L'ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE PROFITTO > è il guadagno dell'imprenditore; è la ragione per cui l'imprenditore organizza l'attività produttiva; potremmo anche dire che il fine dell'impresa è la realizzazione del profitto più elevato possibile cioè il massimo profitto. FINALITA' DEL PROFITTO > il profitto ha una duplice finalità: remunerare l'attività dell'imprenditore che consiste nell'organizzare il processo produttivo; remunerare il rischio cui l'imprenditore va incontro con la sua attività; egli, infatti, non ha la certezza di vendere i beni che produce nelle quantità e ai prezzi desiderati, nei tempi e con le modalità programmate: l'attività imprenditoriale è ricca di rischi che nessuno affronterebbe se non nella prospettiva di un adeguato compenso. COME SI CALCOLA IL PROFITTO > il profitto è il risultato della differenza tra il ricavo che l'imprenditore ottiene dalla vendita dei prodotti realizzati e i costi che egli deve sostenere per organizzare la produzione; per accrescere il profitto è necessario aumentare i ricavi e ridurre i costi. Profitto = ricavo totale – costi di produzione RICAVO TOTALE > è il valore ottenuto dalla vendita dei beni prodotti e dipende dalla quantità di beni che viene venduta nonché dal loro prezzo > si calcola moltiplicando il prezzo del singolo bene prodotto per la quantità che ne viene venduta. Ricavo totale = prezzo x quantità venduta COME SI PUO' AUMENTARE IL RICAVO TOTALE > aumentando le vendite o aumentando i prezzi > ma non è tutto così semplice: sappiamo, infatti, che quando il prezzo di un bene o di un servizio sale, la quantità domandata tende a diminuire; viceversa, quando il prezzo scende, la quantità domandata tende a salire. Sappiamo, inoltre, che le variazioni della quantità domandata al variare del prezzo non sono sempre uguali ma dipendono da molti fattori come la tipologia dei beni, i gusti e il reddito del consumatore. L'imprenditore che voglia aumentare il suo ricavo deve tenere conto di queste informazioni nonché della struttura del mercato sul quale opera. LA FUNZIONE DEI RICAVI > l'andamento dei ricavi realizzati dal produttore può essere rappresentato graficamente > trasferisci sul diagramma cartesiano i dati riportati nella tabella a pag. 135 del manuale e osserva la diversa inclinazione della curva dei ricavi totali al variare del prezzo delle singole unità vendute. In generale, può dirsi che, poiché il ricavo è sempre uguale al prodotto del prezzo per la quantità venduta, la forma della curva dei ricavi totali, al variare delle quantità vendute, dipende da come varia il prezzo del bene e può assumere qualsiasi forma. I FATTORI PRODUTTIVI E LA FUNZIONE DI PRODUZIONE > sono fattori di produzione: le risorse naturali (terra e materie prime); il lavoro umano; il capitale (gli impianti necessari a realizzare la produzione). La relazione che intercorre tra i fattori produttivi e il prodotto si chiama funzione di produzione > questa dipende dallo stato della tecnologia cioè dall'insieme delle conoscenze a disposizione > tali conoscenze consentono di combinare tra loro i fattori produttivi in maniera ottimale al fine di ottenere i prodotti finali desiderati; al crescere dei fattori produttivi, cresce anche il prodotto che si può ottenere. COEFFICIENTI TECNICI DI PRODUZIONE > indicano la quantità di ciascun fattore produttivo necessaria per ottenere un'unità di prodotto finito (vedi l'esempio a pag 137); esistono funzioni di produzione con coefficienti fissi (si pensi all'industria chimica dove il prodotto può essere ottenuto utilizzando i fattori produttivi soltanto in proporzioni determinate e non modificabili) e funzioni di produzione con coefficienti variabili che descrivono processi produttivi nei quali i fattori possono essere sostituiti tra loro. Si può, perciò, affermare che i coefficienti di produzione sono anche indicativi della tecnica che viene impiegata in un determinato processo produttivo > così, quando il fattore più utilizzato è il lavoro, si dice che la tecnica impiegata è ad alta intensità di lavoro; quando il fattore maggiormente impiegato è il capitale, la tecnica è ad alta intensità di capitale. BREVE E LUNGO PERIODO > quella che stiamo esaminando è la relazione che intercorre tra la variazione dei fattori produttivi impiegati e le quantità prodotte; a questo punto dobbiamo introdurre un'ulteriore valutazione: quella relativa all'orizzonte temporale entro il quale si sviluppa l'analisi. Breve periodo è l'arco di tempo in cui l'impresa modifica il volume della produzione attraverso la variazione soltanto di alcuni fattori produttivi, di norma lavoro e materie prime. Nel caso in cui l'impresa si trovi a fronteggiare variazioni della domanda di carattere temporaneo, può limitarsi ad accrescere la manodopera e le materie prime senza cambiare la dimensione dei macchinari; è quello che succede quando, ad esmpio, lo stabilimento rimane in funzione per un numero maggiore di ore utilizzando lavoro straordinario. Lungo periodo è un arco di tempo più prolungato in cui l'impresa adatta tutti i fattori produttivi alle mutate esigenze di produzione. E' quello che succede quando le variazioni della quantità domandata hanno carattere strutturale e permanente per cui l'impresa decide di allargare la propria capacità produttiva, per esempio, costruendo un nuovo capannone e acquistando nuovi macchinari. I RENDIMENTI DI SCALA > Nel lungo periodo, la variazione di tutti i fattori produttivi impiegati può dare risultati differenti: la produzione avviene con rendimenti di scala costanti quando il prodotto cresce in misura proporzionale all'aumento dei fattori impiegati; (si raddoppiano i fattori produttivi e il prodotto raddoppia > la funzione di produzione è una retta, vedi pag. 139); la produzione avviene con rendimenti di scala crescenti quando il prodotto cresce in misura più che proporzionale alla crescita dei fattori produttivi; (si raddoppiano i fattori produttivi e il prodotto cresce più del doppio > la funzione di produzione è concava verso l'alto); la produzione avviene con rendimenti di scala decrescenti quando il prodotto cresce in misura meno che proporzionale all'aumento dei fattori produttivi; (si raddoppiano i fattori produttivi e il prodotto cresce meno del doppio > la funzione di produzione è concava verso il basso). Vedi anche l'esempio a pag. 139. LA FUNZIONE DI PRODUZIONE NEL BREVE PERIODO > I CONCETTI DI PRODOTTO TOTALE E PRODOTTO MARGINALE > consideriamo l'esempio riportato a pag. 140 del manuale: in un fast food il capitale è costituito dalle attrezzature di cucina, dai tavoli e dalle sedie; le materie prime sono costituite dagli alimenti da cucinare; il lavoro è quello del personale che cucina, serve ai tavoli e rilascia gli scontrini. Se un solo addetto deve svolgere tutte queste funzioni, è ragionevole pensare che non possa servire più di dieci clienti in un'ora; se, poi, queste funzioni vengono distribuite tra due, poi tre, poi quattro addetti, il numero dei clienti serviti in un'ora può crescere. Però se si continua ad aumentare il numero dei lavoratori senza ampliare gli impianti di cottura e senza aumentare il numero di tavoli e sedie, è agevole immaginare che, ad un certo punto, il numero dei clienti serviti in un'ora non può più crescere e che alcuni lavoratori resterebbero inocccupati o intralcerebbero. Riportiamo ora queste osservazioni nella tabella a pag. 141 > l'ultima colonna indica i valori del prodotto marginale del lavoro cioè l'incremento della quantità prodotta ottenuta aumentando progressivamente di una unità il fattore lavoro > osserviamo che: in assenza di lavoratori la produzione è nulla; aumentando il numero dei lavoratori la produzione totale cresce; in un primo momento, al crescere dei lavoratori la produzione cresce in misura più che proporzionale (1 addetto = 10 hamburger serviti > 2 addetti = 25 hamburger serviti); successivamente, al crescere dei lavoratori impiegati, la produzione aumenta in misura meno che proporzionale fino al punto in cui il prodotto non può crescere ulteriormente. LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI > dopo una favorevole fase iniziale in cui all'aumentare del lavoro impiegato il prodotto cresce in misura più che proporzionale, una volta raggiunta la piena capacità produttiva degli impianti segue una fase in cui per aumentare la produzione è necessario aggiungere nuovi macchinari o sostituirli con altri tecnologicamente più avanzati. (Osserva il diagramma cartesiano a pag. 141 che rappresenta la funzione di produzione nel breve periodo). LA FUNZIONE DEL PRODOTTO MARGINALE > come già osservato, la produttività marginale del lavoro tende a crescere soltanto per le prime unità impiegate ma poi decresce costantemente fino ad azzerarsi in corrispondenza della piena capacità produttiva degli impianti. (Osserva il diagramma cartesiano a pag. 142 che rappresenta la curva della produttività marginale del lavoro).