"Newsletter" - Rivista di Musica Corale di U.S.C.I Pavia

CONSIGLIO DIRETTIVO E
COMMISSIONE ARTISTICA
USCI PAVIA
ANNO I, NUMERO 1
“N EWS LETTER ”
R IV IS TA
DI
GENNAIO—APRILE 2013
MUSICA
C OR ALE
WWW.USCIPAVIA.IT
“NEWSLETTER”: UN NUOVO STRUMENTO PER
RIPRENDERE IL CAMMINO
SOMMARIO:
Cari Amici,
IL NEO ELETTO
CONSIGLIO USCI PV E
LA NUOVA COMART
2
TERZA PAGINA:
IL PRESIDENTE DI
U.S.C.I. PAVIA
3
DOCUMENTI:
I CONCERTI
NELLE CHIESE
4
COMMENTO:
A CHE PUNTO
SIAMO?
6
CONTRIBUTO:
ACCORDO TRA
CEI E SIAE
8
APPROFONDIMENTO:
AGGIORNAMENTO
TARIFFE
CEI - SIAE 2013
12
USCI PAVIA:
PROGETTI REALIZZATI
E PROGETTI FUTURI
13
INCONTRO:
INTERVISTA A
BEPI DE MARZI
14
Come da intendimento
del Consiglio Direttivo uscente,
inizia con questo numero la pubblicazione
periodica
di
“Newsletter”, rivista di musica
corale on-line di USCI Pavia, che,
almeno in partenza, avrà una
cadenza quadrimestrale (a grandi
linee uscirà quindi in Gennaio,
Giugno, Ottobre). Il ritardo di questo avvio è derivato dal fatto che
sia il Consiglio che la Commissione Artistica erano in scadenza di
mandato a Febbraio e non è dunque parso opportuno pubblicare il
primo numero con il rischio che
rimanesse un “numero unico”
dopo le nuove nomine.
Quali sono le motivazioni che ci
hanno spinto ad attivare un servizio di questo tipo è presto detto.
“Newsletter” serve a tre scopi ben
precisi: collegare, formare ed
informare. Personalmente sono
convinto della assoluta validità di
questi tre obiettivi e, contestualmente, prendo in prestito ogni
singolo concetto facendolo diventare
punto
di
riferimento
all’interno del lavoro della Commissione Artistica e mio, in particolare, sicuro nella collegiale adesione dell’intero Consiglio Direttivo.
Collegare,
dunque.
Insito nel significato di questa
parola c’è una profondità enorme
che si riconduce al termine
“insieme”. Insieme cantano i nostri coristi nelle rispettive realtà,
insieme partecipiamo – o, almeno,
dovremmo abituarci e sforzarci di
farlo – alla vita della nostra realtà
associativa dell’USCI. Insieme ci
riuniamo occasionalmente per
rassegne e concerti. Insieme condividiamo i momenti formativi. In
sostanza, ben lontani dal volere in
qualche modo discutere la
“sovranità” di ogni singola realtà
corale, il Consiglio Direttivo e la
Commissione Artistica in questi
prossimi anni si sforzeranno di far
passare un messaggio davvero
importante al giorno d’oggi: quello,
cioè, che l’unione tra i nostri cori
può davvero fare la forza ed imprimere nuova linfa ai nostri lavori ed
alle nostre programmazioni, elaborando e realizzando “sfide artistiche” comuni che possano diventare non soltanto di assoluto interesse da un punto di vista musicale
ma, anche, essere guardate come
punti di riferimento da altre realtà
associative, esterne alla nostra
realtà territoriale o anche alternative all’USCI.
Formare. Non ho mai
fatto mistero che l’elemento formativo e di aggiornamento è di
primaria e capitale importanza per
la crescita nostra personale e per
quella dei nostri coristi; contestualmente, ho sempre pensato –
e continuo a farlo – che laddove
esista un musicista che si considera “arrivato” in merito alla sua
preparazione, in realtà è, si, arrivato, ma al capolinea. La musica, di
qualsiasi genere e forma, è una
perenne ri-creazione e, parlando
con tanti colleghi Direttori, è davvero eccezionale ascoltarne alcuni
che narrano di come cambiano la
loro interpretazione dei brani rispetto ad anni prima. Nel novanta
per cento dei casi ciò è indice di
crescita professionale, musicale e
culturale. In questa direzione,
perciò, gli sforzi di offerta formativa da parte della Commissione
Artistica saranno continui e costanti; in verità qualcosa è già
stato fatto nell’ultimo anno. Penso
al corso di aggiornamento Docenti
e Direttori di Coro ed anche alla
giornata di studio “Percorsi corali”,
in sintonia con i progetti proposti
da USCI Lombardia; per queste
due iniziative si tratterà quindi di
continuare sul percorso tracciato.
In altri casi, cercheremo di individuare interventi differenti non
dimenticando di tenere conto delle
Vostre esigenze e dei Vostri suggerimenti, che vi invitiamo costantemente a farci pervenire. In ultimo,
pur nella sua povertà, anche
“Newsletter” vorrebbe contribuire
all’atto formativo grazie ai contriContinua a pag. 2
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
Pagina 2
CONTINUA DA PAG. 1: EDITORIALE
buti via via pubblicati.
Informare. L’informazione - si dice – è una delle armi più potenti delle quali si possa disporre. Sarà quindi
nostra premura informarvi sulle attività, a livello nazionale e regionale, che possano interessare la coralità ma, soprattutto, attraverso “Newsletter” potrete avere dettagli importanti sulle iniziative e sui progetti di USCI Pavia, con la giusta
tempistica per potere programmare la Vostra partecipazione attiva ad esse. Non solo. Nell’ottica del “collegamento”
tra i nostri vari cori, “Newsletter” si propone di diventare lo strumento principe per potere condividere con tutti le Vostre singole esperienze corali, per dare notizia delle Vostre attività musicali, per segnalare i Vostri concerti, rassegne e
quant’altro. Insomma, per provare, finalmente, a creare quell’”insieme” che possa farci crescere e sperimentare nuove strade e nuove dimensioni musicali e relazionali.
Progetto ambizioso, qualcuno dirà!? Forse, ma non del tutto; del resto, per ottenere novanta bisogna almeno mirare al cento. Nella musica e nella nostra realtà associativa (particolare o generale che sia) questa regola è quanto mai verità assoluta. Con l’aiuto di tutti Voi ci apprestiamo, dunque ad intraprendere questo cammino, certo, un po’
titubanti circa l’esito finale ma determinati nel conseguimento degli obiettivi prefissati. In quest’ottica si presenta
dunque a Voi “Newsletter”, nella speranza di poter fare cosa gradita e contribuire al miglioramento del Vostro lavoro.
ENRICO VERCESI
IL NUOVO CONSIGLIO E LA NUOVA COM.ART. USCI PV
Sabato 16 Febbraio u.s., nell’ambito della annuale Assemblea dei Soci U.S.C.I. Pavia, si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche associative. Ecco dunque, qui sotto, riportata la composizione del nuovo Consiglio
Direttivo e della nuova Commissione Artistica Provinciale
CONSIGLIO DIRETTIVO 2013 - 2016
Presidente:
Gilberto Massarotti
Vice - Presidente:
Ernesto Sala
Segretario:
Lia Scupelli
Tesoriere:
Simone Giampaolo
Presidente Commissione Artistica
Enrico Vercesi
Consiglieri:
Katia Fontana
Claudia Ticinese
COMMISSIONE ARTISTICA 2013 - 2016
Presidente:
Enrico Vercesi
Commissario artistico:
Simone Quaroni
Commissario artistico:
Paolo La Rosa
Rappresentante di USCI Pavia a ComArt regionale:
Paolo La Rosa
SINDACI 2013 - 2016
Fabio Chiesa, Maria Grazia Fontana, Gianfranco Morato
Nel formulare i migliori auguri di buon lavoro agli eletti, ci è grata questa opportunità per ringraziare tutti
coloro che hanno lavorato nel Consiglio Direttivo e nella Commissione Artistica uscenti, confidando di potere nuovamente, in futuro, intrecciare le nostre strade e compiere insieme una parte di quel cammino “musicale” che tanto
occupa i nostri cuori, le nostre menti ed il nostro tempo.
I neo-eletti al
Consiglio
Direttivo ed alla
Commissione
Artistica
provinciale
(2013—2016)
ANNO I, NUMERO 1
Pagina 3
TERZA PAGINA: IL PRESIDENTE DI U.S.C.I. PAVIA
Quest’anno si chiude il mio primo mandato triennale con Usci Pavia. Ovviamente in chiusura di mandato è
doveroso un bilancio delle attività svolte, ma soprattutto prendere atto dell’evoluzione dell’attività corale nella provincia pavese.
Nel gennaio 2010, quando fui eletto mi trovai dinnanzi a sfide molto impegnative: far conoscere Usci Pavia
nell’intera provincia, ampliare il numero di corali iscritte, far collaborare le associazioni tra di loro creando collaborazioni stabili, proporre progetti importanti per la nostra coralità.
Alcune di queste sfide sono tutt’ora in corso, hanno richiesto e richiedono molto impegno, ma grazie alla
disponibilità di presidenti, di molti coristi e direttori stiamo affrontando in modo graduale tutti gli impegni previsti.
In questi anni il numero di soci è cresciuto da 13 a 35 corali iscritte, un grande successo che non ci deve
fermare nel cercare, trovare e collaborare con altre realtà locali. I progetti proposti hanno sempre cercato di coinvolgere tutte le realtà musicali attraverso rassegne, corsi, atelier, concerti, pubblicazioni, articoli, attività di coordinamento e di marketing.
L’impegno del consiglio direttivo e della commissione artistica hanno permesso di poter creare eventi,
rassegne, registrare per la prima volta uno statuto Usci Pavia, creare una pagina sui principali social network, stabilire
importanti collaborazioni con le istituzioni, definire una strategia coordinata per la corretta gestione della fiscalità
della nostra associazione e quest’anno, con immenso piacere, vi posso annunciare l’apertura del sito internet al seguente indirizzo: www.uscipavia.it .
C’è ancora molto da fare, ma la strada che abbiamo tracciato ha già dato moltissimi risultati, che aumenteranno grazie alle forze della nostra provincia.
Il rieletto Presidente di
U.S.C.I. Pavia, Dott. Arch.
Gilberto Massarotti
Un sentito ringraziamento a tutti i soci che mi hanno rieletto, perché ciò significa credere nei progetti
dell’intero consiglio direttivo e commissione artistica. Un grazie particolare a tutti i componenti dei due organi che
hanno sempre collaborato in modo molto operoso con il sottoscritto.
“…ogni cosa che
Tutte le attività proposte da Usci Pavia dal 2010 al 2013 devono, però, necessariamente proseguire, ecco
che allora ci aspetta una grande sfida per il triennio 2013-2016: la partecipazione allargata di tutte le realtà corali.
Molto spesso i coristi e molti cori non sono a conoscenza delle attività proposte da Usci Pavia, ecco che questo triennio servirà in modo particolare a diffondere in modo più capillare le notizie tra tutti i corsiti e amici della coralità, al
fine di aumentare maggiormente le collaborazioni tra le associazioni stesse, i rapporti con gli enti e il pubblico.
che una goccia
Il 2013 avrà già alcuni appuntamenti importanti, pur mantenendo alcuni progetti avviati già nel 2012 e
riproponendoli in una nuova veste, come ad esempio: Cori di classe (rassegna di cori di voci bianche); Percorsi corali
(tre atelier: sacra, alpina-popolare e gospel) con docenti quali Enrico Vercesi, Bepi de Marzi e Alessandro Pozzetto;
Usci Pavia proporrà una manifestazione dal titolo: CantInsieme, rassegne di cori in tutta la provincia di Pavia, il quale
sarà affiancato da un corso per direttori di coro che partirà a settembre e due concerti di grande levatura musicale: il
1 di giugno l’Italian Gospel Choir a Pavia e a novembre il concerto dell’Agonia del Redentore di Franco Vittadini in cui
verranno coinvolte tutte le corali che vorranno aderire all’iniziativa.
facciamo quella
Vorrei, infine, salutarvi chidendovi di portare questo bellissimo augurio, di Madre Teresa di Calcutta, a tutti
i vostri cori: “…ogni cosa che facciamo non è che una goccia nell’oceano, ma se non la facciamo quella goccia mancherà per sempre…”.
Con stima e riconoscenza
Gilberto Massarotti
Presidente Usci Pavia
IMPORTANTE: ALL’ATTENZIONE DI TUTTI I CORI ASSOCIATI
E’ attivo il nuovo sito internet di USCI Pavia:
www.uscipavia.it
Vieni a visitarci e scopri ogni novità sul mondo della coralità pavese.
facciamo non è
nell’oceano, ma
se non la
goccia
mancherà per
sempre…”.
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
Pagina 4
DOCUMENTI: I CONCERTI NELLE CHIESE
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
La Congregazione per il Culto Divino ha ritenuto opportuno proporre alle Conferenze Episcopali, e, secondo la loro
competenza, alle Commissioni nazionali di liturgia e di musica sacra, alcuni elementi di riflessione e di interpretazione
delle norme canoniche circa l’uso nelle chiese dei diversi generi di musica: musica e canto per la liturgia, musica di
ispirazione religiosa, musica non religiosa. In tal modo la Congregazione per il Culto Divino intende assistere i singoli
Vescovi nel prendere decisioni pastorali valide, tenendo conto della situazione socio-culturale dell’ambiente.
CONCERTI NELLE CHIESE
1. Musica nelle chiese al di fuori delle celebrazioni liturgiche
1.L’interesse per la musica è una delle manifestazioni della cultura contemporanea. La facilità di poter ascoltare in
casa le opere classiche, attraverso la radio, i dischi, le cassette, la televisione, non solo non ha fatto diminuire il piacere dell’ascolto di concerti dal vivo, ma anzi lo ha aumentato. Questo è un fe­nomeno positivo, perché la musica e il
canto contribuiscono a elevare lo spirito. L’aumento quantitativo dei concerti ha portato recentemente, in diversi paesi, all’utilizzazione frequente delle chiese per la loro esecuzione. Diversi sono i motivi presentati: necessità di ambienti,
non trovando con facilità luoghi adeguati; ragioni acustiche, per le quali le chiese generalmente danno buona garanzia; ragioni estetiche, desiderando che il concerto venga eseguito in un ambiente di bellezza; ragioni di convenienza, per
ridare alle composizioni eseguite il loro ambiente nativo; ragioni anche semplicemente pratiche, soprattutto per i concerti di organo: le chiese, infatti, nella loro generalità ne sono dotate.
2. Contemporaneamente a questo processo culturale si è verificata una situazione nuova nella Chiesa.
- Le “Scholae cantorum” non hanno avuto molte volte l’opportunità di eseguire il loro repertorio abituale di
musica sacra polifonica nel contesto della celebrazione liturgica.
- A motivo di ciò, è stata presa l’iniziativa di eseguire questa musica sacra, all’interno della chiesa, in forma
di concerto. Lo stesso è capitato con il canto gregoriano, che è entrato a far parte dei programmi di concerti dentro e
fuori della chiesa.
- Un altro fatto importante è costituito dall’iniziativa dei “concerti spirituali”: tali perché la musica eseguita in
essi può considerarsi religiosa, per il tema che essa tratta, per i testi che le melodie rivestono, per l’ambito in cui tali
esecuzioni avvengono.
- Essi possono comportare, in alcuni casi, letture, preghiere, silenzi. Per questa loro caratteristica possono
essere assimilati a un “pio esercizio”.
3. L’accoglienza progressiva dei concerti nelle chiese suscita nei parroci e nei rettori alcuni interrogativi ai quali bisogna rispondere. Se un’apertura generale delle chiese ad ogni sorta di concerti provoca rea­zioni e biasimi da parte di
tanti fedeli, anche un rifiuto indiscriminato rischia di essere capito o accolto male da parte degli organizzatori dei concerti, dai musicisti e dai cantori. Prima di tutto è importante riferirsi al significato stesso delle chiese e della loro finalità. Per questo, la Congregazione per il Culto Divino ritiene opportuno proporre alle Conferenze Episcopali, e, secondo
la loro competenza alle Commissioni nazionali di liturgia e di musica sacra, alcuni elementi di riflessione e di interpretazione delle norme canoniche circa l’uso nelle chiese dei diversi generi di musica: musica e canto per la liturgia, musica di ispirazione religiosa, musica non religiosa.
4. È necessario rileggere nel contesto contemporaneo i documenti già pubblicati, in particolare la Costituzione sulla
Liturgia Sacrosantum Concilium, l’Istruzione Musicam Sacram, del 5 settembre 1967, l’Istruzione Liturgicae instaurationes, del 5 settembre 1970, ed anche tenere presente il Codice di Diritto Canonico, ai cann. 1210, 1213 e 1222.
Nella presente lettera si parlerà soprattutto delle esecuzioni musicali al di fuori delle celebrazioni liturgiche.
La Congregazione per il Culto Divino desidera, in questo modo, assistere i singoli Vescovi nel prendere decisioni pastorali valide, tenendo conto della situazione socio-culturale, dell’ambiente.
2. Elementi di riflessione - La natura e le finalità delle chiese
5. Secondo la tradizione illustrata dal Rituale della Dedicazione della chiesa e dell’altare, le chiese sono anzitutto
luoghi dove si raccoglie il popolo di Dio. Esso, adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è la Chiesa,
tempio di Dio edificato con pietre vive, nel quale viene adorato il Padre in spirito e verità. Giustamente fin dall’antichità
il nome “chiesa” è stato esteso all’edificio in cui la comunità cristiana si riunisce per ascoltare la parola di Dio, pregare
insieme, ricevere i Sacramenti, celebrare l’Eucaristia, e adorarla in esso come sacramento permanente (cf. Benedizione degli oli e dedicazione della chiesa e dell’altare, C.E.I., 1980, cap. II, 1). Le chiese pertanto non possono considerarsi come semplici luoghi “pubblici”, disponibili a riunioni di qualsiasi genere. Sono luoghi sacri, cioè “messi a parte”, in
modo permanente, per il culto a Dio, dalla dedicazione o dalla benedizione. Come edifici visibili, le chiese sono segni
della Chiesa pellegrina sulla terra; immagini che annunciano la Gerusalemme celeste; luoghi in cui si attualizza fin da
quaggiù il mistero della comunione tra Dio e gli uomini. Negli abitati urbani o rurali, la chiesa è ancora la casa di Dio,
cioè il segno della sua abitazione fra gli uomini. Essa rimane luogo sacro, anche quando non vi è una celebrazione
liturgica. In una società di agitazione e di rumore, soprattutto nelle grandi città, le chiese sono pure luoghi adeguati
dove gli uomini raggiungono, nel silenzio o nella preghiera, la pace dello spirito o la luce della fede. Ciò sarà possibile
soltanto se le chiese conservano la loro identità. Quando le chiese si utilizzano per altri fini diversi dal proprio, si mette
in pericolo la loro caratteristica di segno del mistero cristiano, con danno più o meno grave alla pedagogia della fede e
alla sensibilità del popolo di Dio, come ricorda la parola del Signore: “La mia casa è casa di preghiera” (Lc 19, 46).
Importanza della musica sacra
6. Una rilevanza positiva merita la musica sacra sia vocale che strumentale. Come tale qui intendiamo “quella che,
composta per la celebrazione del culto divino, è dotata di santità e bontà di forme” (MS, n. 4a). La Chiesa la considera
come “patrimonio di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte”, le riconosce un “compito mini-
La Cattedrale di Pavia, riaperta al
culto della città e della diocesi lo
scorso mese di Ottobre 2012
La facilità di poter
ascoltare in casa le
opere classiche,
attraverso la radio,
i dischi, le cassette,
la televisione, non
solo non ha fatto
diminuire il piacere
dell’ascolto di
concerti dal vivo,
ma anzi lo ha
aumentato.
ANNO I, NUMERO 1
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DOCUMENTI: I CONCERTI NELLE CHIESE
steriale nel servizio divino” (cf. SC, n. 112); raccomanda che “se ne conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio” (cf . SC, n. 114). Quando l’esecuzione della musica sacra avviene durante una celebrazione, dovrà attenersi al
ritmo e alle modalità proprie della stessa. Ciò obbliga, non poche volte, a limitare l ‘uso di opere create in un tempo in
cui la partecipazione attiva dei fedeli non era proposta come fonte per l’autentico spirito cristiano (cf. SC. n. 14, Pio X,
Tra le sollecitudini). Codesto cambiamento nell’esecuzione delle opere musicali è analogo a quello attuato per altre
creazioni artistiche in campo liturgico, per motivo di celebrazione: per esempio, i presbiteri sono stati ristrutturati con
la sede presidenziale, l’ambone, l’altare “versus populum”. Ciò non ha significato disprezzo per il passato, ma è stato
voluto per un fine più importante, come è la partecipazio­ne dell’assemblea. L’eventuale imitazione che può avvenire
nell’uso di codeste opere musicali può essere supplita con la presentazione integrale di esse, al di fuori delle celebrazioni, sotto la forma di concerti di musica sacra.
L’Organo
7. L’uso dell’organo durante le celebrazioni liturgiche oggi si limita a pochi interventi. Nel passato l’organo sostituiva la
partecipazione attiva dei fedeli e riempiva l’assistenza di chi era “muto e inerte spettatore” della celebrazione (Pio XI,
Divini cultus, n. 9). L’organo può accompagnare e sostenere i canti sacri durante le celebrazioni sia dell’assemblea
che della schola. Ma il suono dell’organo non si deve sovrapporre alle orazioni o ai canti eseguiti dal sacerdote celebrante, e neppure alle letture proclamate dal lettore o dal diacono. Il silenzio dell’organo dovrà essere mantenuto,
secondo la tradizione, anche nei tempi penitenziali (Quaresima e Settimana Santa), durante l’Avvento, e nella Liturgia
dei defunti. Il suono dell’organo, in queste circostanze è permesso solo per accompagnare il canto. Sarà bene che
l’organo sia usato anche lungamente a preparare e a concludere le celebrazioni. È sommamente importante che in
tutte le chiese, ma specialmente in quelle più insigni non manchino musicisti competenti e strumenti musicali di qualità. Si abbia cura particolare per organi di epoche passate, ma sempre pregevoli per le loro caratteristiche.
3.Disposizioni pratiche
8. Il regolamento per l’uso delle chiese è determinato dal can. 1210 del Codice di Diritto Canonico: “Nel luogo sacro
sia ammesso solo quanto serve per esercitare e promuovere il culto, la religione, ed è vietato tutto ciò che non sia
consono alla santità del luogo. Tuttavia l’Ordinario può permettere, caso per caso, altri usi, che però non siano contrari
alla santità del luogo”.
Il principio che l’utilizzazione della chiesa non deve essere contraria alla santità del luogo determina il criterio secondo
il quale si deve aprire la porta della chiesa a un concerto di musica sacra o religiosa, e la si deve chiudere ad ogni altra
specie di musica. La più bella musica sinfonica, per esempio, non è di per sé religiosa. Tale qualifica deve risultare
esplicitamente dalla destinazione originale dei pezzi musicali o dei canti e dal loro contenuto. Non è legittimo programmare in una chiesa l’esecuzione di una musica che non è di ispirazione religiosa e che è stata composta per essere
eseguita in contesti profani precisi, sia essa classica. o contemporanea. di alto livello o popolare: ciò non rispetterebbe
il carattere sacro della chiesa, e la stessa opera musicale eseguita in un contesto non connaturale ad essa.
Spetta all’autorità ecclesiastica esercitare liberamente i suoi poteri nei luoghi sacri (cf. can. 1213), e dunque regolare
l’utilizzazione delle chiese, salvaguardando il loro carattere sacro.
9. La musica sacra, cioè quella che è stata composta per la liturgia, ma che per motivi contingenti non può essere
eseguita durante una celebrazione liturgica, e la musica religiosa, cioè quella che si ispira al testo della Sacra Scrittura
o della Liturgia o che richiama a Dio, alla Vergine Maria, ai Santi, o alla Chiesa, possono avere il loro posto nella chiesa, ma fuori delle celebrazioni liturgiche il suono dell’organo e altre esecuzioni musicali, sia vocali che strumentali,
possono “servire o favorire la pietà o la religione”. Esse hanno una loro particolare utilità:
a) per preparare alle principali feste liturgiche, o donare ad esse una più grande festosità, al di fuori delle
celebrazioni;
b) per accentuare il carattere particolare dei diversi tempi liturgici;
c) per creare nelle chiese un ambiente di bellezza e di meditazione, che aiuti e favorisca, anche in coloro
che sono lontani dalla Chiesa, una disposizione a recepire i valori dello spirito;
d) per creare un contesto che renda più facile ed accessibile la proclamazione della parola di Dio: per esempio una lettura continua dell’Evangelo;
e) per mantenervi vivi i tesori della musica di chiesa che non devono andare perduti: musiche e canti composti per la Liturgia, ma che non possono del tutto o con facilità entrare nelle celebrazioni liturgiche oggi; musiche
spirituali, come oratori, le cantate religiose che continuano ad essere veicoli di comunicazione spirituale;
f) per aiutare i visitatori e i turisti a meglio comprendere il carattere sacro della chiesa, per mezzo di concerti
d’organo previsti in determinate ore.
10. Quando un concerto è proposto dagli organizzatori per essere eseguito in una chiesa, spetta all’Ordinario accordare la concessione “per modum actus”. Ciò deve essere inteso relativamente a concerti occasionali. Si esclude pertanto
una concessione cumulativa, per esempio, nel quadro di un festival, o di un ciclo di concerti. In questo compito pastorale, l’Ordinario troverà aiuto e consiglio nella Commissione Diocesana di Liturgia e di Musica Sacra.
Perché la sacralità della chiesa sia salvaguardata ci si attenga, in ordine all’autorizzazione dei concerti, alle
seguenti condizioni, che l’Ordinario del luogo potrà precisare:
a) si dovrà fare domanda in tempo utile, per iscritto all’ordinario del luogo con l’indicazione della data del
concerto, dell’orario, del programma contenente le opere e i nomi degli autori.
b) dopo aver ricevuto l’autorizzazione dell’Ordinario, i parroci e i rettori delle chiese ne potranno accordare
l’uso ai cori e alle orchestre che avranno le condizioni sopra indicate.
c) l’entrata nella chiesa dovrà essere libera e gratuita.
d) gli esecutori e gli uditori dovranno avere un abbigliamento e un comportamento convenienti al carattere
sacro della chiesa.
Il principio che
l’utilizzazione della
chiesa non deve
essere contraria alla
santità del luogo
determina il criterio
secondo il quale si
deve aprire la porta
della chiesa a un
concerto di musica
sacra o religiosa, e la
si deve chiudere ad
ogni altra specie di
musica.
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
Pagina 6
CONTINUA DA PAG. 5: I CONCERTI NELLE CHIESE
e) i musicisti e cantori eviteranno di occupare il presbiterio. Il massimo rispetto sarà dovuto all’altare, al
seggio del celebrante, all’ambone.
f) Il SS.mo Sacramento sarà per quanto è possibile, conservato in una cappella annessa o in un altro luogo
sicuro e decoroso (cf. C.I.C., can. 938 § 4).
g) Il concerto sarà presentato ed eventualmente accompagnato da commenti che non siano solamente di
ordine artistico o storico, ma che favoriscano una migliore comprensione e partecipazione interiore degli uditori.
h) L’organizzazione del concerto assicurerà per iscritto la responsabilità civile, le spese, il riordinamento
nell’edificio, i danni eventuali.
11. Le disposizioni pratiche che precedono vogliono essere di aiuto ai Vescovi e ai rettori di chiese nello sforzo pastorale che loro compete di mantenere in ogni momento il carattere proprio delle chiese, destinate alle celebrazioni alla
preghiera e al silenzio.
Tali disposizioni non devono pertanto essere considerate come una mancanza di interesse per l’arte musicale. Il tesoro della musica sacra rimane una testimonianza del modo con cui la fede cristiana può promuovere la cultura umana.
Mettendo in giusto valore la musica sacra o religiosa i musici cristiani e i benemeriti membri delle “Scholae Cantorum”, debbono sentirsi incoraggiati a continuare questa tradizione e a mantenerla viva al servizio della fede, secondo
l’invito indirizzato già dal Concilio Vaticano II, nel suo messaggio agli artisti:
“Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina. Il mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di
bellezza per non cader nella disperazione. La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini. E questo
grazie alle vostre mani” (cf. Concilio Vaticano II, Messaggio agli artisti, 8 dicembre 1965).
Roma, 5 novembre 1987
Virgilio Card. Noè, Arcivescovo Titolare di Voncaria
Paul Augustin Card. Mayer
COMMENTO: A CHE PUNTO SIAMO
Sono ormai trascorsi 25 anni abbondanti dalla promulgazione del Documento “I Concerti nelle Chiese” e,
visto il significativo anniversario, di per se, è già una buona ragione che spinge a rifletterci sopra e fare, senza pretese, il punto della situazione.
Anzitutto, come ogni normativa, anche questo documento nacque con l’obiettivo di porre il freno a numerosi abusi che, nei decenni scorsi, avvenivano in Chiesa sotto il titolo di non meglio identificato “concerto”; quindi la
Congregazione per il Culto Divino decise di restringere il campo ad alcuni concetti che erano (ed in parte lo sono tuttora) interpretati fin troppo liberamente e con concezioni del tutto personali. Andiamo con ordine.




“Concerti nelle Chiese” è, forse, il primo documento che definisce con precisione musica religiosa,
musica sacra e musica liturgica, indicando i criteri corretti ove utilizzare propriamente questi aggettivi, desumendoli dai documenti dei precedenti decenni pre e post conciliari;
Richiama fortemente alla difficoltà di molta musica pre-conciliare di inserirsi a pieno titolo nella
liturgia rinnovata, suggerendo un suo utilizzo in contesti extra-liturgici (pii esercizi) o di concerto;
Sottolinea la sacralità della Chiesa come luogo “messo a parte”, ossia non per l’uso pubblico convenzionalmente inteso;
Offre, cosa piuttosto rara per i Documenti normativi, nelle disposizioni pratiche, non soltanto divieti
ma utili suggerimenti e sollecitazioni, quali sottolineare l’utilità e le motivazioni che spingono
all’organizzazione di un concerto in Chiesa, oppure anche il pressante invito alle Commissioni Liturgiche Nazionali e di Musica Sacra di vigilare benevolmente sugli abusi e sugli atti contrari tali indicazioni.
A distanza di un quarto di secolo, tuttavia, poco o nulla è cambiato. O, per meglio dire, le cose funzionano
là dove vengono non solo seguite le regole, ma anche divulgate, spiegate ed adattate senza rigidità alle varie situazioni. Riporto, qui sotto, alcune considerazioni (lungi dall’essere le sole verità), desunte dall’esperienza e dalla realtà
vissuta:
1)
2)
Anche se non riguarda direttamente la questione esclusiva dei Concerti, non è ancora sufficientemente chiara la distinzione tra musica religiosa, sacra e liturgica: ciò innesca una serie innumerevole di malintesi ed
imprecisioni che, talvolta, sfociano in errori ed abusi. Quel che è peggio, è che, nell’ambiente, questi concetti
non solo sono praticamente sconosciuti, ma neppure ci si pone il problema della differenza utilizzando le
terminologie in modo equivalente;
E’ davvero interessante che il documento parli anche espressamente della convenienza di eseguire ogni
genere di musica possibilmente nel luogo ove originariamente essa è destinata; perciò la musica non religiosa non è di per se eseguibile in Chiesa in quanto “non rispetterebbe il carattere sacro della chiesa, e la stessa opera musicale eseguita in un contesto non connaturale ad essa”. Nondimeno, non ha molto senso portare il canto gregoriano in un teatro, visto il legame strutturale tra l’antico canto liturgico (a parole mai abbandonato, peraltro) ed il rito cui è segno tangibile. Mi sono sempre chiesto se compositori atei di varie epoche
avrebbero gradito l’esecuzione e la fruizione delle loro opere in un luogo di culto ed anche se, allo stesso
A distanza di
venticinque anni
dalla
promulgazione,
è necessario
riflettere e fare
il punto della
situazione
ANNO I, NUMERO 1
Pagina 7
COMMENTO: A CHE PUNTO SIAMO
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modo, musica religiosa eseguita, per l’appunto, in teatro non farebbe rizzare i capelli in testa a Palestrina e
soci. Non credo sia una questione banale, c’è in ballo un rispetto profondo ed “artistico” per le varie opere ed i
loro autori, il cui lavoro non va “maltrattato” non soltanto con una brutta esecuzione ma anche nella presentazione in un contesto non consono;
Nella maggioranza delle Diocesi Italiane, non essendo operative le Commissioni di Musica Sacra, mancano le
richieste di autorizzazione ai concerti, la relativa presentazione dei programmi, l’analisi degli stessi repertori e
- conseguentemente - i permessi auspicati dal Documento;
I concerti, sono per lo più, organizzati in modo estemporaneo, senza quindi una precisa progettualità e regia: il
Documento non esclude l’ospitalità in Chiesa di una particolare manifestazione musicale (purché, per inciso,
vengano rispettati i criteri previsti), ma sembra suggerire l’opportunità di momenti artistici, vocali e strumentali nella forma “extra - liturgica” o, come già detto, di “pio esercizio”. Dietro a tale scelta, sembra esserci un
vero interesse “pastorale”, dove il thesaurus musicae del presente e del passato può davvero aiutare il cammino spirituale di fedeli e non nella celebrazione delle varie tappe dell’anno liturgico. Diciamoci la verità, se è
vero che il momento maggiormente “congestionato” di concerti è quello precedente o successivo il Natale, è
opportuno sottolineare che, in quel periodo, è ben più facile imbastire un repertorio ed ottenere l’uso
dell’edificio, considerando il fatto che, bene o male, qualsiasi testo che parli della Natività di Cristo è, sostanzialmente, religioso. Ben più complessa è l’organizzazione di manifestazioni analoghe fuori dal tempo di Natale: per agire in modo corretto - se vogliamo, ortodosso, - il concerto andrebbe strutturato con dei criteri che,
fatta salva l’opportunità della musica proposta, potrebbero essere, tra i tanti: la tematicità (ossia l’aderente
relazione con il tempo liturgico, la riflessione su pagine del Vangelo, il rilievo di figure importanti della fede
come la Vergine, i Santi, i Papi, le grandi opere dei Padri della Chiesa), la monograficità (ossia la proposta
programmatica di un repertorio che preveda un’analisi su un compositore, su un periodo storico, su una territorialità specifica, ecc.), o anche, io la definisco in questo modo, la trasversalità, cioè a dire la creazione di un
“percorso” durante il concerto che abbia un filo conduttore talmente evidente da portare l’ascoltatore ad un
ben definito punto di arrivo. Nella realtà pratica, spesso, ci si riduce, se va bene, a portare gli stessi brani
cantati durante la liturgia, eseguendoli di nuovo sotto forma di concerto: nulla di male, per carità, solo che il
rischio cui si accennava precedentemente, ossia quello della “estemporaneità”, in questo modo, è piuttosto
forte;
In virtù della precedente riflessione, data la quasi totale mancanza di “regia”, di organizzazione e di inserimento del concerto in un preciso progetto pastorale, ci si imbatte in due tipologie comportamentali da parte dei
Parroci e dei Rettori delle Chiese: o si concede con troppo facilità l’edificio senza indagare eccessivamente sul
repertorio proposto oppure si nega la possibilità del concerto a tutti, indiscriminatamente, escludendo anche
chi avrebbe caratteristiche adeguate;
Si diceva che la Chiesa, in virtù della sua sacralità intrinseca, è luogo “a parte”. Tuttavia, è pur vero che, specie in piccole comunità, è anche l’unico luogo ove sia possibile aggregare un buon numero di persone e, in
sintesi, l’unico spazio adatto ad ospitare un concerto: se questo non significa che, per tale ragione, si debba
per forza eseguire di tutto in Chiesa, è anche vero che, attraverso piccoli e sensati accorgimenti ed accordi,
con il buon senso di tutti è possibile trovare una soluzione funzionale e funzionante;
Nel corso degli anni, dopo la pubblicazione di questo documento, molte Diocesi nei Sinodi locali o sotto altre
forme, hanno dovuto richiamare almeno i concetti basilari attraverso gli Uffici Liturgici particolari, segno evidente che, per lungo tempo, questa normativa è stata ampliamente disattesa e per nulla considerata. In verità, occorre sottolinearlo, è un po’ la fine miserevole che tocca a tutti i Documenti del Magistero della Chiesa,
considerati allo stesso livello delle “grida” di manzoniana memoria;
Infine, è ancora poco conosciuta - anche se spinosa - la questione riguardante la SIAE. Forse non molti sanno
che esiste un accordo tra CEI e SIAE, firmato nel dicembre 1998 ed aggiornato, di anno in anno, con il tariffario rivisto. Nelle pagine seguenti troverete il testo di detto accordo ed il tariffario 2013. Tuttavia, è bene ricordarlo, che nel caso di “pio esercizio” i diritti SIAE non sono da pagare; per essere considerato “pio esercizio”
non deve comparire su alcuna locandina di presentazione il termine “concerto” e la manifestazione va aperta
e/o chiusa con una monizione introduttiva, il saluto e l’eventuale benedizione. Negli altri casi i diritti vanno
pagati e va compilato il “borderò” relativo al programma. In qualsiasi circostanza, anche se gli abusi sono,
purtroppo, innumerevoli e disdicevoli (non entro nel merito approfondendo la questione ma garantisco che
sono stato diretto testimone di situazioni, a dir poco, “scandalose”), non è ammesso far pagare un biglietto di
ingresso in quanto la normativa rimarca piuttosto chiaramente che “l’entrata nella chiesa dovrà essere libera
e gratuita”.
Vista in questo modo, la questione ci appare in tutta la sua gravità ma anche in tutta la sua importanza.
Ben inteso, nonostante possa suggerire il contrario, il Documento ed i continui successivi richiami ad esso, pur sembrando notevolmente colmo di divieti, non intende chiudere le porte delle Chiese ai concerti ed all’arte. Anzi! Riconosce in partenza le motivazioni per le quali la Chiesa è un luogo ambìto: “necessità di ambienti, non trovando con facilità luoghi adeguati; ragioni acustiche, per le quali le chiese generalmente danno buona garanzia; ragioni estetiche,
desiderando che il concerto venga eseguito in un ambiente di bellezza; ragioni di convenienza, per ridare alle composizioni eseguite il loro ambiente nativo; ragioni anche semplicemente pratiche, soprattutto per i concerti di organo: le
chiese, infatti, nella loro generalità ne sono dotate”. Due sembrano, in sintesi, gli intenti del Documento: far comprendere la vera essenza del concerto che, se organizzato nel luogo di culto, in virtù di questa stessa essenza deve avere
alcune precise caratteristiche e sottolineare che non tutta la musica è eseguibile in Chiesa (aggiungerei, oltre che in
concerto, anche e soprattutto nella Liturgia). Come spesso accade, l’aderenza o meno si misura con il buon senso di
chi è direttamente coinvolto.
ENRICO VERCESI
Tre sono i criteri
suggeriti
dall’autore per
la scelta di un
concerto in
Chiesa:
tematica,
monografica e
trasversale.
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
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CONTRIBUTO: ACCORDO TRA C.E.I. E S.I.A.E.
La Conferenza Episcopale Italiana e la Società Italiana Autori ed Editori ( SIAE) il 22 dicembre 1998 hanno
firmato un accordo per regolare ed uniformare il sistema tariffario dei compensi per diritti d’autore dovuti da diocesi,
parrocchie e altri enti ecclesiastici con finalità educative. La CEI si è fatta interprete e garante delle esigenze degli enti
ecclesiastici tendenti ad ottenere procedure più semplici e trattamenti economici che tenessero conto delle peculiarità degli stessi enti e delle loro finalità. Inoltre, la redazione di apposite tabelle consente di applicare tariffe differenziate secondo la consistenza degli enti, in modo da non gravare le realtà più piccole con oneri poco sostenibili.
L’accordo rappresenta una novità assoluta nel suo genere e risponde ad una esigenza particolarmente
avvertita dagli enti ecclesiastici. Era nota, infatti, la difficoltà di riuscire ad orientarsi in una materia tanto varia e complessa nella quale l’unico interlocutore esattore - la SIAE appunto - mediante gli uffici periferici territoriali trattava con
le realtà ecclesiali organizzatrici di manifestazioni soggette al pagamento di compensi per diritti d’autore. Il rischio era
costituito da comportamenti in qualche modo elusivi della normativa vigente e da prevaricazioni arbitrarie; il tutto
ovviamente in palese violazione di una linea di legalità e di trasparenza. Gli effetti dell’accordo saranno perciò la
certezza del trattamento per tutti gli enti ecclesiastici in quanto tali, la semplificazione delle procedure burocratiche e
l’uniformità delle tariffe sull’intero territorio nazionale (cf. premesse). Gli ambiti di applicazione dell’accordo riguardano le utilizzazioni musicali del repertorio amministrato dalla SIAE, sia relativamente alla musica d’ambiente, sia per le
manifestazioni musicali vere e proprie (spettacoli, festival, concerti, rassegne di gruppi folcloristici e bandistici, balletti, spettacoli cinematografici...) organizzate in modo autonomo o in occasione di pellegrinaggi, gite... (cf. art. 1).
L’elencazione dettagliata dei criteri di determinazione dei compensi (cf. artt. 3 e 5) e la redazione di tabelle
contenenti la misura dei compensi dovuti per diritti d’autore (cf. artt. 4, 6-7) permettono agli enti organizzatori di
verificare direttamente la corretta applicazione dell’accordo in sede locale. Ulteriore facilitazione è costituita dalla
possibilità di stipulare abbonamenti mensili, trimestrali, semestrali e annuali per l’esecuzione della musica
d’ambiente (cf. art. 8). Ovviamente gli enti ecclesiastici, per usufruire delle agevolazioni previste nell’accordo, dovranno esibire agli uffici periferici della SIAE gli estremi relativi al loro riconoscimento civile e all’iscrizione nel registro delle
persone giuridiche (cf. art. 11). L’accordo è già in vigore dalla data di sottoscrizione (2 dicembre 1998) e ha validità
fino al 31 dicembre 2000; si intenderà tacitamente rinnovato di anno in anno, salvo disdetta di una delle parti contraenti, comunicata almeno due mesi prima della scadenza.
Locandina rassegna “Cori di Classe”
edizione 2012 - Aula Magna UniPV
ACCORDO TRA SOCIETA’ ITALIANA AUTORI ED EDITORI (SIAE) E CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA (CEI)
circa un sistema tariffario semplificato e unitario a livello nazionale concernente la misura dei compensi per diritti
d’autore dovuti da diocesi, parrocchie e altri enti ecclesiastici con finalità educative
PREMESSO CHE
Pubblichiamo
-
le diocesi, le parrocchie e gli altri enti ecclesiastici con finalità educative sono enti dotati di personalità giuridica
che esercitano attività di religione o di culto ai sensi dell’art. 16, lett. a) della Legge 20 maggio 1985, n. 222;
interamente
-
gli stessi enti, in rapporto di strumentalità diretta ed immediata rispetto al fine istituzionale della educazione
cristiana, promuovono senza scopo di lucro, con propri mezzi e con strutture in loro possesso attività culturali,
ricreative, ludiche, sportive ed altre comunque finalizzate alla formazione globale della persona umana;
nel 1998 tra
dell’ampia diffusione su tutto il territorio nazionale delle suddette attività, le quali si realizzano anche attraverso l’allestimento di manifestazioni che richiedono in via accessoria o principale l’impiego del
repertorio musicale amministrato dalla SIAE;
IN CONSIDERAZIONE
VISTA
SI CONVIENE
la natura degli enti ecclesiastici (diocesi, parrocchie, istituti religiosi e associazioni) riconosciuti come
persone giuridiche agli effetti civili ai sensi degli artt. 1 e 2, primo comma, delle norme della citata Legge
20 maggio 1985, n. 222;
tra la SIAE e la CEI di addivenire ad un accordo in merito ad uno specifico sistema tariffario che garantisca
uniformità di trattamento e consenta la semplificazione delle procedure di determinazione della misura
dei compensi dovuti per diritti d’autore. Le premesse fanno parte integrante del presente accordo.
Art. 1: Sfera di applicazione
Formano oggetto del presente accordo le utilizzazioni musicali del repertorio sociale amministrato dalla sezione
musica della SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) che costituiscono complemento alle attività comunitarie
ed aggregative riservate ai fedeli dagli enti ecclesiastici che avvengono sotto forma di:
A. Musica d’ambiente: Vi rientrano tutte quelle forme di esecuzione musicale diffuse a mezzo di apparecchi sonori,
videosonori e strumenti musicali costituenti, in linea generale, soltanto un mero sottofondo rispetto allo svolgimento
delle attività proprie degli enti ecclesiastici. Tali utilizzazioni sono anche caratterizzate dall’assenza di un programma
musicale prefissato e di una pubblicizzazione dell’evento.
B. Manifestazioni musicali, quali: spettacoli musicali veri e propri, festival di canzoni, concerti di musica classica,
leggera, di danza, di musica jazz, rassegne di gruppi folclorici, bandistici, corali e gospel, balletti, spettacoli cinematografici, concertini e trattenimenti danzanti, organizzati dagli enti ecclesiastici di cui in premessa ivi compresi quelli
organizzati in concomitanza con pellegrinaggi, gite turistiche, religiose o culturali, di durata inferiore alle 18 ore.
2. Le utilizzazioni musicali rientranti nella sfera di applicazione del presente accordo possono aver luogo: in ambienti
di proprietà degli stessi enti ecclesiastici o concessi abitualmente in uso agli stessi e dagli stessi gestiti, in specie
locali dell’oratorio, circoli ricreativi, teatri, sale parrocchiali, palestre, e luoghi analoghi; in luoghi pubblici
all’aperto (piazze, spazi aperti o altro) entro e al di fuori del territorio degli enti ecclesiastici individuati in premessa, se l’organizzatore è l’ente ecclesiastico stesso. Sono ricomprese nel presente accordo anche le utilizzazioni
musicali che avvengono nell’ambito di manifestazioni organizzate da più enti ecclesiastici.
l’accordo firmato
S.I.A.E e
Conferenza
Episcopale
Italiana
ANNO I, NUMERO 1
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Art. 2: Esclusioni
Sono escluse dalla convenzione le manifestazioni a carattere nazionale. Sono escluse, inoltre, le utilizzazioni del repertorio amministrato dalle altre sezioni: Sezione DOR: opere drammatiche, operette, riviste ed opere analoghe; Sezione
LIRICA: opere liriche, balletti, oratori ed opere analoghe; Sezione OLAF: opere scritte ed orali nel campo letterario e scientifico, recitazione in pubblico.
Art. 3: Criteri di determinazione dei compensi per musica d’ambiente
La misura dei compensi dovuti per le esecuzioni musicali relative a musica d’ambiente di cui all’art. 1/A da corrispondere sotto forma di abbonamento, è determinata secondo i seguenti parametri e calcolata con i criteri appresso riportati: Tipo di strumento o apparecchio sonoro o videosonoro utilizzato per le esecuzioni musicali: strumenti musicali a
disposizione dei frequentatori, ad es. pianoforte, chitarra, fisarmonica (tipo 1); apparecchi radioriceventi (tipo 3); apparecchi televisivi (tipo 5); juke-boxes e video-boxes, di proprietà dell’ente ecclesiastico (tipo 6 e 7a); videoregistratori
(tipo 7b); apparecchi di filodiffusione (tipo 9); giradischi, lettori di nastri magnetici, CD e supporti analoghi sonori (tipo
2 e 8); apparecchi multimediali (tipo 13); maxi-schermi. In caso di utilizzo di strumentazioni o apparecchi con diverse e
nuove tecnologie dovrà essere definita tra le parti contraenti l’assimilazione ad una delle categorie già previste, ovvero
l’assegnazione ad una ulteriore classificazione.
2. Numero di strumenti o apparecchi sonori o videosonori: Nel caso di installazione nella sede degli enti ecclesiastici o
nei locali in uso agli stessi di più apparecchi dello stesso tipo, utilizzati contemporaneamente (ad eccezione degli strumenti musicali), il compenso è dovuto in misura intera per il primo apparecchio e nella misura del 10% per ciascuno
degli altri apparecchi. Nel caso di installazione nello stesso ambiente di più apparecchi di tipo diverso e di apparecchiature compatte che, collegati allo stesso impianto di amplificazione, possono essere usati solo alternativamente, è
dovuto un solo compenso commisurato all’apparecchio con l’abbonamento di misura più elevata.
Locandina “Cantantibus Organis”,
concerto finale del Corso Direttori di
coro e Docenti scuole primarie e
secondarie di primo grado
3. Territorialità dell’ente ecclesiastico E’ determinata in relazione al numero di abitanti, secondo la seguente classificazione:
fino
a
1.000
abitanti
da
1.001
a
2.000
abitanti
da
2.001
a
6.000
abitanti
da
6.001
a
10.000
abitanti
10.000
abitanti
oltre
Per i compensi di cui all’art. 4 (musica d’ambiente) la classificazione prevede come quarta e ultima fascia:
oltre
6.000
Accordo tra
abitanti
4. Periodo di validità dell’abbonamento: L’abbonamento dà facoltà di effettuare esecuzioni per tutto il periodo di validità cui si riferisce e deve essere rinnovato entro i termini fissati dal successivo art. 8.
Numero di altoparlanti collegati all’impianto centrale Il compenso dovuto per ogni coppia di altoparlanti supplementari, nel caso di impianto stereofonico, o per ogni altoparlante supplementare, nel caso di impianto monofonico,
rispettivamente successivi ai primi due o al primo, è pari al 10 % del compenso base previsto per l’apparecchio cui
è collegato. Nel caso in cui lo stesso altoparlante sia collegato a più apparecchi, il supplemento deve essere calcolato sulla base dell’abbonamento di misura più elevata. Nel caso di maxi-schermi (superiori a 33 pollici) o di multischermi, i compensi base sono dovuti in misura doppia.
Società Italiana
Autori ed Editori
e Conferenza
Episcopale
Italiana
Art. 4: Compensi per diritto d’autore per musica d’ambiente
La misura dei compensi, da corrispondere per le utilizzazioni musicali, considerate quale musica d’ambiente, è fissata
dalla seguente tabella, rapportata al 50% della tabella prevista per il settore dei pubblici esercizi
TABELLA DEI COMPENSI IN ABBONAMENTO ANNUALE PER MUSICA D’AMBIENTE
Numero di abitanti
fino a 1.000
da 1.001 a 2.000
da 2.001 a 6.000
oltre 6.000
Tipo 1-3
Tipo 1-3
32.000
32.000
38.000
51.000
Tipo 5
49.000
98.000
121.000
270.000
Tipo 6
74.000
74.000
74.000
74.000
Tipo 7a
192.000
192.000
192.000
192.000
Tipo 7b
144.000
288.000
288.000
288.000
Tipo 2-8-9-13
37.000
73.000
86.000
139.000
Strumenti musicali a disposizione del cliente (es. pianoforte, chitarra, fisarmonica, ecc.). Apparecchi radiorice-
Tipo 5
Apparecchi televisivi.
Tipo 6
Juke-boxes.
Tipo 7a
Video juke-boxes.
Tipo 7b
Videoregistratori.
Tipo 2-8-9-13
Giradischi, lettori di nastri magnetici, CD e supporti analoghi sonori, filodiffusione, apparecchi multimediali.
Maxischermi (superiori a 33 pollici)
compensi in misura doppia rispetto a quelli previsti per gli apparecchi televisivi (tipo
5).
Il disco realizzato dalle Corali Pavesi
aderenti ad U.S.C.I. Pavia nel 2012
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
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Art. 5: Criteri di determinazione dei compensi per manifestazioni musicali
La misura dei compensi per diritto d’autore giornalmente dovuti per le manifestazioni musicali di cui al precedente art.
1, punto 1/B, è determinata secondo i seguenti parametri:
Territorialità della parrocchia o diocesi in relazione al numero di abitanti secondo la classificazione di cui al precedente
art. 3, punto 3.
Numero dei punti di spettacolo allestiti in occasione della manifestazione e rientranti nelle categorie di cui al precedente art. 1, punto 1/B).
Durata della manifestazione espressa in giornate in cui avvengono gli spettacoli a titolo gratuito rientranti nelle categorie di cui al precedente art. 1, punto 1/B).
Le giornate in cui si svolgono esclusivamente spettacoli non gratuiti non debbono essere considerate agli effetti della
determinazione della durata della manifestazione.
Art. 6: Compensi per diritto d’autore per manifestazioni musicali
La misura dei compensi da corrispondere per le utilizzazioni di cui alle manifestazioni musicali, è fissata dalle seguenti
tabelle.
A)
Locandina rassegna corale “Cori
in Piazza” - Città di Lombardia
TABELLA DEI COMPENSI PER MANIFESTAZIONI GRATUITE
Spettacoli musicali veri e propri, festival di canzoni, concerti di musica leggera, di danza, di musica jazz, rassegna di gruppi folclorici,
balletti, spettacoli cinematografici, concertini e trattenimenti danzanti.
TERRITORIALITA’
PUNTI DI
GIORNATE DI EFFETTIVO
COMPENSO DEM
SPETTACOLO
SPETTACOLO
GIORNALIERO
fino a 1.000
unico
2 giorni
100.000
da 1.001 a 2.000
unico
fino a 4 giorni
149.000
da 2.001 a 6.000
due
fino a 7 giorni
203.000
da 6.001 a 10.000
due
fino a 11 giorni
286.000
fino a 3
fino a 18 giorni
440.000
oltre 10.000
Per la diffusione, nell’area allestita, di esecuzioni musicali attraverso l’uso di altoparlanti collegati ad un impianto centralizzato, è
dovuto un compenso forfettario giornaliero, per l’intera durata della manifestazione, pari al 2% del compenso fisso giornaliero previsto per la fascia tariffaria di appartenenza della manifestazione stessa.
B)
TABELLA DEI COMPENSI MINIMI PER MANIFESTAZIONI NON GRATUITE
Per le manifestazioni non gratuite il compenso viene determinato applicando, sulla base di calcolo, la percentuale propria della
tipologia del trattenimento con i compensi minimi rapportati al 75% dei compensi fissi.
C)
TRATTAMENTI OFFERTI NEL CORSO DI PELLEGRINAGGI,
Nel caso di gite, di durata inferiore alle 18 ore e organizzate dall’ente ecclesiastico con l’offerta di un trattenimento musicale, a
fronte del pagamento di un prezzo pro-capite comprensivo anche delle spese di viaggio, di pranzo e/o cena, la percentuale dovuta
nella misura vigente, quale compenso per diritti d’autore, è applicata (con un compenso minimo pari a Lit. 26.000) su un imponibile
forfettariamente commisurato al 25% del prezzo richiesto per la partecipazione alla gita.
Art. 7 Maggiorazioni dei compensi fissi per manifestazioni musicali
Per i “punti spettacolo” e/o per le “giornate di spettacolo” eccedenti il numero previsto dalla fascia tariffaria corrispondente alla “territorialità” di cui alla tabella A del precedente art. 6, è applicata la maggiorazione del compenso-base
giornaliero commisurata:
al 40% della misura del compenso-base per ogni “punto spettacolo” in più;
al 5% della misura del compenso-base per ogni “giornata spettacolo” in più.
Art. 8: Permesso di esecuzione e abbonamenti
Gli enti ecclesiastici per poter effettuare le esecuzioni e le manifestazioni musicali di cui al presente accordo, debbono
munirsi, anticipatamente all’utilizzazione del repertorio, di regolare permesso per il periodo di attività da richiedere
all’ufficio periferico della SIAE, competente per territorio, ed effettuare il pagamento dei compensi secondo i seguenti
termini: Musica d’ambiente La stipula dell’abbonamento e del relativo pagamento dei compensi deve avvenire all’atto
dell’installazione degli apparecchi.
Gli abbonamenti per le esecuzioni musicali riportati nella specifica tabella dell’art. 4 sono riferiti all’anno solare. E’,
tuttavia, prevista la possibilità di stipulare abbonamenti per i sotto specificati periodi inferiori all’anno solare, con la
commisurazione dei compensi come appresso riportato: semestre solare: 60% dell’abbonamento annuo solare; trimestre solare: 40% dell’abbonamento annuo solare; mese solare: 20% dell’abbonamento annuo solare.
Accordo tra
Società Italiana
Autori ed Editori e
Conferenza
Episcopale
Italiana
ANNO I, NUMERO 1
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Per il rinnovo degli abbonamenti, il pagamento dei compensi può essere effettuato entro i termini seguenti: entro il 28
febbraio per gli abbonamenti annuali; entro il 31 gennaio ed il 31 luglio per gli abbonamenti semestrali; entro i primi
quindici giorni dei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre per gli abbonamenti del rispettivo trimestre; entro i primi
dieci giorni di ciascun mese per gli abbonamenti mensili.
Manifestazioni musicali per le manifestazioni gratuite il pagamento dei compensi deve essere effettuato in forma
anticipata;
per le manifestazioni non gratuite, il pagamento dei compensi deve avvenire entro i termini previsti dal permesso di
esecuzione, mod. 116.
Art. 9: Programmi musicali
L’ente ecclesiastico organizzatore delle manifestazioni musicali è tenuto a ritirare preventivamente, presso l’ufficio
periferico della SIAE competente per territorio, i programmi musicali ed a consegnarli al direttore delle esecuzioni per la
prescritta compilazione, fatto salvo il caso di musica d’ambiente. I programmi musicali debbono essere restituiti al
medesimo ufficio periferico della SIAE, correttamente e integralmente compilati e sottoscritti dal direttore o responsabile delle esecuzioni, entro il giorno successivo a quello della manifestazione.
Art. 10: Certificato di riconoscimento
L’organizzatore, per poter usufruire del trattamento e delle condizioni previste dal presente accordo, deve certificare,
all’ufficio SIAE territorialmente competente la costituzione ed il suo riconoscimento quale ente ecclesiastico menzionando, sugli appositi moduli all’uopo istituiti, gli estremi della Gazzetta Ufficiale in cui figurano e il numero d’ordine del
registro delle persone giuridiche in cui risulta la sua iscrizione. Per gli enti ecclesiastici privi del suddetto modulo dovrà
essere esibita documentazione di riconoscimento predisposta dalla curia competente.
Art. 11: Riduzioni
La SIAE, in ragione della collaborazione e, ove occorra, degli interventi che si rendessero necessari da parte della CEI
nella fase applicativa dell’accordo, riconosce agli enti ecclesiastici che abbiano presentato la documentazione prevista
dall’art. 10, la riduzione sui compensi di cui alla tabella A dell’art. 6 e sulle eventuali maggiorazioni di cui all’art. 7,
nella misura del 15%, tenuto anche conto della particolare natura e carattere delle utilizzazioni musicali destinate ai
fedeli.
Art. 12: Aggiornamento della misura dei compensi
I compensi in abbonamento, i compensi fissi e minimi previsti dal presente accordo sono soggetti ad aggiornamenti
annuali in base alle variazioni degli indici ISTAT sul costo della vita, rilevate nel mese di settembre dell’anno precedente. I compensi di cui all’art. 4, essendo rapportati ai compensi previsti per il settore dei pubblici esercizi, subiranno le
stesse modifiche che verranno apportate a questi ultimi.
Art. 13: Durata dell’accordo
Il presente accordo si riterrà valido dalla data di sottoscrizione fino al 31 dicembre 2000 e si intenderà tacitamente
rinnovato di anno in anno, salvo disdetta di una delle parti, che dovrà essere comunicata almeno due mesi prima della
scadenza a mezzo lettera raccomandata.
Art. 14: Controversie
Ogni controversia che dovesse sorgere in ordine alla interpretazione ed esecuzione del presente accordo sarà sottoposta alle valutazioni ed alle conseguenti determinazioni di un Comitato Paritetico appositamente nominato, di comune
accordo, dalle parti.
AVVERTENZA: QUESTO ACCORDO ASSUME VALIDITA’ SOLO SE L’ORGANIZZATORE DEL CONCERTO E’
L’ENTE ECCLESIASTICO (PARROCCHIA, ABBAZIA, RETTORIA, SANTUARIO, FABBRICERIA O ALTRO);
NON VALE IN ALTRI CASI, SPECIE IN QUELLI DI RICHIESTA DI OSPITALITA’ DEL LUOGO SACRO.
Roma, 22 dicembre 1998
Dott. Luciano Villevieille Bideri
Camillo Card. Ruini
Presidente della SIAE
Presidente della CEI
(Società Italiana degli Autori ed Editori)
(Conferenza Episcopale Italiana)
Per approfondire l’argomento è possibile consultare il sito ufficiale FENIARCO (Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali) all’indirizzo: www.feniarco.it.
Accordo tra
Società Italiana
Autori ed Editori
e Conferenza
Episcopale
Italiana
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
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AGGIORNAMENTO: ACCORDO C.E.I. - S.I.A.E. Tariffe 2013 ENTI ECCLESIASTICI (C.E.I.)
COMPENSI IN ABBONAMENTO
Numero Abitanti
TIPO DI STUMENTO
FINO A 1.000
O APPARECCHIO
Strumenti musicali (tipo 1)
DA 1.001 A 2.000
DA 2.001 A 6.000
OLTRE 6.000
€
25,90
€
25,90
€
29,90
€
40,10
Filodiffusione, Lettori NM, CD,
Multimediali (tipo 2, 8, 9, 13)
€
29,20
€
57,90
€
68,00
€
110,10
TV a colori (tipo 5)
€
38,80
€
77,50
€
95,90
€
214,20
Juke-box (tipo 6)
€
58,50
€
58,50
€
58,50
€
58,50
Video juke-box (tipo 7a)
€
152,40
€
152,40
€
152,40
€
152,40
Lettori VHS e DVD (tipo 7b)
€
114,20
€
228,40
€
228,40
€
228,40
Radio (tipo 3)
Locandina “Percorsi Corali” Atelier
di Canto voci miste e gospel 2012
Nella tabella di
questa pagina
ACCORDO C.E.I. - S.I.A.E Tariffe 2013 Enti Ecclesiastici
l’aggiornamento
A MANIFESTAZIONI GRATUITE
TERRITORIALITA’
PUNTI SPETTACOLO
delle tariffe per
COMPENSI FISSI
giornate di effettivo spettacolo
Compenso DEM giornaliero
numero abitanti
FINO A 1.000
l’anno 2013,
riferite
UNICO
DA 1.001 A 2.000
UNICO
DA 2.001 A 6.000
FINO A 2
DA 6.001 A 10.000
FINO A 2
OLTRE 10.000
FINO A 3
fino a 3 giorni
€
79,50
fino a 4 giorni
€
118,10
fino a 7 giorni
€
160,90
fino a 11 giorni
€
226,90
fino a 18 giorni
€
348,30
B MANIFESTAZIONI NON GRATUITE
COMPENSI MINIMI
Per le manifestazioni NON GRATUITE il compenso minimo (che deve intendersi per manifestazione e non giornaliero) viene determinato applicando sulla base di calcolo, la percentuale propria della tipologia del trattenimento con i COMPENSI MINIMI rapportati al
75% dei COMPENSI FISSI.
C TRATTENIMENTI OFFERTI NEL CORSO DI GITE TURISTICHE O CULTURALI
Nel caso di gite di durata inferiore alle 18 ore e organizzate dall’Ente ecclesiastico con offerta di trattenimento musicale, a fronte del
pagamento di un prezzo pro-capite comprensivo anche delle spese di viaggio, di pranzo e/o di cena, il compenso per Diritto d’Autore
è determinato forfettariamente in euro 25,80.
AVVERTENZA: TARIFFE APPLICATE OVE L’ENTE ECCLESIASTICO E’ L’ORGANIZZATORE DEL CONCERTO (RICHIEDENTE)
all’accordo
S.I.A.E. - C.E.I.
ANNO I, NUMERO 1
Pagina 13
PROGETTI REALIZZATI E PROGETTI FUTURI
Cari amici, il 2012 appena concluso è stato un anno pieno di proposte ed attività, che hanno visto tutto il
Consiglio Direttivo e la ComArt impegnati insieme in molteplici iniziative. Ogni appuntamento è stato un momento di
gioia, di sana coralità, di cordialità e di grande qualità e spessore; per queste ragioni abbiamo già preventivato una
serie di appuntamenti per il 2013, contando su una maggiore collaborazione e partecipazione da parte di tutti.
Ecco, in sintesi, il riepilogo delle attività dell’anno 2012:
Gennaio:
Febbraio:
Marzo:
organizzazione Assemblea Generale dei Soci 2012
Assemblea Generale dei Soci 04 febbraio ore 16:00 presso Collegio Valla (Pavia)
Riunione - Incontro con i Presidenti ed i Direttori di Coro provinciali - 17 marzo (Pavia)
Coordinamento attività per progetto “Agonia del Redentore” di Franco Vittadini
Aprile:
Cori di classe (Rassegna cori di bambini) - 28 aprile (Pavia Aula Magna Università) con 10 gruppi corali
Maggio:
Coordinamento della pubblicazione “L’Italia s’è desta”
Giugno:
Concerto per XXX anniversario “Festa della Musica” ed incontro con Bepi De Marzi - 21 giugno
(Godiasco - Salice Terme)
Luglio/Agosto: nessun appuntamento
Settembre:
Inizio corso direttori di coro, Accademia Musicale Stradella
Cori di Piazza, 30 settembre, Vigevano, Sala dell’Affresco Castello Sforzesco,
Ottobre:
Canti e Cantori: 12 ottobre, Lezione concerto sulle musiche della Settimana Santa (San Luca, Pavia)
Relatore Enrico Vercesi
Cori partecipanti: Gli Ottomisti (Pavia), Schola Regina Pacis (Scorzoletta di Pietra de’ Giorgi)
Percorsi corali: GOSPEL (atelier di gospel con Alessandro Pozzetto) 20 ottobre ore 10:00
Percorsi corali: SACRA (atelier di polifonia sacra con Enrico Vercesi) 20 ottobre ore 10:00
Novembre:
Termine corso direttori di coro e Concerto Finale diretto dai corsisti - 16 novembre (San Luca, Pavia)
Dicembre:
Canto per te, 02 dicembre, Belgioioso Casa di Riposo
Alessandro Pozzetto durante
l’atelier “Percorsi corali” Gospel
2012
CantInsieme è il
Ed ecco in breve il working - plan 2013:
Gennaio:
Febbraio:
Marzo:
Aprile:
Maggio:
non sono previste manifestazioni
Assemblea Generale dei Soci sabato 16 ore 16:00 presso Collegio Valla (Pavia)
non sono previste manifestazioni
Cori di classe (Rassegna cori di bambini) - 20 aprile ore 15:00 e 17:00 (Pavia-Teatro Salesiani)
Percorsi corali: SACRA (atelier di polifonia sacra con Enrico Vercesi) 4 maggio ore 10:00
CantInsieme (Rassegna musicale-cori musica sacra) – 18 maggio ore 21:00 sede da definire
Giugno:
Concerto Italian Gospel Choir (Concerto coro gospel nazionale -Piazza Duomo Pavia) - 1 giugno
CantInsieme (Rassegna musicale-cori musica alpina/popolare) – 22 giugno ore 21:00 (Vigevano)
Percorsi corali: ALPINA (atelier di musica pol.alpina/popolare con Bepi de Marzi)
Luglio/Agosto: non sono previste manifestazioni
Settembre:
CantInsieme (Rassegna musicale-cori musica lirica) – 21 settembre ore 21:00 (Garlasco)
Ottobre:
Inizio corso direttori di coro
Percorsi corali: GOSPEL (atelier di gospel con Alessandro Pozzetto) sabato 12 ore 10:00
Novembre:
Termine corso direttori di coro e Concerto Finale
Concerto: Agonia del Redentore di Franco Vittadini (partecipazione aperta a tutte le corali).
Dicembre:
CantInsieme (Rassegna musicale-cori musica sacra) – sabato 14 ore 21:00 sede da definire
CantInsieme (Rassegna musicale-cori gospel) – sabato 7 ore 21:00 (Belgioioso/Rivanazzano)
Inoltre, in previsione, per il 2014:
Novembre 2014:
Liturgica: Messa in onore di Santa Cecilia a Pavia
(con i cori delle Diocesi di Pavia, Vigevano, Lodi e Tortona)
progetto che
coinvolgerà
molti nostri cori,
raggruppati per
genere
musicale, in
varie rassegne
provinciali
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
Pagina 14
INCONTRO: BEPI DE MARZI
Pubblichiamo questa interessante intervista al maestro Bepi De Marzi su gentile concessione del Maestro Mauro Zuccante che lo ha incontrato per la rivista “Choraliter”, n. 37, Ed. FENIARCO, Gennaio-Aprile 2012 ed inoltre pubblicata sul
blog http://www.maurozuccante.com/wordpress/
M. Zuccante: Innanzitutto, grazie, maestro Bepi, di aver accettato di colloquiare con me. Sono sicuro che i lettori
di Choraliter gradiranno approfondire, attraverso le tue stesse parole, alcune delle tematiche inerenti alla tua opera. Un
capitolo cospicuo della tua produzione raccoglie i canti di ispirazione popolare legati, più o meno direttamente,
all’ambiente alpino. A distanza di diversi decenni dal suo fiorire, ed in un momento che coincide con il compiersi di un
arco generazionale, prova a tracciare un bilancio della stagione dei cori di montagna.
B. De Marzi: A Milano c’è un coro di poche ma ottime voci molto giovani. Il repertorio che propone, eseguito con fedeltà
e accuratezza, è quello classico, elaborato a Trento dai Pigarelli, i Pedrotti, poi i Mascagni, i Dionisi e l’ispiratissimo grande pianista Benedetti Michelangeli. Chiedere a questi giovani “perché cantano” potrebbe essere illuminante per capire
l’attuale situazione corale. La montagna? In montagna non si è mai cantato così. Nelle valli alpine, questo genere vocale
e armonico è arrivato dalle città con l’escursionismo. Alla fine degli Anni ’60, in un convegno a Cortina, si è detto che i
cori maschili erano tutti “trentinizzati”. Ma se non ci fosse stato il Coro della SAT, nessun coro maschile sarebbe sorto
nel secondo dopoguerra. Questo è un tempo sospeso, dove nell’incertezza del futuro si propone di tutto. Ma io vorrei
tornare a quel “perché”, ben sapendo che rimarrebbe senza risposta. E non basta ricordare la celebre frase “perché la
montagna è là!”. L’alpinismo classico è finito da tempo. Anche l’escursionismo di massa. Oggi si va nei boschi con il
fuoristrada e sui sentieri con la moto da cross. E mi viene da piangere.
M. Zuccante: Alcuni detrattori ti accusano di confondere i generi. I tuoi canti sarebbero invenzioni personali che rischiano di contaminare la purezza e l’autenticità del repertorio storico di tradizione orale, esito di operato anonimo e collettivo. Premesso che l’intero repertorio dei cori alpini è, di fatto, un’invenzione, pensata per le sale da concerto – a partire
dal modello-SAT –, condividi l’idea che l’apporto creativo dell’artista-individuo giochi, invece, un ruolo determinante, ai
fini della sublimazione poetica dei contenuti e delle storie raccontate nelle cosiddette canzoni popolari?
B. De Marzi: Nel mirabile repertorio SAT ci sono dei generici canti d’autore che nessuno ha mai discusso perché proseguono dallo stile riconosciuto. Molte delle mie storie cantate dicono della mia partecipazione alla vita sociale, gridano la
mia indignazione, invitano al rispetto della memoria, alla pace. Nella tradizione, non mi sono mai posto il problema della
purezza, consapevole che un canto autenticamente popolare viene falsato appena lo si tocca, appena lo si elabora
armonicamente e vocalmente. Certo: il mio modello iniziale è stato il coro trentino con i suoi inimitabili musicistiarmonizzatori. Oh, le armonizzazioni! Si è sempre parlato solo di armonizzazioni, per i nostri repertori. Mi intenerisce
sentire tanti coristi delle centinaia di gruppi maschili che, nominando Beethoven, dicono che ha fatto “nove armonizzazioni”. Un coro piuttosto noto, nel registrare “La contrà de l’acqua ciara” ha scritto: “Testo di Giuseppe De Marzi, armonizzazione di Bepi De Marzi”. C’è ancora della confusione, qua e là. I detrattori? Dicono che sono “troppo semplice,
troppo cantabile, tardoromantico”; scrivono che non pratico le dissonanze, che ignoro la tecnica moderna. Ma le cattiverie più organizzate sono venute dai cacciatori dopo che ho scritto “La Sisilla”, e soprattutto “Scapa, oseleto”, Scappa,
uccellino, violino della siepe…
M. Zuccante: Il tuo linguaggio musicale esclude ogni sorta di complessità e persegue piuttosto la via della linearità nella
scrittura, della semplicità espressiva e dell’immediatezza comunicativa. Sia nella prestazione esecutiva che in quella
della percezione, insomma, le tue canzoni si attengono a quello che potremmo definire un “lessico popolare”. Eppure mi
pare che qua e là affiorino modelli di origine colta. Tra gli altri esempi, mi vengono in mente la policoralità di Pavana,
l’esordio in stile imitato di Nikolajewka, gli stretti ritmici presenti nelle ultime righe di Sanmatìo. Qual è dunque il debito
che ti vincola alla formazione di musicista colto?
B. De Marzi: Grazie per essere entrato nel giusto significato del mio lavoro. L’immediatezza comunicativa me la impongo
continuamente perché mi chiedo: “Chi canterà le mie storie? uomini, donne, ragazze, ragazzi che per lo più non sanno
leggere la musica…”. Ecco: voglio facilitare il loro impegno. Potrei elaborare tessiture più complesse, certo. Ma a me
basta, come diceva il mio grande amico Rigoni Stern “fare compagnia a qualcuno” con le mie storie cantate. Però vorrei
che dai concerti corali si uscisse con la memoria di qualche passaggio melodico, di qualche motivazione poetica e sociale, per continuare a vivere la tormentosa felicità di quel “perché”. Ciò che ho scritto lungo gli anni è stato dettato in parte
dai miei studi giovanili, che sono anche i tuoi. Venendo dal conservatorio e operando nella musica nei diversi campi, ci
si lascia tentare dalle grandi forme polivocali, pur se consapevoli che tutto il meglio sia già stato realizzato.
M. Zuccante: Tra le qualità più apprezzate nelle tue creazioni c’è quella di una semplice, ma attraente e coinvolgente
vena melodica. Ritieni che questo sia il dato che più di ogni altro favorisca la popolarità del tuo repertorio?
Giuseppe detto “Bepi” De Marzi,
stimato Direttore del Coro “I
Crodaioli”, conosciuto e stimato
Compositore
Vorrei che dai
concerti corali si
uscisse con la
memoria di
qualche
passaggio
melodico, di
qualche
motivazione
poetica e sociale.
ANNO I, NUMERO 1
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B. De Marzi: Ne ho la certezza. “Cosa fai di mestiere?”, mi ha chiesto un mite fraticello della Verna nel tempo in cui
ancora andavo a confessarmi. Di solito, a chi mi fa una simile domanda rispondo “faccio l’idraulico”. Quella volta,
lassù, non potevo mentire:: “Il melodista”, ho risposto. “Oh, Gesù, e che mestiere sarebbe?”. Proseguendo dai pensieri
precedenti, confermo il mio costante impegno nel realizzare piccole immagini cantate, facili da memorizzare. Molti dei
miei canti vengono da tempo accompagnati con la chitarra o con altri strumenti. Vivono perciò per la sola melodia. A
Lourdes, una volta che facevo servizio in un pellegrinaggio, mi sono avvicinato a dei coristi italiani che intonavano un
mio mottetto con organo. “Lo sa anche lei?”, mi hanno chiesto. Sono queste, le piccole e inattese felicità.
M. Zuccante: Tra le tue canzoni, La contrà de l’Acqua ciara è quella che preferisco. Ogniqualvolta mi capita di ascoltare questo struggente motivo, la familiarità con i luoghi, in cui entrambi viviamo – ora ahimè imbruttiti da scempi indecenti -, accresce la partecipazione emotiva. L’amara malinconia di questa canzone consolida in me l’immagine di Bepi
De Marzi cantore dell’inesorabile fine del mondo contadino-montanaro veneto. Mi sbaglio?
B. De Marzi: Mi conosci bene, ma bene. La mia è una infinita disperazione. Io, il “perché” l’ho sempre avuto, l’ho sempre espresso in diversi modi. Piango un mondo umiliato e offeso. Urlo anche per lo scempio delle città: “Come fosse
morto il mondo, se la città d’autunno non ha più foglie gialle nei viali di cemento nero. Le foglie non sono mai nate, son
rimaste nel cuore dei rami duri come pietra …”. Questo canto ha sorpreso i miei amici milanesi. Nella contrada che ho
cantato, come in altre delle nostre montagne, ora vivono molti immigrati; e sono tornati i giochi dei bambini, magari in
lingue diverse. Ecco un’altra felicità che consola i miei giorni inquieti.
M. Zuccante: Hai percorso la tua carriera a fianco di una nutrita schiera di musicisti, con i quali hai condiviso con successo un progetto di crescita e valorizzazione del canto corale. Quali, tra i compositori e direttori di coro della tua generazione, consideri più affini alla tua esperienza artistica?
B. De Marzi: Ho conosciuto e ammirato le dilatazioni vocali di Malatesta, le seduzioni armoniche di Bon, il sapiente
fervore di Agazzani, la nobiltà internazionale di Gervasi, la passione popolare di Vacchi, l’arguzia di Corso, la poliedricità di Bordignon, il puntiglio popolare di Vigliermo, l’acutezza di Leydi. Ma il mio pensiero riconoscente va ai miei maestri di pianoforte, di organo, di composizione. E quanti sogni! Determinante è stato il mio entrare nei Solisti Veneti
come clavicembalista e organista. Da Claudio Scimone ho imparato che nella musica non si deve mai finire di cercare,
cercare e cercare. Anche nel dirigere i cori per Vivaldi, Mozart o Beethoven, il mio fraterno amico e maestro padovano
ha sempre cercato la chiarezza per una emozionante comunicazione. Bandito l’intimismo, ha cercato, e ancora cerca,
di parlare al mondo, di illuminarlo, di renderlo migliore. Si può fare con Vivaldi, con Bach! Ma anche con Pigarelli. Mi ha
incoraggiato e aiutato Silvio Pedrotti, proprio il grande Silvio che ora più nessuno ricorda. Lui sì che manifestava il
“perché” del cantare in coro. “Non basta cantare: bisogna far pensare”, mi ha scritto affettuosamente quarant’anni
orsono.
M. Zuccante: Vorrei ora mettere a fuoco un paio di punti sul tuo ruolo di direttore di coro. I Crodaioli di Arzignano sono
la fucina presso la quale hai plasmato gran parte delle tue creazioni. Mi sembra di cogliere in questo complesso vocale anche una certa originalità timbrica. Quali sono a tuo avviso i connotati fonici che distinguono I Crodaioli nel panorama dei cori alpini?
B. De Marzi: Forse eravamo un coro alpino. Le mie prime 6 raccolte pubblicate dalle Edizioni Curci avevano l’unico
titolo “Voci della montagna”. Per la vocalità, è risaputo, bisogna adattarsi alle voci disponibili, plasmandole per la soluzione migliore nell’amatorialità. Nelle tre raccolte seguenti ci sono anche dei rifacimenti, delle rielaborazioni. Qualche
canto tra i più diffusi l’ho proposto addirittura all’unisono. Ho creduto nella vocalità vagamente aggressiva, intensa,
per una varietà dinamica tendente a provocare emozioni. Ultimamente ho un poco attenuato questo atteggiamento.
Mi ripeto nel dire che questo è un momento di attesa. Perciò, rimanendo nel presente, dopo una pausa di un paio
d’anni abbiamo deciso insieme di mutare l’impostazione vocale limitando l’estensione sui modelli polifonici a voci
uguali. Ora i tenori primi hanno un timbro pieno e reale, non più di “falsetto”. Le armonie sono più intense con le voci
“vicine”.
M. Zuccante: C’è un particolare nel tuo modo di condurre il fraseggio che mi ha sempre incuriosito. Quello cioè di
“tirare la frase” senza interruzione e, alle volte, con alquanta lentezza, mettendo a dura prova le voci nel sostenere i
suoni; quasi volessi cercare una continuità sonora in grado di oltrepassare i limiti del respiro. Penso ad un brano come Bènia Calastoria. Mi chiedo se si tratta di emulazione di sonorità strumentali, come possono essere, ad esempio,
quelle dell’organo. Insomma, vezzo o scelta motivata da ragioni espressive?
B. De Marzi: Forse hai ascoltato qualche mio canto dai cori che non fraseggiano chiaramente. Benia Calastoriaha i
respiri ben segnati. La mia esecuzione può dare l’impressione della continuità che tu sottolinei, ma è solo
un’impressione perché c’è un pedale continuativo affidato prima ai bassi, poi ai baritoni, che riempie le brevissime
sospensioni dei respiri. Pur usando per lo più l’omoritmia, tengo molto alle possibilità umane per un fraseggio naturale. Non ho mai contato i canti che ho fatto. Ma ci sono pedali all’alto, bassi ostinati, forme cicliche … La nona raccolta,
“Non basta
cantare:
bisogna far
pensare”! Così
mi scriveva il
grande Silvio
Pedrotti
quarant’anni fa.
“NEWSLETTER”
RIVISTA DI MUSICA CORALE
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edita sempre dalla Curci di Milano, contiene anche un canto in tre movimenti, Brina Brinella. C’è un Largo come introduzione, un Corale-Andante e una Fuga-Vivace costruita con soggetto, controsoggetto, modulazioni, divertimenti e
stretti. In questo caso, il “perché” sta nel raccontare l’ansia del contadino per il raccolto minacciato dalle improvvise
gelate primaverili.
M. Zuccante: Un lato non secondario della tua poliedrica personalità è rappresentato dalla vis polemica con la quale
affronti pubblicamente tematiche relative alla vita musicale e non. Vorrei riservare ad esso le ultime riflessioni. Tralascio, e rimando ad una prossima puntata, lo spinoso argomento della musica liturgica, pur sapendo quanto ti
stia a cuore e quanto ti sia speso per tutelarne il decoro. Qualche tempo fa fecero un certo scalpore alcune tue apocalittiche previsioni in merito al futuro del canto corale. Tra le altre, leggo queste affermazioni: «Il mondo corale amatoriale sta attraversando una profonda crisi, ma non solo per la mancanza di voci giovani, bensì per la confusione dei repertori. I testi in italiano non interessano più, tanto meno quelli nei vari dialetti». Sei ancora convinto di tutto ciò?
B. De Marzi: Manca la curiosità e la caratterizzazione. Il problema del ricambio delle voci nei cori maschili è sempe più
sentito. Mi preoccupavo però della perduta dignità dei complessi corali che proponevano espressioni senza precise
motivazioni. I cori misti nascono e si spengono in continuazione anche per la mancata ricerca di una personalizzazione. Per la musica sacra, e spero che se ne parli presto a più voci in queste pagine, non c’è niente da fare: siamo da
tempo nel degrado. Le messe sono ovunque un’avventura locale e i canti prediligono i versi tronchi in “ai, ei, oi, ui”. Le
musiche? Impera la “non melodia”. Hanno inventato la cantillazione, un recitativo con effetti esilaranti.
M. Zuccante: Infine, vorrei dire che reputo meritoria la tua indefessa azione di denuncia del degrado socio-culturale in
cui siamo sprofondati da un paio di decenni a questa parte. Pensi che la crisi eclatante e finalmente riconosciuta ad
ogni livello, si possa ergere a spartiacque tra un’epoca di infimo decadimento ed una nuova stagione di rigenerazione
morale e riscoperta di valori culturali, morali e sociali più autentici? Insomma, c’è una speranza dietro l’angolo, o no?
B. De Marzi: Mia mamma era di Milano e mi diceva come “i veri milanesi non sono mai indifferenti davanti alle vicende
del mondo”. La mia amata Milano, però, ha perduto molto del suo cosmopolitismo per diventare una specie di bigottificio provinciale. Mio papà, per il suo lavoro di tecnico elettromeccanico, aveva l’abbonamento per tutta la rete ferroviaria italiana e mi diceva: “Non accontentarti mai di ciò che ti dicono: vai a vedere e racconta la verità”. Per uscire da
questo grigiore qualunquistico c’è solo da sperare nell’Europa, dove dobbiamo portare il calore della nostra rinnovata
poesia.
MAURO ZUCCANTE
Dal prossimo
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Newsletter è la rivista on-line di musica corale creata ed edita in proprio da U.S.C.I. Pavia.
Anno I - Numero 1
Direttore Responsabile: Enrico Vercesi
Hanno collaborato a questo numero: Gilberto Massarotti, Enrico Vercesi, Mauro Zuccante.
Gli articoli ed i contributi scritti possono essere inviati in formato elettronico agli indirizzi mail sotto indicati e la
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