CARATTERISTICHE ARCHITETTURA DI PRODOTTO DEL QUADRO Nei quadri elettrici si distinguono, dal punto di vista funzionale, le seguenti tre parti fondamentali: - parti meccaniche destinate a sostenere, proteggere e a rendere funzionanti le parti attive; - parti attive (arrivi, sistemi di collegamento e apparecchi), destinate alla formazione dei circuiti elettrici di potenza e ausiliari; - suddivisioni interne e isolamento aventi la funzione di sostegno delle parti attive e di difesa e protezione degli operatori contro lo shock elettrico e contro il passaggio di corpi solidi da un’unità funzionale all’altra adiacente. Nel seguito verranno esaminati nel dettaglio gli aspetti progettuali e costruttivi delle diverse parti con particolare riferimento ai quadri GEWISS. La parte strutturale dei quadri di distribuzione primaria e secondaria deve caratterizzarsi per robustezza e solidità; a tale scopo si realizzano strutture rigide, veri e propri telai di sostegno interni al quadro, aventi lo scopo di supportare tutte gli apparecchi elettrici e le barre e di resistere alle sollecitazioni elettrodinamiche in caso di correnti di cortocircuito. Le tendenze attuali si orientano verso due distinte tipologie di strutture: - la struttura monoblocco tipica dei quadri di distribuzione secondaria per installazioni sia a parete che a pavimento. - la struttura componibile mediante kit di montaggio dove: zoccolo base, montanti e telai vengono facilmente assemblati grazie a riscontri fissi. Con questa tipologia di struttura si possono realizzare ampie configurazioni, tutte caratterizzate dall’estrema facilità di gestione del quadro nelle varie fasi: montaggio, movimentazione, stoccaggio a magazzino ... Completano poi la cosiddetta “carpenteria del quadro” i telai funzionali, le porte e i pannelli posteriori e laterali e le pannellature per la configurazione frontale. In sede di definizione del quadro, il progettista dell’impianto elettrico dovrà indicare il numero e la tipologia degli interruttori da montare; in tal modo il progettista/costruttore del quadro si orienterà nella scelta dell’involucro (Fig. 2.1) in base alla capacità e alle prestazioni richieste, e del sistema di connessione a seconda che vi sia prevalenza di interruttori scatolati o modulari. In generale, comunque, tutti gli apparecchi e i circuiti devono essere disposti all’interno del quadro in modo da mantenere distanze di isolamento conformi a quelle specificate nelle relative prescrizioni di prodotto affinché il loro funzionamento sia assicurato con il necessario grado di sicurezza e la manutenzione sia facilitata. ● Fig. 2.1 Contenitori di distribuzione elettrica per bassa tensione 274 Quadri da incasso Quadri a parete Quadri a pavimento Armadi componibili PARTI MECCANICHE Un elemento importante del “sistema costruttivo prestabilito“ è l’assemblaggio delle parti meccaniche che compongono gli involucri adatti alla realizzazione di quadri elettrici. La gamma dei contenitori della serie 47 CVX permette di costruire quadri elettrici con prestazioni ai massimi livelli perché soddisfano l’esigenza di resistenza meccanica, elettrica e termica richieste dalle tipologie d’impianto attuale. Grazie alle moderne tecnologie di produzione (presso-piegatura, saldatura laser, verniciatura con polveri epossi-poliestere, guarnizioni di tenuta in colata continua, ...) gli involucri della serie 47 CVX permettono di soddisfare le esigenze tecniche ed ambientali più elevate. Inoltre i contenitori sono adatti, con semplici montaggi, ad essere equipaggiati con gli interruttori modulari della serie 90 fino a 125 A e con interrutori scatolati fino a 1600 A nelle esecuzioni fisse, rimovibili ed estraibili, garantendo i massimi valori delle prestazioni. Struttura La gamma 47 CVX comprende contenitori con varie soluzioni per permettere agli installatori e ai quadristi di scegliere la più rispondente alle proprie esigenze, come esemplificato in Fig. 2.2. Nelle pagine successive sono presentate le serie principali di prodotti per l’installazione in ambienti interni e la realizzazione di impianti di distribuzione elettrica in bassa tensione. Questa gamma lascia ampio margine ai quadristi, i quali seguendo le istruzioni di montaggio realizzano quadri elettrici secondo la normativa vigente e rispettando le prestazioni nominali. ● Fig. 2.2 Tipologie di contenitori GEWISS ed esempi di installazione QUADRI DA INCASSO CVX 160i Contenitori con involucro da incasso per luoghi ristretti QUADRI DA PARETE CVX 160 E CVX 250 Contenitori monoblocco per un rapido cablaggio ed una veloce installazione per ambienti del terziario e dell’industria QUADRI DA PAVIMENTO CVX 630 Strutture monoblocco di tipo aperto, affiancabili, per impianti di media potenza ARMADI COMPONIBILI CVX 1600 Sistemi componibili e affiancabili con segregazioni interne per impianti industriali 275 CARATTERISTICHE Quadri da incasso CVX 160i DEL QUADRO Sono contenitori in metallo zincato di ridotta profondità (105 mm), adatti per l’incasso in pareti in muratura o in cartongesso, equipaggiabili con una porta trasparente o piena. Il prodotto è già preconfigurato negli accessori di installazione interna e di configurazione frontale. Il sistema funzionale interno è costituito da un telaio estraibile, che può essere indifferentemente cablato a banco oppure dopo averlo fissato nella cassa murata. Tutti i componenti sono in materiale zincato per garantire l’equipotenzialità di tutti gli elementi installati. I profili del telaio sono tali da presentare la medesima interfaccia del quadro da parete per l’aggancio di accessori e di staffe di supporto dei profili EN 50022 (DIN35) ed EN 50035 (G32). Le particolarità delle soluzioni permettono le regolazioni delle perpendicolarità nelle varie direzioni (orizzontali e verticali) recuperando così eventuali non allineamenti durante la fase di muratura del contenitore. Le numerose prerotture eseguite nella parte da incasso facilitano le soluzioni per l’entrata ed uscita dei conduttori. ● Fig. 2.3 CVX 160i Struttura del quadro da incasso CVX 160i Telaio funzionale Cornice Pannellatura frontale Porta trasparente 276 Contenitore da incasso Quadri da parete CVX 160 e CVX 250 Sono contenitori da installare a parete, realizzati con struttura monoblocco di lamiera verniciata con polvere epossi-poliestere di colore RAL 7035, e disponibili in due profondità (170 e 255 mm), tipicamente usate per la realizzazione di quadri di distribuzione secondaria. I kit standard di installazione consentono infatti il montaggio di apparecchi modulari e scatolati su guida DIN ad interasse 150/200 mm, di interruttori scatolati con piastre e pannelli appositamente predisposti e di altri dispositivi montati su piastra regolabile in profondità. Sono predisposte piastre passacavi per facilitare sia l’ingresso che l’uscita dei conduttori che può avvenire con tubi o canali/passerelle. Si possono realizzare quadri con grado di protezione IP 30-40-55-65 e soluzioni sia con porta trasparente (vetro curvo temprato di sicurezza) sia con porta piena. Il sistema funzionale per il montaggio dei supporti delle apparecchiature e per il fissaggio dei pannelli frontali è già predisposto nella cassa. ● Fig. 2.4 Struttura del quadro da parete CVX 160 e CVX 250 CVX 160 CVX 250 Piastre passacavi Piastre passacavi Cassa da parete Porta trasparente Porta trasparente Cassa da parete 277 CARATTERISTICHE Quadri a pavimento CVX 630 DEL QUADRO Con questa struttura monoblocco in lamiera di acciaio, la serie 47 CVX è la risposta per gli impianti di tipo terziario, caratterizzati da elevato numero di circuiti controllati. La struttura permette l’affiancabilità e l’ispezionabilità dello zoccolo. È possibile installare interruttori modulari serie 90, interruttori scatolati fino a MTS/E 630, nonché un sistema a barre piatte o sagomate. Disponibile in due altezze (1400, 1800 mm) e due larghezze (600, 850 mm) con grado di protezione IP 30/55 è completato con porte anteriore in vetro curvo temprato di sicurezza o porta piena in lamiera, con apertura reversibile destra/sinistra. I pannelli frontali realizzati in lamiera d’acciaio e verniciati sono disponibili in diverse altezze per permettere la massima razionalità dello spazio. I pannelli laterali permettono soluzioni con aerazione e con ventilazione forzata. La presenza delle piastre passacavi facilita il passaggio dei conduttori sia dal tetto (canali/passerelle) che dal pavimento (cavidotti). ● Fig. 2.5 Struttura del quadro a pavimento CVX 630 CVX 630 Piastra passacavi Pannello laterale Struttura monoblocco con zoccolo Porta trasparente 278 Il sistema degli armadi è realizzato con il montaggio di componenti che permettano di costruire strutture con differenti dimensioni per adeguarsi alle richieste tecniche e normative. Armadi CVX 1600 Le elevate prestazioni strutturali, unitamente all’ampia accessoriabilità e flessibilità di configurazione, rendono idoneo l’armadio GEWISS a realizzare soluzioni impiantistiche di elevate prestazioni fino a 3200 A, utilizzando gli interruttori scatolati della serie MTS, nella totalità delle esecuzioni (fissa - rimovibile - estraibili), i sistemi di collegamento e segregazione (fino alla Forma 4). L’ampia gamma offre 2 opzioni in altezza (1800, 2000 mm), 3 dimensioni in larghezza (400, 600, 850 mm, equivalenti a 12/24/36 moduli) e 3 dimensioni in profondità (400, 600, 800 mm). Le soluzioni adottate permettono la realizzazione di armadi, con grado di protezione IP 31/41/65, con porte frontali trasparenti con vetro curvo temprato di sicurezza o piene e con coperture frontali (pannelli) ad interasse 100 mm. ● Fig. 2.6 Struttura dell’armadio CVX 1600 CVX 1600 Pannello posteriore Telaio funzionale Testata Porta/pannello laterale Montanti Base preassemblata con zoccolo Porta trasparente/piena 279 CARATTERISTICHE Grado di protezione (codice IP) DEL QUADRO Il grado di protezione di un quadro elettrico riflette la necessità di impedire o di limitare i contatti con le parti attive (in tensione) e la penetrazione di corpi solidi all’interno del quadro stesso. In accordo con la Norma CEI EN 60529 questi valori sono identificati dalla sigla internazionale IP seguita da numeri e lettere che identificano i livelli di sicurezza, la cui struttura è riportata nella Fig. 2.7. ● Fig. 2.7 Struttura del codice IP IP 2 3 C H Lettere caratteristiche (Protezione Internazionale) Prima cifra caratteristica (cifra da 0 a 6, o lettera X) Seconda cifra caratteristica (cifra da 0 a 8, o lettera X) Lettera addizionale (lettere A, B, C, D) Lettera supplementare (lettere H, M, S, W) Note: - quando non è richiesta una cifra caratteristica, quest’ultima deve essere sostituita dalla lettera “X” (“XX” se sono omesse entrambe le cifre) - le lettere addizionali e/o supplementari possono essere omesse senza essere sostituite - nel caso di più lettere supplementari, si deve applicare l’ordine alfabetico - se un involucro fornisce diversi gradi di protezione per differenti sistemi di montaggio, il costruttore deve indicare nelle istruzioni i gradi di protezione corrispondenti ai differenti sistemi di montaggio. Per un maggior approfondimento si rimanda alle Tab. 2.2, 2.3 e 2.4. Ad eccezione di casi specifici (ambienti pericolosi), non esiste correlazione per i quadri destinati all’installazione in ambiente interno tra il grado di protezione e la tipologia dell’impianto, salvo che il grado minimo debba essere uguale a IP 2X. In generale, se non diversamente specificato, il grado di protezione indicato vale per l’intero quadro (struttura affiancata), purché lo stesso venga installato in accordo con le istruzioni del costruttore. Qualora il quadro richieda l’intervento di personale autorizzato ad accedere a parti in tensione, deve essere dichiarato il grado di protezione delle parti interne (ad es. segregazioni). Nei casi in cui viene realizzato un quadro ANS, per assegnare il grado di protezione IP è necessario eseguire idonee prove di tipo o, in alternativa, utilizzare involucri standardizzati preventivamente provati e certificati. Come indicato in Tab. 2.1, il grado di protezione dei quadri GEWISS può variare da IP30 a IP65 in modo da soddisfare tutte le esigenze applicative. In particolare le due versioni monoblocco e componibile consentono di mantenere il grado di protezione più adatto al tipo di installazione: IP31/41 (senza porta frontale), IP40/41 (con una porta frontale e aerazioni laterali) o IP55/65, sempre utilizzando un’unica serie di carpenteria. ● Tab. 2.1 Caratteristiche IP dei quadri GEWISS 280 SERIE IP31/41 IP40/41 IP55 IP65 ■ ■ Quadri da parete ■ ■ Quadri da incasso ■ ■ Quadri da pavimento ■ Armadi ■ ■ ■ ■ TAB. 2.2 - 1 1° CIFRA 0 CARATTERISTICA Protezione contro l’ingresso dei corpi solidi A CIFRA CARATTERISTICA: PROTEZIONE CONTRO L’INGRESSO DI CORPI SOLIDI. 1 2 Corpi solidi Corpi solidi con dimensione con dimensione minima minima superiore a 50 mm superiore a 12,5 mm Nessuna Corpi filiformi con diametro superiore a 2,5 mm 0 Protezione contro la penetrazione di acqua Stagno alla polvere ø1mm Filo rigido Ø 2,5 mm Filo rigido Ø 1 mm Camera a circolazione di talco Camera a circolazione di talco Luoghi chiusi (accessibili solo a persone autorizzate ed addestrate) Luoghi ordinari con presenza solo di oggetti grossolani posa su pareti verticali Luoghi ordinari posa su parti verticali o su piani orizzontali inaccessibili Luoghi ordinari posa anche su ripiani orizzontali inaccessibili Luoghi occasionalmente polverosi Luoghi permanentemente polverosi A CIFRA CARATTERISTICA: PROTEZIONE CONTRO LA PENETRAZIONE DELL’ACQUA. 1 2 3 Di condensa Di condensa (caduta di (caduta di gocce gocce verticali) con angolo fino a 15°) Nessuna Protetto contro la polvere Sfera Ø 12,5 mm + dito di prova TAB. 2.3 - 2 CARATTERISTICA Corpi filiformi con diametro superiore a 1 mm 6 Sfera Ø 50 mm In involucri 2° CIFRA 5 ø2,5mm Nessuno Impiego consentito 4 ø12,5mm ø50mm Mezzo di prova 3 4 A pioggia con angolo fino a 60° dalla verticale 5 A spruzzo da tutte le direzioni Getti da tutte le direzioni 6 7 8 Protezioni d’acqua mareggiate Immersione temporanea Immersione permanente 15° 60° 1m Mezzo di prova Nessuno 0.15m Vasca di gocciolamento Impiego consentito In ambienti asciutti Vasca di gocciolamento In ambienti umidi con componente in posizione verticale predeterminata Spruzzatore dall’alto In ambienti umidi con Luoghi esposti componente in alla pioggia ma posizione non non agli spruzzi perfettamente dal basso verticale TAB. 2.4 - LETTERA 3° LETTERA ADDIZIONALE Protezione delle persone al contatto con Impiego consentito Ugello Ø 6,3 mm Ugello Ø 12,5 mm In vasca con 1 m portata 12,5 l/min portata 100 l/min di battente d’acqua Luoghi esposti alla pioggia Luoghi soggetti e agli spruzzi a lavaggio con (es.: stazione getti d’acqua di con passaggio media potenza di veicoli) Luoghi Luoghi soggetti soggetti a a inondazione lavaggio temporanea o a energico e sommersione a mareggiate sotto la neve per (moli) lunghi periodi LETTERA ADDIZIONALE A B C D Il dorso della mano Le dita Attrezzi piccoli Fili, aghi, chiodi ø50mm Calibro di prova Spruzzatore rotante a 360° 100mm Secondo accordi cliente-costruttore ø12mm ø2.5mm ø35mm ø1mm ø35mm 80mm 100mm 100mm 100mm 100mm Sfera Ø 50 mm Dito di prova Ø 12 mm Filo rigido Ø 2,5 mm. con superficie d’arresto Filo rigido Ø 1 mm. con superficie d’arresto Luoghi chiusi (accessibili solo a persone autorizzate) Luoghi accessibili anche a persone non addestrate Luoghi dove si usano piccoli utensili (cacciaviti) Luoghi dove si usano oggetti filiformi Funzionalità subacquea SUPPLEMENTARE H Apparecchiatura ad alta tensione M Provato in moto contro l’ingresso d’acqua S Provato da fermo contro l’ingresso d’acqua W Con misure di protezione addizionali da specificare 281 CARATTERISTICHE Grado di protezione contro impatti meccanici (codice IK) DEL QUADRO Un’altra grandezza che definisce la protezione di un quadro è la sua capacità di resistere agli impatti meccanici esterni. Questa viene identificata dalla lettera IK seguita da due numeri in funzione dei vari valori di impatto (Joule). In base alla norma CEI EN 50102, il grado IK rappresenta la resistenza, a temperatura ambiente, all’energia d’urto (Tab. 2.5) misurata in joule (J); infatti 1 joule è dal punto di vista energetico l’energia d’urto di un martello del peso di un etto che cade dall’altezza di un metro. ● Tab. 2.5 Protezione degli involucri contro gli impatti meccanici CODICE IK 00 IK 01 IK 02 IK 03 IK 04 IK 05 IK 06 IK 07 IK 08 IK 09 IK 10 - (1) 0,15 0,20 0,35 0,50 0,70 1 2 5 10 20 ENERGIA (J) (1) Nessuna protezione La norma CEI EN 60439-1 non dà nessun riferimento a questi valori, quindi il costruttore del sistema prestabilito deve eseguire le prove indicate dalla norma CEI EN 50102. Questa norma identifica il metodo di prova la classifica dei valori di impatto (11 gradi da IK 00 a IK 10) e le attrezzature di prova che possono essere: - martello a molla: per valori dai IK 01 a IK 07 - martello a pendolo: per valori dai IK 01 a IK 10 - martello a caduta libera: per valori dai IK 07 a IK 10. Se parti diverse dal quadro elettrico hanno differenti gradi di protezione, quest’ultimi devono essere indicati separatamente. Il grado di resistenza dei quadri CVX, testato nel laboratorio GEWISS, è riportato in Tab. 2.6. ● Tab. 2.6 Caratteristiche IP dei quadri GEWISS 282 SERIE COMPONENTI IN PLASTICA COMPONENTI IN METALLO VETRO Quadri da parete IK 09 IK 10 IK 07 Quadri da incasso IK 09 IK 10 IK 07 Quadri da pavimento - IK 10 IK 07 Armadi - IK 10 IK 07 PARTI ATTIVE E CIRCUITI DI PROTEZIONE Si considera parte attiva un conduttore o una parte conduttrice destinata ad essere in tensione in condizioni normali di esercizio, compreso il conduttore di neutro (N) ma non, per convenzione, il conduttore PEN, cioè il conduttore messo a terra che assicura sia le funzioni di conduttore di protezione che di neutro. Con questa definizione è evidente che tutti i sistemi di connessione sono da considerare parti attive, compresi i terminali di allacciamento dei conduttori alle apparecchiature. Il grado di protezione minimo previsto è IP 2X. Gli involucri della serie 47 CVX garantiscono un range di prestazioni da IP 30 a IP 65. Nel caso di minore grado di protezione (quadro senza porta) l’accesso alle parti attive in tensione avviene con l’uso di un attrezzo. Altre misure per la protezione contro i contatti diretti deve essere oggetto di un accordo tra il costruttore del quadro installato e l’utilizzatore. Le barre interconnettono i diversi montanti tra loro e assicurano al quadro la possibilità di distribuire la corrente elettrica dagli alimentatori alle utenze secondo le esigenze di esercizio e d’impianto. Sistemi di collegamento Le barre sono dimensionate di solito in modo uniforme per tutto il quadro e sono costituite da conduttori di rame o di alluminio. In generale i conduttori di ogni fase sono realizzati con un profilato sagomato a profilo continuo oppure a sezione rettangolare. Particolarmente innovativo è il sistema di barre sagomate a profilo continuo predisposto per i quadri GEWISS che presenta, a parità di sezione trasversale una superficie maggiore rispetto alle sezioni rettangolari, per cui a parità di portata è maggiore lo scambio termico e, di conseguenza, è facilitato il raffreddamento. La varie fasi di montaggio (posizionamento dei portabarre sulle rispettive traverse, posizionamento delle basette di appoggio sui portabarre terminali, inserimento a scatto delle barre) possono essere eseguite da un unico addetto senza la necessità di serrare viti; operazione quest’ultima che deve essere effettuata solo a conclusione del montaggio, per garantire la resistenza agli sforzi elettrodinamici. Il profilo delle barre sagomate varia in funzione della portata e possono essere posizionate in posizione orizzontale, verticale, con giunzioni a T o a L grazie a un giunto universale, appositamente studiato per ridurre al minimo la resistenza di contatto. Anche i portabarre in materiale isolante, sono tali da garantire la massima tenuta agli sforzi elettrodinamici nei casi più gravosi di cortocircuito (Fig. 2.8). ● Fig. 2.8 Esecuzione di un sistema di collegamento con barre sagomate a profilo continuo 283 CARATTERISTICHE DEL QUADRO Circuito di protezione Per la protezione contro i contatti indiretti si utilizzano due sistemi nella costruzione dei quadri elettrici: - conduttore di protezione separato - parti conduttrici delle strutture. La serie 47 CVX per il suo particolare sistema costruttivo permette di risolvere il problema con entrambe le soluzioni. Infatti tutte le masse sono assiemate con un contatto tra loro e con il circuito di protezione, ad esempio una barra di terra, come in Fig. 2.9. Questa viene montata direttamente sulla carpenteria e permette di collegare sia il conduttore di protezione in entrata sia i vari singoli collegamenti connessi con le utenze. Non è necessario collegare al circuito di protezione le masse che sono tali da non costituire pericolo per dimensione o per difficoltà di essere toccate. ● Fig. 2.9 Applicazione di un conduttore di protezione Per coperchi, pannelli, porte e piastre, i normali sistemi di montaggio con viti e cerniere metalliche sono ritenuti sufficienti ai fini della continuità elettrica, purché su questi elementi non siano montati apparecchi elettrici. In questo caso si raccomanda che queste parti siano collegate con un conduttore di protezione. La sezione del conduttore di protezione può essere determinata con uno dei seguenti metodi: - tabella 3 della norma CEI EN 60439-1 (CEI 17-13/1), in funzione della sezione dei conduttori di fase (Tab. 2.7) Conduttore PE ● Tab. 2.7 Sezione minima dei SEZIONE (mm2) conduttori di protezione I valori sono validi soltanto nel caso MINIMA DEL CORRISPONDENTE CONDUTTORI DI PROTEZIONE S ≤ 16 S 16 < S ≤ 35 16 35 < S ≤ 400 S/2 400 < S ≤ 800 200 S > 800 S/4 (PE, PEN) Nota SEZIONE DEI CONDUTTORI DI FASE che il materiale del conduttore sia lo stesso del conduttore di fase. - calcolo in base alla formula: SPE (mm2) = (mm2) i2t k La formula determina il valore minimo della sezione del conduttore di protezione necessaria per sopportare le sollecitazioni termiche causate dalle correnti di guasto. L’espressione i2t non è che la caratteristica di limitazione del dispositivo posto all’ingresso del quadro (A2s); k è un fattore che dipende dal materiale conduttore, dal materiale isolante e dalle temperature iniziale e finale (vedere Tab. 2.8). ● Tab. 2.8 ISOLANTE DEL CONDUTTORE DI PROTEZIONE O DEI RIVESTIMENTI DEI CAVI Valori del fattore k per PVC XLPE, EPR, CONDUTTORI NUDI 160 °C 250 °C 220 °C Rame 143 176 166 Alluminio 95 116 110 Acciaio 52 64 60 conduttori di protezione unipolari TEMPERATURA FINALE GOMMA BUTILICA Materiale del conduttore Nota I valori in tabella si riferiscono ad una temperatura iniziale dei conduttori pari a 30 °C. 284 Esempio 1 Si consideri un interruttore generale MTS 160 installato in un quadro a parete, con corrente di cortocircuito nel punto di installazione del quadro di 15 kA. Dalla curva di limitazione dell’interruttore, si ricava A2s = 800.000 (15 kA/400 V), e, applicando la formula, si avrà: SPE = i2t k = 800000 176 = 5,08 mm2 dove si è considerato come conduttore il materiale rame nudo (k = 176). Il quadro da parete della serie 47 CVX prevede una barra di terra (GW 47193) di rame di dimensioni 20x5 mm (100 mm2), di sezione notevolmente superiore e quindi adatta allo scopo. Esempio 2 Si consideri un interruttore generale con corrente nominale pari a 1250 A, installato in un armadio, con corrente di cortocircuito nel punto di installazione del quadro di 50 kA. Dalla curva di limitazione dell’interruttore MTSE 1600 (1250 A), si ricava A2s = 7•107 (50 kA/400 V), e, applicando la formula, si avrà: SPE = i2t k = 7•107 176 = 47,54 mm2 dove si è considerato come conduttore il materiale rame nudo (k = 176). In questo caso si adotterà una barra di rame di sezione 20x5 mm (100 mm2) per ottenere anche una buona resistenza meccanica. Conduttore PEN In un sistema di distribuzione di tipo TN (Fig. 2.10), nel caso che un conduttore assicuri sia le funzioni di conduttore di protezione (PE) che quelle di neutro (N), deve essere identificato con PEN. Il suo dimensionamento dovrà essere quello del conduttore di neutro con una sezione minima di 10 mm2 per conduttori di rame e non necessita di essere isolato all’interno del quadro elettrico. Le parti che costituiscono la struttura del quadro non devono essere utilizzate come conduttore PEN. ● Fig. 2.10 Sistema TN 285 CARATTERISTICHE DEL QUADRO Principali componenti All’interno dei contenitori della serie 47 CVX si possono installare dispositivi di manovra, protezione, comando e regolazione inseriti nel catalogo EURODIN. In particolare, la gamma degli interruttori GEWISS comprende interruttori automatici modulari da 1 A a 125 A (Fig. 2.11) e la nuova Serie MTS (Fig. 2.12) di interruttori scatolati con correnti nominali fino a 1600 A. Tutti gli interruttori, siano essi modulari o scatolati, sono corredati di accessori e dispositivi studiati per soddisfare ogni esigenza d’impianto e, in particolare, per garantire la sicurezza degli operatori. Interruttori modulari Gli interruttori automatici modulari rispondono ai requisiti delle norme CEI EN 60898 e CEI EN 60947-2. La norma CEI EN 60898 si applica per interruttori per uso domestico e similare. Tali apparecchi sono caratterizzati dall’ampia gamma di prestazioni sia per quanto riguarda il potere di interruzione (da 4,5 a 25 kA) che per le curve di intervento (B, C, D). La scelta degli interruttori automatici modulari deve avvenire in base alle caratteristiche tecniche richieste dall’impianto. La protezione contro i guasti, dovuti al fluire di una corrente verso terra per perdita di isolamento di un conduttore, per contatto diretto di una persona con una parte in tensione del circuito o per contatto indiretto, è garantita da interruttori corredati di sganciatori che intervengono in presenza di una corrente differenziale. Gli interruttori differenziali sono classificati in base a: - presenza o meno delle protezioni contro le sovracorrenti - potere di interruzione intrinseco o condizionato - tempo di intervento (rapidi o selettivi) - sensibilità differenziale - forme d’onda rilevabili. ● Fig. 2.11 Serie 90 Interruttori modulari e differenziali Interruttori scatolati Per impianti terziari ed industriali l’utilizzo dei principali componenti riguarda gli interruttori automatici scatolati, che costituiscono la soluzione ottimale per soddisfare le esigenze tecniche in quanto offrono ampie disponibilità di scelta per: - corrente nominale (da 160 A a 1600 A) - potere di interruzione (B, N, S, H, L) - tipo di sganciatore (MTS o MTSE) - esecuzione (fissa, rimovibile o estraibile). L’interruttore in esecuzione fissa con attacchi anteriori consente di utilizzare quadri di profondità ridotta rispetto agli interruttori in esecuzione rimovibile ed estraibile. L’impiego di questa tipologia è indicata per gli impianti che possono tollerare interruzioni del servizio in caso di guasti o manutenzione programmata. 286 ● Fig. 2.12 Serie MTS Interruttori scatolati fino a 1600A L’utilizzo di interruttori in esecuzione rimovibile o estraibile (Fig. 2.13), scelta in funzione della tipologia dell’impianto e degli utilizzatori, è limitata agli armadi. In presenza di segregazioni è necessario scegliere la soluzione con attacchi posteriori. L’interruttore in esecuzione rimovibile si compone di: - parte fissa da installare direttamente sulla piastra di fondo del cubicolo del quadro; - parte mobile ottenuta dall’interruttore fisso con l’aggiunta dei contatti di sezionamento in corrispondenza dei terminali di connessione, del telaio posteriore per il fissaggio alla parte fissa e dei copriterminali. La rimozione dell’interruttore avviene svitando le viti di fissaggio superiori e inferiori. Un apposito blocco impedisce l’inserzione e la rimozione dell’interruttore con i contatti in posizione di chiuso. Nell’esecuzione estraibile l’interruttore è costituito da: - parte fissa, da installare direttamente sulla piastra di fondo del cubicolo del quadro oppure su profilato; - parte mobile ottenuta dall’interruttore fisso con l’aggiunta dei contatti di sezionamento in corrispondenza dei terminali di connessione, del telaio posteriore; - accessorio da applicare sul fronte dell’interruttore (comando a leva, comando a motore e comando a maniglia rotante). Nell’esecuzione estraibile, a differenza della rimovibile, tutte le posizioni di interruttore inserito, sezionato in prova e sezionato, vengono raggiunte semplicemente agendo su dispositivi e cinematismi propri dell’interruttore, senza l’ausilio di alcun attrezzo. In tutte le posizioni sopra descritte la parte mobile rimane in prossimità della parte fissa dalla quale viene allontanata solo per raggiungere la posizione di estratto. ● Fig. 2.13 Esecuzione fissa, rimovibile o estraibile degli interruttori della serie MTS Fisso Rimovibile Estraibile 287 CARATTERISTICHE DEL QUADRO L’inserzione/estrazione della parte mobile può essere agevolmente eseguita tramite l’apposita leva di manovra fornita con il kit di trasformazione dell’interruttore da fisso a estraibile. Il meccanismo consente di porre l’interruttore nella posizione di sezionato (con circuiti di potenza e ausiliari scollegati) e con la porta della cella chiusa, a tutto vantaggio per la sicurezza dell’operatore. La manovella può essere inserita solo ad interruttore aperto. Una volta rimosso o estratto l’interruttore può essere manovrato in aperto/chiuso e, tramite le apposite prolunghe di connessione, possono essere realizzate le prove in bianco di funzionalità dei circuiti di comando ausiliari. Altri componenti Nella realizzazione di quadri elettrici di distribuzione spesso si fa uso di pulsanti ed indicatori luminosi, il cui montaggio deve essere realizzato secondo normativa e per la loro scelta si possono adottare le indicazioni fornite di seguito. Per una più efficace interfaccia tra il quadro e l’utilizzatore, tutti i conduttori devono essere siglati secondo le indicazioni normative e lo schema funzionale del quadro stesso. Altre informazioni sono trasmesse da avvisi e ammonizioni per l’intervento posti all’interno del quadro su cartelli monitori. Pulsanti In aggiunta alle indicazioni funzionali si raccomanda che i pulsanti siano marcati con segni grafici, vicino o preferibilmente sugli attuatori. Quando viene utilizzato un mezzo supplementare di codifica (per es. struttura, forma, posizione) per l’identificazione degli attuatori a pulsante, lo stesso colore bianco, grigio o nero può essere utilizzato per varie funzioni (per es. bianco per attuatori di avvio e arresto). ● Tab. 2.9 Segni grafici per i pulsanti Avviamento o inserzione ● Tab. 2.10 COLORE Codice-colori per i pulsanti e loro significato 288 Arresto o disinserzione SIGNIFICATO Pulsanti che provocano alternativamente avviamento e arresto o inserzione e disinserzione SPIEGAZIONE Rosso Emergenza Azionare in caso di condizione pericolosa o emergenza Giallo Anormale Azionare in caso di condizione anormale Verde Sicurezza Blu Obbligatorio Bianco Grigio Nero Nessun significato specifico Azionare in caso di condizione di sicurezza o per preparare una condizione normale Azionare in caso di condizione che richiede un’azione obbligatoria Per l’avvio generale delle funzioni ad eccezione dell’arresto di emergenza Pulsanti che provocano un movimento quando sono premuti e un arresto quando sono rilasciati ESEMPI DI APPLICAZIONE Arresto di emergenza Inizio della funzione di emergenza Intervento per sopprimere una condizione anormale o per riavviare un ciclo automatico interrotto Funzionamento normale Funzione di ripristino Avvio (preferenziale) / Arresto Avvio / Arresto Avvio / Arresto (preferenziale) Segnalatori - attuatori ● Tab. 2.11 Colori degli indicatori Gli attuatori dei pulsanti luminosi devono essere colorati conformemente al codice della Tab. 2.11. Quando risulta difficile assegnare un colore appropriato, deve essere usato il bianco. Il colore rosso per l’attuatore di arresto di emergenza non deve dipendere della sua fonte di luce. COLORE SIGNIFICATO SPIEGAZIONE luminosi e loro significato DELL’OPERATORE Rosso Emergenza Condizioni pericolose Azione immediata per trattare una condizione pericolosa (per es. azionando l’arresto di emergenza) Giallo Anormale Condizione anormale Condizione critica imminente Controllo e/o intervento (per es. ristabilendo la funzione desiderata) Verde Normale Condizione normale Facoltativa Blu Obbligatorio Bianco Neutro rispetto alle condizioni della macchina AZIONE Indicazione della condizione che richiede un’azione dell’operatore Altre condizioni: può essere usato ogni volta che si ha un dubbio sull’impiego dei colori rosso, giallo, verde e blu ESEMPI DI APPLICAZIONE Pressione/temperatura fuori dai limiti di sicurezza. Caduta di tensione Interruzione Oltrecorsa oltre la posizione di arresto Pressione/temperatura superiore ai limiti normali Sganciamento del dispositivo di protezione Pressione/temperatura entro i limiti normali Autorizzazione a procedere Azione obbligatoria Istruzione per inserire valori preselezionati Controllo Informazione generale Per ulteriori distinzioni o informazioni e specialmente per dare maggiore evidenza al segnale si possono usare luci intermittenti nei seguenti casi: - per attirare l’attenzione; - per richiedere un’azione immediata; - per indicare una discordanza tra il comando dato e lo stato reale dell’apparecchiatura; - per indicare un cambiamento in corso (intermittenza durante il periodo di transizione). ● Fig. 2.14 Esempi di disposizione O arresto II alta velocità salita I bassa velocità O arresto arresto discesa O O I arresto marcia ➔ O marcia ➔ I ➔ luminosi ➔ di pulsanti e di pulsanti sinistra destra arresto 289 CARATTERISTICHE Senso di manovra degli attuatori di comando ● Tab. 2.12 Classificazione delle azioni DEL QUADRO Per una chiara identificazione della posizione dei contatti principali rispetto ai suoi circuiti elettrici si raccomanda di realizzare il senso di manovra in funzione dell’azione corrispondente. NATURA DELL’ATTUATORE NATURA VOLANTI, MANOPOLE, MANOVELLE ECC. Rotazione Moto verticale LEVE, Moto orizzontale IMPUGNATURE ECC. CON MOTO ESSENZIALMENTE LINEARE INSIEME DI IMPUGNATURE, PULSANTI, ASTE, CORDONI DI TRAZIONE ECC. CON EFFETTI OPPOSTI ● Tab. 2.13 UNO SOPRA L’ALTRO UNO DI FIANCO ALL’ALTRO NATURA Classificazione degli effetti DELL’AZIONE Destra-sinistra Avanti-indietro Identificazione dei conduttori Orario Verso l’alto Verso destra Si allontana dall’operatore (pressione) GRUPPO 2 Antiorario Verso il basso Verso sinistra Si avvicina all’operatore (trazione) Azione sul dispositivo superiore Azione sul dispositivo inferiore Azione del dispositivo di destra Azione del dispositivo di sinistra EFFETTO DELL’EFFETTO DI CONDIZIONE MOTO DELL’OGGETTO O DEL VEICOLO CONTROLLATO IN RELAZIONE AI SUOI ASSI PRINCIPALI MOTO DELL’AZIONE Pressione, trazione ecc. MODIFICAZIONE DI UNA QUANTITÀ FISICA (TENSIONE, CORRENTE, POTENZA, VELOCITÀ, FREQUENZA, INTENSITÀ LUMINOSA, TEMPERATURA ECC.) CAMBIO SENSO GRUPPO 1 IN RELAZIONE ALL’OPERATORE GRUPPO 1 RISULTANTE GRUPPO 2 Aumento Diminuzione Messa in servizio Avviamento Accelerazione Chiusura di un circuito elettrico Accensione Messa in moto del fluido Verso l’alto Verso destra Avanti Si allontana dall’operatore Messa fuori servizio Arresto Frenata Apertura di un circuito elettrico Spegnimento Arresto del fluido Verso il basso Verso sinistra Indietro Si avvicina all’operatore Le connessioni tra parti percorse da corrente devono essere realizzate con mezzi che assicurino una pressione di contatto sufficiente e stabile nel tempo e non devono subire alterazioni inammissibili a causa di sovratemperature, invecchiamento dei materiali isolanti, vibrazioni, dilatazioni termiche ecc. La scelta delle sezioni dei conduttori all’interno del quadro rientra tra i compiti del progettista/costruttore del quadro e dipende, oltre che dall’entità della corrente, dalle sollecitazioni meccaniche cui il quadro è sottoposto, dalla sistemazione dei conduttori, dal tipo di isolamento. La Tab. 2.14 fornisce utili suggerimenti per la identificazione dei cavi e dei morsetti con sigle alfanumeriche o con colore. Si consiglia di realizzare i cablaggi di quadri e centralini attenendosi a queste indicazioni, tratte dalla norma CEI 16-2. 290 ● Tab. 2.14 Siglatura e colorazione dei conduttori IDENTIFICAZIONE DESIGNAZIONE DEI CONDUTTORI fase 1 fase 2 fase 3 neutro positivo negativo mediano Sistema in a.c. Sistema in d.c. Conduttore di protezione Circuiti ausiliari con alimentazione interna Circuiti ausiliari con alimentazione esterna Cartelli monitori IDENTIFICAZIONE COLORE ALFANUMERICA ISOLANTE L1 L2 L3 N L+ L– M nero nero nero blu chiaro nero nero blu chiaro PE giallo-verde numerazione come da schema – numerazione – come da schema IDENTIFICAZIONE CAVI MORSETTI IDENTIFICAZIONE IDENTIFICAZIONE IDENTIFICAZIONE CON COLORE CON COLORE ALFANUMERICA marrone grigio nero blu chiaro non specificato non specificato blu chiaro marrone grigio nero blu chiaro – – blu chiaro U V W N C D M giallo-verde giallo-verde numerazione come da schema numerazione come da schema PE numerazione come da schema numerazione come da schema – – Come indicato dalla norma CEI EN 60439-1, ogni quadro deve essere identificato con una targa visibile dopo l’installazione dove devono essere riportati: - nome, marchio del costruttore del quadro finito - tipo e numero di identificazione - norme di riferimento. Altre informazioni richieste dalla norma possono essere riportate anche su altri tipi di documenti (schemi, cataloghi, ecc…). In ogni quadro/armadio deve essere garantita la presenza di cartelli monitori, scritti in maniera indelebile e visibili quando l’apparecchiatura è installata. La forma ed i colori devono rispettare le indicazioni riportati nella Tab. 2.15, cui seguono esempi di realizzazione dei cartelli monitori. Le scritte e i segni grafici devono essere bianchi sui segnali rettangolari, quadrati e su quelli con sfondo blu; neri sui segnali circolari di divieto e su quelli triangolari di pericolo. Un esempio è riportato in Fig. 2.15. ● Tab. 2.15 Codificazione delle forme e dei colori nella segnaletica generale, FORME COLORI Rosso Giallo Verde Blu divieto equipaggiamenti del sistema antincendio pericolo (attenzione) obbligo segnali di sicurezza e di pronto soccorso informazioni ● Fig. 2.15 Esempi di cartelli antinfortunistici IMPIANTI ELETTRICI SOTTO TENSIONE E' VIETATO Eseguire lavori su impianti sotto tensione Toccare gli impianti se non si è autorizzati Togliere i ripari e le custodie di sicurezza prima di aver tolto tensione E' OBBLIGATORIO Aprire gli interruttori di alimentazione del circuito, prima di effettuare interventi Assicurarsi del collegamento a terra prima di iniziare i lavori Tenersi ben isolati da terra, con mani e piedi asciutti, o usando pedane e guanti isolanti Tenere lontani dagli impianti materiali estranei ATTENZIONE PERICOLO NON USARE ESTINTORI IDRICI O A SCHIUMA SU APPARECCHIATURE ELETTRICHE IN TENSIONE 291 CARATTERISTICHE DEL QUADRO SUDDIVISIONI INTERNE E ISOLAMENTO Per la progettazione di un quadro, particolare attenzione va rivolta alla possibilità di suddividerlo in celle o scomparti soprattutto per impianti che richiedono un’elevata continuità di servizio. Le segregazioni consentono di intervenire in sicurezza su una parte del quadro mantenendo in tensione le parti adiacenti, rendono flessibile, sicuro e tempestivo l’intervento su un determinato circuito elettrico, proteggono da eventuali archi interni dovuti a cedimento dell’isolante. Infatti, per intervenire in un quadro elettrico sotto tensione bisogna comunque rispettare alcuni principi di sicurezza: - per accedere alle singole unità funzionali è opportuno sezionare o segregare le altre unità e le barre di distribuzione - per accedere ai terminali per i collegamenti esterni si devono sezionare o segregare gli altri terminali. È evidente che per rendere più efficace l’intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria è opportuno che gli interruttori montati all’interno delle singole unità funzionali siano in esecuzione rimovibile od estraibile. Questi tipi di interventi devono essere sempre eseguiti da persona istruita o addestrata. Questa problematica è strettamente connessa alle proprietà dielettriche e alle distanze in aria e superficiali delle parti attive dall’involucro. Segregazioni Il quadro può essere internamente suddiviso mediante barriere o diaframmi (generalmente in materiale metallico) in celle separate le une dalle altre o in frazioni di scomparto. Il livello di compartimentazione e suddivisione interna è oggetto di accordo tra costruttore e committente che può scegliere tra una delle sette diverse tipologie di segregazione previste dalla norma CEI EN 60439-1 e rappresentate in Fig. 2.16. In generale è opportuno osservare che un elevato grado di segregazione è a favore della sicurezza perché confina gli effetti di un eventuale guasto in una singola cella; per contro, oltre a un sensibile aumento del costo del quadro, una eccessiva segregazione, laddove non richiesta da esigenze impiantistiche, comporta maggiori problemi di smaltimento del calore e di accesso per le operazioni di straordinaria manutenzione. Le diverse forme di segregazione sono classificate secondo un criterio principale (forma 1, 2, 3, 4) e secondo un criterio secondario (soluzione a, b), indicate in Tab. 2.16. ● Tab. 2.16 Classificazione delle forme di segregazione secondo la CEI EN 60439-1 CRITERIO PRINCIPALE SECONDARIO Nessuna separazione Segregazione delle sbarre dalle unità funzionali Segregazione delle sbarre dalle unità funzionali Segregazione di tutte le unità funzionali l’una dall’altra Segregazione dei terminali per i conduttori esterni dalle unità funzionali, ma non l’uno dall’altro Segregazione delle sbarre dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità funzionali l’una dall’altra, compresi i terminali per i conduttori esterni, che sono parte integrante dell’unità funzionale 292 CRITERIO FORMA Forma 1 Terminali per i conduttori esterni non separati dalle sbarre Terminali per i conduttori esterni separati dalle sbarre Forma 2a Forma 2b Terminali per i conduttori esterni non separati dalle sbarre Forma 3a Terminali per i conduttori esterni separati dalle sbarre Forma 3b Terminali per i conduttori esterni nella stessa cella come le unità funzionali associate Terminali per i conduttori esterni non nella stessa cella come le unità funzionali associate ma in singoli spazi separati e racchiusi o in celle Forma 4a Forma 4b ● Fig. 2.16 Forme di segregazione FORMA 1 (nessuna segregazione interna) FORMA 2 (segregazione delle sbarre delle unità funzionali) Forma 2a Terminali non separati dalle sbarre Forma 2b Terminali separati dalle sbarre FORMA 3 (separazione delle sbarre dalle unità funzionali + separazione delle unità funzionali tra loro) Forma 3a Terminali non separati dalle sbarre Forma 3b Terminali separati dalle sbarre FORMA 4 (separazione delle sbarre dalle unità funzionali + separazione delle unità funzionali tra loro + separazione dei terminali tra loro) Forma 4a Terminali nella stessa cella come unità funzionale associata Forma 4b Terminali non nella stessa cella come unità funzionale associata 293 CARATTERISTICHE Proprietà dielettriche DEL QUADRO Le parti attive all’interno di un quadro elettrico devono essere isolate dalla struttura meccanica del quadro stesso. Nella maggior parte dei casi l’isolante principale è l’aria; le distanze d’isolamento delle parti in tensione fra loro e verso massa sono progettate in modo che nelle condizioni più gravose d’esercizio esista un margine di sicurezza tale da evitare scariche o danneggiamenti. I supporti meccanici delle parti attive devono essere assicurati da corpi isolanti solidi, intervallati a distanza sufficiente, lungo le parti attive stesse; tali supporti assumono la forma e le caratteristiche più varie a seconda del tipo di quadro elettrico e possono essere realizzati sia con materiali inorganici tradizionali (porcellana, vetro, materiali ceramici in genere) sia con materiali isolanti a base organica. Questi ultimi si suddividono in: - resine termoplastiche: sono resine che conservano un buon grado di solubilità a contatto con i solventi e di fusibilità al calore; in generale, per altro, quando la temperatura non raggiunge i limiti di danneggiamento del materiale, le resine termoplastiche (resine acriliche e viniliche) ritornano nelle condizioni iniziali all’abbassarsi della temperatura - resine termoindurenti: sono sostanze che, portate a temperature crescenti, dopo un iniziale rammollimento, iniziano un processo di trasformazione o di polverizzazione che le trasforma in modo irreversibile. Distanze di isolamento in aria e superficiali Quando si eseguono i montaggi delle apparecchiature ed i collegamenti elettrici all’interno dei quadri è necessario mantenere le distanze di isolamento tra le parti attive e le parti metalliche e queste distanze devono rimanere inalterate nelle condizioni di servizio. ● Fig. 2.17 Distanza in aria e superficiale conduttori attivi materiale isolante distanza in aria distanza superficiale Con riferimento alla Fig. 2.17, la distanza di isolamento in aria è il tratto più breve tra due conduttori attivi o tra conduttori attivi e la massa, mentre la distanza superficiale di isolamento è il percorso più breve attraverso la superficie di un materiale isolante tra due conduttori attivi o tra conduttori attivi e la massa. I componenti dei kit di montaggio degli interruttori modulari della serie 90 e degli interruttori scatolati della serie MTS permettono di soddisfare questo aspetto normativo, essendo già stati verificato il rispetto dei valori nominali dichiarati con le prove di tipo previste dalla norma CEI 60439-1. Il rispetto delle distanze superficiali è garantito dal giusto montaggio degli isolatori portabarre, dal corretto posizionamento delle barre e dal rispetto delle indicazioni per il cablaggio dei componenti elettrici, contenuti nei manuali di installazione. I valori che caratterizzano queste proprietà dielettriche sono: - tensione di tenuta a impulso del circuito principale (valore espresso in kV con forma d’onda 1,2/50 µs, come indicato in Fig. 2.18) - tensione di isolamento a frequenza industriale (valore espresso in V con forma sinusoidale a 50 Hz). ● Tab. 2.17 Dati della serie 47 CVX TIPOLOGIA Quadro a parete Quadro da incasso Quadro da pavimento Armadio 294 TENSIONE DI TENUTA A PROVA DIELETTRICA IMPULSO (KV) (V) 6 6 8 8 2500 2500 3500 3500 ● Fig. 2.18 Forma d’onda 1,2/50 µs T1 = 1,2 µs ± 30% (tempo di fronte d’onda) T2 = 50 µs ± 20% (tempo di coda d’onda) T1 = 1,67 T (rapporto tra T1 e T) U 1.0 0.9 0.5 0.3 t 0 T T1 T2 È evidente che se all’interno del quadro esiste un’apparecchiatura con valore di proprietà dielettriche inferiori ai valori nominali, questa condiziona i valori nominali del quadro stesso. Per i conduttori attivi nudi e per le connessioni (per esempio le barre, le connessioni tra apparecchi, i capicorda), le distanze in aria e superficiali o la tensione di tenuta a impulso devono almeno rispondere alle stesse regole specificate per gli apparecchi ai quali sono direttamente collegati. Inoltre condizioni anormali, come un cortocircuito, non devono ridurre in modo permanente le distanze in aria o la rigidità dielettrica tra le sbarre e/o le connessioni, al di sotto dei valori specificati per gli apparecchi ai quali esse sono direttamente associate. Affinché non si verifichi un arco elettrico in aria, la norma CEI EN 60439-1 fornisce le distanze minime d’isolamento in funzione di: - tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp - tipo di campo elettrico - grado di inquinamento (normalmente per ambienti industriali tipo 3). Le minime distanze d’isolamento in aria, dedotte dalla norma, sono riportate in Tab. 2.18. ● Tab. 2.18 Distanze minime TENSIONE NOMINALE DISTANZE DI TENUTA A IMPULSO di isolamento in aria CAMPO UIMP (KV) 1 0,33 0,5 0,8 1,5 2,5 4 6 8 12 0,01 0,04 0,1 0,3 0,6 1,2 2 3 4,5 MINIME DI ISOLAMENTO IN ARIA CAMPO ELETTRICO UNIFORME GRADO DI 2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,6 1,2 2 3 4,5 INQUINAMENTO 3 4 1 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 1,2 2 3 4,5 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 2 3 4,5 0,01 0,04 0,1 0,5 1,5 3 5,5 8 14 (mm) ELETTRICO NON UNIFORME GRADO DI 2 0,2 0,2 0,2 0,5 1,5 3 5,5 8 14 INQUINAMENTO 3 4 0,8 0,8 0,8 0,8 1,5 3 5,5 8 14 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 3 5,5 8 14 295 CARATTERISTICHE DEL QUADRO Analogamente, in Tab. 2.19 sono indicate le minime distanze di isolamento superficiale in funzione di - tensione nominale di isolamento Ui - grado di inquinamento (normalmente per ambienti industriali tipo 3) - gruppo del materiale isolante. ● Tab. 2.19 TENSIONE Distanze di isolamento NOMINALE superficiali MINIME DISTANZE DI ISOLAMENTO SUPERFICIALE GRADO 1 (1) Ui (V) 10 12,5 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 160 200 250 320 400 500 630 800 1000 GRUPPO 2 (1) 1 DEL MATERIALE DI INQUINAMENTO 2 GRUPPO 3 DEL MATERIALE GRUPPO 4 DEL MATERIALE (2) GRUPPO DEL MATERIALE I, II, III I, II, IIIa I, II, III I II III I II IIIa IIIb I II IIIa 0,025 0,04 0,08 0,025 0,04 0,09 0,025 0,04 0,1 0,025 0,04 0,11 0,025 0,04 0,125 0,025 0,04 0,14 0,025 0,04 0,16 0,025 0,04 0,18 0,04 0,063 0,2 0,063 0,1 0,22 0,1 0,16 0,25 0,16 0,25 0,28 0,25 0,4 0,32 0,4 0,63 0,42 0,56 1 0,56 0,75 1,6 0,75 1 2 1 1,3 2,5 1,3 1,8 3,2 1,8 2,4 4 2,4 3,2 5 3,2 0,4 0,42 0,45 0,48 0,5 0,53 0,56 0,6 0,63 0,67 0,71 0,75 0,8 1 1,25 1,6 2 2,5 3,2 4 5 0,4 0,42 0,45 0,48 0,5 0,53 0,8 0,85 0,9 0,95 1 1,05 1,1 1,4 1,8 2,2 2,8 3,6 4,5 5,6 7,1 0,4 0,42 0,45 0,48 0,5 0,53 1,1 1,2 1,25 1,3 1,4 1,5 1,6 2 2,5 3,2 4 5 6,3 8 10 1 1,05 1,1 1,2 1,25 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 1,9 2 2,5 3,2 4 5 6,3 8 10 12,5 1 1,05 1,1 1,2 1,25 1,3 1,6 1,7 1,8 1,9 2 2,1 2,2 2,8 3,6 4,5 5,6 7,1 9 11 14 1 1,05 1,1 1,2 1,25 1,3 1,8 1,9 2 2,1 2,2 2,4 2,5 3,2 4 5 6,3 8 10 12,5 16 1 1,05 1,1 1,2 1,25 1,3 1,8 1,9 2 2,1 2,2 2,4 2,5 3,2 4 5 6,3 8 10 1,6 1,6 1,6 1,6 1,7 1,8 1,9 2 2,1 2,2 2,4 2,5 3,2 4 5 6,3 8 10 12,5 16 20 1,6 1,6 1,6 1,6 1,7 1,8 2,4 2,5 2,6 2,8 3,0 3,2 4 5 6,3 8 10 12,5 16 20 25 1,6 1,6 1,6 1,6 1,7 1,8 3 3,2 3,4 3,6 3,8 4 5 6,3 8 10 12,5 16 20 25 32 Nota (1) I valori indicati si applicano alle distanze superficiali dei materiali per circuiti stampati. (2) La classificazione del materiale è in funzione della resistenza alle correnti superficiali (CTI). Per una più ampia consultazione si rimanda alla Tab. 16 della Norma CEI EN 60439-1. 296 (mm) DI ISOLAMENTO DISSIPAZIONE TERMICA E TENUTA AL CORTOCIRCUITO La dissipazione termica e il comportamento in cortocircuito sono tra le problematiche più importanti che un progettista o un quadrista deve affrontare per la costruzione dei quadri elettrici. Questo perché le tipologie di quadri elettrici sono abbastanza diseguali e devono soddisfare le più svariate situazioni impiantistiche. Per la verifica delle soluzioni adottate, la norma CEI EN 60439-1 mette a disposizione due percorsi: - prova di tipo - metodo per estrapolazione. La prima soluzione permette di verificare direttamente l’oggetto in esame e determinare i valori nominali per determinate configurazioni. A titolo esemplificativo si faccia riferimento alle prove eseguite da GEWISS sui contenitori della serie 47 CVX nelle condizioni e nelle configurazioni più critiche, riportate nella IV sezione di questa guida. Le seconda permette di verificare attraverso i calcoli che le soluzioni adottate siano riconducibili ai valori determinati dal costruttore del sistema costruttivo prestabilito. Questi metodi sono indicati dalla norma CEI EN 60439-1, che rimanda alla norma CEI 17-43 per la determinazione della sovratemperatura e alla norma CEI 17-52 per la verifica delle sollecitazioni dovute al cortocircuito. Sovratemperatura Quando all’interno di un quadro elettrico poniamo una serie di componenti percorsi da corrente, per effetto Joule si produce calore che si distribuisce all’interno del quadro in modo verticale e condizionato dalla superficie di scambio dell’involucro con l’ambiente esterno. A causa di questo fenomeno risulta necessario conoscere quanta potenza termica è possibile installare all’interno dell’involucro senza raggiungere valori di sovratemperatura superiori ai limiti stabiliti dalla norma. Questi valori devono essere calcolati (si veda esempio riportato a pag. 50) e, nel caso si utilizzi il sistema costruttivo prestabilito GEWISS (quadro AS), successivamente verificati con i limiti stabiliti dal produttore del sistema costruttivo. Nel caso contrario (quadro ANS), la verifica della sovratemperatura si può effettuare con il metodo indicato dalla Norma CEI 17-43 (si veda esempio riportato a pag. 51). Per calcolare la potenza dissipata installata è necessario anzitutto conoscere i componenti che sono installati all’interno del quadro, quali, ad esempio, interruttori, fusibili, conduttori, sistemi di cablaggio, ausiliari. Per ogni componente si rileva dai dati nominali la potenza dissipata per polo, che dovrà essere ricalcolata per il massimo dell’effettiva corrente che lo attraversa ad un dato istante oppure, se non sono note le correnti effettive, moltiplicata per il valore del fattore di contemporaneità, che se non specificato altrimenti, la norma stabilisce nei valori di Tab 2.20. ● Tab. 2.20 Fattori di contemporaneità convenzionali NUMERO DEI CIRCUITI FATTORE DI PRINCIPALI CONTEMPORANEITÀ 2-3 4-5 6-9 ≥ 10 0,9 0,8 0,7 0,6 Il risultato finale (cioè la somma delle vere potenze dissipate dai componenti) dovrà essere inferiore o uguale a quella che il produttore del sistema costruttivo ha già verificato per quella tipologia dell’involucro nella posa d’installazione scelta (AS) o utilizzato per il metodo di calcolo previsto dalla Norma CEI 17-43 (ANS). 297 CARATTERISTICHE DEL QUADRO Nella sezione IV di questa guida sono riportate le massime potenze dissipabili dalla serie CVX nelle varie tipologie di installazione e le potenze dissipate dagli interruttori della serie 90 e della serie MTS. Esempio di calcolo della potenza dissipata ● Tab. 2.21 Configurazione del quadro Si consideri un quadro a pavimento in versione IP 30 di dimensioni interne BxH = 600x1800 addossato ad una parete, in cui sono installati un interruttore generale MTS 250 ed interruttori modulari derivati della serie MT. Il sistema di distribuzione è costituito da un ripartitore a barre orizzontale, cui sono connessi i circuiti derivati con le sezione dei collegamenti riportate in Tab. 2.21. La strumentazione è composta da un voltmetro e da 3 amperometri. TIPO INTERRUTTORE MTS 250 (4P) MT 250 (4P) MT 250 (4P) MT 250 (4P) MT 250 (4P) MT 250+BD (4P) MT 250 (4P) CORRENTE (A) NOMINALE INTERRUTTORI NR. COLLEGAMENTI (mm2) 1 3 4 6 1 2 1 120 2,5 4 4 6,3 6,3 10 250 10 16 20 25 25 32 Strumentazione Interuttore generale Ripartitore Interruttori derivati Morsettiere Le correnti effettive che passano nei poli degli interruttori derivati sono indicate in Tab. 2.22 (si considerano trascurabili per il polo neutro). Si noti che la sommatoria delle correnti in uscita è pari a 225 A, inferiore alla corrente nominale dell’interruttore generale. ● Tab. 2.22 Correnti effettive nei circuiti derivati TIPO INTERRUTTORE MT 250 MT 250 MT 250 MT 250 MT 250+BD MT 250 CORRENTE (A) NOMINALE NR. INTERRUTTORI 10 16 20 25 25 32 3 4 6 1 2 1 CORRENTE (A) EFFETTIVA 6,7 11 14 18 18 23 Totale CORRENTE EFFETTIVA CIRCUITI DERIVATI (A) 20 44 84 18 36 23 225 Utilizzando la condizione di massimo utilizzo in un dato istante e conoscendo la potenza dissipata per polo da ciascun apparecchio, indicata in Tab, 2.23, si ricava facilmente la potenza effettiva dissipata dagli apparecchi con il seguente calcolo: Pa = 50 x (225/250)2 + (9x2,13) x (6,7/10)2 + (12x2,8) x (11/16)2 + ... = 110,8 W. ● Tab. 2.23 Potenze dissipate dagli apparecchi 298 TIPO INTERRUTTORE MTS 250 MT 250 MT 250 MT 250 MT 250 MT 250+BD MT 250 CORRENTE (A) NOMINALE 250 10 16 20 25 25 32 N. POLI 3 9 12 18 3 6 3 CORRENTE (A) POTENZA DISSIPATA (W/POLO) 225 6,7 11 14 18 18 23 50 (tot. apparecchio) 2,13 2,80 2,56 3,10 4,40 3,00 Totale EFFETTIVA POTENZA DISSIPATA TOTALE (W) 40,5 8,6 15,9 22,6 4,8 13,7 4,6 110,8 Sommando la potenza dissipata dal ripartitore (Pr), dalla strumentazione (Ps), dai collegamenti (Pc) e dalla morsettiera (Pm) si ricava il valore della potenza dissipabile totale: Ptot = Pa + Pr + Ps + Pc + Pm = 110,8 + 15 + 10 + 65 + 36 = 236,8 W. I valori delle potenze dissipate Pr, Pc, Pm sono stati calcolati in riferimento alle correnti effettive passanti (P = Ri2). Dalla tabella delle potenze dissipabili per i quadri a pavimento IP 30 (H = 1800 mm), con installazione addossata a parete, risulta che la sovratemperatura che si avrà nella parte superiore del quadro è pari a circa 27 K. Considerando una temperatura ambiente di 35 °C, la temperatura assoluta all’interno del quadro risulta pari a 62 °C, nei limiti stabiliti dalla norma (Tab. 1.4). Esempio di calcolo e verifica della sovratemperatura (CEI 17-43) Si desidera verificare la sovratemperatura, in base al metodo descritto nella Norma CEI 17-43, all’interno di un armadio della serie 47 CVX con le dimensioni indicate in Fig. 2.19, addossato a parete, senza aperture di ventilazione e senza diaframmi interni orizzontali. La potenza effettiva dissipata dagli apparecchi installati nell’involucro si ipotizza pari a 400 W. ● Fig. 2.19 637 mm (600 mm) Dimensioni effettive dell’armadio 2131 mm (2000 mm) Nota In figura sono indicate le dimensione esterne dell’involucro; tra parentesi le dimensioni interne funzionali) 748 mm (600 mm) Di seguito sono riportati i dati e le procedure di calcolo per la determinazione della sovratemperatura del quadro. Determinazione della superficie effettiva di raffreddamento La superficie effettiva di raffreddamento Ae di un involucro è la somma delle superfici individuali A0 (superfici dei lati esterni dell’involucro) moltiplicate per il fattore di superficie b. Questo fattore tiene conto della dissipazione di calore delle superfici individuali a seconda del tipo di installazione dell’involucro e può essere ricavato dalla Tab. 2.24. ● Tab. 2.24 Fattore di superficie in funzione del tipo di installazione TIPO DI INSTALLAZIONE Superficie superiore esposta Superficie superiore coperta, es. involucri a incasso Parti laterali esposte, es. parete anteriore, posteriore e pareti laterali Parti laterali coperte, es. lato posteriore dell’involucro per montaggi a parete Parti laterali di involucri centrali Superficie di fondo FATTORE b 1,4 0,7 0,9 0,5 0,5 non presa in considerazione DI SUPERFICIE 299 CARATTERISTICHE DEL QUADRO Pertanto: Ae = ∑ (A0 . b) = (0,476 . 1,4) + (2,714 . 0,9) + (1,593 . 0,9) + (1,593 . 0,5) = 5,33 m2. Determinazione della sovratemperatura ∆t 0,5 dell’aria interna a metà altezza dell’involucro di raffreddamento Il calcolo viene eseguito applicando la formula: ∆t 0,5 = k . d . Px dove: - k è la costante dell’involucro che tiene conto della dimensione della superficie di raffreddamento. Per involucri senza apertura di ventilazione e aventi una superficie Ae pari a quella calcolata, la Norma CEI 17-13 fornisce il valore di k = 0,16 - d è il fattore di sovratemperatura, ricavabile dalla Tab. 2.25 in funzione del numero di diaframmi interni - P è la effettiva potenza dissipata dalle apparecchiature installate internamente all’involucro - x è un esponente che vale 0,804 per involucri senza aperture e 0,715 per involucri con aperture. ● Tab. 2.25 Fattore d in funzione del numero di diaframmi NUMERO DI DIAFRAMMI ORIZZONTALI n FATTORE d 0 1 2 3 1,00 1,05 1,15 1,30 Nota: I valori in tabella si riferiscono ad involucri senza apertura di ventilazione e con superficie di raffreddamento effettiva Ae > 1,25 m2. Pertanto: ∆t 0,5 = k . d . Px = 0,16 . 1 . 4000,804 = 19,7 K Determinazione della sovratemperatura ∆t 1,0 dell’aria interna nella parte superiore dell’involucro Il calcolo è eseguito mediante la formula: ∆t 1,0 = c . ∆t 0,5 Il fattore c tiene conto della distribuzione della temperatura all’interno dell’involucro e dipende dalla presenza o meno di aperture di ventilazione, dal progetto del quadro e dall’installazione dell’apparecchiatura assiemata nel suo complesso. Per quadri con superficie effettiva di raffreddamento Ae, maggiore di 1,5 m2, il fattore c può essere ricavato dal grafico di Fig. 2.20 dove in ascissa la grandezza indicata con la lettera f è pari al seguente rapporto: h1,35 f= Ab dove: h = altezza del quadro Ab = superficie della base del quadro. 300 ● Fig. 2.20 Fattore di distribuzione a della temperatura c per involucri senza apertura di ventilazione e con raffreddamento effettivo 2 Ae > 1,25 m 1,5 fattore C superficie di b c d e 1,6 1,4 1,3 1,2 1,1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 fattore f c a c b b d e d Poiché nel caso in esame risulta: h1,35 f= 2,1311,35 = Ab = 5,834 0,476 ed il quadro risulta appoggiato al muro, la lettura della curva 3 porta al valore: c = 1,4. In ultima analisi, alla sovratemperatura nella parte superiore del quadro: ∆t1,0 = c . ∆t0,5 = 1,4 x 19,7 = 27,6 K 301 CARATTERISTICHE DEL QUADRO Curva caratteristica della sovratemperatura dell’aria all’interno dell’involucro. La curva caratteristica della sovratemperatura dell’aria per involucri aventi una superficie effettiva di raffreddamento Ae > 1,25 m2 è definita mediante una linea retta che unisce i punti ∆t 1 e ∆t 0,5 (Fig. 2.21). ● Fig. 2.21 Curva caratteristica della sovratemperatura Multipli dell’altezza dell’involucro La sovratemperatura dell’aria interna alla base dell’involucro è prossima a zero, cioè la curva caratteristica tende in maniera asintotica a zero. ∆t 1.0 1.0 Estremità superiore ∆t0.5 0.5 Metà altezza Sovratemperatura dell’aria all’interno dell’involucro ∆t Validità del progetto Il progettista del quadro dovrà verificare che i valori di sovratemperatura finali ottenuti, e cioè circa 19,7 K (pari a 19,7 °C) a metà quadro e 27,6 K alla sommità del quadro, siano compatibili con le apparecchiature installate. In caso contrario, si devono modificare i parametri e di conseguenza il calcolo va ripetuto. Se, nel caso in esame, si aggiunge a 27,6 °C la temperatura media esterna, che può essere, ad esempio, di 30 °C, si ricava un valore assoluto in cima al quadro di 57,6 °C; questa temperatura è accettabile per le apparecchiature contenute. L’intera verifica ed i calcoli ad essa associati, possono essere utilmente raccolti in un unico modulo di calcolo la cui struttura è suggerita dalla stessa norma CEI 17-43 (Fig. 2.23). ● Fig. 2.22 sovratemperatura Multiplo dell’altezza dell’involucro Verifica finale della 1.0 27,6 0.75 0.5 19,7 Sovratemperatura dell’aria all’interno dell’involucro ∆t 302 Cliente/impianto Elettroquadri s.r.l. Singolo Tipo di involucro Dimensioni significative per la sovratemperatura Altezza mm Larghezza mm Profondità mm Tipo di installazione: 2131 748 637 a parete Apertura di ventilazione: SI/NO Numero di diaframmi orizzontali: 0 Ao x b Dimensioni Ao Fattore (Colonna 3) x di superficie b (Colonna 4) mxm m2 secondo la Tab. 3 m2 Colonna 2 Colonna 3 Colonna 4 Colonna 5 0,748 x 0,637 0,748 x 2,131 0,748 x 2,131 0,637 x 2,131 0,637 x 2,131 0,476 1,593 1,593 1,357 1,357 1,4 0,9 0,5 0,9 0,9 0,666 1,434 0,796 1,221 1,221 5,33 2,131 compilato Calcolo della sovratemperatura dell’aria all’interno dell’involucro Superficie di raffreddamento effettiva ● Fig. 2.23 Esempio di modulo 0,748 0,637 Parte superiore Parte anteriore Parte posteriore Lato sinistro Lato destro Ae = Σ (Ao x b) = Totale Con superficie di raffreddamento effettiva Ae Superiore a 1,25 m2 f= h1,35 Ab Inferiore o uguale a 1,25 m2 g= (5.2.3) h w (5.2.3) 1,35 2,131 0,476 = = = 5,834 Aperture d’entrata aria cm2 Costante d’involucro k Fattore d Potenza dissipata effettiva P x P =P W 0,804 ... ∆t0,5 = k • d • Px K Fattore di distribuzione della temperatura c ∆t0,1 = c • ∆t0,5 K = 0 0,16 1,00 400 123,6 19,7 K 1,4 27,6 303 CARATTERISTICHE Calcolo degli sforzi elettrodinamici nei sistemi barre DEL QUADRO La tenuta complessiva al cortocircuito di un quadro elettrico può essere accertata mediante la prova di tipo descritta alla sezione 8 della Norma CEI 17-13/1. Nel caso si utilizzi il sistema costruttivo prestabilito GEWISS (quadro AS), questa prova è già stata effettuata dal produttore (Tab. 3.17, Tab. 3.19 per barre piatte e Tab. 3.23, Tab. 3.25 per barre sagomate) e quindi, se i dati del quadro rientrano nei limiti indicati da GEWISS non è richiesta alcuna verifica aggiuntiva. Invece nei quadri ANS la verifica della tenuta al cortocircuito deve essere eseguita tramite: - prove effettuate secondo la Norma CEI EN 60439-1 - verifica per estrapolazione da sistemazioni similari che abbiano superato le prove di tipo, secondo quanto indicato nella Norma CEI 17-52. Risulta pertanto decisivo, per i quadri ANS, che i sistemi sbarre e gli altri componenti interessati al cortocircuito siano derivati da quadri che hanno superato le prove di tipo e che le modifiche introdotte siano tali da non comportare sollecitazioni superiori a quelle relative al quadro (e/o ai componenti del quadro) che ha superato la prova di tipo. Il metodo previsto attualmente dalla normativa è quello di verifica dei sistemi di sbarre, il cui procedimento è indicato nella norma CEI 17-52 che, a sua volta, rimanda alla Pubblicazione IEC 865 (CEI 11-26). Nel seguito verranno esaminate alcune tra le situazioni più ricorrenti nelle quali l’applicazione delle suddette norme (CEI 17-52 e CEI 11-26) consente di estrapolare per i quadri ANS (ma sempre con riferimento a situazioni provate) la verifica al cortocircuito di sistemi sbarre nelle configurazioni usualmente impiegate. Le principali condizioni di applicabilità del metodo sono: - la corrente di picco di cortocircuito deve essere inferiore a quella della prova eseguita sul prototipo di riferimento; - non vi devono essere stati cambiamenti nella geometria o nel materiale dei supporti del prototipo di riferimento; - le barre che realizzano percorsi angolari devono essere riconducibili a composizioni di barre rettilinee, supportate ad ogni angolo; - la sovratemperatura calcolata secondo la Norma IEC 865 per un sistema SNS non deve essere superiore a quella del sistema SAS; - il tipo di connessione delle barre e dell’apparecchiatura deve essere stato sottoposto a prova di tipo. Da ultimo si ribadisce che per i quadri che hanno una corrente presunta di cortocircuito nominale fino a 10 kA non è richiesta la prova di tipo; la prova non è altresì richiesta nei casi in cui il quadro è protetto da un dispositivo limitatore di corrente, fusibile o interruttore limitatore, tale per cui il valore di picco della corrente limitata, in corrispondenza della corrente di cortocircuito presunta nominale del quadro, non superi 17 kA e quindi, in questi casi, la distinzione tra quadri AS e ANS, per quanto riguarda il cortocircuito, non si pone. In particolare la Norma CEI 17-52 introduce due strutture tipo di sistemi di sbarre (Fig. 2.24), denominati rispettivamente: - sbarre di serie (SAS) - sbarre non di serie (SNS). 304 ● Fig. 2.24 Sistemi di sbarre SAS e SNS Legenda: barre portabarre connessione delle barre o dell’apparecchiatura apparecchiatura vista di lato vista di lato Struttura di sistema di barre di serie (SAS) Struttura di sistema di barre non di serie (SNS) Nel primo caso sia i materiali, sia la struttura che la sua sistemazione sono oggetto di documentazione risultante da certificati di prova; nel secondo caso la tenuta al cortocircuito della struttura deve avvenire per estrapolazione. La Norma CEI 17-52 consente di estrapolare per i quadri ANS (ma sempre con riferimento a situazioni provate) la verifica al cortocircuito di un sistema sbarre. Ad esempio, conoscendo: - le dimensioni e le sezioni delle sbarre in rame - la corrente di cortocircuito - l’interasse (a) tra le fasi - la disposizione delle barre e il tipo di vincolo è possibile determinare: - la forza (Fd) che agisce sui portabarre - la distanza ( ) a cui vanno disposti i supporti per le barre. l La disposizione tipica delle sbarre a cui si fa riferimento per la verifica è quella indicata nella Fig. 2.25. ● Fig. 2.25 Esempio di disposizione di un sistema a barre in a rame con una sola a s barra per fase Fd h b 305