S.I.M.G. Società Italiana di Medicina Generale IL VIRUS DEL VAIOLO I poxvirus sono i più grandi virus animali e comprendono un vasto gruppo di agenti simili che causano una eruzione cutanea. A questo gruppo appartiene il virus del vaiolo umano, la cui eradicazione è stata proclamata nel 1977. Morfologicamente il virione contiene un DNA a doppio filamento ed ha una struttura complessa. Il virus del vaiolo è altamente contagioso e molto virulento con una mortalità del 30% nei soggetti non vaccinati. Il virus del vaiolo esisteva in due ceppi antigenicamente identici: il maggiore, che causava il vaiolo grave, mentre il vaiolo minor causava il vaiolo leggero o alastrim. La vaccinazione è stata fatta con il virus vaccinico, che molti antigeni in comune con il virus del vaiolo. Il virus vaccinico non esiste in natura ed è considerato un prodotto di laboratorio. La sua origine rimane sconosciuta, poiché è diverso dal virus del vaiolo bovino di Jenner e potrebbe essere un mutante del virus del vaiolo o dell’alastrim. È stato sottoposto a numerose ricerche per essere utilizzato come vettore per l’introduzione di geni (terapia genica). Il virus del vaiolo è un microrganismo da BSL 4, quindi la diagnosi definitiva può essere effettuata solo nei laboratori di riferimento nazionale. I laboratori di Microbiologia Clinica possono intervenire per raccogliere e conservare eventuali campioni sospetti oppure in caso di attacchi di bioterrorismo. Il virus del vaiolo è molto stabile e i campioni di sangue, di lesioni cutanee, saliva, liquidi di pustole e croste possono essere trasportati e conservate per brevi periodi senza refrigerazione. Trasmissione. Le principali vie di trasmissione per il personale di laboratorio che manipola tali campioni, sono: ingestione, esposizione all’aerosol delle membrane mucose e inoculazione parenterale, che devono essere evitate con la massima cura. Il materiale da pazienti con vaiolo (liquidi essiccati e croste), contenenti virus, rimane infettivo a temperatura ambiente per oltre un anno. L’infettività del virus si mantiene a 4°C per diversi mesi, e a –20° o a –79° per anni. È importante la decontaminazione degli indumenti e dei mobili del paziente: il fenolo e molti comuni disinfettanti sono poco efficienti. Si può inattivare usando il cloroformio o composti di ammonio quaternario. Il riscaldamento per 10 min a 60°C o l’autoclavaggio distruggono l’infettività dei virus del vaiolo e vaccinico. Nei laboratori attrezzati per la manipolazione del virus del vaiolo, una diagnosi presuntiva può essere fatta mediante esame microscopico dopo colorazione con Giemsa di materiale di lesioni cutanee, nelle quali si evidenziano i corpi di inclusione del Guarneri. In alcune fasi della malattia, i liquidi corporei possono contenere un antigene solubile, che può essere identificato con prove di fissazione del complemento o di immuno-fluorescenza. La diagnosi sierologica può essere fatta in presenza di un aumento di 4 volte del titolo anticorpale. È stata messa a punto una PCR per una diagnosi rapida di infezione. Patogenesi. La più comune via di infezione era l’inalazione di goccioline contenenti particelle virali infettive. Il virus entra attraverso le vie aeree superiori, si moltiplica nelle cellule delle mucose e nei linfonodi regionali. Una viremia transitoria diffonde il virus in vari organi (fegato, milza, polmoni, ecc.). Una successiva moltiplicazione con quantità elevate di virus determina una seconda viremia, che segna la fine del periodo di incubazione e l’inizio della fase tossica. Dopo un’infezione naturale, gli anticorpi neutralizzanti persistono per almeno 20 anni. Mentre l’immunità umorale può proteggere dall’infezione, l’immunità cellulo-mediata è critica per la guarigione. L’uomo è l’unico ospite naturale del vaiolo. S.I.M.G. Società Italiana di Medicina Generale La variolazione è stata applicata empiricamente in Cina, Persia e Turchia impiegando materiale ottenuto da croste. Il vaccino attuale ha diverse sedi di produzione: è calcolato che esistano da 50 a 100.000.000 di dosi. Nel 1999 l’ONU ha chiesto di eliminare tutti i ceppi di virus del vaiolo entro il 1999. Il Presidente ha proposto di posporre tale azione. Il virus del vaiolo rappresenta pertanto una temibile arma biologica, che però richiede una sofisticata struttura per la preparazione dell’”arma”. Inoltre dal punto di vista terroristico, il trasporto e la distribuzione del virus del vaiolo sono complessi.