della concorrenza farà raggiungere al sistema economico una
nuova posizione di equilibrio stazionario , che verrà rotto in seguito ad altre
innovazioni.
Conclusione
Lo sviluppo economico, per Schumpeter, deriva essenzialmente da due fattori: il
1. progresso tecnico e 2. le capacità di innovazione che sono proprie degli
imprenditori.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
4 . Le teorie dello sviluppo economico
Legame fra innovazione, crescita della produzione e sviluppo
Innovazione
Crescita
Della produzione
Investimento
(Da parte delle imprese)
Crescita
Dell’occupazione
Crescita della
Domanda aggregata
Sviluppo economico
(effetti x l’intero sistema)
Nuova spinta
All’innovazione
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
5. la crescita della popolazione mondiale
L’aumento della popolazione mondiale è un problema che bisogna tenere presente per
inquadrare i possibili scenari dell’economia.
La popolazione mondiale era di
 6 miliardi nel giugno del 1999 e secondo le stime dell’Onu ha raggiunto i
 7 miliardi il 31 ottobre 2011 e con l’attuale tasso di crescita raggiungerà i
 9 miliardi nel 2030 .
Se in Europa e negli Stati Uniti la maggior parte delle famiglie si limita oramai ad
uno o due figli, nel resto del mondo la natalità è maggiore. La crescita numerica si
unisce alla rottura di certi equilibri : dalle campagne e dai villaggi rurali una
porzione crescente della popolazione dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina (Il
cosiddetto Terzo mondo) si concentra in enormi agglomerati urbani o megalopoli
(come per esempio Bombay, Calcutta, Giacarta, Shanghai, San Paolo, Lagos). I
due terzi delle trenta città più grandi del mondo si trovano nei Paesi in via di
sviluppo.
La conferenza dell’Onu su popolazione e sviluppo
Per quanto riguarda il problema della crescita della popolazione mondiale , la
Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
5. la crescita della popolazione mondiale
… Svoltasi al Cairo (Egitto) nel settembre del 1994, ha approvato dopo laboriose
trattative e alcuni compromessi) il Programma d’azione indicando alcuni orientamenti
relativi alle strategie demografiche per i successivi vent’anni.
Bisogna tener conto che la maggior parte degli abitanti del pianeta vive nei Paesi in via
di sviluppo (Pvs). In questi Paesi le donne mettono al mondo in media 3,6 figli;
seguendo le prescrizioni del Programma d’Azione messo a punto al Cairo, gli esperti
dell’Onu hanno osservato che - con adeguate campagne di informazione e politiche di
pianificazione familiare - nel 2015 è stato possibile scendere a una media di 2,5 figli.
Sulle questioni relative allo sviluppo la Conferenza del Cairo ha espresso la crescente
consapevolezza che la popolazione, la miseria, i modelli di produzione e di consumo e
altri fattori che minacciano l’ambiente, sono intrecciati tra loro in modo talmente stretto
che nessuno di essi può essere esaminato separatamente dagli altri.
La popolazione mondiale è cresciuta in modo rapido: dai 2 miliardi e 800 milioni del
1950 è arrivata a 6 miliardi nel 1999 e secondo le stime dell’Onu ha raggiunto i 7
miliardi il 31 ottobre 2011. Tuttavia il ritmo della crescita è diminuito; dai 95 milioni dei
primi anni del Novanta del secolo scorso è sceso nei primi anni del duemila a 80 milioni
l’anno.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
6. lo sviluppo sostenibile
Nello scenario della globalizzazione il sistema economico mondiale si trova oggi di
fronte al problema di coniugare la salvaguardia dell’ambiente insieme alla crescita
della popolazione e allo sviluppo, tenendo conto anche delle istanze dei milioni di
poveri che vivono in varie parti del mondo.
Negli anni Ottanta si è fatta strada l’esigenza di conciliare ambiente, crescita
economica ed equa distribuzione delle risorse in un nuovo modello di sviluppo, il cui
principio organizzativo è stato individuato nel concetto di sostenibilità. Il rapporto della
Commissione mondiale per lo sviluppo e l’ambiente, istituita dall’Onu nel 1983 e
presieduta dal norvegese Gro Harlem Brundtland, ha formulato la definizione di
sviluppo sostenibile
“ quello sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente,
senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i
propri bisogni”.
La conferenza di Rio de Janeiro del 1992
Dopo la nascita del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep 1972) a venti
anni di distanza dalla Conferenza di Stoccolma , una tappa importante è stata la
Conferenza di Rio su ambiente e sviluppo svoltasi nel 1992 (nota come Earth Summit).
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
6. lo sviluppo sostenibile
Segue La conferenza di Rio de Janeiro del 1992
Dopo laboriose trattative , a Rio sono stati approvati cinque documenti:
 la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e sviluppo, recante i principi guida per
raggiungere uno sviluppo sostenibile;
 la Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile delle foreste;
 la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici;
 la Convenzione quadro sulla biodiversità;
 l’Agenda 21 , che contiene una serie di piani d’azione per il XXI secolo.
Nella dichiarazione finale i Paesi aderenti (1) hanno riconosciuto che le problematiche
ambientali (riduzione dell’inquinamento, acqua potabile, deforestazione,
desertificazione, specie viventi in via di estinzione,modelli di produzione e di consumo
con effetti negativi sull’ambiente) devono essere affrontate in maniera globale e che le
soluzioni devono coinvolgere tutti gli Stati per “conservare, tutelare e ripristinare la
salute e l’integrità dell’ecosistema terrestre”.
I cicli economici, sviluppo e sottosviluppo
6. lo sviluppo sostenibile
Il Vertice mondiale di Johannesburg del 2002
In base alla decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di esaminare
l’attuazione degli impegni assunti a Rio de Janeiro nel 1992, l’Onu ha organizzato il
Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, accettando l’offerta del Sudafrica di
ospitarlo a Johannesburg nel 2002.
Al vertice hanno partecipato 191 Paesi di tutto il mondo, capi di Stato e di Governo, i
rappresentanti delle organizzazioni non governative del settore privato e di altri gruppi di
interesse. Secondo l’allora segretario generale dell’Onu Kofi Annan
“viviamo in un pianeta inserito in una delicata e intricata rete di relazioni ecologiche, sociali,
economiche e culturali che regolano le nostre esistenze. Se vogliamo raggiungere uno sviluppo
sostenibile, dovremo dimostrare una maggiore responsabilità nei confronti degli eco sistemi dai quali
dipende ogni forma di vita, considerandoci parte di una sola comunità umana, e nei confronti delle
generazioni che seguiranno la nostra”.
Dopo estenuanti negoziati per cercare soluzioni di compromesso sui temi in discussione,
al vertice di Johannesburg sono stati approvati due importanti documenti:
 la Dichiarazione di Johannesburg , documento di principi in cui gli Stati hanno assunto
ulteriori impegni per promuovere lo sviluppo sostenibile e per costruire una società
globale più equa e giusta;
 il Piano d’Azione dello sviluppo sostenibile, con l’indicazione di 12 aree di intervento (1)