14 Maggio 2008 ore 16.30 PONTIFICIA UNIVERSITÀ URBANIANA FACOLTÀ Conclusioni (GUIDO MAZZOTTA) «Il coraggio di aprirsi all’ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica, entra nella disputa del tempo presente. “Non agire secondo ragione (con il logos) è contrario alla natura di Dio”, ha detto Manuele II, partendo dalla sua immagine cristiana di Dio, all’ interlocutore persiano. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori. Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il grande compito dell’universalità» (BENEDETTO XVI, Fede, ragione e universalità. Ricordi e riflessioni, Discorso di Regensburg, 12-9-06) DI FILOSOFIA SULL’UNIVERSALITÀ DELLA RAGIONE Seminario Superiore per docenti e dottorandi Segnalare la propria partecipazione al Seminario. Su richiesta si rilascia Attestato di partecipazione. Per informazioni e segnalazioni rivolgersi alla Segreteria del Seminario tel. 06 69889661 - fax 06 69881871 e-mail: [email protected] ______________ Pontificia Università Urbaniana 00165 Roma - Via Urbano VIII, 16 Tel. 06.6988.9611 - Fax 06.6988.1871 [email protected] www.urbaniana.edu Anno Accademico 2007 - 2008 17 Ottobre 2007 ore 16.30 9 Gennaio 2008 ore 16.30 12 Marzo 2008 ore 16.30 Introduzione (ALDO VENDEMIATI) Le ragioni dell’epistemologia (LORELLA CONGIUNTI) Le credenze dei popoli e il giudizio della persona (LUCA TUNINETTI) «Nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell’unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione» (BENEDETTO XVI, Fede, ragione e universalità. Ricordi e riflessioni, Discorso di Regensburg, 12-9-06) 14 Novembre 2007 ore 16.30 Le ragioni condivise e la ragione condivisa (FRANCA D’AGOSTINI) «Le ragioni condivise del pluralismo sconsigliano l’idea e la prassi di una ragione condivisa» (F. D’AGOSTINI, Analitici e Continentali) 12 Dicembre 2007 ore 16.30 Le ragioni dell’ermeneutica (LEONARDO SILEO) «È possibile una concezione pluralistica ma non relativistica della verità? Quale è il punto di vista in cui può validamente collocarsi un’affermazione di prospettivismo, che riesca a conciliare l’unicità della verità con la molteplicità delle sue formulazioni? È possibile il dialogo, che presuppone insieme e inseparabilmente l’alterità degli interlocutori e l’unità della verità?» (L. PAREYSON, Filosofia dell’interpretazione) «Qualsiasi cosa può andare bene» (P. K. FEYERABEND, Contro il metodo) 20 Febbraio 2008 ore 16.30 L’universalismo (ROBERT SPAEMANN) «L’occhio umano, preso in se stesso, non avrebbe alcun valore, se non esistesse la luce e la realtà visibile. Le convinzioni di una persona non avrebbero alcun valore, se non esistessero la verità ed il bene, ai quali la coscienza e le convinzioni sono orientate, anche quando esse nel singolo caso si sbagliano. La dignità della persona umana si fonda su questo riferimento alla verità. La tolleranza invece è il ritirarsi davanti a questa dignità. Il relativismo nega proprio il valore di ciò che solo in realtà fonda la tolleranza: le convinzioni. Anche il dialogo stesso si sostituisce alle convinzioni e viene dichiarato inabile al dialogo colui che ha delle convinzioni che non è pronto a rimettere in discussione ed a trasformarle in semplici ipotesi» (R. SPAEMANN, Il pericoloso errore del relativismo etico, in «L’Osservatore Romano», lunedì-martedì 3-4 febbraio 2003) «Molti non hanno un’idea chiara di che cosa sanno, ciò che presumono, ciò che suppongono e ciò che soltanto asseriscono. Essi non distinguono credenza, opinione e professione e talvolta danno a tutte queste cose il nome di certezza, per cui quando cambiano parere credono di aver abbandonato qualcosa di cui erano veramente convinti. O, per lo meno, si esprime in questi termini chi guarda le cose dal di fuori e l’idea stessa di certezza cade in discredito» (J. H. NEWMAN, Grammatica dell’assenso) 16 Aprile 2008 ore 16.30 Lo smembramento e la frantumazione (SERGIO BELARDINELLI) «Nessuno parla tutte queste lingue, esse non ammettono un metalinguaggio universale, il progetto del sistema-soggetto è fallito, quello emancipativo non ha nulla da spartire con la scienza, siamo immersi nel positivismo delle singole conoscenze particolari, i sapienti sono divenuti scienziati, le mansioni del lavoro di ricerca si sono moltiplicate trasformandosi in mansioni parcellizzate che nessuno è in grado di padroneggiare; la filosofia speculativa o umanista dal canto suo deve rinunciare alle sue funzioni di legittimazione, il che spiega la crisi là dove pretende ancora di assumerle, e la sua riduzione a studio delle logiche o delle storie delle idee là dove essa vi ha rinunciato per realismo» (J. F. LYOTARD, La condizione postmoderna)