Lezione 5 Dinamica del punto Argomenti della lezione Classificazione delle forze Forza peso Forza di attrito radente (statico e dinamico) Piano inclinato Forza elastica Forza di attrito viscoso Forze centripete Dinamica del punto Principio d’inerzia Principio d inerzia Perché avviene il moto?? Un corpo non soggetto a forze non subisce cambiamenti di velocità, ossia rimane in quiete se già lo era o si muove di moto rettilineo uniforme Accelerazione Presenza di una forza Forza: Grandezza che esprime l interazione fra sistemi fisici La tendenza di un corpo a rimanere fermo o a proseguire di moto rettilineo e uniforme è chiamata inerzia per cui la prima legge di Newton è anche detta Legge o Principio di Inerzia. Dinamica del punto Principio d’inerzia Quando si tenta di far cambiare la velocità di un oggetto, esso si oppone a questo cambiamento. La risposta di tale corpo alla sollecitazione causata dalla forza esterna prende il nome di Inerzia. Tale particolare caratteristica è una proprietà esclusiva del singolo corpo, il quale la manifesterà tutte le volte che sarà soggetto a tale tipo di sollecitazione. Dinamica del punto Principio d’inerzia L'inerzia viene misurata con la massa e nel Sistema Internazionale (SI) viene impiegato il chilogrammo. Tale grandezza è una grandezza scalare. Dati due corpi, di massa diversa, che si trovano sottoposti alla medesima forza esterna, avranno accelerazioni diverse. Non bisogna confondere la massa con il peso, esse sono cose completamente diverse. La massa essendo una proprietà intrinseca del corpo non dipende da ciò che lo circonda e dal metodo utilizzato per misurarla. Il peso di un corpo, invece, è uguale al modulo della forza esercitata dalla Terra (o chi per essa) su quel corpo e dipende dalla posizione. Sperimentalmente si osserva che la proprietà di avere inerzia e quella di pesare "vanno insieme". Cioè sia l'inerzia che il peso sembrano essere legati allo stesso parametro che caratterizza il corpo: la massa. Sistemi di riferimento inerziali Vt Il moto è relativo: i vettori posizione, velocità ed accelerazione dipendono dal sistema al quale viene riferito il moto della particella. Quando un corpo è soggetto a una forza risultante nulla i sistemi di riferimento rispetto ai quali la sua accelerazione è zero sono inerziali. Nel sistema in moto relativo uniforme la legge del moto è la stessa che nel sistema fisso Sistemi inerziali Il tipo di moto è lo stesso! (cambiano le condizioni iniziali) In tutti i sistemi inerziali le proprietà dello spazio e del tempo sono identiche, come pure le leggi della meccanica. 5 Dinamica del punto 2° Legge di Newton La seconda legge di Newton dice cosa accade ad un corpo quando su di esso agisce una forza non nulla. Se le forze in gioco sono più di una, va considerata la loro somma ossia la risultante delle forze, o forza risultante. La relazione fra risultante e accelerazione è data con la seguente definizione formale: L'accelerazione di un oggetto è direttamente proporzionale alla forza risultante agente su di esso ed inversamente proporzionale alla sua massa. Fris = min·a Questa relazione è di tipo vettoriale e come tale è equivalente alle tre equazioni fra le componenti Da questa relazione è facile evincere che se una forza F viene applicata ad un corpo, esso sarà sottoposto ad una certa accelerazione a che avrà stessa direzione e stesso verso di F. Ricordando le relazioni viste in cinematica, l espressione vista può anche così essere riscritta: dv d 2r F = ma = m =m 2 dt dt Dinamica del punto 2° Legge di Newton F F F F F Grandezza vettoriale!!! Dimensioni e unità di misura F = mina Le dimensioni per la formula ris seguenti: sono le [F] = [M][L]/[T][T] e le corrispondenti unità di misura sono: F = Kg·m/s·s = N (dove N indica Newton. La forza di 1N è quella che, agendo su una massa di 1 Kg, ne causa un'accelerazione di 1 m/s2) Applicazioni dei principi della dinamica.. F =0 ⇒a=0 vcost F = cost ⇒ F a= ⇒ a = cost m Moto uniforme Moto uniform. accelerato Determiniamo l’espressione della forza o delle forze presenti. Una forza è completamente definita quando si conosce qual è il corpo che la subisce e qual è il corpo che la genera 8 Dinamica del punto 3° Legge di Newton principio di azione e reazione Le interazioni tra due corpi si manifestano sempre come due forze,esercitate reciprocamente da ciascun corpo sull'altro. Le forze non compaiono mai da sole, ma ognuna di esse è sempre accompagnata da un'altra forza. Infatti, se tiro un elastico, questo reagisce tornando indietro, anche violentemente. Questo tipo di osservazioni portano al principio di azione e reazione; esso afferma che: se un corpo A esercita una forza su un corpo B, allora B esercita su A una forza della stessa intensità, ma di verso opposto. N.B. Stessa retta di azione FA,B FB,A A B FA,B = - FB,A La quantità di moto La grandezza Ricordando p = mv si definisce quantità di moto dv d 2r F = ma = m =m 2 dt dt è possibile scrivere dp d (mv ) F= = dt dt Fdt = dp t p t0 p0 J = ∫ Fdt = ∫ dp = p − p 0 = Δp Teorema dell impulso (forma integrale della legge di Newton) Risultante delle forze La forza è una grandezza vettoriale se su un punto agiscono più forze esso si muove come se agisse una sola forza che è la risultante delle forze vettoriali applicate al punto! In altri termini l accelerazione del punto (vettore) è pari alla somma vettoriale delle accelerazioni dovute ad ogni singola forza. In formule: n R = F1 + F2 + ..........Fn + = R a= = m ∑F i i =1 F1 F2 n ∑ i =1 n Fi = ai m i =1 ∑ F2 F1 R R Applicazione mb = 500kg ∑ F = ma FRx = FAx + FBx = 40 N cos(45) + 30 N cos(37) = 52.2 N FRy = FAy + FBy = 40 Nsen(45) − 30 Nsen(37) = 10.3N tan(θ ) = FRy FRx = 10.3 N = 0 .2 52.2 N θ = arctan(0.2) = 11.5o a= 2 2 F = FRx + FRy = 51N 51N = 0.1m/s2 500kg 12 Equilibrio Ricordiamo il principio di inerzia, se un corpo è in quiete o si muove di moto uniforme, su di esso la forza agente è nulla, ma questo vuole dire in senso più ampio che la risultante delle forze applicate è nulla! n R = F1 + F2 + ..........Fn + = ∑F i i =1 Condizioni di equilibrio statico Esempio Un corpo è sottoposto all azione di una forza F diretta verso l asse negativo delle x e a quella di una seconda forza F che forma un angolo di 60° con l asse positivo delle x, determinare modulo direzione e verso della forza F necessaria affinche il corpo sia in equilibrio. Reazioni vincolari Per quanto visto in precedenza se un corpo sottoposto a forze rimane in equilibrio esso deve essere soggetto a una forza di reazione provocata dall ambiente circostante. N R+N=0 R La reazione Vincolare Il corpo è fermo su di un tavolo cioè in equilibrio: N a =0⇒ mg II legge di Newton: la forza complessiva agente sul corpo deve essere nulla. N + mg = 0 ⇒ N = −mg Il tavolo esercita una forza N uguale e contraria alla forza peso, in modo tale che la forza risultante che agisce sul corpo sia nulla. Le reazioni vincolari si manifestano ogni qual volta c è un vincolo ossia un impedimento al moto del corpo. Può avere una componente normale o parallela al vincolo 15 Reazioni vincolari Esempi N N − Py = 0 P+N =0 N P P N P y x Classificazione delle forze Le interazioni in natura sono dovute a pochi tipi di interazione principali: L interazione gravitazionale L interazione elettromagnetica L interazione nucleare debole L interazione nucleare forte Ponendo uguale a 1 l interazione forte presente fra due protoni a contatto superficiale allora le altre interazioni hanno rispetto a questa le seguenti proporzioni: L interazione gravitazionale 10-38 L interazione elettromagnetica 10—2 L interazione nucleare debole 10-7 L interazione nucleare forte 1 Forza Si definisce attraverso gli effetti provocati dalla sua applicazione F =k Δl Si definisce la forza come la grandezza derivata, vettoriale che si misura con il dinamometro la cui unità di misura è il newton presenza vincolo effetto statico allungamento L2-L1 F =m a assenza vincolo effetto dinamico accelerazione entrambi direttamente proporzionali alla forza applicata L’unità di misura della forza è il newton. Un newton equivale ad un ettogrammo -peso Legge fondamentale della dinamica e la massa La massa è la costante di proporzionalità tra forza e accelerazione (rapidità con cui varia la velocità) F =m a F = ma La massa è inversamente proporzionale all’accelerazione F =a m La massa è direttamente proporzionale alla forza applicata Forza peso Evidenza sperimentale: un corpo che cade qualunque sia la sua massa inerziale subisce una accelerazione detta di gravità con modulo che in media vale g=9.81 m/s2 Utilizzando la seconda legge di Newton F = ma ⇒ P = ma = mg 1 Kgpeso = forza peso di un chilogrammo massa = 1 Kg*9.8 m/s2 1 Kgpeso = 9.8 N 1 N ≅ 1 hgpeso Massa e peso F P a= ≡ g= m m Massa e peso sono due grandezze direttamente proporzionali, essendo g costante in un determinato punto della superficie terrestre; per questo è facile . confondersi. In realtà sono due grandezze tra loro ben diverse Infatti mentre il peso è una forza ed ha come unità di misura il NEWTON, la massa ha come unità di misura il Kg La massa è una grandezza invariante mentre il peso è una grandezza variante (infatti dipende da g che non sempre è costante) La massa è una grandezza scalare, il peso è una grandezza vettoriale La massa è una grandezza fondamentale, mentre la forza è una grandezza derivata Massa inerziale F = ma Per una forza costante la massa è inversamente proporzionale all'accelerazione. Essendo il loro prodotto costante, se la massa raddoppia, l'accelerazione dimezza : la massa, quindi ostacola il movimento. Per questo motivo la massa che compare in questa espressione viene chiamata massa inerziale, dove l'inerzia viene intesa come resistenza al movimento, Massa gravitazionale Ogni massa ha la proprietà sia di attrarre che di essere attratta da un'altra massa, secondo la legge di gravitazione universale. Se indichiamo con m1 e m2 le due masse gravitazionali e con r la distanza fra i loro centri e G la costante di gravitazione universale si ha m1 × m2 F =G 2 r Massa inerziale e massa gravitazionale Dalla si ha F = ma P = mg e dalla si ha m1 × m2 F =G r2 M ×m P=G 2 R Per cui M ×m mg = G R2 Dividendo entrambi i membri per m, essendo la massa gravitazionale uguale alla massa inerziale si ha M g =G 2 R Accelerazione di gravità L’accelerazione di gravità non dipende dalla massa dell’oggetto! M g =G 2 R L’accelerazione di gravità dipende dalla massa terrestre L’accelerazione di gravità dipende dal raggio terrestre Peso e accelerazione di gravità P =m g M g =G 2 R accelerazione di gravità e raggio terrestre accelerazionedi gravità e massa del corpo celeste poli raggio minore spiaggia raggio minore terra massa maggiore accelerazione di gravità maggiore intensità campo gravitazionale maggiore peso maggiore accelerazione di gravità maggiore intensità campo gravitazionale maggiore peso maggiore accelerazione di gravità maggiore intensità campo gravitazionale maggiore peso maggiore equatore raggio maggiore vetta raggio maggiore accelerazione di gravità minore intensità campo gravitazionale minore peso minore accelerazione di gravità minore intensità campo gravitazionale minore peso minore luna massa minore accelerazione di gravità minore intensità campo gravitazionale minore peso minore newton g esprime l’intensità del campo gravitazionale, g= cioè i newton associati ad un Kg Kg Intensità del campo gravitazionale newton F g = cioè g = Kg m g esprime, quindi, l’intensità del campo gravitazionale, cioè i newton associati ad un Kg Il campo gravitazionale è lo spazio in cui agiscono le forze gravitazionali Campo di forze Si può pensare che un corpo A sia in grado di generare una forza in diversi punti dello spazio ad esso circostante Un corpo B (puntiforme) si muove in questa zona di spazio e risente della forza, a seconda del punto in cui si trova Esempio: il campo gravitazionale G ⋅ mA ⋅ mB F= rˆ 2 r AB rAB r̂ A F −F B Il campo gravitazionale G ⋅ m A ⋅ mB F= rˆ se A è la Terra 2 r AB G ⋅ mT F = 2 mB r TB 3 G ⋅ m L M L m T r 2TB = Mt 2 L2 = t 2 = s 2 Accelerazione! La FORZA PESO è la forza di gravità applicata in modo semplice a un sistema di 2 corpi di cui uno molto più massiccio, considerando l’accelerazione costante (indipendente dalla massa del corpo B e dalla sua forma) F = amB a≡g mb ≡ m Calcolo di g G g= rT 6.67!10"11 m ( mT 3 !5.98!10 Kg!s 2 6.67!10 6 2 ) m2 24 Kg = 8.7 m s2 rT Il risultato non è numericamente corretto a causa: Ipotesi: tutta la massa è concentrata nel centro della Terra Della dipendenza di g dalla distribuzione di massa sulla terra Dalla variazione del raggio terrestre punto per punto Misura di massa Si confrontano le forze peso, supponendo costante localmente la gravità Px mx g = Pc mc g all' equilibrio Px = Pc con g = g Px mx quindi = Pc mc Massa campione Pc = mc g Massa da misurare Px = mx g Forze di attrito Attrito radente statico Quando un corpo scivola o scorre su di una superficie scabra oppure, quando si muove all'interno di un fluido, come l'aria o l'acqua, si verifica una resistenza al suo spostamento dovuta proprio alle forze di attrito. N F Fattrito mg Consideriamo il semplice esempio di un blocco poggiato su di un piano orizzontale a cui viene applicata una forza parallela al piano, si nota che il blocco rimane fermo nel caso in cui la forza applicata non sia sufficientemente elevata. Ciò in base al primo principio della dinamica, permette di dedurre che insorge una interazione d'attrito fra piano e corpo, la quale è uguale ed opposta alla forza che tenderebbe a far traslare il corpo. Forze di attrito Attrito radente statico L'intensità della forza d'attrito statico non è nota a priori: essa è esattamente quella sufficiente a bilanciare (annullandone gli effetti) tutte le altre eventuali forze agenti sul blocco in direzione parallela alle superfici a contatto. Se immaginiamo di aumentare progressivamente F, anche la forza di attrito statico aumenterà, e quando il blocco è sul punto di scorrere la forza di attrito statica avrà raggiunto il suo massimo valore possibile. Riassumendo, la forza di attrito statico fra due superfici è sempre opposta alla componente parallela alla superficie della risultante delle altre forze applicate, ed essa può assumere valori compresi fra zero e µsN. Il coefficiente µs è detto coefficiente d'attrito statico, ed il suo valore dipende dalla natura delle superfici in contatto, mentre N rappresenta la reazione vincolare fra le due superfici. Per esempio, nel caso considerato sopra N è uguale ed opposta alla forza peso mg. Se la forza applicata diventa maggiore di µsN le superfici iniziano a scorrere e si parla quindi di attrito dinamico. Forze di attrito Attrito radente statico Esempio. Una cassa di legno di massa M=6kg è posta su un piano inclinato di 30° rispetto all'orizzontale. Tenendo conto del fatto che la cassa sta ferma e considerando tutte le forze agenti sulla cassa calcolare: N a. la forza risultante agente sulla cassa; b. la reazione normale "N" del piano nei confronti della cassa; Fattrito c. la forza d'attrito statico ; P d. il valore minimo del coefficiente d'attrito statico "µs". Forze di attrito Attrito radente statico Scegliamo due assi cartesiani di riferimento e scomponiamo la forza peso in due componenti P=mg =10kg x 9.8m/s2=98 N y Px=98sin30° Px x Py Py=98cos30° N-Py = Ma considerando che l'accelerazione è nulla P N-Py=0 N=Py=98cos30°N Forze di attrito Attrito radente statico y N x Fattrito Px Analogamente al punto precedente, la forza d'attrito si calcola facendo la somma delle forze dirette lungo l'asse x e ponendola = 0 considerando che l'accelerazione è nulla. Px-A=0, Fattrito=Px=98sin30°N Py Fs<µsN µs ? P ⇒ 98sin30°<µs98cos30° ⇒ Valore minimo di µs affinché la cassa resti ferma è tang30° µs>tang30° Attrito e forza normale L’attrito è PROPORZIONALE alla forza NORMALE ALLA SUPERFICIE DI CONTATTO Nella maggior parte dei casi: forza peso + forze applicate attrito attrito direzione del moto Forza normale alla superficie di contatto Forza normale alla superficie di contatto direzione del moto Forze di attrito Attrito radente dinamico Generalmente l'attrito è una forza che si esercita al contatto tra corpi. Le forze agenti tra due superfici in moto relativo sono dette forze di attrito dinamico. La forza di attrito dinamico tra due superfici scabre e non lubrificate segue le seguenti leggi empiriche. 1) Entro grandi limiti è approssimativamente indipendente dalle superfici a contatto e 2) é proporzionale alla forza normale (cioè alla forza con cui le due superfici interagiscono in direzione perpendicolare ad esse e che ne impedisce la compenetrazione). La forza di attrito dinamico è anche praticamente indipendente dalla velocità relativa tra le due superfici di contatto. Forze di attrito Attrito radente dinamico Il rapporto tra il modulo della forza di attrito dinamico e quello della forza normale è chiamato coefficiente di attrito dinamico. Se Fd rappresenta il modulo della forza di attrito dinamico, allora Fd = µd N dove µd è il coefficiente di attrito dinamico. Questo coefficiente dipende dalla natura delle superfici di contatto. Riassumendo Fs = µs N Fd = µd N con µd < µs Forza e coefficienti di attrito f f s MAX fD t Coefficienti di attrito (numeri puri) Acciaio su acciaio Pneumatici su asciutto Pneumatici su bagnato µs 0.15 1.0 0.7 µD 0.09 0.7 0.5 Piano inclinato N Px Py Per P tan ϑ > µ s mgsen ! ! µ d mg cos! = ma a = g (sen ! ! µ d cos! ) P + N = ma mg cos ϑ − N = 0 mg sen ϑ = ma N = mg cos ϑ a = g sen ϑ Se è presente attrito mg senϑ ≤ µ s N = µ s mg cosϑ tan ϑ ≤ µ s Condizione di equilibrio statico N.B. Se µ d = tan ϑ ⇒ a = 0 Forza elastica Gli oggetti che principalmente danno origine a forze elastiche sono le molle. Esse hanno come caratteristica una lunghezza a riposo x0, vale a dire la lunghezza della molla quando la risultante delle forze applicate su di essa è nulla, e k, detta costante elastica della molla. Si osserva sperimentalmente che l'allungamento (o la compressione) di una molla è proporzionale alla forza applicata: legge di Hooke, F = -kΔx dove Δx=(x-x0) è l'entità della deformazione della molla. Tale legge vale solamente se la deformazione avviene entro un certo limite: superato esso la molla perde la propria elasticità. Si nota che la forza ha segno negativo poiché è sempre opposta allo spostamento. Forza elastica Una molla non sollecitata ha una lunghezza a riposo x0 Sollecitata da una forza T si allunga (o si accorcia) La forza coniugata a T secondo la 3a legge, generata dalla molla, e` la forza elastica Fe Per una molla ideale, l allungamento (o accorciamento) e l intensita` della forza sono proporzionali F = k (x − x0 ) = kΔx Ove k e` la costante elastica della molla Fe T Legge di Hooke In termini vettoriali: F = −k (x − x0 ) = −kΔx Questa e` la legge di Hooke Il segno meno indica che la forza, pur avendo ugual direzione, e` sempre diretta in verso opposto allo spostamento Δx Fe Δx FT FC Fe Per ogni molla ciò e` valido in un intervallo limitato di intensita` di forza che non superi il cosiddetto limite elastico della molla Ancora sul moto armonico Studiamo il moto di un corpo soggetto ad una forza F: Se F e` la forza di Hooke d x ma = m 2 = F dt F = −k (x − x0 ) = −kΔx 2 Se il moto e` vincolato in una dimensione, possiamo scrivere l equazione dell unica componente come 2 segue d x m dt 2 = −k (x − x0 ) Ancora sul moto armonico Ponendo y=x-x0 e sfruttando il fatto ovvio che d 2 y d 2x = 2 2 dt dt l equazione del moto diviene d2y m 2 = −ky dt k 2 Dividendo i membri per m e ponendo ω = 2 m d y 2 = a = − ω y Otteniamo 2 dt Cioe` l equazione che individua il moto armonico Abbiamo quindi scoperto che il moto armonico e` causato dalla forza elastica Forza elastica La legge oraria sarà quindi: x(t ) = A sen(ωt + φ ) dove A è l'ampiezza di oscillazione e per dimensioni ha una lunghezza, e φ è la fase. Sia A che φ dipendono dalle condizioni iniziali del moto. Andando a studiare il moto, si osserva che: → nel punto di massimo allungamento e di massima compressione, l'accelerazione è massima e la velocità è nulla (il corpo sta infatti invertendo il verso del moto) → nel punto di equilibrio, l'accelerazione è nulla e la velocità massima (con opportuno segno a seconda che la molla si stia allungando o comprimendo) Forza di attrito viscoso Come per l attrito dinamico, e` sempre opposta alla velocita` E` proporzionale alla velocita` del corpo F = −bv Ha luogo nel moto di un corpo in un fluido in particolari condizioni, generalmente a basse velocita` Per velocita` piu` elevate la forza d attrito esercitata dal fluido assume forme piu` complicate Forza di attrito viscoso Per esempio, può essere proporzionale a una potenza di v con un dato esponente n: F = −cv n Supponiamo che un paracadutista si lanci dall'aereo e che - γ(v) sia la forza d'attrito che egli subisce dall'aria. Vogliamo calcolare la velocità limite cui arriverà il paracadutista: in questa situazione la velocità sarà costante (indichiamone con vL il valore) e di conseguenza la sua derivata (ovvero l'accelerazione) sarà nulla. Basta quindi imporre la seguente condizione: mg − γ (vL ) = 0 Nel caso particolare in cui sia γ (v) = β ⋅ v v L = mg β Forza di attrito viscoso Troviamo la legge oraria integrando l equazione del moto e supponendo che il corpo abbia inizialmente (cioe` a t=0) velocita` v(0) ma = F = −bv dv b =− v Usiamo la relazione differenziale tra a e v: dt m Se e` presente solo la forza d attrito, si puo` ridurre il moto ad una dimensione e l equazione per la componente dei vettori in tale direzione e` dv b v =− v=− dt m τ Ove si e` introdotta una costante τ con le dimensioni del tempo m τ= b Forza di attrito viscoso L equazione si risolve per separazione delle variabili e integrando tra l istante iniziale e finale Da cui dv dt =− v τ v2 t 2 dv dt ∫v v = − ∫t τ 1 1 Ponendo t1=0 e t2=t e risolvendo: t v(t ) = v(0 )exp − τ v(t 2 ) t 2 − t1 log =− v(t1 ) τ Forza di attrito viscoso Questa equazione oraria ci dice che la velocita` del corpo decresce esponenzialmente nel tempo v(t) t Una variante interessante si ha nella caduta di un grave in un mezzo con attrito viscoso Forze centripete Supponiamo che la risultante delle forze agenti su un punto materiale presenti una componente normale alla traiettoria, questa componente causa l accelerazione centripeta dell oggetto: v2 FN = maN = m R Dove R è il raggio di curvatura della traiettoria. In generale forze centripete sono prodotte da rotaie, pneumatici, fili… ossia vincoli che consentono di incurvare la traiettoria oppure da forze gravitazionali Vincoli Un vincolo e` una qualunque limitazione dell ambiente al moto del corpo Questa limitazione avviene per contatto tra corpo e vincolo Esempi: una fune una superficie d appoggio o rotaia un asse fisso un punto fisso Reazioni vincolari Il contatto tra corpo e vincolo produce un interazione che si manifesta sotto forma di forza Per il 3o principio la forza con cui il corpo agisce sul vincolo e` uguale e contraria a quella, detta reazione vincolare, con cui il vincolo agisce sul corpo Le forze vincolari non sono in generale note a priori, ma si possono dedurre a posteriori esaminando il comportamento del sistema Reazioni vincolari Esempio: corpo vincolato in equilibrio statico Supponiamo che il corpo sia soggetto, oltre alla forza di vincolo V, ad altre forze di risultante R diversa da zero Se il corpo e` in equilibrio statico, allora la risultante di tutte le forze, compresa quella di vincolo, dev esser nulla: Rtot = R + V ≡ 0 Da questa relazione possiamo calcolare, a posteriori, la forza di vincolo: V = −R Fili e funi Sono oggetti che trasmettono la forza solo in trazione Al contrario le barre possono trasmettere la forza sia in trazione, sia in compressione, che in sforzo di taglio Fili e funi Spesso supporremo per semplicita` che le funi siano inestensibili (cioe` la lunghezza non cambi) di massa trascurabile Tensione di una fune in quiete Sia data una fune in equilibrio statico, tesa mediante due forze Fs e Fd applicate ai suoi capi Fd Fs Consideriamo due sezioni arbitrarie A e B e sia m la massa della fune compresa tra le due sezioni TA A B TB Tensione di una fune in quiete A causa della condizione di equilibrio statico (cioe` a=0), abbiamo: TA + TB = ma ≡ 0 Ne segue che le tensioni TA che agisce sulla sezione A e TB che agisce sulla sezione B devono essere uguali in modulo e opposte in verso TA = −TB Se sovrapponiamo A a B troviamo che le tensioni sui due lati di una sezione sono uguali A≡B e contrarie -T T Tensione di una fune in quiete Dall arbitrarieta` di A e B, segue che la tensione statica di una fune ha ugual valore T (in modulo) in ogni punto della stessa In particolare cio` vale anche alle estremita`, per cui Fs = Fd = T Cioe` le forze esterne che tendono la fune sono uguali, in modulo, alla tensione della fune La tensione della fune a ciascuna estremita` e` la forza coniugata per il 3o principio alla forza esterna che la tende Inestensibilita` Questa ipotesi semplificativa significa che due punti arbitrari della fune A e B mantengono la loro distanza indipendentemente dal fatto che siano in quiete o in moto (accelerato) Questo implica che abbiano velocita` uguali e accelerazioni uguali v A = vB a A = aB Non hanno una risposta elastica, p.e. Carrucole Le considerazioni svolte possono essere estese al caso in cui siano presenti carrucole e quindi la fune cambi direzione Dobbiamo aspettare di introdurre il momento di forza