Antonello Ciccozzi - Dipartimento di Scienze umane

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CURRICULUM VITAE DI ANTONELLO CICCOZZI
Ricercatore confermato in Discipline Demoetnoantropologiche (SSD M-DEA/01) presso il
Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Dati Anagrafici
Nome
Cognome
Data e luogo di nascita
Telefono
email
Antonello
Ciccozzi
24-02-1971, L’Aquila
ufficio 0862/432135, cell. 3484000294
[email protected]
Titoli
2001
Laurea in Lettere Moderne indirizzo glotto-antropologico; Università degli Studi dell’Aquila
(votazione 110 e lode).
2007
Dottore di ricerca d'eccellenza in “Filosofia, ecologia e teoria delle scienze umane negli
scenari della globalizzazione”, Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi
di Napoli Federico II.
2008
Ricercatore
nel
settore
Demoetnoantropologiche.
2013
Abilitazione a Professore
Demoetnoantropologiche.
scientifico-disciplinare
Associato
nel
settore
M-DEA/01,
concorsuale
11/A5,
Discipline
Scienze
Attività di ricerca
Nel periodo che va dalla tesi di laurea fino al dottorato ho orientato l’attività di ricerca verso
l’approfondimento teorico-analitico dei processi culturali di rappresentazione delle differenze
socio-economiche, attraverso la rivisitazione del concetto gramsciano-ciresiano di “dislivelli
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di cultura” in base al paradigma sistemico-cibernetico e alla teoria thomiana delle catastrofi.
In merito, nel testo “Società globalizzata e dislivelli culturali”, ho proposto una rilettura del
concetto di ‘globalizzazione’ che – mettendo in relazione l’opposizione globale/locale con
quella egemonia/subalternità – descrive la stessa come un fenomeno di riduzione di singole
globalità particolari a località categoriche di un sovra-ordine strutturale egemonico.
Parallelamente a quest’ambito d’interessi teorici, mi sono occupato dello studio delle
culture locali nella provincia dell’Aquila, in un’ottica volta a evidenziare le dinamiche di
permanenza e mutamento dei sistemi rituali tradizionali all’interno delle trasformazioni che,
nell’ultimo mezzo secolo, hanno investito il modo di produzione tradizionale delle culture
rurali. In merito a ciò ho pubblicato il libro Sirente – usi e rappresentazioni del mondo
tradizionale nell’epoca della globalizzazione, dove riporto i risultati di un’indagine
etnografica che ho svolto in dodici paesi del Parco Regionale del Velino Sirente, in provincia
dell’Aquila; e ho implementato – per la cattedra di antropologia culturale dell’Università degli
Studi dell’Aquila tenuta all’epoca dal Prof. Valerio Petrarca – un archivio digitale che
raccoglie in un lavoro d’insieme i risultati di un’attività di ricerca sulle feste tradizionali della
provincia dell’Aquila, svolta dal 1993 al 2002.
All’interno del dottorato di ricerca ho svolto uno studio sulle subculture antisistemiche,
attraverso indagini sul campo e analisi testuali. Il fine è stato quello di pervenire a una
prospettiva descrittiva e interpretativa delle culture della contestazione all’ordine costituito. A
questo proposito ho approfondito alcuni aspetti dei “Quaderni del carcere” di Gramsci,
nell’idea che il concetto di ‘senso comune’ - pensato come prodotto della dialettica tra
folklore (cultura popolare) e filosofia (cultura istituzionale) - potesse consentire di accostare
allo schema binario di Cirese (cultura egemonica/culture subalterne) un modello triadico in
grado di mettere in risalto primario i processi di negoziazione dei significati collettivi che si
realizzano nell’incontro tra egemonie culturali e spontaneità del mondo della vita. Attraverso
tale impianto ho messo a punto un modello per l’analisi dei dislivelli interni presenti nelle
subculture antisistemiche in grado di illustrare il flusso di relazioni che si instaura
dialetticamente tra le spontaneità ribelli e l’industria controculturale, attraverso la mediazione
dei movimenti, intesi come luoghi e momenti di formazione di senso comune antagonista.
Nell’ambito di questa ricerca ho inoltre rielaborato le conoscenze acquisite intorno alle
festività rurali, applicando gli strumenti per l’osservazione antropologica dei sistemi festivi
all’ambito delle analisi delle manifestazioni politiche.
Nel testo Neoprimitivismo, folklore, rivoluzione - per un’antropologia della cultura
antisistemica ho rielaborato la prima parte della mia tesi di dottorato, avente come oggetto
una ricerca etnoantropologica sulle subculture antisistemiche dei “punkabbestia”. Qui muovo
l’idea che queste subculture ineriscano a una fase postadolescenziale in cui una discrepanza
tra aspettative individuali di felicità e possibilità sociali di realizzazione alimenta un folklore
del rovesciamento sociale, che riproduce dal basso lo stilema chiave della cultura della
rivoluzione: l’inversione. Nel caso di tale gruppo questa espansione liminoide della
giovinezza si espleta in modalità tendenzialmente semi-nomadiche e attraverso un’apertura a
ideali anarco-primitivistici più o meno vaghi e mitizzati. In tale sede ho analizzato il traffico e
la negoziazione di significati culturali tra lo spontaneismo ribelle di questi microgruppi – che
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agiscono come “condensatori di simboli” antagonisti – e il flusso dei movimenti di
contestazione, nell’idea che le manifestazioni movimentiste forniscano, a livello individuale,
un rituale iniziatico ai soggetti in cerca di esperienze epocali da repertorializzare nei processi
di costruzione culturale del sé; e, a livello collettivo, un canale di negoziazione del senso
comune tra masse ribelli ed élites antisistemiche.
L’attività di ricerca che ho svolto dal 2009 ha avuto come oggetto, a partire da prospettive di
antropologia dei disastri e del rischio, le conseguenze socio-culturali del terremoto che in
quell’anno ha colpito L’Aquila, la città dove vivo e lavoro. In tal senso ho percorso
essenzialmente due versanti metodologici, spesso incrociati ma comunque distinguibili, di
antropologia applicata e di antropologia interpretativa.
Versante dell’antropologia applicata
- Implementazione di un metodo per la valutazione del danno sociale causato da eventi
catastrofici. La premessa che motiva questa proposta è che gli attuali dispositivi
amministrativi utilizzati nelle procedure di disaster recovery partono da un limite
cognitivo causato dalla non comprensione di una questione fondamentale: dentro le
zone colpite da calamità, il danno si manifesta seguendo una distribuzione qualiquantitativa estremamente differenziata. Vale a dire che una catastrofe produce sia un
dislivello socio culturale esterno (che delinea l’ampiezza dell’area colpita) sia una
serie di dislivelli interni ad esso (generati dalle differenze materiali degli esiti
dell’evento calamitoso nell’area colpita). Ciò evidenzia l’utilità di un dispositivo che
– attraverso il censimento di un numero limitato di parametri, a partire dalle
condizioni dell’abitazione e al livello di compromissione del lavoro – possa dare conto
della varietà del danno che, nelle zone colpite da calamità naturali, può essere colto a
partire dall’unità base data da ciascun nucleo familiare. In tal modo si può ottenere
un’anagrafe del danno che, attraverso una rappresentazione dettagliata dello stesso,
permette di passare da una strategia di sostegno generalizzato (“a pioggia”) a una di
sostegno selettivo (“a goccia”); modulando gli aiuti erogati in base ai bisogni concreti.
Questo sistema – orientato a fornire alla popolazione e alle istituzioni una possibilità
di rappresentazione culturale dei connotati del danno sociale – ha lo scopo pratico di
promuovere un miglioramento nella gestione delle procedure di ripristino del luogo, in
termini di efficacia sociale e di risparmio economico.
- Consulenza tecnica in ambito giuridico, in riferimento al processo che vede imputata
la Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi,
accusata di aver fornito alla popolazione aquilana informazioni immotivatamente
rassicuranti circa la non eventualità di un terremoto disastroso. Nella relazione di
consulenza ho messo in evidenza come la diagnosi di non pericolosità espressa dalla
Commissione (secondo la quale le continue scosse erano un segnale positivo di scarico
di energia) ha interferito con i precetti tradizionali tramandati dalla cultura locale del
rischio sismico presente in una città già colpita in passato da altri terremoti disastrosi
(in base che interpreta le scosse come possibile preludio a un terremoto disastroso,
prescrivendo in questi casi di uscire precauzionalmente dalle abitazioni). Il punto
centrale del discorso riguarda la questione della rappresentazione sociale delle
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situazioni pericolose: la percezione culturale del rischio – intesa come processo di
formazione di senso comune – può aumentare o diminuire la vulnerabilità complessiva
di un luogo di fronte a un potenziale agente d’impatto. In un processo definito che è
stato da subito definito “storico”, e che ha suscitato un interesse scientifico e
mediatico globale, la consulenza ha avuto un peso decisivo nella sentenza di condanna
in primo grado degli imputati, fornendo la legge scientifica di copertura che individua
il nesso causale tra la diagnosi della Commissione e la condotta della popolazione. Si
tratta della prima volta che una consulenza antropologico-culturale s’inserisce in un
procedimento giuridico.
Versante dell’antropologia interpretativa
- Analisi delle conseguenze socio-culturali derivanti dall’urbanistica emergenziale
praticata all’Aquila dopo il sisma attraverso il progetto C.A.S.E., e, soprattutto, a
causa della sua localizzazione. Ricostruendo in dettaglio il processo decisionale che ha
determinato tale soluzione, e interpretandolo alla luce di una serie di principi
dell’antropologia dell’abitare, sono pervenuto alla conclusione che la scelta di
collocare quegli insediamenti atti ad ospitare i terremotati aquilani (costituiti da
palazzine condominiali dai connotati marcatamente urbani) non in prossimità della
città, ma disperdendoli in 19 quartieri allocati a fianco delle frazioni e distanti vari
chilometri dal centro urbano, ha portato a un deterioramento tanto della città
-
(allontanando gli abitanti e determinando un embrione di città diffusa) quanto della
campagna (compromettendo le qualità paesaggistico-territoriali dei paesi del circondario
aquilano). Così il progetto C.A.S.E., un evento (ri)fondativo a bassissima reversibilità che,
a causa di scelte più orientate alla massimizzazione del profitto economico che dell’utilità
sociale, ha rivelato una scelta che, per risolvere un’emergenza sociale a breve termine (la
crisi di alloggi del dopo sisma) ne produce una culturale a lungo termine (la perdita delle
qualità del luogo). In tal senso ho concluso che le situazioni d’emergenza come quella
aquilana ripropongono con evidenza una questione generale, tanto rilevante quanto
sommersa nei momenti “normali”: l’urbanistica sbilanciata in senso tecnico-economico
attraverso l’influenza della politica, attuata fuori da competenze capaci contemplare
costitutivamente nella progettazione il senso culturale dei luoghi, ovvero le qualità
antropologiche dello spazio, tende a produrre degrado territoriale.
Analisi dei nessi tra aiuto umanitario, profitto economico e propaganda politica contenuti
nelle narrazioni miracolistiche sulla gestione delle catastrofi. In questo caso sono partito
da un’esperienza etnografica incentrata sul rilevamento di una situazione in cui la festa
patronale di un paese disastrato dal sisma è servita come occasione cerimoniale per
un’ostentazione ufficializzante delle virtù carismatico-taumatugiche di un politico
lombardo, venuto un quel borgo per portare la sua opera di beneficenza. Qui –
interpretando dati documentari per mezzo di una serie di nozioni basilari dell’antropologia
economica quali quelle di “dono” e di “reciprocità”; e attraverso il concetto weberiano di
“carisma” e quello blochiano di “potere taumaturgico” – ho indagato il modo in cui le
politiche di ripristino dei luoghi tendono a secernere in varia misura un sottoprodotto
“osceno” (nel senso etimologico del termine) in cui speculazione propagandistica o
finanche economica e autoritarismo politico si dipanano in una catena del tipo aiuto4
dono-miracolo-profitto. In tal senso è proprio la possibilità di istituire una narrazione
miracolosa del dono che costituisce il medium promozionale in grado di trattare
l’aiuto originario trasformandolo in veicolo di profitto simbolico e materiale. Il ricorso
alla retorica miracolistica consente di rappresentare l’opera non più come l’esito di un
aiuto circostanziato tanto in termini di utilità parziale quanto di reciprocità tra donante
e ricevente, ma come evento meraviglioso, sensazionalisticamente dilatato a soluzione
superlativa e orientata unicamente al bene del ricevente. Il nodo interpretativo cui sono
pervenuto riguarda l’ipotesi secondo cui la grazia del dono miracoloso rivela il suo
lato oscuro proprio allorché si dispone come premessa di legittimazione etica di una
pratica unidirezionale che riduce il miracolato a polo totalmente passivo di una
relazione di potere. Per questa via il miracolato, nella minaccia dello stigma
dell’ingratitudine, non può fare altro che ringraziare l’autorità, sacralizzandola.
Dal 2012 sono impegnato in una ricerca etnografica e antropologico-interpretativa che ha
come oggetto le rappresentazioni sociali della diversità culturale che avviene nei rapporti tra
autoctoni e migranti a Castel Volturno (CE).
In merito alla valutazione ANVUR della ricerca, nel il 2004-2010 ho ricevuto una valutazione
VQR di 0.8 su 1.
Attività didattica
Come docente a contratto: insegnamenti di “antropologia culturale” e “Teoria e storia
dell’antropologia culturale” (a. a. 2006-2007, a. a. 2007-2008) e “Le tradizioni popolari in
Italia” (a. a. 2007-2008) presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi
dell’Aquila. Insegnamento di “Antropologia culturale” presso la facoltà di Scienze della
Formazione dell’Università degli Studi dell’Aquila (a. a. 2006-2007, a. a. 2007-2008)
Come ricercatore: insegnamenti di “Antropologia culturale” e “Teoria e storia
dell’antropologia culturale” presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi
dell’Aquila (a. a. 2008-2009, a. a. 2009-2010, a. a. 2010-2011, a. a. 2011-2012, a. a. 20122013).
Pubblicazioni
2001 “Società globalizzata e dislivelli culturali”, in AAVV, Meridione, Sud e Nord nel
mondo, anno I, numero 5, ESI, Napoli, pp. 30.
5
2003 Sirente: usi e rappresentazioni del mondo tradizionale nell’epoca della globalizzazione,
Synapsi, L’Aquila, pp. 142.
2004 “Archivio digitale delle tradizioni popolari abruzzesi”, ricerca diretta dal Prof. Valerio
Petrarca per la cattedra di Antropologia culturale, commissionata dal Dipartimento di
Culture Comparate dell’Università degli Studi dell’Aquila,
2006 Rivoluzione folklore ambivalenza: simboli dell’antagonismo negli scenari della
globalizzazione, tesi di dottorato in “filosofia, ecologia e teoria delle scienze umane
negli scenari della globalizzazione”(XIX ciclo), Università degli Studi di Napoli
Federico II, pp. 313.
2008 Neoprimitivismo, folklore, rivoluzione: per un’antropologia della cultura antisistemica,
Arkhè, L’Aquila, pp. 252.
2009 “Abruzzo-terremoto: interpretare lo tsunami di discorsi”, in AAVV,
Antropologia Museale, numero 22, La Mandragora, Imola (Bo), pp. 2.
2009 “Per una scala di valutazione del danno domestico causato da eventi
catastrofici”, in AAVV, Abruzzo Contemporaneo - rivista di storia e scienze sociali,
numero 34, EditPress, Teramo, pp. 23.
2010 “Per una microzonazione del danno sociale prodotto da eventi catastrofici”, in
AAVV, Ingegneria Sismica, numero 3, Pàtron Editore, Bologna, p. 1.
2010 “Aiuti e miracoli ai margini del terremoto dell’Aquila”, in AAVV, Meridiana,
rivista quadrimestrale dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali, numero
65, Viella, Roma, pp. 29.
2011 “Identità e identitarismo nel dopo terremoto aquilano”, in AAVV, Progetto
città, quaderni del dopo terremoto, numero 1, marzo 2011, Fabiani Stampatori,
L’Aquila, pp. 2.
2011 “Catastrofe e miracolo: tra solidarietà e postcolonialismo”, in AAVV, Oltre il
terremoto: L’Aquila tra miracoli e scandali, Viella, Roma, pp. 31.
2011 “Catastrofe e C.A.S.E.”, in AAVV, Il terremoto dell’Aquila: analisi e riflessioni
sull’emergenza, a cura dell’Osservatorio sul terremoto dell’Università degli Studi
dell’Aquila, Edizioni L’Una, L’Aquila, pp. 50.
2012 Rassicurazionismo: antropologia della comunicazione scientifica nel terremoto
dell’Aquila, relazione di consulenza al processo alla Commissione
Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi, pp. 119.
6
2013 Parola di scienza - Il terremoto dell’Aquila e la Commissione Grandi Rischi: un’analisi
antropologica, DeriveApprodi, Roma, pp. 192.
Recensioni al libro Parola di scienza
Cementeri L., Etnografia e ricerca qualitativa, n°1 2014, Il Mulino, Bologna.
Crespellani, T., Ingegneria sismica, Anno XXX – N. 3 – luglio-settembre 2013, Patron
Editore, Bologna.
Gaffuri, L., Bollettino della società geografica italiana, fascicolo3 luglio-settembre 2013.
Giancristofaro, L., ANUAC rivista dell'Associazione Nazionale Universitaria Antropologi
Culturali, Anuac, Volume II, Numero 1, giugno 2013.
Maltese, G., Tecnoscienza - Italian Journal of Science & Technology Studies, vol 4 n°2
2013, Padova, Dipartimento FISPPA (Section of Sociology).
Interventi a master, convegni, seminari, conferenze
26-05-2003 “Le tradizioni popolari abruzzesi nell’epoca della globalizzazione”, “Gli studi
antropologici di fronte agli effetti culturali della globalizzazione”; conferenze tenute presso la
Facoltà di Lettere dell’Università degli studi dell’Aquila.
12-06-2009 “L'antropologia nel terremoto, tra dramma umano e prospettive di ricostruzione”;
seminario per il Master in “Sviluppo Umano Locale e Cooperazione Internazionale - teorie,
metodi e buone pratiche”; Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Scienze della
Formazione; Firenze.
30-09-2010 “Per una scala di valutazione del danno domestico causato da eventi catastrofici”;
intervento al Congresso Nazionale Aica 2010 “La ricostruzione dell’Aquila come laboratorio
sperimentale per la comunità scientifica ed industriale nazionale ICT”, Università degli Studi
dell’Aquila.
18-02-2011 “Mancato allarme o rassicurazioni disastrose? la percezione culturale del rischio
nel terremoto aquilano”; intervento al convegno “Cittadini insicurezza”, Associazione Italiana
Giovani Avvocati; L’Aquila.
27-03-2011 “Il terremoto aquilano: percezione del rischio tra credenze popolari e conoscenza
scientifica”; intervento al convegno “Memoria storica e attualità nello studio della sismicità
regionale ed interregionale”; INGV, Protezione Civile, Historical And Recent Earthquakes in
Italy and Austria; Gorizia.
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16-04-2011 “Pseudosostenibilità: tutela del patrimonio e interessi economici”; intervento al
convegno “Dalla geotermia alla democrazia”; Comitato ambiente Amiata; Abbadia San
Salvatore (SI).
04-05-2011 “L’immagine dell’Aquila: da città terremotata a totem politico-ideologico”;
intervento al convegno “Antropologia della paura: dal serpente al terremoto”; Associazione
culturale A. Di Nola; Cocullo (AQ).
08-05-2011 “Sostenibilità delle grandi opere pubbliche e percezione culturale del rischio”;
intervento al convegno nazionale “Gasdotto rete adriatica: perché sulla dorsale appenninica?”;
Gruppo interregionale antigasdotto; L’Aquila.
05-07-2011 “Elementi di antropologia dell’abitare per un contributo alle questioni
urbanistiche del post-terremoto aquilano”; seminario per il workshop “Progettare la
ricostruzione”; Istituto Nazionale Urbanistica, LaUrAq – Laboratorio Urbanistico L’Aquila,
temi urbanistici e temi territoriali, Università degli Studi dell’Aquila, Facoltà di Ingegneria;
L’Aquila.
28-08-2011 “Catastrofi e bisogno identitario”; intervento al convegno “L’Aquila domani”;
Rotary Club; L’Aquila.
11-10-2011 “L’adolescenza in una città post-sismica”; intervento al seminario internazionale
“Costruire una nuova normalità - rischio e resilienza negli adolescenti esposti ad eventi
traumatici”; Ministero della Giustizia - Dipartimento per la Giustizia Minorile Ufficio Studi,
Ricerche e Attività internazionali - Centro Giustizia Minorile Abruzzo; L’Aquila.
16-05-2012 “I beni demoetnoantropologici nel dopo terremoto aquilano”; intervento nel ciclo
di conferenze “Vive l’arte all’Aquila 2012”, Università degli Studi dell’Aquila, Facoltà di
Lettere e Filosofia; L’Aquila.
29-05-2012 ”Urbicidio: per un’antropologia del paesaggio aquilano del post-terremoto”;
intervento al Convegno di Studi “Conoscere e valutare gli effetti dei disastri naturali nel lungo
periodo: il laboratorio Abruzzo” – Dipartimento di Storia e Metodologie Comparate;
Università degli Studi dell’Aquila, Facoltà di Lettere e Filosofia; L’Aquila.
11-06-2012 “Mettere in sicurezza l’Italia? Profili nazionali e internazionali, disastri naturali e
artificiali, competenze e progetti”; Università dell'Aquila, Dipartimento di culture comparate,
Corso di laurea in Scienze dell'investigazione; in collaborazione con OGISAQ - Osservatorio
Giustizia Investigazione Sicurezza dell'Università dell'Aquila; L’Aquila.
26-09-2012 “La ricerca sulla cultura immateriale in montagna e nelle aree rurali: metodi,
esperienze e prospettive”; tavola rotonda al forum internazionale “Il patrimonio culturale
immateriale della montagna europea: ricerca, gestione e diffusione per una crescita dei
territori; UNITE, MIBAC, Comunità montana del Gran Sasso; Fano Adriano (TE).
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27-09-2012 “L’Aquila post-sismica e i migranti al bivio tra marginalizzazione e integrazione”
invervento alla “Giornata europea del dialogo Interculturale”; Associazione Intercultura; Sala
San Pio X; L’Aquila.
25-10-2012 “Patrimonio culturale e retoriche identitariste nel dopo-terremoto dell’Aquila”;
intervento al convegno “I patrimoni della storia”; Università di Bologna, Festa internazionale
della storia; Museo della Storia della città; Bologna.
06-12-2012 “Due ipoteche sul futuro dell’Aquila: la localizzazione a distanza del progetto
case e puntellamento estensivo del centro storico”; intervento al convegno “Il centro storico
dell’Aquila: ricostruzione o rigenerazione?”; Università degli Studi Dell’Aquila Dipartimento Scienze Umane, Istituto Nazionale di Bioarchitettura; L’Aquila.
04-05-2013 “I beni comuni da una prospettiva antropologico culturale”; intervento
all’Assemblea Costituente dei Beni Comuni, Piazza del Palazzo, L’Aquila.
24-05-2013 “migrazioni e dislivelli di cultura”, intervento al convegno “Oltre i muri”;
Associazione culturale Querencia; progetto “La città che sPiazza - bando emergenza
Abruzzo”; L’Aquila.
30-05-2013 “All’Aquila si è processata la scienza? La differenza tra allarmismo e
rassicurazionismo”; intervento al convegno “L’Aquila, il racconto oltre la sentenza”;
Università degli Studi Milano-Bicocca, Master in Comunicazione della Scienza e
dell’Innovazione sostenibile; Milano.
04-06-2013 “Rischio, memoria e responsabilità”, intervento seminariale nel corso di
Progettazione urbanistica; Università degli Studi dell’Aquila - Dipartimento di Ingegneria
Civile, Edile-Architettonica e Ambientale; L’Aquila.
21-09-2013 “La bruttezza dei luoghi”, intervento seminariale nell’ambito del progetto
“Confotografia, metodi e pratiche d’interazione nel territorio”, Associazione Fuorivista,
Università degli Studi dell’Aquila - Dipartimento di Scienze Umane; L’Aquila.
06-10-2013 “Rappresentazioni sociali e usi politici del patrimonio culturale”, relazione
nell’ambito del “Seminario di Formazione sul Patrimonio Culturale Intangibile”, associazione
SIMBDEA, Università degli Studi di Roma La Sapienza; Cocullo (AQ).
07-11-2013 “Il rischio malinteso: le trasformazioni della prevedibilità dalla scienza al senso
comune”, intervento seminariale nell’ambito del convegno internazionale “Prevedere
l’imprevedibile, una riflessione multidisciplinare sui disastri di origine naturale”, Centro
Euro-mediterraneo di Documentazione Eventi Estremi e Disastri, London Institute for Risk
and Disaster Reduction, Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
9
22-11-2013 “Il terremoto dell’Aquila e il processo alla Commissione Grandi Rischi”,
intervento seminariale nell’ambito del progetto di ricerca “Località, risorse, conflitto”,
Università degli Studi Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
“Riccardo Massa”; Milano.
13-12-2013 “L’antropologia applicata alla salute dei luoghi: la lezione del terremoto
aquilano”, intervento seminariale nell’ambito del Primo Convegno della Società Italiana di
Antropologia Applicata (SIAA), Università del Salento; Lecce.
18-02-2014 “Le narrazioni del sisma aquilano”, intervento seminariale nell’ambito del
“programma di residenza Studio Roma”, Istituto Svizzero, Università degli Studi dell’Aquila
- Dipartimento di Scienze Umane; L’Aquila.
27-02-2014 “Anthropology and Disaster Studies”, intervento seminariale nell’ambito del
workshop “Disaster texts - The Contribution of Humanities and Social Sciences”, Università
di Napoli Federico II Dipartimento di Studi Umanistici; Napoli.
INCARICHI ACCADEMICI
-
Membro dell’“Osservatorio sul terremoto” dell’Università degli Studi dell’Aquila
(2019-2012).
-
Componente della “Commissione per la residenzialità studentesca” dell’Università
degli Studi dell’Aquila (2009-2012).
-
Componente della “Commissione di Ateneo per l'analisi del "Piano strategico 2012"
presentato dal comune dell'Aquila” dell’Università degli Studi dell’Aquila.
-
Componente dell’Unità di ricerca locale dell’Aquila, impegnata sul tema della
“Denominazione territoriale: storia, universi simbolici e ordine tecnico in alcune
società tradizionali del Ciad contemporaneo”, nell’ambito del Programma di ricerca
scientifica interuniversitaria (Atenei di Pisa, Roma Tre, Siena, L’Aquila, Napoli
“L’Orientale”) e interdisciplinare (Glottologia e linguistica, Lingue e letterature
dell’Africa, Discipline Demoetnoantropologiche, Geografia, Storia della scienza e
delle tecniche) di rilevante interesse nazionale: “Aspetti grammaticali, lessicali ed
etno-cognitivi di lingue minoritarie a oralità primaria” (M.I.U.R.-PRIN 2005-2008).
-
Membro del collegio dei docenti del “Dottorato in Archeologia Medievale: Strutture
della società, insediamenti ed organizzazione del territorio, attività produttive”,
XXVIII ciclo, Università degli Studi dell’Aquila.
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-
Membro del collegio dei docenti del “Dottorato in Archeologia, disegno industriale,
beni culturali”, XXIX ciclo, Seconda Università di Napoli.
-
Tutore per l’orientamento degli studenti nei Corsi di Laurea in Filosofia triennale e
magistrale (L5, LM78, LM92) del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università
degli Studi dell’Aquila (a.a. 2012-2013).
-
Tutore per l’orientamento degli studenti nei Corsi di Laurea in Filosofia triennale del
Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila (a.a. 20122013).
Associazioni
Socio dell’Associazione Internazionale Ernesto De Martino, della “Società Italiana per la
museografia e i beni demoetnoantropologici” SIMBDEA e dell’associazione “Terra di
Incontro Onlus”.
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