Sintesi dell'intervento svolto dal comp. Marcello Piroddi-responsabile regionale "Economia. sviluppo e aree interne" di ri(ondazione comunista-al convegno sulla legge finanziaria nazionale 2003 dal titolo: "Un' altra finanziaria era possibile?, Ulivo e Rifondazione comunista a confronto" La finanziaria presentata dal governo delle destre è estremamente pericolosa. Lo è per i suoi contenuti, ed anche per la maniera attraverso la quale questi vengono presentati. Disegna in maniera organica un'idea di società che si contrappone radicalmente, punto per punto, non solo a quella di cui si fa portatrice Rifondazione Comunista, ma anche a quegli scampoli di società solidale, dallo Stato Sociale alla tutela del lavoro e dei lavoratori, ancora presenti nel nostro Paese. Insomma, siamo di fronte ad una operazione politica e culturale di grande portata, che non va assolutamente sottovalutata. Un'operazione che stringe defmitivamente la morsa attorno ai soggetti più deboli, penalizzandoli sempre più . n tutto ovattato, da una parte, in una abilissima campagna propagandistica e, dall'altra, con l'uso strumentale e mistificato di alcune scelte economiche. "n governo Berlusconi mantiene le promesse, e aiuta i più deboli", dicono. Ciò è falso! È assolutamente vero il contrario, visto che per l'uno concesso, viene tolto dieci. Ci troviamo davvero di fronte ad un capace e preoccupante "gioco delle tre carte". Una descrizione incisiva quanto coincisa di questa manovra fmanziaria l'ha data l'onorevole Angius quando la giudica " Antipopolare e da buttare" e ancora testualmente l'esecutivo Berlusconi "un governo al servizio dei potenti". In effetti con questi attacchi condotti da questo governo si colpiscono tutti i gangli vitali della società e della vita democratica e si porta avanti un progetto di società dei privilegi e del capitale E così movendosi a 360 gradi si infertono duri colpi non solo al mondo del lavoro ma anche a diritti elementari come il diritto all' istruzione libera e di stato e il diritto alla salute. Uno dei temi centrali della fmanziaria è infatti quello relativo alla scuola, con il chiaro intento politico di portare un ulteriore attacco alla struttura pubblica a tutto vantaggio di quella privata. Purtroppo, le iniziative ad essa dedicate sono molteplici, e tutte estremamente negative. Si vogliono aumentare le ore di lavoro in classe; si aumenta il numero di alunni per classe, si tagliano del 30 % i fmanziamenti per gli insegnanti di sostegno per portatori di handicap, si sopprimono le cattedre composte dagli spezzoni orari Tutto questo, ovviamente, comporterà un immediato peggioramento per la qualità dell'insegnamento. Ma, più in generale, la nostra opposizione deve rivolgersi a questa idea di scuola, sempre più in contrasto con la nostra Costituzione. Anche nella sanità si porta avanti un'idea privatistica che traduce il diritto alla salute in occasione di profitto. È sempre più forte infatti la tendenza a privatizzare servizi e strutture ospedaliere e sanitarie, si tagliano posti letto negli ospedali e, ponendo ulteriori tetti alla spesa farmaceutica delle Regioni si apre la strada a nuovi ticket. Tutto questo, di nuovo, andrà a pesare sulle spalle dei cittadini a reddito medio e medio basso mentre è urgente destinare fmanziamenti pubblici a strutture pubbliche, e non fmanziare sempre e soltanto la sanità privata. Ma è soprattutto sulle politiche del lavoro che il centrodestra dà il meglio di sé o forse sarebbe preferibile dire il peggio di sè. Ed infatti mentre da una parte vengono profusi a piene mani regali per gli imprenditori e il capitale: proroghe, condoni, sgravi contributivi totali e nuovi incentivi, rientro di soldi dall' estero dall' altra si colpiscono i lavoratori e il lavoro: si cerca di rompere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro; nelle cause di lavoro vengono favoriti gli arbitrati, a discapito della riassunzione, così da rendere inefficace, indirettamente, l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori; si elimina ogni paletto posto alle agenzie interinali, trasformandole così in nuovi uffici, privati, che trattano ciò che prima era del collocamento pubblico; si permette al datore di lavoro di estendere a suo piacimento il contratto a termine; si ipotizza il passaggio all'orario massimo lavorativo su base settimanale, se non mensile, con la possibilità di estendere quello giornaliero fmo alle 13 ore. Se aggiungiamo che le risorse per i rinnovi contrattuali sono insufficienti per adeguare i salari all'inflazione, che l'inflazione a cui si fa riferimento è quella programmata, evidentemente fasulla, piuttosto che quella reale, il quadro è pressoché completo. Manca solo di sottolineare il fatto che il Mezzogiorno, in tutta la fmanziaria, non è praticamente mai menzionato ma anzi con una politica di pesanti ta21i enti locali si penalizza soprattutto il Meridione e nel meridione le realtà più povere e disperate. Questo mi pare essere il punto centrale del dibattito di oggi (vale a dire a quale risultato condurranno questi tagli?) Questo è forse l'interrogativo più inquietante. Senza addentrarmi nei particolari delle misure adottate in questo capitolo di spesa, si può tranquillamente affermare senza rischio di smentita che la conseguenza delle singole prescrizioni sarà che verranno diminuiti, in vari modi, i trasferimenti finanziari ai Comuni (tra l'altro, in maniera progressiva: da qui al 2004 ogni anno sarà peggio). Si fa passare tutto questo come una scelta in senso di autonomia mentre come ha condannato l'ANCI "La nuova legge finanziaria, invece, parte da una impostazione nettamente centralistica, propone misure fortemente penalizzanti per i Comuni, sia dal lato del mancato rispetto dei principi di autonomia, sussidiarietà e pari dignità istituzionale, sia nella parte relativa alle drastica riduzione di risorse su cui i comuni potranno contare nel prossimo anno (- 1,7 miliardi di euro):" Alla richiesta dunque delle Autonomie Locali di stabilire insieme meccanismi di responsabilizzazione nella gestione della fmanza locale, la risposta della fmanziaria è in gran parte contenuta in misure di limitazione dell' autonomia degli enti o in tagli alla spes~ vincoli, tetti e controlli nei confronti dei Comuni, accusati ingiustamente di avere fuori controllo le voci di spesa Una fmanziaria che, penalizzando i Comuni, inciderà per forza di cose sulla vita quotidiana di tutti i cittadini che riconoscono nel Comune l'istituzione di riferimento, più vicina ai bisogni, in grado di offrire risposte immediate alle domande delle famiglie e delle imprese. Il 50% del bilancio di un comune è dedicato alla voce servizi per i cittadini. Ridurre risorse ai comuni corrisponde automaticamente ad una décurtazione del servizio offerto al cittadino. Tutto ciò comporterà per i comuni la scelta tra due drastiche alternative: diminuire le prestazioni sociali o aumentame i prezzi. In più, si ipotizza che i fmanziamenti saranno distribuiti in rapporto alla capacità contributiva e fiscale degli abitanti dei comuni e degli enti stessi. Quindi, comuni più ricchi avranno dallo Stato più soldi di quelli più poveri, creando un ulteriore squilibrio tra aree deboli e aree forti, tra Nord e Sud del Paese. La politica relativa al personale, poi, prevede tagli e blocco del turn-over, che significa, ad esempio, che non ci sarà ricambio nemmeno rispetto ai posti lasciati vuoti da chi è andato in pensione. Ancora: si ipotizza la "esternalizzazione" (una maniera diversa per chiamare altra privatizzazione) dei servizi della pubblica amministrazione: ipotesi che si trasformerà in una certezza, visti i tagli a cui essa è sottoposta. Insomma, una idea di massacro degli Enti locali, sia dal punto di vista del rapporto cittadini/amministratori, sia dal punto di vista dei livelli occupazionali. La nostra opposizione Come sarà ormai abbondantemente chiaro, la direzione verso la quale noi guardiamo ha una prospettiva radicalmente alternativa a quella dell'attuale governo. Uno dei rarissimi casi nel quale si decidono stanziamenti aggiuntivi, in questa fmanziaria, è quello dedicato al Ministero della Difesa e questa la dice lunga sul legame tra le scelte economiche e scelte di guerra. Il resto è tutto un tagliare, ridurre, e a fame le spese sono i soggetti più deboli. Sgravi e condoni sono regali per i più ricchi. Si gioca con il fuoco dicendo che i pensionati al minimo e le famiglie disagiate (con figli) vedranno dei soldi in più, e mentre si dà uno, si toglie dieci. Ma a questo tentativo delle destre, veemente e arrogante, noi ci opponiamo e ci opporremo con la nostra lotta nelle istituzioni e nella società. Un'altra fmanziaria non solo è possibile ma è davvero dovuta. Con la stessa nettezza, poniamo al centro della nostra battaglia di opposizione politica la ripresa del conflitto e la questione sociale e con una originale opposizione al governo a partire dagli enti locali La tenuta della sinistra negli enti locali è, per molti versi, la dimostrazione che esiste in questo nostro Paese un tessuto democratico e civile che costituisce una grande risorsa politica. Intorno ad alcune esperienze amministrative è cresciuta una coscienza sociale, si sono consolidate forme di partecipazione democratica, è cresciuto un associazionismo esteso, sono cresciute esperienze politico-culturali interessanti. Non solo, l'ente locale ha rappresentato un'occasione di emancipazione sociale, ha permesso un diffuso miglioramento delle condizioni di vita, ha consentito un miglioramento della qualità ambientale. Mi riferisco, ovviamente, ad alcune esperienze amministrative. Quelle che tradizionalmente sono state chiamate del "buon governo", rispetto alle quali la sinistra ha avuto certamente un grande ruolo. Questi tessuti locali democratici dimostrano una loro relativa stabilità dal punto di vista politico. Sono dei presidi che m una battaglia di opposizione alle destre sono fondamentali. In definitiva questo progetto di fmanziaria è nel suo complesso inemendabile nel senso che nessun emendamento seppure positivo potrà modificare l'assetto complessivo della manovra ed altrettanto immodificabile è il giudizio estremamente negativo che va dato a questa fmanziaria e a chi con questa manovra economica punta a trasformare un paese civile,democratico e solidale in un paese socialmente egoista, senza diritti e senza certezze .