ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA XII Ciclo Seminari Tecnico - Scientifici FISICA E RADIOPROPAGAZIONE IONOSFERICA IL RAY-TRACING NELLA IONOSFERA A. Azzarone, C. Bianchi, A. Settimi Sezione Roma 2, Geomagnetismo, Aeronomia e Geofisica Ambientale 1 30-11-2010 SOMMARIO DEGLI ARGOMENTI 1. Premessa (necessità del ray tracing) 2. Il problema generale del ray-tracing ionosferico 3. Descrizione del programma computazionale (Settimi) 4. Descrizione del pacchetto SW applicativo IONORT (Azzarone) Ray tracing (RT) - Il RT è un metodo di calcolo numerico volto a determinare il percorso dell’onda elettromagnetica in un mezzo: - non omogeneo - non isotropo - su distanze di migliaia di km Come si procede nel calcolo RT Input: latitudine, longitudine, quota del terminale trasmittente, frequenza, angolo d’azimut e di elevazione e altre relazioni relative al mezzo considerato (indice di rifrazione Hamiltoniana) L’algoritmo integra almeno 6 equazioni differenziali per ottenere le coordinate raggiunte dal vettore d’onda (x,y,z ) e le componenti del vettore d’onda (kx, ky,kz). Output: latitudine, longitudine, quota dei punti toccati dal raggio (tempo di ritardo di gruppo ecc). Presentazione IONORT Esempio di ray path (Inghilterra-Francia) La ionosfera - È un mezzo non omogeneo, in quanto la densità elettronica varia con la quota, ma vi possono essere anche gradienti orizzontali. - È un mezzo non isotropo in quanto la componente ionizzata è “immersa” nel campo magnetico terrestre. - Presenta una simmetria sferica (nelle scala delle distanze coinvolte) La ionosfera a stratificazione piana Leggi di rifrazione (Snell) f=fo secφ n1 sin 1 n2 sin 2 Rifrazione Teoremi B&T e Martyn Ionosfera con gradienti orizzontali Ionosfera con campo magnetico La scala delle distanze Necessità del ray tracing Il ray tracing (in quanto calcolo computazionale) supera i problemi prima esposti, che sono relativi a: - non omogeneità del mezzo - non isotropia della ionosfera - non applicabilità della geometria piana alla scala di distanze tipiche della propagazione HF (geometria a simmetria sferica) Geometria applicata Teoria del raggio d’onda “ray theory”. Descrive la teoria del raggio d’onda indicata, nella letteratura internazionale, come “ray theory”. Questa teoria aiuta nella formulazione del metodo del ray-tracing (equazione del raggio e della iconale). La teoria prende le mosse da alcuni lavori fondamentali sulla risoluzione di equazioni differenziali alle derivate parziali per mezzo di tecniche di approssimazione analitiche. Velocità di fase e del raggio d’onda Velocità di fase e del raggio d’onda Ray-theory Tale approssimazione porta all’equazione della iconale, o integrale di fase, che viene sfruttata per scrivere le equazioni canoniche del raggio d’onda. La teoria che qui viene descritta conduce alla formulazione delle equazioni canoniche o Hamiltoniane relative al raggio d’onda. Si tratta quindi della propagazione del raggio in un mezzo continuo disomogeneo e anisotropo con gradienti non troppo elevati. ray theory La formulazione della ray theory pertanto, porta a scrivere un numero di equazioni differenziali pari alle variabili da cui dipendono le 3 equazioni canoniche in coordinate generalizzate (q1, q2, q3) e le 3 componenti del vettore d’onda assimilabili ai momenti (p1, p2, p3). Viceversa, se ammettiamo che il mezzo sia tempo-variante, allora possiamo aggiungere altre due equazioni al gruppo delle sei poiché l’Hamiltoniana viene a dipendere anche dal tempo e dalla frequenza. Ray theory Si introduce l’equazione della superficie dell’indice di rifrazione G(x, y, z, px, py, pz) che dipenderà sia dalle coordinate spaziali, sia dalle componenti dell’indice di rifrazione scritte in un apposito “spazio degli indici”. Quest’ultima equazione si sfrutterà per derivare le equazioni canoniche del raggio d’onda. Questo è il più semplice approccio matematico trovato in letteratura ma comporta qualche passaggio concettuale. Spazio degli indici Ray theory Alla stessa stregua si può introdurre una superficie del raggio d’onda F e derivare da essa in combinazione con la grandezza G il principio di Fermat. Questo conferisce una certa generalità alla formulazione della ray theory. Infatti sulla base di questo principio solo un particolare percorso dove il raggio impiega un tempo minimo è quello effettivamente seguito dall’onda (ray-path), mentre in tutti gli altri possibili percorsi il raggio non si propaga. Spazio del raggio d’onda G( x, y, z, px , p y , pz ) ( px p y pz ) 1 2 1 ( x , y , z , px , p y , p z ) 2 2 Dove, G è una costante durante la propagazione del raggio F ( x, y, z, x, y , z) g ( x , y , z , x , y , z ) c ( x y z ) 1 2 2 2 Dove, F è una costante durante la propagazione del raggio Superfici reciproche (indice-raggio) Cammino di gruppo dqi dt dpi dt H ( qi , pi ) pi H ( qi , pi ) qi Dove, H è una costante durante la propagazione del raggio 2 2 2 k k k x y z c n (t , x , y , z ,k x ,k y ,k z , ) H (t, x, y, z, kx , k y , kz ,) ( Hamiltoniana ) 1 0 magnetoplasma X n 1 2 2 4 YT YT 2 1 jZ YL 2 2(1 X jZ ) 4(1 X jZ ) X= fp 2 / f 2 ; Z= / f ; YT = fBT / f ; YL = fBL / f Indice di rifrazione In definitiva il ray tracing stabilisce il percorso seguito dal raggio d’onda: da un punto iniziale si ricavano le coordinate del punto d’arrivo, oppure, dal punto d’arrivo, si può stabilire la posizione della sorgente, il programma di calcolo deve appoggiarsi a un modello 3D. Riepilogo Ringraziamenti Per la correzione dei rapporti tecnici su cui si basa questo lavoro, gli autori della presentazione sono riconoscenti all’ Ing. Umberto Sciacca.