Prof.ssa Stefania Speca La lezione è volta a farvi vedere quali sono gli esami strumentali che si utilizzano per lo studio della pelvi femminile e della pelvi maschile. STUDIO DELLA PELVI FEMMINILE L’ECO della Pelvi può essere eseguita per via transaddominale e per via endovaginale. Le frequenze acustiche che utilizziamo nell’una e nell’altra ecografia sono diverse, perché nell’ecografia endovaginale utilizziamo delle frequenze più elevate. La domanda che ancora oggi molti medici fanno è: L’ecografia transaddominale è ancora utile? Assolutamente si, perché è un’ecografia panoramica che ci da tante informazioni. L’ecografia transaddominale si esegue: A paziente supina Con una moderata distensione della vescica (facendo bere a queste pazienti ½ litrod’acqua). Questo perché la posizione e i rapporti fra i vari organi pelvici variano sulla base della postura e della distensione della vescica. Come si presenta l’immagine di un utero osservato con un’ecografia soprapubica? Al di sopra di una zona scura, che è la vescica, notiamo tutte le parti dell’utero: - Il fondo - Il corpo - Il collo - La cervice - L’asse vaginale L’ecografia transvaginale si esegue: A paziente supina in posizione ginecologica A vescica vuota Questo perché la vescica piena ostacolerebbe la visione degli organi pelvici che si allontanerebbero dalla sonda che si va ad appoggiare al collo dell’utero. Ci sono dei preliminari all’esame: La sonda deve essere disinfettata, e tutte le operazioni devono essere eseguite garantendo un elevato livello di igiene. La sonda va introdotta con l’estremità a contatto con la cervice, vanno fatti dei movimenti allungando la sonda da un lato e dall’altro per visualizzare le ovaie che sono ai lati dell’utero. Il diametro dell’utero varia tantissimo dall’età prepubere fino alla menopausa. Consideriamo, ad esempio, il diametro longitudinale: - Prepuberi 1÷3 cm. - Multipare 8 cm. - Nullipare 6÷8 cm. - Post menopausa 4 ÷ 6 cm. L’utero,inoltre, assume una diversa morfologia in base all’età. Quale è il motivo per cui ad una neonata facciamo un’ecopelvica? Quando ha i genitali ambigui, per sapere se ha l’utero e le ovaie oppure no. In questa diapositiva sono state fatte delle scansioni anche sul fegato e sul rene: 1/8 si possono osservare delle zone iperecogene nel rene. Ciò è legato al fatto che spesso i neonati hanno delle urine concentrate, che fanno assumere un aspetto iperecogeno al rene. L’ecografia è l’esame che si esegue più frequentemente per lo studio dell’utero in età fertile. L’utero può avere diverse versioni : - Utero normale: fisiologica antiversoflessione - Utero patologico : retroversoflessione o retroflessione semplice quando sullo stesso asse si vengono a trovare utero, cervice, e vagina. Mutazioni dell’endometrio. Le mutazioni dell’endometrio variano in relazione con il ciclo ovario o mestruale che consta di varie fasi: 1. proliferativa 2. ovulatoria 3. secretiva Queste fasi sono in relazione con i diversi ormoni che vengono secreti. Passando dalla fase proliferativa a quelle successive si ha un progressivo ispessimento dell’endometrio, che non cambia solo di spessore ma anche di aspetto, diventando iperecogeno. Introducendo un po’ di liquido nella cavità uterina attraverso l’uso di un catetere si possono distinguere i due endoteli, che possono essere misurati facilmente. Questa piccola falda presente in cavità indometriale, invece, la si pèuò trovare facilmente in post menopausa, quando la cervice uterina diventa stenotica e , quindi, il poco secreto ghiandolare viene catturato nel contesto endometriale. Nell’ambito della patologia distinguiamo una patologia acquisita della cervice uterina ed una patologia dell’endometrio. PATOLOGIA ACQUISITA: FIBROLEOMIOMI UTERINI Di frequente sono benigni. L’aspettop ecografico del mioma varia a seconda della sua composizione. Quando facciamo l’esame ecografico dobbiamo valutare: - numero dei fibromi - localizzazione degli stessi - vascolarizzazione I fibromi possono essere: a. intramurali (nel contesto della parete uterina) b. sottomucosi ( nel contesto dell’endometrio ) c. sottosierosi ( deformano il profilo della parete ) ADENOMIOSI È la presenza di endometrio ectopico nel contesto del miometrio. È una patologia frequente, ma viene difficilmente riconosciuta. Il quadro clinico consiste in forti dolori soprattutto in fase mestruale. Esistono due forme di adenomiosi: 1. forma diffusa 2. forma focale In presenza di un’adenomiosi rilevante bisogna praticare un’isterectomia ( togliere l’utero ). 2/8 Come va fatta la diagnosi differenziale tra FIBROLEOMIOMA UTERINA e ADENOMIOSI? Il FIBROLEOMIOMA ha una vascolarizzazione eminentemente periferica L’ ADENOMIOSI ha una vascolarizzazione più dispersa. Queste caratteristiche più che dall’ecografia si evincono da una risonanza magnetica, mopltop utile quindi ai fine della diagnosi differenziale. PATOLOGIA ENDOMETRIALE BENIGNA : Polipi Iperplasia MALIGNA : Tumore Il sintomo caratteristico di queste patologie è il sanguinamento uterino anomalo. Parliamo di sanguinamento uterino anomalo quando c’è una perdita di sangue fuori dal ciclo mestruale. POLIPI I polipi endometriali non sono neoplasia, ma sono foci circoscritti di iperplasia che appaiano come ispessimenti focali. Sono strutture ipoecogene con un proprio peduncolo vascolare. Possono andare incontro a rottura con sanguinamento. È importante che l’esame sia fatto durante la fase proliferativa, altrimenti, non riusciamo a vederli. Quando il polipo è grande e si mimetizza con l’endometrio possiamo eseguire una sonoistografia. IPERPLASIA È un ispessimento diffuso della parete uterina. Quali sono i limiti dello spessore endometriale al di sopra dei quali si parla di iperplasia? - In età fertile : 3 ÷ 10 mm. in fase post mestruale proliferativi 14 mm. - in fase secretiva In post meno pausa: < 5mm. Se non c’è sanguinamento ci può essere una tolleranza di 2 mm. ( 5 ÷ 7 mm. ) con rivalutazione ecografia a distanza. Se ci sono perdite ematiche lo spessore deve essere assolutamente inferiore ai 5mm. Se c’è sanguinamento e lo spessore è > 5 mm., la paziente dovrà fare un’isteroscopia. 3/8 CARCINOMA ENDOMETRIALE La diagnosi va fatta mediante: - Ecografia e - Ecocolordoppler ASPETTI ECOGRAFICI: - Aumento dello spessore dell’endometrio ( > 5÷7 mm.) - Struttura iperecogena o ipoecogena ( disomogeneità nel quadro strutturale ) - Accumulo di fluido nella cavità uterina a causa della stenosi dovuta al processo neoplastico ( questo si osserva soprattutto con la risonanza magnetica) ECOCOLORDOPPLER: Evidenzia la vascolarizzazione. 4/8 Prof. Vincenzo Sommaria PROSTATA L’ecografia della prostata può essere: - Transrettale: consente di studiare meglio la struttura - Sovrapubica : può essere fatta a tutti. Con essa studiamo le dimensioni della prostata. È utile per valutare l’ipertrofia prostatica. Si effettua a vescica piena. Facendo urinare, poi, il paziente valutiamo se riesce a vuotare completamente la vescica o no. Qual è l’architettura zonale della prostata? - Stroma fibromuscolare anteriore: del tutto privo di ghiandole. Origina dalla muscolatura liscia del collo vescicale - Zona centrale : possiede il 25% della massa ghiandolare. È racchiusa fra il piano coronale ( PC ) ed il piano obliquo coronale (POC ) - Zona periferica : contiene il 70% della massa ghiandolare. È qui che si localizzano la maggio parte delle flogosi croniche e delle neoplasie. Si trova nella porzione più posteriore, più inferiore e più laterale della prostata. Si trova posteroinfero-lateralmente alla zona centrale. - Zona periuretrale transizionale : contiene il 5% del tessuto ghiandolare. Circonda lo sfintere uretrale. In questa zona si sviluppa l’ipertrofia prostatica benigna. IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA Consiste nella formazione di noduli fibroadenomatosi (hanno una componente fibrosa, ghiandolare e muscolare ). Origina nella zona transizionale. I noduli possono svilupparsi centralmente – nel così detto lobo medio – oppure ai lati dando una iperplasia bilobata. Quanto più mediana sarà l’iperplasia tanto più ostacolerà la minzione. Vediamo la proiezione ecografia di quanto è stato detto. Nell’ecografia transrettale con una sonda lineare in sezione sagittale vediamo l’area anteriore del retto, i classici cinque strati della parete rettale, poi c’è una linea iperecogena che separa la parete del retto dalla regione posteriore della prostata, è la capsula prostatica che aderisce perfettamente alla prostata più il tessuto fibromuscolare lasso che circonda la prostata. È importante osservare in caso di neoplasia prostatica se c’è il salto di questa struttura: bisognerà distinguere fra una neoplasia operabile ( quando si trova all’interno della capsula) e una neoplasia in operabile ( quando invade o supera la capsula). Osserviamo anche una linea iperecogena che è la sinfisi pubica, dove è appoggiata la prostata. Quando l’ecografia viene eseguita in fase di ponzamento ( il paziente spinge come se dovesse urinare, aprendo la porzione presfinterica dell’uretra) si può vedere bene il decorso dell’uretra prostatica. Quali sono le cose da valutare durante un’esame ecografico , quando si sospetta un’ipertrofia prostatica benigna? - Dimensioni e volume della prostata 5/8 Si possono ottenere facilmente con l’ecografia, valutando il diametro longitudinale, anteroposteriore, laterolaterale. Nella scansione sagittale si valuta il diametro anteroposteriore. Nella scansione coronale si valuta il diametro laterolaterale. Il prodotto tra i diametri ci darà il volume, che moltiplicato per 1,001 darà la stima in grandezza della prostata. (diametro anteroposteriore x diametro laterolaterale x 1,001 = Grandezza della prostata) - Lobo interessato dall’ipertrofia - Eventuale compressione uretrale o vescicale - Presenza di cisti da ritenzione ( tipiche dell’iperplasia ). Sono esiti flogistici frequenti. Di solito hanno una localizzazione periuretrale, ma possono essere più grandi e disporsi nei lobi laterali. - Noduli di iperplasia fibroadenomatosa. Hanno una struttura simile a quella del parenchima limitrofo. Quando crescono possono diventare ipoecogeni o iperecogeni. Possono trovarsi nel lobo laterale o nel lobo medio. Quanto più prevale l’iperplasia del lobo medio tanto più la prostata tenderà ad aggettare verso la vescica e, quindi, a dare difficoltà nella minzione. - Ripercussioni sul parenchima renale. La vescica per compensare questo ostacolo alla minzione va incontro ad una ipertrofia ( la così detta vescica da sforzo ) con ispessimento parietale e con la comparsa di diverticoli e pseudo diverticoli. - Ripercussioni sugli ureteri distali. Possono essere dislocati - Comparsa di idronefrosi. CISTI Possono essere : - ascessi tipici della patologia flogistica acuta ( prostatite acuta ). La prostata è irriconoscibile, perché completamente sostituita da aree che non hanno il classico contenuto di una cisti semplice, ma che hanno un contenuto corpuscolato con manifestazioni ascessuali. - Congenite. Possono essere lo specchio di alcune malformazioni congenite a livello della via seminale. Per esempio possono essere legate ad agenesia della via seminale. Di solito questa patologia e monolaterale, ma bisogna sempre verificare anche la coesistenza di agenesia nella parete omolaterale della vescica. PROSTATITI Sono diffuse soprattutto nei giovani. Hanno come segno caratteristico la prostatodinia. Possono anche coesistere sintomi irritativi delle vie urinarie a causa dell’iperplasia. In genere la diagnosi si fa per esclusione. Forme di prostatiti: - ACUTA: Di solito sono batteriche; c’e’ una diffusa ipoecogenicità e una trama grossolana. Non ci sono chiare lesioni focali evidenti. A volte possono essere associate a piccoli ascessi periuretrali ( formazioni ipoanecogene ) - SUBACUTA E CRONICA: Di solito nei giovani sono abatteriche. Nella forma subacuta abatterica giovanile le dimensioni possono essere normali. Non presenta alterazioni ecografiche, ma possiamo trovare un ispessimento della capsula prostatica, o l’ectasia del plesso venoso periprostatico. Questa congestione venosa può provocare un aumento della T. L’ectasia si apprezza col doppler. Spesso si puo’ trovare anche il varicocele. - GRANULOMATOSA : Va fatta diagnosi differenziale con la neoplasia, perché all’ecografia e alla risonanza magnetica dà un quadro molto simile alla neoplasia. Si 6/8 puo’ anche trovare un’ alterazione del dosaggio del PSA. La diagnosi differenziale si fa grazie alla biopsia. La prostatite granulomatosa è caratterizzata dalla presenza di grossolane calcificazioni all’interno di un nodulo ipoecogeno, spesso nella zona periferica. Le calcificazioni quando presenti devono far pensare ad una forma specifica, di tipo tubercolare. PATOLOGIA MALIGNA ( NEOPLASIA DELLA PROSTATA ) Epidemiologia: l’85% delle neoplasie ha origine nella zona periferica ( posteriore, laterale, inferiore ). Diagnosi: 1 ) esplorazione rettale 2 ) dosaggio del PSA Totale : Quando è < 4 non c’e’ neoplasia; fra 4 e 7 c’è il rischio di neoplasia; > 10 siamo sicuri che cisia una neoplasia, ed è probabile che essa sia già in fase metastatica. 3 ) dosaggio del PSA libero: più è alto più si riduce il rischio di neoplasia. 4 ) Rapporto fra PSA libero e PSA Totale. 5 ) ecografia transrettale: si evidenzia una lesione ipoecogena, nodulare, a margini irregolari.Può essere piccola o molto estesa. Può essere limitata ad un lobo o estesa a più lobi. Questo esame ha dei limiti: può dare falsi negativi o falsi positivi ( lesioni ipoecogene che pensiamo siano neoplastiche e non lo sono, ad es. prostatite cronica granulomatosa. 6 ) ecocolordoppler : per valutare la vascolarizzazione del nodulo. Può dare falsi negativi: lesioni neoplastiche molto necrotiche in cui non rileviamo la vascolarizzazione perchè c’è intensa necrosi. Può dare falsi positivi: Lesioni vascolarizzate ma che non sono neoplastiche. 7 ) biopsia ecoguidata: si esegue se c’è il sospetto di neoplasia prostatica, non palpabile ( esplorazione rettale negativa ) con ecografia negativa. Vengono campionate tutte le sedi possibili di tumori. N.B.: Non fidiamoci solo del PSA!! Il fatto che sia basso non ci esclude la presenza di un tumore. Stadiazione del tumore ( classificazione TNM ) T1a = non palpabile non visibile in eco T1: Neoplasia che non coinvolge la capsula T1b = non palpabile non visibile in eco T1c = non palpabile. PSA elevato. Non visibile-visibile in eco. Si fa diagnosi istologica nelle biopsie ecoguidate. 7/8 T2: Invade la capsula ma non da segni di sconfinamento. PSA elevato. Visibile all’ecografia. T3: Sconfina verso le vescichette seminali. T4: Invade le strutture più importanti: vescica, retto. MEDICINA NUCLEARE Interviene nella fase successiva alla diagnosi di carcinoma della prostata. E’ importante per completare la stadiazione, e valutare la presenza di metastasi. L’osso è la sede principale di metastasi del tumore alla prostata. L’incidenza delle metastasi ossee aumenta con l’aumentare delle dimensioni del tumore e dei livelli di PSA. Le sedi più colpite sono: Bacino Colonna ( soprattutto il rachide lombare ) Sono lesioni di solito osteoblastiche. Inizialmente possono essere asintomatiche. Diagnosi: - SCINTIGRAFIA OSSEA : si usano radiofarmaci con particolare tropismo osseo, perché vengono captati sia dalle cellule ( osteoblasti, osteoclasti ) sia dai cristalli di idrossiapatite. Le zone di ipercaptazione non rappresentano la metastasi, ma la reazione metabolica dell’osso intorno alla metastasi ( il rimaneggiamento ). Es. Mieloma multiplo, carcinoma della tiroide, carcinoma del rene : in essi la scintigrafia da risultati negativi perché non c’è la reazione di rimaneggiamento osseo ( sono lesioni osteolitiche a lenta crescita ). Elevata sensibilità Limitata specificità ( per questo va correlata con l’imaging morfologico ) “ Flare effect” : aumento della captazione a livello delle lesioni dopo terapia - PET : - IDROSSIGLUCOSIO : è il tracciante che si usa di più. - FFDG : non è indicato nel tumore della prostata perché ha un escrezione a livello prevalentemente urinario. Quindi studia male la pelvi. - COLINA : dà risultati superiori. 8/8