imp.nutrition 76 7-02-2006 13:06 Pagina 26 di Jerry Brainum © Nova Development Grassi trans e muscoli ■ I grassi alimentari hanno acquisito una reputazione diabolica. Sono indicati come causa di una moltitudine di patologie umane, incluse affezioni cardio-vascolari e il cancro, le due principali cause di mortalità negli uomini. Poiché ogni grammo di grasso contiene circa 9 calorie, il grasso rappresenta anche, se comparato alle relativamente ben misere 4 calorie per grammo contenute nei carboidrati e nelle proteine, la fonte a maggior densità calorica nei cibi. Per questo i grassi si prendono spesso la colpa per l’attuale epidemia di obesità. Ma coloro che hanno familiarità con la biochimica nutrizionale sanno che la questione dei grassi non è così semplice. Le fonti di grassi alimentari hanno effetti diversi nel corpo, il che ha condotto all’attuale concetto di “grassi buoni, grassi cattivi”. Alcune forme di grasso, come l’acido linoleico e l’acido alfa-linoleico, non possono essere sintetizzati dal corpo umano e sono perciò etichettati come “acidi grassi essenziali”. Queste particolari forme di grasso sono ulteriormente classificate secondo le loro strutture chimiche in grassi omega-6 e omega-3. Neanche questi grassi, comunque, contrariamente a quanto credono in molti, sono del tutto “buoni” o del tutto “cattivi”. 26 Olympian’s News ...I GRASSI TRANS HANNO EFFETTI NEGATIVI SULLA SALUTE POICHÉ INTERFERISCONO CON IL METABOLISMO DEI GRASSI ESSENZIALI, INCLUSA LA PRODUZIONE DEI VITALI EICOSANOIDI. MOLTI STUDI INDICANO CHE I GRASSI TRANS INNALZANO IL LIVELLO DI COLESTEROLO NEL SIERO IN MISURA ADDIRITTURA MAGGIORE DI QUANTO FANNO I GRASSI SATURI. Un esempio di ciò è il fatto che questi grassi sono insaturi e sono quindi soggetti a ossidazione a seguito di esposizione all’ossigeno. Se da una parte il corpo ha sistemi di salvaguardia per prevenire questo scenario, come i sistemi antiossidanti, dall’altra queste misure di sicurezza non sono efficienti al 100%. Quando i grassi insaturi sono ossidati vengono rilasciati dei sottoprodotti chiamati radicali liberi. I radicali liberi, che sono elettroni spaiati, cercano di appaiarsi con altri elettroni. Questo provoca danni nel corpo in quanto i sistemi essenziali sono compromessi dall’attività di radicali liberi sfrenati e in eccesso. Se i radicali liberi attaccano i grassi nelle membrane cellulari, può risultarne compromessa la struttura interna delle cellule, il che induce mutazioni e eventualmente il cancro. Il tipo di grassi alimentari che la maggior parte delle persone associa ai problemi di salute è costituito dai grassi saturi. I grassi saturi sono di norma solidi a temperatura ambiente a causa dell’assenza di aperture nelle catene d’idrogeno nella loro struttura chimica. Ciò ha effetti positivi e negativi. Poiché non ci sono aperture nella struttura dei grassi saturi, questi ultimi non sono soggetti agli effetti ossidativi tipici dei grassi insaturi, che presentano aperture nelle loro strutture chimiche. In questo senso, i grassi saturi sono chimicamente più stabili rispetto ai vari grassi insaturi o polinsaturi (con più aperture). Il problema con i grassi saturi è che agiscono come substrati o sostanze di partenza per la sintesi del colesterolo nel fegato. Infatti, i grassi saturi stimolano la produzione di colesterolo in misura maggiore del colesterolo stesso, poiché quest’ultimo può essere solo parzialmente assorbito nell’alimentazione, e più se ne ingerisce, meno ne viene prodotto nel fegato. Ma neanche i grassi saturi sono completamente nocivi. I grassi saturi aiutano ad assorbire varie vitamine liposolubili, come le vitamine A, E, D, e K. Aiutano inoltre a mantenere i livelli di testosterone nel corpo. Gli studi mostrano che per mantenere normale la sintesi di testosterone è necessario ingerire almeno il 20% del totale ammontare di calorie in forma di grassi, e i grassi saturi sono la forma di grasso più indicata a questo scopo. 7-02-2006 13:06 Pagina 27 I grassi insaturi e polinsaturi sono consi- si ossidano, si produce una cascata derati i grassi più benefici, poiché solitamente di eventi che culmina in ateroscleabbassano il colesterolo e sono necessari per rosi e affezioni cardiovascolari. I produrre speciali composti chimici simili agli grassi trans incrementano anche ormoni chiamati eicosanoidi che sono essen- l’aggregazione di piastrine, o eleziali per una moltitudine di funzioni nel corpo. menti coagulanti del sangue, il Gli eicosanoidi sono a loro volta suddivisi in che a sua volta innalza la composti chimici come prostaglandine, leuco- possibilità di attacchi cartrieni e altre. Le principali categorie di grassi diaci, causati solitamente essenziali sono gli omega-6, che comprendono da un grumo che ostruisce vari oli vegetali, e gli omega-3, rappresentati un’arteria coronaria. da lino, pesce, oli e alcuni altri alimenti. Ulteriori danni si producono Il problema con i grassi omega-6 e omega- quando i grassi trans invadono 3 è che la loro struttura polinsatura li rende quelle strutture cellulari chiamate inclini a rapida ossidazione. Nel tentativo di mitocondri. I mitocondri sono strutture cellulaaggirare questo aspetto sentito come negativo ri dalla forma a sigaro dove è sintetizzata nel metabolismo dei grassi, scienziati nutrizio- energia sotto forma di ATP. Questo è anche il nisti hanno cercato un modo di rendere più sta- luogo preposto all’ossidazione beta, meglio bili i grassi nei cibi. La soluzione da loro propo- conosciuta come “combustione di grasso”. Gli sta consisteva nel trasformare la naturale acidi grassi trans rimpiazzano le strutture di struttura “Cis” dei grassi insaturi in una struttura “trans”. Ottennero ciò aggiungendo idrogeno a completamento delle aperture nella struttura polinsatura. Facendo ciò, trasformarono un naturale grasso polinsaturo in un grasso “bizzarro” che aveva molte delle proprietà dei grassi saturi in riferimento all’aumento di stabilità ed alla resistenza all’ossidazione. La differenza tra la forma cis e trans è solo nella forma Sfortunatamente, spaziale della molecola questi grassi trans, come sono chiamati, non condividono nessuno degli grassi polinsaturi naturalmente presenti nei effetti benefici dei grassi saturi. Nonostante mitocondri inducendo un abbassamento del esistano in natura in piccole quantità nei cibi, consumo di ossigeno. Questo a sua volta conil corpo umano non prevede alcun uso dei duce ad un abbassamento della produzione di grassi trans dato che la loro struttura (trans) energia e dell’ossidazione di grasso nelle celnon è utilizzabile in alcuna struttura o siste- lule. In breve, l’ingestione di grassi trans proma dell’organismo. È divenuto presto eviden- muove l’aumento di grasso corporeo. te che i grassi trans hanno effetti negativi Un nuovo studio1 descrive un altro insisulla salute poiché interferiscono con il meta- dioso effetto dei grassi trans: la perdita bolismo dei grassi essenziali, inclusa la pro- muscolare. Lo studio era incentrato sugli effetti dell’ingestione di grassi trans in 17 donne e duzione dei vitali eicosanoidi. Molti studi indicano che i grassi trans 15 uomini di età compresa tra i 38 e gli 83 innalzano il livello di colesterolo nel siero in anni. Lo studio ha portato alla scoperta che misura addirittura maggiore di quanto fanno i ingerire acidi grassi trans interferisce con il grassi saturi. Innalzano anche la produzione di metabolismo degli acidi grassi essenziali inilipoproteine a bassa densità (LDL), tra i prin- bendo competitivamente gli enzimi richiesti cipali trasportatori ematici di colesterolo, per convertire questi acidi grassi essenziali in diminuendo al contempo il numero di recettori eicosanoidi. Risulta che alcuni di questi vitali cellulari di LDL. Ciò incrementa il livello di LDL eicosanoidi controllano il metabolismo e la in circolo nel sangue, rendendole più inclini sintesi delle proteine nel corpo. Nei soggetti all’ossidazione. Quando queste LDL in circolo dello studio, quando i grassi trans venivano ad © Nova Development imp.nutrition 76 abbassare la produzione di eicosanoidi a partire dai grassi essenziali, diminuiva la sintesi proteica inducendo una perdita di amminoacidi e una conseguente perdita di tessuto muscolare. Gli autori dello studio quindi, data l’ubiqua presenza di grassi trans nell’alimentazione, suggeriscono di provvedere ad aumentare l’ingestione di grassi essenziali, soprattutto omega-6, principali precursori di eicosanoidi attivi. Un eccesso di omega-6 comunque può portare alla produzione di eicosanoidi infiammatori associati a dolore nei muscoli e nelle articolazioni. Le fonti di grasso omega-6 sono anche altamente soggette a ossidazione e impongono un aumento di assunzione di antiossidanti stabilizzanti alimentari come la vitamina E, il selenio, e altri. I grassi omega3 inoltre, agendo come substrati per gli eicosanoidi naturali, modificano e mitigano gli effetti negativi di un’elevata assunzione di grassi omega-6. Ma il modo più prudente di agire in considerazione di questa ricerca è evitare di ingerire grassi trans, che sono pura spazzatura, senza qualità che li riscattino e un cumulo di effetti nocivi. I grassi trans si trovano nella maggior parte dei cibi trattati, in particolare biscotti, prodotti dolciari da forno, fast foods e cibi surgelati trattati come vari pranzi TV. Li potete riconoscere attraverso le etichette con l’indicazione “oli o grassi idrogenati o parzialmente idrogenati”. Evitate ad ogni costo queste porcherie. Sono nocive per la vostra salute e per il vostro progresso nel bodybuilding – a meno che la vostra nozione di progresso non sia diventare grassi e perdere muscolatura. Bibliografia 1 Hubbard R, et al. Apparent skeletal muscle loss related to dietary trans fatty acids in a mixed group of omnivores and vegetarians. Nutrition Research 2003;23:651-658. Olympian’s News 27 imp.nutrition 76 7-02-2006 13:06 Pagina 28 Un altro buon motivo Foto Eric Jacobson (www.impact-photography.com) per mangiare verdura ■ Il cancro della prostata è la forma di cancro più frequentemente diagnosticata, ammontando al 29% dei casi diagnosticati di recente. Questa particolare patologia è anche attualmente la seconda causa di morte negli uomini maschi. Il cancro alla prostata è di particolare interesse per i bodybuilders a causa dell’associazione di diversi ormoni con questa patologia. Esempi degni di nota sono il testosterone, gli estrogeni e il fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1). È noto che gli androgeni accelerano i tumori alla prostata allo stadio iniziale, anche se evidenze recenti indicano che il tipo di androgeni coinvolto non è il testosterone, ma piuttosto un metabolita chiamato diidrotestosterone (DHT). Il DHT è anche associato alla calvizie maschile e all’acne, due frequenti effetti collaterali legati all’uso di steroidi anabolizzanti. Molti steroidi anabolizzanti sono costruiti su una struttura DHT e sono favoriti perché non possono venir convertiti in estrogeni. Il DHT, comunque, causa anche un ingrossamento della ghiandola prostatica. Gli estrogeni possono dimostrarsi promotori del cancro alla prostata più potenti dello spesso stigmatizzato testosterone. La maggior parte degli estrogeni sintetizzati negli uomini maschi è prodotta in seguito alla conversione di testosterone libero o slegato in estrogeni attraverso l’ubiquo enzima aromatasi, presente nei muscoli, nel grasso, nel cervello e in numerose altre regioni del corpo. Gli estrogeni sono un flagello per i bodybuilders dato che sono associati con l’aumento di grasso sottocutaneo, la ritenzione idrica, e la ginecomastia o eccesso di tessuto ghiandolare mammario nei maschi. Aumenti nei livelli di IGF-1 si presentano spesso in unione sia al cancro del seno sia al cancro della prostata. Si tratta di un problema perché se la maggior parte dei bodybuilder ha familiarità con le proprietà anaboliche dell’IGF-1, pochi di loro sono consapevoli del fatto che è anche un potente stimolante di divisione cellulare. In qualsiasi tipo di cancro il problema principale è la sfrenata, incontrollata divisione cellulare. Quindi, aggiungere IGF-1 ad un simile scenario equivale a gettare benzina sul fuoco. Il dibattito in corso in medicina è se l’IGF-1 sia un marcatore o uno stimolatore della formazione neoplastica. L’IGF-1 può venir prodotto localmente dai tumori come mezzo per incrementare le metastasi e diffondersi in tutto il corpo. Ciò avrebbe senso perché è noto che l’IGF-1 è prodotto localmente in tessuti come i muscoli. Si sa che il tumore della prostata è collegato alla razza (ha maggior incidenza sui maschi di colore), all’età (maggior incidenza sugli uomini più anziani) e alla storia familiare (se avete un parente stretto maschio che ha manifestato la patologia, è probabile che abbiate ereditato una maggior predisposizione a svilupparla voi stessi). La buona notizia è che la ricerca in corso indica diversi elementi nutrizionali in grado di svolgere una potente azione di prevenzione contro il cancro alla prostata. Molti di questi nutrienti protettivi si trovano in varie frutte e verdure. Tutto ciò è ironico dato che molti bodybuilder evitano di mangiare frutta e verdura in quanto percepite come alto apporto di carboidrati. Ma persino i più convinti avvocati dei pochi-carboidrati, come l’ultimo Dr. Robert Atkins, si rendono conto del valore di fattori alimentari protettivi e hanno saggiamente rivisto le loro precedenti linee guida per consentire limitate porzioni dei frutti e delle verdure più protettivi. Gli ortaggi della famiglia delle crocifere sono particolarmente protettivi contro il cancro. Queste verdure, che includono cavoletti di Bruxelles, broccoli, cavoli, cavolo riccio, e cavolfiore, contengono una gran quantità di composti chimici noti per indurre enzimi che detossificano e distruggono vari cangerogeni conosciuti. Tra questi composti chimici c’è la glucobrassicina, che a seguito di cottura o frantumazione è convertita in un’altra sostanza, l’indole-3-carbinolo (I3C). Una volta ingerito, l’I3C è esposto all’ambiente acido dell’intestino e di nuovo trasformato in diversi prodotti, tra i più attivi dei quali c’è il 3,3 diindolilmetano (DIM). L’I3C e il DIM possono magari essere familiari ad alcuni bodybuilder. Entrambe le sostanze sono comparse in integratori alimentari in commercio sponsorizzati come in grado di aiutare ad abbattere l’eccesso di estrogeni nell’organismo. Delle due il DIM è di gran lunga più stabile e potente. È noto che il DIM converte estrogeni attivi in forme relativamente inattive, il che offre benefici per la prevenzione di qualunque tipo di tumore legato agli estrogeni, come le neoplasie del seno e della prostata. Studi recenti mostrano che il DIM può rivelarsi perfino più potente contro il cancro alla prostata di quanto non si fosse realizzato inizialmente. In un recente studio2 quando 3 tipi di linee cellulari nel cancro alla prostata erano esposte al DIM, tutte procedevano immediatamente al suicidio, un processo chiamato apoptosi. Lo stesso studio indicava che quando normali cellule epiteliali erano esposte al DIM, non ne seguiva alcun danno, evidenziando così che il DIM attacca soltanto le cellule cancerose. Questo stesso effetto si sviluppava anche in uno studio precedente in cui cellule neoplastiche del seno erano similmente esposte al DIM. Un altro studio, pubblicato nel numero di giugno 2003 del Journal of Biological Chemistry, ha evidenziato un altro meccanismo attraverso il quale il DIM distrugge le cellule neoplastiche della prostata. In questo studio, il DIM bloccava gli effetti del DHT, che, come notato in precedenza, è il principale androgeno associato con lo sviluppo del tumore alla prostata. Ciò è significativo perché la maggior parte dei tumori alla prostata è inizialmente sensibile alla presenza di DHT, e quando l’attività del DHT viene bloccata, il tumore si ritira e scompare. Questo studio solleva anche la questione se il DIM possa aiutare a liberare l’organismo dagli eccessi sia di estrogeni che di DHT, entrambi considerati problematici per i bodybuilders. Il DIM non inibisce la formazione di DHT, come fa il farmaco finesteride (Proscar), ma piuttosto lo blocca a livello dei recettori cellulari, rendendo la sua azione più simile al modo in cui il farmaco Nolvadex blocca i recettori cellulari degli estrogeni senza inibire la sintesi di estrogeni. Un’altra domanda in attesa di risposta è se il DIM agisca soltanto a livello della ghiandola prostatica o sistematicamente. 2 Nachshon-Kedmi, M, et al. Indole-3-carbinol and 3,3 diindolylmethane induces apoptosis in human prostate cancer cells.Food Chem Toxicol 2003;in press. Continua a pag. 30 28 Olympian’s News imp.nutrition 76 7-02-2006 13:06 Pagina 30 Il siero del latte in due parole ■ Senza dubbio, gli integratori a base di siero sono gli integratori proteici più popolari tra i bodybuilder e altre persone che svolgono attività fisica. In un certo senso, la popolarità del siero è degna di ironia dato che una volta era considerato un sottoprodotto di scarto della lavorazione del formaggio. D’altra parte, il latte è da tempo considerato una delle fonti di proteine più biologicamente attive, e le proteine del latte sono costituite per l’80% da caseina e per il 20% da siero. Gli integratori di proteina del siero sono popolari per un numero di ragioni. Per esempio, il siero è un prodotto a rapida azione che viene prontamente assorbito e assimilato dall’organismo. Procura quindi rapidamente amminoacidi essenziali pronti ad essere utilizzati nei processi di sintesi proteica nei muscoli dopo l’allenamento. Le più recenti forme di proteina del siero sono anche molto gradevoli al gusto e facili da digerire per la maggior parte delle persone. I primi prodotti commerciali a base di proteina del siero erano più che altro un concentrato grezzo di proteina del siero che presentava alti contenuti di lattosio, uno zucchero del latte che causa in molte persone difficoltà gastrointestinali. Le versioni più recenti di siero invece sono più pure e sono disponibili in varie forme. Il siero a scambio ionico è forse la forma di siero più pura, talmente pura che si scioglie senza problemi nei fluidi ed è priva di lattosio. Se il siero a scambio di ioni è utile per coloro che non tollerano la maggior parte dei tipi di integratori proteici, è però privo dei principali peptidi bioattivi che lo distinguono come benefico per la salute. Un altro tipo di lavorazione del siero, chiamato macro-ultra filtrazione, elimina gran parte del lattosio, ma lascia intatti molti degli importanti peptidi bioattivi del siero, sebbene tolga l’albumina bovina. Ciò è degno di nota perché l’albumina bovina fornisce “residui di cisteina” che agiscono come precursori del glutatione, un importante antiossidante e protettore cellulare. L’altro principale sistema di lavorazione del siero è chiamato filtrazione cross-flow (incrociata). Questo procedimento mantiene tutti i peptidi attivi essenziali del siero eliminando al contempo i grassi ed il lattosio. La proteina del siero è di per sé costituita principalmente da beta-lattoglobulina e alfa-lattoglobulina, che nell’insieme rappresentano l’80% della proteina del siero. L’altro 20% è rappresentato dalla porzione di siero costituita da peptidi bioattivi. Questa porzione è composta da proteine più piccole o peptidi che vengono assorbiti intatti attraverso il processo digestivo ed esercitano fondamentalmente funzioni benefiche nel corpo. Sedicenti esperti nutrizionisti del mainstream denigrano spesso l’uso di integratori proteici come il siero, sottolineando che la maggior parte degli americani può facilmente ottenere proteine in quantità più che sufficienti semplicemente consumando cibi ricchi di proteine come la carne, il pesce, il latte, le uova e così via. Quello che non prendono in considerazione è invece il fatto che coloro che cercano di perdere grasso corporeo seguono spesso diete dal limitato apporto calorico e un integratore che non contenga grassi o carboidrati ed abbia al contempo basso contenuto calorico può offrire a queste persone vantaggi concreti. Le proteine sono di vitale importanza in qualsiasi dieta perché servono a mantenere il tessuto magro. Quando si perde tessuto magro, il metabolismo si abbassa assicurando virtualmente un rapido ritorno del grasso corporeo perso. Un notevole vantaggio degli integratori del siero e di proteine in generale è costituito dal fatto che consentono di assumere proteine a intervalli regolari senza la necessità di preparare pasti, come sarebbe invece necessario nella normale assunzione alimentare. Si tratta di un vantaggio considerevole per persone indaffarate che vogliono assumere le loro proteine a intervalli regolari, ma non hanno tempo di sedersi a consumare un regolare pasto ad alto apporto proteico. Alcuni studi indicano che assunzioni di proteine a tratti, cioè ingerire proteine a intervalli di 2-3 ore, procura un innalzamento dell’effetto anabolico nei muscoli, soprattutto nei giovani. Un altro vantaggio apportato dal siero è rappresentato dai peptidi bioattivi di cui abbiamo parlato. Per esempio, la lattoferrina è un peptide bioattivo del siero che si lega al ferro. I batteri hanno bisogno di ferro per riprodursi e, legando il ferro in eccesso, la lattoferrina svolge azione antibatterica. La lattoferrina inibisce anche l’assorbimento e la penetrazione dei batteri nelle pareti intestinali. Un altro peptide del siero, la lattoperossidasi, mima le funzioni di alcuni globuli bianchi nel sangue producendo forme di ossigeno reattivo o radicali liberi che distruggono attivamente i batteri invadenti. Questo, tra parentesi, è uno degli effetti positivi dei radicali liberi. ’s Le diverse immunoglobuline fornite dal siero stimolano il an pi m ly sistema immunitario, prevenendo le malattie. Il siero è anche ricco O to Fo di glutammina, un amminoacido che è utilizzato direttamente come © nutrimento dalle cellule immunitarie. Studi sugli animali indicano che il siero fornisce protezione contro il cancro del colon, soprattutto quello associato al consumo di carni rosse (di solito cotte in eccesso o fatte al barbecue). Altri studi mostrano che la somministrazione di 30 grammi al giorno di siero promuoveva il regresso della neoplasia in pazienti con tumori metastatici (tumori in espansione). Un recente studio3 ha messo in evidenza che, quando isolate cellule sane della prostata venivano inizialmente trattate con isolate proteine del siero, il contenuto di glutatione nelle cellule aumentava del 64%. Ciò è significativo perché il glutatione è uno dei principali antiossidanti nelle cellule e nei tessuti e i processi ossidativi sono coinvolti nella genesi del cancro della prostata. Sebbene tutto ciò risulti da uno studio progettato per esaminare colture di cellule isolate, l’implicazione è che il siero può fornire effetti protettivi contro l’insorgere del tumore della prostata proteggendo le cellule prostatiche contro i danni ossidativi per mezzo dell’innalzamento dei livelli di glutatione. Le immunoglobuline e altri peptidi bioattivi presenti nel siero possono anche bloccare il declino nel sistema immunitario che spesso accompagna un intenso allenamento. Anche la glutammina svolge un ruolo in questo scenario. In questo caso il beneficio è costituito da minore probabilità di acquisire una malattia se esposti all’organismo che causa la malattia dopo un allenamento. Come potete facilmente capire, il siero è più di una semplice fonte di proteine. Il contenuto di amminoacidi del siero è simile a quello del muscolo umano. Se da una parte contiene il 26% di amminoacidi a catena ramificata, compresa la leucina, considerata l’elemento più importante per dare il via ai processi di sintesi proteica nei muscoli, dall’altra il siero offre benefici per la salute che vanno ben al di là delle sue pure applicazioni nella costruzione dei muscoli. 3 Kent KD, et al. Effect of whey protein isolate on intracellular glutathione and oxidant-induced death in human prostate epithelial cells. Toxicology: in vitro 2003;17:27-33. Continua a pag. 32 30 Olympian’s News imp.nutrition 76 7-02-2006 13:07 Pagina 32 Lo zinco e il cancro della prostata: un motivo di preoccupazione? È IMPORTANTE ESSERE CONSAPEVOLI DELLE QUANTITÀ DI ZINCO CHE SI INGERISCONO DA FONTI ALIMENTARI E SOPRATTUTTO DA INTEGRATORI. Uno studio di recente pubblicazione4, esamina il ruolo dello zinco nel cancro della prostata. I dati in questo studio erano ricavati da una ricerca in corso su 46.974 uomini arruolati nello Health Professionals Follow-up Study. Lo studio ha evidenziato un’associazione tra gli uomini che usavano 100 milligrammi o più di integratori di zinco al giorno e un aumento nell’incidenza del tumore alla prostata. Più a lungo era assunta questa dose, più alta era l’incidenza. Alcuni avevano assunto grosse dosi per più di 10 anni. Perché lo zinco, un elemento nutritivo spesso consigliato per la salute della prostata, dovrebbe essere legato al tumore della prostata? Notate che i rischi si presentavano solo con assunzioni di 100 milligrammi giornalieri o più di integratori di zinco per periodi prolungati. Queste dosi sono in contrasto con il fabbisogno giornaliero di zinco per gli uomini, che ammonta a soli 11 milligrammi. Quello che succede è che lo zinco agisce secondo una curva a forma di campana (parabolica); troppo zinco porta paradossalmente a effetti che assomigliano ad una carenza di zinco. Per esempio, lo zinco è un potente stimolante per la risposta immunitaria, ma in larghe dosi menoma il sistema immunitario. In quantità normali, cioè, meno di 100 milligrammi giornalieri, lo zinco fornisce protezione antiossidante attraverso il suo ruolo come componente del sistema enzimatico presente nell’organismo (superossido dismutase). Ma, di nuovo, in dosi più consistenti indebolisce le difese ossidanti. Altri studi dimostrano che un altro minerale, il selenio, è un potente protettore contro l’insorgere del cancro della prostata, ma troppo zinco blocca questo ruolo protettivo del selenio. La promozione di testosterone e IGF-1 da parte dello zinco è portata al sovraccarico quando si consuma troppo zinco ed entrambi questi ormoni promuovono il cancro alla pro- stata, sebbene non lo causino. Lo studio indicava che lo zinco ottenuto da fonti alimentare non aveva effetti sul tumore della prostata. Questo studio fa sorgere qualche preoccupazione perché lo zinco si ripresenta in numerosi integratori alimentari. Questo minerale è spesso aggiunto a sostituti di pasto, multi-minerali, vitamino-minerali, e così via. Non è quindi difficile consumare 100 milligrammi di zinco al giorno. I più recenti integratori zinco-magnesio-B6 contengono una media di 30 milligrammi di zinco, non sufficienti a causare alcun problema se consumati da soli, ma possono avere un effetto cumulativo se utilizzati in unione ad altri integratori contenenti zinco. La morale di questa storia è semplicemente che è importante essere consapevoli delle quantità di zinco che si ingeriscono da fonti alimentari e soprattutto da integratori. Se ammontano a 100 milligrammi o più al giorno, abbattete l’assunzione di zinco fino ad arrivare a consumarne meno di 100 milligrammi giornalieri. Lo zinco offre molti benefici a chi cerca muscoli e salute, ma, come si suol dire, il troppo stroppia. Un’altra prudente tecnica per coloro che si preoccupano di prevenire il cancro della prostata è consumare altri elementi nutritivi che si sa aiutano a prevenire questa forma di cancro, che è attualmente la seconda causa di morte da tumore nella popolazione maschile. Tra questi altri elementi nutritivi si annoverano il selenio, il tè verde, il resveratrolo (presente nell’uva e nelle arachidi), la vitamina D, il licopene, gli isoflavoni della soia, l’aglio e il gamma-tocoferolo, una forma di vitamina E disponibile in integratori. 4 Leitzmann MF, et al. Zinc supplement use and risk of prostate cancer. J Nat Cancer Instit 2003;95:1004-07. Continua a pag. 34 32 Olympian’s News Steve McLeod Foto di Michael Neveux ■ Se tutti i minerali essenziali sono vitali per la salute e il progresso nel bodybuilding, lo zinco è emerso come un minerale di particolare importanza per coloro che cercano di guadagnare muscoli e forza. Come gli altri minerali, lo zinco ha diverse funzioni nell’organismo, soprattutto come coattivatore di enzimi. Ciò significa che certi enzimi semplicemente non funzionano a meno che non sia presente zinco. Lo zinco è coinvolto in più di 200 reazioni enzimatiche nel corpo umano. Tra queste reazioni si annoverano quelle implicate nella sintesi e nel rilascio di tutti gli ormoni anabolici, compresi l’insulina, il testosterone, l’ormone della crescita e il fattore di crescita insulino simile-1 (IGF-1). Senza zinco non funzionerebbero gli enzimi che convertono i pro-ormoni in testosterone. Senza zinco non potreste digerire le proteine. Non potreste elaborare l’acido lattico o diossido di carbonio. Le vostre cellule non potrebbero riprodursi perché lo zinco è necessario per l’attività del DNA. I topi con carenze di zinco presentano in media il 40% di recettori di androgeni in meno, con uguale aumento di recettori di estrogeni. Questa situazione favorisce la ginecomastia, o sviluppo del seno nei maschi, e altri segni di squilibrio di estrogeni/testosterone. Probabilmente l’assenza di zinco vi farebbe anche ingrassare dato che questo minerale è richiesto per attivare gli enzimi necessari alla produzione dell’ormone tiroideo attivo, o T3. Dati tutti questi fattori, lo zinco è divenuto un integratore popolare tra i bodybuilders. Altre persone assumono zinco per ragioni diverse. Esistono pasticche di zinco per prevenire precoci infreddature, un effetto che si pensa sia legato alla capacità dello zinco di promuovere la risposta immunitaria. Altri ancora prendono zinco nella speranza che possa arrestare l’acne incipiente. Un’altra ragione diffusa per l’utilizzo di integratori di zinco riguarda la ghiandola prostatica. Lo zinco si concentra in misura maggiore nella prostata che in qualunque altro tessuto nel corpo. Gli uomini con tumore della prostata presentano spesso livelli di zinco più bassi e altri studi indicano che lo zinco offre effetti protettivi contro l’insorgere del cancro della prostata. D’altra parte lo zinco potenzia anche l’attività della telomerasi, un enzima prodotto dalle cellule cancerose che consente loro di divenire immortali. Ciò a sua volta promuove l’espansione della neoplasia. Quando il tumore della prostata si espande diviene mortale. imp.nutrition 76 10-02-2006 16:07 Pagina 34 Nuova ricerca ■ Nuovi studi presentati al meeting dell’American College of Sports Medicine del 2003 forniscono alcuni dati interessanti circa gli effetti di una alimentazione a basso apporto di carboidrati. In uno studio, dei ricercatori canadesi hanno cercato di determinare gli effetti di una dieta ipoglucidica sulla composizione corporea, notando che la maggior parte delle critiche mosse a questa dieta contesta che il peso perso con questo tipo di alimentazione consiste per la maggior parte di glicogeno e acqua. Lo studio coinvolgeva 6 donne e 7 uomini, tutti obesi, che si sottoponevano ad una dieta ipoglucidica per 2 settimane. La dieta consentiva loro di mangiare qualunque cosa volessero purché il totale dei carboidrati consumati da ciascuno non eccedesse i 20 grammi. I tests condotti su questi soggetti prevedevano la misurazione del grasso e delle proteine bruciate sia a riposo che durante l’attività fisica. L’attività aerobica consisteva in un esercizio ad un livello d’intensità corrispondente al 65% del massimo di consumo di ossigeno, un allenamento ad intensità relativamente bassa che favorisce la combustione del grasso, specialmente nelle persone fuori forma. I risultati indicano che questi soggetti smettevano di bruciare carboidrati a riposo e bruciavano il 25% in meno di carboidrati dopo 15 minuti di attività fisica. L’ossidazione di proteine, aumentata del 38% a riposo, rimaneva elevata durante l’attivita fisica. L’ossidazione di grasso aumentava leggermente a riposo, ma aumentava del 50% durante l’attività fisica in risposta alla dieta. I soggetti riducevano anche la loro complessiva assunzione di calorie mentre seguivano la dieta. I soggetti maschi perdevano un po’ di massa magra, cosa che non avveniva nelle donne. Comunque, la massa magra persa negli uomini non era costituita da muscoli, ma piuttosto da glicogeno e acqua, immagazzinati in misura maggiore negli uomini. Questo studio mette in evidenza due punti essenziali circa le diete ipoglucidiche. Primo, la carenza di carboidrati incrementa l’ossidazione di proteine, imponendo un’assunzione proteica più consistente del normale, forse almeno 1 gr ogni 450 gr del peso desiderato. Il secondo punto è che si bruciano quantità di grasso ben maggiori svolgendo attività fisica nel corso di una dieta ipoglucidica. In un altro studio presentato allo stesso meeting, i ricercatori hanno stabilito gli effetti di una dieta chetogenica o a basso apporto di carboidrati sui lipidi ematici. In particolare, volevano determinare come questo tipo di dieta influenzi il colesterolo veicolato da lipoproteine a bassa densità di piccole dimensioni. Questo tipo di colesterolo LDL è considerato il più peri- © Nova Development sulle diete ipoglucidiche coloso per l’insorgere di patologie cardiovascolari. Le persone con questo profilo LDL, noto come “pattern B,” presentano incidenza di affezioni coronarie 3 volte più elevata. Lo studio coinvolgeva 25 uomini che seguivano una dieta chetogenica per 6 settimane. I risultati dopo 6 settimane registravano nei soggetti valori di trigliceridi nel sangue diminuiti del 39%; l’innalzamento di grassi nel sangue legato ai pasti calava del 33%; l’insulina scendeva del 40%; il grasso corporeo dell’11%, e il picco di diametro delle LDL aumentava dell’1.8%, indicando un benefico cambiamento nelle dimensioni delle particelle di LDL. La maggior parte dei benefici della dieta chetogenica in relazione alle affezioni cardiovascolari era attribuita a maggior sgombro di trigliceridi o grassi nel sangue dopo un pasto. Livelli più elevati di grasso dopo-pasto favoriscono LDL più piccole, più dense, più pericolose. LA DIETA METABOLICA... ITALIANA del dott. Marco Ceriani con prefazione del dott. Mauro G. Di Pasquale Questo libro si pone l’obiettivo di avvicinare la Dieta Metabolica alle abitudini italiane e ai nostri alimenti, rendendo più facile l’applicazione dei suoi principi. Il primo capitolo è un sunto di quanto il Dott. Mauro Di Pasquale ha scritto in questi anni sulla dieta metabolica, vengono poi illustrati gli alimenti che più caratterizzano la nostra alimentazione. In appendice sono riportati i valori nutrizionali degli alimenti maggiormente commercializzati nel nostro paese. Una visione ampia sui cibi è sicuramente funzionale all’applicazione dei principi della Dieta Metabolica. NOVITÀ NOVITÀ Cod. 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