UNITA’ DI LAVORO SU FIRMAMENTO ISC Archi –Cittadella sud Scuola Primaria “ Leonardo da Vinci” Classe IIIA Docente: Giardini Laura Macroconcetto Mappa Concettuale ( micro-concetto) COSMO = UNIVERSO PLURALE in cui OGNI PARTE FIRMAMENTO = PLURALITÀ DI CORPI CELESTI in RELAZIONE con VIVENTI va verso il TUTTO Obiettivo formativo Conoscere il firmamento per favorire la consapevolezza di appartenere al cosmo in cui ogni parte va verso il tutto. Fase 1 Obiettivo: conoscere la percezione che gli alunni hanno del cosmo e del firmamento. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Per introdurre l’argomento chiede agli allievi Si dispone in circle time e ascolta. di mettersi in circle time, spiega la modalità e la funzione di svolgimento della Conversazione Clinica. Pone una serie di domande stimolo del tipo: Che cosa ti fa venire in mente la parola “firmamento”? Che cosa è il firmamento? ……………………………………. Disegnate le stelle Risponde uno per volta alle domande stimolo (All. A) Che cosa ti fanno venire in mente le stelle? Cosa sono le stelle? A che servono le stelle? Cosa accade se un cielo è senza stelle? Chi ha bisogno delle stelle? Come mai? Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe. Metodo: conversazione clinica. Mezzi e strumenti: circle time; risorse umane. 1. Che cosa ti fa venire in mente la parola “firmamento”? Shahan: la scrittura strana di una persona Rebecca Lila: una firma Arianna: una persona mentre firma Mirko: una cosa che hanno firmato….un contratto Lorenzo: un contratto che si deve firmare Amine: documento storico da firmare Silvia: voce del verbo firmare All.A ANALI DELLA CONVERSAZIONE CLINICA Alla prima domanda “Cosa ti fa pensare la parola firmamento” i bambini rispondono considerando soltanto, e tutti indistintamente, l’onomatopea, associando il suono stesso della parola all’immagine che la stessa evoca nella loro mente: firmare 2. Che cosa è il firmamento? Lorenzo: è il modo di mettere la firma Amine: è il documento che si firma Hiba: è un foglio bianco da scrivere Rebecca Gemini: contratto da firmare Nicoleta: dei fogli che si devono firmare 3. Che cosa ti fanno venire in mente le stelle? Shahan: dei pianeti luminosi piccoli, visti da lontano Silvia: la costellazione Hiba: delle forme Nicolas N.: dei satelliti Mirko: sono globi luminosi provocati dal sole Airin: sono luci Arianna: piccoli punti luminosi Marian: luci Amine: meteoriti lontani luminosi Shanta: piccole lucine Nicoleta: il grande 4. Cosa sono le stelle? Arianna: sono costellazioni Shahan: sono pianeti Hiba: sono piccoli meteoriti Rebecca G.: gruppo di costellazioni Mirko: pianeti che alla vista sono più piccoli rispetto al sole Adrian: cose giganti Nicolas N. : pianeti con vita breve Silvia: luci luminose Francesco: piccoli pianeti mortali Nicoleta: meteoriti Nicolas Papa: sono pallini che avvertono i daltonici che è arrivata la notte Lorenzo: piccoli pianeti infuocati Airin: grandi sassi Rebecca Lila: lucciole attaccate al cielo Milly: pianeti piccoli luminosi Shanta: sono puntini 5. A che cosa servono le stelle? Sara: servono a fare luce Milly: servono ad illuminare la notte Shanta: a fare splendere la vita Marian: servono per esprimere un desiderio Adrian: servono per capire quando è notte e quando è giorno Mirko: a niente! Edmond: per vedere la notte Nicoleta: per dare più luce al sole Amin: per illuminare la terra Alla seconda domanda “Che cos’è il firmamento?” i bambini hanno risposto tutti che è un qualcosa dove apporre la firma. Alla terza domanda “Che cosa ti fanno venire in mente le stelle?” i bambini elencano una serie di immagini e di elementi del firmamento : puntini luminosi, costellazioni, satelliti, luci, meteoriti. Un bambino afferma che sono globi luminosi provocati dal sole. Alla quarta domanda “Che cosa sono le stelle?” i bambini riaffermano le loro conoscenze definendole pianeti, meteoriti luminose, costellazioni. Un allievo prende il sole come termine di paragone per spiegare cosa sono le stelle. Alcuni invece rispondono sul filo delle impressioni ed emozioni e parlano di lucciole attaccate al cielo e di puntini. Un bambino le vede come una guida per riconoscere la notte a chi ha difficoltà a distinguere i colori . Alla quinta domanda “A che cosa servono le stelle?” la maggior parte risponde che servono ad illuminare la notte e a distinguerla dal giorno; una bambina le vede come motivo di splendore della vita mentre un’altra le vede come mezzo per esprimere desideri reconditi. Un bambino non ne vede assolutamente l’utilità, una pensa che diano luce al sole insieme ad un altro che prosegue dicendo che servano ad illuminare la terra. 6. Che cosa accade se un cielo è senza stelle? Rebecca Lila: il cielo è buio Hiba: muore la vita Milly: tutto diventa brutto Shanta: diventa brutta la vita Rebecca G. : non è luminosa la terra Marian: la notte è oscura Arianna: finisce il mondo Waid: la notte non ha la luce Airin: non esiste la notte 7. Chi ha bisogno delle stelle? Come mai? Francesco: la notte ha bisogno delle stelle altrimenti è buia Najwa: la luna Mirko: noi, per sostituire l’elettricità Adrian: la terra perché è buio Marian: la luna per illuminare la notte Shanta: il cielo perché è nudo Hiba: a noi per guidarci quando andiamo in barca Milly: a noi per orientarci Airin: a tutti anche al pianeta terra perché tutto finisce Daniele: allo spazio perché senza loro moriremmo Nicholas Papa: al sole per aiuto Alla sesta domanda “Che cosa succede se un cielo è senza stelle?” Rispondono che il cielo sarà buio, che la vita avrà fine, che la terra non sarà più illuminata e che la notte non avrà più motivo di esistere Alla settima domanda “Chi ha bisogno delle stelle e come mai?” alcuni bambini rispondo che delle stelle hanno bisogno la notte, la luna e il sole per far luce. Una bambina vede le stelle come abito del cielo e alcuni le definiscono come motivo di vita. Solo due bambine considerano le stelle come mezzo per orientarsi e per dare elettricità. ANALI DELLA CONVERSAZIONE CLINICA Alla prima domanda “Cosa ti fa pensare la parola firmamento” i bambini rispondono considerando soltanto, e tutti indistintamente, l’onomatopea, associando il suono stesso della parola all’immagine che la stessa evoca nella loro mente: firmare Alla seconda domanda “Che cos’è il firmamento?” i bambini hanno risposto tutti che è un qualcosa dove apporre la firma. Alla terza domanda “Che cosa ti fanno venire in mente le stelle?” i bambini elencano una serie di immagini e di elementi del firmamento: puntini luminosi, costellazioni, satelliti, luci, meteoriti. Un bambino afferma che sono globi luminosi provocati dal sole. Alla quarta domanda “Che cosa sono le stelle?” i bambini riaffermano le loro conoscenze definendole pianeti, meteoriti luminose, costellazioni. Un allievo prende il sole come termine di paragone per spiegare cosa sono le stelle. Alcuni invece rispondono sul filo delle impressioni ed emozioni e parlano di lucciole attaccate al cielo e di puntini. Un bambino le vede come una guida per riconoscere la notte a chi ha difficoltà a distinguere i colori . Alla quinta domanda “A che cosa servono le stelle?” la maggior parte risponde che servono ad illuminare la notte e a distinguerla dal giorno; una bambina le vede come motivo di splendore della vita mentre un’altra come mezzo per esprimere desideri reconditi. Un bambino non ne vede assolutamente l’utilità, una pensa che diano luce al sole insieme ad un altro che prosegue dicendo che servano ad illuminare la terra. Alla sesta domanda “Che cosa succede se un cielo è senza stelle?” Rispondono che il cielo sarà buio, che la vita avrà fine, che la terra non sarà più illuminata e che la notte non avrà più motivo di esistere Alla settima domanda “Chi ha bisogno delle stelle e come mai?” alcuni bambini rispondo che delle stelle hanno bisogno la notte, la luna e il sole per far luce. Una bambina vede le stelle come abito del cielo e alcuni le definiscono come un motivo di vita. Solo due bambine considerano le stelle come mezzo per orientarsi e per dare elettricità. Mappa mentale Il Firmamento è un documento da firmare Cosa sono le stelle? puntini luminosi, costellazioni, satelliti, luci meteoriti pianeti globi luminosi provocati dal sole. lucciole attaccate al cielo puntini luminosi abito del cielo A che cosa servono le stelle? illuminare la notte e a distinguerla dal giorno; dare splendore della vita fornire un mezzo per esprimere desideri reconditi. illuminare la terra. a niente Chi ha bisogno delle stelle? la notte la luna il sole per far luce la terra per avere luce gli uomini per orientarsi. gli uomini per sostituire l’elettricità gli uomini per esprimere i desideri Commento alla Conversazione Clinica I bambini non conoscono da un punto di vista etimologico la “volta del cielo”, normalmente definita “firmamento , ma sanno i nomi di diversi corpi celesti. Essi citano- come nell’uso comune- la parola “stella” in modo generico includendo nella definizione i satelliti , le meteoriti, i pianeti: occorrerà distinguere tra stelle (grandissime sfere di gas che brillano di luce propria); pianeti (corpi rocciosi molto grandi che riflettono la luce del Sole); satelliti (un piccolo corpo roccioso che ruota intorno al pianeta Terra); meteoriti (residui di corpi extraterrestri rocciosi o metallici, detti meteoroidi, che hanno colpito il suolo terrestre). Circa la funzione delle stelle gli allievi individuano nella capacità di emettere luce una mansione utile per illuminare il cosmo e con esso la terra, ma al di là di questa affermazione presenta una interessante pista di lavoro il fatto che le stelle possono essere comunque di conforto agli uomini sia perché essi possono esprimere dei “desideri reconditi”, sia perché risvegliano immagini poetiche come quelle delle lucciole o dei puntini luminosi, sia perché favoriscono l’immaginazione fino a far pensare alle stelle come ad un vaporoso e leggero abito del cielo. Gli alunni – come tutti noi- non sono in grado di spiegare lo scopo di tutte le stupende cose dell'Universo, ma occorre far capire loro che proprio il fatto che l’Universo sia così permette l’esistenza di questo Universo così come è: da ciò si deduce che esiste una utilità intrinseca di ogni parte rispetto al tutto. Sicuramente le stelle così come sono servono per essere guardate dall’uomo e fosse questa la sola ragione, sarebbe già una motivazione significativa perché vorrebbe dire che la loro funzione è legata alla possibilità di godimento dell’uomo. Questa riflessione è in grado di costruire una relazione di senso tra gli uomini e le stelle che cessano di essere freddi corpi celesti per diventare punti di riferimento di un cammino comune in cui stelle ed uomini si riconoscono come parti diverse di un tutto. Matrice cognitiva (ciò che sanno) • Le stelle sono corpi celesti • Le stelle emanano luce • Le stelle sono osservate dagli uomini Compito di apprendimento (ciò che non sanno) • La volta celeste si chiama firmamento • Nel firmamento c’è una pluralità di corpi celesti diversi (pianeti, meteoriti,satelliti) • Le stelle sono grandissime sfere di gas che brillano di luce propria • Le stelle rientrano nell’ordine dell’Universo e sono all’interno delle leggi che lo governano • Le stelle sono in relazione con l’uomo che le osserva, le interpreta e ne gode la bellezza Rete Concettuale FIRMAMENTO = VOLTA CELESTE caratterizzata da una PLURALITÀ di CORPI CELESTI (pianeti, meteoriti,satelliti…) in RELAZIONE con gli UOMINI Fase 2 Obiettivo: osservare e conoscere il firmamento. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Riprende la “mappa mentale” espressa dagli Ascolta, chiede spiegazioni e raccoglie a casa allievi durante la Conversazione Clinica e immagini e informazioni su stelle, sole, luna e invita ad approfondire la conoscenza delle via lattea. stelle, del sole, della luna, della via lattea attraverso un ricerca in internet e/o testi. Controlla i materiali e invita a relazionare sulla ricerca. Porta i suoi materiali, osserva quelli dei compagni e relaziona sugli esiti della ricerca.. Divide la classe in quattro gruppi ed assegna a ciascun gruppo uno degli argomenti oggetto di studio con il compito di incollare le immagini selezionate in un cartone bristol e di elaborare, in un foglio di quaderno, un testo informativo, come didascalia esplicativa dell’immagine. Incolla le immagini in cartoni bristol e segue le indicazioni dell’insegnante per porre la didascalia. Legge i lavori dei singoli gruppi di classe, li corregge a voce alta stimolando il parere della classe. Ascolta,prende atto del proprio grado di preparazione, corregge l’elaborato con il parere del gruppo classe. Chiede di apporre l testo corretto nel Segue le indicazioni e costruisce una Mostra cartoncino bristol e di mettere uno di seguito all’ altro i pannelli così ottenuti in modo da formare una sorta di mostra di classe. di classe. (All. A) Invita ad osservare la mostra e pone loro delle domande del tipo: • Che cosa è il firmamento? • Che cosa è la “via lattea”? • Da che cosa è formato il sistema solare? • Quali sono i pianeti del sistema solare? Osserva la mostra e risponde alle domande socializzando le proprie idee con quelle dei compagni. Raggruppamento alunni: lavoro individuale; in piccolo gruppo; con gruppo classe. Metodo: Costruzione di mostra (raccolta e selezione di immagini,analisi ed apposizione di didascalia); osservazione di immagini; conversazione orientata; Mezzi e strumenti: immagini; slide; video; stampante; computer; pannelli. Fase 3 Obiettivo: approfondire la relazione tra gli uomini e il firmamento attraverso i miti. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Riprende l’immagine del cielo stellato della Entra nel clima della narrazione ed ascolta. Mostra e trasporta gli allievi in tempi lontani narrando un mito cinese sul Sole. (All. A) Pone delle domande-stimolo: • Da dove derivano gli antichi l’immaginazione da cui nasce la storia del sole? • Da che cosa è alimentata la loro fantasia? Formula delle ipotesi, risponde, socializza le proprie riflessioni con quelle dei compagni di classe. Successivamente narra il mito dell’Orsa Maggiore. (All. B) Ascolta. Somministra un questionario di comprensione del testo. Risponde al questionario.(All. C) Chiede di disegnare una scena del mito. Disegna una scena del mito dell’Orsa Maggiore.(All. D) Ricerca il mito di Orione e lo rappresenta con Invita a ricercare il mito di Orione e di un disegno.(All. E) rappresentarlo graficamente. Raggruppamento alunni: lavoro individuale; con gruppo classe. Metodo: osservazione di immagini; ascolto e narrazione di miti; conversazione orientata; attività iconica, di comprensione e di ricerca. Mezzi e strumenti: pannelli di mostra; questionario; internet. All. A All. B ALL. C Attività di comprensione del testo: Chi era Callisto? Callisto era la compagna preferita della dea Artemide. Chi era Artemide? Artemide era la dea della caccia. Cosa fa Artemide? Artemide bandì Callisto dalla sua vista. In che cosa trasformò Callisto? Era trasformò Callisto in un’orsa. Chi e come evitò che Arcos uccidesse sua madre? Zeus evitò che Arcos uccidesse sua madre mandando una tromba d’aria che la trasportò in cielo. Dove possiamo vedere oggi Callisto? Oggi possiamo vedere Callisto nel cielo. All. D ALL. E IL MITO DI ORIONE. Orione era un bellissimo cacciatore gigantesco, probabilmente figlio di Poseidone e di Gea (Terra). Orione si era innamorato di Artemide, da lei corrisposto contro la volontà del fratello Apollo. Per porre fine al loro legame, il dio Apollo sfidò la sorella, dea della caccia, a colpire un oggetto che affiorava in mare. Artemide scagliò il suo dardo infallibile e colse in pieno l’oggetto che si rivelò essere la testa di Orione. Affranta dal dolore per aver perso l’amato Artemide ottenne da Zeus (Giove) che Orione diventasse la costellazione più belle del cielo. In corrispondenza della sua spalla destra si trova la stella Betelgeuse, brillante di luce rossa, mentre il suo piede sinistro corrisponde alla bianca e brillante Rigel. Dietro la cintura di Orione si raggiunge Sirio, la stella più splendente del cielo. Fase 4 Obiettivo: consolidare la rappresentazione immaginaria e soggettiva delle costellazioni celesti. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Presenta l’astrologia come una Ascolta e cerca informazioni sul proprio segno rappresentazione umana delle costellazioni zodiacale. (All. A) celesti ed invita gli allievi a rintracciare informazioni sul proprio segno zodiacale. Fa notare la relazione tra terra e cielo, tra costellazioni e loro influenza sugli uomini evidenziando la differenza tra scienza ( astronomia) ed interpretazione legata all’immaginazione dell’uomo (astrologia) Ascolta, pone domande di chiarimento sul rapporto tra astronomia ed astrologia. Mostra una immagini delle costellazioni di primavera ed invita a segnare i corrispondenti segni zodiacali. Trova sulle costellazioni di primavera i segni zodiacali della Vergine e del Leone.(All. B) Consolida la riflessione invitando ciascun allievo a scrivere un testo informativo sul proprio segno zodiacale. Scrive un testo informativo sul proprio segno zodiacale.( All. C) Apre una discussione sugli elementi del Mito Trascrive nel quaderno gli elementi del Mito e ed invita gli allievi a trascriverli nel proprio applica un glossario per i termini “figurati” quaderno alcuni elementi. come metafora, similitudine.( All. D) Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; individuale. Metodo: attività di ascolto e di ricerca , analisi e selezione di fonti;attività iconica; discussione orientata e attività di sintesi. Mezzi e strumenti: testi mutimedali; rappresentazione di costellazioni All. A All. B All. C All. D Caratteristiche del mito. ♣ Gli eroi sono divinità o esseri soprannaturali. ♣ Le vicende sono collocate in epoche lontanissime. ♣ Si narra sempre dell’origine del mondo o dell’universo. ♣Il mito deriva dalla realtà (le costellazioni esistono), ma si nutre dell’immaginazione e ricorre a similitudini e metafore diverse da popolo a popolo. ♣ Serve per spiegare fenomeni naturali in modo fantastico. Glossario: similitudine:un immagine o un concetto sono confrontati con altra immagine o concetto spesso attraverso il nesso “come…così” (esempio : come profuma la rosa così profuma la carne tenera del bambino) metafora:un termine o un immagine che richiama il termine sostituito (esempio:nello specchio della luna in cui lo specchio richiama il disco della luna entrambi rotondi.) Fase 5 Obiettivo: prendere coscienza della diversità di relazione tra l’uomo e le stelle Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Divide la classe due gruppi (A e B) ed assegna ad A il capitolo XIII de “ Il Piccolo Principe” di A. De Saint-Exupéry ed a B il capitolo XXVI. ( All. A) Riceve il testo assegnato. Dispone un angolo con un cerchio di sedie formato solo dai bambini A ; al lato opposto un cerchio con i bambini B. Si dispongono in base alle indicazioni dell’insegnante e leggono prima individualmente e silenziosamente e poi discutono in gruppo il significato del testo. Chiede a ciascun gruppo di disegnare in sequenze con didascalie il racconto ascoltato e di presentarlo all’altro gruppo. Disegna, appone sequenze, narra, ascolta. (All. B) Detta il cap.XIII alla classe. Esegue il dettato (All. C) Chiede di aprire un dibattito per approfondire le diverse posizioni del signore d’affari e del Piccolo principe ponendo alcune domande stimolo: • Perché l’uomo d’affari contava le stelle? • Cosa vedeva nelle stelle? • A che cosa gli servivano? • Come il Piccolo Principe considera le stelle? • Cosa sanno fare le sue stelle ? • Come mai? • ………………………………………….. Ascolta, risponde e socializza le proprie riflessioni con quelle dei compagni. Raggruppamento alunni: lavoro per gruppo; con gruppo classe; individuale. Metodo: lettura; rappresentazione per sequenze e didascalie; narrazione; conversazione orientata. Mezzi e strumenti: fotocopie; carta da disegno; testo. All. A-B Capitolo XXI – (dettato) In quel momento apparve la volpe: “Buon giorno” disse la volpe. “Buon giorno” rispose gentilmente il Piccolo Principe, voltandosi: ma non vide nessuno. “Sono qui” disse la voce “sotto il melo…”. “Chi sei?” domandò il Piccolo Principe “Sei molto carino…” “Sono una volpe” disse la volpe. “Vieni a giocare con me?” le propose il Piccolo Principe “Sono così triste!” “Non posso giocare con te” disse la volpe “Non sono addomesticata”. “Cosa vuol dire addomesticare?” “E’ una cosa da molto dimenticata: vuol dire CREARE DEI LEGAMI” “Creare dei legami?” “Certo” disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io sono per te una volpe uguale a centomila volpi.” “Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. TU SARAI PER ME UNICO AL MONDO E IO SARO’ PER TE UNICA AL MONDO”. “Per favore addomesticami” disse la volpe. “Volentieri” rispose Piccolo Principe. “Che bisogna fare?” “Bisogna essere molto pazienti” rispose la volpe. “Comincio a capire” disse il Piccolo Principe “C’è un fiore…………….credo che mi abbia addomesticato. Fase 6 Obiettivo: prendere coscienza della relazione basata sulla cura e sulla responsabilità quale forma di realizzazione del processo di umanizzazione Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Sottolinea il valore della relazione leggendo e Ascolta, chiede spiegazioni e prende nota sul dettando il testo del capitolo XXI ( All. A) quaderno dei punti salienti del monologo del Piccolo Principe che trascrive sotto dettatura. Pone una serie di domande stimolo del tipo: • Perché per il Piccolo Principe le altre centomila rose non sono uguale alla sua? • Che cosa ha reso la sua rosa diversa? • Che cosa intende il Piccolo Principe per addomesticare? • Che cosa rende unica la sua rosa? • Che cosa ha fatto lui per la sua rosa? • Quale è la verità che gli uomini non devono scordare? Chiede di riportare nel cartellone di classe la Ascolta, risponde e socializza le proprie risposte con quella dei compagni di classe (All. B) Riporta nel cartellone la massima che massima che caratterizza la relazione per il esprime la relazione per il Piccolo Principe. Piccolo Principe (All. C) Raggruppamento alunni: lavoro individuale; con gruppo classe. Metodo: lettura, dettato, conversazione orientata,attività di sintesi. Mezzi e strumenti: testi All. A- B- C Rispondi alle domande: Perché per il Piccolo Principe le altre rose non sono uguali alla sua? Perché il Piccolo Principe ha addomesticato la sua rosa rendendola diversa dalle altre. Che cosa ha reso la sua rosa diversa? L’ha resa diversa il legame, l’addomesticamento con il Piccolo Principe, la cura che le ha dedicato. Che cosa intende il Piccolo Principe per addomesticare? Il Piccolo Principe intende l’addomesticamento un legame stretto con qualcuno. Che cosa rende unica la sua rosa? La rende piena di amicizia, di silenzio e di affetto. Qual è la verità che gli uomini non devono scordare? Gli uomini non si devono dimenticare di ciò che hai addomesticato. Fase 7 Obiettivo: consolidare le conoscenze acquisite Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Invita a ripercorrere le fasi della presente Unità di lavoro Sfoglia il quaderno e ripercorre l’itinerario scolastico Invita ad auto valutare il grado di conoscenza raggiunto, esponendo il processo di incremento cognitivo in un breve testo stimolato da alcune domande del tipo: • Il lavoro ti è sembrato interessante? Perché si / perché no • Quale fase ti è sembrata più interessante o meno interessante e Prende coscienza del proprio percorso cognitivo e trascrive le sue impressioni personali seguendo la traccia dell’insegnante. (All. A) perché? Che cosa avresti voluto fare di diverso rispetto alla proposta scolastica? • Quale messaggio hai trattenuto? • Pensi che possa incidere sulla tua vita? …………………………………………………………… • Ascolta l’insegnante e prende coscienza del Analizza i testi espositivi e socializza con grado di coerenza e chiarezza del testo e della ciascun allievo una valutazione basata sul livello di coerenza e chiarezza del testo e sulla sua correttezza formale. sua correttezza formale . Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; lavoro individuale. Metodo: meta cognizione sul percorso; autovalutazione del proprio incremento cognitivo; attività di sintesi; esercizio scritto per esposizione di esperienza cognitiva. Mezzi e strumenti: quaderno. ALL. A Esempi: - - - - Mi è piaciuto il progetto firmamento perché facevamo tante ricerche sulle stelle e sui pianeti. Soprattutto abbiamo parlato del sole, della luna e delle costellazioni. Un mondo stupendo come il fiore che si vede soltanto di notte. Questa esperienza è stata magnifica e non potevamo far niente di meglio. Ho capito che le stelle sono corpi celesti che brillano di luce propria, che gli uomini alle stelle davano un nome e vedevano delle figure come il Carro Maggiore o Minore. Questo progetto non lo so se mi servirà nella vita, ma di sicuro è stata un’esperienza personale. Il lavoro mi è sembrato interessante perché la maestra ci ha fatto imparare i pianeti e le costellazioni. Di diverso vorrei fare la fisica e la chimica. Il messaggio che ho capito è che si è responsabili per sempre di ciò che si è addomesticato. Questo mi può servire per la vita perché così imparo tutto quello che c’è nell’universo. A me il lavoro è sembrato interessante, incredibile e stupefacente perché se non fosse per questo progetto ancora pensavo che la terra è il primo pianeta del sistema solare. Avrei voluto conoscere di più il sistema solare. Io ho capito il messaggio più importante: si è responsabili di ciò che si è addomesticato. Questo messaggio mi servirà durante il mio percorso nella vita. Il lavoro mi è sembrato interessante perché abbiamo trattato una nuova materia con argomenti del firmamento: sole, luna, pianeti, stelle e miti. Mi è piaciuto anche per i disegni creativi che abbiamo fatto. Mi sarebbe piaciuto continuare a studiare i pianeti e non leggere il Piccolo Principe. Ho capito che l’uomo per vivere bene deve conoscere il mondo in cui vive, perciò è bene imparare ciò che prima o poi nella vita può essere utile. Fase 8 Obiettivo:trasferire le conoscenze acquisite in un compito in situazione Invita a trasferire nel proprio vissuto il Disegna o scrive un testo che abbia come messaggio del Piccolo Principe elaborando un titolo “Io mi prendo cura di…” (All. A) disegno o un testo scritto che abbia come titolo “ Io mi prendo cura di…” Chiede di formare un cartellone di classe con i lavori rivisti e corretti. Costruisce un cartellone di classe evidenziare il legame con gli altri. Propone di sintetizzare il sentimento della cura e dell’amore verso gli altri in tre versi di cinque, sette e ancora cinque sillabe sul modello dell’ haiku giapponese di cui fa alcuni esempi ( All. B) Analizza, con l’aiuto dell’insegnante, gli esempi di haiku e prova a imitarli riempiendo i versi dei sentimenti emersi dal sentimento di cura e di amore per qualcuno o per un oggetto amato. (All. C) Raggruppamento alunni: lavoro individuale Metodo: problem-solving; transfert; meta cognizione; attività creativa. Mezzi e strumenti: foglio per All.A IO MI PRENDO CURA DI…… mio nonno è unico al mondo la mia famiglia è unica al mondo Io mi prendo cura di Amin Kobayashi Issa In questo mondo anche la vita della farfalla All. B è frenetica Yosa Buson Tornando a vederli i fiori di ciliegio, la sera, son divenuti frutti. ALL. C Mio nonno In questa vita anche la vita del nonno si lega a me Amin Tornando a giocarci nei prati fioriti a primavera è diventato me.