Firmamento - Comunità Volontari per il Mondo

UNITA’ DI LAVORO SU
FIRMAMENTO
ISC Archi –Cittadella sud
Scuola Primaria “ Leonardo da Vinci” Classe IIIA
Docente: Giardini Laura
Macroconcetto
Mappa Concettuale ( micro-concetto)
COSMO
=
UNIVERSO PLURALE
in cui
OGNI PARTE
FIRMAMENTO
=
PLURALITÀ DI CORPI CELESTI
in
RELAZIONE
con
VIVENTI
va verso il
TUTTO
Obiettivo formativo
Conoscere il firmamento per favorire la consapevolezza di appartenere al cosmo in cui ogni parte
va verso il tutto.
Fase 1 Obiettivo: conoscere la percezione che gli alunni hanno del cosmo e del firmamento.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Per introdurre l’argomento chiede agli allievi
Si dispone in circle time e ascolta.
di mettersi in circle time, spiega la modalità e
la funzione di svolgimento della
Conversazione Clinica.
Pone una serie di domande stimolo del tipo:
Che cosa ti fa venire in mente la parola
“firmamento”?
Che cosa è il firmamento?
…………………………………….
Disegnate le stelle
Risponde uno per volta alle domande stimolo
(All. A)
Che cosa ti fanno venire in mente le stelle?
Cosa sono le stelle?
A che servono le stelle?
Cosa accade se un cielo è senza stelle?
Chi ha bisogno delle stelle? Come mai?
Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe.
Metodo: conversazione clinica.
Mezzi e strumenti: circle time; risorse umane.
1. Che cosa ti fa venire in mente la
parola “firmamento”?
Shahan: la scrittura strana di una persona
Rebecca Lila: una firma
Arianna: una persona mentre firma
Mirko: una cosa che hanno firmato….un
contratto
Lorenzo: un contratto che si deve firmare
Amine: documento storico da firmare
Silvia: voce del verbo firmare
All.A
ANALI DELLA CONVERSAZIONE CLINICA
Alla prima domanda “Cosa ti fa pensare la
parola firmamento” i bambini rispondono
considerando soltanto, e tutti
indistintamente, l’onomatopea, associando il
suono stesso della parola all’immagine che la
stessa evoca nella loro mente: firmare
2. Che cosa è il firmamento?
Lorenzo: è il modo di mettere la firma
Amine: è il documento che si firma
Hiba: è un foglio bianco da scrivere
Rebecca Gemini: contratto da firmare
Nicoleta: dei fogli che si devono firmare
3. Che cosa ti fanno venire in mente le
stelle?
Shahan: dei pianeti luminosi piccoli, visti da
lontano
Silvia: la costellazione
Hiba: delle forme
Nicolas N.: dei satelliti
Mirko: sono globi luminosi provocati dal sole
Airin: sono luci
Arianna: piccoli punti luminosi
Marian: luci
Amine: meteoriti lontani luminosi
Shanta: piccole lucine
Nicoleta: il grande
4. Cosa sono le stelle?
Arianna: sono costellazioni
Shahan: sono pianeti
Hiba: sono piccoli meteoriti
Rebecca G.: gruppo di costellazioni
Mirko: pianeti che alla vista sono più piccoli
rispetto al sole
Adrian: cose giganti
Nicolas N. : pianeti con vita breve
Silvia: luci luminose
Francesco: piccoli pianeti mortali
Nicoleta: meteoriti
Nicolas Papa: sono pallini che avvertono i
daltonici che è arrivata la notte
Lorenzo: piccoli pianeti infuocati
Airin: grandi sassi
Rebecca Lila: lucciole attaccate al cielo
Milly: pianeti piccoli luminosi
Shanta: sono puntini
5. A che cosa servono le stelle?
Sara: servono a fare luce
Milly: servono ad illuminare la notte
Shanta: a fare splendere la vita
Marian: servono per esprimere un desiderio
Adrian: servono per capire quando è notte e
quando è giorno
Mirko: a niente!
Edmond: per vedere la notte
Nicoleta: per dare più luce al sole
Amin: per illuminare la terra
Alla seconda domanda “Che cos’è il
firmamento?” i bambini hanno risposto tutti
che è un qualcosa dove apporre la firma.
Alla terza domanda “Che cosa ti fanno venire
in mente le stelle?” i bambini elencano una
serie di immagini e di elementi del
firmamento : puntini luminosi, costellazioni,
satelliti, luci, meteoriti. Un bambino afferma
che sono globi luminosi provocati dal sole.
Alla quarta domanda “Che cosa sono le
stelle?” i bambini riaffermano le loro
conoscenze definendole pianeti, meteoriti
luminose, costellazioni. Un allievo prende il
sole come termine di paragone per spiegare
cosa sono le stelle. Alcuni invece rispondono
sul filo delle impressioni ed emozioni e
parlano di lucciole attaccate al cielo e di
puntini. Un bambino le vede come una guida
per riconoscere la notte a chi ha difficoltà a
distinguere i colori .
Alla quinta domanda “A che cosa servono le
stelle?” la maggior parte risponde che
servono ad illuminare la notte e a
distinguerla dal giorno; una bambina le vede
come motivo di splendore della vita mentre
un’altra le vede come mezzo per esprimere
desideri reconditi. Un bambino non ne vede
assolutamente l’utilità, una pensa che diano
luce al sole insieme ad un altro che prosegue
dicendo che servano ad illuminare la terra.
6. Che cosa accade se un cielo è senza
stelle?
Rebecca Lila: il cielo è buio
Hiba: muore la vita
Milly: tutto diventa brutto
Shanta: diventa brutta la vita
Rebecca G. : non è luminosa la terra
Marian: la notte è oscura
Arianna: finisce il mondo
Waid: la notte non ha la luce
Airin: non esiste la notte
7. Chi ha bisogno delle stelle? Come mai?
Francesco: la notte ha bisogno delle stelle
altrimenti è buia
Najwa: la luna
Mirko: noi, per sostituire l’elettricità
Adrian: la terra perché è buio
Marian: la luna per illuminare la notte
Shanta: il cielo perché è nudo
Hiba: a noi per guidarci quando andiamo in
barca
Milly: a noi per orientarci
Airin: a tutti anche al pianeta terra perché
tutto finisce
Daniele: allo spazio perché senza loro
moriremmo
Nicholas Papa: al sole per aiuto
Alla sesta domanda “Che cosa succede se un
cielo è senza stelle?”
Rispondono che il cielo sarà buio, che la vita
avrà fine, che la terra non sarà più illuminata
e che la notte non avrà più motivo di esistere
Alla settima domanda “Chi ha bisogno delle
stelle e come mai?” alcuni bambini rispondo
che delle stelle hanno bisogno la notte, la
luna e il sole per far luce. Una bambina vede
le stelle come abito del cielo e alcuni le
definiscono come motivo di vita. Solo due
bambine considerano le stelle come mezzo
per orientarsi e per dare elettricità.
ANALI DELLA CONVERSAZIONE CLINICA
Alla prima domanda “Cosa ti fa pensare la parola firmamento” i bambini rispondono
considerando soltanto, e tutti indistintamente, l’onomatopea, associando il suono stesso della
parola all’immagine che la stessa evoca nella loro mente: firmare
Alla seconda domanda “Che cos’è il firmamento?” i bambini hanno risposto tutti che è un
qualcosa dove apporre la firma.
Alla terza domanda “Che cosa ti fanno venire in mente le stelle?” i bambini elencano una serie
di immagini e di elementi del firmamento: puntini luminosi, costellazioni, satelliti, luci,
meteoriti. Un bambino afferma che sono globi luminosi provocati dal sole.
Alla quarta domanda “Che cosa sono le stelle?” i bambini riaffermano le loro conoscenze
definendole pianeti, meteoriti luminose, costellazioni. Un allievo prende il sole come termine
di paragone per spiegare cosa sono le stelle. Alcuni invece rispondono sul filo delle impressioni
ed emozioni e parlano di lucciole attaccate al cielo e di puntini. Un bambino le vede come una
guida per riconoscere la notte a chi ha difficoltà a distinguere i colori .
Alla quinta domanda “A che cosa servono le stelle?” la maggior parte risponde che servono ad
illuminare la notte e a distinguerla dal giorno; una bambina le vede come motivo di splendore
della vita mentre un’altra come mezzo per esprimere desideri reconditi. Un bambino non ne
vede assolutamente l’utilità, una pensa che diano luce al sole insieme ad un altro che
prosegue dicendo che servano ad illuminare la terra.
Alla sesta domanda “Che cosa succede se un cielo è senza stelle?”
Rispondono che il cielo sarà buio, che la vita avrà fine, che la terra non sarà più illuminata e
che la notte non avrà più motivo di esistere
Alla settima domanda “Chi ha bisogno delle stelle e come mai?” alcuni bambini rispondo che
delle stelle hanno bisogno la notte, la luna e il sole per far luce. Una bambina vede le stelle
come abito del cielo e alcuni le definiscono come un motivo di vita. Solo due bambine
considerano le stelle come mezzo per orientarsi e per dare elettricità.
Mappa mentale
Il Firmamento è
un documento da firmare
Cosa sono le stelle?
puntini luminosi,
costellazioni,
satelliti,
luci
meteoriti
pianeti
globi luminosi provocati dal sole.
lucciole attaccate al cielo
puntini luminosi
abito del cielo
A che cosa servono le stelle?
illuminare la notte e a distinguerla dal giorno;
dare splendore della vita
fornire un mezzo per esprimere desideri reconditi.
illuminare la terra.
a niente
Chi ha bisogno delle stelle?
la notte
la luna
il sole per far luce
la terra per avere luce
gli uomini per orientarsi.
gli uomini per sostituire l’elettricità
gli uomini per esprimere i desideri
Commento alla Conversazione Clinica
I bambini non conoscono da un punto di vista etimologico la “volta del cielo”, normalmente
definita “firmamento , ma sanno i nomi di diversi corpi celesti. Essi citano- come nell’uso
comune- la parola “stella” in modo generico includendo nella definizione i satelliti , le
meteoriti, i pianeti: occorrerà distinguere tra stelle (grandissime sfere di gas che brillano di
luce propria); pianeti (corpi rocciosi molto grandi che riflettono la luce del Sole); satelliti (un
piccolo corpo roccioso che ruota intorno al pianeta Terra); meteoriti (residui di corpi
extraterrestri rocciosi o metallici, detti meteoroidi, che hanno colpito il suolo terrestre). Circa
la funzione delle stelle gli allievi individuano nella capacità di emettere luce una mansione
utile per illuminare il cosmo e con esso la terra, ma al di là di questa affermazione presenta
una interessante pista di lavoro il fatto che le stelle possono essere comunque di conforto agli
uomini sia perché essi possono esprimere dei “desideri reconditi”, sia perché risvegliano
immagini poetiche come quelle delle lucciole o dei puntini luminosi, sia perché favoriscono
l’immaginazione fino a far pensare alle stelle come ad un vaporoso e leggero abito del cielo. Gli
alunni – come tutti noi- non sono in grado di spiegare lo scopo di tutte le stupende cose
dell'Universo, ma occorre far capire loro che proprio il fatto che l’Universo sia così permette
l’esistenza di questo Universo così come è: da ciò si deduce che esiste una utilità intrinseca di
ogni parte rispetto al tutto. Sicuramente le stelle così come sono servono per essere guardate
dall’uomo e fosse questa la sola ragione, sarebbe già una motivazione significativa perché
vorrebbe dire che la loro funzione è legata alla possibilità di godimento dell’uomo. Questa
riflessione è in grado di costruire una relazione di senso tra gli uomini e le stelle che cessano di
essere freddi corpi celesti per diventare punti di riferimento di un cammino comune in cui
stelle ed uomini si riconoscono come parti diverse di un tutto.
Matrice cognitiva (ciò che sanno)
• Le stelle sono corpi celesti
• Le stelle emanano luce
• Le stelle sono osservate dagli uomini
Compito di apprendimento (ciò che non sanno)
• La volta celeste si chiama firmamento
• Nel firmamento c’è una pluralità di corpi celesti diversi (pianeti, meteoriti,satelliti)
• Le stelle sono grandissime sfere di gas che brillano di luce propria
• Le stelle rientrano nell’ordine dell’Universo e sono all’interno delle leggi che lo governano
• Le stelle sono in relazione con l’uomo che le osserva, le interpreta e ne gode la bellezza
Rete Concettuale
FIRMAMENTO
=
VOLTA CELESTE
caratterizzata da una
PLURALITÀ di CORPI CELESTI (pianeti, meteoriti,satelliti…)
in
RELAZIONE
con gli
UOMINI
Fase 2 Obiettivo: osservare e conoscere il firmamento.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Riprende la “mappa mentale” espressa dagli
Ascolta, chiede spiegazioni e raccoglie a casa
allievi durante la Conversazione Clinica e
immagini e informazioni su stelle, sole, luna e
invita ad approfondire la conoscenza delle
via lattea.
stelle, del sole, della luna, della via lattea
attraverso un ricerca in internet e/o testi.
Controlla i materiali e invita a relazionare
sulla ricerca.
Porta i suoi materiali, osserva quelli dei
compagni e relaziona sugli esiti della ricerca..
Divide la classe in quattro gruppi ed assegna
a ciascun gruppo uno degli argomenti oggetto
di studio con il compito di incollare le
immagini selezionate in un cartone bristol e di
elaborare, in un foglio di quaderno, un testo
informativo, come didascalia esplicativa
dell’immagine.
Incolla le immagini in cartoni bristol e segue
le indicazioni dell’insegnante per porre la
didascalia.
Legge i lavori dei singoli gruppi di classe, li
corregge a voce alta stimolando il parere della
classe.
Ascolta,prende atto del proprio grado di
preparazione, corregge l’elaborato con il
parere del gruppo classe.
Chiede di apporre l testo corretto nel
Segue le indicazioni e costruisce una Mostra
cartoncino bristol e di mettere uno di seguito
all’ altro i pannelli così ottenuti in modo da
formare una sorta di mostra di classe.
di classe. (All. A)
Invita ad osservare la mostra e pone loro
delle domande del tipo:
• Che cosa è il firmamento?
• Che cosa è la “via lattea”?
• Da che cosa è formato il sistema solare?
• Quali sono i pianeti del sistema solare?
Osserva la mostra e risponde alle domande
socializzando le proprie idee con quelle dei
compagni.
Raggruppamento alunni: lavoro individuale; in piccolo gruppo; con gruppo classe.
Metodo: Costruzione di mostra (raccolta e selezione di immagini,analisi ed apposizione di
didascalia); osservazione di immagini; conversazione orientata;
Mezzi e strumenti: immagini; slide; video; stampante; computer; pannelli.
Fase 3 Obiettivo: approfondire la relazione tra gli uomini e il firmamento attraverso i miti.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Riprende l’immagine del cielo stellato della
Entra nel clima della narrazione ed ascolta.
Mostra e trasporta gli allievi in tempi lontani
narrando un mito cinese sul Sole. (All. A)
Pone delle domande-stimolo:
• Da dove derivano gli antichi
l’immaginazione da cui nasce la storia del
sole?
• Da che cosa è alimentata la loro fantasia?
Formula delle ipotesi, risponde, socializza le
proprie riflessioni con quelle dei compagni di
classe.
Successivamente narra il mito dell’Orsa
Maggiore. (All. B)
Ascolta.
Somministra un questionario di comprensione
del testo.
Risponde al questionario.(All. C)
Chiede di disegnare una scena del mito.
Disegna una scena del mito dell’Orsa
Maggiore.(All. D)
Ricerca il mito di Orione e lo rappresenta con
Invita a ricercare il mito di Orione e di
un disegno.(All. E)
rappresentarlo graficamente.
Raggruppamento alunni: lavoro individuale; con gruppo classe.
Metodo: osservazione di immagini; ascolto e narrazione di miti; conversazione orientata;
attività iconica, di comprensione e di ricerca.
Mezzi e strumenti: pannelli di mostra; questionario; internet.
All. A
All. B
ALL. C
Attività di comprensione del testo:
Chi era Callisto?
Callisto era la compagna preferita della dea Artemide.
Chi era Artemide?
Artemide era la dea della caccia.
Cosa fa Artemide?
Artemide bandì Callisto dalla sua vista.
In che cosa trasformò Callisto?
Era trasformò Callisto in un’orsa.
Chi e come evitò che Arcos uccidesse sua madre?
Zeus evitò che Arcos uccidesse sua madre mandando una tromba d’aria che la
trasportò in cielo.
Dove possiamo vedere oggi Callisto?
Oggi possiamo vedere Callisto nel cielo.
All. D
ALL. E
IL MITO DI ORIONE.
Orione era un bellissimo cacciatore gigantesco, probabilmente figlio di Poseidone e di Gea
(Terra).
Orione si era innamorato di Artemide, da lei corrisposto contro la volontà del fratello Apollo.
Per porre fine al loro legame, il dio Apollo sfidò la sorella, dea della caccia, a colpire un oggetto
che affiorava in mare. Artemide scagliò il suo dardo infallibile e colse in pieno l’oggetto che si
rivelò essere la testa di Orione. Affranta dal dolore per aver perso l’amato Artemide ottenne da
Zeus (Giove) che Orione diventasse la costellazione più belle del cielo. In corrispondenza della
sua spalla destra si trova la stella Betelgeuse, brillante di luce rossa, mentre il suo piede
sinistro corrisponde alla bianca e brillante Rigel. Dietro la cintura di Orione si raggiunge Sirio,
la stella più splendente del cielo.
Fase 4 Obiettivo: consolidare la rappresentazione immaginaria e soggettiva delle costellazioni
celesti.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Presenta
l’astrologia
come
una Ascolta e cerca informazioni sul proprio segno
rappresentazione umana delle costellazioni zodiacale. (All. A)
celesti ed invita gli allievi a rintracciare
informazioni sul proprio segno zodiacale.
Fa notare la relazione tra terra e cielo, tra
costellazioni e loro influenza sugli uomini
evidenziando la differenza tra scienza
( astronomia) ed interpretazione legata
all’immaginazione dell’uomo (astrologia)
Ascolta, pone domande di chiarimento sul
rapporto tra astronomia ed astrologia.
Mostra una immagini delle costellazioni di
primavera ed invita a segnare i corrispondenti
segni zodiacali.
Trova sulle costellazioni di primavera i segni
zodiacali della Vergine e del Leone.(All. B)
Consolida la riflessione invitando ciascun
allievo a scrivere un testo informativo sul
proprio segno zodiacale.
Scrive un testo informativo sul proprio segno
zodiacale.( All. C)
Apre una discussione sugli elementi del Mito Trascrive nel quaderno gli elementi del Mito e
ed invita gli allievi a trascriverli nel proprio applica un glossario per i termini “figurati”
quaderno alcuni elementi.
come metafora, similitudine.( All. D)
Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; individuale.
Metodo: attività di ascolto e di ricerca , analisi e selezione di fonti;attività iconica; discussione
orientata e attività di sintesi.
Mezzi e strumenti: testi mutimedali; rappresentazione di costellazioni
All. A
All. B
All. C
All. D
Caratteristiche del mito.
♣ Gli eroi sono divinità o esseri soprannaturali.
♣ Le vicende sono collocate in epoche lontanissime.
♣ Si narra sempre dell’origine del mondo o dell’universo.
♣Il mito deriva dalla realtà (le costellazioni esistono), ma si nutre
dell’immaginazione e ricorre a similitudini e metafore diverse da popolo a popolo.
♣ Serve per spiegare fenomeni naturali in modo fantastico.
Glossario:
similitudine:un immagine o un concetto sono confrontati con altra immagine o
concetto spesso attraverso il nesso “come…così” (esempio : come profuma la rosa
così profuma la carne tenera del bambino)
metafora:un termine o un immagine che richiama il termine sostituito (esempio:nello
specchio della luna in cui lo specchio richiama il disco della luna entrambi rotondi.)
Fase 5 Obiettivo: prendere coscienza della diversità di relazione tra l’uomo e le stelle
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Divide la classe due gruppi (A e B) ed
assegna ad A il capitolo XIII de “ Il Piccolo
Principe” di A. De Saint-Exupéry ed a B il
capitolo XXVI.
( All. A)
Riceve il testo assegnato.
Dispone un angolo con un cerchio di sedie
formato solo dai bambini A ; al lato opposto
un cerchio con i bambini B.
Si dispongono in base alle indicazioni
dell’insegnante e leggono prima
individualmente e silenziosamente e poi
discutono in gruppo il significato del testo.
Chiede a ciascun gruppo di disegnare in
sequenze con didascalie il racconto ascoltato
e di presentarlo all’altro gruppo.
Disegna, appone sequenze, narra, ascolta.
(All. B)
Detta il cap.XIII alla classe.
Esegue il dettato (All. C)
Chiede di aprire un dibattito per approfondire
le diverse posizioni del signore d’affari e del
Piccolo principe ponendo alcune domande
stimolo:
• Perché l’uomo d’affari contava le stelle?
•
Cosa vedeva nelle stelle?
• A che cosa gli servivano?
• Come il Piccolo Principe considera le
stelle?
• Cosa sanno fare le sue stelle ?
• Come mai?
• …………………………………………..
Ascolta, risponde e socializza le proprie
riflessioni con quelle dei compagni.
Raggruppamento alunni: lavoro per gruppo; con gruppo classe; individuale.
Metodo: lettura; rappresentazione per sequenze e didascalie; narrazione; conversazione
orientata.
Mezzi e strumenti: fotocopie; carta da disegno; testo.
All. A-B
Capitolo XXI – (dettato)
In quel momento apparve la volpe: “Buon giorno” disse la volpe.
“Buon giorno” rispose gentilmente il Piccolo Principe, voltandosi: ma non vide
nessuno.
“Sono qui” disse la voce “sotto il melo…”.
“Chi sei?” domandò il Piccolo Principe “Sei molto carino…”
“Sono una volpe” disse la volpe.
“Vieni a giocare con me?” le propose il Piccolo Principe “Sono così triste!”
“Non posso giocare con te” disse la volpe “Non sono addomesticata”.
“Cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto dimenticata: vuol dire CREARE DEI LEGAMI”
“Creare dei legami?”
“Certo” disse la volpe.
“Tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non
ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io sono per te una volpe uguale a
centomila volpi.”
“Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. TU SARAI PER ME
UNICO AL MONDO E IO SARO’ PER TE UNICA AL MONDO”.
“Per favore addomesticami” disse la volpe.
“Volentieri” rispose Piccolo Principe.
“Che bisogna fare?”
“Bisogna essere molto pazienti” rispose la volpe.
“Comincio a capire” disse il Piccolo Principe “C’è un fiore…………….credo che mi
abbia addomesticato.
Fase 6 Obiettivo: prendere coscienza della relazione basata sulla cura e sulla responsabilità
quale forma di realizzazione del processo di umanizzazione
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Sottolinea il valore della relazione leggendo e
Ascolta, chiede spiegazioni e prende nota sul
dettando il testo del capitolo XXI ( All. A)
quaderno dei punti salienti del monologo del
Piccolo Principe che trascrive sotto dettatura.
Pone una serie di domande stimolo del tipo:
• Perché per il Piccolo Principe le altre
centomila rose non sono uguale alla sua?
• Che cosa ha reso la sua rosa diversa?
• Che cosa intende il Piccolo Principe per
addomesticare?
•
Che cosa rende unica la sua rosa?
•
Che cosa ha fatto lui per la sua rosa?
•
Quale è la verità che gli uomini non
devono scordare?
Chiede di riportare nel cartellone di classe la
Ascolta, risponde e socializza le proprie
risposte con quella dei compagni di classe
(All. B)
Riporta nel cartellone la massima che
massima che caratterizza la relazione per il
esprime la relazione per il Piccolo Principe.
Piccolo Principe
(All. C)
Raggruppamento alunni: lavoro individuale; con gruppo classe.
Metodo: lettura, dettato, conversazione orientata,attività di sintesi.
Mezzi e strumenti: testi
All. A- B- C
Rispondi alle domande:
Perché per il Piccolo Principe le altre rose non sono uguali alla sua?
Perché il Piccolo Principe ha addomesticato la sua rosa rendendola diversa dalle
altre.
Che cosa ha reso la sua rosa diversa?
L’ha resa diversa il legame, l’addomesticamento con il Piccolo Principe, la cura che le
ha dedicato.
Che cosa intende il Piccolo Principe per addomesticare?
Il Piccolo Principe intende l’addomesticamento un legame stretto con qualcuno.
Che cosa rende unica la sua rosa?
La rende piena di amicizia, di silenzio e di affetto.
Qual è la verità che gli uomini non devono scordare?
Gli uomini non si devono dimenticare di ciò che hai addomesticato.
Fase 7 Obiettivo: consolidare le conoscenze acquisite
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Invita a ripercorrere le fasi della presente
Unità di lavoro
Sfoglia il quaderno e ripercorre l’itinerario
scolastico
Invita ad auto valutare il grado di conoscenza
raggiunto, esponendo il processo di
incremento cognitivo in un breve testo
stimolato da alcune domande del tipo:
• Il lavoro ti è sembrato interessante?
Perché si / perché no
• Quale fase ti è sembrata più
interessante o meno interessante e
Prende coscienza del proprio percorso
cognitivo e trascrive le sue impressioni
personali seguendo la traccia dell’insegnante.
(All. A)
perché?
Che cosa avresti voluto fare di diverso
rispetto alla proposta scolastica?
• Quale messaggio hai trattenuto?
• Pensi che possa incidere sulla tua vita?
……………………………………………………………
•
Ascolta l’insegnante e prende coscienza del
Analizza i testi espositivi e socializza con
grado di coerenza e chiarezza del testo e della
ciascun allievo una valutazione basata sul
livello di coerenza e chiarezza del testo e sulla sua correttezza formale.
sua correttezza formale .
Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; lavoro individuale.
Metodo: meta cognizione sul percorso; autovalutazione del proprio incremento cognitivo;
attività di sintesi; esercizio scritto per esposizione di esperienza cognitiva.
Mezzi e strumenti: quaderno.
ALL. A
Esempi:
-
-
-
-
Mi è piaciuto il progetto firmamento perché facevamo tante ricerche sulle stelle e sui
pianeti. Soprattutto abbiamo parlato del sole, della luna e delle costellazioni. Un mondo
stupendo come il fiore che si vede soltanto di notte. Questa esperienza è stata magnifica
e non potevamo far niente di meglio. Ho capito che le stelle sono corpi celesti che brillano
di luce propria, che gli uomini alle stelle davano un nome e vedevano delle figure come il
Carro Maggiore o Minore. Questo progetto non lo so se mi servirà nella vita, ma di sicuro
è stata un’esperienza personale.
Il lavoro mi è sembrato interessante perché la maestra ci ha fatto imparare i pianeti e le
costellazioni. Di diverso vorrei fare la fisica e la chimica. Il messaggio che ho capito è
che si è responsabili per sempre di ciò che si è addomesticato. Questo mi può servire per
la vita perché così imparo tutto quello che c’è nell’universo.
A me il lavoro è sembrato interessante, incredibile e stupefacente perché se non fosse
per questo progetto ancora pensavo che la terra è il primo pianeta del sistema solare.
Avrei voluto conoscere di più il sistema solare. Io ho capito il messaggio più importante:
si è responsabili di ciò che si è addomesticato. Questo messaggio mi servirà durante il mio
percorso nella vita.
Il lavoro mi è sembrato interessante perché abbiamo trattato una nuova materia con
argomenti del firmamento: sole, luna, pianeti, stelle e miti. Mi è piaciuto anche per i
disegni creativi che abbiamo fatto. Mi sarebbe piaciuto continuare a studiare i pianeti e
non leggere il Piccolo Principe. Ho capito che l’uomo per vivere bene deve conoscere il
mondo in cui vive, perciò è bene imparare ciò che prima o poi nella vita può essere utile.
Fase 8 Obiettivo:trasferire le conoscenze acquisite in un compito in situazione
Invita a trasferire nel proprio vissuto il Disegna o scrive un testo che abbia come
messaggio del Piccolo Principe elaborando un titolo “Io mi prendo cura di…” (All. A)
disegno o un testo scritto che abbia come
titolo
“ Io mi prendo cura di…”
Chiede di formare un cartellone di classe con i
lavori rivisti e corretti.
Costruisce un cartellone di classe
evidenziare il legame con gli altri.
Propone di sintetizzare il sentimento della
cura e dell’amore verso gli altri in tre versi di
cinque, sette e ancora cinque sillabe sul
modello dell’ haiku giapponese di cui fa alcuni
esempi ( All. B)
Analizza, con l’aiuto dell’insegnante, gli
esempi di haiku e prova a imitarli riempiendo
i versi dei sentimenti emersi dal sentimento di
cura e di amore per qualcuno o per un
oggetto amato. (All. C)
Raggruppamento alunni: lavoro individuale
Metodo: problem-solving; transfert; meta cognizione; attività creativa.
Mezzi e strumenti: foglio
per
All.A
IO MI PRENDO CURA DI……
mio nonno è unico al
mondo
la mia famiglia è unica al mondo
Io mi prendo cura di Amin
Kobayashi Issa
In questo mondo
anche la vita della farfalla
All. B
è frenetica
Yosa Buson
Tornando a vederli
i fiori di ciliegio, la sera,
son divenuti frutti.
ALL. C
Mio nonno
In questa vita
anche la vita del nonno
si lega a me
Amin
Tornando a giocarci
nei prati fioriti a primavera
è diventato me.