Progetto “Biodiversità? Salviamola mangiandola!” Il “Parco delle Ortensie” (genere botanico “Hydrangea”) Questo piccolo “Parco” destinato a far rivivere quella che un tempo era una delle più belle stazioni ferroviarie di paese d’Italia, la stazione di Orta – Miasino, rappresenta anche una moderna attività culturale, destinata a far conoscere al grande pubblico un fiore molto amato ma conosciuto in un numero estremamente limitato di specie. Al mondo esistono invece circa 80 specie di ortensie in centinaia di varietà. Il nostro Parco come tutto il territorio dell’alto Novarese e del Verbano gode di condizioni ottimali per la crescita di questi fiori. Dispone cioè di terreni acidi, i preferiti dalle ortensie. Questo Parco sarà in “continuo divenire” modificandosi sia per fioriture e colori sia per numero di specie e varietà, ed è destinato a crescere negli anni. Cosa sono le Ortensie Con il nome di "Ortensia" si comprendono tutte le piante appartenenti al genere botanico “Hydrangea” sia arbustive che rampicanti e legnose originarie e particolarmente diffuse nelle regioni orientali dell'Asia e dell'Himalaya, ma anche in America. Le ortensie hanno fusto legnoso e foglie dentate o lobate in genere opposte e disposte in numero di tre per ogni nodo. I fiori sono riuniti in infiorescenze più o meno sferiche dette corimbi o pannocchie, per la maggior parte sterili. Le infiorescenze sono di diversi colori in parte a causa del patrimonio genetico della pianta, mentre in altri casi la colorazione dipende in parte dal terreno – acido o basico – su cui crescono. In effetti sui terreni acidi tendono ad assumere una colorazione azzurra o viola mentre sui terreni calcarei diventano di colore rosa o lilla. Classificazione botanica Regno: Plantae Sottoregno: Tracheobionta (piante vascolari) Divisione Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Subclasse Rosidae Ordine: Rosales Famiglia: Hydrangeaceae Genere : Hydrangea Specie: esistono circa 40 specie di Hxdrangea, ognuna rappresentata da parecchie varietà. Ne parleremo diffusamente qui accanto. Perché le ortensie La scelta del fiore non è casuale. Il suo nome “Hortensia” si rifà al nome “Hortus” da cui deriva anche il nome della nostra città, “Hortus conclusus” oggi “Orta”. L?Hortus Conclusus era un tempo l’orto dei monaci, quello in cui essi coltivavano con amore, ma soprattutto curiosità ortaggi e fiori, sperimentando e scoprendo lentamente l’alimentazione naturale, le piante medicinali, le piante pericolose per la salute. Non è un caso che la genetica, la scienza che studia come i caratteri degli individui si tramandano da padre – e madre – in figlio sia stata scoperta proprio da Mendel, un monaco cecoslovacco che sperimentava incroci fra piante di pisello per stabilire da cosa dipendesse il colore del fiore. Le ortensie del nostro Parco si presentano in decine di varietà e forme. Le abbiamo scelte perché, essendo noi abituati a vedere sempre uno stesso tipo di ortensia, scoprire di colpo come questo fiore possa apparire diverso nelle sue altre varietà, e quanto siano belle queste “strane” ortensie, ci costringerà a meditare sull’importanza di salvaguardare la Biodiversità in agricoltura, di salvaguardare, nel caso specifico grazie alla loro bellezza, fiori in grado di alimentare molte specie di insetti. Ortensie e Biodiversità Lo sapevate che il vero fiore nell’ortensia che tutti conosciamo è quella pallina al centro dei petali? Lo sapevate che soltanto il fiore “vero” produce polline, nettare e profumo e può quindi attirare e “dar da mangiare” agli insetti? Guardate le nostre ortensie: quelle che hanno il “fiore” don i petali soltanto attorno alla corolla sono formate, al centro, da moltissimi piccoli “fiori veri” che producono polline e nettare. Le nostre ortensie da giardino invece hanno moltissimi fiori a petali colorati ma pochissimi “fiori veri”. Per gli animali che si nutrono di polline e nettare rappresentano quasi un deserto in cui si rischia di morire di fame…….. Ogni fiore che decidiamo di coltivare nel nostro giardino può offrire cibo e riparo a innumerevoli piccole creature. Aiutiamole aiutando la biodiversità. Coltivando la biodiversità. Il mondo diverrà più bello ed i nostri giardini….pure. Ortensie in cucina? Lo sapevate che esiste il The di ortensia? Una delle feste nazionali in Giappone è Hana Matsuri, la festa dei fiori che cade ogni anno l’8 di aprile e con la quale si celebra la nascita del Buddha. Secondo la leggenda Buddha nasce nel giardino di Lumini, nell’estremo sud dell’odierno Nepal. Appena nato, Buddha fa sette passi, indica in alto ed in basso e dice: “ Sono solo in cielo e sulla terra”. Poi nove draghi discendono dal cielo e lo battezzano con acqua pura. In questo giorno ogni tempio buddista prepara una Hanamido (sala dei fiori) sul terreno intorno al tempio, piena di fiori di ogni colore al centro della quale viene posta una statua del Buddha alla nascita. La cerimonia si basa su un rito chiamato Kambutsu-è, durante il quale la statua viene lavata con tè dolce (amacha, da “ama” = dolce e cha – si legge “scià”= the) ottenuto da foglie di particolari tipi di ortensie: la miniatura del Buddha, in bronzo, viene piazzata al centro di un fiore di loto ed ogni persona versa un po’ di questo infuso sulla statua per tre volte con un cucchiaio di bambù. Il tè dolce rappresenta l’acqua pura versata sulla testa del Buddha dai draghi. L’infuso viene fatto con foglie seccate di particolari hydrangee, le cui foglie sono ricche di una sostanza naturale edulcorante che dà all’infuso il caratteristico sapore dolciastro tanto da essere state usate come dolcificante prima dell’introduzione dello zucchero. Gli addetti al tempio preparano litri di questo tè e lo distribuiscono ai visitatori che lo portano a casa per berlo insieme alle loro famiglie. Nel passato la gente pensava che questo tè avesse poteri magici: usavano l’amacha come inchiostro per scrivere delle formule magiche che poi venivano appese al portone di casa per tenere lontani serpenti ed altri insetti ed animali sgradevoli. Le varietà di ortensie del gruppo amacha sono più di dieci e sono tutte ascrivibili alla specie Hydrangea serrata,conosciute in Giappone col nome yama ajisai (ortensie di montagna); la maggior parte di esse ha foglie strette con superficie opaca e portano infiorescenze di tipo lacecap, bianche, rosa o blu. Sono più o meno tutte localizzate sulle montagne del centro e nord del Giappone. Il tè più dolce si ottiene dalle lunghe foglie di ‘Nagaba amacha’ che cresce nel centro dell’isola di Honshu. Un’altra varietà utilizzata era ‘Koamacha’ (ortensia da tè piccola). Introdotta da von Siebold nella sua ‘Flora Japonica’, le foglie di questa pianta sono molto piccole ed i sepali rotondi e quasi rossi. Anche il peduncolo della foglia e gli steli hanno lo stesso colore rossiccio. Attualmente questa pianta non è più tanto usata, perché vengono preferite piante con foglie più grandi che garantiscono un raccolto più abbondante. Il nostro Parco delle Ortensie diventa quindi un contenitore di attività culturali tese sia a far riflettere sulla biodiversità, sia alla presentazione botanica, sia a quella storica. Diventa infatti anche un luogo dove ripercorrere la storia dell’ortensie in Europa e in Italia dal 1736, quando furono per la prima volta importate dal Giappone, ad oggi. Una collezione permanente di specie e varietà di Hydrangea nata a partire dal 2010 ed ideata dal Consorzio Pro Loco del lago d’Orta e Alto Novarese, in collaborazione con il Vivaio Paoli Borgioli di Firenze, specializzato in ortensie, che è anche autore delle spiegazioni che forniamo sotto per le varie specie, spiegazioni che potranno tornare molto utili a chi voglia cimentarsi con la coltivazione di queste piante. Si tratta di una delle rare collezioni pubbliche esistenti in Italia. Presenta al momento quarantacinque varietà per un totale di una settantina di piante e verrà arricchita di anno in anno. Le varietà che potete osservare nel “parco delle Ortensie” alla stazione ferroviaria di Orta San Giulio – Miasino Le spiegazioni sottostanti danno indicazioni generali di coltivazione. Potete identificare le ortensie della specie descritta in base ai numeri riportati nel testo davanti al nome di ogni varietà di tale specie coltivata in questo parco. Esempio: Hydrangea arborescens: 2. Annabelle Significa che troverete la varietà “Annabelle” della specie “Hydrangea arborescens accanto al paletto che reca il numero “2”. Tale varietà, se deciderete di acquistarne una, andrà coltivata in base a quanto descritto alla voce “Hydrangea arborescens”. Per acquistare le diverse varietà di ortensie che vedete – o altre ancora Vivaio Paoli Borgioli Ortensie antiche e da collezione Via di Scandicci, 265 - Firenze – Italia Tel. +39 055-715885 www.pbortensie.com e-mail [email protected] oppure [email protected] Hydrangea, Specie arborescens: Hydrangea Arborescens originaria degli Stati Uniti orientali, è stata la prima ortensia ad essere introdotta in Europa , più precisamente in Inghilterra nel 1736. E’ un arbusto più rustico di molte altre ortensie: decidua, dal portamento eretto , può raggiungere anche i 3 m, ma di solito oscilla intorno a 1-1.5 m. L’infiorescenza è un corimbo che parte piatto per poi gonfiarsi fino ad ottenere una forma globosa di colore bianco. Fiorisce da metà giugno fino ai primi freddi con una buona scalarità nella successione dei fiori. La foglia è ovata, con margine seghettato e con una consistenza più sottile della macrophylla (vedi di seguito). Entrano nel periodo vegetativo più tardi e fioriscono sulla vegetazione dell’anno: da ciò consegue una notevole versatilità nella potatura, come per le pani culate (vedi di seguito), e non sono assolutamente sensibili alle gelate tardo-primaverili. Il fiore, come anche quello delle altre specie descritte, può essere reciso ed essiccato per composizioni. Tra quelle finora le ortensie descritte, sicuramente le arborescens sono fra le meno esigenti in termini di terreno ed esposizione: si adattano abbastanza bene anche a terreni più ricchi in scheletro e quindi più asciutti e ad esposizioni più assolate. Vi presentiamo le varietà: 1. Hill of snow 2. Annabelle Hydrangea, Specie aspera H.aspera è un’arbusto che si ritrova spontaneo in un areale ampio e molto eterogeneo: Himalaya orientale, Cina centro-occidentale e Taiwan, ma anche più a sud a Giava e Sumatra. Questa specie fu descritta da D.Don nel 1825 ed introdotta in Inghilterra nei primi anni del ‘900. Sia i fusti che le foglie sono coperte da una peluria di consistenza diversa a seconda della varietà; le foglie variano in dimensione dai 5 ai 30 cm di lunghezza, di forma da lanceolata ad ovata e di colore verde scuro. Da luglio in poi si ricopre di grandi corimbi che raggiungono i 25 centimetri di diametro e risultano composti da fiori fertili blu intenso all’interno e fiori sterili rosa-lillà o bianchi all’esterno. Rustica, sopporta anche i –15 C° e predilige posizioni di ombra luminosa, ben tollerando anche l’impianto in terreni non acidi. La potatura è limitata al contenimento e pulizia della pianta. Per quanto riguarda H.villosa è ancora aperta la questione del suo collocamento tassonomico: fino a poco fa veniva considerata come una varietà di H.aspera, mentre adesso, dopo alcune comparazioni sul DNA, si tende a considerarla una specie a sé stante portandosi dietro come proprie alcune cultivar prima assegnate a H.aspera. Particolarmente importante l’impianto in posizione ombreggiata, pena la comparsa di evidenti bruciature sul margine fogliare. E’ consigliabile non rimuovere i fiori secchi dalla pianta durante la stagione fredda: oltre a proteggere le gemme dal gelo essi rimangono esteticamente apprezzabili e decorativi. Assicurare alla pianta spazi sufficienti al suo pieno sviluppo. Il colore dei fiori non cambia con il variare del pH del suolo. Vi presentiamo la varietà: 3. Subspecies Macrophylla Hydrangea, Specie involucrata graziosa specie originaria di Formosa e del Giappone, dove cresce spontanea in alcune zone dell’isola di Honshu, Pianta decidua, di sottobosco, cresce ad altitudini che vanno dal livello del mare fino a 1500 metri. Il suo nome trae origine dall’involucro, composto da sei foglioline, che racchiude il boccio, formando una piccola sfera ( “tama” in giapponese ). Le foglie sono verde opaco, ruvide e tormentose. Raramente supera il metro in altezza, ma risulta essere un arbusto di rara bellezza in tutte le sue varietà e di particolare interesse sia per l’epoca di fioritura (da agosto in poi) che per la straordinaria durata della stessa. Preferisce essere coltivata in zone un po’ riparate e ombrose. Introduzione in Europa, nei primi anni del ‘900. La posizione ben ombreggiata è fondamentale per questa specie, poiché il sole, anche nelle ore del giorno in cui non è particolarmente aggressivo, può marginare la foglia di secco. E’ buona abitudine lasciare i fiori secchi sulla pianta durante l’inverno, poiché contribuiranno a proteggere le gemme a fiore dal gelo. Vi presentiamo la varietà: 4. involucrata - involucrata Hydrangea, Specie macrophylla: E' l’hydrangea più conosciuta. L’altezza media è di 1,50 – 2,00 metri, ma molte cultivar possono agevolmente superarla. Considerato il gran numero di varietà e cultivar, tratteremo brevemente soltanto i caratteri generali della specie. Cresce vigorosa in posizioni di mezz’ombra, ma si adatta bene anche in situazioni un po’ più soleggiate (è comunque sempre meglio evitare le ore in cui il sole è più aggressivo, soprattutto per evitare un precoce invecchiamento dei fiori). Le infiorescenze sono corimbi piuttosto grandi, di forma globosa (mophead) con un gran numero di fiori fertili, oppure di aspetto simile ad un merletto, di forma piatta (lacecap) con fiori sterili esterni e fertili centrali. I colori dei fiori variano dal bianco al rosa,rosso,blu nelle più diverse tonalità. Nessun fiore come l’ortensia è sensibile al terreno, alla sua reazione chimica ed agli elementi in esso disciolti. In suoli acidi otterremo tonalità variabili di blu, in suoli neutri o alcalini i colori vireranno al rosa più o meno intenso. I fiori bianchi resteranno tali, assumendo soltanto delicate sfumature. Il fogliame, di un bel verde brillante più o meno scuro, in autunno si tinge di meravigliose tonalità di giallo e/o rosso. Il margine della foglia è seghettato o dentato. Le prime piante di Hydrangea macrophylla giunsero in Europa intorno al 1880. L’Hydrangea macrophylla fiorisce sui getti dell’anno precedente, quindi non dovrà essere potata in maniera drastica, ma soltanto ripulita e accorciata su quei rami che hanno già fiorito. E’ consigliabile eseguire questa operazione, verso la fine dell’inverno, quando saremo abbastanza certi di non incorrere in eventi temibili come le gelate tardive. Si procede accorciando il ramo che ha fiorito, fino alla prima o seconda coppia di gemme. Verranno eliminati anche i rametti poco vigorosi e sottili e, ogni 3 – 4 anni, si recideranno alla base, i grossi e vecchi rami. Interventi di potatura più decisi si effettuano per contenere lo sviluppo della pianta, o per eliminare i danni da freddo, dopo una gelata tardiva. L’esposizione a mezz’ombra è senza dubbio la migliore. Si intende, in sostanza, di proteggere la pianta dal sole delle ore più calde. L’ortensia necessita certamente di consistenti quantità di acqua, ma attenzione agli eccessi poiché spesso recano danni più gravi di momentanee carenze. Nel caso in cui l’ortensia venga coltivata in un terreno non acido, si può verificare il manifestarsi della clorosi ferrica , cioè il caratteristico ingiallimento del fogliame, al quale si può facilmente porre rimedio con la somministrazione di sali di ferro prontamente assorbibili (sequestrene) dalla pianta e con l’apporto di sostanze acidificanti (torba, ago di pino,foglia di faggio ecc.). Vi presentiamo le varietà: 5. Hanabi 6. Izu no odoriko 7. Domotoi 8. Mousmee’ 9. Elbtal 10.Libelle 11.Nadeshiko gaku 12.Forever 13.Emotion 14.Messalina 15.Coco 16.Elster 17.Ayesha 18.Mikanba gaku 19.Leucantha 20.Quasimoda 21.Hop corn 22.Ortensis a fiore rosso 23.Ortensis a fiore rosa 24.Schneeball 25.“Bela” 26.Merveille sanguine 27.Heinrichsburg 28.Red beauty Hydrangea, specie paniculata Questa specie è originaria della Cina e del Giappone ed è stata introdotta in Europa da Siebold intorno al 1860. E’ un arbusto deciduo che può raggiungere, in posizioni particolarmente favorevoli, anche i 5m. di altezza e dal punto di vista climatico è molto adattabile, perché cresce dalle zone subtropicali alle zone temperate e sopporta bene le basse temperataure invernali. L’infiorescenza è un panicolo più o meno ramificato ed è la sola ortensia di origine asiatica a portare questo tipo di infiorescenza ( le altre hanno dei corimbi). I panicoli sono formati essenzialmente da fiori fertili e sterili di colore bianco, che, in molte varietà, virano al rosa nella stagione più avanzata. Le ortensie “paniculate” sono piante che hanno molte caratteristiche interessanti in termini di rusticità ed adattabilità:Le paniculate entrano in vegetazione più tardi: riescono in questo modo ad evitare i danni dovuti ad eventuali gelate tardive. Fioriscono più tardi delle altre ortensie: da luglio in poi. Sono molto versatili dal punto di vista del portamento e della potatura: fiorendo tardivamente sulla vegetazione dello stesso anno, possono essere tranquillamente potate nel periodo invernale, anche in maniera drastica, accorciando di molto la vegetazione dell’anno precedente: otterremo così piante dallo sviluppo contenuto e con fiori più grandi. Possiamo intervenire meno, o addirittura non intervenire , se vogliamo arbusti più grandi con molti più fiori, ma di dimensioni più piccole. 29.“Vanille fraise” bianca rossa a cono 30.Dharuma” bianco a cono Hydrangea, Specie quercifolia : Scoperta nel sud-est degli Stati Uniti, fu introdotta in Inghilterra nel 1803. E’ un ampio arbusto deciduo con altezze comprese tra 1 e 2 metri. Il nome di specie deriva dalla particolare forma della foglia che è lobata , più o meno profondamente, ampia, inizialmente di un verde medio che poi scurisce per tingersi in autunno di rosso scuro a partire dal margine verso l’interno .L’infiorescenza è un panicolo bianco crema, che si apre dalla base verso l’apice, con una densità di fiori sterili diversa a seconda della varietà; fioriscono da fine maggio ad agosto con tempi diversi a seconda della zona climatica , esposizione e cultivar. La pianta è molto bella e di grande effetto anche da “spoglia” : in inverno, infatti, mostra il legno sfogliante di color arancio. Anche le quercifolia , come le paniculate, entrano in vegetazione più tardi rispetto alle macrophylla, esponendole meno al rischio delle gelate tardive. Fiorendo solo sulle gemme apicali differenziate nella stagione precedente, è assolutamente da evitare la potatura nel periodo invernale ; se proprio volete contenerle o riformarle , intervenite subito dopo la fioritura .Il fabbisogno idrico delle quercifolia , rispetto alle macrophylla, è sensibilmente inferiore sia per le piante in vaso che in piena terra . Si adattano meglio ad esposizioni più soleggiate e riescono a produrre fioriture più abbondanti se le estati sono abbastanza calde. 31.Alice 32.Harmony 33.Hydrangea quercifolia bianca Hydrangea rampicante All’interno del genere Hydrangea ritroviamo una notevole variabilità sia nel portamento che nelle dimensioni: si va da forme arbustive più o meno aperte alle forme pressoché arboree di H.heteromalla, da alcune cultivar di H.serrata di appena 40 cm alle cultivar di H.paniculata che possono raggiungere anche qualche metro di altezza; all’interno di questa eterogeneità non potevano certo mancare delle ortensie dal portamento rampicante. Tale “habitus” non è caratteristico di una sola specie, ma lo ritroviamo in specie di sezioni diverse e di diversa provenienza geografica: sono rampicanti la maggior parte delle specie della sezione Cornidia, cioè le ortensie sempreverdi originarie degli altopiani del Centro e Sudamerica, ma anche alcune specie asiatiche come la ormai famosa H.anomala subsp. petiolaris, della sottosezione Caliptranthae, e H. integrifolia. Le ortensie rampicanti sono dei veri e propri gioielli per coprire pareti in ombra, dove spesso le alternative si riducono all’edera, con la quale hanno in comune le modalità di adesione alle superfici. Generalmente hanno fioriture delicate e leggere in lacecap bianchi abbastanza irregolari, spesso dolcemente profumati di sambuco, un po’ fugaci ma copiose negli individui ben assestati: sono piante all’inizio un po’ lente, che mettono alla “prova” la pazienza di cui il bravo giardiniere dovrebbe essere ben dotato, ma, quando si sono ben adattate, allora esplodono in tutto il loro vigore vegetativo. La manutenzione è semplice e spesso si riduce ad un’eventuale potatura di contenimento subito dopo la fioritura, 34.Petiolaris var.’Mirranda’ (foglia variegata ) 35.Petiolaris Bianca 36. Schyzophragma Hydrangeoides Bel rampicante imparentato con le ortensie (come dice il nome “Hydrandeoides”) dai rami esili ma folti e dalle infiorescenze lacecap leggermente più grandi della rampicante ‘petiolaris' ed interessanti per la presenza di una brattea che diviene simile ad una foglia bianca. Adatto come rampicante o tappezzante, ha radici avventizie che gli permettono di aderire alle superfici. Le foglie cuoriformi sono di un bel verde scuro che ben contrasta con i piccioli e le venature un po' rossastre. Tra le diverse varietà segnaliamo S.hydrangeoides ‘Roseum' che porta le brattee fiorali di un rosa più o meno intenso a seconda dell'esposizione; predilige la mezz'ombra, ma in climi più freschi ben si adatta anche a posizioni soleggiate. Raggiunge i 150 centimetri circa, ha foglia ovale, acuminata, spessa, con margine dentato. Fioritura in maggio-giugno, Infiorescenza lacecap bianco, fiore rosa Hydrangea, Specie serrata: Graziosa specie arbustiva e decidua, che raggiunge mediamente 1,00-1,50 metri in altezza. Originaria del Giappone (isole di Honshu,Shikoku, Kyushu) e della Corea, dove cresce nei boschi di montagna fino a 1500 metri. La fioritura è compresa tra i mesi di giugno ed agosto. Foglie di forma lanceolata-ellittica, verdi, che assumono tonalità straordinarie di rosso, dalla tarda estate fino all’autunno inoltrato. Le infiorescenze possono essere di tipo lacecap, cioè piatte, con fiori fertili centrali e sterili intorno, oppure sferiche, ma di medio piccole dimensioni. Esistono moltissime varietà, cultivar e ibridi di H.serrata, che in terreni acidi produrranno infiorescenze blu, violetto con innumerevoli e indescrivibili sfumature di colore, in terreni neutri vireranno al rosa. Rustica fino a – 20°, fu introdotta in Europa intorno al 1843. L’esposizione consigliabile è la classica mezz’ombra (come per la H.macrophylla) Anche la potatura ricalca le regole descritte per la H.macrophylla. Per quanto riguarda le eventuali operazioni di contenimento del cespuglio, tenendo presente che questa specie ha uno sviluppo modesto, di solito non sono necessarie. Le necessità idriche dell’ H.serrata, pur essendo apprezzabili, sono inferiori a quelle dell’ H.macrophylla. 37.Forget me not 38.Saishi youto 39.Hoi no hoschi 40.Blue bird 41.Kiyosumisawa 42.Chishima 43.Iyo shibori 44.Preziosa 45.Rosalba