La viscosità è una proprietà intrinseca di ogni fluido e si può immaginare come la resistenza che il fluido stesso incontra nello scorrere. Si misura cronometrando quanto tempo impiega una data quantità di fluido per uscire, attraverso un foro calibrato, da un recipiente. Maggior tempo indica maggiore viscosità. E' una specie di “collosità”, di aderenza interna. con esso. Immaginiamo il fluido fermo e il corpo in movimento. Se il fluido è viscoso, le particelle di fluido a contatto con il corpo dovranno essere in moto con il corpo (condizione di aderenza). Il corpo quindi eserciterà sulle particelle di fluido che via via esso incontra una azione accelerante, mediante una forza. Per il il principio di azione e reazione, il fluido eserciterà sul corpo una azione frenante. In altre parole gli strati di fluido immediatamente adiacenti al corpo tenderanno ad esercitare delle azioni di forza sul corpo, con la direzione della velocità del corpo ma verso opposto. Questa forza dipenderà dalla superficie bagnata (cioè esposta al fluido) del corpo stesso, dalla velocità del corpo, e dalla viscosità del fluido (ma non dalla forma del corpo). E', in sintesi, una specie di “trascinamento per adesione” alla superficie del corpo. Per esempio l'olio è più viscoso dell'acqua, anche se è meno pesante, meno denso. Un fluido come il miele è più viscoso dell'olio. RESISTENZA DI FORMA ATTRITO FLUIDODINAMICO La resistenza fluidodinamica è quella forza che si oppone al movimento di un corpo in un fluido. Un corpo che si muove in un fluido (liquido o aeriforme) scambia con il fluido stesso delle forze dovute alla viscosità di quest'ultimo. (Nota: spesso nel linguaggio comune viene usato impropriamente il termine “densità” per intendere la viscosità: si dice che l'olio è più denso dell'acqua, intendendo più viscoso. L'olio, al contrario, è più leggero, meno denso: galleggia sull'acqua) L'entità della resistenza fluidodinamica dipende: dalla densità del fluido dalla viscosità del fluido dalla velocità relativa tra fluido e corpo dalla forma geometrica del corpo. La resistenza può essere divisa idealmente in due componenti, dovute ciascuna ad una diversa causa: resistenza di attrito viscoso resistenza di forma RESISTENZA DI ATTRITO VISCOSO La resistenza viscosa è dovuta, come suggerisce il nome stesso, alle forze viscose che si scambiano il corpo ed il fluido in moto relativo La resistenza di forma è dovuta alla densità del fluido, alla sua viscosità ma anche alla forma complessiva del corpo, in quanto è causata: 1. dal fatto che le linee di flusso, davanti al corpo, vengono fatte divergere da un lato e dall'altro, non potendo attraversare il corpo stesso; 2. dal modo, ritardato, con cui le linee di corrente “si chiudono” dietro il corpo una volta che esso è passato Analizziamo i due casi. 1. E' evidente che, quando il corpo incontra il fluido, le linee di corrente, inizialmente parallele, devono essere spostate di lato. Questo spostamento è provocato da un'accelerazione e questa accelerazione richiede una forza da parte del corpo. Per reazione il corpo risente di una forza uguale e contraria. Tanto maggiore è la densità del fluido, tanto maggiore la sua massa e quindi, a parità di accelerazione, la forza che ne deriva. Correre nell'aria costa, infatti, meno fatica che correre nell'acqua, a parità di altre condizioni. Infatti l'acqua ha una densità circa 800 volte superiore all'aria Osserviamo la figura di una sfera: velocità: è la resistenza di forma. Questo succede ad una sfera: Alcuni esempi di scia: la sfera, un'ala d'aeroplano, una lastra trasversale La deviazione laterale delle linee di corrente è tanto maggiore quanto più esse sono vicine al centro del corpo (v. esempio disegno sfera). Ad una certa distanza le linee di flusso rimangono indisturbate, parallele. Veniamo alla “chiusura” delle linee 2. In linea di principio, per un fluido ideale, senza massa e senza viscosità, le linee di flusso dietro il corpo in movimento si possono chiudere seguendo perfettamente la superficie del corpo, senza lasciare alcun “vuoto”. Questo, però, non avviene sia per la viscosità, che esercita una forza interna fra le molecole, sia per la massa (o inerzia) delle molecole e la loro velocità. Per esempio è difficile riuscire ad effettuare una curva ad angolo retto perfetta (per esempio costeggiando un muro) se si possiede una massa elevata e si va veloci. Poiché il vuoto non può esistere, esso richiama, con un “effetto ventosa” fluido nella zona che rimarrebbe vuota (chiamata “zona di ristagno”). Il fluido richiamato nella zona di ristagno non è fermo ma in rotazione, sia perché proviene con una certa velocità sia perché, per viscosità, per aderenza, viene trascinato in rotazione (come delle rotelline che vengono fatte girare da un nastro). Tutto ciò crea dei piccoli vortici (è detta anche “zona vorticosa” ) e una situazione di depressione, ovvero di “risucchio”. L'effetto complessivo di questa zona “anomala” è di attrarre il corpo in direzione contraria alla Nella seguente figura vediamo che cosa cambia quando la velocità aumenta: in alto a sinistra la velocità è bassa, a destra aumenta e si formano i primi vortici. Nella figura in basso, ad alta velocità, i vortici (di Von Karman) si staccano dal corpo ed entrano nella scia. Lo fanno in modo alternato e creano vibrazioni che possono anche rompere strutture apparentemente robuste (es. ponte di Tacoma, flutter nelle ali degli aeroplani....) Tanto più il corpo è tozzo, troncato bruscamente, tanto più grande è la zona di vorticosità e quindi la resistenza. La seguente figura mostra il caso peggiore, una lastra trasversale al moto. Esempi pratici: il primo caso è un tentativo (efficace) di evitare la zona di ristagno dietro il corpo. In alto la situazione ideale. Liquido perfetto che si chiude senza creare depressione. In basso fluido denso e viscoso, che lascia vortici e depressione. La pressione a destra è minore e attira il corpo (che si sta muovendo verso sinistra) in direzione contraria al suo moto. RIDURRE LA RESISTENZA DI FORMA Per ridurre la resistenza di forma (e lo si fa dapprima con un buon disegno di progetto, poi sperimentando nelle gallerie del vento, con traccianti fumogeni) è necessario “riempire” lo spazio vuoto dietro il corpo, la possibile zona di ristagno, con il materiale del corpo stesso, ovvero conformare il corpo secondo il percorso naturale delle linee di flusso, “assecondare” il loro naturale percorso, in modo da non creare la zona vorticosa Inoltre bisogna conformare la parte anteriore, cioè l'inizio del contatto delle linee di corrente con la superficie del corpo , in modo progressivo, senza bruschi cambiamenti di direzione. Nasce la forma ogivale, o a FUSO, che è tra le migliori come resistenza fluidodinamica. I pesci la adottano naturalmente e molte costruzioni umane cercano di imitarla (automobili, aeroplani, sommergibili, proiettili, bombe, siluri, serbatoi di acquedotti...). La linea di questa vettura (Ferrari P45) è studiata in modo da alterare il minimo possibile le naturali linee di flusso dell'aria. COEFFICIENTE DI FORMA La validità di una forma viene quantificata, mediante misure in galleria del vento, dal cosiddetto COEFFICIENTE DI FORMA, Cx Esso esprime la relazione tra la forma e la resistenza. Minore è il Cx, minore la resistenza di forma a parità di altre condizioni. R= 1 2 C x A v 2 PERDITE NELLE TUBAZIONI Il fenomeno delle zone di ristagno (o di vortici) si manifesta anche nelle tubazioni se le curve e gli spigoli non sono opportunamente smussati. Questo genera perdite di energia che costringono ad utilizzare motori più potenti per spingere liquidi e gas lungo le condutture (con grave danno economico: basti pensare ad un oleodotto lungo 2000 km o un gasdotto lungo 6000 km, dalla Siberia all'Europa). Si vede che la resistenza di forma dipende dalla densità, dall'area frontale (quello che si vedrebbe da davanti come ombra su uno schermo) e dal quadrato della velocità. Raddoppiando la velocità, per esempio, quadruplica la resistenza (Per questo motivo, per il risparmio energetico, furono introdotti nel 1973 i limiti di velocità nelle strade e autostrade, prima inesistenti. Nel 1973 ci fu la crisi petrolifera. In seguito ad essa ci fu un notevole incremento degli studi sull'aerodinamica). Quindi anche l'interno di tubazioni e condotti va raccordato in modo da assecondare il naturale flusso del liquido o del gas, in modo, cioè, da riempire con materiale solido le eventuali zone di vortice che si formerebbero. Qui sopra, alcuni esempi di Cx (che, per le vetture, varia da 0,28 a 0,40 circa).