CURVE E INTEGRALI CURVILINEI IN R2 E R3 Argomenti della lezione Curve e loro lunghezza Integrali curvilinei. CURVE E LORO LUNGHEZZA Abbiamo già accennato alla nozione di curva o arco di curva continua. Saremo ora un po’ più completi. Un’applicazione f: I Rm , dove I è un intervallo di R e m = 2 o 3, si dice una curva continua se f è continua. Diremo che la curva è regolare se la funzione f è derivabile su I e se la norma del vettore derivata non è nulla in alcun punto di I. D’ora in avanti useremo la lettera per indicare una curva. Dunque, è una curva regolare se (t) è continua e |’(t)| > 0 per ogni t I. (I) si dice il sostegno della curva. Dunque la nozione di curva o cammino è una nozione non solo geometrica, ma anche cinematica. Cioè teniamo conto della legge oraria con la quale si percorre un certo cammino. Due curve o cammini possono avere lo stesso sostegno, ma essere diverse: 1(t) = (cos t, sen t)T, t I = [0,2π] e 2(t) = (cos2t, sen2t)T, t I = [0,2π] hanno lo stesso sostegno, la circonferenza di centro l’origine e raggio 1, ma la seconda è percorsa due volte (a velocità doppia) nello stesso tempo. Una curva si dice chiusa se, detto I = [a,b], (a) = (b); è detta semplice se da t1≠ t2 segue (t1) ≠ (t2) a meno che t1 e t2 non siano a e b. La restrizione di una curva ad un sottointervallo J di I si dice un arco di curva. Due archi sono consecutivi se sono esprimibili come due archi di curva definiti su intervalli con un estremo in comune. 1 e 2 sono consecutivi se 1 è definito su [a,c] e 2 su [c,b] (o si possono riparametrizzare in modo che ciò accada) e 1(c) = 2(c). 1(a) 1 1(c) = 2(c) 2 2(b) Una curva è generalmente regolare se esiste una decomposizione di I in un numero finito di punti t0 = a < t1 < .. < tn = b tale che la restrizione a ogni sottointervallo [tk-1, tk] è regolare. Diremo che due curve 1(t) e 2(t) definite sugli intervalli I1 e I2 rispettivamente, sono equivalenti se esiste un’applicazione h: I1 I2 tale che: (1) h(I1) = I2 ; (2) h è di classe C1(I) e h’(t) > 0; (3) 1= 2 h. Due curve equivalenti si dice che differiscono per la rappresentazione parametrica. Ogni intervallo ha due versi naturali d’orientazione e così ogni curva. Se : [a,b] Rm è una curva assegnata - : [-b,-a] Rm è la curva orientata in verso opposto. Fra i vari tipi di curve considereremo, in particolare, i segmenti di retta congiungenti due punti x e y di Rm. (t) = (x1 + (y1 - x1)t, x2 + (y2 - x2)t)T, t I = [0,1], se m = 2. Diciamo ora che cosa intendiamo per lunghezza di una curva. Data : [a,b] Rm , consideriamo la decomposizione = {t0 = a < t1 < .. < tn = b} di [a,b]. Consideriamo la poligonale P data dall’unione dei segmenti di retta congiungenti i punti (t0) = (a) e (t1); (t1) e (t2); … ; (tn-1) e (tn) = (b). La lunghezza della poligonale P è data da n l(P) = (tk ) - (t k -1 ) k =1 Nel caso m = 3, osserviamo che 3 | (t k ) - (t k -1 )| = (xi (tk ) - xi (t k ))2 -1 i =1 Diremo lunghezza della curva l’ estremo superiore delle lunghezze delle poligonali inscritte alla curva stessa se tale estremo è finito. In tale caso la curva si dice rettificabile l( ) = sup{l(P) : P dedotta da } 100 80 60 -8 -6 40 -4 -2 20 0 2 0 -4 -2 4 0 2 4 6 8 6 La figura precedente rappresenta una curva di R3 e una poligonale ad essa inscritta. Può accadere che sia l( )= +∞ anche per curve aventi sostegno limitato in R3. 0 se t = 0, Se y(t) = tsen(1/t) se t≠ 0 Allora (t)=(t,y(t))T è un esempio in cui l( )= +∞. Il seno del topologo 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0.1 0.2 0.3 x -0.1 -0.2 0.4 0.5 Si può dimostrare che se = 1 + 2 ossia se l’arco è ottenuto dall’unione degli archi consecutivi 1 e 2 , allora l() = l(1) + l(2). Inoltre la lunghezza non dipende dalla rappresentazione parametrica. Per trattare in modo preciso il problema della lunghezza delle curve e, in generale, l’integrale di funzioni a valori vettoriali, conviene ricordare che l’integrale di Riemann si può presentare come limite di somme (essendo la nozione di limite intesa in modo opportuno). Precisamente, accanto alla somme integrali inferiori e superiori si possono considerare le somme che diremo di Riemann fa m(Ia ), la fa La a Si può dimostrare che f: I R è Rintegrabile se e solo se , tale che se diam() < allora | I fdm - fa m(Ia )|< a Questo fatto si esprime dicendo che lim fa m(Ia ) = I fdm diam( ) a 0 Vale un risultato più generale, che ci sarà utile nel calcolo della lunghezza degli archi di curva generalmente regolari Supponiamo che, in corrispondenza ad ogni multi indice a sia dato un numero a in modo da essere uniformemente limitato: , tale che se diam() < allora |a| < . Allora si ha lim (fa + a )m(Ia ) = I fdm diam( ) 0 a “Principio di Duhamel” Teorema (Rettificazione delle curve regolari) Se : [a,b] Rm è regolare, allora b l( ) = a | (t)| dt Infatti ogni singolo lato della poligonale misura 3 | (t k ) - (t k -1 )| = (xi (tk ) - xi (t k ))2 -1 i =1 = 3 2 2 [ x ( )] (t t ) i t ik k - k -1 i =1 3 2 + [ x ( )] +ik)(tk - t k -1 ) = ( i i t k =1 Ciò vale per l’uniforme continuità di xk’(t) su [a,b], avendo tenuto conto del teorema di Lagrange su ogni intervallo [tk-1,tk]. Allora, per il principio di Duhamel: n 3 =1 =1 2 ( ) lim ( x (t ) l = diam( ) 0 i ik + ik )(t k - t k -1) = k i b = | (t) | dt a Una formula analoga vale per le curve generalmente regolari Esempi 1) Lunghezza dell’arco di circonferenza: x = r cos t, y = r sen t ; s() = ∫√(x’2 + y’2) du = r , 0 0≤ ≤ 2π 2) Lunghezza dell’arco di elica cilindrica: x = r cos t, y = r sen t, z = p t; t s(t) = (x 2 (u) + y 2 (u) + z 2 (u) du = 0 t 2 2 2 2 (r p ) dt r p t + = + 0 Se la curva è data in forma cartesiana y = f(x), con f e f’ continue x s(x) = ∫√(1 + f’2(t))dt a La lunghezza d’arco è un parametro molto conveniente per la rappresentazione delle curve Infatti ds = dt x 2 (t) + y 2 (t) + z 2 (t) e quindi, poiché dx dx dt dy dy dt dz dz dt = , = , = ds dt ds ds dt ds ds dt ds x 2 (s) + y 2 (s) + z 2 (s) = 1 Cioè ’(s) è il versore tangente alla curva nel punto di coordinata lunghezza d’arco s. INTEGRALI CURVILINEI. Se : I = [a,b] Rm è una curva regolare, f: A Rm R è una funzione continua definita su un aperto A che contiene il sostegno della curva e w(t): I R è una funzione di classe C1(I), definiremo b fdw = f (x(t), y(t), z(t))w (t)dt a fdw si dice l’integrale curvilineo esteso alla curva di f rispetto al peso w. In particolare b fds = a f (x(t), y(t), z(t)) | (t) | dt b fdx = f (x(t), y(t), z(t))x (t)dt a ed espressioni simili in dy e dz Si definiranno anche (f1dx + f2 dy + f3dz) = f1dx + f2dy + f3dz e b f , d = a f ( (t )), (t) dt dove f = (f1,f2,f3)T L’integrale di linea b f , d = a f ( (t )), (t) dt permette di calcolare il lavoro di una forza f, lungo un cammino Invece l’integrale b fds = a f (x(t), y(t), z(t)) | (t) | dt permette di calcolare l’area del cilindro delimitato dalla curva sul piano x y e dalla superficie z = f(x,y) z = f(x,y) Si verifica facilmente che l’integrale curvilineo è lineare rispetto alla funzione f e al peso w; che cambia segno invertendo il verso del cammino e che è additivo su archi consecutivi Esempi 1) Si calcoli l’area del cilindro delimitato da f(x,y) = y2 e dalla semicirconferenza x = cos t, y = sen t, π ≤ t ≤ 2π (π/2) 2) Si calcoli il lavoro b f , d = a f ( (t )), (t) dt dove f(x,y) = (x exp(y) +log x, arctg y + x2/2 exp(y) )T per x > 0 e (t) = (2 + sen t, t)T per 0 ≤ t ≤ 2π (0)