UNIVERSITA’ DI PALERMO C.I. SPECIALITA’ MEDICO CHIRURGICHE II CORSO DI CHIRURGIA PLASTICA TUMORI CUTANEI MALIGNI Prof. Adriana Cordova 2010/2011 ANATOMIA DELLA CUTE • Strato superficiale: EPIDERMIDE • Strato profondo: DERMA, IPODERMA • Annessi Cutanei: GHIANDOLE, PELI, UNGHIE POPOLAZIONI CELLULARI DELL’EPIDERMIDE • CHERATINOCITI: Strato Corneo “ Lucido “ Granuloso “ Spinoso “ Basale • MELANOCITI • C. di LANGERHANS • C. di MERKEL MELANOCITI • CELLULE DENDRITICHE • SINTESI DI MELANINA • SEDE: STRATO BASALE CELLULE DI LANGERHANS • SONO MACROFAGI A LOALIZZAZIONE EPIDERMICA • FORMA DI BACCHETTA O DI RACCHETTA • GRANULI DI LANGERHANS NEL CITOPLASMA CELLULE DI MERKEL • UNITA’ RECETTORIALI SENSITIVE IN INTIMO RAPPORTO CON LE TERMINAZIONI NERVOSE INTRAEPIDERMICHE • GRANULI CITOPLASMATICI CONTENENTI NEUROPEPTIDI • STRATI PROFONDI DELL’EPIDERMIDE DERMA • SUPERFICIALE O PAPILLARE • MEDIO • PROFONDO ELEMENTI COSTITUTIVI DEL DERMA • FIBRE: Elastiche Collagene Reticolari • SOSTANZA FONDAMENTALE • CELLULE PROPRIE DEL DERMA: Fibrociti Fibroblasti • CELLULE MIGRATE NEL DERMA: Istiociti C. Ematiche • • VASI SANGUIGNI E LINFATICI TERMINAZIONI NERVOSE PRINCIPALI ONCOTIPI A LOCALIZZAZIONE CUTANEA CHERATINOCITI Epiteliomi BASO CELLULARI SPINO CELLULARI C. DI MERKEL C.ANNESSIALI MELANOCITI MERKELIOMA CHERATOACANTOMA Carcinomi ANNESSIALI (Ca. eccrino, sebaceo, apocrino etc.) Melanoma CARCINOMA BASOCELLULARE • 50-70% della patologia oncologica nella razza bianca • E’ una neoplasia ad aggressività locale • Non è dimostrata la possibilità di metastasi a distanza • E’ dimostrata l’infiltrazione attraverso zone di minore resistenza (forami di emergenza e guaine dei nervi) FATTORI PREDISPONENTI PER IL CARCINOMA BASOCELLULARE • • • • • Sesso Età Razza Caucasica Fattori Comportamentali Predisposizione Genetica MASCHILE V-VI DECADE FOTOTIPO I –III FOTOESPOSIZIONE GENODERMATOSI (Xeroderma Pigmentoso, S. di Gorlin Golz, Epidermodisplasia Verruciforme) VARIETA’ CLINICHE DI CARCINOMA BASOCELLULARE 1. 2. 3. 4. 5. BASALIOMA NODULARE BASALIOMA PIGMENTARIO BASALIOMA SUPERFICIALE BASALIOMA INFILTRANTE BASALIOMA MORFEIFORME 6. BASALIOMA MULTICENTRICO ASPETTI ISTOLOGICI DEL CARCINOMA BASOCELLULARE Forme Espansili • BASALIOMA SOLIDO • “ ADENOIDEO • “ CISTICO ASPETI ISTOLOGICI DEL CARCINOMA BASOCELLULARE Forma Infiltrante • BASALIOMA INFILTRANTE • “ ANAPLASTICO • “ METATIPICO CARCINOMA BASOCELLULARE FATTORI PROGNOSTICI DI RISCHIO CLINICI • INSORGENZA >2 aa. • DIMENSIONI > 2cm. • CONTIGUITA’ CON ZONE DI MINORE RESISTENZA (NERVI E LORO FORAMI DI EMERGENZA, BULBO OCULARE) CARCINOMA BASOCELLULARE FATTORI PROGNOSTICI DI RISCHIO ISTOLOGICI • SCLERODERMIFORME • ANAPLASTICO • METATIPICO • INFILTRAZIONE PERINEURALE TRATTAMENTO DEL CARCINOMA BASOCELLULARE • CHIRURGIA TRADIZIONALE • ESCISSIONE A 2-3 mm NELLE FORME NODULARI • ESCISSIONE A 6-10 mm NELLE FORME ULCERATE O SCLERODERMIFORMI MOHS MICROGRAPHIC SURGERY (MMS) ESCISSIONI SEQUENZIALI DI SEZIONI TANGENZIALI DI TUMORE, CHE VENGONO FISSATE A FREDDO E CONTROLLATE AL MICROSCOPIO CARCINOMA SPINOCELLULARE FATTORI PREDISPONENTI PER IL CARCINOMA SPINOCELLULARE • Sesso MASCHILE • Età V-VI DECADE • Razza Caucasica • Fattori Comportamentali FOTOTIPO I –III FOTOESPOSIZIONE • CUTE PRECEDENTEMENTE DANNEGGIATA: RADIODERMITE, CICATRICI DA USTIONE, CONDILOMI GIGANTI, LEUCOPLACHIE ETC. VARIETA’ CLINICHE DI CARCINOMA SPINOCELLULARE 1. 2. 3. 4. 5. NODULARE VEGETANTE ULCERATO INFILTRANTE VERRUCOSO CARCINOMA CUNICULATUM • 1954: Aird lo descrive per la prima volta • 1976: Brownstein e Shapiro ne dimostrano l’appartenenza al gruppo dei carcinomi verrucosi CARCINOMA SPINOCELLULARE FATTORI DI RISCHIO PER L’INSORGENZA DI METASTASI CLINICI • SEDE: MUCOSE, LIMITE TRA CUTE E MUCOSA • DIMENSIONI: > 2cm. CARCINOMA SPINOCELLULARE FATTORI DI RISCHIO PER L’INSORGENZA DI METASTASI ISTOLOGICI • ELEVATA PERCENTUALE DI CELLULE INDIFFERENZIATE (GRADI DI BRODERS) • SPESSORE > 6mm O INFILTRAZIONE DELLO STRATO MUSCOLARE • ASSENZA DI VALLO LINFOCITARIO CARCINOMA SPINOCELLULARE DIFFUSIONE METASTATICA VIA LINFATICA • LINFONODI REGIONALI VIA EMATICA • POLMONI • OSSA • ENCEFALO CARCINOMA SPINOCELLULARE TRATTAMENTO • EXERESI RADICALE A 6 – 10 mm DAL MARGINE • VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO CLINICI ED ISTOLOGICI • STADIAZIONE ONCOLOGICA • LINFONODO SENTINELLA (?) • LINFOADENECTOMIA PROFILATTICA O TERAPEUTICA • STRETTO FOLLOW-UP ONCOLOGICO MERKELIOMA MERKELIOMA FATTORI PREDISPONENTI • Sesso Femminile • Età VII DECADE • Razza FOTOTIPO I –III • ANOMALIE CITOGENETICHE (DELEZIONE O TRASLOCAZIONE DEL CROMOSOMA 1p36) MERKELIOMA CARATTERISTICHE CLINICHE • Non possiede caratteristiche cliniche peculiari che ne permettano la diagnosi clinica DIAGNOSI DIFFERENZIALE • Carcinoma Basocellulare • Carcinoma Spinocellulare • Lesioni cutanee benigne infiammatorie e non TRATTAMENTO DEL MERKELIOMA • ESCISSIONE RADICALE • LINFONODO SENTINELLA • LINFOADENECTOMIA PROFILATTICA O TERAPEUTICA • FOLLOW UP ONCOLOGICO MELANOMA CUTANEO SEDE FATTORI PROGNOSTICI DI RISCHIO COMPLESSITA’ DEL TRATTAMENTO CHIRURGICO FATTORI PROGNOSTICI DI RISCHIO NEL MELANOMA PRIMARIO CLINICI Ulcerazione Dimensioni Sede ISTOLOGICI Spessore di Breslow Livello di Clark Atipie e n. di mitosi Infiltrato linfocitario TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL MELANOMA 1. Valutazione dei fattori prognostici di rischio 2. Biopsia: - escissionale - incisionale (solo in casi selezionati) DIAGNOSI ISTOLOGICA DI MELANOMA CONFERMATA • Valutazione dei fattori prognostici istologici di rischio (spessore) Exeresi allargata Exeresi allargata + Linfonodo sentinella ATTUALI LINEE GUIDA NEL TRATTAMENTO DEL MELANOMA approccio diagnostico-terapeutico graduale TERAPIA ADIUVANTE LINFOADENECTOMIA LINFONODO SENTINELLA EXERESI ALLARGATA LINFONODO POSITIVO MELANOMA > 0.75 mm BIOPSIA ESCISSIONALE MELANOMA < 0.75 mm UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO - CATTEDRA DI CHIRURGIA PLASTICA E RICOSTRUTTIVA Diagnosi clinica di melanoma How wide and deep is wide and deep enough? A.B. ACKERMAN EXERESI ALLARGATA UTILITA’ DELLA ESCISSIONE ALLARGATA • Rimuovere micrometastasi sottocutanee subcliniche • Rimuovere i linfatici peritumorali • Rimuovere i melanociti perilesionali A.J.C.C. (AMERICAN JOINT COMMITTE ON CANCER) • • • • SPESSORE < 0,75 mm SPESSORE 0,76 - 1,49 mm SPESSORE 1,5 - 4 mm SPESSORE > 4,00 mm margine 1 cm margine 1-2 cm margine 1-2 cm margine 3 cm Avere delle linee guida standardizzate per stabilire il margine di exeresi di un melanoma è importante anche in caso di controversie medico - legali QUANDO FARE UNA EXERESI ALLARGATA DI UN MELANOMA GIA’ INTEGRALMENTE ASPORTATO? • Tenendo conto della importanza funzionale della sede: • - sempre, se i margini di resezione sono < 1 cm • - nei melanomi di spessore > 1,5 mm NOTE DI TECNICA CHIRURGICA INCISIONE PERPENDICOLARE NEL SOTTOCUTANEO EMOSTASI DEI MARGINI ASPORTAZIONE DI TUTTO ILTESSUTO IN UN PIANO SOPRA-FASCIALE RIPARAZIONE DELLA PERDITA DI SOSTANZA Exeresi limitata con finalita’ diagnostiche Escissione radicale di melanoma cutaneo LINFONODO SENTINELLA Il drenaggio linfatico è certo agli arti superiori (Cavo Ascellare) ed agli arti inferiori (Cavo Inguinale) Più problematico appare individuare a priori il drenaggio linfatico di un melanoma della cute del tronco e del distretto testa-collo Se un melanoma al momento del trattamento è ancora in fase di “ malattia localizzata” la sua rimozione chirurgica, al di là del margine di resezione, comporta la guarigione del paziente Se invece il melanoma ha già dato metastasi, anche in forma subclinica, l’evoluzione della malattia sarà indipendente dal tipo di resezione chirurgica MELANOMA STADIO IV trattamento chirurgico delle metastasi F.D.G.-P.E.T. • 2-FLUORO-2-DEOXY-D-GLUCOSE POSITRON EMISSION TOMOGRAPHY • il suo uso nella stadiazione della malattia neoplastica è in netta crescita, • sfrutta il principio che alcune famiglie cellulari neoplastiche hanno un metabolismo accelerato> incorporazione del radiofarmaco A oggi abbiamo sottoposto ad esame PET 10 pz. affetti da melanoma primario cutaneo con spessore Breslow >1mm. a varia localizzazione : • • • • TRONCO ARTO SUPERIORE ARTO INFERIORE TESTA E COLLO 2 3 3 2 e senza linfonodi regionali clinicamente palpabili I risultati della PET sono stati quindi confrontati con la diagnosi istopatologica del linfonodo sentinella (SLNB), che è stato effettuato pochi giorni dopo. RISULTATI PET IN 9 PAZIENTI NON SI SONO EVIDENZIATI ACCUMULI DI TRACCIANTE RADIOATTIVO IN 1 PZ. SI È EVIDENZIATO IPERACCUMULO DI TRACCIANTE RISULTATI LN SENTINELLA ALL’ESAME ISTOLOGICO DEL LINFONODO SENTINELLA SI SONO EVIDENZIATE N° 4 MICROMETASTASI IN QUESTA PZ NON SI SONO RISCONTRATE MICROMETASTASI Il linfonodo sentinella è risultato in grado di evidenziare micrometastasi locoregionali (50 micron) che invece la FDG-PET, per il potere risolutivo della metodica (4mm) ed alle possibilità di mancata fissazione, non è stata in grado di evidenziare. Dalla letteratura corrente si desume infine che: LA PET NON È UTILE PER: • Diagnosticare la lesione primaria • Individuare micrometastasi nei linfonodi LA PET È UTILE PER: • Individuazione di grosse metastasi linfonodali o extranodali nello staging e nel contesto del followup postoperatorio, e per la valutazione di una recidiva potenzialmente trattabile PROBLEMATICHE DISTRETTUALI NEL TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL MELANOMA PRIMARIO La LINEA di SAPPEY (1874), evidenziata mediante l’iniezione di mercurio nei cadaveri, dall’ombelico si estende posteriormente alla 2^ vertebra lombare. Si ritenne che le lesioni situate superiormente ad essa drenassero ai linfonodi ascellari, mentre quelle inferiori drenassero nei linfonodi inguinali. Haagensen e Sugarbaker dimostrarono che le lesioni localizzate entro 2,5 cm. da entrambi i lati della linea mediana e della linea di Sappey dimostrano un drenaggio ambiguo e imprevedibile. Norman, utilizzando la linfografia con colorante vitale dimostrò, in 82 pazienti operati di melanoma del tronco, che la zona di “imprevedibilità di drenaggio” si estende fino ad 11 cm. dalla linea mediana. Il distretto testa-collo può essere sudduiviso in 5 regioni: 1. 2. 3. 4. 5. Cuoio capelluto Volto: fronte, naso, guance Padiglione auricolare Palpebre Collo