Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea Specialistica in Scienze ChimicheLaboratorio di Chimica Fisica Tesi sperimentale PROPRIETÀ FOTOFISICHE DEL COMPLESSO DI RU(II) N719: EFFETTO DEL SOLVENTE E DEL PH. Relatori Laureando (Giuliano Pizzoli) (Prof. Fausto Elisei) (Dott. Filippo De Angelis) (Dott.ssa Benedetta Carlotti) Anno Accademico 2009-2010 ―Ai miei Nipoti…..‖ ―A Chi dall’alto mi protegge ed illumina il mio cammino…‖ ―A mia Madre, Gianuario ed Eleonora …‖ ―Ai Fratelli scelti e ai miei Migliori Amici….‖ ―A Chi è nella mia vita, ed io per scaramanzia non scrivo…‖ ―A tutto il resto della famiglia…‖ “…….E se giungerà in un lontano avvenire il momento in cui il carbone fossile sarà completamente esaurito, non per questo la civiltà avrà fine: chè la vita e la civiltà dureranno finché splende il sole! E se anche alla civiltà del carbone, nera e nervosa ed esaurientemente frettolosa dell’epoca nostra, dovesse fare seguito quella forse più tranquilla dell’energia solare, non ne verrebbe un gran male per il progresso e la felicità umana…..” (G. Ciamician, 1912) “….. L’uomo ha bisogno di ristabilire un rapporto corretto con la natura, solo in questo modo la vita tornerà a sorriderci…….” (P. L. Ighina, 1960) “..... Ho rubato alle piante il segreto dell’energia….” (M.Grätzel, 2008) Indice Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH INDICE ARGOMENTO E SCOPO .............................................................................................................. 1 CAPITOLO I “INTRODUZIONE” 1.1 Sfruttamento dell’energia solare ...................................................................................... 3 1.1.1 Celle di prima generazione .................................................................................... 4 1.1.2 Celle di seconda generazione ................................................................................. 7 1.1.3 Celle di terza generazione ...................................................................................... 8 1.2 Celle di Grätzel ................................................................................................................ 9 1.2.1 Il semiconduttore ................................................................................................. 11 1.2.2 La soluzione elettrolitica e la coppia redox ......................................................... 13 1.2.3 Il sensibilizzatore (colorante)............................................................................... 15 1.3 Prestazioni delle celle solari .......................................................................................... 16 1.4 Termodinamica di conversione dell’energia solare ....................................................... 18 1.5 Complessi metallo-organici ........................................................................................... 22 1.5.1 Proprietà spettroscopiche del MLCs .................................................................... 22 1.5.2 Transizioni MLCT ............................................................................................... 24 1.5.3 Dinamica degli stati eccitati dei complessi del Ru .............................................. 27 1.6 Trasferimento di carica e dinamica di iniezione elettronica .......................................... 28 1.7 Stato dell’arte su N719 e composti analoghi ................................................................. 31 1.7.1 Proprietà di assorbimento .................................................................................... 33 1.7.2 Effetto del pH sulle proprietà foto fisiche e determinazione pKa ....................... 35 1.7.3 Processo di ISC .................................................................................................... 39 1.7.4 Processo di iniezione elettronica.......................................................................... 39 1.7.5 Prestazioni delle celle realizzate utilizzando questi complessi come sensibilizzatori ........................................................................................... 41 CAPITOLO II “MATERIALI E METODI” 2.1 Composto ....................................................................................................................... 44 2.2 Solventi .......................................................................................................................... 45 2.2.1 Tamponi Britton................................................................................................... 46 Indice Indice Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 2.3 Tecniche d’indagine ....................................................................................................... 46 2.3.1 Misure spettrofotometriche .................................................................................. 46 2.3.2 Misure fluorimetriche .......................................................................................... 47 2.3.3 Misure di fotolisi a lampo laser con risoluzione al nanosecondo (ns) ................. 50 2.3.4 Misure di assorbimento di stati eccitati con risoluzione al femtosecondo (fs) .... 52 2.4 Calcoli quantomeccanici ................................................................................................ 55 2.4.1 Dettagli computazionali ....................................................................................... 57 CAPITOLO III “RISULTATI E DISCUSSIONI” 3.1 Spettri di assorbimento .................................................................................................. 59 3.2 Proprietà di emissione .................................................................................................... 65 3.3 Determinazione pKa ...................................................................................................... 68 3.3.1 pKa dello stato fondamentale .............................................................................. 68 3.3.2 pKa dello stato eccitato ........................................................................................ 73 3.4 Assorbimento transiente con risoluzione al nanosecondo ............................................. 76 3.5 Assorbimento transiente con risoluzione al femtosecondo............................................ 80 CONCLUSIONI .......................................................................................................................... 92 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................................................... 95 RINGRAZIAMENTI Indice Argomento e scopo della tesi Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH ARGOMENTO E SCOPO DELLA TESI Questo lavoro di tesi ha per oggetto la caratterizzazione fotofisica del un complesso metallorganico di Ru(II) N719 già utilizzato come sensibilizzatore in celle fotovoltaiche rigenerative di ultima generazione (DSSC, ―Dye Sensitized Solar Cells‖). Ogni giorno il ―Problema energetico‖ diventa sempre più attuale e rilevante, per le note problematiche relative allo sviluppo sostenibile ed il forte inquinamento che deriva dall’uso dei combustibili fossili. In quest’ottica le fonti energetiche rinnovabili, in particolar modo l’energia solare, sembrano una risorsa fondamentale per il futuro. L’obiettivo della comunità scientifica che opera in questo campo è di trovare il miglior compromesso tra costi di produzione e benefici ed abbattere per quanto possibile l’impatto ambientale dei moduli fotovoltaici di prima generazione. Le DSSC costituiscono il compromesso più avanzato del fotovoltaico di terza generazione pur essendo ancora in fase pre-industriale, presentano una serie di vantaggi quali basso costo di produzione, sia in termini economici che energetici, utilizzo di materiali ecocompatibili, e possibilità di essere integrate in elementi architettonici sia ―outdoor‖ che ―indoor‖. Attualmente si stanno sperimentando impieghi di questi mezzi come vetri semitrasparenti di finestre e grazie alla loro flessibilità possono essere impiantati su borse e tende da campeggio. Nel processo di conversione un ruolo molto delicato è rivestito dal sensibilizzatore che ha il ruolo di assorbire la radiazione elettromagnetica, in particolare si predilige l’impiego di composti metallo-organici per la natura delle loro transizioni MLCT che coinvolgono stati a trasferimento di carica. Le DSSC che hanno fatto ottenere la più alta resa quantica di conversione (12%) impiegano il complesso del Ru(II) conosciuto con il nome commerciale di N719 come sensibilizzatore. In letteratura sono presenti numerosi studi applicativi riguardanti il suo comportamento quando adsorbito su film di materiale semiconduttore, mentre manca uno studio sistematico delle proprietà di N719 in soluzione. Pagina 1 Argomento e scopo della tesi Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Per tali ragioni, in questo lavoro, sono state indagate le proprietà spettrali del fotosensibilizzatore in solventi organici a diversa polarità e proticità e in tamponi acquosi a differenti pH. Attraverso tali misure è stato possibile determinare i pKa dello stato fondamentale e di quello eccitato, associabili alla protonazione dei gruppi carbossilici sostituenti dei ligandi bipiridinici appartenenti alla prima sfera di coordinazione. Lo studio dettagliato del comportamento del complesso in funzione della concentrazione idrogenionica è stato effettuato in quanto è noto che le prestazioni delle DSSC sono fortemente influenzate dal grado di protonazione del fotosensibilizzatore. Tecniche risolte nel tempo sono state impiegate per studiare la dinamica degli stati eccitati popolati per assorbimento di luce e caratterizzarli in termini di proprietà spettrali e cinetiche. Pagina 2 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH CAPITOLO I “INTRODUZIONE” 1.1 Sfruttamento dell’energia solare L’energia proveniente dal sole può essere convertita in fonti energetiche di diverso tipo ed utilizzabili direttamente dall’uomo: la conversione in calore che può avvenire grazie a pannelli fototermici che consentono il riscaldamento dell’acqua oppure la conversione della radiazione solare in corrente elettrica attraverso pannelli fotovoltaici. Il sole emette radiazione elettromagnetica nelle regioni che vanno dall’infrarosso (IR) all’ultravioletto (UV), passando per il visibile. In figura 1.1 viene riportato lo spettro della luce solare sulla superficie terrestre ed all’esterno dell’atmosfera. Bande di assorbimento Figura 1.1: Spettro della radiazione elettromagnetica solare sulla superficie terrestre (rosso) e all'esterno dell'atmosfera (giallo). Pagina 3 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Nella figura 1.1 viene anche riprodotto lo spettro di emissione di un corpo nero alla temperatura di 5250°C e si evidenzia una corrispondenza con lo spettro registrato fuori dall’atmosfera terrestre tale da permetterci di trattare la radiazione solare alla stregua di un corpo nero. Già a partire dagli anni ’50 del secolo scorso erano molteplici le pubblicazioni su dispositivi di conversione luce-corrente con tecnologia al silicio, questi sistemi prendono il nome di ―Celle di prima generazione‖. Da questi primi dispositivi ai giorni nostri, sono stati fatti passi da giganti sia per quanto riguarda l’efficienza di conversione che i costi di produzione dei moduli fotovoltaici. Va tenuto comunque presente che la conversione avviene attraverso tre passaggi fondamentali che sono la raccolta della radiazione, la conversione della stessa in flusso di elettroni ed infine lo stoccaggio della corrente prodotta. Il miglioramento dell’efficienza delle celle può interessare uno o più processi. Attualmente si parla di moduli di terza generazione che vedono stravolti i primi due passaggi del processo, rispetto alla tecnologia al silicio. Nei sottoparagrafi che seguono proveremo a descrivere le proprietà, caratteristiche e principi di funzionamento delle tre generazioni di celle fotovoltaiche.[1] 1.1.1 Celle di prima generazione Vanno sotto in nome di prima generazione i moduli fotovoltaici realizzati con la tecnologia al silicio (Si) mono e policristallino a singola giunzione. In questo caso l’assorbimento della radiazione solare avviene direttamente ad opera del sistema semiconduttore che reagisce promuovendo un elettrone dalla banda di valenza (VB) a quella di conduzione (CB) del materiale semiconduttore. Il processo è schematizzato in figura 1.2; come si può osservare la banda di conduzione si trova ad energie più elevate rispetto a quella di valenza e non esistono altri stati che la separano da quello fondamentale. La differenza energetica tra VB e CB prende il nome di ―Band Gap‖, solo i fotoni che possiedono un’energia maggiore o uguale a quella del band-gap possono dar luogo all’effetto Pagina 4 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH fotovoltaico ovvero alla promozione di elettroni da una banda all’altra. Tali transizioni creano degli eccessi di carica negativa sulla CB e di carica positiva sulla VB, andando, in questo modo, a creare delle coppie elettrone-lacuna.[1] Figura 1.2: Processo di formazione della coppia elettrone-lacuna dovuta all’assorbimento di radiazione elettromagnetica. Figura 1.3: Esempio di drogaggio p ed n in un monocristallo di silicio. Pagina 5 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Ogni qual volta si forma una buca l’elettrone immediatamente adiacente si sposta per colmare lo scompenso di carica. Per avere elettricità è necessario creare un moto direzionale di elettroni e lacune all’interno della cella; ciò si rende possibile drogando lo strato di semiconduttore, ovvero inserendo piccole quantità (ppm) di elementi appartenenti al terzo o al quinto gruppo del sistema periodico, atomi con una lacuna in più o con un elettrone in più rispetto all’atomo di silicio, appartenente al quarto gruppo, che sostituiscono. (Figura 1.3) I materiali più usati a tale scopo sono il boro ed il fosforo per ottenere una struttura drogata p (eccesso di lacune) o n (eccesso di elettroni) rispettivamente. Ponendo in contatto questi due tipi di strutture si ottiene la giunzione p-n (Figura1.4) e tra le due regioni si instaura un campo elettrico che facilita la separazione delle cariche. Figura 1.4: Giunzione p-n. Per questo tipo di dispositivi è stato sperimentato l’impiego di forme diverse di silicio rispetto a quello monocristallino che risulta essere il più costoso da produrre: il silicio policristallino ed il silicio amorfo (seconda generazione di dispositivi), materiale privo di una struttura ordinata e che presenta notevoli difetti strutturali. Nonostante i notevoli sforzi per abbattere i costi di produzione, queste celle presentano un rapporto costo-efficienza ancora troppo elevato; infatti, anche se il limite teorico di efficienza di conversione si aggira attorno al 33%, la massima efficienza raggiunta per dispositivi commerciali varia dal 14 al 23%. Gli alti costi dei moduli di prima generazione hanno quindi spinto la ricerca verso materiali diversi ed innovativi in grado di abbattere i costi ed aumentare i benefici. [2] Pagina 6 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 1.1.2 Celle di seconda generazione Vengono considerate celle di seconda generazione quelle costruite con film sottili di materiali semiconduttori micro e nanocristallini. In questo caso il supporto è costituito da una lamina di vetro, metallo o materiale plastico. Anche in questo caso nell’interfaccia tra uno strato e l’altro si instaura un campo elettrico dovuto alla giunzione p-n che facilita la separazione di carica. I microstrati responsabili dell’effetto fotovoltaico vengono protetti da un vetro semitrasparente che prende il nome di ―window layer‖ in grado di far passare tutta la radiazione solare, filtrando solo la porzione a più alta energia; un materiale che deve rispondere a tali requisiti deve possedere un band-gap molto elevato. Come si può verificare dalla figura 1.5, immediatamente al di sotto al materiale antiriflesso c’è un microstrato dogato p che deve possedere un elevato coefficiente di assorbimento della radiazione ed un band-gap idoneo a garantire una sufficiente tensione. Le celle di seconda generazione non garantiscono efficienze di conversione molto elevate, rispetto al silicio monocristallino, ma dati i bassi costi di produzione costituiscono un buon compromesso. Figura 1.5: Struttura tipo di una cella di seconda generazione. Pagina 7 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Un miglioramento a questi dispositivi viene introdotto grazie all’impiego della calcopirite, materiale semiconduttore composto da elementi di transizione (in particolare quelli appartenenti ai gruppi I, III e IV). [2] Questi sistemi, grazie al grande sviluppo degli ultimi anni, risultano essere molto competitivi ma restano comunque dei forti dubbi su quello che può essere l’impatto ambientale quando queste tecnologie saranno diffuse su larga scala. Infatti se viene escluso il silicio amorfo i materiali impiegati in ambito fotovoltaico presentano un’elevata tossicità e destano forte preoccupazione per quello che può essere il loro smaltimento. 1.1.3 Celle di terza generazione Vengono classificate sotto il nome di ―terza generazione‖ tutti i dispositivi in fase di sperimentazione che anche se hanno già avuto conferme in laboratorio non hanno trovato impiego su larga scala. Alla base dello sviluppo di questa classe di dispositivi si trova la necessità di superare alcuni limiti presenti nelle generazioni precedenti come l’incapacità da parte delle celle al silicio di raccogliere una porzione ampia della radiazione solare, e le non ancora del tutto ottimali prestazioni elettriche delle celle di seconda generazione. Un forte contributo in questo senso che sta arrivando dall’impiego di materiali nanostrutturati e Quantum dots. Questi ultimi giocano un ruolo chiave nella raccolta di luce in quanto riescono a funzionare da antenne ricettive. I materiali nanostrutturati, invece, vengono impiegati soprattutto come trasportatori di carica: si è visto ad esempio che i nanotubi riescono quasi ad annullare i fenomeni di resistenza e a creare dei cammini preferenziali per l’elettrone. Nella terza generazione rientrano le celle solari a coloranti, ―Dye-Sensitized Solar Cells‖ (DSSC), ideate dallo scienziato Michael Grätzel, Professore all’EPFL (Svizzera), che sono l’argomento di questa tesi di laurea. Un altro sistema degno di essere citato è la cella foto-elettrochimica in grado di dar luogo al fenomeno di splitting dell’acqua per formare idrogeno ed ossigeno, il cui principio di funzionamento è riportato nella figura 1.6.[2-3] Pagina 8 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.6: Cella foto-elettrochimica per lo splittaggio dell’acqua. 1.2 Celle di Grätzel Questi dispositivi di ultimissima generazione sono conosciuti anche come ―celle solari a colorante” (Dye Sensitized Solar Cells o DSSC) oppure come ―celle rigenerative‖, in quanto alla fine del ciclo di conversione di energia solare in elettricità non si evidenziano cambiamenti chimici dei componenti. Queste vengono considerate una versione ibrida tra celle foto-galvaniche e quelle che si fondano sull’uso di materiali semiconduttori.[4] La prima grande differenza rispetto alle celle precedenti è che il processo di raccolta di luce e trasporto della carica avvengono in momenti separati e ad opera di componenti diverse.[5] Le DSSC sono costituite da un elettrodo (che funge da anodo) ed un controelettodo (con funzione di catodo), un colorate ed una soluzione elettrolitica. L’elettrodo a sua volta è composto da un vetro conduttore e da uno strato molto sottile di nano-particelle di titania (TiO2). Si riporta nella figura 1.7 lo schema di funzionamento di queste celle fotovoltaiche. Pagina 9 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.7: Schema di operatività delle celle rigenerative. La radiazione solare attraversa imperturbata tutte le varie parti della cella fotovoltaica prima di raggiungere il colorante, chimicamente legato al semiconduttore, dal quale viene assorbita; l’assorbimento di luce provoca la transizione di un elettrone dallo stato S0 ad uno stato eccitato S*; se l’energia dello stato eccitato raggiunto è maggiore dell’energia della banda di conduzione del semiconduttore (nanoparticelle di TiO2) l’elettrone verrà trasferito da S* del colorante verso la titania. Il processo appena descritto prende il nome di ―processo di iniezione elettronica‖. La carica positiva lasciata sul colorante viene neutralizzata ad opera di un elettrone liberato dalla soluzione elettrolitica durante il processo ossidativo che si innesca successivamente all’iniezione elettronica. In questo modo si viene a creare la differenza di potenziale necessaria affinché l’elettrone depositato all’anodo venga richiamato, attraverso il circuito, al catodo, andando infine a reagire con la soluzione elettrolitica riducendola e riportando il sistema allo stato iniziale e pronto a compiere un nuovo ciclo. Il passaggio dell’elettrone attraverso il circuito determinerà una corrente elettrica. Pagina 10 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH La differenza tra il livello di energia potenziale della banda di conduzione e della coppia redox determina il voltaggio massimo della cella.[4] Nei paragrafi che seguono verranno descritti, in dettaglio, i diversi componenti delle celle di Grätzel ed indicate le reazioni chimico-fisiche in cui gli stessi sono coinvolti. 1.2.1 Il semiconduttore La morfologia nanocristallina del semiconduttore è molto importante ai fini dell’efficienza operativa delle celle stesse; sono stati condotti diversi studi sia morfologici che chimici sulla natura del film per ottimizzare al meglio le performance dei dispositivi. Le nanoparticelle più studiate come semiconduttori sono quelle costituite da ZnO, SnO2, Nb2O5, TiO2 e CdSe; oggi la titania risulta essere preferita rispetto agli altri materiali per via della sua economicità, biocompatibilità, stabilità, purezza, disponibilità e resistenza. La scelta di nanoparticelle mesoporose è dovuta alla loro elevata area superfiale, che consente di aumentare di centinaia di volte la quantità di colorante disperso a parità di spessore del film. Figura 1.8: Immagine di un film di TiO2 ottenuta con microscopio eletronico. Pagina 11 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Il semiconduttore tuttavia ha un altro ruolo non secondario che è quello di trasportare la carica dal colorante al vetro conduttore; in un film di nanoparticelle il trasporto segue cammini random (figura 1.9), spesso molto lunghi, aumentando in questo modo la possibilità che la carica possa incontrare la soluzione elettrolitica causando così una perdita di efficienza di conversione. Recentemente, la ricerca nel campo dello strato semiconduttore sta evolvendo verso l’utilizzo combinato di nanotubi e nanoparticelle di TiO2. Si ritiene, infatti, che l’utilizzo di un tubo possa creare dei cammini preferenziali per la carica diretta verso il vetro conduttore, andando cosi a rimuovere le resistenze diffusive della stessa (figura1.10). Figura 1.9: Cammino dell'elettrone iniettato dal colorante in un film di nanoparticelle di titania. Figura 1.10: Cammino preferenziale dell'elettrone iniettato dal colorante in un film di nanoparticelle e nanotubi di titania. Pagina 12 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Contestualmente a ciò, si sta ipotizzando e sperimentando l’impiego di una miscela di nanoparticelle e cristalli di maggiori dimensioni al fine di indurre fenomeni di scattering della luce in modo da aumentare la superficie illuminata.[5-6] 1.2.2 La soluzione elettrolitica e la coppia redox Com’è stato già brevemente accennato in precedenza la coppia redox viene chiamata in causa più volte nel ciclo di conversione; infatti, essa reagirà con la carica positiva localizzata sul sensibilizzatore, dopo che quest’ultimo ha assorbito il fotone, ed interverrà nuovamente andando a reagire con l’elettrone proveniente dal contro-elettrodo (catodo).[7-8] La prima coppia redox impiegata in dispositivi di questo tipo è I-/I3- in quanto risulta essere economica e facilmente reperibile; soprattutto però essa presenta una bassa corrente buia (dark-current) che si genera per ricombinazione della carica iniettata sul film semiconduttivo e l’I3- presente in soluzione. Di seguito vengono illustrate le reazioni che vedono coinvolte le specie ossidate e ridotte. In soluzione si instaura il seguente equilibrio: La neutralizzazione della carica positiva sul colorante avviene secondo la reazione che segue, in cui indica lo stato fondamentale del colorante carico positivamente, mentre lo stato fondamentale neutro. Infine la coppia redox torna alla sua natura di partenza grazie all’elettrone proveniente dal catodo ( secondo la relazione che segue: La corrente buia di cui abbiamo parlato in precedenza è dovuta, invece, a quanto può essere cosi schematizzato: Pagina 13 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH in cui indica che l’elettrone coinvolto si trova sul film di titania.[4] Lo svantaggio più grande di questo sistema risiede nella natura corrosiva delle specie coinvolte che non fornisce garanzie sulla longevità delle celle fotovoltaiche con esse realizzate. Per tale motivo è stato ipotizzato l’utilizzo di coppie diverse come ad esempio: Br2/Br-, SeCN-/(SeCN)3-, SCN-/(SCN)2- ma i risultati ottenuti in termine di efficienza sono stati deludenti e non hanno permesso l’impiego effettivo di tale composti come mediatori redox.[9] Una valida alternativa è stata trovata solo nel 2001 con la sintesi di un complesso metallo-organico del cobalto, la cui formula di struttura è riportata in figura 1.11. Il solvente in cui la coppia redox opera deve garantire necessariamente la stabilità temporale e termica del sistema e soprattutto non deve provocare il desorbimento del sensibilizzatore dallo strato di semiconduttore a cui è legata. Inizialmente il sovente utilizzato era l’acqua ma attualmente la ricerca si sta spostando verso mezzi organici come ad esempio i liquidi ionici; questi, infatti, sono caratterizzati da viscosità molto bassa, alta conducibilità, buona stabilità ed assenza di evaporazione. Attualmente il liquido ionico con migliore efficienza di conversione è l’EMI ( 1-etil-3-metilimidazolo) con rese dell’ordine di 7,8-8,3 %.[10] Figura 1.11: Complesso di cobalto utilizzato come mediatore redox. In letteratura vengono riportati anche altri studi compiuti utilizzando gel elettrolitici, cristalli plastici e polimeri organici ma l’efficienza di quest’ultimi è notevolmente minore rispetto al caso precedente.[11-12-13-14-15] Pagina 14 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 1.2.3 Il sensibilizzatore (colorante) Il sensibilizzatore svolge il ruolo di assorbire la luce e ―generare‖ dopo tale fenomeno la carica negativa che determinerà la corrente che percorre il circuito. Tenendo presente tale presupposto viene naturale la considerazione che il miglior sensibilizzatore è un corpo nero che assorbe tutta la radiazione solare che arriva sulla terra; questa è, infatti, la direzione che la ricerca sull’ottimizzazione del colorante sta seguendo e soprattutto i coloranti metalloorganici sembrano fornire una risposta in tal senso.[16-17] Il colorante dovrà essere in grado di dare il processo di iniezione elettronica (che varrà discusso successivamente), con resa quantica circa unitaria, per cui lo stato eccitato del colorante dovrà possedere un potenziale maggiore o uguale a quello della CB del semiconduttore. Altra caratteristica fondamentale di questa componente è la resistenza termica ed ottica tale da garantire un ―turnover‖ redox di 108 cicli sotto illuminazione, valore che corrisponde ad un’esposizione di 20 anni alla luce solare. Esiste inoltre un requisito strutturale molto importante, il colorante deve avere gruppi funzionali tali da garantire l’ancoraggio delle molecole stesse di colorante alle nanoparticelle di titania; tra i gruppi funzionali atti a svolgere tale ruolo il più utilizzato è il carbossile. Il legame può essere inoltre di natura diversa in funzione del numero di siti molecolari interessati e vengono classificati in unidentati, bidentati e bidentati a ponte. Si riportano nelle figure 1.12 ed 1.13 alcune rappresentazioni dei diversi tipi di interazione colorantesemiconduttore.[18-19] Figura 1.12: Rappresentazione delle interazioni tra sensibilizzatore e semiconduttore. Pagina 15 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.13: Esempi di interazione colorante semiconduttore. L’introduzione dei gruppi –COOH consente inoltre di modificare la solubilità del colorante in solventi acquosi ed organici . Ad oggi i composti più studiati come coloranti sensibilizzatori per questo tipo di celle sono i complessi di metalli di transizione ed in particolar modo quelli di Ru(II). 1.3 Prestazioni delle celle solari La stima quantitativa della performance delle celle solari è fornita da due parametri chiave: l’efficienza di conversione del fotone incidente a corrente “IPCE” (incident photon to current conversion efficiency) che viene stimato per la radiazione monocromatica e l’efficienza di conversione luce bianca-elettricità “ηeff”.[4-20] Il valore IPCE corrisponde al rapporto della foto-corrente osservata su flusso di fotoni incidenti: Questo valore può essere considerato come l’effettiva resa quantica del dispositivo e racchiude al suo interno la dipendenza da altri parametri, quali: - efficienza di assorbimento della radiazione incidente (LHE “light harvesting efficiency”): direttamente relazionato con le proprietà spettrali e fotofisiche del colorante; Pagina 16 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH - resa quantica del processo di iniezione elettronica (ϕinj): dipende dal potenziale redox e tempo di vita dello stato eccitato del colorante; - efficienza di raccolta di carica (ηel): funzione della struttura e morfologia del film di semiconduttore. Il parametro ηeff è definito come: in cui corrisponde all’integrale della densità di fotocorrente prodotta, è il voltaggio ottenuto a circuito aperto, ff indica il ―fill factor‖ e Is rappresenta l’intensità di luce incidente. Il fill factor è il fattore di riempimento della cella ed è definito da: I parametri IM e VM si trovano analizzando il grafico I (intensità di corrente) vs V (voltaggio della cella).[5-20] Figura 1.14: Determinazione del FF. Pagina 17 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Il FF può essere determinato anche a livello grafico come rapporto dell’area del rettangolo A (color magenta nella figura 1.14) e l’area B (color rosa nella figura 1.14). Il punto di intersezione tra il valore IM e VM fornisce le condizioni di massima efficienza della cella. L’intensità di luce incidente dipende, infine, da un parametro puramente fisico chiamato ―air mass o A.M.‖ (massa d’aria) definito come: AM=1/senα dove α definisce l’angolo che il sole forma con la superficie terrestre. Figura 1.15: Modello per determinazione A.M. A.M. viene posto per definizione uguale a zero fuori dall’atmosfera terrestre. 1.4 Termodinamica di conversione dell’energia solare. Qualunque collettore di energia solare, sia esso naturale o artificiale non potrà mai convertire tutta l’energia solare in lavoro e comunque non potrà avere un’efficienza più elevata di quella prevista dalle leggi della termodinamica. In una trattazione termodinamica del processo di conversione della luce solare in elettricità possiamo trattare il fenomeno come se si trattasse di una macchina termica. In tal caso il serbatoio caldo è il sole mentre quello freddo è la terra. L’efficienza della macchina è massima se il lavoro che viene compiuto è reversibile e dipenderà dall’energia interna U e dall’entropia S. Pagina 18 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.16: Macchina termica che ha per sorgente calda il sole e la terra come serbatoio freddo, vengono mostrati con le frecce tutti i flussi di energia ed entropia. Come si può vedere dalla figura 1.16 la macchina termica assorbe un flusso di energia come calore dal serbatoio caldo (IE,in), ovvero il sole, e a questo sarà associato anche un flusso di entropia (IS,in). La macchina termica rilascia una quantità di calore al serbatoio freddo (IE,res), associato ad un flusso di entropia (IS,res); inoltre, il dispositivo stesso, trovandosi a temperatura Ta, emette una certa quantità di radiazione termica che indichiamo con IE,emitt e con essa anche IS,emitt. La quantità di energia rimanente viene restituita come lavoro (IE,el). Sappiamo che tra quantità di calore scambiato ed entropia esiste la seguente relazione: I E ,res T0 I S ,res Questa relazione ha valore nel caso in cui il calore viene scambiato per conduzione, quindi può valere nel caso dello scambio macchina termica-serbatoio freddo; per il flusso di energia entrante però, considerando che la fonte è il sole, viene trasmesso per irraggiamento ed in tal caso si va a valutare il flusso di energia in funzione di jE,in intensità di energia per unità di area (A). Pagina 19 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH I E ,in Aj E ,in A TS4 Allo stesso tempo l’IS sarà dato da: I S ,in Aj S A 4 jE 4 3 A TS 3 TS 3 in cui Ω definisce l’angolo solido e σ indica la costante di Stefan-Boltzmann. In un sistema che opera reversibilmente, vale la relazione: IS,in IS,res IS,emit . Per la macchina termica i flussi di calore ed entropia dovuti alla radiazione termica emessa alla temperatura di esercizio, calcolati su tutto l’angolo solido, vengono calcolati con le seguenti relazioni: 4 I S,emit A TA3 3 I E,emit ATA4 Il lavoro che si può ottenere da una macchina termica che ha il sole come serbatoio caldo e la terra come serbatoio freddo è: 4 TS T0 (I S,in I S,emit ) ATA4 4 4 3 4 4 T0 TA3 TA4 4 3 4 A TS T0 A TS A TA ATA A TS 1 1 3 TS T 3 T 4 3 3 S S I E,el I E,in I E,res I E,emit A da cui è possibile ricavare la seguente relazione per l’efficienza di conversione: I E,el I E,in 4T 0 1 3 TS TA3 TA4 1 3 4 TS TS Se nell’equazione sopra vengono sostitute la temperatura del sole pari a 5523K, e le Ta e T0 considerate essere uguali e a cui si assegna il valore di 300K ed considerando l’intero angolo solido, il valore di rendimento che si ottiene è 0.93; da questo valore possiamo affermare con buona approssimazione che la conversione fotone-corrente non potrà mai superare il valore limite del 93%. Pagina 20 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Possiamo individuare alcune cause che comportano un drastico abbassamento dell’efficienza di conversione: 1. La cella assorbe solo fotoni compresi in una finestra dell’intero spettro della radiazione e.m. e questo comporta la perdita di una grande quantità di energia; 2. I fotoni assorbiti dalla cella portano il sistema ad uno stato elettronico eccitato da cui decade velocemente fino a raggiungere il primo livello vibrazionale dello stato eccitato ed una parte dell’energia del fotone assorbito viene spesa come rilassamento rotovibrazionale; 3. In un singolo istante solo una piccola frazione di molecole di materiale assorbente si trova nello stato eccitato; tenendo conto di ciò esiste una perdita di energia non trascurabile che viene spesa dal sistema come entropia di mescolamento; 4. Lo stato eccitato può decadere anche attraverso cammini che non producono lavoro; se la velocità di tali fenomeni è elevata il lavoro disponibile diminuisce drasticamente. Da queste considerazioni va tenuto conto nel valutare l’efficienza termodinamica di conversione della frazione di stati eccitati che sono in grado di produrre lavoro Fk e la frazione di energia che si perde per la termalizzazione degli stati eccitati FU. Fk è facile da calcolare una volta che si conosco le costanti dei processi che disattivano lo stato eccitato, e si trova con la seguente relazione: Fk kw kw kF È possibile quindi riscrivere l’equazione che fornisce la resa di conversione come: Fk jSg FU E S0 in cui jSg è il flusso di fotoni solari con energia maggiore del band gap del materiale assorbente e ES0 è l’irradianza solare incidente totale. Il µ definisce il lavoro massimo in condizioni ideali e corrisponde all’energia del band gap a cui viene sottratto il lavoro dovuto al mescolamento. [21-22-23-24] Pagina 21 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 1.5 Complessi metallo-organici I complessi metallorganici presentano una buona stabilità sia termica che fisica che fotofisica.[25-26] Molti complessi di metalli di transizione, MLCs (Metal-Ligand Complexs) presentano caratteristiche spettrali e fotofisiche interessanti; possiedono, ad esempio, tempi di vita degli stati eccitati lunghi, che vanno da una decina di nanosecondi ad alcuni microsecondi e gli spostamenti Stokes risultano essere, nella maggior parte dei casi, molto significativi.[27-28] Il complesso oggetto di questa tesi è di tipo ML6 in cui M rappresenta il metallo, nello specifico il Ru(II) che possiede una configurazione elettronica d6 e una geometria di coordinazione di tipo ottaedrica. Questa geometria di coordinazione induce una perdita della degenerazione orbitalica degli orbitali d del metallo centrale. I cinque orbitali metalli si trovano in una situazione isoenergetica quando sono isolati ma all’avvicinarsi dei ligandi la loro energia viene perturbata. Si registra, in questo modo, uno splittamento in due set di orbitali: ―t‖ triplamente degeneri ed ―e‖ doppiamente degeneri. La differenza energetica tra questi si indica con Δ. Figura 1.17: Diagramma dei livelli energetici dello ione libero, perturbato da un campo a simmetria sferica e da una simmetria ottaedrica secondo la teoria del campo cristallino. Quanto appena descritto è la teoria del campo cristallino applicata ai complessi di geometria ottaedrica. 1.5.1 Proprietà spettroscopiche dei MLCs La teoria degli orbitali molecolari consente con buona approssimazione di descrivere le proprietà spettroscopiche dei complessi di metalli di transizione.[29] Pagina 22 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH In figura 1.18 si riporta uno schema dei livelli energetici e delle transizioni possibili per un complesso metallorganico con geometria ottaedrica. Nel diagramma sono indicate le transizioni che possono essere osservate in tali composti; queste vengono classificate in base agli orbitali molecolari coinvolti in: Figura 1.18: Schema dei livelli energetici e delle transizioni elettroniche in complessi a geometria ottaedrica. METALLO CENTRATE (MC o Metal centred): sono transizioni che si verificano essenzialmente su orbitali centrati sul metallo, come ad esempio le transizioni d-d che risultano proibite dalle regole di selezione di Laporte e quindi poco probabili e di bassa intensità; LEGANTE CENTRATE (LC o Ligand centred): coinvolgono orbitali molecolari localizzati prevalentemente sui ligandi; in questo caso la luminescenza è causata dal passaggio di un elettrone dallo stato elettronico eccitato a quello fondamentale. Le transizioni osservate sono di natura π-π* ed interessano la regione del visibile o del vicino IR; TRASFERIMENTO DI CARICA (CT o Charge transfer): in generale tali transizioni interessano orbitali molecolari di partenza e di arrivo localizzati su porzioni diverse del complesso. In questo caso si possono osservare due diversi tipi di trasferimento elettronico: Pagina 23 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH l'elettrone può essere trasferito da orbitali del ligando ad orbitali metallici dando luogo a quelle che sono le transizioni LMCT (Ligand to metal charge transfer); l’elettrone viene trasferito dall’orbitale metallico ad uno degli orbitali dei ligandi ed in questo caso le transizioni vengono indicate con MLCT (Metal to ligand charge transfer). Altri tipi di transizioni si osservano difficilmente: CTTS o Charge transfer to solvent: in cui un elettrone dall’orbitale centrato sul metallo viene spostato su un orbitale appartenente al solvente; LLCT o Ligand to ligand charge transfer: avvengono tra orbitali appartenenti a ligandi diversi dello stesso complesso. Deve essere comunque evidenziato che sia lo possibilità di transizione che l’energia delle stesse è fortemente interessata dal tipo di metallo che origina il complesso, dal suo stato di ossidazione e dal solvente in cui è immerso. 1.5.2 Transizioni MLCT Le transizioni MLCT sono di particolare interesse per l’applicazione dei complessi metalloorganici in ambito fotovoltaico; infatti proprio il trasferimento dell’elettrone dal metallo centrale al ligando gioca un ruolo chiave nel processo di conversione delle celle solari a colorante. In complessi di rutenio (Ru), renio (Re) ed iridio (Ir) con ligandi bipiridinici si osservano spesso trasferimenti di carica di questo tipo. Il fenomeno può essere così schematizzato: L’assorbimento di luce mette in atto formalmente una reazione di ossidoriduzione intramolecolare: infatti, il metallo centrale vede aumentato il suo numero di ossidazione mentre il ligando bipiridinico viene ridotto dall’elettrone trasferito. Pagina 24 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Come accennato in precedenza le transizioni MLCT mostrano assorbimento nella regione del visibile. Le emissioni, invece, a causa dell’elevato accoppiamento spin-orbita dovuto al metallo pesante, hanno come stato di partenza il tripletto MLCT (3MLCT) e sono quindi fenomeni di fosforescenza. In figura 1.19 si riporta un diagramma riassuntivo dei principali fenomeni fotofisici che interessano questi composti. L’assorbimento del fotone (con energia opportuna) fa passare il sistema dallo stato elettronico fondamentale allo stato eccitato di singoletto MLCT da cui attraverso il fenomeno di InterSystem Crossing (ISC) si osserva la formazione dello stato di tripletto MLCT. Questo fenomeno è molto rapido ed avviene nella scala dei tempi dei femtosecondi (centinaia di fs) con una resa quantica unitaria [30-31]. Tutto questo trova spiegazione considerando l’effetto che gioca il metallo centrale nell’accoppiamento spin-orbita che rende permesse anche transizioni proibite per natura.[32] Il tripletto formatosi ha un tempo di vita lungo che può andare da centinaia di nanosecondi ad una decina di microsecondi, dopo di che si depopola sia in modo radiativo per fosforescenza sia in modo non radiativo. Figura 1.19: Fenomeni fotofisici che interessano i complessi metallo-organici. I complessi metallo-organici presentano in generale ampi spostamenti Stokes, che fanno si che gli spettri di assorbimento e di emissione non siano sovrapposti con il vantaggio di evitare Pagina 25 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH il fenomeno del self-quenching o auto assorbimento (parte della radiazione emessa viene riassorbita dalle molecole circostanti). Nei complessi dei metalli di transizione si osserva che a parità di ligandi il valore di Δ (energia di separazione degli orbitali d degeneri) aumenta scendendo lungo un gruppo della tavola periodica. Figura 1.20: Posizione dei livelli energetici al variare del metallo (6° gruppo metalli di transizione). Come si può dedurre dal diagramma sopra, mentre per le transizioni MC (metal centred) esiste una relazione precisa tra l’energia del livello e la posizione del metallo nel sistema periodico, le energie degli stati MLCT variano in modo non lineare. Ovviamente le transizioni che vedono coinvolti i soli orbitali dei ligandi sono isoenegetiche al variare del metallo. È possibile, tuttavia, stabilire le proprietà di luminescenza dei complessi a priori, conoscendo le energie dei livelli elettronici; infatti, se il livello MC si trova ad energie minori dello stato MLCT il complesso non manifesterà fenomeni emissivi, mentre in caso contrario la resa quantica di emissione (ϕP) sarà tanto maggiore quanto più gli stati MC ed MLCT sono separati in energia. Dalla figura 1.20 è possibile dedurre che i complessi del ferro non sono fosforescenti, mentre quelli di rutenio e osmio presentano fosforescenza, e che questi ultimi avranno una ϕP maggiore. Esiste la così chiamata ―energy gap law” che afferma che al Pagina 26 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH diminuire della lunghezza d’onda d’emissione, i valori di resa quantica di emissione e il tempo di vita dello stato eccitato aumentano L’energia dello stato MC gioca un ruolo importante anche nel determinare la sensibilità termica dei complessi; infatti ad esempio i complessi di Os avendo tale stato ad energie molto elevate non risentono di variazioni termiche. I livelli energetici dei complessi possono essere variati anche sostituendo i ligandi, infatti il valore del Δ risente dell’effetto che induce il ligando sulla rimozione della degenerazione. Volendo quantificarne l’entità dell’effetto dei differenti ligandi si può stilare la seguente scala: I- < Br-< S-2 < SCN- < Cl- < NO3- < F- < OH-< C2O2-< HO2-< NCS-< Py-< NH3-< bpy< phen < NO2-< PPh3< CN-< CO. 1.5.3 Dinamica degli stati eccitati dei complessi del Ru. Come accennato già in precedenza la formazione dello stato di tripletto MLCT avviene in una scala temporale inferiore al picosecondo. Subito dopo la formazione dello stato di singoletto MLCT, in tutti i complessi che hanno il Ru(II) come metallo centrale e almeno una bipiridina come ligando, è stato osservato che in un tempo di circa 200fs si verificano più processi quali: intersystem crossing, solvatazione e rilassamenti vibrazionali. Figura 1.21: Orientazione del solvente in funzione del momento di dipolo molecolare. Pagina 27 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH L’assorbimento di radiazione elettromagnetica da parte di questi composti porta una ridistribuzione di carica, o meglio, alla formazione della coppia elettrone-lacuna, e si viene a generare a tutti gli effetti un dipolo elettrico. Il dipolo elettrico creato interagisce con le molecole di solvente che circondano la specie chimica dando luogo ad un dipolo indotto. Tale effetto ha luogo in modo istantaneo e procede in concomitanza con la separazione di carica. Il sistema evolverà con un riarrangiamento del solvente attorno ai cromofori carichi, come mostrato in figura 1.21. La dinamica appena descritta è di natura non diffusiva e il tempo necessario affinché il processo giunga a termine è funzione del solvente e del soluto ma in generale è compreso tra i 50 ed i 500fs. Proprio la scala temporale ci permette di confermare la natura non diffusiva del moto, che in caso contrario dovrebbe durare centinaia di picosecondi.[32-33] 1.6 Trasferimento di carica e dinamica di iniezione elettronica. Nei paragrafi precedenti è stato descritto il comportamento dei coloranti metallo-organici liberi in soluzione. Nelle celle di Grätzel però il colorante, per poter svolgere la sua funzione, è legato chimicamente ad uno strato di semiconduttore, in particolare a nanoparticelle di titania. Nel paragrafo 1.2.1 si è già visto che il cammino dell’elettrone è funzione di diverse variabili. Attualmente esistono due teorie che giustificano il percorso dell’elettrone; la prima di queste si basa sull’estensione di alcune considerazioni valide per le celle al silicio. Infatti, mentre le celle di prima generazione utilizzano le giunzioni p-n per facilitare la separazione di carica, i dispositivi di terza generazione sfruttano il doppio strato elettronico che si crea nell’interfaccia solido-liquido. Quando un semiconduttore viene immerso in un liquido redox si genera un flusso di elettroni dal livello di Fermi del semiconduttore alla coppia redox. Il processo non si arresta fino a quando il potenziale della coppia eguaglia quello del semiconduttore, instaurando cosi l’equilibrio. Si viene a creare in questo modo il doppio strato elettronico noto anche come strato di Helmholtz.[34] Raggiunto l’equilibrio all’interfaccia si viene a formare a tutti gli effetti una giunzione p-n; in tale situazione quindi il colorante nello stato eccitato, instabile, immette elettroni sulla titania carica positivamente.[35] La teoria appena esposta è quella coulombiana ma attualmente si preferisce descrivere il trasporto di carica nelle celle solari a coloranti metallo-organici in termini cinetici.[5] Pagina 28 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.22: Trasporto di carica secondo la teoria colombiana.[5] Una volta formato lo stato eccitato di singoletto MLCT si innescano diversi fenomeni di depopolamento spesso competitivi tra loro. Figura 1.23: Descrizione dinamica del trasferimento di carica.[31] Pagina 29 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH I decadimenti che si possono osservare dallo stato di singoletto sono prettamente non radiativi e sono l’intersystem crossing (ISC) e l’iniezione elettronica da 1MLCT; risultano essere praticamente inibite sia la fluorescenza che altri fenomeni non radiativi che riportano il sistema allo stato S0. Dallo stato di tripletto invece si osservano transizioni 3MLCT S0 ovvero fenomeni di fosforescenza e l’iniezione elettronica sulla titania.[5] L’ordine di grandezza delle durate dei processi che hanno luogo in questi complessi [31] legati alla TiO2 viene riportato nella tabella seguente: Tabella 1.1: Ordine di grandezza dei processi di iniezione elettronica e dei processi competitivi per complessi metalloorganici. Processo τ (ps) Iniezione da 1MLCT ISC Iniezione da 3MLCT Fosforescenza < 0.2 < 0.2 ≈ 11 103-106 Figura 1.24: Descrizione qualitativa del trasferimento e ricombinazione di carica. L’iniezione elettronica (i.e.) risulta essere competitiva con l’ISC nello stato 1MLCT, mentre è circa 2-3 ordini di grandezza più veloce rispetto al fenomeno di emissione dello stato 3 MLCT.[36] Pagina 30 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Quindi il trasferimento dell’elettrone avviene dallo stato eccitato del sensibilizzatore alla banda di conduzione del semiconduttore. Questo implica che i due stati devono rispondere alla condizione energetica che la CB del semiconduttore deve trovarsi ad energie minori dello stato eccitato del colorante, come mostrato in figura 1.25. Prima che la carica venga depositata su uno degli orbitali d dello ione Ti(IV) si trova sull’orbitale π* localizzato sul gruppo carbossilico legato al semiconduttore. L’elevata velocità del processo è dovuta all’elevato grado di sovrapposizione degli orbitali dei gruppi coinvolti (figura 1.24). Figura 1.25: Caratteristiche energetiche per processo di iniezione elettronica. È stato osservato a volte un processo di ritorno dell’elettrone dalla titania al metallo del complesso. In questo caso gli orbitali d del Ti interagiscono con un orbitale d del metallo ma senza che vi sia una sovrapposizione orbitalica. Proprio grazie a tale condizione il processo risulta essere molto lento e sfavorito anche a livello termodinamico.[37] Altri fenomeni di ricombinazione di carica sono già stati presentati parlando sia delle celle di Grätzel che dei parametri quantitativi di efficienza ( paragrafi 1.2.2 e 1.3). 1.7 Stato dell’arte su N719 e composti analoghi. Per riuscire a comprendere a fondo le proprietà fotofisiche e fotochimiche dei complessi metallo-organici, si è deciso di raccogliere alcune informazioni presenti in letteratura in questo paragrafo. Pagina 31 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH In particolar modo le molecole su cui è stata effettuata una dettagliata ricerca bibliografica, oltre al complesso oggetto di questa tesi di laurea, il complesso N719 riportato in figura 1.28, sono la molecola prototipo per questa classe di composti, il rutenio-tris-bipiridinio [Ru(bpy)3]+2 (figura 1.26), ed il complesso di rutenio a cui sono coordinati due gruppi isotiocianato e due bipirirdine funzionalizzate con gruppi carbossilici la cui struttura è riportata in figura 1.27, conosciuto come sensibilizzatore N3 N N N 2+ Ru N N N Figura1.26: Ru-tris-bipiridinio. O OH OH O N N 2+ N C S Ru N C S N HO N O HO O Figura 1.27: Complesso metallo-organico N3. Pagina 32 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH O OTBA OH O N N 2+ N C S Ru N C S N HO N O O OTBA Figura 1.28: Complesso metallo-organico N719. Per queste molecole sono riportate in letteratura molte informazioni soprattutto per studi eseguiti sul colorante adsorbito su film di titania, mentre le informazioni sulle proprietà degli stessi complessi liberi in soluzione sono scarse e frammentarie. 1.7.1 Proprietà di assorbimento In letteratura sono stati trovati i seguenti spettri di assorbimento per i complessi N3 ed N719 sia in soluzione che adsorbiti su nanoparticelle di semiconduttore: Figura 1.29: Spettro di assorbimento di N3 (1) e della sua forma ossidata dal Br2 (2) in etanolo; spettro del complesso analogo all’N3 non funzionalizzato con gruppi carbossilici ed ossidato da Ce +4 in MeCN (3).[art.9] Pagina 33 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.30: Spettro di assorbimento di N719 in acqua, etanolo e acetonitrile. [art.16] I massimi di assorbimento dei complessi vengono riportate nella tabella che segue: Tabella1.2:Posizione dei massimi di assorbimento (nm) trovati in letteratura. Complesso/solvente MLCT (I) MLCT (II) π→π* N3/H2O 500 372 308 N3/EtOH 538 398 314 N719/ H2O 500 370 308 N719/EtOH 521 381 309 N719/MeCN 529 383 311 Il primo risultato importante da sottolineare delle proprietà di assorbimento è che l’introduzione dei gruppi tetra-butil-ammonio (TBA) nel complesso N719 induce uno spostamento ipsocromo dello spettro anche se di entità lieve e che a parità di colorante si evidenzia un effetto del solvente sulla posizione massimi di assorbimento.[38-39] Si evidenzia, inoltre, che l’ossidazione del colorante sposta i massimi di assorbimento delle bande a trasferimento di carica, quelle ad energie minori, verso la regione UV (vedi figura 1.29).[38] La figura 1.31 riporta spettri di assorbimento di coloranti metallo-organici del rutenio in una soluzione di acetonitrile ed adsorbite su un film di titania. In particolare la figura contrassegnata con la lettera C è riferita al complesso N3. E’ possibile affermare osservando Pagina 34 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH tali dati che l’adsorbimento su nanoparticelle di semiconduttore non crea significative modificazioni alla distribuzione spettrale.[31] Figura 1.31: Spettri di assorbimento di complesso del rutenio in MeCN (linea intera) ed adsorbita su TiO 2 (linea tratteggiata).[31] 1.7.2 Effetto del pH sulle proprietà fotofisiche e determinazione del pKa Da calcoli quantomeccanici eseguiti sul complesso N3 si è visto che un aumento del pH della soluzione gioca un ruolo sulle energie degli stati elettronici della molecola; in particolare un aumento del pH fa aumentare l’energia delle transizioni che vedono coinvolti lo stato fondamentale ed il primo stato eccitato di singoletto. Si dovrà osservare quindi un ―blue-shift‖ al diminuire degli ioni H+ in soluzione. Tale andamento spettrale viene imputato alla destabilizzazione degli orbitali π* dello stato LUMO del complesso a causa dell’aumento della densità di carica elettronica dovuta alla deprotonazione dei gruppi carbossilici.[40] Tali considerazioni trovano verifica anche a livello sperimentale; si riporta nella tabella che segue i risultati di una pubblicazione: Pagina 35 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Tabella 1.3: Posizione dei massimi di assorbimento (nm) del complesso N3 in funzione del pH di soluzione. [art.4] Solvente MLCT (I) MLCT (II) π→π* EtOH 538 398 314 H2O pH 7 500 372 308 H2O pH 1 520 390 312 Da questi risultati è possibile confermare lo spostamento ipsocromo delle bande di assorbimento all’aumento del pH.[41] In letteratura è riportato inoltre uno studio sullo stesso complesso, in cui gli autori determinano il pKa dello stato fondamentale. Per il complesso a pH 11 sono stati trovati i seguenti massimi di assorbimento: 500, 370 e 308 nm, risultati che sono perfettamente sovrapponibili con quelli trovati dagli autori dell’articolo riportato con riferimento.[41] Gli autori riportano significative variazioni spettrali in funzione del pH di soluzione. Da pH 11 a pH 1 rivelano tre punti isosbestici nella regione di assorbimento delle bande MLCT a 515, 456 e 380 nm. Figura 1.32: Cambiamenti spettrali degli assorbimenti del complesso N3 in funzione del pH. Un ulteriore punto isosbestico viene trovato a 305 nm per quanto riguarda la banda della transizione che ha luogo sugli orbitali dei ligandi. Per ricavare i valori dei pKa vengono riportati in un grafico i valori di assorbanza alle λ in cui si ha massima variazione della stessa (525, 400 e 310nm) in funzione del pH. (vedi figura 1.33) Pagina 36 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH I punti sperimentali vengono correlati attraverso una funzione sigmoidale che restituisce i valori di pH in corrispondenza dei quali si hanno i punti di flesso. Perciò per la deprotonazione di N3 allo stato fondamentale i valori trovati sono: pKa1 3.0±0.1 pKa2 1.5±0.1 Figura 1.33: Variazioni di assorbanza del complesso N3 in soluzione acquosa a 310, 400 e 525nm. Per verificare che si tratti realmente di un processo di equilibrio è stata eseguita una retrotitolazione che ha ripristinato la forma spettrale originaria. La presenza di due valori di pKa spinge gli autori a non ritenere equivalenti i gruppi carbossilici presenti sul ligando bipiridinico. Ipotizzano in questo modo che il processo di protonazione avviene in due passaggi successivi e che in ognuno di essi ci siano due protoni coinvolti, come illustra lo schema in figura 1.35. Anche se non a livello quantitativo lo studio in funzione del pH in soluzione è stato seguito anche in emissione; il massimo di emissione a 770 nm in soluzione alcalina a pH 11 si sposta progressivamente ad 814 nm a pH 1 e all’aumentare della [H+] diminuisce sia l’intensità del segnale che il tempo di vita dello stato eccitato (vedi figura 1.34).[43-44-45] Casi di doppio trasferimento di protone in complessi di rutenio che hanno bipiridine disostituite da gruppi carbossilici sono noti già dal 1989.[46-47] Pagina 37 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.34: Variazioni degli spettri di emissione dell’N3 in funzione del pH. Figura 1.35: Attribuzione dei pKa dello stato fondamentale. Pagina 38 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 1.7.3 Processo di ISC Diverse pubblicazioni sostengono che, per complessi metallo-organici di Ru di questo tipo, nei primi 200fs, dopo l’impulso di ―probe‖ in tecniche di assorbimento transiente, tutti i fenomeni evolutivi che portano alla formazione dello stato eccitato di tripletto sono esauriti. Diversi autori assegnano alla formazione dello stato 3MLCT una durata di circa 100fs.[34] I risultati sperimentali riportati in alcune pubblicazioni vengono riportati in tabella 4 con i rispettivi riferimenti. Tabella1.4: Durata del processo di InterSystem Crossing in N3 e [Ru(bpy)3]+2 in diversi solventi. Composto/solvente τISC Rif. [Ru(bpy)3]+2/MeCN 100fs Art1 N3/EtOH 80±5fs Art.5 [Ru(bpy)3]+2/MeOH 40±15fs Art6 [Ru(bpy)3]+2/EtOH 40±15fs Art6 [Ru(bpy)3]+2/PropOH 40±15fs Art6 [Ru(bpy)3]+2/MeCN 40±15fs Art6 1.7.4 Processo di iniezione elettronica Il processo di iniezione elettronica è stato molto studiato sia per il complesso N3 che N719. In figura 1.35 si riporta la cinetica del processo di trasferimento della carica dal colorante alla titania per entrambi i sensibilizzatori. Per il complesso N3 commerciale si rileva una cinetica di iniezione elettronica biesponenziale; i tempi trovati per il processo sono: un tempo corto <20 fs e una componente di 45 ps. Per l’analogo composto preparato dal gruppo di ricerca, la componente più lunga ha un peso minore e il suo tempo è di 24 ps. Per l’N719 è stata trovato un’evoluzione monoesponenziale con un tempo < 20fs; risulta dunque completamente assente la componente lunga.[48] L’assenza o la variazione del peso relativo del tempo lungo è tuttora oggetto di dibattito. In alcune pubblicazioni questo viene attribuito al processo di iniezione elettronica che ha origine dal singoletto.[49-50] Questa teoria, accettata in larga parte in letteratura, si confronta Pagina 39 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH comunque con quella che tende ad attribuire tale componente alla formazione di aggregati in quanto esperimenti condotti variando la concentrazione di sensibilizzatore fanno variare, fino a scomparire, il peso relativo della componente lunga.[30-48] Probabilmente entrambe le ipotesi sono veritiere, anche se di difficile discernimento. Figura 1.35: segnale di assorbimento del transiente a 860nm sotto eccitazione a 535nm di N3 commerciale (○), N3 preparato dal gruppo di ricerca (▲), N719 commerciale(□) adsorbiti su titania. Sono stati eseguiti, inoltre, alcuni studi sul colorante N719 adsorbito su ZnO; in questo caso il processo di iniezione elettronica si ritiene concluso in meno di 300 fs. È stato anche analizzato il processo di ricombinazione di carica che mostra una natura biesponenziale con 300ns e 2,6µs come tempi. Il risultato importante di questo studio è che tale meccanismo segue la stessa cinetica sia quando il colorante è adsorbito su TiO2 che su ZnO come mostra la figura 1.36. E’ stato dimostrato, infine, che la resa quantica del processo di iniezione elettronica è funzione delle dimensioni delle nanoparticelle di semiconduttore; in letteratura, infatti è riportato uno studio per l’N719 adsorbito su nanoparticelle di TiO2. Quando le nanoparticelle hanno un diametro medio di 20 nm la resa di iniezione elettronica è 1.0 ± 0.1, mente la stessa scende a 0.300 ± 0.003 quando il colorante è assorbito su nanoparticelle di 300 nm. Gli autori attribuiscono tale differenza al diverso tipo adsorbimento che avviene sulla superficie del semiconduttore.[51] Pagina 40 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.36: Confronto della dinamica di ricombinazione di carica dei sistemi complesso-TiO2 e complesso-ZnO. 1.7.5 Prestazioni delle celle realizzate utilizzando questi complessi come sensibilizzatori La figura 1.37 mostra l’efficienza di conversione del fotone incidente del complesso N3 comparandola con quella di un colorante chiamato ―black dye‖, la cui struttura è riportata nella stessa figura. Dal confronto emerge immediatamente che l’N3 ha la stessa efficienza di conversione del colorante nero nella regione 400-600nm ma la sua efficienza diminuisce drasticamente già a 700nm. La diminuzione totale di efficienza di conversione è stata stimata nell’ordine del 15%.[20] La figura 1.38 riporta l’andamento del parametro IPCE in funzione di λ per il complesso N719 ed altri complessi metallo-organici. Nella regione in cui è presente il plateau il parametro assume un valore di circa 90%. Con tali caratteristiche di conversione fotone-corrente, M. Grätzel pubblica per la cella DSSc con N719 come sensibilizzatore, ad un valore di 1.5 di Air Mass un’efficienza globale di conversione del 12%. Si riporta nella figura 1.39 uno schema che illustra le efficienze delle celle solari in funzione degli anni e della classe in cui le stesse posso essere classificate.[20] Pagina 41 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 1.37: Efficienza di conversione del fotone in funzione della lunghezza d'onda per il complesso N3 e il colorante chiamato “black-dye”. Figura 1.38: IPCE di N719 ed altri coloranti metallo-organici in funzione della lunghezza d'onda di assorbimento. Recenti studi su celle fabbricate in condizioni diverse sono stati condotti all’interno del nostro Dipartimento dal gruppo di ricerca del Dr. De Angelis: per la forma diprotonata dell’N719 ad un valore di A.M pari ad 1 è stato misurato un potenziale di circuito aperto (VOC) di 800mV ed una densità di fotocorrente di 17.6 mA/cm2. In tali condizioni il ff è di 0.73 e l’efficienza globale di conversione è del 10.26%, leggermente inferiore rispetto al caso precendente. Viene riportato, inoltre, per la forma monoprotonata, un rendimento della cella pari Pagina 42 Capitolo I: ―Introduzione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH all’11.18%; tale incremento è imputato essenzialmente al voltaggio di cella più alto, 17.73 mA/cm2, registrato in quest’ultimo caso.[52] Figura 1.39: Efficienza delle celle solari. I risultati discussi fino a questo momento sono riferiti a coloranti adsorbiti su TiO2, ma volendo fare un confronto si possono valutare i dati ottenuti con un sistema semiconduttore diverso; nella tabella che segue sono riportati dei parametri quantitativi misurati su celle in cui i coloranti vengono fatti adsorbire su SnO2. Tabella 5: Parametri quantitativi di DSSc con SnO2 come semiconduttore. Colorante Voc(mV) iph(mA/cm2) ff η(%) N3 699 18.06 0.625 7.89 N719 754 16.68 0.657 8.26 Confrontando questi risultati con quelli ottenuti con celle che usano la titania come semiconduttore è possibile capire perché si preferisce quest’ultima.[53] Pagina 43 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH CAPITOLO II “MATERIALI E METODI” 2.1 Composto Il composto oggetto di questo lavoro di tesi è un complesso del rutenio, già messo in commercio da alcune aziende di prodotti chimici tra cui la Solaronix venditrice del campione analizzato. TBA O O OH O N N NCS Ru N NCS HO N O O O TBA Figura 2.1: Formula di struttura di N719. Il complesso ha formula bruta:C58H86N8O8RuS2. Il nome IUPAC del composto è il seguente: Di-tetrabutylammonium-cis- bis(isothiocyanato)bis(2,2’-bipyridyl-4,4’-dicarboxylato) ruthenium (II) e possiede la formula di struttura riportata in figura 2.1. Pagina 44 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Il complesso è conosciuto in letteratura con il nome commerciale ―N719‖ con cui verrà indicato in questo elaborato. Il peso molecolare di questa specie chimica è 1188.55 g/mol. In figura 2.2 è riportata una rappresentazione tridimensionale del complesso, da cui si può riconoscere la geometria ottaedrica con cui il metallo centrale si lega ai suoi ligandi, due bipiridine disostituite e due gruppi isotiocianato. Figura 2.2: Rappresentazione 3D di N719. Nella rappresentazione 3D non compaiono i gruppi tetrabutil-ammonio. 2.2 Solventi I solventi utilizzati nelle procedure sperimentali, con un grado di purezza spettroscopico, sono i seguenti: Acqua deionizzata (H2O) Metanolo (MeOH) Etanolo (EtOH) Pagina 45 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Pentanolo (PentOH) Ottanolo (OctOH) Acetonitrile (MeCN) Dimetilsofossido (DMSO) Dimetilformammide (DMFA) 2.2.1 Tamponi Britton Le indagini in soluzione acquosa e a vari pH (da 2 a 12) sono state condotte utilizzando tamponi Britton, soluzioni tampone con forza ionica costante, μ= 0.005, preparate a partire da una soluzione acida Britton (CH3COOH, H3PO4, H3BO3) e una soluzione basica di NaOH 0.2 N.[54] 2.3 Tecniche d’indagine 2.3.1 Misure spettrofotometriche Gli spettri di assorbimento sono stati registrati tramite spettrofotometro UV-VIS a doppio raggio Perkin-Elmer Lambda 800, con lampada alogena per la regione del visibile, interfacciato ad un calcolatore per la registrazione e la visualizzazione degli spettri. Spettri di assorbimento Gli spettri di assorbimento sono stati registrati con lo strumento descritto nella prima parte di questo paragrafo; il campione opportunamente preparato viene posto in cuvetta di quarzo trasparente alla regione di luce di interesse il cui cammino ottico, salvo diversa indicazione, è di un centimetro. Determinazione del pKa dello stato fondamentale La determinazione del pKa dello stato fondamentale è stata eseguita attraverso una titolazione spettrofotometrica. Pagina 46 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Le soluzioni vengono preparate a partire da una soluzione madre concentrata di N719 in EtOH; 1ml di soluzione madre viene prelevata, messa in un matraccio da 10 ml e portata a volume con il tampone Britton del pH desiderato. Dopo la diluizione il pH della soluzione è stato controllato e in nessun caso sono state riscontrate discrepanze tra i valori di pH delle soluzioni e quelli dei tamponi puri. Di ogni soluzione è stato registrato lo spettro di assorbimento con lo spettrofotometro descritto. Ottenuti gli spettri ai vari pH, sono state individuate lunghezze d’onda che manifestano la maggior variazione in assorbanza. Per ciascuna di queste lunghezze d’onda, il valore di assorbanza è stato graficato in funzione della concentrazione di H+ della soluzione. In questo modo i punti sperimentali si dispongono secondo curve sigmoidali e vengono riprodotti con l’equazione riportata di seguito. (2.1) Nella quale Ab è l’assorbimento limite della forma basica della specie analizzata alla lunghezza d’onda presa in esame, Aa è l’assorbimento limite della forma acida nelle stesse condizioni, Ka è la costante acida dell’equilibrio acido-base. 2.3.2 Misure fluorimetriche Gli studi in emissione sono stati compiuti con uno spettrofluorimetro Spex Fluorolog 2F112AI. La sorgente dello strumento è una lampada a Xenon 1909 da 450W che emette una radiazione continua in un ampio intervallo spettrale (200-900 nm) e che viene focalizzata sul monocromatore di eccitazione in modo da selezionare una lunghezza d’onda adeguata, scelta in base allo spettro di assorbimento del campione. L’emissione è rivelata a 90° rispetto alla radiazione di eccitazione, per evitare l’interferenza della luce di eccitazione trasmessa dal campione. La luce emessa dopo l’eccitazione del campione viene inviata al monocromatore di emissione. I due monocromatori sono costituiti da reticoli interferenziali. Il rivelatore è un fotomoltiplicatore Hamamatsu R928-P che trasforma la radiazione elettromagnetica in segnali elettrici. Pagina 47 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 2.3:Schema a blocchi del fluorimetro utilizzato. Per minimizzare fenomeni di fotodegradazione dovuti all’elevata intensità della sorgente, sono stati utilizzati filtri grigi in quarzo che attenuano uniformemente l’intensità della radiazione in tutto l’intervallo di eccitazione. Con questo strumento possono essere registrati due tipi di spettri: • Spettro di emissione: viene fissata la lunghezza d’onda del monocromatore di eccitazione in base allo spettro di assorbimento e si fa variare il monocromatore di emissione. • Spettro di eccitazione: viene fissata la lunghezza d’onda di emissione del monocromatore di emissione e viene fatto variare il monocromatore di eccitazione. Resa quantica di emissione La resa quantica di emissione, Φem, si determina, attraverso metodi comparativi, da spettri di emissione di soluzioni diluite, la cui assorbanza deve essere minore o uguale a 0,1 per evitare fenomeni di autoassorbimento. Una volta registrato lo spettro di emissione del campione, si sceglie uno standard con il quale potrà essere comparata l’area sottesa alla curva dello spettro per ricavarne la resa quantica. Lo standard viene scelto tenendo conto dei massimi di assorbimento sia del campione che dello standard, in modo da essere il più vicini possibile. Lo spettro del riferimento viene registrato nelle stesse condizioni sperimentali adottate per il campione. La resa viene determinata dalla seguente relazione: Pagina 48 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH (2.2) dove l’area è quella sottesa allo spettro di emissione, A è il valore dell’assorbanza registrata alla lunghezza d’onda di eccitazione, n corrisponde all’indice di rifrazione del solvente utilizzato ed fc è il fattore di correzione dello strumento riferita alla lunghezza d’onda di eccitazione utilizzata. Le grandezze indicate a lato con (x) sono riferite al campione indagato mentre quelle con (s) allo standard. Nel nostro caso è stato scelto come rifermento il tetracene in cicloesano che possiede, in condizioni areate, una resa di fluorescenza pari a 0,17.[55] Determinazione del pKa dello stato eccitato Come nel caso della determinazione del pKa dello stato fondamentale, è stata preparata una soluzione madre del complesso N719 in etanolo con una concentrazione elevata. Questa viene diluita 1:10 con il tampone Britton del pH desiderato. Preparate le soluzioni, di ciascuna di esse viene registrato lo spettro di emissione eccitando al punto isosbestico, punto in cui l’assorbanza delle diverse forme all’equilibrio è la stessa e ricavato dalle misure effettuate in assorbimento. Ottenuti gli spettri di emissione è stata scelta una lunghezza d’onda in cui essi esibivano maggiore variazione di intensità. I valori di intensità in funzione della [H+], ad una singola lunghezza d’onda, sono stati riportati in grafico. I punti ottenuti sono stati correlati con l’equazione 2.3 al fine di ottenere il valore della Ka. (2.3) In questa equazione Ib rappresenta l’intensità di emissione della forma basica del colorante alla lunghezza d’onda considerata mentre Ia quella della forma acida. Pagina 49 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 2.3.3 Misure di fotolisi a lampo laser con risoluzione al nanosecondo (ns) Le specie transienti a vita più lunga, stati di tripletto 3MLCT, sono state studiate utilizzando la tecnica della fotolisi a lampo laser con risoluzione al nanosecondo. L’apparecchiatura è costituita da una sorgente laser di eccitazione capace di generare impulsi al nanosecondo, da un sistema spettrofotometrico di analisi (lampada-monocromatorerivelatore) per la rivelazione dell’assorbimento dei transienti e da un sistema di acquisizione ed elaborazione dati (Figura 2.4). La sorgente di eccitazione è un laser a stato solido Nd:YAG che sfrutta come mezzo laser attivo un cristallo di ittrio e alluminio drogato con neodimio di formula Nd:Y3Al5O12. Nella struttura dell’ossido alcuni ioni di Al+3 ne sostituiscono altri di ittrio, mentre il materiale drogante è il neodimio, che si trova in forma trivalente e anch’esso rimpiazza l’ittrio, i cui atomi hanno circa la stessa dimensione, nel reticolo cristallino. L’azione laser è proprio dovuta agli ioni Al3+ e la luce emessa si colloca nell’IR, a 1065nm, anche se poi viene portata a 355nm da un cristallo triplicatore di energia. Questa sorgente è perciò in grado di produrre un’emissione a 355nm (terza armonica), operante in regime Qswitch con durata dell’impulso prossima ai 7ns ed energie di lavoro inferiori a 3mJ/impulso. Figura 2.4: Schema dell’apparato di fotolisi a lampo laser. Pagina 50 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Il sistema spettrofotometrico di analisi, posto a 90° rispetto alla radiazione laser eccitante al fine di non essere disturbato da questa, consta dei seguenti elementi: - Lampada a xenon pulsata da 150W, con emissione compresa tra 200 e 900nm (per aumentarne l’intensità e rendere il segnale di assorbimento più facilmente rivelabile, la lampada viene pulsata per effetto di una tensione aggiuntiva); - Monocromatore Baird-tatlock ad alta radianza ―blazer‖ a 500nm, a cui sono associati diversi filtri a seconda della radiazione trasmessa che si vuole esaminare; - Fotomoltiplicatore Hamamatsu R928, che lavora tra 280 e 860nm. Il sistema di acquisizione ed elaborazione dati è composto da un oscilloscopio digitale Tektronix DSA 602 interfacciato con un computer. Sperimentalmente si seleziona con il monocromatore una data lunghezza d’onda d’analisi e si segue il segnale in funzione del tempo, dopo aver scelto un’opportuna scala temporale. Registrando le varie cinetiche in tutto l'intervallo di lunghezze d’onda di interesse, è possibile ricostruire uno spettro di assorbimento tridimensionale del transiente dove viene riportato l’andamento del ΔA in funzione della λ d’analisi e del tempo. Quindi, l’indagine può procedere scegliendo alcuni ritardi caratteristici a cui mostrare gli spettri bidimensionali, ΔA contro λ, ottenuti punto per punto e relativi a un determinato intervallo di tempo dopo l’eccitazione ad opera dell’impulso laser. Dalle analisi delle cinetiche eseguite sul campione disaerato, cioè in assenza di O2, il sistema di elaborazione dati fornisce il valore della costante cinetica del decadimento espressa in s-1; da essa si ricava il tempo di vita del transiente come suo inverso (τT=1/kd). La necessità di disaerare l’ambiente di reazione nasce dal fatto che in presenza di ossigeno si possono verificare fenomeni di spegnimento, che attivano il cammino di disattivazione via trasferimento di energia in cui si genera O2 singoletto (1Δg); di conseguenza, in queste condizioni, il tempo di vita del transiente diminuisce secondo la relazione (2.4): TO 2 1 k d kox O2 (2.4) Dove kox è la costante di spegnimento dello stato di tripletto da parte dell’ossigeno molecolare e [O2] è la concentrazione di quest’ultimo nel solvente in cui si opera (valore tabulato in Pagina 51 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH letteratura[56]). Dall’equazione 2.1 e dalle misure di τT eseguite in soluzione equilibrata con l’aria e in soluzione deaerata gorgogliando azoto è così possibile ricavare la kox e verificare se la specie osservata è effettivamente un tripletto, per il quale il valore della costante di spegnimento si attesta intorno a 109s-1, oppure un radicale per cui kox≈106-108s-1. Tali valori sono una conseguenza del fatto che per lo stato di tripletto lo spegnimento è istantaneo ed è quindi governato esclusivamente dalla diffusione, mentre per le altre specie il processo è più lento. 2.3.4 Misure di assorbimento di stati eccitati con risoluzione al femtosecondo (fs). Le misure di assorbimento risolte al femtosecondo sono state effettuate utilizzando una strumentazione molto flessibile, le cui componenti sono mostrate in figura 2.5. Questo strumento è ricco di possibilità d’indagine, poiché può essere impostato in modo tale da consentire di eseguire misure in assorbimento, utilizzando la metodologia pump-probe, o in emissione, con la tecnica dell’up-conversion. Millennia Tsunami Apollo Helios Empower Spitfire OPA Alcyone Figura 2.5: Schema a blocchi della strumentazione al femtosecondo. Le frecce indicano i cammini dei vari fasci laser nella configurazione utilizzata durante questo studio (in blu il fascio di eccitazione, pump, e in rosso quello di sonda, probe). Il sistema laser genera impulsi ad una frequenza di 1kHz ad una lunghezza d’onda di 800nm con energia superiore a 1mJ/impulso e una durata di circa 40fs. Tale sistema è costituito da quattro componenti: Millennia, Tsunami, Spitfire e Empower. Il Millenia PROsJ (Spectra Physics) è un laser continuo a stato solido che sfrutta come mezzo laser attivo un cristallo di ortovanadato di ittrio drogato con neodimio (Nd:YVO4); esso Pagina 52 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH emette un fascio continuo ad una lunghezza d’onda di 532nm con un’energia di 5W e costituisce la radiazione laser di pompa dell’oscillatore Tsunami. Lo Tsunami 3941-30-M1S (Spectra Physics), come appena affermato, è l’oscillatore ed è anch’esso un laser. Esso si avvale di un cristallo di ioni Ti3+ dispersi nel solido dello zaffiro (Ti:Al2O3) quale mezzo laser ed è in grado di generare impulsi ad una frequenza di 82MHz centrati a 800nm (regolabile tra 790 e 810nm), una durata inferiore a 35fs e un’energia prossima a 5nJ/impulso. Una tale energia risulta troppo bassa per molti degli esperimenti che si effettuano con questa strumentazione, perciò si rende necessaria un’amplificazione dei fasci laser che avviene mediante l’amplificatore Spitfire PRO 40FS-1K (Spectra Physics). Questa componente è costituita da tre parti: un sistema ottico disperdente (stretcher) che allunga la durata dell’impulso in ingresso fino a circa 200ps, per evitare danneggiamenti alle ottiche dell’amplificatore; un amplificatore rigenerativo basato su un cristallo di Ti:zaffiro per aumentare l’energia del segnale fino a un valore superiore ad 1mJ/impulso; e un compressore ottico che riduce nuovamente la durata dell’impulso a circa 40fs. Lo Spitfire emette quindi una radiazione laser pulsata, descritta da una frequenza di 1kHz ed una lunghezza d’onda che permane centrata a circa 800nm. Infine, l’Empower 15 (Spectra Physics) è un laser Q-switched che rappresenta il sistema di pompa dello Spitfire e fornisce l’energia necessaria per amplificare l’impulso derivante dallo Tsunami. Il mezzo attivo per questo laser è un cristallo birifrangente di fluoruro di ittrio e litio drogato con neodimio (Nd:YLF) ed esso emette un fascio pulsato della durata di 100ns, una frequenza di 1kHz, una lunghezza d’onda di 527nm e un’energia di circa 10mJ. Al fine di generare luce a lunghezze d’onda di eccitazione diverse da quella in uscita dallo Spitfire si utilizzano gli elementi Apollo e OPA. Apollo è un generatore di seconda e terza armonica che, attraverso due cristalli di BBO (forma allotropica beta del borato di bario, β-BaB2O4), permette di convertire la radiazione centrata a 800nm in impulsi centrati a 400 e 267nm con un’efficienza di conversione che si attesta al 25% per la seconda armonica e all’8% per la terza armonica. Il fascio che emerge da Apollo è contraddistinto da una frequenza di 1kHz, un impulso di circa 60fs ed un’energia intorno a 250 e 80μJ/impulso per la radiazione a 400 e a 267nm, rispettivamente. Pagina 53 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH OPA, invece, consiste in un amplificatore parametrico ottico (OPA-800C, Spectra Physics) che consente di ottenere un fascio di frequenza sempre pari a 1kHz, ma con impulsi di durata variabile, compresa tra 130 e 200fs, tunabile in un ampio intervallo di lunghezze d’onda sfruttando opportune configurazioni ottiche. A tale fine, l’amplificatore OPA utilizza un cristallo che esibisce proprietà di ottica non lineare, nel caso della strumentazione da noi utilizzata il β-borato di bario di formula bruta BaB2O4, abbreviato β-BBO. Un fotone del raggio di pump a 800nm va ad incidere sul cristallo, venendo così diviso in altri due fotoni, che prendono il nome di signal, quello ad energia maggiore, e idler, quello ad energia inferiore, e la cui somma delle frequenze eguaglia quella del fotone in entrata (figura 2.6). Figura 2.6: Schema energetico della suddivisione del fotone di pump. Una volta effettuata l’impostazione della strumentazione e in seguito l’acquisizione dei dati, questi vengono elaborati con il software Surface Xplorer PRO (Ultrafast Systems). Nel caso in cui i dati registrati mostrino una linea di base degli spettri diversa da zero, che appare anche prima dell’impulso di eccitazione, essi vengono corretti sottraendo il segnale di fondo. Tale segnale residuo è generalmente dovuto alla presenza nel campione di specie a tempo di vita lungo (maggiore o dell’ordine di grandezza dell’intervallo temporale che intercorre tra due impulsi laser successivi, nel caso specifico 1ms), ma può dipendere pure da fenomeni di ―thermal lensing” causati dal fascio di eccitazione. La seconda correzione che deve essere effettuata riguarda l’effetto chirp. A questo scopo è necessario effettuare una misura (ESA) del solo solvente, nelle stesse condizioni sperimentali di quella del campione, nei primi 5-10ps, intervallo di tempo sufficiente per misurare l’effetto Kerr, da cui è possibile ricavare i differenti tempi con cui luce delle varie lunghezze d’onda attraversa il campione in esame. Pagina 54 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Signal Energia (J/impulso) 150 S 120 x3 Idler 90 SI I 60 x5 30 S I 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 lunghezza d'onda (nm) Figura 2.7: Profili di emissione tipici di OPA-800C per i segnali di Signal, Idler e le rispettive 2a e 4a armonica ottenute per energie di ingresso pari a 1mJ/impulso. Un’ultima correzione riguarda la sottrazione del t0, il tempo a cui ha inizio la comparsa del segnale, ovvero il momento in cui il raggio di pump raggiunge il campione e ha luogo, così, l’assorbimento dei transienti da esso generati. Quindi, i dati corretti per il beckground, per l’effetto chirp e per il t0 possono essere in seguito analizzati con due approcci differenti: a) per interpolazione delle cinetiche a singola lunghezza d’onda in modo tale da ottenere i tempi di vita dei transienti, oppure b) per determinazione del numero di componenti principali presenti nella matrice 3D dei dati con il metodo singular value decomposition (SVD), accoppiata all’interpolazione delle cinetiche principali con una procedura di Global Fitting, che permette di determinare i tempi di vita e le forme spettrali dei singoli transienti. In entrambi i metodi, il fitting viene eseguito con un’equazione poliesponenziale convoluta con la funzione di risposta strumentale Gaussiana, usando l’algoritmo non lineare Marquardt. 2.4 Calcoli quantomeccanici I calcoli con metodi ab initio hanno per oggetto la funzione d’onda la quale richiede per essere risolta un numero di variabili proporzionale al numero di elettroni. Una valida alternativa a questa metodologia è rappresentata dalla teoria funzionale densità, o meglio Density Funzional Theory (DFT) che prevede nella descrizione del sistema sempre e solo tre variabili, indipendentemente dalla complessità del sistema. Pagina 55 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Il metodo DTF ha origine negli anni ’60 grazie a Hohenberg, Kohn [57]e Sham, i quali dimostrando che l’energia dei sistemi polielettronici può essere espressa in funzione del funzionale della densità elettronica, derivarono delle equazioni monoelettroniche [58] per calcoli di strutture elettroniche. I principi di base della teoria si ritrovano negli studi fatti da Thomas, Fermi e Dirac che per primi proposero di esprimere l’energia totale del sistema di elettroni con funzioni correlate alla densità di carica, e grazie all’introduzione della teoria di Hartree-Fock, per calcolare l’energia di scambio, ad opera di Slater.[59-60-61] Per lo studio e l’interpretazione dei fenomeni fotofisici e fotochimici, però, occorre una descrizione dell’evoluzione temporale del sistema a seguito di una perturbazione, che può essere ad esempio l’interazione con radiazione E.M.; la sola DFT non è in grado di assolvere questo compito. Attualmente il metodo teorico più accurato per ottenere informazioni sugli stati eccitati dei complessi sistemi oggetto di studio di questo lavoro è l’estensione dipendente dal tempo della DFT, TD-DFT, (Time-Dipendent Density Functional Theory).[62] Per ottenere le energie di transizione si dovrà risolvere un problema matriciale agli autovalori che coinvolga sia gli orbitali occupati che quelli virtuali. Le soluzioni al problema saranno proprio le energie di transizione tra i livelli, mentre gli autovettori forniscono informazioni sulla natura e geometria degli stati. In questo modo siamo arrivati a descrivere la molecola isolata ma per aver riscontro con possibili dati sperimentali si dovrà considerare, nei calcoli quantomeccanici, anche il ruolo che gioca il solvente sulla molecola stessa. La metodologia più semplice per rappresentare questa interazione è considerare il solvente come un mezzo continuo che viene polarizzato dal soluto; questa semplificazione sta alla base dei modelli continui di solvatazione.[63] Il nodo cruciale di questa rappresentazione è il campo di reazione ovvero la risposta del solvente continuo polarizzabile alla densità di carica del soluto; proprio grazie a quest’ultimo la struttura e l’energia delle molecole di soluto si modificano con conseguente variazione delle proprietà molecolari. Pagina 56 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH La densità elettronica viene quindi modificata dalla presenza di cariche di solvatazione che a loro volta sono legate alla distribuzione elettronica del soluto. 2.4.1 Dettagli computazionali Il risultati teorici presenti in questo lavoro di tesi sono stati ottenuti attraverso il software Gaussian 03.[64] Spettri di assorbimento Per tutti i calcoli abbiamo utilizzato il metodo DFT abbinato ai metodi PCM per i calcoli in soluzione. Tutti i calcoli sono stati effettuati utilizzando il funzionale ibrido B3LYP, che contiene in sé una percentuale di scambio HF. Come set di base abbiamo utilizzato il 3-21g* per le ottimizzazioni di geometria, mentre il DGDZVP per i calcoli TD-DFT. Le geometrie sono state ottimizzate in vuoto mentre gli spettri sono stati simulati in soluzione acquosa. Per quanto riguarda i calcoli in soluzione è stato utilizzato modello di solvatazione CPCM. Calcolo del pKa dello stato fondamentale Per determinare il pKa dell’N3 abbiamo ottimizzato le geometrie in acqua usando il modello CPCM implementato in G03 con tre differenti opzioni riguardo le sfere di solvatazione: la prima, quella di default (UA0), prevede sfere di solvatazione per tutti gli atomi tranne gli idrogeni, nella seconda abbiamo aggiunto delle specifiche spere (SPH) solo sugli idrogeni direttamente coinvolti nella reazione acido-base e nel terzo caso abbiamo usato l’opzione UAHF che invece prevede l’uso di sfere di solvatazione per tutti gli idrogeni della molecola. In un ciclo termodinamico, l’energia libera di Gibbs in soluzione per una specie i (Gi sol) è definita come: Gi sol = Gi vac + ΔGi solv, dove Gi vac è l’energia libera di Gibbs per la specie i in vuoto e Gi solv è l’energia libera in soluzione. Gi vac è calcolata alla geometria ottimizzata in vuoto, seguita da un calcolo di frequenze dal quale si ricava il contributo vibrazionale alla funzione di partizione totale. ΔGi solv è calcolato direttamente tramite un single-point C-PCM. Il pKa è definito come il logaritmo negativo della costante di dissociazione del processo AHaq→ A-aq + H+aq e si ha che pKa = ΔGaq,AH/2.303RT. L’energia libera di deprotonazione in acqua è calcolata come: ΔGaq,AH = ΔGg,AH + ΔΔGsolv,AH. Pagina 57 Capitolo II: ―Materiali e metodi‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Come valore di energia per il protone (H+) usiamo il dato di letteratura sperimentale: Gg,H+ = 6.28 kcal/mol e ΔGsolv,H+ = -263.98 kcal/mol. Per convertire le unità di misura da atmosfere per il vuoto a mol/l per la fase liquida viene aggiunto il termine -RTln24.46. Pagina 58 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH CAPITOLO III “RISULTATI E DISCUSSIONE” 3.1 Spettri di assorbimento Gli spettri di assorbimento di N719, sono stati registrati in soluzioni acquose e solventi organici a diversa polarità e proticità. In primo luogo il composto è stato caratterizzato in acqua (H2O), dimetilsolfossido (DMSO), acetonitrile (MeCN), metanolo (MeOH) e dimetilformammide (DMFA); i risultati sono riportati in figura 3.1. Il complesso è molto solubile in DMSO, MeOH e DMFA, mentre si scioglie molto lentamente in H2O e MeCN. Assorbanza normalizzata H2O DMSO MeCN MeOH DMFA 300 400 500 600 700 (nm) Figura 3.1: Spettri di assorbimento di N719. Pagina 59 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH In questi solventi il composto assorbe in tutta la regione del visibile (Vis) e dell’ultravioletto (UV). La posizione dei massimi di assorbimento è funzione sia della polarità che della proticità del mezzo; è stato, infatti, riscontrato uno spostamento batocromo dei massimi di assorbimento al diminuire del parametro ET(30) e della proticità del solvente come mostrato in tabella 3.1; passando da acqua a metanolo si osserva un ―red shift” di decine di nm, mentre in mezzi aprotici, come acetonitrile e dimetilformammide non si osservano variazioni energetiche delle transizioni. Le uniche eccezioni a tali andamenti sono state osservate per N719 in DMSO, caso in cui il solvente presenta un’elevata polarizzabilità che modifica la risposta ottica del sistema. Il solvatocromismo negativo osservato può essere associato, in analogia con quanto riportato in letteratura [ (41)] per il complesso N3, alla diminuzione del momento di dipolo dello stato eccitato rispetto a quello fondamentale. Tabella 3.1: Massimi di assorbimento (in nm) di N719. Tra parentesi si riportano i valori di ET(30) dei diversi solventi. H2O MeOH MeCN DMSO DMFA (63,1) (55,4) (45,6) (45,1) (43,2) 308 310 311 311 311 371 382 387 380 387 500 520 534 529 534 Il significativo spostamento che si evidenzia tra i massimi di assorbimento in acqua e metanolo ci ha indotto ad estendere lo studio solvatocromico del complesso N719 ad una serie di alcoli con differente catena alifatica; il complesso è stato quindi caratterizzato per le sue proprietà di assorbimento anche in etanolo (EtOH), pentanolo (PentOH) ed Ottanolo (OctOH). Il composto presenta elevata solubilità in alcoli con catena alifatica corta, ma già in pentanolo si osserva riprecipitazione di soluto dopo qualche ora. Dalla figura 3.2 si evidenzia uno spostamento batocromo dei massimi di assorbimento passando dall’acqua all’ottanolo. In questo caso lo spostamento verso il rosso può essere messo in relazione sia con il diminuire del parametro ET(30), quindi con la polarità del mezzo, che con la proticità dello stesso, che diminuisce all’aumentare della lunghezza della catena; Pagina 60 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH con l’aumento di quest’ultima si osserva anche un effetto ipercromico (ovvero un aumento dell’intensità) delle due bande ad energia minore. Assorbanza normalizzata H2O MeOH EtOH Pentanolo Ottanolo 300 400 500 600 700 (nm) Figura 3.2: Spettri di assorbimento di N719 in H2O. Tabella 3.2: Massimi di assorbimento di N719. Tra parentesi si riportano i valori di ET(30) dei diversi solventi. H2O MeOH EtOH PentOH OctOH (63,1) (55,4) (51,9) (49,1) (48,1) 308 310 313 313 315 371 382 390 390 401 500 520 531 536 545 Il complesso è stato studiato anche in soluzione acquosa a diversi pH al fine di valutare l’effetto della protonazione dei gruppi carbossilici sugli spettri di assorbimento. In primo luogo l’N719 è stato studiato in soluzioni tampone da pH 2,00 a pH 12,02 e in soluzione acida di acido perclorico a pH 2,00 e pH 1,00. Come si evince dagli andamenti spettrali riportati in figura 3.3 l’aumento della concentrazione idrogenionica in soluzione sposta l’assorbimento del complesso verso il rosso e l’assorbimento delle bande a più bassa energia aumenta di intensità. Pagina 61 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH pH12,02 pH 7,60 pH 4,55 pH 3,11 pH 2,69 pH 2,26 pH 2,00 pH 1,00 0.6 Assorbanza 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 300 400 500 600 (nm) Figura 3.3: Spettri di assorbimento di N719 in soluzione acquosa a diversa concentrazione di H +. Un comportamento simile è già stato riportato in letteratura e descritto nel paragrafo 1.7.2 per il complesso N3. Estendendo le considerazione fatte per l’N3 al complesso N719 possiamo imputare l’aumento dell’energia di transizione nella forma deprotonata della molecola alla destabilizzazione degli orbitali π* dello stato elettronico LUMO a causa dell’aumento della densità elettronica sui ligandi bipiridinici.[41] Successivamente l’effetto dell’acidità del mezzo sulle proprietà spettroscopiche del complesso è stato esteso ad un intervallo di pH molto più ampio. Nell’intervallo di pH 14,03-1,00 valgono le considerazioni fatte in precedenza, mentre con l’aumento della [H+] in soluzione fino ad H0= –1 si osserva solo una diminuzione delle intensità delle bande centrate a 380 e 520nm senza un significativo spostamento in termini di energia. Incrementando ulteriormente l’acidità della soluzione si osserva un progressivo spostamento batocromo della banda a 516nm fino ai 430nm quando il valore di H0 è pari a -5,00, mentre la banda a 388 nm si sposta verso l’ultravioletto di circa 50 nm, andando a sovrapporsi al massimo di assorbimento centrato a 310nm. Quest’ultima banda non mostra variazioni altrettanto significative. Pagina 62 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH pH 14,03 pH 7,60 pH 3,11 pH 1,00 0 H -1,00 0 H -3,85 0 H -5,00 Assorbanza 0.6 0.4 0.2 0.0 300 400 500 600 (nm) Figura 3.4: Spettri di assorbimento di N719 in soluzione acquosa a diversa concentrazione di H + Utilizzando metodi TD-DFT è stato simulato lo spettro di assorbimento del complesso in acqua. I risultati riportati in tabella 3.3 mostrano che le due bande ad energie minori manifestano principalmente un carattere MLCT mentre la banda centrata a 310nm è di tipo π→π* ed è caratteristica dei ligandi bipiridinici. Le discrepanze tra i massimi di assorbimento sperimentali e quelli calcolati sono da considerare all’interno dell’errore del calcolo quantomeccanico nello stimare l’energia degli stati elettronici. In tabella 3.3 sono mostrate solamente le transizioni in cui la forza dell’oscillatore (f) è maggiore di 0,01, di cui si riportano le energia in elettron-Volt (eV) e le rispettive lunghezze d’onda. Inoltre, per ognuna di esse si riportano le configurazioni predominanti ed il peso relativo alla transizione ed il corrispondente carattere. Pagina 63 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Tabella 3.3: Principali transizioni di N719 calcolate con il metodo TD–DFT. N. STATO 1 ENERGIA (eV) 1.94 λ(nm) 639.13 f 0.0585 2 2.04 607.93 0.0111 5 2.21 561.35 0.1110 6 2.43 510.06 0.0817 7 2.79 444.20 0.0327 9 2.92 425.30 0.0517 10 2.98 416.58 0.0328 11 3.02 410.68 0.0289 12 3.04 408.40 0.0156 13 3.04 407.46 0.0438 15 3.26 380.68 0.0198 16 25 3.27 3.45 379.70 359.23 0.0185 0.0446 27 3.51 353.43 0.0192 28 3.55 349.14 0.0698 36 3.67 337.57 0.0205 38 3.73 332.83 0.1075 42 3.85 322.03 0.0370 44 3.93 315.85 0.0547 45 3.94 314.50 0.2577 50 4.08 303.89 0.0291 51 4.10 302.42 0.0208 52 4.12 301.01 0.0313 60 4.28 289.77 0.0302 64 4.29 288.93 0.0247 65 4.32 287.00 0.0951 CONFIGURAZIONE H→L 87% H-2 → L+1 10% H-1 → L 30% H → L+1 55% H-2 → L 59% H-1 → L+1 30% H-2 → L+1 61% H → L+1 20% H → L+2 96% H-3 → L 25% H-1 → L+2 18% H → L+3 50% H-1 → L+2 78% H → L+3 12% H-2 → L+2 90% H-3 → L+1 37% H-1 → L+3 59% H-3 → L+1 58% H-1 → L+3 32% H-8 → L 9% H-6 → L 34% H-4 → L 49% H → L+4 94% H-10 → L 82% H-2 → L+4 85% H-1 → L+5 10% H-2 → L+4 8% H-1 → L+5 75% H-11 → L 54% H-10 → L+1 9% H-1 → L+8 10% H-12 → L 85% H-14 → L 16% H-11 →L+1 75% H-14 → L+1 12% H-13 → L 21% H-12 → L+1 52% H-11 → L 7% H-14 → L 68% H-13 → L+1 78% H-11 → L+1 10% H-14 → L+1 77% H-12 → L+1 11% H-8 → L+2 32% H-6 → L+2 26% H-4 → L+2 23% H-10 → L+2 14% H-9 → L+4 9% H-3 → L+5 9% H-2 → L+9 29% H-10 → L+2 12% H-3 → L+5 61% H-2 → L+9 12% H-10 → L+2 60% H-3 → L+9 28% Pagina 64 CARATTERE MLCT MLCT MLCT MLCT MLCT MLCT MLCT MLCT MLCT π → π* π → π* MLCT π → π* MLCT π → π* π → π* π → π* π → π* π → π* π → π* π → π* π → π* π → π* π → π* Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 3.5: Spettro di assorbimento di N719 calcolato. 3.2 Proprietà di emissione Gli spettri di emissione di N719 sono stati registrati nei vari solventi organici e in soluzione acquosa a diversi pH usando varie lunghezze d’onda di eccitazione. In figura 3.6 si riportano gli spettri di assorbimento, eccitazione ed emissione di N719 in EtOH registrati utilizzando cinque lunghezze d’onda di eccitazione. I risultati sperimentali mostrano, in ogni solvente, che lo spettro di eccitazione è sovrapponibile con quello di assorbimento e che a qualunque lunghezza d’onda il complesso venga eccitato si ottiene un’unica banda di emissione centrata sempre alla stessa lunghezza d’onda. La figura 3.7 mostra gli spettri di emissione del complesso in MeCN, PentOH, EtOH, MeOH, H2O, DMSO e DMFA: il solvente influenza solo lievemente la posizione del massimo e l’ampiezza delle bande di emissione. Pagina 65 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Assorbimento Eccitazione: EM=780nm Emissione: EX= 313nm EX= 390nm EX= 455nm Intensità (u.a.) EX= 518nm EX= 531nm 300 400 500 600 (nm) 700 800 Figura 3.6: Spettri di emissione, eccitazione ed assorbimento di N719 in EtOH. Intensità (u.a.) MeCN EtOH MeOH H2O DMSO DMFA PentOH 650 700 750 800 850 (nm) Figura 3.7: Spettri di emissione normalizzati di N719. Pagina 66 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Tabella 3.4: Massimi di assorbimento (λMAX) e rese quantiche di emissione (ϕem) di N719. Tra parentesi si riportano i valori di ET(30) dei diversi solventi. Solvente λ ex H2O 500 (63,1) 308 MeOH 520 (55,4) 310 EtOH 523 (51,9) 310 PentOH 534 (49,1) 312 MeCN 531 (45,6) 310 DMSO 521 (45,1) 310 DMFA 532 (43,2) 312 λ MAX 4 φem x10 6,0 768 780 782 796 792 845 784 5,2 7,75 5,49 11,2 14,0 13,2 33,6 10,9 38,5 53,5 49,8 26,7 48,8 Anche nel caso delle proprietà di emissione si riscontra una correlazione con la polarità e la proticità del mezzo; infatti soprattutto per la resa quantica di emissione è possibile affermare che al diminuire del valore del parametro ET(30) e della proticità del solvente, passando da acqua a dimetilformammide ϕem aumenta progressivamente da 6,0 a 48,8·10‒4. È stato indagato anche l’effetto del pH sulle proprietà emissive del complesso metalloorganico variando il pH da 14,03 a 2,26. I risultati sperimentali riportati in figura 3.8 mostrano che la banda di emissione del complesso in soluzione acquosa non subisce spostamenti in termini di lunghezza d’onda di massima emissione tra pH 14,03 e 3,89, ma si osserva una diminuzione progressiva di intensità. A pH acidi invece l’emissione molto poco intensa subisce uno spostamento batocromo. Pagina 67 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Intensità (a.u.) pH 2,00 pH 2,26 pH 2,69 pH 3,11 pH 3,24 pH 3,89 pH 4,06 pH 4,15 pH 4,55 pH 5,00 pH 5,83 pH 7,60 pH 10,43 pH 12,02 pH 13,03 pH 14,03 640 680 720 760 800 840 (nm) Figura 3.8: Spettri di emissione di N719 in soluzione acquosa a varie [H+]. Si nota una dipendenza della resa quantica dalla concentrazione idrogenionica in soluzione; i risultati, riportati in tabella 3.5, mostrano una diminuzione di ϕem al diminuire del pH. Tabella 3.5: Rese di emissione di N719 in soluzione acquosa a diversi pH. pH φemx104 14,03 7,0 5,00 6,0 2,00 2,0 3.3 Determinazione pKa 3.3.1 pKa dello stato fondamentale Per la determinazione del pKa dello stato fondamentale sono stati utilizzati i risultati riportati nelle figure 3.3 e 3.4 ed il metodo sperimentale descritto al paragrafo 2.3. Gli andamenti dei valori di assorbanza in funzione della [H+] sono mostrati in figura 3.9 a due lunghezze d’onda significative (307 e 316 nm). Correlando i punti sperimentali alle varie λ attraverso l’equazione 2.1 sono stati ottenuti i risultati riassunti in tabella 3.6. Pagina 68 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ 0.62 0.65 0.60 0.60 307nm 0.58 0.55 0.50 0.56 0.45 0.54 0.40 0.52 316 nm 0.35 0.50 Assorbanza @ 316nm Assorbanza @ 307nm Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0.30 0.48 1E-12 1E-10 1E-8 1E-6 1E-4 0.01 1 0.25 + [H ] (mol/L) Figura 3.9: Determinazione pKa dello stato fondamentale di N719 in soluzione acquosa. Tabella3.6: Valori di pKa di N719 a varie λ di analisi. λ (nm) pKa 307 3,39±0,05 316 2,92±0,01 390 3,01±0,01 428 2,42±0,05 518 2,99±0,02 540 2,80±0,02 Medio 2,9 ± 0,3 Il valore di pKa trovato per il complesso N719 in soluzione acquosa attraverso questa metodologia è di 2,9±0,3. Tuttavia eseguendo un’analisi delle componenti principali dei dati sperimentali ai diversi pH, considerando l’intero spettro di assorbimento, seguita da un fitting globale attraverso il software, ReactLab-Equilibria, la miglior correlazione è stata ottenuta considerando due equilibri acido-base caratterizzati da pKa1=3,2 e pKa2=2,2. Pagina 69 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Confrontando questi risultati con il valore di pKa trovato con la metodologia riportata al paragrafo 2.3.1, e tenuto conto che nell’intervallo corrispondente alla flessione delle curve A vs [H+] sono stati analizzati pochi campioni, possiamo ipotizzare che il valore di 2,9 sia il valor medio dei processi di protonazione che interessano centri carbossilato termodinamicamente molto vicini e quindi difficilmente distinguibili. Questo comportamento è analogo a quanto riportato in letteratura per il complesso N3 (paragrafo 1.7.2). In realtà studiando le proprietà di assorbimento di N719 in un intervallo più ampio di pH è stato osservato un secondo punto di flessione nelle curve assorbanza vs concentrazione idrogenionica. 0.65 0.60 Assorbanza @ 315 nm Assorbanza 0.15 430 386 315 0.55 0.10 0.50 0.45 0.05 0.40 0.35 1E-15 1E-11 1E-7 1E-3 10 100000 0.30 [H+] Figura 3.10 : Variazioni di assorbanza del complesso N719 in soluzione acquosa a diversa concentrazione idrogenionica alle lunghezze d’onda di 315, 386 e 430nm. Gli andamenti ottenuti, mostrati in figura 3.10, sono stati correlati attraverso l’equazione riportata di seguito. Pagina 70 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH in cui A1, A2 ed A3 sono le assorbanze limite delle 3 specie in soluzione e K1, K2 sono le costanti dei due equilibri che si instaurano. I risultati del best fitting a varie lunghezze d’onda sono riportati in tabella 3.7. Tabella 3.7: Valori di pKa di N719 a varie λ di analisi. λ (nm) 1° Flesso 2° Flesso 430 2,7 ±0,1 -2,90±0,07 386 3,12±0,08 -2,24±0,06 315 2,91±0,03 -2,27±0,03 Medio 2,9 ± 0,2 -2,5 ± 0,3 È stato inizialmente ipotizzato che al secondo punto di flesso si potessero associare altri equilibri di protonazione di gruppi carbossilato. È stato quindi eseguito un esperimento mirato a verificare se in soluzione molto acida intervengano soltanto equilibri acido base e se la stabilità di N719 fosse mantenuta. Il complesso inizialmente disciolto in soluzione acquosa a pH neutro viene prima portato ad H0=-5 aggiungendo acido perclorico e dopo averne registrato lo spettro di assorbimento, la soluzione viene retrotitolata fino al pH di partenza addizionando soda 10 M. pH 7 0 H -5 pH 7 retrotitolazione assorbanza 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 300 400 500 600 700 (nm) Figura 3.11: Spettri di assorbimento di N719 a differente concentrazione idrogenionica registrati nell’esperimento di retro-titolazione. Pagina 71 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Come si evince dalla figura 3.11, che mostra i risultati della retrotitolazione, dal confronto dei dati a pH 7 ci si accorge che la forma spettrale non viene perfettamente ripristinata dopo aver portato il complesso ad H0=-5 almeno per le bande ad energia minore che vengono ad essere modificate sia in termini di lunghezza d’onda dei massimi di assorbimento che per intensità e forma, mentre la banda ad energia più alta mostra piena reversibilità. Questo dato spinge ad associare al secondo punto di flessione eventi chimici irreversibili come la coordinazione di molecole di H2O al metallo centrale in sostituzione dei gruppi NCS. Le bande ad energie minori hanno un carattere MLCT cioè le transizioni associate ad esse vedono coinvolti sia orbitali metallici che orbitali localizzati sui ligandi, mentre la banda a ≈310nm è dovuta a transizioni centrate esclusivamente sui ligandi bipiridinici. Perciò tenuto conto che a carico dei cromofori che generano quest’ultima non intervengono altri processi se non equilibri acido-base, si può concludere che l’elevata concentrazione di protoni in soluzione modifica il centro metallico. TBA O TBA O O OH O OH O N O N N N NCS 2+ 2+ Ru N NCS HO OH2 Ru N N OH2 HO O N O O O O TBA O TBA Figura 3.12: Processo di sostituzione dei gruppi NCS con molecole di solvente attivato ad H 0 -5. In particolare si può ipotizzare che vengano idrolizzati i ligandi isotiocianato, che escono dalla prima sfera di coordinazione con conseguente riarrangiamento del sistema tramite coordinazione di molecole di acqua (figura 3.12). Una conferma di questa ipotesi viene fornita da uno studio riportato in letteratura in cui gli autori si occupano di valutare l’effetto della sostituzione dei gruppi NCS con H2O o ioni cloruro. Nel primo caso si osserva una diminuzione delle intensità di assorbimento delle bande MLCT ed uno spostamento ipsocromo delle stesse.[65] Pagina 72 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 3.3.2 pKa dello stato eccitato Il pKa dello stato eccitato è stato determinato a partire dagli spettri di emissione in funzione del pH già mostrati in figura 3.8, utilizzando la metodologia esposta al paragrafo 2.3.2. 120000 750 725 700 800 100000 Intensità (a.u.) 80000 60000 40000 20000 1E-15 1E-13 1E-11 1E-9 1E-7 1E-5 1E-3 0.1 [H+] (mol/L) Figura 3.13: Determinazione del pKa dello stato eccitato di N719. I dati sperimentali sono stati correlati attraverso l’equazione 2.2 ed i risultati del fitting riassunti in tabella 3.8. Tabella 3.8: Valori di pKa di N719 a varie λ di analisi. λ (nm) 750 725 700 800 Medio pKa 3,97±0,03 3,96±0,04 4,07±0,06 3,98±0,02 4,0±0,1 L’andamento delle intensità di emissione in funzione della concentrazione idrogenionica a diverse lunghezze d’onda è mostrato in figura 3.13. Il valore di pKa trovato per lo stato eccitato del complesso N719 in soluzione acquosa è 4,0±0,1. Pagina 73 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Confrontando questo dato con quello ottenuto per il pKa dello stato fondamentale si può notare che il complesso risulta essere più basico allo stato eccitato. Questo risultato è in accordo anche con le variazioni di densità di carica che si hanno passando dallo stato fondamentale a quello eccitato del complesso calcolate attraverso la metodologia TD-DFT, mostrate in figura 3.14 e 3.15. Mentre il più alto orbitale molecolare occupato (HOMO) del complesso mostra la carica localizzata principalmente sul centro metallico ed i ligandi NSC (figura 3.14), l’orbitale non occupato di più bassa energia (LUMO) è caratterizzato da una distribuzione di carica localizzata sul gruppo carbossilico e l’anello piridinico a cui è legato come mostrato dalla figura 3.15. Figura 3.14: Distribuzione di carica (calcolata) dello stato HOMO di N719. In accordo con questo dato è possibile sostenere che la maggiore basicità dello stato eccitato è da ascrivere alla carica trasferita per eccitazione sui gruppi carbossilici stessi in posizione anti rispetto ai ligandi isotiocianato (figura 3.16). Per tale ragione infatti il protone lascerà meno facilmente il centro basico nello stato eccitato rispetto a quanto si ha nello stato fondamentale. In altre parole, la maggiore densità di carica sui gruppi carbossilici che si riscontra nello stato eccitato aumenta la basicità di questi gruppi acidi, in analogia ai tipici effetti riscontrati sugli acidi carbossilici. Pagina 74 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 3.15: distribuzione di carica (calcolata) dello stato LUMO di N719. Figura 3.16: Spostamento della distribuzione di carica. Anche in questo caso è stata eseguita un’analisi multivariata dei risultati sperimentali. L’analisi delle componenti principali seguita dal fitting globale dei dati ha rivelato due punti di flessione: il primo pari a 4,2 viene associato al pKa dello stato eccitato, ferme restando le considerazione fatte in precedenza, ed il secondo di 2,9 è invece da ascrivere alla media dei Pagina 75 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH pKa dello stato fondamentale come discusso al paragrafo 3.3.1. La presenza di due flessioni nelle curve intensità vs [H+] permette di sostenere che anche nello stato eccitato si instaura un processo di riequilibrazione acido base. Una conferma della validità dell’associazione del primo flesso al pKa dello stato eccitato arriva dal ―Ciclo di Förster‖ da cui, tenendo anche conto che l’emissione avviene da uno stato di tripletto, è possibile stimare un valore di pKa di circa 4,9.. 3.4 Assorbimento transiente con risoluzione al nanosecondo Misure di fotolisi a lampo laser con risoluzione al nanosecondo (impulso laser a 355nm di circa 7ns) sono state effettuate per N719 in EtOH e DMSO. Le specie transienti sono state caratterizzate attraverso spettri di assorbimento risolti nel tempo nell’intervallo spettrale 400-850nm (figure 3.17 e 3.19), e cinetiche di decadimento fino ad 800ns (figure 3.18 e 3.20). Gli spettri mostrano una banda di assorbimento con massimo centrato nel visibile (max≈ 650nm, Tabella 3.9) riconducibile all’assorbimento della specie transiente ed una regione con segnale negativo a lunghezze d’onda minori di 600nm con minimo di densità ottica in corrispondenza dell’assorbimento dello stato fondamentale (―bleaching‖). Le cinetiche registrate descrivono il decadimento del transiente nella regione positiva ed il ripopolamento dello stato fondamentale nella regione negativa. Dato che il decadimento del transiente si verifica in tempi paragonabili con la durata dell’impulso laser è stato possibile soltanto stimare un suo tempo di vita . In entrambi i casi tale transiente può essere assegnato al più basso stato di tripletto MLCT in quanto esso è stato popolato durante l’impulso laser ed è l’unica specie rivelata. Il tempo di vita del 3MLCT è molto breve se confrontato con quelli di molecole organiche generalmente studiate con la tecnica della fotolisi a lampo laser. Questo risultato trova giustificazione considerando che in questi sistemi il metallo pesante induce un forte accoppiamento spin-orbita che rende permessa la transizione di ritorno allo stato fondamentale (3MLCT→S0). Pagina 76 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Non sono state osservate differenze significative sulle proprietà spettrali e cinetiche del transiente indagato in EtOH e DMSO. Per tale ragione non è stato condotto uno studio completo dell’effetto del solvente. Pagina 77 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0,03 = 0.016s 0,02 0,01 A 0,00 -0,01 -0,02 400 500 600 700 800 900 (nm) Figura 3.17: Spettro di assorbimento risolto nel tempo di N719 in EtOH registrato ad un ritardo di 16 ns dall’impulso laser (λecc=355nm). 0,03 530 nm 670nm 730nm 0,02 0,01 A 0,00 -0,01 -0,02 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 t(s) Figura 3.18: Cinetiche registrate a 530,670 e 730nm per N719 in EtOH Pagina 78 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0,03 = 0.016s 0,02 0,01 A 0,00 -0,01 -0,02 400 500 600 700 800 900 (nm) Figura 3.19: Spettro di assorbimento risolto nel tempo di N719 in DMSO registrato ad un ritardo di 16 ns dall’impulso laser (λecc=355nm). 670 nm 540 nm 0.02 A 0.00 -0.02 -0.2 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 t (s) Figura2.20: Cinetiche registrate a 540 e 670nm per N719 in DMSO Pagina 79 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 3.5 Assorbimento transiente con risoluzione al femtosecondo Le misure di spettroscopia risolta nel tempo ultraveloce in assorbimento sono state effettuate per eccitazione con impulsi laser centrati a 400nm della durata di circa 60fs. La dinamica degli stati eccitati del complesso N719 è stata studiata in solventi organici a diversa polarità e proticità e in soluzione acquosa a due diversi pH (3,4 e 6,0) scelti in modo tale da investigare il complesso nelle due forme il cui equilibrio allo stato eccitato è caratterizzato da un pKa di 4,0. Il complesso nella forma completamente protonata allo stato fondamentale non è stato indagato per via della sua scarsa solubilità in soluzione ad alta concentrazione idrogenionica, che non ha permesso di ottenere un adeguato rapporto segnale/rumore in questo tipo di misure. In ogni esperimento sono stati registrati segnali nell’intervallo spettrale 450-800nm, la cui evoluzione temporale è stata seguita per circa 1600ps, che corrisponde al massimo intervallo di tempo permesso dallo strumento a disposizione. In generale, i segnali positivi corrispondono a processi di assorbimento da parte della specie transiente prodotta mentre quelli negativi sono riconducibili a depopolazione dello stato fondamentale o al processo di emissione stimolata. I risultati ottenuti in ciascun esperimento sono qui presentati attraverso due immagini. Nella prima figura si riportano gli spettri risolti nel tempo registrati a diversi ritardi rispetto all’impulso di eccitazione e le relative cinetiche a lunghezze d’onda significative (inserto della figura). La seconda figura mostra i risultati dell’analisi globale, accoppiata a quella delle componenti principali (SVD), che permette di determinare il numero di specie transienti significative, i loro tempi di vita ed il peso di ciascuna al segnale registrato alle varie lunghezze d’onda (ampiezza). I risultati ottenuti sono riportati nelle figure 3.22-3.35 e riassunti in Tabella 3.10, mentre le figure 3.20 e 3.21 mostrano la riproduzione 2D e 3D della matrice di dati acquisita con ciascun esperimento (ΔA in funzione del tempo e della lunghezza d’onda). In particolare i segnali positivi registrati a lunghezze d’onda superiori a 570 nm possono essere ricondotti all’assorbimento delle specie transienti che si formano successivamente all’eccitazione laser; mentre quelli negativi, registrati nella regione a lunghezze d’onda minori Pagina 80 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH (470-570 nm) in corrispondenza della prima banda MLCT dello spettro di assorbimento stazionario, sono ascrivibili al ―bleaching‖ dello stato fondamentale. Le cinetiche di decadimento e di popolamento registrate rispettivamente nelle due regioni risultano essere generalmente speculari tra loro. Infatti, al decadere della specie transiente si osserva la formazione dello stato fondamentale. Correlando gli andamenti delle cinetiche con una funzione biesponenziale del tipo: sono stati ottenuti buoni risultati in tutti i casi studiati. Questo indica che sono presenti due componenti spettrali: una con un tempo di vita breve (S, rappresentato in verde in tabella e nelle figure) compreso tra 1,2 e 23ps ed una con tempo di vita lungo (L, rappresentato in rosso) che varia tra 1500 e 3300ps. La componente L presenta una forma spettrale molto simile a quella ottenuta attraverso misure di assorbimento transiente con risoluzione al nanosecondo. È stato perciò possibile assegnare questo transiente allo stato di tripletto MLCT. Il tempo di vita trovato per questo stato eccitato è inferione di quello riportato in letteratura per complessi analoghi (N3 20ns [43]). È da tener presente che le misure al fs vengono effettuate con una finestra temporale piccola rispetto al tempo di vita del transiente, determinando perciò un errore significativo nella valutazione della costante di tempo. Tenendo conto che l’eccitazione a 400nm popola lo stato 1MLCT non equilibrato con il solvente, che la risoluzione strumentale è di circa 250fs, e che il processo di riequilibrazione del solvente avviene in tempi inferiori al ps, il transiente S può essere associato al rilassamento vibrazionale (RV) dello stato 3MLCT (3MLCTv>0→3MLCTv=0). Costanti di tempo simili sono riportate in letteratura per processi di RV di composti organici aromatici [66-67]. Ciò implica che, analogamente a quanto osservato per complessi simili (vedi paragrafo 1.7.3), anche nel nostro substrato il processo di intersystem crossing 1 MLCT→3MLCT avviene in qualche centinaio di femtosecondi. Infatti, le forme spettrali speculari ottenute per le componenti S ed L suggeriscono che sia presente una dinamica precursore-successore tra le due specie. Pagina 81 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Come si può osservare dai dati riportati in tabella 3.10, all’aumentare della polarità e della proticità del mezzo le lunghezze d’onda di bleaching dello stato fondamentale e del massimo della banda di assorbimento transiente subiscono uno spostamento ipsocromo, in accordo con i dati acquisiti con misure di assorbimento stazionarie (vedi tabelle e figure 3.1 e 3.2). Il valore del tempo di vita dello stato 3MLCT diminuisce all’aumentare della polarità e della proticità del mezzo: passa da 3300ps in DMFA a 1500ps in soluzione acquosa a pH 6. Questi comportamenti suggeriscono che si abbia una progressiva stabilizzazione dello stato di tripletto con l’aumento della polarità del mezzo a causa della sua natura a trasferimento di carica. Le uniche eccezioni a questi andamenti si osservano per N719 in MeCN e in acqua a pH 3,4. Nel primo caso la bassa intensità di segnale registrata ha causato l’acquisizione di dati rumorosi da cui si ottengono proprietà (λMax e τ) poco accurate. Nel secondo caso è importante notare che la specie transiente indagata (pH 3,4) è associabile ad una forma differentemente protonata rispetto a quella presente negli altri solventi considerati. La sua banda di assorbimento è spostata verso il rosso rispetto a quella osservata in soluzione più basica in analogia a quanto già riportato in figura 3.3 per lo stato fondamentale. Le informazioni sulla dinamica degli stati eccitati di N719 in soluzione vengono riassunte nello schema proposto in figura 3.36. Pagina 82 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 3.20: Immagini bidimensionali delle misure di assorbimento transiente di N719 inDMFA. In esse il ΔA è riportato come scala cromatica, λ in ascissa e t in ordinata. Figura 3.21: Immagini tridimensionali delle misure di assorbimento transiente di N719 inDMFA. In esse il ΔA è riportato in funzione di λ e t. Pagina 83 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 1.5ps 7.5ps 22ps 61ps 393ps 793ps 1270ps 0.02 A 0.01 0.00 -0.01 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.22: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in ACN registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetica a 552nm. 2000ps 23ps Ampiezza 0.005 0.000 -0.005 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura.3.23: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in MeCN (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 84 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 1.05ps 1.5ps 11ps 25ps 468ps 918ps 1420ps 0.01 540nm 601nm 0.00 -0.01 A 0.04 -0.02 0 500 1000 t(ps) A 0.02 0.00 -0.02 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.24: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in DMFA registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetiche a 540 e 601nm. 5.6ps 3300ps Ampiezza 0.030 0.015 0.000 -0.015 -0.030 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura.3.25: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in DMFA (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 85 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0.02 0.00 A 0.01 521nm 650nm -0.01 0.02 0 500 1000 1500 A t(ps) 0.00 1.05ps 1.85ps 22ps 248ps 618ps 1020ps 1500ps -0.02 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.26: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in DMSO registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetichea 521 e 650nm. 3140ps 1.03ps 0.050 Ampiezza 0.025 0.000 -0.025 -0.050 -0.075 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura.3.27: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in DMSO (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 86 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0.06 0.02 0.04 0.75ps 0.85ps 1ps 1.3ps 2.15ps 4.8ps 0.00 A 550nm 647nm A -0.02 0.02 0 500 1000 t(ps) 0.00 30ps 198ps 443ps 743ps 1090ps 1420ps -0.02 -0.04 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.28: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in EtOH registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetiche a 550 e 647nm. 0.090 3010ps 7.08ps Ampiezza 0.045 0.000 -0.045 -0.090 -0.135 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura.3.29: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in EtOH (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 87 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0.04 549nm 663nm 0.00 A 0.03 -0.03 A 0 500 1000 t(ps) 0.05ps 0.5ps 2ps 25ps 227ps 442ps 767ps 1170ps 1370ps 0.00 -0.04 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.30: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in MeOH registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetiche a 549 e 663nm. 1700ps 6.7ps 0.030 Ampiezza 0.015 0.000 -0.015 -0.030 -0.045 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.31: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in MeOH (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 88 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 513nm 602nm -0.04 0.04 0 500 1000 0.55ps 0.85ps 1.25ps 2.05ps 4.00ps 268ps 718ps 1340ps 0.00 A 0.08 -0.08 1500 A t(ps) 0.00 -0.04 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.32: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in soluzione acquosa a pH 3,34 registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetiche a 513 e 602nm. Ampiezza 0.06 2510ps 1.22ps 0.00 -0.06 500 550 600 650 700 750 (nm) Figura 3.33: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in soluzione acquosa a pH 3,34 (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 89 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH 0.04 0.00 -0.04 0.02 A 513nm 602nm -0.08 0 500 1000 A t(ps) 0.00 1.45ps 2.65ps 12ps 64ps 158ps 393ps 693ps 1020ps 1390ps -0.02 -0.04 500 550 600 650 700 (nm) Figura 3.34: Spettri di assorbimento risolti nel tempo di N719 in soluzione acquosa a pH 6,00 registrati a diversi ritardi dopo l’impulso laser (λexc=400nm). Inserto: cinetiche a 513 e 602nm. 14ps 1500ps 0.02 Ampiezza 0.00 -0.02 -0.04 -0.06 -0.08 500 550 600 650 700 (nm) Figura 3.35: Spettri di assorbimento dei transienti di N719 in soluzione acquosa a pH 6,00 (λexc=400nm) ottenuti dall'analisi SVD seguita dal Global Fitting. Pagina 90 Capitolo III: ―Risultati e discussione‖ Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Tabella 3.9: Massimi e minimi di assorbimento (λ), costanti di tempo (τ) e assegnazioni dei transienti rivelati dalle misure di assorbimento con risoluzione al femtosecondo di N719 in vari solventi. Si riporta tra parentesi il valore di ET(30) dei singoli solventi. Solvente (nm) (ps) Assegnazione DMFA 520(),580(+),660() 5.6 (43,2) 535(), 660(+) 3300 DMSO 520(),650() 1.0 (45,1) 535(), 650(+) 3100 MeCN 550() 23 (45,6) 535(), 670(+) 2000 EtOH 500(+),660() 7.0 (51,9) 530(), 660(+) 3000 MeOH 500(+),700() 6.7 (55,4) 530(), 650(+) 1700 pH 6 515(), 615() 14 (63,1) 500(), 620(+) 1500 pH 3.4 510(), 530(+), 640() 1.2 (63,1) 510(), 640(+) 2500 Pagina 91 RV 3 MLCT RV 3 MLCT RV 3 MLCT RV 3 MLCT RV 3 MLCT RV 3 MLCT RV 3 MLCT Conclusioni Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH “CONCLUSIONI” L’oggetto di questo lavoro di tesi è stato lo studio spettrale e fotofisico in soluzione del fotosensibilizzatore metallo-organico N719 in solventi organici a diversa polarità e proticità e in tamponi acquosi a diversa concentrazione idrogenionica, utilizzando tecniche spettroscopiche stazionarie in assorbimento ed emissione. La dinamica degli stati eccitati è stata studiata attraverso tecniche pulsate con risoluzione al nano- e al femtosecondo. I risultati mostrano che il composto assorbe in tutta la regione del visibile (Vis) e nell’ultravioletto (UV). Lo spettro di assorbimento è costituito, in tutti i casi, da tre bande di assorbimento i cui massimi si spostano batocromicamente al diminuire della polarità e della proticità del mezzo. L’effetto dell’acidità della soluzione sulle proprietà spettrali è stato valutato in un intervallo di pH molto ampio (pH 14 ‒ H0 -5). Da pH 14 a pH 1 si osserva uno spostamento batocromo dello spettro ed un aumento di intensità relativa di assorbimento delle bande a lunghezza d’onda maggiori. L’incremento ulteriore di concentrazione idrogenionica provoca significativi spostamenti ipsocromi delle bande a più bassa energia, in particolare la banda centrata a 388nm arriva a sovrapporsi al massimo di assorbimento centrato ad energie maggiori che non manifesta variazioni altrettanto grandi. Grazie a calcoli quantomeccanici eseguiti con il metodo TD‒DFT è stato possibile attribuire alle transizioni a bassa energia una natura MLCT (Metal to Ligand Charge Trasfer) mentre la transizione a più alta energia è di tipo π→π*. Lo schema dinamico degli stati eccitati di N719 è riportato in figura 3.36. Lo stato di singoletto a trasferimento di carica, popolato per assorbimento decade in tempi inferiori ai 200fs attraverso un processo di ISC con resa unitaria, che popola lo stato di tripletto MLCT vibrazionalmente eccitato. Quest’ultimo subito dopo un rilassamento vibrazionale (τRV 1-23 ps) raggiunge il più basso livello vibrazionale. Il tempo di vita del tripletto è funzione del parametro ET(30) e della proticità del mezzo: passando da dimetilformammide ad acqua diminuisce da 3300 a 1500ps. Pagina 92 Conclusioni Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Figura 3.36: Schema riassuntivo della dinamica degli stati. eccitati di N719 in soluzione. Si riporta in blu il processo di assorbimento, in grigio l’ISC, in verde il rilassamento vibrazionale, in rosso l’emissione ed in nero i processi di decadimento del tripletto per via non radiativa. Le proprietà di emissione (3MLCT→S0) sono state indagate in solventi di diversa natura e in soluzione acquosa a diverse concentrazioni idrogenioniche. Dai risultati ottenuti (ϕem≈10-4) è possibile concludere che il processo di disattivazione radiativo (hνP) è praticamente inibito e che lo stato di tripletto decade principalmente per via non radiativa (NR). Dalle misure stazionarie in assorbimento ed emissione in funzione del pH della soluzione sono stati determinati i valori di pKa dello stato fondamentale e di quello eccitato. Per lo stato S0 è stato trovato un punto di flesso delle curve assorbanza vs [H+] corrispondente al pKa di 2,9. Tuttavia, si può ragionevolmente ritenere, che questo valore sia la media di due equilibri acido-base le cui costanti sono molto simili (pKa 2,2/3,2) e quindi difficilmente distinguibili. L’ulteriore incremento dell’acidità provoca l’idrolisi dei gruppi tiocianato con conseguente riarrangiamento molecolare tramite coordinazione di molecole di acqua al metallo centrale in sostituzione dei ligandi uscenti. Pagina 93 Conclusioni Proprietà fotofisiche del complesso di Ru (II) N719: effetto del solvente e del pH Nelle curve intensità di emissione vs [H+] sono stati trovati due punti di flesso: il primo caratterizzato da un valore di 2,9 viene associato al pKa dello stato fondamentale, il secondo a 4,0 è segnale che anche nello stato eccitato si ha riequilibrazione acido-base. Tale valore è risultato in accordo con il valore stimato grazie al Ciclo di Förster (4,9). Il complesso risulta quindi essere più basico allo stato eccitato rispetto a quello fondamentale. L’aumento della basicità è in accordo con le variazioni di densità di carica che si osservano considerando gli orbitali HOMO e LUMO calcolate per N719. Pagina 94 BIBLIOGRAFIA 1. N. S. Lewis, G. W. Crabtree, A. J. Nozik, M. R. Wasielewski, A. P. Alivisatos. Office of Science, U.S. Department of Energy: Washington. 2005. 2. O. Bertoldi, S. Berger. Observatory NANO, European Commission. 2009. 3. A. Fujishima, K. Honda. 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Non so se è già possibile abbozzare un piano di studio per il curriculum di chimica fisica; nel caso in cui lo fosse, le volevo far presente un attimo la situazione. Nella laurea triennale avevo sostenuto l'esame di Fotochimica; Qui a Roma ho già sostenuto ……….. Prof. sono completamente nelle sue mani, mi aiuti a rimediare ad un madornale errore. Grazie mille Prof. per tutto Con questa mail e grazie alla tempestiva risposta del Prof. Clementi, ho cercato di rimediare ad uno dei più grandi errori della mia vita, se non il più grande!!! Per tale ragione mi sento di ringraziare innanzitutto il Prof. Clementi perché in questi anni ha fatto davvero tanto per me, non ultimo concedendomi l’opportunità di rientrare a far parte di questa realtà senza perdite ulteriori di tempo. Ringrazio con tutto il cuore il Prof. Elisei, per il ruolo di guida che ha avuto, non solo nel contesto accademico, per quanto mi ha trasmesso sia umanamente che didatticamente, per aver trovato sempre tempo per parlare con me nonostante gli innumerevoli impegni che caratterizzano ogni sua giornata. Sono molto riconoscente al Dr. De Angelis, per avermi concesso l’occasione, forse unica, di partecipare ad un congresso internazionale ma soprattutto per il continuo scambio di idee e la disponibilità incondizionata mostrata durante tutto il periodo di tesi. Ringrazio la Dott.ssa Carlotti per i consigli forniti in questi mesi, per la sua vicinanza e mi scuso per il disturbo arrecato a qualsiasi ora della giornata (o nottata), le sono riconoscente per tutto quello che è riuscita ad insegnarmi, per aver avuto sempre la pazienza di ascoltare e valutare le mie strategie analitiche a volte anche poco convenzionali; sono davvero grato a Benedetta, invece, per il continuo supporto morale e le immense chiacchierate, per avermi strigliato nei periodi in cui battevo la fiacca ed avermi ripreso quando pensava che stavo perdendo di vista l’obbiettivo finale, per avermi insegnato che devo essere io per primo a credere e lottare per quello che faccio...grazie Ben! Ringrazio tutto il gruppo di fotochimica, in particolar modo mi scuso con la Prof. Spalletti e Danilo per le continue incursioni e tutti i miei quotidiani quesiti e dubbi amletici, per il supporto e i consigli ricevuti; Rebecca e Maria per tutti i momenti condivisi insieme e per avermi reso partecipe dei momenti più belli. Sono molto riconoscente a Maria Grazia e Paolo per tutte le volte che li ho disturbati e le delucidazioni date in tutti questi mesi. Come l’idrogeno pronto a donare il suo unico elettrone, in questi anni mia Madre si è privata di qualunque cosa pur di consentirmi di essere qui oggi! Grazie Mamma, per tutti gli sforzi che hai fatto, per tutte le volte che (a modo tuo) hai provato a motivarmi, per avermi permesso di tornare indietro e rimediare ad un errore molto grande e scusa per ogni volta che non sono stato molto gentile con te! . Grazie papi per ogni sera che addormentandomi con un pensiero o problema in qualche modo la mattina sembra essere risolto, sono sicuro che dietro c’è il tuo zampino! Hai iniziato ad illuminarmi la strada diversi anni fa e spesso sono uscito da situazioni più grandi di me e quando mi chiedo come ho fatto, nella mia mente iniziano a scorrere delle istantanee scalfite nella memoria che mi fanno capire quanto quotidianamente mi sei vicino. Quand’ero più piccolo vivevo con il terrore di dimenticarmi di te ma purtroppo o per fortuna tu sei sempre con me!!!!! Ringrazio mio fratello per quanto fatto in questi anni, devo a te gran parte del mio carattere e determinazione, devo a te anche l’aver scelto la strada giusta e non essermi perso in sentieri apparentemente poco impervi, che con il passare del tempo mi avrebbero portato però su una strada tortuosa e piena di rimpianti; ti ringrazio per la complicità e per tutti i discorsi seri, che pur giovani, ci siamo trovati a fare; ma soprattutto grazie per aver portato nella mia vita tre persone importantissime: Simone e Daniele gioia di ogni giornata ed Eleonora cognata ed amica perfetta; grazie per tutto quello che magari non sapendo riuscite a darmi ogni giorno. Grazie grazie e mille volte grazie. Ringrazio poi tutto il resto della famiglia in primo luogo le nonne e gli zii che con le loro manciette mi hanno permesso di godermi qualche momento di svago in più ma soprattutto per tutte le volte che con i loro “come procede?”, “com’è andata a scuola?” o “com’è andato l’esame?” mi hanno dato la spinta per superare momenti non semplici; i cugini vicini e quelli lontani e tutto il resto della famiglia che giorno dopo giorno con il cuore mi è vicino. Ci sono poi delle persone che Dio mette sulla tua strada, che riescono a darti ogni giorno molto più di quello che tu riesci ad immaginare: Una di queste la scegli per amore, vuoi costruire con lei le basi per la più incognita delle incognite, il futuro, perché è da lei che vuoi le gioie più grandi ed è lei che riesce a tirati fuori (molto raramente) due parole che profumano di arcobaleno!!! Grazie Amore e scusa per quanto hai passato in questo periodo e nei momenti in cui ho deciso per due. Altre persone le scegli invece perché con loro riesci a parlare e a confidarti, con loro riesci ad essere te stesso, non hai paura che ti possano giudicare, non hai paura che ti lascino solo in un momento duro della vita, ti vogliono bene, ti restano vicino sempre, riescono a consigliarti o chiedono consigli. Puoi chiamarli come vuoi: Brother, Amore, Fratello, Sorella, Zio, Figlio o con i più svariati soprannomi loro tanto ci sono sempre e ti rispondono comunque tu li chiami. Ce ne sono alcuni che rispondo anche se li chiami con nomi di animali; gli amici sono così accettano tutto e l’unica cosa che vogliono indietro è essere presenti nei momenti belli della tua vita, anche perché nei momenti brutti sono loro stessi che vi entrano, anche con la forza, per prenderti e portarti via!. Grazie per tutto, per ciò che abbiamo condiviso e condivideremo. Ci sono poi dei ragazzi che hanno la tua stessa passione di “spione di atomi e molecole”; perché è inutile negarlo, ci appassiona. Oggi so che la chimica è la mia strada e quello di chimico, in qualsiasi forma, è il lavoro che voglio fare ma dubito che se nel mio cammino non avessi incontrato delle persone davvero fantastiche oggi sarebbe finita cosi.... l’abbiamo visto un po’ tutti durante questi due anni: quando eravamo tutti insieme a spingere in una direzione, e le cose ci riuscivano semplici e molto meglio, quando poi le nostre strade si sono cominciate a diversificare tutti abbiamo fatto più sacrifici, io per primo!!! Quindi so che devo tantissimo ad ognuno di voi perché chi più e chi meno ha permesso che oggi sia un gran giorno e colgo questa occasione per ringraziarvi tutti. Potevamo decidere di condividere solamente il cammino accademico e invece no siamo diventati uomini insieme e quando è servito ci siamo adoperati tutti per venire incontro a chi ne aveva più necessità. Abbiamo discusso, abbiamo brindato, abbiamo studiato e abbiamo giocato sempre tutti insieme: con voi è stato come vincere la lotteria. Abbiamo fatto il nostro dovere e ci siamo saputi divertire, siamo cresciuti insieme e posso dire con certezza che questi 5 anni con voi sono stati favolosi ed io farò del tutto per far si che non ci perderemo (ma voi dovete fare la vostra parte). Ci sono, infine, delle persone che si incontrano e con cui apparentemente non abbiamo nulla a che fare, ma come mi ha insegnato una Grande Persona, anche dall’uomo più stupido abbiamo qualcosa da imparare, quindi ringrazio anche loro perché hanno contribuito a far di me quel che sono. Onestamente non posso dire che nella mia vita ho trovato persone che mi hanno fatto tanto male, ma le troverò e statene certi anche da loro avrò qualcosa da imparare: magari imparerò a tenerle lontano….. “Stella polare rosa dei venti, guidami questa sera insegmani la strada xkè il futuro nn sia chimera, il mio viaggio comincia adesso destinazione da stabilire l'importante è nn farsi sorpassare dalla vita, l'imporante è partire. E se il vento mi sarà amico in ogni notte passata x il mondo quelle notti canterò una canzone ed il cielo mi farà da sfondo. Sarà il fuoco ke mi scalderà la pioggia ke mi bagnerà sulla via, saranno il tempo ed il temporale ke mi terrano compagnia e vorrei vivere di emozioni e di esperienze, voglio vivere fra la gente nn farmi comprare dal denaro nn voglio vivere x niente. E se un giorno come tanti su quel percosrso kiamato destino incontrerò un vero amico sarà il benvenuto, x continuare insieme il cammino. Il mio sogno è di lasciare qualcosa dietro me alla fine di questo viaggio un piccolo ricordo un segno ke testimoni il mio passaggio qualcosa ke rimanga nella mente e nel cuore di ki mi ha conosciuto, qualcosa x cui valga davvero la pena di essere vissuto. E spero ke questo desiderio mi accompagni sempre in ogni situazione ke la voglia di vita e sogni nn svaniscano cn questa canzone. E spero che questo desiderio mi accompagni sempre in ogni condizione ke la voglia di vita e sogni nn svaniscano cn questa canzone.” (Il sogno del menestrelloRatti della sabina)