L’UNIVERSO: MITO E SCIENZA UNIVERSO INFINITO E MONDI INFINITI L'infinità dell'universo è conseguente alla infinità dello spazio. Ma vi è un motivo più preciso, riferito da Plutarco: "Democrito di Abdera suppose l'universo infinito perché esso non è stato prodotto dall'opera di alcun artefice; e lo dice anche immutabile" (Moralia, II,68 A39). Escludendo l'artefice, Democrito pensa il mondo causa di se stesso e, quindi, esattamente corrispondente alla infinità della causa, pervenendo anche alla individuazione del principio che l'effetto di una causa esterna è sempre inferiore alla sua causa. Egli esclude, inoltre, l'eterogeneità della causa nei confronti dell'effetto, come si dovrebbe pensare il rapporto artefice-opera, ritenendo che "non è possibile che cose diverse ed eterogenee subiscano l'azione l'una dell'altra; piuttosto, se delle cose, pure essendo diverse, agiscono in qualche modo l'una sull'altra, ciò è ad esse possibile non in quanto diverse ma in quanto sussiste in esse qualcosa di identico" (ivi, A63). L'infinità numerica dei mondi, oltre che conseguente alla infinità del cosmo, è dovuta alla infinità degli atomi, delle loro forme, delle loro combinazioni. Il seguente passo è sufficiente a dare l'idea della concezione cosmologica democritea, che è semplicemente stupefacente: "I mondi sono infiniti e sono differenti per grandezza: in taluni non vi è né sole né luna, in altri invece sono più grandi che nel nostro mondo, in altri ancora ci sono più soli e più lune. Le distanze fra i mondi sono diseguali, sicché in una parte ci sono più mondi, in un'altra meno, alcuni sono in via di accrescimento, altri al culmine del loro sviluppo, altri ancora in via di disfacimento, e in una parte nascono mondi, in un'altra ne scompaiono. La distruzione di un mondo avviene per opera di un altro che si abbatte su di esso. Alcuni mondi sono privi di esseri viventi e di piante e di ogni umidità. E nel nostro mondo la terra si è formata prima degli astri: la luna si trova nella parte più bassa (del cielo), più su c'è il sole, più in alto ancora le stelle fisse. I pianeti neppur essi si trovano tutti alla medesima altezza. Un mondo si sviluppa sino a quando non può più ricevere nessun incremento dall'esterno" (ivi, A40). Dalla lunga citazione è possibile rilevare alcuni temi di grande importanza: l) i mondi infiniti di cui parla Democrito, per analogia al nostro, sono sistemi e non semplicemente stelle, soli, lune o pianeti; 2) il carattere variamente evolutivo dei mondi per l'aggiungersi di elementi dall'esterno e la distruzione per conflagrazione; 3) l'umidità come segno e condizione di vita. L'ORIGINE DEL MONDO E DEGLI UOMINI La cosmogonia greco-orientale In principio era il Chaos, una immensa voragine; nella quale si trovavano incompostamente mescolati fra loro tutti gli elementi, donde poi dovevano sorgere il mondo e svilupparsi gli uomini. Dal Chaos prima si formarono la Terra (Gea), vasta sede sicura di tutte le cose, il Tartaro caliginoso, collocato sotto la terra, e l'Amore, il più bello di tutti gli dei; poi ne uscirono l'Érebo e la Notte che, unitisi in matrimonio, generarono l'Aria e il Giorno. La Terra dette vita al Cielo (Urano), che la ricoprì da ogni parte e fu sede eterna di tutti gli dei, ed ai Titani, fra cui furono i primi e più importanti Rea e Saturno. Fino ad allora non v'era un dio che illuminasse il mondo con il suo raggio, né la Luna cambiava forma, né la dea del mare, Anfitríte, abbracciava la terra coll'umido margine delle sue acque. La terra era instabile; il mare non era corso da navi; l'aria era priva di luce, né v'era oggetto che avesse forma costante. Gli elementi freddi andavano a cozzar contro quelli caldi; gli umidi contro i secchi, i teneri contro i duri, i pesanti contro i leggeri. Occorreva l'opera di una divinità per 1 regolar tutto ciò; ed ecco un dio separò la terra dal cielo, l'acqua dalla terra, il cielo dall'aria. Così egli poté legare in ferma e concorde alleanza tutto quanto era stato fino ad allora separato o discorde; così il cielo assunse la sua forma convessa ponendosi al disopra di tutto il creato, e vicino ad esso venne a collocarsi l'aria, e più giù la terra, mentre l'acqua circondò il mondo, abbracciandolo con un tenace giro. Questa fu la prima opera del dio. Ma egli, non contento di quanto aveva fatto fino ad allora, separò e distinse tutte le parti del mondo. Anzitutto diede a questo forma rotonda; poi diffuse le acque in mari, in fonti, in stagni, in laghi, ed assegnò le rive ai fiumi, i quali andarono a finir nel mare. Creò i campi e le vallate, ricoprì le selve di fronde verdeggianti, innalzò le montagne. Divise il mondo in cinque zone, una mediana calda e non abitabile, due estreme coperte di alta neve, altre due intermedie piacevoli e temperate di caldo e di freddo. Su di esse stese l'aria e vi collocò le nebbie, le nubi, i tuoni, che colpiscono l'immaginazione degli uomini e ne suscitano i timori, e le folgori. Anche ai venti assegnò una stabile sede: l'Euro fu da lui collocato in Oriente, lo Zéfiro in Occidente, il Borea a Settentrione, l'Ostro, o Noto, umido e piovoso a Mezzogiorno. Era appena compiuto tutto questo lavoro, quando le stelle cominciarono a brillare in ogni plaga celeste, mentre nelle acque guizzarono i lucidi pesci, sulla terra si sparsero gli animali e l'aria fu smossa dalle ali degli uccelli. Mancava però ancora un animale migliore, più bello, più forte, più intelligente degli altri, capace di dominare su tutto il mondo: fu creato l'uomo ad immagine degli dei. E, mentre gli altri animali, proni e rivolti alla terra, guardano sempre in basso, l'uomo ebbe un volto atto a mirare il cielo e gli astri. Così quella che fino ad allora era stata una massa rude ed informe, ora divenne l'abitazione degli uomini e la culla della loro civiltà. E così dal chaos, che denota mescolanza, confusione e disordine, nacque quello che i Greci chiamarono kosmos ed i latini mundus, due parole che indicano l'ordine, la compostezza e, per conseguenza, la bellezza. La cosmogonia ebraico-cristiana Capitolo 1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. 6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. 9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. 10 Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno. 14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: 16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare 2 la notte, e le stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. 19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno. 20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». 21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». 23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno. 24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: 25 Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». 29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Capitolo 2 1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4aQueste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. 4bQuando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro 3 12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate. 15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». 18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse: è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». 24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. - La teoria della formazione dell’universo secondo la nuova teologia (Principio passione) e la nuova scienza astronomica. Dal geocentrismo all’eliocentrismo Il geocentrismo fu la teoria dominante nel mondo antico e medievale, ma i greci avevano già teorizzato l’eliocentrismo, come si evince dalle notizie riguardanti Aristarco di Samo e da alcune allusioni presenti nei Moralia di Plutarco. L'unica opera pervenuta di Aristarco è il breve trattato Sulle dimensioni e distanze del Sole e della Luna, nel quale stima la grandezza del Sole e della Luna e calcola le relative distanze dalla Terra. 4 Terra, Luna e Sole durante una quadratura Quando la Luna è in quadratura, ossia è illuminata per metà, essa, con la Terra e il Sole, forma il triangolo rettangolo mostrato in figura. Misurando in tale condizione l'angolo β compreso tra la direzione Terra-Sole e la direzione Terra-Luna è possibile calcolare il rapporto tra le loro distanze mediante ragionamenti di tipo geometrico. Il problema risolto da Aristarco, di calcolare (o meglio, stimare dall'alto e dal basso) il rapporto tra i cateti di un triangolo del quale si conoscono gli angoli nel nostro linguaggio è quello di calcolare, o stimare, la tangente trigonometrica di un angolo. L'opera di Aristarco può pertanto essere considerata una delle prime opere di trigonometria. Aristarco stimò il rapporto tra le distanze del Sole e della Luna come compreso tra 18 e 20, mentre il rapporto tra le distanze medie è in realtà circa 400. Le stime di Aristarco sono correttamente dedotte dal valore da lui assunto per l'angolo Sole-Terra-Luna all'atto della quadratura, ma l'angolo era stato misurato con scarsa precisione. La grandezza abnorme dell'errore è dovuta a due cause principali. In primo luogo Aristarco dovette calcolare la tangente di un angolo molto vicino a un angolo retto, molto vicino cioè al valore nel quale la tangente diverge. In queste condizioni un errore relativamente piccolo sull'angolo si traduce necessariamente in un errore enormemente maggiore sulla tangente. Inoltre per stimare con accuratezza l’angolo che interessava Aristarco occorre riconoscere l'effettiva quadratura con una precisione difficilmente raggiungibile ad occhio nudo. Basta un errore di poche ore sull'istante in cui la quadratura ha luogo perché l'errore sull'angolo si traduca in un errore enorme sulla sua tangente. Il metodo di Aristarco permette comunque di stimare dall'alto e dal basso la tangente di qualsiasi angolo e in questo è probabilmente il maggior valore della sua opera. Le stelle: classificazione e sistemi di riferimento Il sole è una dei 100 miliardi di stelle che costituiscono la nostra galassia. Fin dall'antichità le stelle sono state raggruppate in costellazioni, alle quali sono stati attribuiti nomi di animali, di oggetti e di figure mitologiche. Una costellazione è un raggruppamento di stelle vicine le une alle altre solo per ragioni prospettiche e non prodotto da una reale prossimità fisica. Nel 1928 l'Unione Astronomica Internazionale decise di uniformare l'utilizzo delle costellazioni per individuare una stella sulla volta celeste. L'intera sfera celeste venne così suddivisa in 88 aree poligonali, diverse per forma e dimensioni, ognuna contenente una precisa costellazione. Quando oggi gli astronomi si riferiscono ad una qualche costellazione, in realtà individuano in maniera univoca un settore ben determinato della sfera celeste. La sfera celeste è un'astrazione che noi utilizziamo per comodità, al fine di poter individuare in modo univoco nel cielo un oggetto celeste, tramite opportuni sistemi di coordinate. Per poter costruire un sistema di coordinate celesti è necessario individuare sulla sfera celeste alcuni elementi di riferimento. Tra questi i più importanti sono: • L'asse del mondo, prolungamento dell'asse terrestre, che interseca la sfera in corrispondenza di due punti detti poli celesti (nord e sud). A causa della rotazione terrestre l'intera sfera celeste sembra quindi ruotare intorno ai poli celesti da est verso ovest. • L'equatore celeste, proiezione dell'equatore terrestre sulla sfera celeste. • L'eclittica, il percorso apparente che il sole compie tra le costellazioni zodiacali in un anno. L'equatore celeste e l'eclittica giacciono su due piani inclinati di 23° 27' e si intersecano in due punti opposti detti rispettivamente punto (gamma) o punto d'Ariete o punto vernale e punto (omega) o punto di Bilancia o punto autunnale. Il punto d'Ariete è il punto che il sole occupa durante l'equinozio di primavera (21 marzo). Esso deve il suo nome al fatto che nell'antichità tale punto era situato nella costellazione dell'Ariete (attualmente si trova nei Pesci), il cui segno zodiacale è la lettera greca gamma (g) che ricorda la testa di un ariete. Il punto di Bilancia 5 è il punto che il sole occupa durante l'equinozio di autunno (23 settembre). Esso deve il suo nome al fatto che nell'antichità tale punto era situato nella costellazione della Bilancia (attualmente si trova in Vergine), il cui segno zodiacale è la lettera greca omega (w) che richiama la forma di una bilancia. • Il meridiano celeste fondamentale, o colùro equinoziale, è il cerchio massimo passante per il punto Gamma (ed ovviamente anche per il punto Omega) e per i poli celesti e quindi perpendicolare all'equatore celeste. Questi elementi sono comuni a tutti gli osservatori, in qualsiasi punto della terra l'osservatore si trovi. Esistono poi alcuni elementi propri di ciascun osservatore: • Lo Zenit, il punto delle sfera celeste che si trova sulla perpendicolare dell’osservatore ed il Nadir, in posizione diametralmente opposta e non è quindi visibile; • L'orizzonte celeste, il cerchio massimo perpendicolare alla verticale dell'osservatore, che individua la porzione di sfera celeste osservabile in un certo istante (volta celeste). Un sistema di coordinate celesti che faccia riferimento alla posizione dell'osservatore si dice relativo, in caso contrario si dice assoluto. A) Il sistema altazimutale o orizzontale è un sistema relativo, usato fin dall'antichità. Utilizza come asse di riferimento l'orizzonte. Le due coordinate sono • l'altezza h della stella (da 0 a 90°) definita come la distanza angolare della stella rispetto all'orizzonte, misurata perpendicolarmente ad esso (in direzione dello zenit) • l'azimut A è la distanza angolare (da 0° a 360°) che il piede dell'altezza della stella forma con il Sud (misurata in senso orario, da sud verso ovest). Le coordinate altazimutali di una stessa stella sono ovviamente diverse a seconda del luogo di osservazione e, per uno stesso luogo, cambiano con l'ora a causa dell'apparente moto di rotazione della sfera celeste. B) Il sistema equatoriale mobile è un sistema assoluto. E' detto mobile poiché è ancorato alla sfera celeste e la segue nel suo moto apparente. Utilizza come elementi di riferimento l'equatore celeste ed il meridiano celeste fondamentale. Le due coordinate sono: • la declinazione (da 0° a 90°), definita come la distanza angolare della stella rispetto all'equatore celeste misurata perpendicolarmente all'equatore stesso (lungo l'arco di meridiano passante per la stella) • l'ascensione retta o AR, definita come la distanza angolare tra il punto Gamma ed il piede del meridiano passante per la stella (misurata in senso antiorario). L'ascensione retta si misura in genere in unità di tempo siderale (ore, minuti, secondi) da 0 a 24h siderali, piuttosto che in gradi (da 0° a 360°). Il giorno siderale è il tempo necessario affinché la terra effettui una rotazione completa rispetto al punto Gamma e misura quindi l'intervallo di tempo tra due culminazioni successive del punto Gamma sul meridiano del luogo (circa 23h 56m 4s solari). Gli orologi degli osservatori astronomici sono sincronizzati sul tempo siderale e non sul tempo solare. Così se una stella ha un'ascensione retta di 2h e 20m essa culminerà sul meridiano del luogo esattamente 2h e 20m dopo il punto Gamma e quindi nel momento in cui l'orologio siderale dell'osservatorio segnerà proprio tale ora. Le stelle di ogni costellazione vengono classificate in base alla loro luminosità. Secondo la convenzione introdotta da Johann Bayer nel 1603, la stella più brillante di una costellazione è indicata con la prima lettera dell'alfabeto greco (alfa) seguita dal nome della costellazione al genitivo o dalle sue prime tre lettere (-Centauri o Cen). La seconda in ordine di luminosità con la seconda lettera dell'alfabeto greco (beta) e così via. Fanno eccezione le stelle dell'Orsa Maggiore (Grande Carro) in cui le lettere greche accompagnano la successione delle stelle nella costellazione. Ben presto ci si rese conto che le stelle in una costellazione sono più numerose delle lettere 6 dell’alfabeto. Nel 1725 Flamsteed, nel suo libro Historia Coelestis Britannica introdusse un nuovo sistema di classificazione ancor oggi comunemente usato, secondo il quale a ciascuna stella di una costellazione viene assegnato un numero arabo progressivo in ordine di ascensione retta. Le costellazioni Le costellazioni più importanti dell’emisfero boreale sono: Ursa minor, Ursa maior, Andromeda, Arcturus, Hercules, Virgo, Leo, Cancer, Orion, Lyra, Pegasus, Auriga, Cassiopea. Quelle dell’emisfero celeste australe, invece: Aquarius, Capricornus, Lepus, Sagittarius, ecc. Il nome di ognuna deriva da un mito, molti di questi miti sono presenti nelle Metmorfosi di Ovidio. Ecco l’elenco delle stelle più note secondo una recente classificazione: Abbrev. Nome Genitivo Traduzione: And Andromeda Andromedae Andromeda (figlia di Cèfeo) (B) Ant Antlia Antliae Macchina Pneumatica, Pompa Aps Apus Apodis Uccello del Paradiso Aqr Aquarius Aquarii Aquario (Z) Aql Aquila Aquilae Aquila Ara Ara Arae Altare Ari Aries Arietis Ariete (Z) Aur Auriga Aurigae Auriga (B) Boo Bootes Bootis Boote, Vaccaro (B) Cae Caelum Caeli Scalpello, Bulino Cam Camelopardalis Camelopardalis Giraffa (B) Cnc Cancer Cancri Cancro, Granchio (Z) CVn Canes Venatici Canum Venaticorum Cani da Caccia, Levrieri (B) CMa Canis Major Canis Majoris Cane Maggiore CMi Canis Minor Canis Minoris Cane Minore (B) Cap Capricornus Capricorni Capricorno (Z) Car Carina Carinae Carena Cas Cassiopeia Cassiopeiae Cassiopea, (madre di Andromeda) (B) Cen Centaurus Centauri Centauro Cep Cepheus Cephei Cèfeo (re d’Etiopia) (B) Cet Cetus Ceti Balena Cha Chamaeleon Chamaeleontis Cameleonte Cir Circinus Circini Compasso Col Columba Columbae Colomba Com Coma Berenices Comae Berenices Chioma di Berenice (B) CrA Corona Australis Coronae Australis Corona Australe CrB Corona Borealis Coronae Borealis Corona Boreale (B) Crv Corvus Corvi Corvo Crt Crater Crateris Coppa Cru Crux Crucis Croce del Sud Cyg Cygnus Cygni Cigno (B) 7 Del Delphinus Delphini Delfino (B) Dor Dorado Doradus Pesce Spada Dra Draco Draconis Dragone (B) Equ Equuleus Equulei Cavalluccio (B) Eri Eridanus Eridani Eridano, (il fiume Po) For Fornax Fornacis Fornace Gem Gemini Geminorum Gemelli (Z) Gru Grus Gruis Gru Her Hercules Herculis Ercole (B) Hor Horologium Horologii Orologio Hya Hydra Hydrae Idra Hyi Hydrus Hydri Serpente d’acqua Ind Indus Indi Indiano d’America Lac Lacerta Lacertae Lucertola (B) Leo Leo Leonis Leone (Z) LMi Leo Minor Leonis Minoris Leoncino (B) Lep Lepus Leporis Lepre Lib Libra Librae Bilancia (Z) Lup Lupus Lupi Lupo Lyn Lynx Lyncis Lince (B) Lyr Lyra Lyrae Lira (B) Men Mensa Mensae Tavola Mic Microscopium Microscopii Microscopio Mon Monoceros Monocerotis Unicorno Mus Musca Muscae Mosca Nor Norma Normae Squadra Oct Octans Octantis Ottante Oph Ophiuchus Ophiuchi Ofiuco, Serpentario Ori Orion Orionis Orione, (cacciatore) Pav Pavo Pavonis Pavone Peg Pegasus Pegasi Pegaso (cavallo alato) (B) Per Perseus Persei Persèo (figlio di Zeus) (B) Phe Phoenix Phoenicis Fenice Pic Pictor Pictoris Cavalletto del Pittore Psc Pisces Piscium Pesci (Z) PsA Piscis Austrinus Piscis Austrini Pesce Australe Pup Puppis Puppis Poppa Pyx Pyxis Pyxidis Bussola Ret Reticulum Reticuli Reticolo Sge Sagitta Sagittae Freccia, Saetta (B) Sgr Sagittarius Sagittarii Sagittario, (arciere) (Z) Sco Scorpius Scorpii Scorpione (Z) Scl Sculptor Sculptoris Scultore Sct Scutum Scuti Scudo 8 Ser Serpens Serpentis Serpente Sex Sextans Sextantis Sestante Tau Taurus Tauri Toro (Z) Tel Telescopium Telescopii Telescopio Tri Triangulum Trianguli Triangolo (B) TrA Triangulum Australe Trianguli Australis Triangolo Australe Tuc Tucana Tucanae Tucano UMa Ursa Major Ursae Majoris Orsa Maggiore (B) UMi Ursa Minor Ursae Minoris Orsa Minore (B) Vel Vela Velorum Vele Vir Virgo Virginis Vergine (Z) Vol Volans Volantis Pesce Volante Vul Vulpecula Vulpeculae Volpetta (B) B = costellazioni boreali Z = costellazioni zodiacali Le stelle note fin dall'antichità sono ancor oggi contraddistinte da un nome proprio, spesso di origine araba. Ad esempio: Sirio (9 CMa / CMa = alfa Canis Maioris); Betelgeuse (58 Ori / Ori = alfa Orionis); Vega (3 Lyr / Lyr = alfa Lyrae); Mizar (79 Uma / UMa = zeta Ursae Maioris). Le 88 costellazioni sono disposte 26 sopra l’eclittica, 50 sotto e 12 giacciono sull'eclittica e sono dette costellazioni zodiacali. Mentre la terra ruota intorno al sole, quest'ultimo sembra dunque muoversi sullo sfondo delle costellazioni zodiacali. 9 10