Guardie Ecologiche Volontarie Comunità montana

Guardie Ecologiche Volontarie
Comunità montana di Vallesabbia
1
GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE, CHI SONO?
Sono cittadini che volontariamente hanno scelto di mettere a
disposizione parte del proprio tempo libero per la tutela ambientale.
GUARDIE: perché fanno vigilanza
ECOLOGICHE: perché il loro ambito è la salvaguardia del territorio
VOLONTARIE: perché per il loro operato non ricevono stipendio
G.E.V., COSA SONO?
Sono guardie giurate e pubblici ufficiali.
Devono aver frequentato un corso di formazione, superato
un’esame regionale e ottenuto il decreto di nomina.
COME SI RICONOSCONO?
Portano una divisa e sono dotate di in tesserino personale
e di un distintivo di riconoscimento.
Perché la divisa è di colore verde?
Cos’è la regione Lombardia?
Cos’é la Comunità montana Valle Sabbia?
Cos’è la “Rosa Camuna”simbolo della regione
Lombardia?
2
COSA FANNO LE GEV?
• Promuovono attività di educazione ambientale e di sensibilizzazione
• Effettuano la vigilanza.
(aree protette, fauna minore e flora spontanea, raccolta funghi e tartufi, scarichi delle acque reflue, rifiuti)
• Tutelano e valorizzano il paesaggio e il bosco.
(taglio e manutenzione del bosco, incendio boschivo, strade agro-silvo pastorali…)
• Informano sulla legislazione.
!
• Collaborano con le autorità ambientali.
!
• Collaborano con le autorità di Protezione civile.
COSA NON E’ una GEV?
• Non è un carabiniere o un poliziotto
• Non è un Guardiacaccia ne’ un Guardiapesca.
• Non è una Guardia Forestale.
3
A Vallio Terme,
sulle sponde del torrente Vrenda
Vrenda “torrente",
nasce a mt. 974 dal
monte Ucia (mt. 1169).
!
Affluente di destra del
fiume Chiese a
Sopraponte.
4
5
il borgo di Vallio
Vallio Terme è un comune della provincia di
Brescia di circa 1400 abitanti e si trova sulla strada
che porta al colle di S. Eusebio, sorge all’interno di
una verde vallata ed, oltre al nucleo più recente,
ubicato nel fondovalle , è costituito da nove
vecchie contrade dislocate sui versanti:
!
Caschino, dal latino cascus, vecchio, vetusto,
antico.
Cereto, da cerrus, pianta della famiglia delle
cupolifere del genere delle querce.
Gazzino da gazinus, boschetto riservato nel quale
era vietato il taglio delle piante.
Oriolo, da oriens (orientulus), borgo posto a
oriente, sotto Bernacco, dalla parte dove sorge il
sole.
Porle, da portulae, piccole porte o strettoie aperte
sulle contigue convalli; un passaggio obbligatorio.
Sconzane, da deposito a disposizione della
vicina , sovrastante rocca.
Somagro, da summus ager terreno posto in alto,
alla sommità della strada di fondovalle.
Sopranico, da supernus vico, villaggio che sta
sopra.
Vigle,da viculus, piccolo borgo.
!
!
Grano,
Alloro e Quercia
6
la quercia
Quercus è un genere di piante appartenente alla
famiglia delle Fagacee, comprendente gli alberi
comunemente chiamati querce.
La quercia è il re del mondo vegetale, è un albero
maestoso, alto, forte e longevo.
Le querce sono diffuse in tutto il mondo, soprattutto
nelle regioni temperate dell'emisfero Nord, fino a
1000 metri di altezza.
La famiglia dell'albero delle querce include circa 600
specie. In valle Sabbia la Rovere.
Le querce sono piante monoiche, ovvero la stessa
pianta porta sia i fiori maschili che quelli femminili. Il
frutto è la ghianda, formata da una cupola di squame
che circonda la base della noce.
7
l’Alloro
L'alloro (Laurus nobilis L., 1753) è una pianta
aromatica appartenente alla famiglia Lauraceae,
diffusa nelle zone di clima mediterraneo.!
!
Nella mitologia greco-romana l'alloro era una pianta
sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una
corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei giochi
Olimpici, dei sommi poeti, degli eroi ecc. ecc.!
!
Si utilizzano le foglie in cucina, per aromatizzare carni
e pesci!
I frutti sono delle bacche rotonde,di colore verde,nere
quando raggiungono la maturità.
8
Oriolo borgo medievale
santuario della
Madonna del Mangher
9
La Rocca di Bernacco
Il monte, ben disegnato e ben distinto dalle altre
alture, sembra proprio che la natura abbia modellato
questo monte per potervi ospitare una rocca, così
come in effetti la storia ci dice.
!
Sulla sommità, dove oggi c’è solamente una scarsa
vegetazione accompagnata da qualche traccia di
basamenti, durante i secoli tumultuosi ed affascinanti
del medioevo, sorgeva la rocca di Bernacco.
!
Nessuno poteva transitare per la via “delle Coste”
recandosi nei “paesi del Nord”, o tornando verso la
città, senza essere intercettato dal castello della rocca
di Bernacco.
!
Una tradizione, tramandata di generazione in
generazione, parla di fuochi accesi sulla sommità in
caso di pericolo o per annunci importanti che si
potevano scorgere dalla città di Verona, tanto è vasta
la visuale che si domina dalla sommità di questo
monte.
!
La scomparsa della rocca, non ha datazione precisa
e così l’immaginario collettivo ha unito la storia a
diverse leggende.
Una di queste è assai affascinante e attribuisce la sua
distruzione e la morte degli occupanti alle formiche,
organizzate in “battaglioni” provenienti da gran parte
della valle, in rivolta contro gli uomini colpevoli di
brutalità e violenza immotivata nei loro confronti.
10
11
ECOLOGIA FLUVIALE
L’ecologia fluviale è una scienza che
si preoccupa dell’ambiente, del
degrado delle condizioni di vita del
fiume, che siano dovute
all’inquinamento o alle attività
dell’uomo.
L’ecologia considera l’impatto delle
azioni dell’uomo sull’ambiente e tenta
di limitarne le conseguenze negative
e distruttrici: inquinamento,
distruzione, disboscamento…
Il fiume ha un
“potere autodepurante”.
12
Lo stato di salute
di un fiume
Lo stato di salute di un fiume può essere valutato
analizzando alcuni parametri che descrivono le
singole componenti ecologiche:
1 - La presenza di ossigeno, la concentrazione di
nutrienti, di inquinanti…
2 - la vegetazione sulle sponde (riparia)
3 - La presenza di macroinvertebrati
(piccoli insetti e larve che vivono sul fondo del fiume
e degradano le sostanze organiche).
4 - La presenza di pesci e uccelli
13
comunità macroinvertebrati
I macroinvertebrati sono per lo più insetti, larve, vermi e piccoli
molluschi.
Più specie diverse se ne trovano nel fiume e più esso è pulito.
Gli organismi che in condizioni naturali sarebbero presenti,
Barbo comune
sparirebbero in presenza di inquinamento o poca acqua.
!
comunità ittica
I pesci sono gli abitanti più conosciuti dei fiumi.
Le due famiglie più importanti che popolano i nostri corsi d’acqua
sono:
salmonidi: vivono nei torrenti e fiumi di montagna, amano acque
Cavedano
fredde e correnti elevate.
Sono dominati dalla presenza della Trota.
ciprinidi: vivono nei tratti bassi dei corsi d’acqua, di fondovalle.
Sono dominati dalla presenza di pesci (Cavedani, Barbi, Vaironi)
che sono adattati ad acque meno veloci e a pendenze ridotte.
Vairone
14
Ripopolamento, specie autoctone ed alloctone, un esempio
Descrizione - La livrea è estremamente variabile per
mimetizzarsi con l'ambiente circostante.
Descrizione - La livrea della trota iridea è
punteggiata fin sulla coda di macchioline nere, ha
riflessi multicolori con predominio di verde, viola,
azzurro. La trota iridea è un pesce di taglia medio
grande, nel suo ambiente d’origine sono state
osservate lunghezze di oltre 1 m e pesi fino a 20
kg. In Italia non sembra superare 50 cm di
lunghezza totale.
La lunghezza media varia solitamente nei corsi
d'acqua in cui vive. Nei piccoli rii montani non supera
quasi mai i 30 cm di lunghezza e i 3 hg di peso, nei
torrenti più grossi e nei fondovalle, alcuni esemplari
possono raggiungere pesi ragguardevoli pari anche a
5-7 kg.
Dove vive - La trota iridea è un salmonide
d’origine nord americana, importato in Italia
verso il 1880.
Dove vive - Diffusa in Italia e in molti corsi d'acqua di
quasi tutta Europa, in Italia la trota Fario rappresenta
la trota autoctona della regione alpina.
Trota Iridea o Arcobaleno
Trota Fario
15
il Tricottero (Portasassi), questo sconosciuto
I Tricotteri assomigliano molto a certe farfalle. Si
trovano sempre in vicinanza delle acque correnti
o stagnanti, nelle quali depongono le loro uova.
!
La presenza di Tricotteri in un corso d'acqua viene
spesso indicata da strani astucci di materiale
vario che si muovono lentamente sul fondo.
Questi astucci vengono fabbricati dalle larve
stesse con materiali scelti, fra quelli che trovano
sul posto.
Tutti questi materiali vengono tenuti insieme da fili di
seta prodotti dalle ghiandole labiali. Tali astucci
servono principalmente a nascondere le larve dei
Tricotteri agli occhi dei predatori.
!
Le larve dei Tricotteri sono utilizzate dagli ecologi
come indicatori della qualità delle acque dolci.
Infatti, la vita di molte specie dipende dalla qualità
dell’acqua.
16
Airone cinerino
Nibbio bruno
Rigogolo
Volatili di fiume
Anatra
Merlo acquaiolo
17
Germano
Il Nocciolo
Il nocciòlo (Corylus avellana L., 1753) è una pianta appartenente alla
famiglia Betulaceae ed è originaria dell’Asia minore.
La pianta ha portamento a cespuglio o ad albero e raggiunge l'altezza
di 5-7 m.Ha foglie decidue, semplici, cuoriforme a margine dentato.
È una specie monoica dicline. Le infiorescenze sono unisessuali. Le
maschili in amenti penduli che si formano in autunno, le femminili
somigliano ad una gemma di piccole dimensioni.
Ogni cultivar di Nocciolo è autosterile ed ha bisogno di essere
impollinata da un'altra cultivar.
Il frutto (la ben nota nocciola o nocciolina) è avvolto da brattee da cui si
libera a maturazione e cade. Esso è commestibile ed è ricco di un olio,
usato sia nell'alimentazione che nell'industria dei colori e in profumeria.
18
Il castagno
Castagno, Castanea Sativa, famiglia delle Fagaceae.
Il pane di castagne è stato per molti anni l’alimento rifugio di
molte zone montane. Con la sua farina si prepara anche la
pasta, la polenta dolce e il castagnaccio. I frutti sono ottimi
arrostiti (le caldarroste) e anche bolliti (i mondoi).
E’ particolare anche il miele, di colore scuro e un poco amaro.
!
La vita del castagno nelle valli alpine è attualmente messa in
pericolo da una piccola vespa cinese non più grande di un
moscerino il Cinipide Gallieno. Esso deposita le uova nei
germogli, sulle foglie e sui fiori, poi si sviluppano le larve, le
quali provocano sofferenza e a volte la morte dell’albero.
Arrivato in Italia con piccole piantine ora prolifera senza che
esistano insetti antagonisti.
19
Quanti anni ha il castagno più vecchio di
Vallio?
La verifica assegnerebbe al “castagnù del
Bàrcol” un’età tra i 310 e i 370 anni; quindi,
con una certa attendibilità, avrebbe preso
vita fra il 1640 e il 1700.
Orchidee a Vallio
La Ofride del Benaco (Ophrys bertolonii
benacensis) è una pianta appartenente alla
famiglia delle Orchidacee.
!
Fioritura: fiorisce da aprile a giugno.
!
OPHRYS BENACENSIS tipica della zona
prealpina.
!
La fotografia fu scattata nel comune di Vallio
e di Vallio (Rocca di Bernacco da 400 a 700
m slm) dal 29/03 al 14/04/2007 su praterie
incolte e aride.
!
Specie tutelata dalla Convenzione di
Washington (Appendice II, CITES) elencata
tra le specie protette di interesse regionale
(20 marzo 2009, 074/Pres. allegato B, in
esecuzione L.R. 9/2007, art. 96).
!
E’ una specie protetta.
20
Fiori selvatici
garofano dei Certosini
malva
centaurea Triunfetti
euforbia
piantaggine
carice del monte Baldo
21