Art. 9 - Liceo "Federico Quercia"

annuncio pubblicitario
Liceo Scientifico - Liceo Classico
Statale
“F. Quercia”
Marcianise (Ce)
Art. 9
“Cittadinanza attiva ed appartenenza al territorio”
Modulo: Conoscenza per la vita
Costruzione e dissoluzione del sistema
La filosofia come sistema
Per Hegel la filosofia è il sistema della comprensione razionale del mondo
Il sistema non è una comoda cornice che chiude al proprio interno parti
tra loro eterogenee, bensì ciò che tiene in relazione queste parti
La filosofia come sistema
La filosofia è, perciò,
scienza, ossia sapere
che abbraccia e
connette la totalità
dei saperi, in modo
tale che il sapere si
prospetti nella sua
unitarietà
L'unità del sapere è la
forma adeguata per
cogliere l'unità della realtà.
Questo, però, significa che
alle spalle dell'unità del
sapere già è all'opera
l'unità del reale, e che la
realtà stessa è la totalità
alla quale il sapere deve
indirizzarsi
Quando Hegel
parla di totalità
non intende un
somma di parti,
bensì una
reciproca
integrazione tra
la totalità e le
parti
L'integrazione tra totalità e parti altro non è che la relazione tra infinito e
finito: la totalità non ha nulla fuori di sé, dunque è infinita (non-finita); le
parti sono sempre determinate e dunque limitate da altro e perciò finite.
L'infinito è la totalità che include le parti.
L’infinito si finitizza infinitamente.
La dialettica
Per Hegel non si da conoscenza se non nella forma del concetto. Il suo
filo conduttore è che soltanto l’INTERO è il VERO.
L’intero, però, altro non è che l’infinito che infinitamente si finitizza,
perciò ogni conoscenza vera non può non includere anche la
negazione
(nella serie a, b, c… n, conoscere l’intero implica conoscere anche che
b non a [b limita a], c non è b etc., perciò la conoscenza dell’intera
serie contiene tutti i termini positivi, ma anche la relazione negativa
che ogni termine conserva verso l’altro).
Che una conoscenza contenga tanto i termini positivi quanto quelli
negativi, ossia termini tra loro in rapporto di contrarietà o
contrapposti, questo significa per Hegel che ogni conoscenza, per
essere vera, deve integrare al proprio interno anche la contraddizione.
Questa modo di conoscere è l’anima della dialettica hegeliana e
l’elemento dinamico del sistema.
La Fenomenologia dello Spirito
(Introduzione)
La filosofia è conoscenza di “ciò
che è”
La filosofia giunge soltanto
alla fine
La Fenomenologia dello Spirito è il tentativo di legare tra loro queste due differenti
prospettive conoscitive [conoscere “ciò che è” significa conoscere la struttura di una
cosa; una conoscenza che, invece, giunge soltanto alla fine è conoscenza del processo.
Attraverso la Fenomenologia dello Spirito, Hegel mira alla conoscenza sia della
struttura della realtà quanto del processo attraverso il quale questa si manifesta nel
suo realizzarsi, ossia nel suo DIVENIRE reale.
 Conoscere tanto la struttura quanto il processo significa per Hegel eliminare ogni
sapere apparente dall’atto conoscitivo, ma una tale eliminazione deve avvenire nello
stesso atto conoscitivo perché il sapere apparente altro non è che il sapere di ciò che ci
appare in quanto ci appare [questo tavolo, questa sedia] nella sua unilateralità.
La Fenomenologia dello Spirito
(Introduzione)
Un utile esempio:
Se della serie a, b, c, … n, conosco soltanto i singoli termini, la mia conoscenza,
nella sua unilateralità, è una conoscenza apparente; ma se della serie conosco
anche il tratto negativo dei termini (a non è b, etc.), allora nella conoscenza di
ognuno dei termini della serie è inclusa anche la conoscenza degli altri
termini.
 Il sapere, essendo conoscenza tanto della struttura del reale quanto del
processo mediante il quale si realizza manifestandosi [fenomeno =
manifestazione], esso è sapere assoluto perché “sciolto” [ab-solutus = sciolto]
da ogni apparente unilateralità.
 E poiché per togliere ogni apparente unilateralità è necessario negarle
esplicitamente, a guidare il “processo” è il “negativo” come elemento dinamico
dello sviluppo dialettico.
 Per Hegel la negazione ha carattere produttivo in quanto determina ogni
termine della serie. Essa è, perciò, NEGAZIONE DETERMINATA.
La Fenomenologia dello Spirito
(Schema generale)
 La Fenomenologia dello Spirito ha lo scopo di eliminare l’apparenza per






conoscere il vero
Descrive il processo che, attraverso diverse forme di sapere apparente,
giunge al sapere vero
Ha per oggetto lo spirito che procede verso la conoscenza di sé attraverso
tutte le forme del sapere umano
E’ articolata in sei momenti (Coscienza, Autocoscienza, Ragione, Spirito,
Religione, Spirito assoluto) e molte figure costituiscono delle
esemplificazioni sia di tipo ideale che di tipo storico
La negazione determinata è essenziale per passare da una figura all’altra
E’ un processo guidato dall’analisi (ogni struttura è sciolta nei suoi
momenti semplici)
Procede dalla coscienza individuale a quella collettiva per giungere alla
manifestazione dello spirito
La struttura della Fenomenologia dello
Spirito
Coscienza individuale
Coscienza
 La certezza sensibile e il “qui” ed “ora”
 La percezione e la molteplicità
 L’intelletto ed il passaggio dal fenomeno al soggetto
Autocoscienza
 Vita e appetito
 Lotta per il riconoscimento
 Dialettica servo-padrone
 Scetticismo e stoicismo
 Coscienza infelice
Ragione
 Ragione osservativa
 Ragione attiva: affermazione di sé nel mondo senza
tener conto del mondo
 Individualità reale
La struttura della Fenomenologia dello
Spirito
Coscienza collettiva
Manifestazione dello
Spirito
Spirito
 Eticità
 Cultura come estraneazione
 Moralità e libertà (Kant)
 Critica della dottrina kantiana dei postulati
 Il fallimento dell’”anima bella”
Religione
 Religione naturale
 Religione artistica
 Religione rivelata
Sapere assoluto
 Lo spirito conosce se stesso e la necessità di tutti i suoi
momenti
I caratteri dello Spirito oggettivo
Nelle opere successive alla Fenomenologia dello Spirito Hegel ha rivisto l’articolazione del “sistema”
e la parte dedicata allo Spirito oggettivo è stata interamente cambiata
 Lo Spirito oggettivo è una riflessione che include tutti
gli aspetti della prassi umana
 Mira alla comprensione razionale della realta: il reale è
razionale e il razionale è reale
 Esclude che tutto ciò che esiste è razionale
 Abbandona il rimpianto per l’eticità greca [presente
nella Fenomenologia dell Spirito
 La moderna morale individualistica è considerata una
conquista
 Riconosce il ruolo della società civile e del mondo dei
bisogni
 Afferma la supremazia del pubblico sul privato: lo Stato
Si articola in:
 Diritto astratto
 Moralità
 Eticità
La struttura dello Spirito oggettivo
Diritto astratto
Moralità
Eticità
La persona giuridica
 proprietà
 contratto
 illecito
Attraverso il carattere universalmente razionale della pena si passa
alla moralità
Diritto del soggetto libero
 proponimento e responsabilità come presupposti dell’agire morale
 intenzione e benessere come fini soggettivi della moralità
 bene e coscienza morale: la scelta è sempre in bilico tra bene e
male, è a rischio di errore
Solo nella vita collettiva (eticità) diritti e doveri divengono concreti
La forma della vita collettiva degli individui liberi che si
realizzano in una molteplicità di istituzioni
 la famiglia: eticità immediata
 la società civile: istituzioni che armonizzano la vita associata
 lo Stato: totalità che unifica famiglia e società civile
La Filosofia della storia
La Filosofia della storia di Hegel poggia su tre presupposti che la guidano e la orientano:
 L’inevitabilità della guerra
 La storia come dispiegamento della libertà
 L’astuzia della ragione che vincola la storia al compimento del suo fine (la libertà)
In questa visione della storia un ruolo decisivo è giocato dalle individualità che Hegel
chiama “cosmico-storiche” (Alessandro, Cesare, Napoleone) perché realizzano le singole
tappe del processo storico.
Le tappe principali che caratterizzano la Filosofia della storia sono per Hegel:
 Il regno orientale
 Il regno greco
 Il regno romano
 Il regno germanico
Ossia si procede dall’assoluta assenza di libertà (il regno orientale) alla realizzazione piena
di quest’ultima (il regno germanico)
Lo Spirito assoluto
Lo Spirito assoluto è il punto più alto della filosofia hegeliana. Esso abbraccia tanto lo Spirito
soggettivo quanto lo Spirito oggettivo e si articola nella triade arte-religione-filosofia
Arte
Religione
Filosofia
Lo Spirito si comprende attraverso l’intuizione:
 arte simbolica
 arte classica
 arte romantica
Morte dell’arte: non spetta più all’arte dare espressione alla verità dello spirito
Lo Spirito si comprende attraverso la rappresentazione:
 religione immediata o della natura
 religione dell’individualità spirituale: a) Ebraismo: il sublime
b) Regione greca: la bellezza
c) Religione romana: il fato
 religione rivelata e passaggio alla filosofia
Lo Spirito si comprende attraverso il concetto:
 La filosofia come processo della manifestazione dello Spirito
 La storia della filosofia come storia del processo dialettico che comprende
razionalmente in unità le molteplici filosofie
La dissoluzione del sistema hegeliano
Attraverso l’opera di Marx, Kierkegaard e Nietzsche è portata a compimento la dissoluzione
del sistema hegeliano.
Per Hegel lo Spirito assoluto rappresentava la conciliazione di Stato e Religione, il loro
contenuto essendo il medesimo [la natura dello Stato è lo Spirito che si sviluppa
nell’organizzazione reale del mondo, e la religione cristiana non ha altro contenuto che
l’assoluta verità dello Spirito]. E’ questa la risposta hegeliana alla vecchia questione del
rapporto tra ragione e fede.
A) Marx rompe con la visione hegeliana dello Stato
B) Kierkegaard rompe con la visione hegeliana della religione
Marx vede nella conciliazione hegeliana un processo che non avviene nella realtà, bensì
unicamente nell’elemento del concetto
Kierkegaard vede nella filosofia hegeliana l’espressione del “livellamento” dell’esistenza
singola nella generalità del mondo storico
Per Marx e Kierkegaard la filosofia hegeliana si limita a descrivere il “divenuto” (la filosofia
giunge alla fine), tacendo sul “divenire”
La dissoluzione del sistema hegeliano
La critica al concetto hegeliano di realtà
Sia Marx che Kierkegaard rovesciano (= separano) la conciliazione (= unificazione) di ragione e realtà.
Per Hegel la realtà è data dall’unita di essenza ed esistenza (il reale è razionale ed il razionale è reale).
Marx, criticando la filosofia politica di Hegel, sottolinea che l’esistenza reale è quella economica delle
masse.
Kierkegaard, criticando il cristianesimo filosofico di Hegel, rileva che l’esistenza reale è quella eticoreligiosa dell’individuo.
Per Marx, Hegel spaccia per essenza dello Stato la realtà di fatto.
Per Kierkegaard, Hegel vuole inserire l’essenza nell’esistenza, trasformando così l’esistenza in qualcosa
di non reale, ma semplicemente concetuale.
Per Kierkegaard l’esistenza isolata è: 1. la realtà distinta e unica di fronte al sistema
2. la realtà del singolo di fronte all’universalità della storia
3. l’esistenza interiore di fronte all’esteriorità dei rapporti
4. l’esistenza cristiana di fronte a Dio
5. l’esistenza che decide pro o contro il cristianesimo
La dissoluzione del sistema hegeliano
La critica del mondo capitalistico e del cristianesimo mondanizzato
Marx
Analisi dell’estraneazione da sé dell’uomo
nello Stato, nella società, nell’economia:
 l’antitesi tra società borghese e Stato è la sua
espressione politica
 l’esistenza del proletariato la sua espressione
sociale
 il carattere di merce degli oggetti d’uso la sua
espressione economica
Kierkegaard
Polemica contro la mediazione tra Stato e
cristianesimo:
 separazione tra Stato e cristianesimo
 estraneità del cristianesimo originario da
borghese cristiano di Hegel
 il cristianesimo è “fuori del mondo”
La dissoluzione del sistema hegeliano
Nietzsche
Con Nietzsche si compie il completo rovesciamento della
prospettiva hegeliana:
se per Hegel lo spirito assoluto e l’uomo procedono di pari passo
[la filosofia hegeliana è anche una teologia ed una antropologia,
ma in modo che non sia l’una senza l’altra e viceversa],
nella coppia nietzscheana “morte di dio”-”oltreuomo” entrambi i
poli della filosofia hegeliana scompaiono.
Nietzsche abbandona a se stesso l’hegeliano spirito dei tempi e
guarda unicamente allo spirito del tempo che trova il suo più alto
compendio nel “nichilismo” o “epoca del nichilismo”.
Di fronte ad un’epoca che ha nell’insensato nulla la sua cifra, il
compito di Nietzsche è quello di “operare contro il tempo, al di
sopra del tempo, forse in favore di un tempo di là da venire”.
La dissoluzione del sistema hegeliano
Per Nietzsche il nichilismo ha carattere diagnostico ed è l’esito rigoroso dei
presupposti dell’epoca socratica [interpretazione morale del mondo].
Rovesciando i termini dell’hegeliana filosofia della storia, Nietzsche rileva
che, nella sua fase finale, l’epoca socratica si rivela nella nullità dal suo
fondamento.
Dalla prospettiva nietzscheana, Hegel, avendo reso Dio immanente al
mondo, ha compiuto il passo decisivo per eliminare l’ipotesi di Dio dal
mondo [la morte di Dio].
Ciò che resta non un mondo senza Dio o un uomo non più bisognoso di
Dio. Per Nietzsche sprofonda l’intera triade Dio-Uomo-Mondo, ossia il
contenuto di tutta la metafisica. Da qui l’idea di riprogettare un mondo
dall’umano, non troppo umano, oltreuomo, capace di eliminare ogni
giustificazione morale del mondo e di rimettere il passato, il “così fu”
[Aristotele afferma che il passato non può essere cambiato né dagli uomini
né dagli dei] al “così volli che fosse” (volontà di potenza).
Appendice
Hegel
Marx
Kierkegaard
La realtà è unità di essenza
ed esistenza
Hegel ha spacciato come
"essenza dello Stato" la
realtà di fatto
La realtà non può essere
compresa mediante la
ragione
Mediazione dialettica tra
principio individualistico
della società borghese e
principio totalitario dello
Stato
Eliminazione della
mediazione dialettica ed
instaurazione di una
comunità assoluta
Riduzione del mondo
sociale alla sua individualità
La democrazia borghese
non ha alcuna sostanza, ma
è soltanto la forma storica
della decadenza dello Stato
Il lavoro come alienazione
di sé nella forma del mondo
Il lavoro come
autoalienazione dell'uomo
in un mondo che non gli
appartiene
Il lavoro come mezzo per
diventare se stessi
Il lavoro come dispersione
del raccoglimento e della
contemplazione
La cultura come
estraneazione di ciò che è
proprio ed è da appropriare
Nietzche
Critica alla cultura del
passato e del presente
Lo spirito assoluto come
essenza universale
dell'uomo
Il proletariato come
possibilità dell'uomo
generico
La personalità singola come
umanità assoluta
L'oltreuomo come
superamento dell'uomo
Il superamento della
religione nella filosofia
Il cristianesimo come
mondo rovesciato
Il carattere paradossale
della fede
Il cristianesimo come
morale degli schiavi
Lavoro a cura degli studenti della V G:
Alberico Francesca
Caroprese Pasquale
De Santis Gentilina
Di Biase Anna
Famoso Carolina
Iodice Chiara
Iuliano Domenica
Migliaccio Angela
Petino Francesco
Petruolo Mariarosaria
Sacco Sonia
Tartaglione Antimo
Salzillo Manuel
e del docente di Filosofia e Storia
Carpentieri Rosario
Scarica