Anno XXIV N.1 Marzo 2012 In questo numero: Inserto scientifico del Grillo Bramante L’infinito: là dove Dio divide per zero L’occhio una macchina perfetta (o quasi) Versione a ne! colori onli Docenti referenti: Prof.ssa Luigina Marcogiuseppe e Prof. Claudino Antognazzi Articolisti in questo numero: prof..Piercarlo Cattaneo, Alessandra Albatrino, Chiara Bighiani, Giulia Galimberti, Davide Gardini Impaginazione: M. Bigatti, L. Morabito, S. Redaelli L. Rondena, F. Sarri Si ringraziano i Prof. Baglio, Luciano, Maltagliati, Masuzzi, Moneta, Parrini, Troncon Pagina 2 L’infinito: là dove Dio divide per zero Del Prof. P. Cattaneo Ex docente di matematica e fisica presso il nostro liceo Gli studenti dell'ultimo anno di Liceo stanno “ familiarizzando” con l'infinito sia mediante la definizione di limite, sia col calcolo dei limiti stessi. Ma chiediamoci: cos'è e cosa rappresenta, soprattutto in matematica, l' infinito? Il significato d'infinito ha una duplice valenza: unisce l'attrattiva mistica dell'ignoto e dell'inconoscibile della filosofia e della religione con la freddezza e il senso di utilità della matematica che vuole descrivere ciò che altrimenti è inconoscibile. Il nastro che ha la forma di un otto rovesciato ( 00 ) è un simbolo le cui origini si perdono nella notte dei tempi,un qualcosa che rappresenta il mitico urobaro, il serpente che si mangia la coda. Comunque questo simbolo fu introdotto in matematica da Wallis, coevo e discepolo di Newton, che pare l'abbia dedotto dal simbolo latino (0|0) che stava a significare enorme quantità oppure eccetera, eccetera,...... Sino alla prima metà dell'Ottocento l'infinito matematico era un infinito potenziale, un qualcosa che non finisce mai, come la successione dei numeri naturali 1,2,3,4,5........, un infinito puramente astratto, per nulla dissimile da quello filosofico e religioso. Un infinito che non permette di conoscere alcunché perché connesso con l'eternità del tempo. Un infinito di questo tipo non serve alla matematica, non permette alcun calcolo non essendo aritmetizzabile. Gli stessi matematici, compreso il grande Gauss, ritenevano che la matematica non dovesse avere nulla a che fare con l'infinito. Però nel- la seconda metà dello stesso secolo un oscuro, per allora, matematico tedesco, Georg Cantor, formula una Teoria dei campi numerici in cui si ipotizza l'esistenza di diversi tipi di infinito che possono essere aritmetizzabili e quindi calcolabili (del resto questo è quello che fanno gli studenti quando calcolano i limiti!) Questo tipo d'infinito è detto “in atto”. Da questo momento la matematica fa un balzo in avanti gigantesco sviluppando calcoli che prima erano impensabili permettendo grandi scoperte scientifiche, soprattutto in fisica. Non per nulla gli ultimi anni dell'Ottocento e i primi del Novecento sono chiamati il periodo d'oro della fisica con le grandi scoperte di: Corpo Nero, Relatività, Radioattività,Teoria dell'atomo, Fisica Quantistica, ecc... Quindi dobbiamo ringraziare Cantor che ci ha permesso di conoscere cosa succede quando e dove “Dio divide per zero” Pagina 3 L’occhio, una macchina perfetta (o quasi) Di A. Albatrino, C. Bighiani, G. Galimberti e D. Gardini L’occhio è un globo racchiuso da una spessa membrana opaca, che presenta sul davanti una superficie trasparente detta cornea. Dietro la cornea vi è l’iride, un diaframma che ha nel centro un foro, la pupilla, attraverso la quale penetra la luce. Dietro l’iride si trova il cristallino, un corpo trasparente a forma di lente, circondato dal muscolo ciliare. Quando guardiamo un oggetto luminoso o illuminato, alcuni raggi di luce emessi dai suoi diversi punti entrano nell’occhio attraverso la pupilla. Dopo essere stati rifratti dai diversi mezzi trasparenti che incontrano essi formano un’immagine reale capovolta sul fondo dell’occhio, dove si trova una superficie coperta di fibre nervose sensibili alla luce, la retina. L’occhio mette a fuoco gli oggetti modificando al curva del cristallino e, quindi, la sua distanza focale. Quando l’occhio sano è a riposo, il muscolo ciliare è rilasciato e il cristallino ha la minima curvatura. Contraendo il muscolo ciliare, si aumenta la curvatura del cristallino fino a formare sulla retina l’immagine nitida di oggetti che si trovano a distanza di circa 15 cm dall’occhio. In assenza di tale contrazione l’immagine si formerebbe oltre la retina e apparirebbe sfuocata. Ciò comporta, però, un certo sforzo; invece, l’occhio può rimanere accomodato senza sforzo sensibile alla distanza della visione distinta (circa 25 cm). I difetti della vista I principali difetti sono dovuti a una deformazione del bulbo oculare. Presbiopia Il punto prima del quale l’occhio non riesce a mettere a fuoco l’immagine (punto prossimo), a vent’anni si trova a 10 cm, ma a cinquanta può arrivare a 40/45 cm dall’occhio. Questo difetto oculare si chiama presbiopia, nella quale il bulbo risulta accorciato rispetto alla forma normale per cui i raggi che provengono da una sorgente a distanza infinita cadono oltre la retina. L’uso di lenti convergenti permette di focalizzare sulla retina gli oggetti all’infinito. Miopia La miopia è associata a un allungamento del bulbo oculare che impedisce la focalizzazione sulla retina degli oggetti a distanza infinita, infatti nell’occhio miope l’immagine di un oggetto lontano si forma prima della retina; questo difetto non ha bisogno di correzioni per la visione ravvicinata mentre richiede lenti divergenti per la visione a grandi distanze. Ipermetropia Nell’occhio ipermetrope l’immagine di un oggetto si forma dietro la retina. Questi due difetti della visione si correggono ponendo davanti all’occhio una lente divergente per la miopia e convergente per l’ipermetropia, che riporta l’immagine proprio sulla retina. Pagina 4 La chirurgia refrattiva La chirurgia refrattiva è una tecnica chirurgica che viene usata per correggere, intervenendo sulla cornea, i vizi refrattivi dovuti ad un difetto di focalizzazione delle immagini sulla retina. Tali difetti sono principalmente la miopia, l'ipermetropia e l'astigmatismo. La loro entità viene espressa in diottrie e, nel caso dell'astigmatismo, anche da un asse che ne indica l'orientamento. I vizi refrattivi possono essere corretti ricorrendo a diverse tipologie di intervento: la classificazione primaria è tra chirurgia corneale e intraoculare. I suddetti difetti possono essere normalmente corretti con l'uso di occhiali e lenti a contatto. L'intervento chirurgico è generalmente consigliato solo quando tali ausili non sono ben sopportati: difetti forti, difetti molto sbilanciati tra un occhio e l'altro, casi di intolleranza alle lenti, o attività lavorative dove l'uso di lenti costituisca un problema (ad esempio nell'aviazione). L'intervento è generalmente definitivo, ma richiede un periodo di assestamento di qualche mese e non c'è garanzia dell'ottenimento di una visione perfetta (10/10). Sebbene la capacità visiva migliori sempre, talvolta può permanere un piccolo residuo refrattivo, che spesso però può essere corretto grazie a un secondo intervento di minore entità. La correzione dei difetti refrattivi avviene mediante un'ablazione (asportazione) del tessuto corneale, che rimodella la cornea in modo da creare una sorta di lente biologica che corregge il difetto del paziente. Le tecniche più moderne fanno uso di un laser controllato da computer, in modo tale da limare la cornea con grande precisione. Questi interventi sono poco invasivi e avvengono senza necessità di degenza, in anestesia locale, con l'applicazione di collirio anestetico. Il medico utilizza costantemente un microscopio operatorio per osservare la cornea. Viene richiesta una buona collaborazione da parte del paziente ed una corretta esecuzione della terapia assegnata dal medico, sia pre che postoperatoria. Anche se semplice e di veloce esecuzione, si tratta pur sempre di un intervento chirurgico e non deve essere sottovalutata la sua importanza e, soprattutto, i possibili effetti indesiderati. Molte sono le tecniche utilizzate per effettuare questo intervento ma il più comune è la “Lasik”. La Lasik è un intervento chirurgico che utilizza la tecnologia laser per correggere ogni tipo di ametropia : miopia, astigmatismo, ipermetropia. Questo laser consente di asportare microscopicamente frazioni di cornea, modificandone la curvatura e correggendo i difetti refrattivi di entità modesta. La Lasik oggi potrebbe rappresentare per miopi e affini il sogno finalmente realizzato: svegliarsi la mattina e vedere subito bene, senza impiegare tempo per cercare gli occhiali o per pulire le lenti a contatto. L’equazione in realtà non è così semplice! Con il miglioramento delle apparecchiature, delle procedure e dei programmi informatici le prime complicazioni post-intervento si vanno riducendo, ma altre se ne stanno manifestando e tuttora in pochi se la sentono di fare delle previsioni sulla salute della cornea dopo dieci-venti anni dall’intervento. Correggere il proprio difetto visivo con tecnologie laser è una decisione da prendere sempre con tranquillità e convinzione,dopo aver consultato personale con esperienza documentata nel settore e avendone valutato pro e contro. Motivi scientifici I trattamenti laser moderni hanno dimostrato una ottima affidabilità e sicurezza, cosi come dimostrano i risultati scientifici pubblicati in tutto il mondo. I laser ad Eccimeri di ultima generazione sono approvati dalla FDA, cioè l'organo governativo americano che autorizza l'uso dei farmaci e degli strumenti chirurgici sull'uomo. Inoltre è di recente approvazione anche l'uso per i piloti dell'aviazione Americana e della NASA. Qualità della vita I milioni di persone operate al mondo sono espressione di un successo indubbio. Moltissimi dichiarano un netto miglioramento della qualità della vita. Laser o lenti a contatto? L'uso correttivo delle lenti a contatto non è, al contrario di quanto si possa pensare, esente da rischi. Purtroppo l'informazione che viene data agli acquirenti è spesso scarsa o nulla, e ciò può portare ad un uso eccessivo ed improprio. Un recente studio scientifico dell’oculista William Mathers e i colleghi dell’ Oregon Health and Science University rivela che i trattamenti laser sono fino a cinque volte più sicuri dell'uso prolungato di lenti a contatto. In particolare, si legge nello studio, l’uso prolungato delle lenti a contatto espone al rischio di importanti danni visivi circa una persona su 2000. Per i trattamenti laser con strumenti di ultima generazione il rischio è di uno su 10000, quindi cinque volte inferiore.