” o B i l i lo t n r e a g “C r CORSO DIPieGENETICA o n i o b t r r U e i b d o LE LEGGI DI MENDEL R tà i s r e v i n U Genotipo e Fenotipo (Johannsen 1909) ” o B i l i lo Fenotipo: indica il complesso delle t n r caratteristiche manifeste di un individuo,e a g C r sia morfologiche che funzionali, prodotte “ e i dall’interazione di fattori genetici P eino fattori ambientali e sociali. to b r Genotipo (o idiotipo): e lar costituzione U i b genetica di un individuo, cioè l’insieme dei d o R suoità cromosomi, geni localizzati sui i costituenti il suo corredo di Dna. s r e fenotipo non sono fisse perché il fenotipo Le relazioni tra genotipo e v i è il risultato di complesse interazioni sia tra i geni che tra questi e n U Quindi un organismo durante la sua vita mantiene l’ambiente esterno. costante il genotipo, mentre il fenotipo può cambiare. Un esempio di interazione ” o fenotipo/ambiente i B il t rlo n e a g C r “ e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Gregor Mendel (1822-1884) ” o i B l i t rloil concetto di Propose per primo,n nel 1865, e a GENE. g C r “ e eredità i Prima di Mendel: per mescolamento o P n i Uovo oe spermio contengono essenze b t r r derivanti dalle diverse parti del corpo del U e b genitore.i Queste essenze si mescolano per d o formare R tà il nuovo individuo. i sMendel: eredità particolata r e v i I caratteri sono determinati da unità n discrete che vengono trasmesse intatte da U una generazione all’altra. I vantaggi del Pisum sativum ” o i B l • È facilmente reperibile i t rlo n e dia generazione è • Il tempo g C r “ breve: si riproduce velocemente e i o più P volteinnell'anno o • Puòrbautofecondarsi t r U e i b • La progenie è numerosa d o R tà • Occupa poco spazio i s r e • Costa poco v i n pura U = popolazione che attraverso le generazioni resta Linea identica per un dato carattere. i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B Primo ” o incrocio: i B l i t rlo n fiore e a g C r “ e i bianco x P ino o rb t r U e fiore i b d o R purpureo sità r e v i n F : tutte piante U a fiori purpurei 1 L’incrocio ” o i B l i reciproco t rlo n e a g C r dà lo “ e o i P in o rb stesso t r U e i b risultatoRo à d t i s r e v i n F : tutte piante U a fiori purpurei 1 Dalla F1 alla F2 ” o B i l i lo t n r Autofecondazione F1 x F1 ge a C r “ e o i P in o rb t r U e purpurei + 224 piante a fiori bianchi F2: 705 piante a fiori i b d o R tà i s r e v RAPPORTO ni 3 : 1 U Distribuzione dei caratteri in un incrocio tra F1 (Mendel, 1865) ” piante 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 totale o esperimento 2 i B l i colore del seme o t l n r giallo verde e a g “C25 r 11 e o 32 i 7 P in o rb 15 5 t r 70 27 U e i b 24 13 d o R tà 20 6 i 32 13 s r 44 9 e v i 50 14 n U 44 18 esperimento 1 forma del seme liscio rugoso 45 12 27 8 24 7 19 16 32 11 26 6 88 24 22 10 28 6 25 7 336 107 3,14 356 124 2,87 Carattere Generazione F2 di un incrocio monoibrido ” o i Brapporto tra l i Fenotipi # individui o t l n F F fenotipi F F r e a g C r “ e i Liscio Liscio 2,96:1 P ino5474 o rb 1850 Rugoso t r e Gialloi U Giallo b 6022 3,01:1 d o Verde 2001 R tà i s r Rigonfio Rigonfio 882 2,95:1 e v Concamerato 299 i n UAssiali Assiali 651 3,14:1 1 Forma del seme Colore del seme Baccello Fiori 2 Terminali 2 2 207 Cosa dedusse Mendel dai ” o risultati dei suoi esperimenti? i B il t rlo n e particolata. a 1. I determinanti ereditari sono di natura g C r “ e Ogni ocarattere è controllato da 2. I geni sono presenti a coppie. i P pureini due alleli sono uguali. Nelle due geni (chiamati alleli). Nelle linee o rb t piante F sono presenti un rallele per il fenotipo dominante ed uno per e iU il fenotipo recessivo. b d o 3. I membri di ciascuna coppia R tà genica si separano con uguale i frequenza nei gameti (Principio della segregazione). s rsolo un membro di ciascuna coppia genica. e 4. Ogni gamete porta v i n 5. I gameti U si combinano per formare lo zigote indipendentemente 1 del membro della coppia genica in essi contenuto. Riassunto incrocio monoibrido F1 F3 X ili ” o B t rlo n e a g C r “ e o i F2 P in o Porpora 3 Bianco 1 b t r r U e 2/3 1/3 i b d Bianco Porpora o Segregazione 3:1 R tà i s r e v i 1/3 2/3 n U Porpora Porpora Segregazione 3:1 Bianco Bianco Omozigoti ed eterozigoti ” o i B l i t rlo n e a g Gli individui A/a sono chiamati eterozigoti o C r “ e o i P in delle linee pure ibridi, mentre gli individui o rb t r sono chiamati omozigoti. U e i b d o à A /A èRun omozigote dominante; t i s r a /a èvun omozigote recessivo. e i n U Rapporti tra genotipi e fenotipi ” o i B l i t rlo n a giallo rgeverde rapporto C “ e o fenotipico i P : in 1 3 o rb t r U e i b d o YY Yy yy R tà i rapporto s r genotipico e v 1/4 1/2 1/4 i n U 1 : 2 : 1 i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B Prima legge di Mendelo” i B l i t rlo n e a g C I due membri di euna genica r coppia “ i o P n segregano (cioèo si iseparano) l’uno b t r dall’altro nei ergameti, metà dei quali U i b d della coppia, mentre o riceve un Rmembro à t i s l’altra metà riceve l’altro membro. r e v i n U Incroci tra diibridi i l i lo t n r e a g “C r e o i P n i Mendel proseguì i suoi o rb t esperimenti utilizzando r U e i b delle linee PURE che però d o questa volta differivano R tà i per DUE CARATTERI s r contemporaneamente. e v i n U ” o B i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B Seconda legge di Mendel ” o i B l i t rlo n e a g C r “ e o assortiscono Coppie geniche differenti i P in o rb in maniera indipendente durante la t r U e formazione odei i b gameti. d R tà i s r e v i n U Tutto questo vale per n alleli i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B I gameti formati da individui n-eterozigoti sono 2n Analisi statistica dei dati: ” o i B l 2 i ) il test del chi-quadrato (c o t l n r e a g “C r e o i P in o rb se i risultati Serve a verificare t r U e i ottenuti inob un ddato esperimento si R daitàrisultati attesi soltanto discostano i s r per effetto del caso, ovvero se la e v i n nostraUipotesi di lavoro è corretta. RrYy x rr yy Liscio giallo rugoso verde (test cross) Ipotesi zero (o “ipotesi nulla”, H0): i geni assortiscono indipendentemente (rapporto gameti 1:1:1:1) ” o B i l i attesi Risultati osservati o t Risultati l n r e a g “C r e o i P 142 154 lisci gialli n lisci gialli (RrYy) i o b t r 124 lisci verdi er U 142 lisci verdi (Rryy) i b d o 144 rugosi gialli R tà 142 rugosi gialli (rrYy) i s r 146 rugosi verdi 142 rugosi verdi (rryy) e v i n Tot. Tot. 568 568 U La differenza osservata è casuale? L’ipotesi zero è confermata? Il metodo del chi quadrato consente ” o i B di determinare qual è lail probabilità t rlo n che la discrepanza getra ia risultati C r “ ottenuti in un Pesperimento ed i ie no i o b risultati attesirtsia dovuta al caso. r U e i b d o R tèà grande (rispetto ad una soglia di Se questa probabilità i accettazione determinata arbitrariamente) allora l’ipotesi di s r se la probabilità è piccola l’ipotesi va e partenza è “corretta”, v i scartata. n U Calcolo del chi quadrato i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Per ogni classe, si calcola la differenza tra valore osservato ed atteso, la si eleva al quadrato, la si divide per il valore atteso, e infine si fa la somma dei risultati ottenuti per tutte le classi. ” o B Numero delle classi -1 i l i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o B Soglia di accettazione/rifiuto Procedura per effettuare il ” o test del chi quadrato il B i lo t n r costruire e 1) Formulare un’ipotesi semplice su cui a g “C r un’attesa precisa (per esempio ipotesi zero: e la nostra i o P n ); assortimento indipendente i o b t r r U e i b d o 2) calcolare il chiRquadrato; à t i s r e 2); 3) stimare la probabilità p(c v i n U 4) rifiutare o accettare l’ipotesi zero.