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HySpace 0.2 Graziano Mario Valenti HySpace sperimenta la possibilità di realizzare un ‘modello integrato’ le cui informazioni costituenti siano definite da persone geograficamente distanti che operano attraverso la rete internet. Le informazioni vengono aggregate e\o elaborate all’interno di una base dati, la cui interrogazione e contestuale associazione ad un layout , permette di fruirle in uno spazio a due o tre dimensioni automaticamente generato ad ogni interrogazione. I layout sono di tipo parametrico, pertanto lo spazio, sia esso bidimensionale che tridimensionale, adegua la sua conformazione sulla base dei risultati prodotti dall’interrogazione. 04_3_catalogo_scuole_roma.qxp
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scuole
HySpace
a cura di Graziano Mario Valenti
www.architetturadigitale.it/scuole/roma/
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lo spazio digitale dell’architettura italiana
Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
Facoltà di Architettura "Ludovico Quaroni"
Dipartimento R.A.D.A.AR.
HySpace 0.2
link
Esiste un verbo , poco usato in ambito
informatico, che spiega meglio di mille
parole una delle più importanti evoluzioni
indotte dalla tecnologia informatica: 'integrare'. I computer sono senza dubbio
prima di ogni altra cosa strumenti di elaborazione dell'informazione, ma la vera
forza innovativa è nella capacità di integrare ed elaborare informazioni eterogenee. In modo del tutto generale, possiamo considerare ogni organizzazione strutturata d'informazioni un 'modello' - entità
capace di rappresenterà in modo più o
meno accurato un fenomeno sia esso
reale che virtuale - ne deriva pertanto che
l'integrazione e l'elaborazione informatica
operano su 'modelli'.
Il termine 'modello' nella storia del 'pensiero architettonico ' ha generalmente
identificato uno strumento di ausilio al
progetto ben definito: la riproduzione in
scala, fisicamente tangibile , dell'oggetto
progettato; l'avvento delle nuove tecnologie e la capacità di integrazione ed elaborazione anzidetta hanno indotto l'architetto ad ampliare il significato del termine
considerando 'modelli' tutti gli 'insiemi
informativi ' che entrano nel flusso dell'elaborazione per definire o modificare
l'idea progettuale. La totalità dei modelli
sulla quale avviene l' elaborazione sono
naturalmente 'digitali': alcuni di essi sono
generati direttamente all'interno dello
spazio dell'elaborazione informatica; altri,
solitamente appartenenti al mondo reale,
vengono trasferiti nello spazio digitale per
mezzo di adeguate procedure di 'campionamento'. L' aggregazione ed elaborazio-
ne dei modelli digitali finalizzati al progetto avviene secondo diverse modalità: dalle
più semplici induttive-ricorsive caratteristiche dell'operare nel progetto con strumenti tradizionali ; ad altre più innovative
e articolate che traggono la loro forza dall'elaborazione automatica dell'informazione.
Si delinea così la presenza di un modello
superiore, prodotto dell'integrazione ed
elaborazione dei modelli minori, che
hanno contribuito a definirlo: un 'modello
integrato'. Quanto fin qui osservato sembrerebbe evidenziare e nel contempo relegare il 'modello integrato' e la possibilità
di operare con esso, nello spazio dell'elaborazione informatica. In realtà non è
così: l'elaborazione informatica, può
attingere informazioni dal mondo reale e
restituirle con continuità temporale nello
spazio digitale: lo spazio reale, interessato dalle periferiche di acquisizione (input)
e rappresentazione (output), può pertanto essere considerato un 'modello minore'
fisicamente tangibile che partecipa alla
definizione del 'modello integrato'.
Alcuni esempi di quanto illustrato sono
rintracciabili in diverse opere architettoniche come, per esempio, il 'Blur building'
di Diller & Scofidio, ove l'architetuttura
che si percepisce altro non è che la dinamica rappresentazione di un modello integrato che raccoglie entro di se aspetti
fisici, campionamenti dello spazio reale e
modelli digitali. Sotto la chiave interpretativa dell'integrazione e dell'elaborazione
informatica, nasce l'esperienza sperimentale HySpace, applicazione, per ora tutta
digitale, orientata alla fruizione tridimensionale virtuale, di 'modelli integrati'.
L'esperienza nasce a cavallo fra le attività
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di ricerca e didattica personalmente condotte, nel tentativo di conciliare da un
lato diverse esigenze pratiche relative
alla organizzazione e la conduzione del
corso di Disegno Automatico, dall'altro
realizzare un laboratorio virtuale per sperimentare alcune ipotesi , avanzate nell'ambito della ricerca sui modelli e la loro
rappresentazione. HySpace sperimenta la
possibilità di realizzare un 'modello integrato' le cui informazioni costituenti
siano definite da persone geograficamente distanti che operano attraverso la rete
internet. Le informazioni vengono aggregate e\o elaborate all'interno di una base
dati, la cui interrogazione e contestuale
associazione ad un layout , permette di
fruirle in uno spazio a due o tre dimensioni che automaticamente generato ad ogni
interrogazione. I layout sono di tipo parametrico, pertanto lo spazio, sia esso bidimensionale che tridimensionale, adegua
la sua conformazione sulla base dei risultati prodotti dall'interrogazione. La base
informativa è, allo stato attuale, costituita
prevalentemente da immagini, elaborati
testuali e modelli tridimensionali che
compongono le esercitazioni svolte dagli
allievi (circa 300) afferenti il corso. Il
materiale è fruibile bidimensionalmente
sotto forma di pagine web o tridimensionalmente grazie alla navigazione virtuale
interattiva all'interno di uno spazio espositivo nel quale, oltre ad osservare, è possibile interagire con i modelli (illuminarli,
ruotarli, ingrandirli). Attualmente lo spazio espositivo si presenta come semplice
metafora di uno spazio reale, sono allo
studio però layouts tridimensionali parametrici alternativi, che indagheranno spa-
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lo spazio digitale dell’architettura italiana
Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
Facoltà di Architettura "Ludovico Quaroni"
Dipartimento R.A.D.A.AR.
zialità più consone all'ambiente virtuale.
Per ogni esercitazione svolta da ogni singolo allievo il sistema genera un ambiente
nel quale si configurano automaticamente
il numero di pannelli espositivi, il modello
esposto nella stanza, l'accessibilità agli
altri ambienti per mezzo dei percorsi
orizzontali e verticali. La logica distributiva delle sale segue, allo stato attuale,
una logica semplice, resa complessa dall'arbitrarietà delle connessioni di prossimità, lasciate facoltà degli allievi: percorrendo lo spazio mantenendosi sullo stesso livello, si fruisce lo stesso tipo di esercitazione, svolta da diversi allievi; percorrendo lo spazio verticalmente si fruiscono
esercitazioni di diverso tipo svolte dallo
stesso allievo. In ogni ambiente espositivo, corrispondente ad una esercitazione,
vi sono quattro porte che collegano con
altrettanti ambienti dello stesso tipo: gli
allievi si accordano a coppia per stabilire
un vincolo di prossimità fra un ambiente
e l'altro. Si configura così una articolazione spaziale di tipo nodale, non ripetibile
nello spazio reale: percorrendo circolarmente quattro stanze contigue, solo inci-
dentalmente si torna nella stanza di partenza. HySpace non è solo un laboratorio
per sperimentare l'integrazione e l'elaborazione dei modelli: la soluzione delle
complesse problematiche legate alla rappresentazione e alla interazione in
ambiente virtuale necessita del supporto
della ricerca sviluppata nell'ambito dell'area scientifica del disegno, in particolare nell'ambito della modellazione digitale
e della RealTime Rendering , e restituiscono a quest'ultima dati sperimentali
utili per sviluppi futuri. Sul piano didattico, infine, l'esperienza ha raggiunto i suoi
obbiettivi, aumentando il coinvolgimento,
lo spirito collaborativo e le possibilità di
coordinamento degli allievi; ottenendo un
prodotto unico nel suo insieme ma nel
contempo facilmente riconoscibile e confrontabile nel contributo prodotto da
ognuno; indirizzando gli allievi verso una
meta il cui conseguimento è coinciso
necessariamente con l'appropriazione dei
contenuti formativi previsti del corso.
Sotto questa luce, pertanto, HySpace è
anche una significativa esperienza di elearning.
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