Eccellenza, con gioia porto il saluto da parte dei sacerdoti giovani

Eccellenza,
con gioia porto il saluto
da parte dei sacerdoti giovani della diocesi
E’ modesto riverbero di una polifonia di affetti,
di un ringraziamento corale, che scorre in un duplice movimento:
un ringraziamento, un Alleluia, a Dio in Lei, un ringraziamento a Lei in Dio,
Non è mia intenzione e capacità offrire una sintesi. Ogni persona è per definizione molto di più
di ogni parola, di ogni definizione.
Ho avuto il dono di vivere con Lei due anni.
Spero profondamente di non oltrepassare la soglia dell’intimità, di non ferire gli spazi della
riservatezza nel tentativo di tracciare qualche sillaba,
qualche aspetto del suo cuore che è un bene per tutti noi.
Uno degli aspetti più belli è che Lei è un vescovo innamorato di Gesù.
Basterebbe dire questo perché l’amore è il momento vertice, la chiave dell’esistenza.
Ogni vita ha una chiave di sol, che si trova nell’amore,
perché solo l’amore aiuta comprendere, a leggere quello spartito prezioso che è ogni vita.
Di questo amore vibra il suo ministero.
Si sente.
È bello trovare un vescovo innamorato di Gesù.
Di questo ne abbiamo più bisogno che del pane.
Sulla stessa linea promana una dimensione speciale: la musica.
Abbiamo un vescovo compositore.
È vero che a volte con il suo amore per il lavoro Lei a volte “fà ballare”
ma non è questa la musica alla quale mi riferisco.
Il ritmo - lo dice Sant’Agostino – nasce “dall’amore in movimento”.
il ritmo è il contrappunto di una vita conquistata dall’amore,
la vulnerabilità di fronte al mistero,
perché come non cantare a tutto ciò che si ama?
Grazie anche per le canzoni che ha composto, perché il nostro mondo ha bisogno oggi anche di
musica.
Lei è un teologo. una teologia raffinata, trinitaria, mariana. Lei ha sviluppato per la diocesi
un’eredità spirituale e culturale (non solo sul registro dei contenuti, ma anche sui binari del
metodo).
Un giorno ha lasciato i chiostri dell’accademia e ha percorso i sentieri delle nostre pianure,
montagne, colline, i sentieri del servizio.
La cattedra dell’università si è arricchita
Perché Lei è stato maestro anche dalla cattedra silenziosa della preghiera
Maestro dalla cattedra silenziosa del dolore,
maestro dalla cattedra silenziosae del sorriso.
In questa nuova congiuntura storica, nell’eclissi delle certezze del passato
e la profezia di una aurora che si pronuncia ma che ancora non svela la sua luce plenaria,
la chiesa potrebbe perdere il ritmo del futuro
ed essere tentata dalla pietrificazione delle strutture
per ritornare alla rassicurante nostalgia del passato.
Nonostante le difficoltà, davanti all’incendio, Lei non ci chiede di salvare i libri della biblioteca
ma di salvare il fuoco,
di custodire il fremito della totalità e della passione,
perché la storia prima che con l’inchiostro è stata scritta dalla comunione di fuochi ardenti
attratti da una passione.
È sempre un “noi” guidato dall’amore che salva.
Quando siamo uniti, quando ci vogliamo bene, quando siamo famiglia.
Nonostante le difficoltà. Lei ci insegna con la sua vita a scandire quel vocabolo infinito di
speranza che è la preghiera.
Uno dei gesti più belli che ho scoperto in Lei. È anche la sua benedizione.
Nel senso del suo dire bene, “benedire.” Sempre. Anche nel dolore. Non ha mai, mai parlato
male di nessuno.
Lei ama questo luogo santo, questo luogo specialissimo di Grazia. Lei dice che Maria è il
vescovo di Assisi e Lei il suo segretario. Grazie per il suo amore per Maria, grazie per Le volte
che qui, nel silenzio, ha pregato per noi.
Grazie anche per averci insegnato ad amare il carisma di Francesco.
Dono vivo, punto luce speciale acceso dallo Spirito nel firmamento ecclesiale.
Francesco, esegesi vivente della Parola di Dio.
Porto anche il saluto da una terra lontana, da una persona che Le vuole bene (segue lettera del
Patriarca di Gerusalemme)
Carissimo vescovo Domenico,
le porgo gli auguri e i ringraziamenti a nome di tutti i laici e tutte le famiglie di questa diocesi,
sono 10 anni dal suo insediamento, noi Umbri di natura un po’ poco espansivi, ci eravamo
sorpresi del calore e della gioia del popolo campano che lo ha accompagnato ad Assisi, la
curiosità ci faceva chiedere, ma cosa avrà di speciale per attirare una così forte manifestazione
di affetto? Come avrà guidato e conquistato questo popolo che lo accompagna? Ma non viene
da esperienze di Curia romana, come è che il suo gregge campano lo segue ancora?
Nei primi mesi ci ha sorpreso per la forza e l’insistenza con cui ci proponeva la preghiera del
rosario come meditazione e non come preghiera devozionale ed in molti abbiamo pensato “be,
che vuoi viene da Pompei” poi nell’ottobre 2006 ci ha consegnato la sua prima lettera
pastorale “Va Francesco ripara la mia casa” dove ci ha mostrato la direzione, il cammino che
voleva imprimere a questa chiesa particolare, tratteggiando un cammino fortemente dinamico
con sguardo rapito e mistico al crocifisso di san Damiano
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Conversione
Comunione
Missione
Questo cammino si è poi concretizzato con il grande evento della tenda del risorto di cui non
finiremo mai di ringraziarla. Ogni persona nell’adorazione continua e comunitaria ha potuto
sperimentare questo speciale dialogo con il Signore, come anticipo di paradiso, sentendoci
tutti insieme corpo mistico.
A più voci era diffusa la richiesta di ripetere questa esperienza.
Insieme a lei abbiamo gioito delle due visite di papa Benedetto XVI e all’elezione del cardinale
Bergoglio nella scelta del nome di Papa Francesco che poi ci ha fatto visita nel 2013.
Il massimo della vicinanza però alle persone ce l’ha dimostrata nel corso della visita pastorale,
quando ha chiesto in ogni parrocchia di visitare gli ammalati, ha ascoltato ogni gruppo
parrocchiale e si è reso sempre disponibile per i colloqui e le confessioni.
Forte è stata la commozione quando in vari modi ha difeso e rappresentato alle istituzioni i
problemi delle famiglie di Nocera e Gualdo colpite dalla crisi della Merloni.
L’ascolto si è poi reso ampio e sistematico con l’indizione del sinodo dove ha dato voce ad ogni
parrocchia, ogni comunità ogni aggregazione, ed ha saputo ascoltare tutta questa pluralità e
coralità di voci.
Noi laici poi le siamo molto grati per aver rilanciato con dolce insistenza la familiarità con la
Parola di Dio attraverso le scuole della parola ed anche di aver creduto nell’impegno dei laici
nella costruzione della nuova polis con la promozione della scuola socio-politica “Giuseppe
Toniolo” centrata sulla conoscenza e l’approfondimento della dottrina sociale della Chiesa.
Caro Vescovo certamente però l’opera più importante che ha avviato in questa chiesa è la
promozione dell’esperienza delle piccole comunità Maria famiglie del Vangelo, una intuizione
che anche i recenti sinodi dei vescovi centrati proprio sulla famiglia le hanno confermato
come la strada maestra per indirizzare le comunità verso il nuovo umanesimo.
Un grazie quindi per averci fatti pionieri di questo rinnovamento che ha la potenza di far
rifiorire la chiesa come 2000 anni fa ha avuto la forza di crearla.
Un grande grazie quindi per la sua pazienza, la sua dedizione e il servizio a questa sua
comunità, per aver centrato il suo sguardo nella carità specie verso i figli più sofferenti penso
al Serafico e alle altre opere.
La nostra preghiera per lei non mancherà e in questo giorno dedicato alla Vergine Maria la
affidiamo alla nostra “Madonnina”, grazie ancora.