CORSO DI
TEOLOGIA, SACRA SCRITTURA
MODELLO DEL MITO
Come il mito crea un legame tra l’illud tempus e il presente?
La risposta di Eliade risiede nel concetto di «modello», che dà
significato a ciò che si fa e al mondo in cui si vive.
Poiché la nostra realtà è contingente, assume peso, significato,
spessore nel momento in cui riconosciamo che non ha un valore in sé,
ma in quanto è espressione di modelli che la sottendono (le idee).
MODELLO DEL MITO
Il modello sottrae dal soggettivismo dell’esperienza o di una regressione
all’individuale: il mito come modello unisce e universalizza.
Non sono le idee che ho nella testa, ma le realtà della nostra esperienza.
La verità di una cosa sta nel suo riferirsi a un modello che la fonda e le
dà senso, che è assoluta perché non appartiene alla contingenza.
Il mito svolge il compito di offrire modelli esemplari, che strappino dalla
contingenza.
ESEMPIO DI UN
MODELLO SPAZIALE
ARMONIA DEL
CERCHIO E
DEL QUADRATO
L’UOMO VITRUVIANO
Tutte le linee di
fuga
dell’architettura
convergono
verso l’altare,
cioè il “centro”:
il punto in cui
cielo e terra si
incontrano.
Al posto delle
stelle, la volta
ha uno
squarcio per
lasciar vedere
la Gloria del
Nome, che
introduce alla
visione della
liturgia celeste
nel catino
absidale e nella
cupola
Il ritmo
architettonico
scandisce il
cammino
verso il
“centro”
ARCHETIPO DEL MONDO
ARCHETIPO
1. L’archetipo è il modello delle azioni significative di una civiltà
«arcaica» collocate nel tempo del mito.
I personaggi che si muovono «in illo tempore» forniscono, con le loro
azioni, modelli che poi le persone che vivono nella storia dovranno
seguire:
- sia attività religiose: (edificare la città, costruire il tempio, compiere
un sacrificio rituale)
- sia attività «profane»: (coltivare una pianta, esercitare la caccia) .
Il mito serve per stabilire le coordinate della realtà, i comportamenti e
l’ordine delle cose.
ARCHETIPO
ARCHETIPO
2. Gli archetipi sono modelli di comportamento che si originano nel
momento in cui l’uomo prende coscienza di sé come essere situato nel
cosmo.
A partire dalle relazioni con le realtà che lo circondano (Tre relazioni
fondamentali) elabora degli schemi o modelli di comportamento e di
interpretazione che rispondono a esigenze esistenziali forti, concrete,
fondanti e universali.
Queste esperienze originarie filtrano e illuminano le esperienze
successive.
TEMPO CICLICO
Il mito è associato al tempo ciclico:
1. visione del tempo che prevede il ripetersi periodico degli stessi
eventi o delle medesime fasi (periodi di sviluppo e di decadenza);
2. Quando la successione cronologica viene ordinata incasellandola in
determinazioni temporali ripetitive (giorni, settimane, anni, feste
periodiche);
3. Quando nulla di veramente nuovo si può produrre, in quanto
esperienza della ripetizione di quanto già si è svolto: «Nulla di nuovo
sotto il sole».
TEMPO CICLICO
Il mito, essendo un racconto che ha per oggetto eventi paradigmatici
situati nel tempo delle origini, implica una concezione ciclica del tempo,
anche in mancanza di un rigido ripetersi degli stessi avvenimenti o delle
stesse determinazioni temporali.
Tesi Eliade: le società che raccontano miti, hanno una visione ciclica del
tempo e formulano vere e proprie teologie dell’ETERNO RITORNO.
La civiltà ebraica e cristiana hanno invece una concezione lineare del
tempo: ciò che è raccontato all’inizio è una realtà escatologica che
l’uomo vive «già e non ancora».
TEMPO CICLICO
Il mito, essendo un racconto che ha per oggetto eventi paradigmatici
situati nel tempo delle origini, implica una concezione ciclica del tempo,
anche in mancanza di un rigido ripetersi degli stessi avvenimenti o delle
stesse determinazioni temporali.
Tesi Eliade: le società che raccontano miti, hanno una visione ciclica del
tempo e formulano vere e proprie teologie dell’ETERNO RITORNO.
La civiltà ebraica e cristiana hanno invece una concezione lineare del
tempo: ciò che è raccontato all’inizio è una realtà escatologica che
l’uomo vive «già e non ancora».
TEMPO CICLICO
Ciò che sta alla base dell’esperienza dell’uomo in ogni latitudine e in ogni tempo
permette di elaborare «schemi» di azione e di lettura della realtà che
determineranno i comportamenti e le conoscenze del mondo.
Gli archetipi - che hanno un carattere universale – vengono poi elaborati, arricchiti
e ricodificati all’interno delle varie culture.
Un esempio è l’organizzazione dello spazio: davanti alla realtà indeterminata che lo
circonda è necessario per lui trovare punti di riferimento (stella polare e punti
cardinali) in base ai quali orientarsi.
Questo schema mentale sarà poi applicato a infinite situazioni e occasioni.
I miti sono espressione di questi schemi.
L’esperienza porta l’uomo a misurare lo spazio
Osservando il sole –
l’astro che si muove e
percorre il cielo ogni
giorno la volta del
cielo, nascendo e
morendo – l’uomo
intuisce che lo spazio
può essere
rappresentato come
una serie di piani posti
di fronte e dietro alla
sua persona come
pure ai lati, definendo
in tal modo un solido
(cubo). Il cubo viene
assunto come simbolo
della terra (benché
l’osservazione colga
chiaramente la
rotondità
dell’orizzonte)
EST
NORD
Il cielo, definito dal
cerchio dell’orizzonte e,
di notte, dai cerchi
concentrici disegnati dal
movimento ciclico delle
costellazioni, viene
percepito come una
immensa meravigliosa
“cupola”, ossia la metà
di una sfera.
SUD
OVEST
Allo stesso modo, l’osservazione dell’ombra generata dal sole, fa accorgere che
il punto in cui l’uomo si trova a mezzogiorno è un “centro”, cioè un luogo nel
quale egli viene a trovarsi sotto il perpendicolo del punto più alto della corsa
del sole nel cielo, quello stesso che viene a coincidere con il punto più alto,
dove risiede Dio
Al di sopra dei cieli stanno i
cieli dei cieli, dove Dio ha la
sua dimora
La cupola – una semisfera
rappresenta il cielo, nel
quale girano gli astri e segna
le stagioni e i giorni
cupola
Il cubo rappresenta lo
spazio cosmico
abitato dall’uomo
L’ingresso nel tempio,
costruito a immagine del
cosmo, è da ovest così che
colui che vi entra cammina
verso il sorgere del sole
lanterna
nave del
tempio
OVEST
Struttura fondamentale
dell’edificio sacro
Nel tempio, costruito a
immagine del cosmo,
l’uomo raggiunge il
“centro”, cioè il punto di
incontro fra la terra e i
cieli. In quel punto egli è
nell’armonia perfetta: è
nel baricentro, dove
tutto è equilibrio e dove
può conoscere l’intima
realtà delle cose: la
relazione che esse
hanno con Dio, con lui e
tra di esse.
Ma soprattutto in quel
punto egli può
comunicare con Dio.
CRISTO SOLE
AL CENTRO
DELLO
ZODIACO
Chi si pone ad osservare il cielo di notte, può
notare il corso regolare delle stelle e delle
costellazioni. La volta stellata, pertanto gli
appare come una semisfera e il corso regolare
degli astri è il riferimento per i giorni e le
stagioni.
Volta stellata.
Foto con macchina fissa
Il soffitto della nave delle chiese spesso è
decorato con stelle o con altri elementi che
ricordano il cielo
Mausoleo di Galla Placidia.
Ravenna.
Particolare della volta