il cielo dell’Antico Egitto I pianeti I pianeti interni, Mercurio e Venere, permisero migliori osservazioni, in quanto la l oro rivoluzione intorno al Sole era compresa nell’anno terrestre. Mercurio era chi amato Sbgw (forse “amic hevole”), probabile epiteto di Horus con cui è talvolta identificato, e vicinissimo nel significato ad un altro nome del pianeta ¡r-Hknw “Horus, l’acclamato” o “il gioioso”. Ma esso era chiamato anche wS “il distruttore”, riferito probabilmente al dio Seth con la cui immagine era rappresentato. U na dua lità pr esente in altri docum enti dove Mercurio è indicato come StS m wxA nTr m dwAyt “Seth che è nel crepuscolo della sera, il dio del chiarore del giorno”. Venere era ©Aj “colui che attraversa (il cielo)”, sbA dA “la stella ch e attraversa ( il cielo)”, bnw “Fenice” e nel periodo tardo della storia egiziana nTr dwA “la stella del mattino”. Questa varietà nei nomi non deve sconvolgere poiché nel corso della lunga storia egizia le associazioni mitologiche m utarono con tinuamente. Un oroscopo del III secolo a.C. che rappresenta tutti i pianeti conosciuti all’epoca, dove tra le righe è possibile intravedere tradizioni ormai perdute accanto a quelle già attestate, riporta: “ …Elenco delle stelle viventi: Horus il toro (Saturno), è la stella di Ra. Horus il rosso (Marte), è la stella del leone feroce. Sbg (Mercurio) è la stella di Thoth. La stella del mattino (Venere) è Horus figlio di Iside. Horus del segreto (Giove) è la stella di Amon…”.4 Gli egizi si resero conto della differenza tra stelle circumpolari, le stel le dec anali e pianeti. Le prime, c he n on sp arivano m ai nel le notti del l’anno, erano chiamate ixmw-wrD “le stelle indistruttibili”, mentre i pianeti e le stelle decanali erano chiamati sqdd.f m xtxt “coloro che ignorano la fatica”. Il movimento caratteristico dei 5 pianeti osservabili a occhio nu do, oggi definito stazionario, retrogrado e di avanzamento, emerge dai nomi dati ai pianeti stessi: sqdd.f m xtxt “colui che s i muove all’indietro” per Marte, sbA iAbty DA pt “la stella orientale che attraversa il cielo”, mentre in altri era indicato come stella occidentale per Giove, e come vedremo la dualità nel nome di Mercurio. Accanto a questi dal significativo valore a stronomico i 3 pi aneti esterni alla Terra (Marte, Giove, Saturno), ritenuti manifestazioni di Horus, erano chiamati: Marte ¡r Axtj“Horus dei due orizzonti” e ¡r dSr “Horus il ross o”; Giove ¡r tAS-tAwj “Horus che del imita le Due Terre” e sbA rs y n pt “la stella meridionale del cielo”, spesso seguito dall’epiteto Smsw n pt “che segue nel cielo” oppure wpS-tAwj “che illumina le Due Terre (l’Egitto)”; mentre Saturno era indicato come ¡r kA-pt “Horus, toro del cielo” e ¡r pA kA “Horus, il toro”. Venere - Tomba di Pedamenope (XXVI Dinastia) (disegno di Lorenzo Margiacchi) Tomba di Pedamenope (Epoca Saitica) – Giove (disegno di Lorenzo Margiacchi) 46