© Tarter G. – 10° Convegno internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” – 13, 14 e 15 novembre 2015 Graziella Tarter Le Funzioni Esecutive nei Disturbi di Linguaggio Workshop 27 © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo Specifico di Linguaggio La prevalenza del disturbo di linguaggio è diversa a seconda dell’età: circa 5% della popolazione prescolare, 1-2% nell’età scolare Non dobbiamo dimenticare che anche un disturbo risolto porta con sé delle sequele: nell’anamnesi del 30-40% dei casi di DSA abbiamo un pregresso disturbo del linguaggio e comunque la maggior parte dei soggetti con problemi del linguaggio presenta difficoltà nell’apprendimento della letto scrittura. © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Diagnosi per esclusione Soggetti con difficoltà di apprendimento del linguaggio importanti ma senza una causa evidente Disturbo specifico del linguaggio: linguaggio etichetta diagnostica che implica un profilo puro, che non sempre corrisponde alla realtà clinica dei bambini che vediamo © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e DSM-5° Disturbo del linguaggio e della comunicazione Definizione più adeguata e rappresentativa della situazione dei soggetti che presentano un Disturbo del Linguaggio, Specifico, ma non “assolutamente puro”, accompagnato da sottili deficit , non così gravi da accedere all’etichetta di disturbo, ma comunque presenti e significativi nel quadro generale. (Leonard, 2007, 2014) Quadri clinici diversi, accomunati da una difficoltà di diversa entità e in ambiti linguistici diversi: fonologia, lessico, semantica, sintassi, pragmatica. L’espressione clinica del disturbo può manifestarsi sia nella comprensione sia nella produzione o nell’uso del linguaggio © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e DSM IV (APA, 1994) - Disturbo della fonazione - Disturbo della espressione del linguaggio - Disturbo misto della espressione e della ricezione del linguaggio - Disturbo della fluenzabalbuzie - Disturbo della comunicazione non altrimenti specificato DSM 5 (APA, 2013) -Disturbo del linguaggio - Disturbo fonetico /fonologico - Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia - Disturbo socio-pragmatico della comunicazione - Disturbo della comunicazione non altrimenti specificato (n.a.s.) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo del linguaggio «aspetti relativi alla forma, funzione ed uso di un sistema convenzionale di simboli all’interno di un sistema di regole finalizzato alla comunicazione (parole pronunciate, scritte, segnate, immagini)». Comprende i precedenti disturbi recettivi, espressivi e misti del linguaggio. Da tenere conto in particolare gli aspetti relativi ai contenuti e gli aspetti di tipo formale Nei soggetti più piccoli è frequente la comorbidità con problemi fonetico-fonologici e con disordini della coordinazione motoria © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo fonetico-fonologico (speech and sound nella letteratura anglosassone), «produzione di suoni che Titolo includono la capacità di articolazione, la fluenza, la voce e la qualità dei risuonatori» Precedentemente definito disturbo della fonazione: descrive in particolar modo la difficoltà di produzione verbale sia a livello fonoarticolatorio, sia a livello di organizzazione del sistema fonologico vero e proprio Molto frequente la scarsa sensibilità agli aspetti sonori meno salienti , come funtori, clitici e aspetti morfologici flessivi delle parole © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia Questa definizione corrispondea quella precedente di disturbo della fluenza – balbuzie Importante la verifica sia delle capacità di coordinazione fonoarticolatoria, sia degli aspetti emozionali © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo socio-pragmatico della comunicazione: DSPC «le abilità, verbali e non verbali, intenzionali o meno, che influenzano il comportamento, le idee o gli atteggiamenti di un altro individuo». Corrisponde a persistenti difficoltà nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale. (diagnosi differenziale verso disturbi pervasivi dello sviluppo, disabilità intellettiva e disturbo severo del linguaggio) La diagnosi non è semplice, innanzitutto per la povertà di strumenti specifici di valutazione © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e •Disturbo della comunicazione non altrimenti specificato (per situazioni che non rientrano pienamente nelle classificazioni precedenti) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e il DSM -5 ci ha aiutato a comprendere, all’interno dei disturbi di linguaggio, quadri clinici caratterizzati da diversi profili prestazionali anche in ambito non linguistico Più complessa è, invece, la diagnosi differenziale per il disturbo della comunicazione sociale (DSPC) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Indicatori di rischio - familiarità per ritardo/disturbo di linguaggio - presenza di otiti ricorrenti nei primi due anni di vita - difficoltà di comprensione del linguaggio verbale - produzione inferiore alle 10 parole a 24 mesi -produzione inferiore alle 50 parole e assenza di combinazione di almeno due parole ai 30 mesi. Il disturbo della comprensione è sempre considerato indicatore di rischio © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e L’età di tre anni costituisce una sorta di spartiacque tra i bambini cosiddetti parlatori tardivi e i bambini con un probabile disturbo specifico di linguaggio. Recentemente, però, si assiste da un punto visto clinico e non ancora supportato da sufficienti dati epidemiologici, a uno spostamento in avanti delle tappe di acquisizione del linguaggio, che suggerisce una maggior flessibilità nella valutazione dei vari indici La comprensione del linguaggio dell’adulto, in particolare, rappresenta un parametro fondamentale per i tempi di un eventuale intervento. © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e La valutazione non segue solo parametri strettamente di ordine clinico testistico Va adeguatamente considerato il momento evolutivo, gli aspetti cognitivi, emotivi e la situazione socio ambientale Le problematiche linguistiche di ordine contenuto, forma, contesto e uso, vanno adeguatamente valutate considerando la presenza concomitante di un problema di comunicazione (Caselli et al., 2010) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e -Da tenere conto l’altissima comorbidità con i disordini di coordinazione motoria e con le difficoltà di regolazione attentivo-motoria, in particolare nei bambini più piccoli (Flapper et al, 2013, Henry et al, 2012). Considerare con attenzione il ruolo giocato nei DSL da processi cognitivi di base, anche non linguistici, come le Funzioni Esecutive, che richiedono una approfondimento valutativo per la programmazione dell’intervento (Leonard, 2007, 2014; Marton, 2008; Henry et al., 2012) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Quali Funzioni Esecutive? • Attenzione • Memoria a Breve Termine e Memoria di Lavoro • Pianificazione •Categorizzazione •Shifting •Inibizione © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Le FE sono capacità che permettono di: – individuare il problema – definire l’obiettivo – pianificare e monitorare l’esecuzione di un piano – selezionare la risposta adeguata e inibire quella errata – valutarne il risultato Un deficit delle FE non ha una diretta ricaduta su specifiche funzioni cognitive, bensì un effetto sulla regolazione e sull’uso di tutte le aree della cognizione, compresi l’attenzione, la memoria, il problem solving, le abilità motorie e l’esecuzione di compiti a più fasi che richiedono la progettazione, la suddivisione in sequenze e il monitoraggio © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Di quali informazioni disponiamo attualmente, quale lo stato dell’arte al momento attuale? Le conoscenze in merito alla concomitanza tra difficoltà specifiche del linguaggio, problematiche di programmazione e/o di coordinazione motoria, e/o disturbi delle Funzioni Esecutive, influenzano l’approccio riabilitativo, le modalità di presa in carico e di intervento © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e I soggetti con DSL incontrano difficoltà universali a prescindere dalla lingua che apprendono (Leonard 2014) imparano a parlare tardi, il loro sviluppo grammaticale procede lentamente, in età scolare sono a rischio DSA Però lingue diverse hanno espressioni diverse del disturbo Quanto è dominio specifico il disturbo specifico di linguaggio? © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Endofenotipi del DSL (Bishop, Adams, Norbury, 2006) 1. Deficit di elaborazione grammaticale (uso incoerente delle caratteristiche grammaticali e difficoltà di comprensione delle frasi complesse) 2. Deficit nella memoria fonologica a BT (ripetizione di non parole) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Dsl italiano (Cipriani et al.1991; Leonard et al. 1987; Bortolini,Caselli e Leonard, 1997; Bottari, Cipriani, Chilosi , Pfanner 1998, 2001; Bortolini et al. 2002, 2006;……..) 1. Articoli e clitici omessi (o meno spesso sostituiti) più frequentemente dai b/i con DSL prescolari rispetto a soggetti più piccoli età con stessa LME 2. Elementi di elevata sensibilità e specificità ( rilevano l’80% dei sogg con DSL rispetto a sogg. che stanno imparando correttamente la lingua) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Nello specifico: 1. Clitici al singolare (lo,la) sostituiscono i plurali corrispondenti e lo/gli sostituiti con il/i 2. Ommesse forme copulative (è/ha) 3. Omesse forme ausiliari nel passato prossimo 4. Desinenza 3°persona plurale soggetta ad errori e sostituita 3° persona singolare (mangiano/mangia) Ipotesi di “sillaba debole” perché queste omissioni sono sempre monosillabiche © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Anche nei soggetti italiani con DSL è presente un deficit della memoria a Breve termine 1. Compito di ripetizione di non parole, soggetti dsl meno precisi di b/i di età inferiore con stessa LME (Bortolini et al. 2006). La correttezza diminuisce con l’aumentare del numero delle sillabe, ma migliora se le non parole hanno una vera morfologia italiana (Casalini et al. 2007) 2. Elevata sensibilità e specificità con non parole di 4 sillabe (Bortolini et al. 2006; Dispaldro et al. 2013). © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Dsl nelle lingue romanze: italiano, spagnolo, francese(Leonard, 2014) 1. Profilo grammaticale simile, con omissione delle parole funzionali articolo/clitico/ausiliare (meno frequenti le sostituzioni) 2. Meno chiara la problematica delle desinenze verbali 3. Il punto debole più unificante per soggetti DSL nelle tre lingue è rappresentato dalle difficoltà di memoria a breve termine (in soggetti di lingue toniche il problema non c’è) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Un ambito di studio particolare: i soggetti bilingui I b/ bilingui con DSL si comportano come i monolongui con DSL: Articoli e clitici sono un problema per bilingui DSL spagnolo/inglese che parlano spagnolo, come per sogg monolingui spagnoli, mentre se parlano inglese il problema sono desinenze verbali per tempo e concordanza, come avviene per i monolingui inglesi © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e L’apprendimento di due lingue non comporta ostacoli particolari per i soggetti con DSL, come non lo comporta per soggetti senza DSL Il problema è l’attitudine linguistica, cioè soggetti con DSL nell’apprendimento delle lingue dimostrano in ognuna delle lingue apprese delle carenze che sono quelle stesse dei soggetti con dsl monolingui © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e L’apprendimento di due lingue può offrire per i DSL vantaggi inaspettati: sappiamo che soggetti bilingui con sviluppo tipico hanno un funzionamento esecutivo migliore rispetto ai pari età monolingui, anche in compiti non linguistici, perché imparano precocemente ad inibire un sistema linguistico per concentrarsi sull’altro, con una miglior capacità di focalizzare l’attenzione e inibire le informazioni non rilevanti nel contesto, sia in ambito linguistico sia non linguistico. Ciò si verifica anche per i soggetti DSL, (migliorare l’attenzione, contrastare l’interferenza) ? © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Velocità di elaborazione Soggetti con DSL rispondono più lentamente dei coetanei a parole, frasi e anche a stimoli visivi non linguistici Numerosi studi sperimentali (Kail, 1994; Windsor e Hwang, 1999; Miller et al. 2001, Windsor et al 2001; Kohenert e Windsor 2004; Miller et al. 2004…) Il rallentamento non è nell’ambito linguistico o nella modalità uditiva, ma anche in compiti visivi I soggetti DSL rimangono più lenti anche a distanza di anni, quando si sono comunque velocizzati con l’età © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Memoria di lavoro Compiti di span di ascolto (Ellis Weismer, Evans, Hesketh 1999; Archibald e Gathercole 2006; Mainela Arnold; Evans e Coady 2010;….) hanno mostrato che soggetti DSL hanno meno capacità di memorizzare la parola finale di frasi proposte Tale difficoltà però è presente anche in compiti di tipo visuospaziale, ma le sperimentazioni sono ancora in corso © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Attenzione L’attenzione ha un ruolo importante nella memoria di lavoro, ma con la RMf si è mostrato che soggetti adolescenti con DSL presentavano differenze nelle regioni cerebrali associate sia all’attenzione sia alla memoria di lavoro. Non si sono rilevati problemi particolari di orientamento attentivo L’attenzione sostenuta invece è deficitaria sia per stimoli uditivi sia per stimoli visivi. Deficit di impegno attentivo visivo? © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Ipotesi: Problemi di velocità di elaborazione delle informazioni, memoria di lavoro e attenzione svolgono un ruolo importante nel deficit specifico di linguaggio? Sono caratteristiche universali? Queste carenze influiscono negativamente nello sviluppo linguistico generale? © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Titolo terapia integrata in psichiatria © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo Specifico di Linguaggio Prevalenza: 1.3-7.4% dei bambini (Webster et al.,2006) “Ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e di importanti carenze socioambientali” (Chilosi, Cipriani, Fapore, 2002). Il disturbo interferisce con le abilità comunicative del bambino nel contesto familiare e scolastico (APA, 2000) © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Disturbo della Coordinazione Motoria Prevalenza: 5-6% popolazione Disturbo dello sviluppo diagnosticato in presenza di un marcato disordine nella coordinazione motoria. Il disturbo interferisce con le performance motorie sia nel contesto familiare che scolastico (APA, 2000). © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Obiettivi dello Studio • Qual è l’effettiva comorbidità tra SLI e DCD? • I bambini SLI con DCD hanno una qualità di vita più bassa rispetto a bambini SLI senza DCD? Partecipanti 65 bambini SLI: 5-8 anni : 43 maschi (età media 6.8) 22 femmine (età media 6.6) (N= 11 SLI in comprensione; N= 28 SLI espressivo; N= 26 SLI misto) N= 572 gruppo di controllo da database nazionale © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Conclusioni della sperimentazione - Comorbidità tra DCD e SLI: 32.3% (6 volte maggiore del DCD nella popolazione generale) - Comorbidità per DCD è omogenea nei differenti sottotipi di SLI - Maggior grado di compromissione di abilità grosso e fini motorie in bambini con DCD in comorbidità con SLI © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e - I bambini con SLI hanno compromissione rispetto ai pari in: autonomie, funzionamento cognitivo e sociale ed umore positivo -I bambini con DCD in comorbidità con SLI hanno maggiore compromissione rispetto ai soli SLI nel dominio motorio, nelle autonomie, nel funzionamento cognitivo. © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Perché è importante valutare le FE? Quali sono le ricadute in riabilitazione e nella didattica? Il soggetto con disturbo del linguaggio accede precocemente alla riabilitazione, ma i risultati sono pesantemente condizionati dalla presenza di difficoltà nelle F.E. L’intervento corretto non può prescindere da una diagnosi funzionale che oltre al linguaggio e alla comunicazione, tenga conto delle comorbidità © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Es: Disturbo del Linguaggio di tipo Fonetico-Fonologico, associato a Disturbo della Coordinazione Motoria Difficoltà di organizzazione del movimento fine e della automatizzazione dell’atto articolatorio dal punto di vista Fonetico e della programmazione sequenziale fonologica L’esito dell’intervento riabilitativo fonetico fonologico è condizionato dal DCM, che va affrontato fin da subito © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Difficoltà globali ed intervento Difficoltà di interazione sociale coi pari per le difficoltà presenti (DL +DCM) Problemi nel gioco, di accettazione delle regole, di tolleranza alla frustrazione, tendenza a gestire autonomamente le situazioni, tratti oppositivi, tempi di attenzione ridotti, impulsività. Intervento mirato a potenziare i processi di base: limitare l’impulsività per sostenere le competenze sociali e comunicative, alternanza dei turni, rispetto delle regole. Lavoro di coordinazione motoria (stringi –lascia, infilare, ecc), forbice, grafomotricità, segni grafici orientati © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e bibliografia: •I Disturbi del Linguaggio, a cura di L.Marotta e M.C.Caselli, 2014, Erickson •I Disturbi della Comunicazione, a cura di G.Valeri e L. Marotta, 2014, Erickson •Funzioni esecutive nei DSA, a cura di L.Marotta e P.Varvara, 2013, Erickson © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e Titolo Testo © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e terapia integrata in psichiatria © T ar te r G . 1 0° C o n v e g n o in te rn a zi o n al e L a Q u ali tà d ell in te gr a zi o n e sc ol a sti c a e s o ci al e terapia integrata in psichiatria