La strana coppia: percussioni e pianoforti All'auditorium Paganini Pietro De Maria, Andrea Dulbecco, Andrea Lucchesini, Maurizio Ben Omar Martedì 28 ottobre 2003, ore 20.30 Il concerto sarà preceduto dall'incontro del ciclo Prima le parole... alla Casa della Musica, ore 18.00 con Mario Messinis e la partecipazione dei musicisti Concerto di estremo interesse domani sera, alle ore 20.30 all’Auditorium Paganini per il secondo appuntamento della Stagione Concertistica 2003 2004 del Teatro Regio di Parma. Ospiti saranno infatti i pianisti Pietro De Maria e Andrea Lucchesini e i percussionisti Maurizio Ben Omar e Andrea Dulbecco. Programma insolito, che suscita curiosità. Il pubblico potrà ascoltare infatti Linea per due pianoforti, una pagina di Berio del 1973; En blanc et noir per due pianoforti del 1915 di Debussy; La valse del 1919 nella trascrizione per due pianoforti dello stesso Ravel e la Sonata per due pianoforti e percussioni composta da Bartók nel 1937. Un Berio, in Linea, quasi classicheggiante, a tratti con motivi di richiamo orientale. Un momento di riflessione nella costante ricerca del musicista imperiese. È propriamente un incontro di tastiere: a quelle classiche si associano marimba e vibrafono, che danno vita ad un pezzo ben calibrato e fantasioso. Quasi al termine della propria vita Debussy scrive un trittico per due pianoforti che chiama En blanc et noir, titolo evidentemente astratto ed allusivo al colore dei tasti. È un’opera di grande tensione, cupa, rispecchia infatti il periodo storico in cui fu scritta, la prima guerra mondiale, avvenimento che toccò profondamente il compositore francese. Fu tentato dapprima di non comporre più durante il conflitto, ma poi un desiderio di partecipare in qualche modo alla resistenza della Francia con brani d'intonazione patriottica, gli fa cambiare idea. En bianc et noir è pure la trascrizione che Ravel, compiendo un percorso inverso a quello più usuale, ha realizzato di una delle suo opere più celebri La valse; scrittura pianistica sontuosamente efficace per una rievocazione della Vienna imperiale. Con ironia e malinconia, il pezzo sprigiona ritmi e suoni. Una partitura molto difficile sia dal punto di vista tecnico, sia espressivo. Come ha sottolineato recentemente Maurizio Ben Omar, la Sonata è «il primo lavoro di musica da camera in cui le percussioni ricoprono un ruolo pari a quello degli altri strumenti, come se tutti insieme formassero un quartetto d'archi». Un particolare ruolo viene, nel contesto percussivo, riservato al timpano, mentre il secondo movimento è invece caratterizzato dalle misteriose sonorità del piatto sospeso e dei tamburi; decisivo è anche lo xilofono. Si tratta di un ritmo di danza articolato su una scala presente nella musica romena, che si arricchisce via via di nuovi suoni senza perdere le proprie caratteristiche di base, ovvero l’atmosfera dalla musica creata dai contadini romeni. Il concerto sarà preceduto, alla Casa della Musica alle ore 18.00, dall'incontro del ciclo Prima le parole..., a cura di Jacopo Pellegrini, con Mario Messinis e con la partecipazione dei musicisti.