LA CHIMICA DELLA LETTERATURA Analisi multidisciplinare

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LA CHIMICA DELLA LETTERATURA
Analisi multidisciplinare guidata dalla raccolta di
racconti “Il sistema periodico” di Primo Levi
Sergio Cirelli
V°A Liceo Scientifico Tecnologico
Anno scolastico 2013 – 2014
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INDICE
Introduzione............................................................................................................ 3
Primo Levi – Biografia.............................................................................................. 5
Primo Levi - Cronologia Opere – Il sistema periodico .............................................. 9
Levi's memoir beats Darwin to win science book title ........................................... 10
Collegamenti alla Chimica ..................................................................................... 12
Storia della tavola periodica ................................................................................................... 12
Organizzazione della tavola periodica .................................................................................... 13
Principi di raggruppamento – Gruppi e Periodi ...................................................................... 15
Collegamenti alla Storia......................................................................................... 19
Riflessioni conclusive............................................................................................. 22
Bibliografia ............................................................................................................ 24
Appendice 1 .......................................................................................................... 26
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Introduzione
Primo Levi (1919-1987), chimico e intellettuale, è famoso soprattutto per la sua
testimonianza e riflessione sulla Shoah con libri quali Se questo è un uomo e I sommersi e
i salvati. Eppure l’intera opera di Levi ha un grande valore letterario di per sé, non solo in
relazione alla testimonianza su questo episodio cruciale del XX Secolo.
Basato sull’idea della tavola degli elementi, strumento di lavoro di ogni chimico, il libro Il
sistema periodico combina e ricombina come molecole di diversi elementi le storie
personali di Levi, della sua famiglia piemontese e dei suoi compagni di lavoro e di vita.
I racconti prendono spunto dalle caratteristiche di vari elementi chimici: l’argon, il
piombo, l’arsenico, il titanio, … Levi intreccia tra loro, saltando di elemento in elemento,
tre storie: la storia sua personale, dalla prima adolescenza fino all’età adulta; la storia
della sua generazione calpestata dal fascismo e dalla deportazione nei Lager; la storia dei
chimici che lottano con la materia per carpirne i segreti e piegarla, procedendo per
prove ed errori.
Il testo si presta ad una lettura «trasversale», in cui possono essere coinvolte diverse
materie curricolari:
La chimica - in quanto l’autore è un chimico che, al termine della sua parabola
professionale (il libro è stato pubblicato nel 1975), sente il bisogno di scrivere “la storia
di un mestiere e delle sue sconfitte, vittorie e miserie, quale ognuno desidera raccontare
quando sente prossimo a chiudersi l’arco della propria carriera”.
La storia - perché Primo Levi mediante vari racconti ricostruisce l’atmosfera di un’epoca,
quella che ha conosciuto l’avvento del fascismo in Italia, l’ingresso del nostro paese nella
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seconda guerra mondiale, la Resistenza, la deportazione, gli anni della ricostruzione
relativi al secondo dopoguerra.
La letteratura - perché Levi è noto al grande pubblico soprattutto come scrittore, tanto
che oggi è considerato uno dei classici del Novecento.
L’inglese - prendendo spunto dal riconoscimento che nel 2006, la Royal Institution of
Great Britain attribuì a Il sistema periodico, identificandolo come il miglior libro di
scienza mai scritto.
L’opera di Primo Levi ha il grande pregio di offrire un’immagine unitaria, meno
parcellizzata del sapere, dove i vari ambiti si intersecano tra di loro.
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Primo Levi – Biografia
Note autobiografiche
Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio 1919 da Ester Luzzati (1895-1991) e Cesare Levi
(1878-1942), appartenenti a famiglie di origini ebraiche. Vive un'infanzia turbata da
alcune incomprensioni con il padre, dovute a una certa differenza d'età e di carattere.
Frequenta il Liceo classico Massimo d'Azeglio di Torino, noto per aver ospitato docenti
illustri e oppositori del fascismo come Norberto Bobbio, Cesare Pavese, Leone Ginzburg
e molti altri che furono poi allontanati.
Nel 1937 si diploma e si iscrive al corso di laurea in chimica presso l'Università di Torino.
Nel novembre del 1938 entrano in vigore in Italia le leggi razziali, che precludono
l'accesso allo studio universitario agli ebrei, ma concedono di terminare gli studi a quelli
che li hanno già intrapresi. Levi nel 1941 si laurea con lode; il diploma di laurea riporta la
precisazione «di razza ebraica». In questo periodo suo padre muore di tumore. Le
conseguenti difficoltà economiche e le leggi razziali rendono complicata la ricerca di un
impiego. Viene assunto in maniera semi illegale da un'impresa, con il compito di trovare
un metodo economicamente conveniente per estrarre le tracce di nichel contenute nel
materiale di scarto di una cava d'amianto. A questo periodo risalgono due brevi racconti
pubblicati molti anni dopo all'interno della raccolta Il sistema periodico (Piombo e
Mercurio).
Nel 1942 si trasferisce a Milano, avendo trovato un impiego presso una fabbrica svizzera
di medicinali. Qui Levi, assieme ad alcuni amici, viene in contatto con ambienti
antifascisti militanti ed entra nel Partito d'Azione clandestino. Dopo l'8 settembre 1943 si
rifugia in montagna unendosi a un nucleo partigiano operante in Val d'Aosta. Poco dopo,
il 13 dicembre 1943, viene arrestato dalla milizia fascista tra Saint-Vincent e Brusson.
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Interrogato, preferisce dichiararsi ebreo
piuttosto che partigiano e per questo
viene trasferito nel campo di Fossoli in
provincia di Modena.
Il 22 febbraio 1944, Levi ed altri 650 ebrei,
donne e uomini, vengono stipati su un
treno merci (oltre 50 individui per vagone)
e destinati al campo di sterminio di
Negli interrogatori che seguirono, preferii
dichiarare la mia condizione di “cittadino
italiano di razza ebraica”, poiché ritenevo
che non sarei riuscito a giustificare
altrimenti la mia presenza in quei luoghi
troppo appartati anche per uno “sfollato”,
e stimavo (a torto, come si vide poi) che
l’ammettere la mia attività politica
avrebbe comportato torture e morte
certa.
Auschwitz in Polonia.
Levi viene registrato con il numero 174517
e subito condotto al campo di BunaMonowitz,
allora
conosciuto
come
Auschwitz III, dove rimane fino alla
liberazione da parte dell'Armata Rossa,
avvenuta il 27 gennaio 1945.
Il viaggio di ritorno in Italia è lungo e
travagliato. Si protrae fino ad ottobre
attraverso Polonia, Bielorussia, Ucraina,
Romania, Ungheria, Germania ed Austria.
Giunto a Torino, Levi riallaccia i contatti
con i familiari e gli amici superstiti
dell'olocausto. Mosso dalla necessità di
Il mio nome è 174517; siamo stati
battezzati, porteremo finché vivremo il
marchio tatuato sul braccio sinistro.
L’operazione è stata lievemente dolorosa,
e straordinariamente rapida: ci hanno
messi tutti in fila, e ad uno ad uno,
secondo l’ordine alfabetico dei nostri
nomi, siamo passati davanti a un abile
funzionario munito di una specie di
punteruolo dall’ago cortissimo. Pare che
questa sia l’iniziazione vera e propria: solo
“mostrando il numero” si riceve il pane e
la zuppa. Sono occorsi vari giorni, e non
pochi schiaffi e pugni, perché ci
abituassimo a mostrare il numero
prontamente, in modo da non intralciare
le quotidiane operazioni annonarie di
distribuzione; …
testimoniare l'incubo vissuto nel lager, si
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getta nella scrittura di un romanzo che rappresenta la testimonianza della sua
esperienza ad Auschwitz e che viene intitolato Se questo è un uomo. In questo periodo
conosce Lucia Morpurgo (1920-2009) che diventa sua moglie.
Nel 1947 termina il manoscritto, ma molti editori, tra cui Einaudi, lo rifiutano. Il testo
viene pubblicato da un piccolo editore, De Silva. Nonostante la buona accoglienza della
critica, inclusa una recensione favorevole di Italo Calvino su L'Unità, incontra uno scarso
successo di vendita. Delle 2500 copie stampate, se ne vendono solo 1500, soprattutto a
Torino.
In questo periodo Levi abbandona il mondo della letteratura e si dedica alla professione
di chimico. Dopo una breve esperienza come lavoratore autonomo con un amico, trova
un impiego presso la Siva, una ditta di produzione di vernici di Settimo Torinese, di cui in
seguito assume la direzione fino al pensionamento.
Nel 1956, a una mostra sulla deportazione a Torino, incontra uno straordinario riscontro
di pubblico. Riprende così fiducia nei propri mezzi espressivi, partecipa a numerosi
incontri pubblici (soprattutto nelle scuole) e ripropone Se questo è un uomo ad Einaudi,
che decide di pubblicarlo. Questa nuova edizione incontra un successo immediato.
Nel 1959 collabora alle traduzioni delle sue opere in inglese e in tedesco. Incoraggiato
dal successo internazionale, nel 1962 incomincia a lavorare al romanzo sul viaggio di
ritorno da Auschwitz, La tregua, che vince la prima edizione del Premio Campiello nel
1963. Alla letteratura d'invenzione appartengono Storie naturali (1966, pubblicato con lo
pseudonimo di Damiano Malabaila) e Vizio di forma (1971), raccolte di racconti.
Nel 1975 Levi decide di andare in pensione e di dedicarsi a tempo pieno alla attività di
scrittore. Nello stesso anno esce la raccolta di racconti Il sistema periodico. L'opera gli
vale il Premio Prato per la Resistenza. Nel 1978 pubblica La chiave a stella. Questo
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romanzo, concepito durante i suoi numerosi soggiorni lavorativi, rappresenta un
omaggio al lavoro creativo ed in particolare a quel gran numero di tecnici italiani che
hanno lavorato in giro per il mondo a seguito dei grandi progetti di ingegneria civile
portati avanti dall'industria italiana dell'epoca (anni sessanta e anni settanta). Nel luglio
del 1978 La chiave a stella vince il premio Strega.
Nel 1982 torna al tema della Seconda guerra mondiale, raccontando in Se non ora,
quando? le avventure di un gruppo di partigiani ebrei di origini polacche e russe, che
tendono imboscate ai tedeschi sul fronte orientale e giungono ad attraversare i territori
del Reich sconfitto, sino a Milano, da dove alcuni prenderanno la via della Palestina per
partecipare alla costruzione dello stato di Israele.
Nel saggio I sommersi e i salvati
del 1986 torna per l'ultima volta sul tema
dell'Olocausto, cercando di analizzare con distacco la sua esperienza, chiedendosi perché
le persone si siano comportate in quel modo ad Auschwitz e perché alcuni siano
sopravvissuti e altri no. In particolare estende la sua analisi a quella "zona grigia"
rappresentata da quegli ebrei che si sono prestati a lavorare per i tedeschi controllando
gli altri prigionieri nei campi di concentramento.
L'11 aprile del 1987 alle 10:20 del mattino Primo Levi muore cadendo dalla tromba delle
scale della propria casa di Torino, dando adito al sospetto che si trattasse di un suicidio.
Le spoglie dello scrittore riposano presso il campo israelitico del Cimitero monumentale
di Torino.
Postuma è apparsa l'edizione complessiva delle Opere.
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Primo Levi - Cronologia Opere – Il sistema periodico
Se questo è un uomo (1947)
La tregua (1963)
Storie naturali (1966), raccolta di racconti
Vizio di forma (1971), raccolta di racconti
Il sistema periodico (1975), raccolta di racconti
L'osteria di Brema (1975), raccolta di poesie
La chiave a stella (1978)
Lilìt e altri racconti (1981)
La ricerca delle radici (1981), antologia delle letture più care
Se non ora, quando? (1982)
Traduzione del Processo di F. Kafka (1983)
Ad ora incerta (1984), raccolta di poesie
L'altrui mestiere (1985), raccolta di articoli*
I sommersi e i salvati (1986), saggio
Racconti e saggi (1986), raccolta di articoli*
(*) frutto della collaborazione al quotidiano La Stampa di Torino
Il sistema periodico è il quinto libro pubblicato da Primo Levi. Si tratta di una raccolta di
racconti edita nel 1975. Ognuno dei 21 racconti porta il nome di un elemento della
tavola periodica ed è ad esso collegato. I temi sono numerosi, incentrati sulla vita
professionale di chimico e contenuti in una cornice autobiografica. Dai primi esperimenti
ai primi impieghi, dalle esperienze di vita nei lager nazisti ai racconti ( veri o di fantasia )
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legati al mestiere di chimico: la vita dell'autore vista attraverso il caleidoscopio della
chimica (Appendice 1).
Nel 2006, la Royal Institution of Great Britain, la prestigiosa accademia delle scienze
inglese, indisse una competizione fra opere letterarie di contenuto scientifico.
A sbaragliare la concorrenza, che includeva anche Sir Charles Darwin e l’etologo
austriaco Konrad Lorenz, fu proprio Il sistema periodico che venne scelto come il miglior
libro di scienza mai scritto.
Levi's memoir beats Darwin to win science book title
James Randerson, science correspondent
The Guardian, Saturday 21 October 2006
Primo Levi. Photograph: Martin Argles
Primo Levi's haunting memoir of life as a Jew in Mussolini's Italy told through the unlikely
metaphor of chemistry has been named the best science book ever written.
The Periodic Table, published in 1975, fought off competition from Richard Dawkins,
DNA legend James Watson, Tom Stoppard, Bertolt Brecht and Charles Darwin to win
the vote at an event organised by the Royal Institution in London.
"This book pinions my awareness to the solidity of the world around me," said former
Guardian science editor Tim Radford, who was the book's advocate at the event. "The
science book is the ultimate in non-fiction," he told the Guardian's weekly science
podcast. "You've got the entire universe and the entire sub-atomic world to choose from
and everything that has happened in it."
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Levi survived Auschwitz and later became a chemist in postwar Italy before committing
suicide in 1987.
His memoir narrowly beat Stoppard's play Arcadia and King Solomon's Ring, the
ecologist Konrad Lorenz's 1952 eulogy to the natural world, a book described by the
event's chair, author Jon Turney, as "the most charming ever written by a Nazi".
But the book's champion, scientist and author Armand Leroi, urged readers to look
beyond Lorenz's politics.
He said that the pioneering animal behaviourist had inspired him with his passionate
descriptions of the natural world and the book still filled him with a "childlike wonder. It's
the most simple and beautiful science you can imagine".
One book that did not make the shortlist was Oliver Sacks' A Leg to Stand on, which
was nominated by Rowan Williams, the Archbishop of Canterbury. The work of the New
York-based neurologist was made famous in the film Awakenings.
Dr Williams said the book "challenges all sorts of assumptions about mind and body,
and sketches a very exciting concept of the body itself as 'taking shape' in mind and
imagination".
The evolutionary biologist Steve Jones and broadcaster Vivienne Parry selected
Darwin's account of his life-changing journey around the world, The Voyage of the
Beagle.
The book, which charts Darwin's intellectual journey towards the theory of natural
selection, was a good example of a serious work that conveys "the excitement of doing
science", said Professor Jones.
But he added: "As well as a great science book, it's one of the best travel books ever
written, with more adventures on a single page than most modern writers manage to
squeeze into a chapter, or an entire book."
The shortlist
Primo Levi The Periodic Table
Konrad Lorenz King Solomon's Ring
Tom Stoppard Arcadia
Richard Dawkins The Selfish Gene
Other nominations
James Watson The Double Helix
Bertolt Brecht The Life of Galileo
Peter Medawar Pluto's Republic
Charles Darwin Voyage of the Beagle
Stephen Pinker The Blank Slate
Oliver Sacks A Leg to Stand On
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Collegamenti alla Chimica
Note autobiografiche
La tavola periodica degli elementi (o semplicemente tavola periodica) è lo schema con il
quale vengono ordinati gli elementi chimici sulla base del loro numero atomico Z e del
numero di elettroni presenti nell'orbitale
atomico più energetico. E’ stata ideata dal
chimico russo Dmitrij Mendeleev nel 1869,
ed indipendentemente dal chimico tedesco
Julius Lothar Meyer (1830-1895).
Inizialmente contava numerosi spazi vuoti,
previsti per gli elementi che sarebbero stati
scoperti in futuro, alcuni nella seconda
metà del Novecento.
Storia della tavola periodica
Durante l’evolversi della chimica, mentre si
Incominciammo a studiare fisica
insieme, e Sandro fu stupito quando
cercai di spiegargli alcune delle idee che
a quel tempo confusamente coltivavo.
Che la nobiltà dell’Uomo, acquisita in
cento secoli di prove e di errori, era
consistita nel farsi signore della materia,
e che io mi ero iscritto a Chimica perché
a questa nobiltà mi volevo mantenere
fedele.
Che vincere la materia è comprenderla, e
comprendere la materia è necessario per
comprendere l’universo e noi stessi: e
che quindi il Sistema Periodico di
Mendeleev, che proprio in quelle
settimane imparavamo laboriosamente
a dipanare, era una poesia, più alta e più
solenne di tutte le poesie digerite in liceo
scoprivano sempre più elementi, si rese
necessaria l'introduzione di una notazione
Dal racconto “Ferro”
simbolica che permettesse di scriverli in
maniera universale, concisa e unica. Vennero dunque create dagli studiosi diverse liste in
cui venivano indicati i simboli degli elementi chimici. Con l'aumentare del numero degli
elementi conosciuti, fu chiara la necessità di raggrupparli seguendo un criterio logico
inequivocabile. I primi tentativi di raggruppamento furono svolti da Johann Wolfgang
Döbereiner che raggruppò a tre a tre gli elementi con caratteristiche chimiche simili. Il
lavoro continuò in quella direzione fino alla prima vera e propria tavola periodica, ideata
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da Mendeleev, che ordinava gli elementi secondo il loro numero atomico e sfruttava la
periodicità delle proprietà chimiche per riunire negli stessi gruppi gli elementi con
proprietà chimiche simili.
La tavola periodica di Mendeleev, salvo qualche leggera modifica, è la tavola periodica
che usiamo ancora oggi. Con il passare degli anni, nuovi elementi vengono sintetizzati e
si vanno ad aggiungere agli altri elementi della tavola periodica, che comunque conserva
le caratteristiche di periodicità osservate da Mendeleev.
Organizzazione della tavola periodica
I metalli sono quegli elementi chimici che presentano un aspetto lucente e sono buoni
conduttori di elettricità e di calore. Sono costituiti da singoli atomi.
I metalli, situati a sinistra della tavola periodica, sono gli elementi chimici più numerosi
(più di 80) e a temperatura e pressione ambiente sono tutti solidi, tranne il mercurio che
è un liquido. Sono duttili (si possono ridurre in fili sottili) e malleabili (si possono ridurre
in lamine).
Molte proprietà chimiche dei metalli dipendono dalla loro tendenza a perdere
facilmente elettroni, tendenza particolarmente spiccata nei metalli alcalini e alcalinoterrosi. Per quanto riguarda le proprietà fisiche esse dipendono dal singolare legame
presente nei metalli che viene appunto chiamato legame metallico.
Gli elementi metallici danno luogo alla serie basica dei composti; reagendo con
l'ossigeno formano infatti gli ossidi basici che a loro volta, reagendo con l'acqua,
formano gli idrossidi.
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Serie basica:
Metallo + O2 = Ossido (basico);
Ossido (basico) + H2O = Idrossido (base)
I non metalli sono quegli elementi chimici che presentano un aspetto opaco e sono
cattivi conduttori di elettricità e di calore.
Sono situati a destra della tavola periodica (tranne l'idrogeno che è in alto a sinistra) e
presentano caratteristiche fisiche opposte a quelle dei metalli.
A temperatura e pressione ambiente esistono in tutti gli stati di aggregazione della
materia: possono essere allo stato gassoso (come l'ossigeno e l'azoto), allo stato liquido
(come il bromo) e allo stato solido (come il carbonio e lo zolfo). Sono fragili e hanno
solitamente bassi punti di fusione.
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La loro reattività chimica dipende dalla elevata tendenza che hanno di formare ioni
negativi. Gli elementi non metallici danno luogo alla serie acida dei composti; reagendo
con l'ossigeno infatti formano gli ossidi acidi (o anidridi) che a loro volta, reagendo con
l'acqua, formano gli acidi ternari (o ossiacidi).
Serie acida:
Non metallo + O2 = Anidride (ossido acido)
Anidride + H2O = Acido ternario (ossiacido)
Principi di raggruppamento – Gruppi e Periodi
Nella tavola periodica degli elementi sono presenti colonne verticali che rappresentano i
gruppi della tabella. I gruppi della tavola periodica hanno una doppia numerazione: la
prima in numeri arabi (da 1 a 18), la seconda in numeri romani (da I a VIII). Quest'ultima
numerazione, presente solo per i gruppi principali della tavola periodica, indica il numero
di elettroni di valenza degli elementi appartenenti a quel gruppo.
Gli elementi appartenenti allo stesso gruppo hanno configurazione elettronica esterna
dello stesso tipo. Poiché sono gli elettroni esterni di un atomo quelli che vengono
coinvolti nei fenomeni chimici, le proprietà chimiche degli atomi di uno stesso gruppo
presentano analogie.
Scrivendo le configurazioni elettroniche esterne relative agli elettroni di valenza degli
elementi dei primi tre periodi della tabella periodica, ci rendiamo conto, quindi, che gli
elementi appartenenti allo stesso gruppo presentano la stessa configurazione elettronica
superficiale. La configurazione elettronica esterna si ripete periodicamente all'interno
dello stesso gruppo nei vari livelli energetici via via più esterni.
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Possiamo dunque costruire il seguente schema che ci permette di capire la relazione tra
il numero d'ordine di ciascun gruppo principale e la configurazione elettronica esterna:
Man mano che si scende lungo un gruppo i valori dell'energia di ionizzazione e
dell'elettronegatività diminuiscono.
Nella tavola periodica sono presenti righe orizzontali che rappresentano i periodi.
I periodi della tabella degli elementi hanno un'unica numerazione che va da 1 a 7. Il
periodo indica il livello di energia nel quale sono collocati gli elettroni di valenza.
Gli atomi degli elementi di uno stesso periodo hanno struttura elettronica esterna che
varia con regolarità e sono caratterizzati da una regolare variazione delle proprietà
chimiche e fisiche.
A partire dal quarto periodo e per ciascuno dei successivi periodi, vi sono una serie di
elementi di transizione in corrispondenza al riempimento di orbitali d (ed f) sottostanti lo
strato elettronico esterno. Lungo tali serie di transizione si riscontrano variazioni
modeste del raggio atomico, dell'elettronegatività e dell'energia di ionizzazione.
Gli elementi non di transizione appartenenti allo stesso periodo, presentano invece
sensibili variazioni di tali grandezze: i raggi atomici diminuiscono spostandoci da sinistra
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verso destra lungo un periodo mentre i valori dell'energia di ionizzazione e
dell'elettronegatività aumentano.
Queste variazioni indicano che, procedendo da sinistra a destra lungo un periodo ed
escludendo le serie di transizioni che, come si è detto, rappresentano delle zone di stasi,
il carattere metallico degli elementi diminuisce; essi passano da elementi con spiccate
proprietà metalliche ad elementi con proprietà anfotere ad elementi con proprietà non
metalliche.
Questo andamento è illustrato nella tabella seguente nella quale sono riassunti i
comportamenti chimici degli elementi del terzo periodo. Ciascun periodo si chiude con
un gas nobile che possiede una notevole inerzia chimica.
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ESAME DI CHIMICA
Il Kommando 98, detto Kommando Chimico, avrebbe dovuto essere un reparto di specialisti.
… non dovevano pensare di ingannare nessuno, se qualcuno si era presentato come chimico
senza esserlo; un esame, sissignori, in uno dei prossimi giorni; un esame di chimica, davanti al
triumvirato del Reparto Polimerizzazione: il Doktor Hagen, il Doktor Probst, il Doktor Ingenieur
Pannwitz.
… Con queste nostre facce vuote, con questi crani tosati, con questi abiti di vergogna, fare un
esame di chimica.
… Pannwitz è alto, magro, biondo; ha gli occhi, i capelli e il naso come tutti i tedeschi devono
averli, e siede formidabilmente dietro una complicata scrivania.
Io, Häftling 174 517, sto in piedi nel suo studio che è un vero studio, lucido pulito e ordinato, e mi
pare che lascerei una macchia sporca dovunque dovessi toccare.
Quando ebbe finito di scrivere, alzò gli occhi e mi guardò. Da quel giorno, io ho pensato al
Doktor Pannwitz molte volte e in molti modi.
… Perché quello sguardo non corse fra due uomini; e se io sapessi spiegare a fondo la natura di
quello sguardo, scambiato come attraverso la parete di vetro di un acquario tra due esseri che
abitano mezzi diversi, avrei anche spiegato l’essenza della grande follia della terza Germania.
… Mi sono laureato a Torino nel 1941, summa cum laude, – e, mentre lo dico, ho la precisa
sensazione di non esser creduto, a dire il vero non ci credo io stesso, basta guardare le mie mani
sporche e piagate, i pantaloni da forzato incrostati di fango. Eppure sono proprio io, il laureato
di Torino, anzi, particolarmente in questo momento è impossibile dubitare della mia identità con
lui, infatti il serbatoio dei ricordi di chimica organica, pur dopo la lunga inerzia, risponde alla
richiesta con inaspettata docilità; e ancora, questa ebrietà lucida, questa esaltazione che mi
sento calda per le vene, come la riconosco, è la febbre degli esami, la mia febbre dei miei esami,
quella spontanea mobilitazione di tutte le facoltà logiche e di tutte le nozioni che i miei
compagni di scuola tanto mi invidiavano.
L’esame sta andando bene. A mano a mano che me ne rendo conto, mi pare di crescere di
statura. Ora mi chiede su quale argomento ho fatto la tesi di laurea. Devo fare uno sforzo
violento per suscitare queste sequenze di ricordi così profondamente lontane: è come se cercassi
di ricordare gli avvenimenti di una incarnazione anteriore.
Qualcosa mi protegge. Le mie povere vecchie Misure di costanti dielettriche interessano
particolarmente questo ariano biondo dalla esistenza sicura: mi chiede se so l’inglese, mi mostra
il testo del Gattermann, e anche questo è assurdo e inverosimile, che quaggiù, dall’altra parte
del filo spinato, esista un Gattermann in tutto identico a quello su cui studiavo in Italia, in quarto
anno, a casa mia.
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Collegamenti alla Storia
Note autobiografiche
Il fascismo arrivò al potere in Italia nel 1922, quando Benito Mussolini diventò capo del
governo e, in seguito, dittatore (“Duce”).
Nell’Italia fascista, gli ebrei (circa 47 mila, su una popolazione italiana totale di oltre 41
milioni di abitanti) vivevano integrati con il resto della popolazione: come tra tutti gli
italiani, anche tra gli ebrei c’erano i fascisti e gli antifascisti, i più ricchi e i più poveri, i più
istruiti e i meno istruiti. Va detto inoltre che la comunità ebraica italiana (quella di Roma
in particolare) era la più antica comunità ebraica d’Europa (presente nella Penisola fin
dal II secolo a.C.).
Negli anni ’30, il regime fascista cominciò a percorrere la strada del razzismo: con la
guerra d’Etiopia (1935-1936), quando cioè l’Italia aggredì e poi annesse il paese
dell’Africa Orientale, si sviluppò l’idea di evitare il “rischio” di una popolazione di
“meticci”, cioè di persone nate dall’unione tra italiani bianchi e africani neri. In questo
modo il fascismo produsse le prime norme di stampo razzista, vietando il matrimonio tra
bianchi e neri.
In pochi mesi il razzismo diventò anche antisemitismo (ostilità contro gli ebrei), cioè
quella forma particolare di razzismo che era molto diffusa in Europa in quegli anni: nella
Russia zarista di inizio secolo, nella Germania nazista, nella Polonia della dittatura
militare e così via. Nei primi mesi del 1938 anche in Italia ci fu una violenta campagna
antisemita, che portò il regime fascista a promulgare, tra settembre e novembre, le
“leggi razziali”, leggi in cui si affermava che gli italiani erano “ariani” e che gli ebrei non
erano mai stati italiani.
A partire da quel momento, gli ebrei italiani non poterono più lavorare nelle
amministrazioni pubbliche, insegnare o studiare nelle scuole e università italiane, far
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parte dell’esercito, gestire alcune attività economiche e commerciali che il fascismo
giudicava “strategiche” per la nazione.
Di anno in anno le misure contro gli ebrei diventarono sempre più dure, fino al 1943,
quando l’occupazione tedesca dell’Italia del centro-nord diventò una tragedia anche per
gli ebrei italiani, molti dei quali finirono nei campi di concentramento e di sterminio.
In quegli anni gli italiani si comportarono in maniera molto diversificata nei confronti dei
loro connazionali di origine ebraica: in molti casi li aiutarono a sopravvivere e, al
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momento del bisogno, li nascosero e
portarono in salvo; in altri casi,
soprattutto nelle città più piccole, ne
approfittarono
per
ricavare
dei
vantaggi economici e li denunciarono
Al momento del mio arrivo (presso il campo di
internamento di Fossoli, vicino a Modena), e
cioè alla fine del gennaio 1944, gli ebrei italiani
nel campo erano centocinquanta circa, ma
entro poche settimane il loro numero giunse a
oltre seicento.
alle autorità.
Si trattava per lo più di intere famiglie,
catturate dai fascisti o dai nazisti per loro
imprudenza, o in seguito a delazione. Alcuni
pochi si erano consegnati spontaneamente, o
perché ridotti alla disperazione dalla vita
randagia, o perché privi di mezzi, o per non
separarsi da un congiunto catturato, o anche,
assurdamente, per “mettersi in ordine con la
legge”.
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Riflessioni conclusive
Il biologo inglese Peter Brian Medawar (1915-1987) dava ai suoi studenti un prezioso
consiglio: “evitate di far percorrere, ai vostri lettori, una distesa di vetri rotti a piedi
nudi” (Advice to a young scientist, 1979).
Purtroppo molti testi importanti sono spesso cosparsi di vetri rotti, spine, aculei, che
fanno inutilmente soffrire e spesso anche allontanare il lettore. Va benissimo che gli
esperti parlino tra loro in modo specialistico, ma le cose vanno in modo diverso quando
ci si deve rivolgere a persone che non hanno lo stesso tipo di specializzazione, che sono
anzi incompetenti nella materia. Quando vogliamo capire qualcosa che non conosciamo,
tutti abbiamo bisogno di divulgazione.
La scienza opera con regole destinate a rendere le conoscenze acquisite un patrimonio
comune. Primo Levi ha dimostrato di essere un eccezionale scienziato e divulgatore. Con
semplicità e naturalezza è stato in grado di spiegare il fascino della conoscenza, il valore
dell’umanità, gli orrori dell’Olocausto.
Da esperto è stato capace di mettersi dalla parte di chi riceve l’informazione, cioè del
pubblico “non competente” che ha voluto e saputo raggiungere, fornendo un esempio di
come la chiarezza del linguaggio e l’emotività unite insieme possano aprire la strada alla
comprensione e all’apprendimento.
Utilizzando un linguaggio divulgativo e insieme scientifico, Levi non solo è riuscito a
rendere interessante la scienza, ma ha sicuramente contribuito a salvare la memoria di
un periodo in cui scienza e umanità erano sepolte, aprendo uno spiraglio alla speranza.
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…un operaio civile italiano mi portò un pezzo di pane e gli avanzi del suo rancio ogni
giorno per sei mesi; mi donò una sua maglia piena di toppe; scrisse per me in Italia una
cartolina, e mi fece avere la risposta. Per tutto questo, non chiese né accettò alcun
compenso, perché era buono e semplice, e non pensava che si dovesse fare il bene per un
compenso.
… Per quanto di senso può avere il voler precisare le cause per cui proprio la mia vita, fra
migliaia di altre equivalenti, ha potuto reggere alla prova, io credo che proprio a Lorenzo
debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi
costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di
essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e
qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla
paura; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia
metteva conto di conservarsi. I personaggi di queste pagine non sono uomini. La loro
umanità è sepolta, o essi stessi l’hanno sepolta, sotto l’offesa subita o inflitta altrui.
… Ma Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori
di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di
essere io stesso un uomo.
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Bibliografia
Primo Levi in Treccani.it. http://www.treccani.it/enciclopedia/primo-levi/
Materiale raccolto dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi
http://www.primolevi.it/Web/Italiano
Franco Giuppi, Antonino Zarbo, Il sistema periodico di Primo Levi: un’occasione di
didattica pluridisciplinare, DIDATTICA delle SCIENZE, N. 229, Gennaio 2004
Intervista di Philip Roth a Primo Levi, La Stampa, 26 e 27 novembre 1986
Piero Angela, Le vie della divulgazione scientifica, XXI Secolo (2009)
Cenni Leggi razziali in Italia
http://parliamoitaliano.altervista.org/le-leggi-razziali-nellitalia-fascista/
Cenni Tavola periodica degli elementi
http://www.chimica-online.it/moderna-tavola-periodica.htm
Le Note autobiografiche sono tratte da Se questo è un uomo, Letteratura italiana Einaudi
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Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
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Appendice 1
20. Vanadio
Ritrovare il capo laboratorio chimico di
Auschwitz dopo la guerra.
14. Titanio
Una scena di vita quotidiana.
4. Ferro
Si racconta la storia di un'amicizia nata nel
laboratorio universitario.
12. Cromo
Come furono recuperate delle vernici
impolmonite (solidificate).
3. Zinco
Levi descrive in questo racconto l'incontro
con Rita, una ragazza chiusa e riservata, che
sta eseguendo il suo stesso esperimento in
laboratorio.
6. Nichel
Levi lavora nei laboratori chimici di una
miniera di amianto e descrive la attività di
ricerca per estrarre il Nichel dai materiali
residui delle lavorazioni principali.
16. Azoto
Cercando di fabbricare cosmetici raschiando
il fondo dei pollai.
21. Carbonio
La sorprendente storia di un atomo di
carbonio.
"ogni elemento dice qualcosa a qualcuno... il
carbonio dice tutto a tutti".
9. Fosforo
Lavoro come chimico in una ditta
farmaceutica per cercare un rimedio al
diabete. Amicizia e amore.
13. Zolfo
Una caldaia minaccia di esplodere. Storia di
un turno di notte al lavoro.
2. Idrogeno
Levi adolescente scopre il laboratorio.
“Avevamo sedici anni... non avevamo dubbi:
saremmo stati chimici, Enrico ed io...
avremmo dragato il ventre del mistero...”.
1. Argon
“Il capitolo sulla cultura dei miei antenati
ebrei piemontesi è stato scritto con amore.
Io sono profondamente legato al Piemonte.
Mi rendo conto perfettamente dei difetti
del carattere piemontese, poichè sono i
miei stessi difetti”.
5. Potassio
Un'esperienza di laboratorio dimostra
inaspettamente gli effetti esplosivi di una
miscela di potassio, acqua e vapori di
benzene.
15. Arsenico
Chimico alle prime armi , Levi si trova a
dover analizzare un campione di zucchero,
che risulterà dolorosamente contaminato di
arsenico.
17. Stagno
I guadagni sono scarsi; Levi è costretto a
smantellare il laboratorio e a trasferirsi nella
casa dei genitori di Emilio. Un laboratorio
chimico domestico...
11. Cerio
Espedienti per sopravvivere in un Lager.
18. Uranio
Una consulenza su un pezzo di metallo
dall'origine tribolata.
19. Argento
Il racconto di una partita di lastre
fotografiche inservibili.
10. Oro
Nell'autunno del 1942 Levi si unisce ai
partigiani, ma il 13 dicembre del 1943 viene
catturato. Durante la prigionia conosce un
detenuto cercatore d'oro .
7. Piombo
Protagonista di questo racconto l'ultimo
discendente della dinastia dei Rodmund,
una famiglia di cercatori di piombo.
8. Mercurio
Racconto della vita del caporale Abrahams e
della moglie sull'isola Desolazione, dove verrà
scoperto il Mercurio e il modo di utilizzarlo nel
baratto.
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