DIAGNOSTICA PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA Neuroradiologia Prof. Colosimo 12-11-‘07 8.30-10.30 La patologia endocranica si basa sull’uso di TAC e RM. Nell’ambito delle potenzialità di queste tecniche e metodologie di studio ci sono delle specifiche modalità di impiego rivolte al SNC e l ‘ambiente anatomico del compartimento endocranico è fondamentale. I mezzi di contrasto validi per la radiologia di altri organi non sono utili per il cervello, perché i contrasti non passano la barriera emato encefalica. Quindi se il fegato si impregna di mdc sulla base della sua vascolarizzazione,questo non è vero per il cervello. Questo è un concetto fondamentale perché se io noto mdc nel cervello, questo è indice o di assenza di barriera emato encefalica o di danneggiamento della stessa e non che la vascolarizzazione è aumentata. DIFFERENZA TRA TC E RM →In TC misuriamo un parametro: la densità ,quindi tutto dipende dalla nube elettronica, da quello che i raggi incontrano. I mezzi di contrasto sono “organo iodati”, cioè a base di iodio. Nel cervello la TC è ideale per riconoscere: - l’emorragia cerebrale ( iperdensa rispetto al cervello) -le calcificazioni Sono densità molto diverse dal resto; la scala prevede a : 0 gradi: acqua + 1000 gradi: osso -1000 gradi: aria La TC è la soluzione ideale per le calcificazioni e per le fini strutture scheletriche corticali, non della spongiosa, dove invece è preferibile la RM. →La RM, invece, è basata su più parametri: di rilassamento T1 e T2 ( tempo di rilassamento longitudinale e trasversale rispettivamente ), densità dei protoni, flusso, diffusione, legame chimico. Quindi la metodica è più complessa e più sensibile, più specifica, cioè più capace rispetto alla TC di distinguere il tessuto nervoso normale da quello ammalato e di rilevare in quest’ultimo il tipo di costituzione presente. Non abbiamo un solo modo di ottenere le immagini, ma un’enorme numero di sequenze, cioè modalità di somministrare lo stimolo di radiofrequenze e raccogliere i segnali che privilegiano l’uno o l’altro parametro. I liquidi di contrasto sono paramagnetici, cioè non sono mdc organo iodati; di fatto oggi i mdc sono tutti chelati del “ gadolinio”, ( sostanza estremamente tossica, che viene chelata perché possa agire accorciando solo il tempo di rilassamento T1; quindi le immagini si fanno solo nelle sequenze che privilegiano il parametro T1. Riassumendo, in RM si usano mdc paramagnetici a base di gadolinio che accorciano il T1, quindi le immagini dopo contrasto sono solo immagini T1. Se è vero che la sensibilità della RM è 10 volte superiore nel SNC rispetto alla TC, è anche vero che la sensibilità a dimostrare l’impregnazione dopo contrasto con la RM è 10 volte superiore a quella della TC; è tutto più complesso ma più sensibile. IMMAGINE: tc senza contrasto di pz con infarto dell’arteria cerebrale media. Nella fase acuta non si vede niente mentre dopo 24h il territorio lesionale si vede come ipodenso, cioè meno denso del nostro punto di riferimento che è la corteccia cerebrale. In RM i contrasti dipendono dal tipo di sequenza, dalla tempistica della raccolta del segnale ( T1,T2). In T2 il liquido cefalorachidiano è fortemente intenso, bianco, come le cisterne, mentre la sostanza bianca è ipointensa rispetto alla corteccia. In T1, il liquido cefalorachidiano sarà ipointenso e la sostanza bianca iperintensa rispetto alla corteccia. In condizioni ideali, di elezione, in pz collaboranti e privi di controindicazioni alla RM, come essere portatori di un pacemaker, si usa solo la RM. La TC non ha indicazione perché costa di più e fa vedere di meno. Questo per pz generali ( 80 % ).Si usano anche mdc paramagnetici ( più tollerati dei mdc organoiodati ). In condizioni di urgenza e di emergenza si usa la TC, perché questa dura pochi secondi, tutto il corpo può essere studiato in 30 secondi. In pz critici, con sospetto di emorragia cerebrale, si usa la TC perché in 4 secondi di scansione si ha l’immagine. Inoltre il vantaggio della TC, oltre a riconoscere le emorragie, riconosce anche le fratture e le calcificazioni, molto meglio di quanto possa fare la RM. SEMEIOTICA DEL COMPARTIMENTO ENDOCRANICO Dipende dalla anatomia e dalla fisiologia del compartimento endocranico. Segni diretti: le alterazioni del normale segnale RM e le relative modificazioni di questo reperto dopo mdc. Segni indiretti: gli effetti sulle altre strutture intracraniche, in particolare gli effetti sugli spazi liquorali endocranici. All’inizio la diagnostica delle immagini del cervello si era basata proprio sugli spazi liquorali, perché quando non c’era la TC e la RM, si mandava l’aria nel sistema ventricolare per vedere gli effetti della patologia sui ventricoli. Nel cervello la presa di contrasto è determinata dalla mancanza o dal danno della barriera ematoencefalica, mentre molto meno rilevante è il contributo che dà la vascolarizzazione. Quando iniettiamo un liquido di contrasto per via venosa, va nel letto vascolare; quando vediamo l’impregnazione, o siamo in grado di coglierla quando ancora siamo nel letto vascolare, o quando passa nei tessuti,per andare nel liquido extracellulare. Se abbiamo due malattie che danno la stessa alterazione della barriera ematoencefalica e la stessa vascolarizzazione, possiamo osservare delle differenze, che dipendono da quanto spazio extracellulare c’è in quel tessuto. La vascolarizzazione ha un’importanza minore, quello che conta nel cervello è l’integrità e la presenza della barriera ematoencefalica. I segni indiretti sono fondamentali nello studio del cervello perché si tratta dell’unico organo del corpo formato da un contenitore rigido,a volume fisso e da un contenuto che è costituito da tessuto nervoso parenchimatoso, dal liquido cefalorachidiano e dal sangue circolante. Il volume che abbiamo a disposizione è quello, non può cambiare e questa situazione è sub-compartimentata dalla presenza di strutture rigide: pareti ossee, falce e tentorio. LESIONI ESPANSIVE: occupano spazio e aumentano il volume dell’area coinvolta.( es: infarto a. cerebrale media, in fase acuta). LESIONI CON PERDITA DI SOSTANZA: riducono il volume dell’area coinvolta. ( es :infarto a. cerebrale media, in fase cronica). LESIONI CEREBRALI in cui non si riesce a rilevare né l’una né l’altra cosa. IMMAGINE: RM di immaginiT2. Molti tumori del cervello, che colpiscono l’età media, non prendono mdc perché hanno la barriera ematoencefalica integra. Questa è una grande differenza con un tumore, per esempio, del fegato. Nel cervello il comune denominatore dell’effetto espansivo è l’edema cerebrale ( immagine bianca). Il MENINGIOMA è il tumore più comune e più benigno,prende un sacco di mdc, diventa bianco come una lampadina. E’ un tumore extracerebrale, sta sulla meninge. I segni di massa sono: spostamento del terzo ventricolo ( ernia sotto la falce) e edema. La presa di contrasto non ha alcunché da riconoscere la natura e la malignità di un tumore. Non è la presa di contrasto che decide. Lesioni espansive non vogliono dire lesione neoplastica, perché possono avere caratteristiche lesioni espansive anche lesioni neoplastiche, ischemiche, emorragiche, traumatica, infettive, infiammatorie, acute e subacute; il comune denominatore più importante responsabile di queste caratteristiche espansive è l’edema, che ha un significato del tutto aspecifico ( infarto, tumore, emorragie ). La RM è la tecnica d’elezione. Ha il privilegio delle informazioni che abbiamo scelto. La maggior parte degli studi patologici apparirà iperintensa nelle immagini T1 dipendenti e ipointensa in quelle T2 dipendenti. E’ anche vero che la sensibilità che abbiamo di distinguere il normale dal patologico è basata sulle immagini T2 dipendenti, mentre le immagini T1 sono meno sensibili. MEDICINA NUCLEARE Dt.ssa Di Giuda TECNICHE TOMOGRAFICHE SPET:tomografia ad emissione di protoni singoli PET: tomografia ad emissione di positroni Entrambe le tecniche possono valutare i parametri fisiopatologici delle neoplasie endocraniche,quindi caratterizzare dal punto di vista biologico i processi biochimici tipo la sintesi proteica, metabolismo del glucosio , trasporto aminoacidico o operazioni della cinetica cellulare delle neoplasie. Le tecniche differiscono perché la SPET utilizza radionuclidi γ emittenti. E’ una tecnica molto diffusa, presente in tutti i reparti di medicina nucleare. La PET, invece, è una tecnica molto più costosa, in quanto utilizza radionuclidi emittenti positroni. Necessita per forza di un tomografo delicato. Il tomografo più usato è il “PET-TAC” che associa la scansione tomografica PET e la scansione TAC. Entrambe le metodiche possono studiare i tumori utilizzando i traccianti di neoplasia, o radiofarmaci oncotropi, o tropismo tumorale. SPET CEREBRALE CON RADIOFARMACI ONCOTROPI E’la tecnica più diffusa. Un tempo questi radiofarmaci erano gli indicatori positivi di neoplasia perché si concentravano in maniera selettiva nelle cellule neoplastiche. Esistono diversi tipi di traccianti SPET: 1. radiofarmaci di CELLULARITA’: -201 Tl-cloruro -99m TC-sesta MIBI -99m TC-tetrofosmin Sono sostanze che utilizziamo per l’imaging di per fusione miocardia. Sono definiti di cellularità perché si concentrano nelle cellule neoplastiche in rapporto alle alterazioni della barriera ematoencefalica, all’aumento del flusso ematico e soprattutto all’aumento della cinetica cellulare. Questi radiofarmaci sono captati da cellule attive dal punto di vista metabolico, in replicazione. 2. radiofarmaci per il trasporto amminoacidico: Sono radiofarmaci che riflettono la velocità della sintesi proteica, aumentata nei tumori. Sono analoghi a degli amminoacidi. In un soggetto normale 201 Tl-cloruro e 99m TC-sesta MIBI non sono captati dal parenchima cerebrale sano per l’integrità della barriera ematoencefalica. In un soggetto per es. con GLIOBLASTOMA PUNTIFORME,neoplasia maligna, c’è un intenso accumulo del radiofarmaco, visibile con entrambi i radiofarmaci. Non solo i gliomi maligni captano in maniera elettiva questi radiofarmaci, ma anche altri tumori maligni: linfomi cerebrali, metastasi. Nei tumori maligni c’è un’intensa captazione dei radiofarmaci. Nei tumori benigni c’è una ridotta captazione, per cui per entrambi i radiofarmaci, la captazione è correlata con il grading della neoplasia.( soprattutto nei glomi). Ciò che differenzia un tumore maligno da uno benigno è una prolungata ritenzione del radiofarmaco ( visibile sia con il tallio che con il sesta-MIBI ). Viceversa, esistono dei tumori benigni, es. il meningioma, in cui la dismissione del radiofarmaco è molto rapida, cioè lo capta intensamente ma subito lo dismette. ESEMPIO: astrocitoma di primo grado ( tumore a basso grado di malignità ): capta in maniera scarsa o nulla il radiofarmaco. Le aree di necrosi non captano il radiofarmaco,perché il presupposto per la captazione è la vitalità cellulare; quindi un tumore maligno,che ha una componente eterogenea, avrà anche delle aree di necrosi all’interno,quindi queste appariranno come non captanti il tallio o il sesta-MIBI. PET E’la tecnica più applicata in oncologia. La prima applicazione fu fatta nel 1982-86 nell’ambito delle neoplasie cerebrali. Con la PET possiamo studiare i processi biochimici: - il metabolismo glucidico: il fluorodeossiglucosio ( FDG) Il consumo di glucosio nelle neoplasie è aumentato. - Trasporto amminoacidico:l’aumentato accumulo nelle cellule di amminoacidi riflette la velocità del trasporto amminoacidico e della sintesi proteica aumentata. - Metabolismo fosfolipidico di membrana: anche qui la sintesi di fosfolipidi è aumentata in cellule in attiva replicazione. - Proliferazione cellulare: si valuta la sintesi del dna. METABOLISMO DEL GLUCOSIO Il FDG ( fluorodeossiglucosio) è il tracciante più utilizzato in oncologia cerebrale. Il FDG è un analogo del glucosio con una molecola di fluoro18 al posto di un gruppo ossidrilico. Utilizza gli stessi mezzi di trasporto del glucosio per entrare nelle cellule. A differenza del glucosio,però, una volta entrato nella cellula, viene, ad opera della esochinasi, trasformato in FDG-6 PO4, che rimane intrappolato nella cellula e non partecipa ai processi metabolici. Il cervello utilizza il glucosio come principale sorgente energetica, quindi il consumo di glucosio da parte del cervello, in condizioni normali, è elevato; ci sono zone ( strutture sottocorticali, corteccia sott’occipitale ) che captano più FDG. E’ quindi necessario, nei tumori, integrare l’immagine con il dato neuroradiologico. Il FDG è utilizzato nei tumori cerebrali perché questi sono associati ad un elevato consumo di glucosio, in quanto aumenta il consumo energetico; questo comporta un’aumentata espressione dei recettori del glucosio, Glut1 e Glut3 e un aumento dell’attività glicolitica. Il FDG viene captato da tutti i tumori che hanno un elevato consumo metabolico; l’accumulo è maggiore nei tumori che sono più aggressivi dal punto di vista biologico, correlato alla densità cellulare e soprattutto con il grading di malignità, cioè i tumori ad elevato grado captano in maniera intensa e sono lesioni che appaiono ipermetaboliche rispetto al parenchima cerebrale circostante. Viceversa i tumori a basso grado di malignità, appariranno ipometaboliche, o a volte isometaboliche, e in questo caso è difficile l’identificazione con il FDG, e si dovranno utilizzare altri traccianti che sono i traccianti per il trasporto amminoacidico, perché vengono captati anche da tumori a basso grado di malignità. PRINCIPALI APPLICAZIONI DELLA PET IN AMBITO ONCOLOGICO. L’applicazione medico-nucleare è un’informazione di tipo funzionale;possiamo ottenere informazioni sullo stato metabolico molecolare della lesione neoplastica. La diagnosi in fase preterapeutica è appannaggio della RM, però ci sono particolari situazioni in cui la medicina nucleare può essere di aiuto: quando abbiamo dei dubbi sul grading di malignità della neoplasia, quindi dell’aggressività biologica. Valutazione della reale estensione della neoplasia, si può valutare non solo la parte solida del tumore ( quella che ha la maggiore densità cellulare), ma anche l’infiltrazione. Guida metabolica alla biopsia stereotassica, perché andiamo a valutare quelle che sono le parti biologicamente più attive, più metaboliche e più proliferative della neoplasia. Diagnosi cerebrale tra linfoma cerebrale primitivo e infezioni cerebrali opportunistiche ( toxoplasmosi in soggetti con AIDS). Ricapitolando: la PET può essere anche una guida metabolica, può essere utile per identificare, in un tumore maligno con una componente cellulare estremamente eterogenea ,la parte biologica, quindi più attiva del tumore, su cui guidare la biopsia stereotassica,oppure guidare specifici agenti terapeutici. →LIMITI della PET con FDG IN ONCOLOGIA CEREBRALE: Scarsa captazione da parte delle lesioni a basso grado di malignità o a bassa attività metabolica, che appaiono come lesioni iso o ipometaboliche rispetto al tessuto circostante. Quindi le lesioni a basso grado non vengono viste, c’è una riduzione della sensibilità della PET con FDG. Il fisiologico accumulo nella sostanza grigia, che è elevato, può rendere talvolta difficile l’interpretazione delle immagini. L’accumulo nei processi flogistici, che riduce la specificità della metodica. Quindi, per i tumori a basso grado di malignità bisogna utilizzare altri tipi di traccianti, in particolare i TRACCIANTI AMINOACIDICI, utilizzati perché, in condizioni normali, c’è una scarsa captazione di questi traccianti nel tessuto sano;questo comporta un contrasto aumentato lesione-non lesione. Quindi per i tumori a basso grado, bisogna utilizzare traccianti per il trasporto aminoacidico. Questo non solo nella fase preterapeutica ma anche per la valutazione delle recidive neoplastiche dopo trattamento. La PET (e SPET) ha un ruolo importante anche nel follow-up; soprattutto la PET viene utilizzata come indagine di routine quando la RM presenta dei limiti nella diagnosi differenziale tra recidive ed esiti conseguenti a trattamenti ( es:necrosi dopo trattamento). La prima importante diagnosi differenziale da fare è la radionecrosi verso la recidiva della malattia. La PET con FDG può essere utilizzata per il viraggio del glioma da basso grado ad alto grado. Se noi abbiamo in un tumore di basso grado di malignità delle aree fortemente captanti,questo è un forte indice sfavorevole perché vuol dire che è diventato un tumore ad alto grado di malignità. RADIOTERAPIA Prof. Balducci Neuroradiologia: I tumori cerebrali sono rappresentati da una notevole varietà di istotipi; la maggior parte sono di origine gliale ( circa il 60% ). La radioterapia nel trasporto terapeutico del paziente si inserisce quasi sempre. Solo in poche situazioni, come in tumori a bassi gradi o in alti gradi ma con condizioni generali molto scadenti,non si inserisce. Dopo la chirurgia interviene sempre la radioterapia perché i farmaci, per la presenza della barriera ematoencefalica, difficilmente riescono a raggiungere in dosi utili l’encefalo. La radioterapia entra in gioco in tutte le fasi del percorso terapeutico del paziente,dal momento della lesione iniziale, fino alla valutazione in corso di follow-up dell’andamento della malattia. Nella fase iniziale all’imaging viene richiesto di definire l’estensione della malattia e cercare di dare un orientamento sul tipo e grado di aggressività; la diagnosi di certezza spetta però all’istopatologia. Si deve cercare anche di capire se sono presenti altre lesioni; per esempio, nel caso di metastasi cerebrali bisogna capire se è presente una sola lesione oppure più di una. Esempio: MEDULLOBLASTOMA:le lesioni possono diffondere lungo l’asse spinale; quindi, nella fase di stadiazione è necessario uno studio non solo dell’encefalo( sede iniziale della malattia ), ma di tutto l’asse spinale. L’imaging è utile, quindi, nel definire la situazione iniziale della malattia e la sua estensione per lo studio successivo dei volumi di trattamento. In una lesione di alto grado di malignità ci troviamo di fronte ad una zona di necrosi e ad una zona periferica rappresentata da una maggiore impregnazione di mdc. Il terapista, nella definizione del volume, deve tener conto non solo di quello che vede l’imaging, ma anche dell’edema, perché in questa zona è stato dimostrato che sono presenti molte cellule neoplastiche. Dobbiamo fare ricorso alla integrazione delle diverse metodiche di imaging e anche all’interno della stessa metodica di imaging,alle varie dell’edema. VANTAGGI DELLA TC E RM: Sostanzialmente il vantaggio della TC è rappresentato dal fatto che è la modalità di esame più frequentemente utilizzato nella pianificazione del trattamento. E’ anche fondamentale perché tiene conto delle densità elettroniche dei diversi tessuti e quindi ci consente di valutare cosa accade nei tessuti quando andiamo a somministrare un trattamento radiante. La RM,invece, nella caratterizzazione della lesione, quindi nella fase iniziale di impostazione del trattamento. La RM non tiene conto delle diverse densità dei tessuti. La TC entra in gioco nella pianificazione del trattamento, la RM ci dà informazioni che servono meglio a costruire il trattamento; sono due metodiche strettamente correlate e possono essere integrate. Si parte dall’ esame basale, che è la TC, effettuata a tutti i pz che devono essere sottoposti ad un trattamento radiante, e la rapportiamo con la RM nelle sue diverse sequenze, per trarre da ciascuna di quelle sequenze le maggiori informazioni per una pianificazione del trattamento; possiamo anche fondere tutto questo con la PET per ricavare il massimo di ciascuna metodica per i trattamenti e per la migliore qualità di questi. Se ci si basasse solo sulla TC si ridurrebbe la possibilità di un migliore controllo della malattia. →VANTAGGI TC: Veloce Adatta ai claustrofobici Informazioni sulla densità elettronica Interfaccia con i PTS Interfaccia con simulazione virtuale →VANTAGGI RM: Imaging multiplanare Imaging di sequenze multiple Maggiori dettagli morfologici RAPPRESENTAZIONE 3D DELLA DOSE L’Imaging entra anche nel percorso terapeutico del paziente, quindi nella rappresentazione della dose. Ci fa vedere le lesioni, ci fa contornare la lesione e poi possiamo selezionare un assetto di fasci e visualizzare come si distribuisce la dose nel nostro bersaglio ( i diversi tipi di colore indicano i diversi livelli di dose). La dose la possiamo anche rappresentare sul volume; e poiché possiamo visualizzare i livelli di dose, possiamo capire anche qual è l’entità del volume racchiuso da quelle isodosi. Sappiamo anche capire gli organi critici, cioè quegli organi che se superassero determinati livelli di dose comporterebbero della tossicità per l’organo e quindi per la vita del paziente. L’imaging ci consente anche una ricostruzione volumetrica del distretto anatomico, ci consente di ricostruire il nostro target. Entra in gioco nella quotidianità dei trattamenti: dobbiamo essere sicuri che il paziente acquisti sempre la stessa dose, che il volume di dose predefinito sia poi quello che effettivamente viene somministrato. Infine bisogna capire se il risultato che ci eravamo prefissati di raggiungere sia stato ottenuto. L’obiettivo principale della terapia è quello di controllare la malattia e prevenirne eventuali recidive.