di Santi Longo
04 settembre 2013
L’ALTICA DELLA VITE
***
La messa a punto e la diffusione di protocolli di difesa della vite che prevedono la riduzione
dei trattamenti insetticidi, concorrono a creare le condizioni ottimali per la pullulazione di
fitofagi di norma di secondario interesse per la coltura. E’ il caso della pulce o altica della
vite, Altica ampelophaga, ritenuta originaria della penisola Iberica e ampiamente diffusa
nelle aree europee e nord africane di coltivazione della vite. Si tratta di un piccolo
coleottero crisomelide i cui adulti, di colore verde metallico, lunghi 4,5-5 mm, hanno le
zampe posteriori atte al salto per la presenza di femori ingrossati. Essi trascorrono l’inverno
sotto il ritidoma, o in altri ripari, e riprendono l’attività trofica in coincidenza con la ripresa
vegetativa della pianta ospite, provocando delle erosioni irregolari sul parenchima fogliare
(Foto1). Dopo l’accoppiamento, e quando le temperature medie si attestano sui 15°C, le
femmine iniziano a ovideporre sulla pagina inferiore delle foglie. Ciacuna femmina può
deporre in media 200 uova, di forma ellittica (0,5x0,25 mm), di colore giallo, in piccoli
gruppi. In relazione all’andamento termico, le uova schiudono dopo 5-15 giorni. Le giovani
larve, di colore giallo, vivono gregarie sulla pagina inferiore delle foglie dove praticano
caratteristiche erosini rispettando le nervature e l’epidermide superiore che dissecca e si
perfora. Successivamente si disperdono sulle foglie; le larve mature (Foto2) hanno il corpo
lungo 6 mm, di colore nerastro con tubercoli piliferi. Completato lo sviluppo, in circa 3 mesi,
si lasciano cadere al suolo dove impupano entro una celletta terrosa. In luglio sfarfallano gli
adulti della prima generazione annuale e, a fine agosto- settembre, quelli della generazione
successiva. Gli adulti della terza generazione, destinati a svernare, compaiono a partire dal
mese di ottobre. In Sicilia, dove gli attacchi sono sporadici, nel 2013 sono state registrate
mese di ottobre. In Sicilia, dove gli attacchi sono sporadici, nel 2013 sono state registrate
estese erosioni fogliari in vigneti del versante orientale dell’Etna. Al di là dell’appariscente
sintomatologia i danni sono di trascurabile entità nei vigneti in produzione e tali da non
giustificare specifici interventi insetticidi che decimano gli entomofagi rappresentati da
ditteri tachinidi e da imenotteri braconidi parassitoidi, nonché da rincoti eterotteri e da
neurotteri predatori. In vivaio, nei casi di elevate densità di popolazione dell’alticino,
facilmente accertabili visivamente con lo scuotimento delle piante,ovvero osservando le
caratteristiche erosioni fogliari, può risultare utile effettuare un intervento con spinosad bio,
sostanza di origine naturale che deriva dalla fermentazione attivata dal batterio
Saccharopolyspora spinosa, inserita nei disciplinari di produzione integrata.
Foto di apertura: Tipiche alterazioni causate da larve mature in attività trofica sulla pagina
inferiore di una foglia di vite.
Foto sotto : Caratteristiche erosioni praticate da un adulto sulla pagina inferiore di una
foglia di vite