Amici del Cuore 14-1.indd

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Per vivere sani e tranquilli
CONOSCERE
PER PREVENIRE
SEDE OPERATIVA:
Ospedale Molinette di Torino, reparto di Cardiologia 2,
Direttore Dr. Sebastiano Marra
Corso Bramante, 88 10126 Torino
Tel. 011- 633.55.64
www.centrocardio.it
email: [email protected]
Presidente: Roberto Guido Bijno
email: [email protected]
Questa pubblicazione è indirizzata a tutti i pazienti
che sono stati ricoverati nel reparto di Cardiologia due,
direttore Dr. S.Marra, con l’augurio che quanto riportato
possa costituire una guida ed un aiuto
copyright Bijno 2007
IL SEGUENTE LIBRETTO É STATO REALIZZATO CON LA
COLLABORAZIONE DEL PRIMARIO DI CARDIOLOGIA 2
OSPEDALE MOLINETTE: DR. SEBASTIANO MARRA
Impaginazione e Stampa:Visual Data - Torino
Finito di stampare nel mese di Gennaio 2008
Amici del Cuore
NOTIZIE UTILI PER COLORO
CHE NON VOGLIONO AVERE
PROBLEMI DI CUORE
Ho voluto riassumere in queste brevi note, alcune regole che possono aiutare
una persona a non avere un cuore malato.
Non essendo un medico ho cercato di effettuare molte ricerche sull’argomento
e valendomi anche della mia esperienza di cardiopatico, ho cercato di esaminare a
fondo il problema della malattia cardiovascolare in ogni suo dettaglio.
In questa ricerca devo ringraziare soprattutto il primario di Cardiologia 2 il
Dott. Sebastiano Marra che mi ha dato molti consigli, suggerimenti e per ultimo mi
ha aiutato a stendere le note che ho pubblicato. Un ringraziamento anche al Dott.
Tullio Usmiani che ha svolto l’importante funzione di correttore di bozze.
Entrando nel vivo del problema, proprio per evitare illusioni, premetto che occorre sempre ricordarsi che quando, per una serie di cause, s’inizia un processo di
imperfezione del nostro muscolo cardiaco (cuore) difficilmente si torna indietro.
La medicina ha fatto dei grossi progressi in questo specifico campo e la maggior
parte di coloro che hanno avuto dei problemi cardiovascolari vivono una vita quasi
normale, ma con questo non vuol dire che siano guariti.
Le persone che hanno avuto dei disturbi cardiaci e sono dovuti ricorrere all’uso di particolari farmaci per rimettersi in forma, devono rimanere vincolati ogni
giorno a dei cicli di medicine che permettono loro una vita normale, ma questi
farmaci una volta presi, difficilmente si possono eliminare e cosi sarà per tutta la
loro vita.
Mettere in pratica le regole che ho evidenziato e raccolto in queste note è
credo, secondo i medici, un metodo per avere la quasi sicurezza che la nostra vita
non sarà mai in pericolo: ma occorre anche ricordarsi che quello che ci è capitato
è sempre una conseguenza del nostro comportamento.
1
Ognuno di noi è l’artefice principale del suo destino ed è opportuno che ciascuno
si interroghi nel profondo del suo cuore, per riuscire a capire se il percorso che
ha sinora fatto, ha condizionato in qualche modo lo stato della sua salute e quindi
del suo fisico.
Mi auguro quindi che tutti coloro che abbiano avuto qualche problema cardiaco,
seguano queste indicazioni e sono certo che non se ne pentiranno
Il presidente de “AMICI DEL CUORE PIEMONTE onlus
Roberto Guido Bijno
2
Amici del Cuore
Indice degli argomenti trattati
Le premesse dell’autore .................................................................................................. 1
Come è fatto il nostro cuore ......................................................................................... 5
Le statistiche sull’infarto.................................................................................................. 6
Cambiate stile di vita aiuta.............................................................................................. 9
Mangiare sano .................................................................................................................. 10
Le tabelle delle K/calorie............................................................................................... 11
Cosa si definisce come alimento ................................................................................. 13
Controllare lo stress ...................................................................................................... 16
La depressione ................................................................................................................. 16
L’ipertensione e la sua cura .......................................................................................... 17
Esami diagnostici da fare .............................................................................................. 25
Per coloro che sono in terapia con anticoagulanti.................................................. 25
Essere statici costituisce un nemico della salute .................................................... 27
Cuore femminile ancora indifeso ................................................................................ 29
L’utilità del vademecum alle dimissione del paziente .............................................. 30
Attenzione al Colesterolo ............................................................................................ 31
Occhio alle margarine .................................................................................................. 34
Tabella contenuto grassi alimenti ................................................................................ 35
Vivere con il Pacemaker ................................................................................................ 38
Il plicometro ..................................................................................................................... 41
La legge 2001 sui defibrillatori, il loro uso ................................................................ 44
La sessualità, quando si hanno dei chili di troppo.................................................... 47
Altre piccole informazioni ............................................................................................ 49
Memorandum: le mie medicine da prendere ............................................................ 53
Note................................................................................................................................... 54
3
Amici del Cuore
COME É FATTO IL NOSTRO CUORE
La figura è molto esplicativa ed indica anche tutte le diramazioni alla quali il nostro cuore è collegato.
Il cuore è in pratica una pompa che nasce con noi e ci segue per tutta la vita.
É stato calcolato che durante la vita media di una persona, il cuore esegue oltre 3
miliardi di battiti: un lavoro inimmaginabile che il nostro corpo compie senza mai
fermarsi, senza mai perdere un colpo, una macchina perfetta, superiore certamente
a qualsiasi motore che l’uomo sia mai riuscito a costruire.
Il nostro cuore pompa di media, oltre 8000 litri di sangue al giorno.
Questo significa anche che in un solo anno ne pompa oltre 3.000 tonnellate.
Il cuore è costituito da uno speciale tessuto muscolare chiamato il “miocardio”
che è formato da quattro cavità che sono chiamate:
• atrio destro e atrio sinistro
• ventricolo destro e ventricolo sinistro
Il sangue che proviene, attraverso le vene entra nell’atrio destro e poi viene spinto nei nostri polmoni per essere ossigenato.
Terminata questa operazione il sangue entra nell’atrio sinistro, passando nel ventricolo sinistro e poi successivamente in tutto il nostro corpo.
5
Le arterie che devono svolgere tutto questo enorme lavoro di “miscelazione”
sono chiamate coronarie e sono tre.
La conseguenza di tutto questo processo di circolazione è ovvio:
SE LE NOSTRE CORONARIE SONO IN PERFETTA SALUTE, SONO
SCORREVOLI, SENZA OSTRUZIONI, NE’ PLACCHE, ANCHE IL
NOSTRO CUORE É SANO E NOI VIVIAMO UNA VITA SERENA.
Le statistiche sull’infarto
In tutto il mondo le malattie cardiovascolari rappresentano la prima
causa di morte e la quinta causa di malattia.
Quindi più pericolose del cancro, se si può fare una graduatoria di questo genere.
Contrariamente a quanto si possa pensare, le malattie cardiovascolari rappresentano oggi la principale causa di morte nelle donne e ogni anno muoiono per problemi
cardiaci più donne che uomini. In realtà, fino all’età della menopausa la donna risulta
protetta dalle malattie cardiache; dopo i 50 anni si assiste invece a un progressivo
aumento dell’incidenza di tali malattie nella popolazione femminile. Dai settanta anni
in poi, però, la mortalità e la morbidità (cioè il numero di malattie non fatali) cardiovascolari nei due sessi tendono ad eguagliarsi.
In Italia
I valori di mortalità più alti si registrano nell’Italia del Nord, quelli più bassi nell’Italia del Centro e del Sud, con una differenza che era molto elevata agli inizi degli anni
‘70, ma è andata riducendosi gradualmente, fino a minimizzarsi all’inizio degli anni ‘90.
L’Istat nel 1994 ha effettuato una indagine particolareggiata sulle condizioni di salute
della popolazione, valutando anche la diffusione delle malattie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, infarto del miocardio, angina pectoris, ecc.). Le percentuali più elevate di persone con infarto del miocardio si hanno in Friuli-Venezia Giulia, Liguria e
Umbria (tutte con 2,1%). La percentuale più bassa, invece, spetta alla Puglia (con 0,7%).
Per quanto riguarda l’angina pectoris la percentuale più alta è stata registrata nelle
Marche (1,8%), quella più bassa in Trentino, in Campania e in Basilicata (0,6%). Per
tutti gli altri disturbi del cuore, la percentuale più alta si trova in Umbria (5,0%) e
quella più bassa in Puglia (2,5%).
6
Amici del Cuore
PERSONE CON MALATTIE CARDIACHE, PER TIPO DI PATOLOGIA, SESSO E REGIONE
ANNO 1994 (QUOZIENTI PER 100 PERSONE). FONTE: ISTAT
REGIONI
Piemonte
V. d’Aosta
Lombardia
Infarto
del miocardio
M
F
TOT
2,0
0,8
1,4
1,8
0,8
1,3
2,6
0,8
1,7
Angina
pectoris
M
F
1,1
1,0
0,9
0,6
1,7
1,1
T. A. Adige
Bolzano
Trento
Veneto
F.V. Giulia
Liguria
E. Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
ITALIA
1,6
1,1
2,0
1,4
2,9
2,5
2,8
2,5
3,3
3,1
1,5
2,0
1,5
1,9
0,8
2,1
2,1
2,1
2,1
2,1
0,7
0,6
0,8
1,2
1,5
0,9
1,6
1,0
1,7
2,3
1,4
0,9
0,7
0,5
0,4
0,6
1,3
0,8
1,0
1,2
1,1
1,2
1,0
1,3
1,4
1,8
1,1
1,2
1,0
0,9
1,3
0,4
1,8
1,0
0,6
0,6
1,2
0,5
0,4
1,0
1,3
1,1
1,5
1,4
2,1
2,1
1,9
1,8
2,1
1,9
1,4
1,2
1,7
1,4
0,7
1,3
1,6
1,2
1,2
1,5
0,7
1,0
0,5
0,7
1,6
0,8
1,5
1,2
1,1
1,3
1,1
0,8
1,0
0,8
0,9
0,5
1,1
0,6
0,9
1,0
TOT
1,1
0,7
1,4
0,7
0,8
0,6
1,0
1,5
0,9
1,6
1,1
1,4
1,8
1,2
0,9
0,9
0,6
0,7
0,6
1,2
0,7
1,0
1,1
Altri disturbi
del cuore
M
F
TOT
2,9
3,9
3,4
2,9
2,9
2,9
2,9
3,9
3,4
2,7
2,6
2,8
3,4
5,6
3,1
3,4
3,6
4,1
3,8
3,4
3,7
2,5
2,6
2,0
3,1
1,9
2,4
2,1
3,0
3,4
3,4
3,5
5,4
3,9
4,9
5,4
4,8
5,8
4,8
4,5
4,8
5,1
3,4
3,0
3,5
5,4
3,5
3,8
4,2
3,1
3,0
3,1
4,4
4,7
4,1
4,4
4,2
5,0
4,3
4,0
4,2
3,9
3,0
2,5
3,3
3,7
3,0
3,0
3,6
M: maschi
F: femmine
TOT: totale, ottenuto da F + M / 2
In Europa
Il cuore dell’Europa potrebbe battere molto meglio, soprattutto se si modificassero alcune abitudini alimentari e non (troppi cibi grassi, poco sport,
poca frutta e verdura, poche fibre, troppo stress, ecc.). Questo è quanto hanno affermato numerosi esperti durante la conferenza Winning Hearth, organizzata il 14 febbraio scorso a Bruxelles dallo European Heart Network in associazione con la Società Europea di Cardiologia (ESC) e la Comunità Europea.
7
In particolare, secondo dati pubblicati di recente dalla British Heart
Foundation, circa quattro milioni di persone muoiono ogni anno a causa
delle malattie cardiovascolari, che quindi sono all’origine di circa la metà
delle morti in Europa. In Germania, per esempio, ogni anno l’1% dei cittadini si presenta dal proprio medico accusando attacchi di angina pectoris;
ciò che più spaventa, però, è che dopo un anno il 10% di queste persone
muore o ha un infarto non fatale.
Le tendenze per il futuro
I numeri, quindi, parlano da soli: le malattie a carico dell’apparato cardiovascolare hanno un forte impatto sociale. A parziale consolazione, comunque, va sottolineato che la situazione sta migliorando. Secondo i dati Istat (Mortalità in Italia nel periodo 1970-1992. Evoluzione e Geografia). Il numero di decessi
per queste malattie, infatti, è in costante diminuzione in entrambi i sessi già dalla metà degli anni ‘70, con una riduzione complessiva di quasi il 50% per le donne (si è passati, infatti, da un tasso di 24.1 per diecimila abitanti nel 1970, ad un
tasso di 13.2 nel 1992), mentre per gli uomini la riduzione è stata di oltre un
terzo (passando da un tasso di 33.1 per diecimila abitanti, ad un tasso di 20.9).
Però, se il numero dei decessi per malattie cardiache è in netta riduzione, aumentano invece i soggetti con complicazioni, per esempio post-infarto, che necessitano
di continui controlli, cure e trattamenti. Infatti, l’intervento (anche se immediato ed
efficace) nella maggior parte dei casi non elimina completamente il rischio di eventuali ricadute. Come ricorda Lars Ryden, presidente della ESC (Società Europea di
Cardiologia), infatti, l’unico mezzo per contrastare effettivamente il problema è la prevenzione.
(tratto dal sito www.dice33.it)
Annapaola Medina
8
Amici del Cuore
CAMBIARE STILE DI VITA
MIGLIORA CERTAMENTE
LA SALUTE DEL NOSTRO CUORE
I maggiori rischi di una malattia coronarica dipendono da:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
FATTORI EREDITARI
COLESTEROLO ELEVATO
PRESSIONE SANGUIGNA ALTA
IL DIABETE
IL FUMO
IL SOPRAPPESO
LA SEDENTARIETA’
UNA VITA FRENETICA
L’USO DI SOSTANZE DOPANTI
LA MANCANZA DI SONNO
Alcune regole pratiche da adottare
ESERCIZI FISICI
Per uno stile di vita sano, occorre sforzarsi a fare regolarmente ogni giorno sercizi
fisici, anche banali, senza eccessivi sforzi
Non mangiare molto, ma solo cibi genuini e poco ricchi di grassi saturi.
Prendere regolarmente i farmaci che i medici vi hanno prescritto, sempre alla
stessa ora e senza mai dimenticarsi di farlo.
IL FUMO
Fumare anche solo poche sigarette al giorno produce un deposito di calcificazione all’interno delle arterie ed inoltre produce un costante aumento della frequenza
cardiaca. Spesso i fumatori diventano “ipertesi” cioè la loro pressione sanguigna
soprattutto quella minima è superiore a 90.
Conseguenza dell’ipertensione può facilmente essere la Fibrillazione Atriale. Una
malattia abbastanza comune, con la quale si convive, ma non si guarisce quasi mai.
9
Evitare il fumo passivo, dannoso come quello diretto.
Non fumando il nostro alito migliora, i nostri polmoni respirano meglio ed il nostro sangue di conseguenza si ossigena di più.
Purtroppo sono necessari alcuni sacrifici per non fumare.
Vedrete che dopo qualche mese di questa rinuncia, non sentirete più alcun bisogno del caffè e questo contribuirà anche a farvi risparmiare qualche euro, soprattutto a quelle persone che hanno l’abitudine di andare al bar a prenderlo.
Per evitare di fumare non si deve adottare la tecnica che è comune a molti individui di ridurre il numero delle sigarette in un giorno.
La procedura è completamente sbagliata: quando si decide di non fumare si deve
completamente smettere.
All’inizio sarà dura, lo comprendo e l’ho provato sulla mia pelle, ma perseverando,
vedrete che i risultati saranno tanti ed evidenti.
Evitare anche d’essere vicini a persone che continuano a fumare...allontanarsi
velocemente..è un ottimo metodo per tenere lontane le tentazioni..
MANGIARE SANO
Le regola da adottare solo poche, ma precise:
• CIBI GENUINI FRESCHI
• NO AI CIBI CONSERVATI IN SCATOLA
• POCO SALE
• POCHI GRASSI SATURI COME IL BURRO O LA MARGARINA
• BERE MOLTA ACQUA
• BERE VINO SOLO AI PASTI, MA CON MODERAZIONE (massimo due
bicchieri per pasto preferibilmente rosso e doc)
• EVITARE IL PIÚ POSSIBILE GLI ALCOOLICI di gradazione eccessiva
• MANGIARE MOLTA FRUTTA DI STAGIONE
• MANGIARE VERDURA FRESCA, POSSIBILMENTE POCO CONDITA
e cruda
• CARNI BIANCHE
Una volta che la persona si è resa conto di quali alimenti nutrirsi ed inizia a cibarsi con questi, automaticamente il suo organismo reagisce e quasi immediatamente
se ne godono i benefici.
La persona si sente meglio, si sente meno gonfia e soprattutto riposata.
10
Amici del Cuore
Ad esempio, per eliminare il sale (cloruro di sodio) marino o salgemma, si possono usare delle erbe aromatiche, tipo il basilico, il prezzemolo, il rosmarino ecc..
Controllare sempre sulle etichette degli alimenti che si acquistano le sostanze
inserite e scartare i prodotti che contengono sostanze adatte per la conservazione
o per il gusto.
LA TABELLA DELLO KILOCALORIE DEI PRINCIPALI ALIMENTI
Kcal/gr.
ALIMENTO
Olio di semi
Olio di oliva
Strutto
Burro
Margarina
Noci
Maionese
Mandorle
Cioccolato
Nutella
Torrone
Mascarpone
Grissini
Caciocavallo
Crackers
Fette biscott.
Grana
Emmenthal
Zucchero
Pecorino
Mollica di pane
Parmigiano
Agnello (petto)
Tortellini
Tagliatelle
Kcal. ALIMENTO
900
Provolone
899
Caciotta
892
Asiago
758
Spaghetti
756
Cacao
689
Fontina
655
Scamorza
603
Riso
542
Mortadella
537
Miele
479
Speck
453
Stracchino
433
Lenticchie
431
Fagioli
428 Tonno sott’olio
408
Fichi secchi
406
Mozzarella
403
Datteri
392
Whisky
392
Grappa
392
Gnocchi
387
Prosciutto
383
Marmellata
376
Gelato
368
Salmone
Kcal.
366
365
359
356
355
343
334
332
317
304
303
300
291
278
258
256
253
253
238
235
230
224
222
209
182
11
ALIMENTO
Bresaola
Ricotta
Fegato
Manzo
Maiale
Uovo
Triglia
Cervello
Coniglio
Tacchino
Pollo
Pesce spada
Trippa
Dentice
Polenta
Vitello
Orata
Yogurt
Patate
Cozze
Sogliola
Spigola
Cappuccino
Vino
Vongole
Kcal. ALIMENTO Kcal.
151
Seppie
72
146
Mandarini
72
146
Merluzzo
71
134
Calamari
68
133
Banane
65
128 Latte intero
64
123
Uva
61
120
Mele
53
118
Fichi
47
113
Kiwi
44
110
Pere
35
110
Carote
35
108
Birra
34
101
Spinaci
32
98
Pesche
27
92
Cavolfiore
25
90
Peperoni
22
88
Lattuga
19
85
Melanzane
18
84
Fagiolini
18
83
Pomodori
17
82
Anguria
15
82
Zucchine
11
75
Finocchi
9
72 The al limone
2
LA TABELLA DELLE PROTEINE CONTENUTE IN QUESTI ALIMENTI
PROTEINE X 100 G. DI ALIMENTO
FABBISOGNO GIORNALIERO 07- 1 G X KG. DI PESO
ALIMENTO
Funghi secchi
Caciocavallo
Grana
Parmigiano
Bresaola
Asiago
Groviera
Prosciutto crudo
Speck
Fave secche
Alici sott’olio
Fontina
Petto di pollo
Tonno sott’olio
Fegato di maiale
Grammi
40.6
37.7
33.9
33.5
32
31.4
30.6
29.3
28.3
27.2
25.9
24.5
23.3
22.8
22.8
ALIMENTO
Lenticchie secche
Piselli secchi
Manzo magro
Agnello
Vitello
Coniglio
Orata
Pollo
Maiale
Merluzzo
Uova
Pasta alimentare
Pane
Biscotti
Latte intero
Grammi
22.7
21.7
21.5
20.8
20.7
19.9
19.8
19.4
19
17
12.4
10.9
8.6
6.6
3.3
CONTENUTO IN POTASSIO MG X 100 G. DI ALIMENTO
FABBISOGNO GIORNALIERO: ADULTI 1875-5625MG; BAMBINI 550-4575 MG
ALIMENTO
Pomodori
secchi
Funghi
secchi
Cacao
Fagioli
secchi
Fichi secchi
Mg
3427
Mg
370
2846
ALIMENTO
Petto di
pollo
Nutella
Mg
296
ALIMENTO
Arance
Mg
200
370
ALIMENTO
Broccoletti
di rapa
Pomodori
290
Bieta
196
1500
1478
Noci
Vitello
368
360
Sogliola
Anguria
280
280
Uva
Pasta
192
192
1010
Coniglio
360
Alici
278
185
990
980
881
780
Fegato
Polpo
Dentice
Banane
356
350
350
350
Seppia
Fichi
Zucchine
Pesche
273
270
274
260
Yogurt
scremato
Melanzane
Cachi
Fragole
Latte intero
Piselli secchi
Lenticchie
Ceci
Mandorle
184
170
160
150
segue
12
Amici del Cuore
Lievito
617.8
343
Cernia
258
Mozzarella
145
570
530
505
495
Tonno
sott’olio
Triglia
Melone
Cavallo
Merluzzo
Patate
Spinaci
Bresaola
Prosciutto
crudo
Speck
Trota
Olive
Baccalà
ammollato
Kiwi
Finocchi
Capretto
Carciofi
340
333
331
320
Pesce spada
Ananas
Caffè
Lattuga
250
250
242
240
Cipolle
Uovo
Pere
Mele
140
133
127
125
484
465
432
424
Cozze
Albicocche
Rombo
Vongole
320
320
319
314
Asparagi
Funghi
Pompelmo
Ciliegie
240
235
230
229
Emmenthal
Parmigiano
Marmellata
Calamari
107
102
100
93
400
394
385
376
Salmone
Orata
Pollo
Manzo
310
309
307
304
Carote
Peperoni
Mandarini
Maiale
220
210
210
210
Vino
Miele
Birra
Burro
75
51
35
15
Si definisce alimento qualsiasi sostanza che sia in grado di
esercitare una o più delle seguenti funzioni:
• fornire materiale energetico per la produzione di calore, lavoro o altre forme
di energia (protidi, glucidi, lipidi)
• fornire materiale plastico per la crescita e la riparazione dei tessuti (protidi
e minerali)
• fornire materiale "regolatore" catalizzante le reazioni metaboliche (minerali
e vitamina)
Alcuni alimenti sono detti protettivi, indipendentemente dal loro valore plastico
ed energetico, in quanto hanno notevole importanza per il normale svolgimento dei
processi metabolici.
Essi sono: i cereali, i legumi, i prodotti ortofrutticoli, il latte, i formaggi, le uova, la carne in genere, i prodotti della pesca ecc., che debbono
la loro azione protettiva al contenuto di vitamine, elementi oligodinamici, aminoacidi
e acidi grassi essenziali.
Altri sono detti nervini, in quanto agiscono stimolando il sistema nervoso centrale
e tramite questa azione influiscono sui processi di digestione e di assorbimento
degli alimenti: te, caffè, cacao, alcool ecc.
Altri ancora sono detti condimenti: tra questi si trovano alcuni alimenti veri e
propri (grassi, oli, sale, zucchero, miele ecc.), le sostanze aromatizzanti (aceto, prez-
13
zemolo, basilico, rosmarino, lauro, origano ecc.) e le droghe (pepe, senape, cannella,
noce moscata, chiodi di garofano ecc.)
Dunque ci nutriamo di alimenti e viviamo di principi nutritivi che contengono:
glucidi, protidi e lipidi che forniscono calorie, nonché acqua, minerali e vitamine che
non forniscono calorie.
Il complesso delle “demolizioni” e trasformazioni alle quali vanno incontro gli acidi
grassi,il glicerolo,gli aminoacidi presenti negli alimenti come glucidi,semplici o complessi, o come lipidi, o come proteine e divenuti più semplici col processo digestivo (1° fase)
è detto catabolismo (fasi 2 e 3 dello schema).
Da prodotti intermedi e finali del catabolismo partono processi costruttivi o
biosintetici detti anabolismo.
Anabolismo e catabolismo nel loro insieme formano il metabolismo (sinonimo
di trasformazione).
FUNZIONI PRINCIPALI DEGLI ALIMENTI
IN RAPPORTO AL LORO CONTENUTO IN NUTRIENTI
Funzione
Nutrienti
Alimenti
zuccheri
zucchero, sciroppo
di glucosio, melassa, miele
sostanze amidacee
farina e derivati, pane, crackers, pasta, patate, vegetali
farinosi - castagne
Glucidi
ENERGETICA
Lipidi
burro, lardo, strutto, olio di
margarina, oli di semi, frutta
oleosa - noci, mandorle,
formaggi
Protidi
carni in genere, pollame, prodotti ittici, latte, uova, legumi,
cereali
14
Amici del Cuore
PLASTICA
Minerali
Calcio
latte, formaggi, pesci grassi,
uova
Fosforo
carni in genere, prodotti ittici,
latte, formaggi, uova, legumi,
cereali integrali
Ferro
carni in genere, uova, legumi,
prodotti ittici
Iodio
pesci marini, alghe marine
A (retinolo)
olio di fegato di pesce, fegato,
rene, tuorlo d’uovo, vegetali
verdi e gialli
B1 (tiamina)
cereali integrali, legumi secchi,
carne di maiale
B2 (riboflavina)
carni in genere, latte, formaggi, legumi, vegetali verdi
PP (nicotinamide)
cereali integrali,
alcune carni
C (ac. ascorbico)
agrumi, frutta fresca, pomodori, peperoni
D3 (colecalciferolo)
pesci grassi, fegato
di pesci, tuorlo d’uovo
O COSTRUTTIVA
PROTETTIVA O
Vitamine
BIOREGOLATRICE
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CONTROLLARE LO STRESS
Oggi va di moda considerarsi degli stressati. Si da la colpa al fatto che la vita sia
frenetica, che solo spostarsi in auto da un luogo all’altro in città sia fonte di discussioni e di fatica mentale e fisica.
La parola d’ordine è fare sempre tutto di corsa ed in fretta... Ma la realtà è diversa,
siamo noi stessi che ci imponiamo questi stress, come fosse un metodo per difenderci dagli altri, dagli eventuali soprusi che dobbiamo sopportare e così via.
E’ indubbiamente vero che il nostro organismo si adatta meglio a situazioni imprevedibili se siamo sulla “difesa” e ci “carichiamo”, ma occorre anche ricordarsi che
uno stress prolungato e molto intenso è dannoso al nostro organismo.
Le cronache dei giornali sono zeppe di notizie di persone che hanno avuto qualche problema cardiaco e che di fronte ad eventi traumatici, come un furto, un tentativo di rapina, una scontro d’auto senza conseguenze per la propria incolumità è
sufficiente per elevare troppo lo stato di stress.
La conseguenza è nota e purtroppo definitiva per la persona che non riesce a
controllare lo stress che ha avuto.
Imparare a rilassarsi con magari alcune tecniche di yoga, come la respirazione
profonda, il training autogeno o una bella camminata veloce in un parco pubblico,
aiuta il nostro organismo ad essere maggiormente calmo, ad evitare che lo stress sia
troppo prolungato e quindi pericoloso.
LA DEPRESSIONE
Chi ha dei problemi cardiaci, generalmente si sente frequentemente depresso.
Un contributo a questo stato di cose è dovuto anche ai farmaci che ogni giorno
deve prendere, ma è soprattutto la consapevolezza del cardiopatico di sentirsi un
soggetto non perfettamente sano e quindi si rende conto che sul suo futuro si prospettano delle incognite, che potrà avere delle limitazioni, che dovrà continuare a
tenersi sotto osservazioni.
Tutto questo è fonte di ansia e di depressione e l’individuo deve cercare in tutti i
modi di combattere questo stato e reagire.
Un ottimo metodo può essere quello di sentirsi impegnato in qualcosa. Un hobby,
un volontariato, e cosi via..anche magari solo fare il nonno o la nonna a tempo pieno
è un metodo ottimo per non cadere in depressione.
16
Amici del Cuore
Qualora lo stato depressivo dovesse persistere comunque, è consigliabile trattarlo con una terapia farmacologia ( è sempre opportuno in questi casi rivolgersi ad un
medico di fiducia e non curarsi da soli).
Ricordiamoci che lo stato depressivo prolungato può provocare danni all’apparato cardiovascolare.
LA PRESSIONE ALTA = IPERTENSIONE
Cos’è la pressione arteriosa?
La “pressione “ misurata dal medico è quella che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni, arteriosi . È importante definire i propri valori di pressione arteriosa per evitare che valori
elevati possano favorire l’infarto e l’ictus cerebrale, soprattutto quando ad essere
ipertesi sono coloro che possiamo considerare già a rischio in quanto in sovrappeso
o forti bevitori, fumatori oppure sofferenti di diabete o di malattie renali.
Quale pressione?
La pressione arteriosa può essere di due tipi:
• sistolica, o massima, che corrisponde al momento in cui il cuore si contrae
e pompa il sangue nei vasi;
• diastolica, o minima, che corrisponde al momento in cui il cuore si dilata
per riempirsi.
I valori massimi o minimi rilevati sono espressi in millimetri di mercurio (sigla mmHg)
e vengono riportati, ad esempio, nella forma 140/90, che si legge “140 su 90 “.
17
Cosa si intende con “ipertensione arteriosa”?
Abbiamo la “pressione alta” o soffriamo di ipertensione arteriosa quando i valori
della nostra pressione “sistolica sono uguali o maggiori di 140 mmHg e quelli della
pressione cosiddetta “diastolica “ sono uguali o superiori a 90 mmHg.
Categoria
PAS
PAD
pressione arteriosa sistolica
(massima)
pressione arteriosa diastolica
(minima)
Ottimale
<120
<80
Normale
<130
<85
Normale-alta
130-139
85-89
Ipertensione di grado 1
140-159
90-99
Ipertensione di grado 2
160-179
100-109
Ipertensione di grado 3
≥180
≥110
Ipertensione sistolica
isolata
≥140
<90
18
Amici del Cuore
Come posso modificare il mio stile di vita
per ridurre la pressione?
Non è semplice, per il medico, suggerire cambiamenti nelle abitudini di vita dei pazienti. Sarebbe necessario conoscere in maniera
approfondita la storia del proprio assistito, la composizione della
sua famiglia, i ritmi di lavoro, le preferenze alimentari. Possiamo
però considerare che se un paziente smette di fumare, segue determinate indicazioni alimentari – così da tenere sotto controllo
il proprio peso – e dedica un po’ del proprio tempo ad un’attività
fisica, sicuramente fa del bene alla propria salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedica una sezione delle linee-guida per il trattamento dell’ipertensione arteriosa alle indicazioni di ordine non farmacologico utili,
in particolare, per quei pazienti che non presentano fattori di rischio aggiuntivi.
• Ne riportiamo qui di seguito alcune:
• controllare il peso corporeo;
• contenere il consumo di alcool;
• evitare il fumo;
• limitare le condizioni di stress;
• ridurre l’apporto di sale e l’uso degli alimenti che ne sono ricchi (ad esempio gli insaccati…);
• contenere il consumo di grassi animali (contengono colesterolo);
• non consumare liquirizia;
• seguire una dieta ricca di magnesio e potassio (cereali, frutta, verdura, agrumi…);
• esercitare regolarmente un’attività fisica.
Quali gli esercizi suggeriti?
• Camminare senza arrivare al fiato corto
• Salire le scale
• Fare giardinaggio
• Fare pratica di jogging
• Fare lavori di casa non particolarmente pesanti
• Ballare
• Fare ginnastica a corpo libero ed evitare delle attività che comportino importanti
sforzi di braccia
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L’IPERTENSIONE
Pressione alta e Ipertensione
L’ipertensione arteriosa è una tra le malattie più diffuse nei paesi industrializzati.
In Italia colpisce oltre dieci milioni di persone e rappresenta uno dei principali fattori
di rischio per le malattie cardiovascolari. Eppure, nonostante i continui allarmismi dei
medici, si fa ancora poco per prevenirla. In questi articoli cercheremo di fare il punto
della situazione esaminando la patologia, i soggetti a rischio e le cure più efficaci.
La cura dell’ipertensione
In figura è rappresentata una semplice scala che descrive l’approccio terapeutico
standard da seguire in caso di ipertensione.
Nella maggior parte dei casi tale malattia insorge in una forma lieve che, se non
viene curata, tende ad aggravarsi nel corso degli anni. Una diagnosi precoce è quindi
estremamente importante anche perché consente di tenere sotto controllo l’ipertensione senza dover ricorrere a farmaci.
20
Amici del Cuore
Guarire senza farmaci
Chi soffre di pre-ipertensione può riportare nella norma i propri valori pressori semplicemente introducendo piccoli cambiamenti nello stile di vita. L’approccio
non farmacologico, utile in questi casi, si basa su alcuni punti chiave che andremo ad
elencare nel corso di questo articolo.
La motivazione dei pazienti è elemento fondamentale per il successo della strategia terapeutica adottata.
1) Riduzione del peso corporeo
• L’obiettivo è il mantenimento di un indice di massa corporea (BMI o IMC)
compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2. Tale valore si calcola dividendo il peso in Kg del
soggetto con il quadrato dell’altezza espressa in metri.
• Per ogni 10 kg persi si ha una riduzione della pressione, sia massima che minima,
che varia dai 5 ai 20 mmHg. In altri termini si può considerare una riduzione di
1mmHg della pressione per ogni kg perso.
BMI = kg/m2
< 18.5
18.5 - 25
25 - 30
30 - 40
> 40
CONDIZIONE
SOTTOPESO
NORMOPESO
SOVRAPPESO
OBESITA’ DI MEDIO GRADO
OBESITA’ DI ALTO GRADO
• Per tenere sotto controllo l’ipertensione è molto importante controllare non
solo il peso corporeo totale, ma anche altri parametri come la distribuzione del
grasso corporeo. Il BMI non tiene infatti conto della massa muscolare del soggetto
e non fornisce alcun dato sulle zone in cui l’accumulo di adipe è maggiore.
• Per un iperteso il grasso più pericoloso è quello che si accumula nel
ventre formando il pancione tipico del sesso maschile (obesità androide o viscerale).
• Per ottenere una stima sulla reale distribuzione del grasso corporeo è sufficiente
misurare il proprio giro vita. Se questo supera i 102 cm nei maschi e gli 88 per
le femmine, si può generalmente parlare di obesità androide e di conseguenza, di
elevato rischio cardiovascolare. Il grasso addominale produce una enorme quantità di sostanze che hanno degli effetti negativi sull’apparato cardiovascolare, quindi
non bisogna valutare la presenza del grasso come una semplice problematica di
soprappeso o di estetica: essa ha gravi conseguenze sulla prognosi delle
malattie cardiovascolari.
21
Per tenere sotto controllo l’ipertensione
è importantissimo che il proprio giro vita sia:
minore di 88
nelle femmine
minore di 102
nei maschi
Un altro indice molto più affidabile nel valutare la distribuzione del grasso corporeo è il WHR, un dato che esprime il rapporto tra la circonferenza della vita e la
circonferenza dei fianchi.
Il rapporto vita/fianchi dovrebbe essere inferiore a 0,95 per gli uomini e 0,8 nelle
donne.
Riportare o mantenere il proprio peso corporeo nella norma è dunque uno dei
principali segreti per proteggersi dall’ipertensione.
2) Adozione della Dieta Dash:
Questo termine che non ha nulla a che vedere con i detersivi è l’acronimo di
Dietary Approaches to Stop Hypertension, una particolare strategia alimentare appositamente studiata per la cura dell’ipertensione. I punti cardine di questa dieta
sono diversi e comprendono il consumo di pasti ricchi di frutta e verdura, poveri di
grassi (soprattutto animali), alcolici, sodio e zuccheri. Un simile approccio alimentare
oltre a tenere sotto controllo la pressione, favorisce anche la riduzione del grasso
in eccesso.
22
Amici del Cuore
3) Riduzione del sodio nella Dieta:
Anche i più golosi che non vogliono assolutamente privarsi di certi alimenti o seguire diete particolari, possono trarre numerosi benefici semplicemente riducendo
il sale negli alimenti. In termini quantitativi, ridurre l’apporto di sodio nella dieta a
non più di 100 mmol/die (= 6 g di cloruro di sodio) permette di ridurre la pressione
di 2-8 mmHg.
Ovviamente il sale si trova anche in numerosi prodotti alimentari preconfezionati
(frutta secca, insaccati, snack, ecc) per cui andrebbe limitato anche il consumo di
questa categoria di alimenti.
4) Limitazione dei grassi saturi
Nella dieta (grassi animali come burro, insaccati, carni grasse, latticini, formaggi ecc)
a favore di quelli monoinsaturi e polinsaturi (olio di oliva, olio di semi, mais, pesce,
ecc). Un altro fattore di rischio importante che occorre controllare è la dislipidemia.
Si tratta di un quadro molto pericoloso in cui i livelli di colesterolo totale nel sangue
superano i 250 mg/dl e contemporaneamente la frazione cattiva (LDL) supera i 155
mg/dl e quella buona (HDL) rimane al di sotto dei 40 mg/dl negli uomini e a 48mg/dl
nelle donne. La contemporanea presenza di ipertensione e dislipidemia è molto pericolosa per la salute del cuore e del sistema cardiocircolatorio in genere.
5) Moderare il consumo di alcolici
L’alcol se assunto a piccole dosi, quasi fosse un rimedio omeopatico, sembra avere un effetto protettivo sull’ipertensione grazie alle sue proprietà vasodilatanti. L’importante e non eccedere con le quantità, cioè non
bere più di un quarto di vino, mezzo litro di birra, o due bicchierini (per
le donne o uomini molto esili tali quantità vanno dimezzate al giorno).
Il consumo di alcolici non va dunque abolito, ma mantenuto in dosi razionali.
6) Attività fisica
Una regolare attività fisica aerobica, come il camminare sostenuto per almeno 30
minuti al giorno minimo per tre giorni alla settimana, permette di ridurre la pressione di 4-9 mmHg. Per approfondire l’argomento vedi: ipertensione e sport
7) Evitare fumo e droghe
Il fumo e le droghe in genere, contengono sostanze eccitanti che stimolano il
sistema adrenergico. Non a caso, tanto per citare un esempio, le conseguenze più
gravi della cocaina sono l’infarto del miocardio, l’insufficienza renale acuta e la crisi
ipertensiva.
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TENERE SOTTO CONTROLLO L’IPERTENSIONE CON I FARMACI
Se l’approccio non farmacologico risulta insufficiente nel riportare la pressione
a valori normali, il passo successivo è quello di introdurre la terapia a base di medicinali. L’utilizzo di farmaci non deve tuttavia diventare una scusa per dimenticare le
buone abitudini apprese.Anche quando l’ipertensione è talmente grave da richiedere
sin dall’inizio il trattamento farmacologico bisogna comunque sforzarsi di rispettare
le regole di prevenzione primaria.
La cura dell’ipertensione si avvale attualmente di varie classi di farmaci, tra cui i
più diffusi sono:
diuretici
simpaticolitici – inibitori adrenergici
calcio antagonisti
inibitori del sistema renina-angiotensina
vasodilatatori ad azione diretta
farmaci per l’emergenza ipertensiva
Ognuna di queste categorie si differenzia dall’altra per alcuni specifici effetti farmacologici.
Normalmente tutti i farmaci hanno un tempo di risposta terapeutica ottimale che
varia dalle 2 alle 6 settimane. Tali medicinali impiegano quindi all’incirca 15-45 giorni
per esercitare al massimo i loro effetti benefici. Inutile quindi precipitarsi dal medico
dopo pochi giorni dall’inizio della terapia lamentandone la mancanza di efficacia.
Se dopo 5-6 settimane non vi è una livellazione dei valori pressori o se la diminuzione è limitata, generalmente si tende ad associare un altro farmaco. Se invece
la riduzione è stata inferiore al 5-10% si può considerare l’ire farmaco valutando,
ovviamente, anche gli eventuali effetti collaterali.
24
Amici del Cuore
ESAMI DIAGNOSTICI
DI CONTROLLO PERIODICI
Siamo generalmente pigri e soprattutto noi uomini, evitiamo di programmare delle visite periodiche per controllare alcune parti del nostro corpo, anche se sappiamo
di avere qualche problema cardiaco.
Il nostro motto è sempre lo stesso: rimandare…tanto stiamo bene!!!!
Ma è sempre necessario fare alcuni esami periodicamente, almeno una volta all’anno.
Il principale esame che occorre fare è:
L’ELETTROCARDIOGRAMMA (ECG)
SEGUONO L’ESAME DEL SANGUE, DELLE URINE. SE AVETE QUALCHE
ALTRO PROBLEMA CONSIGLIATEVI CON IL MEDICO DI BASE, LUI SAPRA’
ESATTAMENTE INDICARVI ALTRI ESAMI CHE GLI PERMETTERANNO DI AVERE
UNA QUADRO CLINICO DEL VOSTRO STATO DI SALUTE.
Ricordatevi anche di misurare la pressione sanguigna: ci sono in commercio ottimi misuratori automatici che possono anche essere collegati ad un computer per
registrare ogni possibile variazione.
Tenere sotto controllo l’ipertensione è importante.
PER COLORO CHE SONO IN TERAPIA
CON ANTICOAGULANTI
Molti pazienti che hanno avuto delle operazioni al cuore, oppure sono in Fibrillazione atriale, devono prendere tutti i giorni dei farmaci chiamati “ANTICOAGULANTI”.
Lo scopo principale di questa terapia è proprio quello d’ ottenere un certo equilibrio della fluidità del nostro sangue, per evitare da una parte dei problemi tromboembolici e dall’altra di non avere invece il rischio di emorragie interne od esterne.
MANTERE UN EQUILIBRIO TRA QUESTE DUE POSSIBILITÁ NON É
ASSOLUTAMENTE FACILE
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Bastano poche variazioni del farmaco (anche solo un quarto di pastiglia) per
rompere questo equilibrio e fare in modo che il nostro sangue diventi troppo fluido,
oppure troppo denso.
L’ematologo è il vero punto di riferimento di questa terapia ed a lui, il paziente
si deve scrupolosamente affidare per il dosaggio del medicinale che deve prendere
ogni giorno.
GENERALMENTE QUESTE MEDICINE SI DEVONO PRENDERE A DIGUINO E SI RITIENE CHE
L’ORA MIGLIORE PER FARLO SIANO LE DICIASSETTE
Secondo il Dott. Marra, molto presto coloro che devono oggi fare questo tipo di
cura saranno esonerati da questa noiosa incombenza. Sono in corso di omologazione nuovi farmaci che dovrebbero evitare di sottostare a queste rigide ed impegnative regole, ma per il momento purtroppo è indispensabile per un paziente in terapia
con anticoagulanti, d’attenersi scrupolosamente a queste disposizioni mediche.
Generalmente in molti ospedali della mia città (Torino) vi sono dei centri specializzati per questa terapia che viene chiamata ( TAO). Personalmente ne conosco
almeno tre (Maria Vittoria, Molinette,Valdese)
La coagulazione del sangue è un fenomeno piuttosto complesso e complicato
che si basa su due fattori (pro-coagulanti) e (anti-coagulanti) che permettono d’
ottenere una proteina del sangue solubile, chiamata fibrogeno ed una non solubile
che viene chiamata fibrina.
Quante volte occorre fare questi controlli del sangue?
Generalmente, quando un paziente Tao inizia la cura, il controllo del sangue deve
essere fatto almeno una volta alla settimana, in quanto le variazioni del livello di
anticoagulazione chiamato INR (International Normalized Ratio) SONO MOLTO
ALTE.
L’emalotologo, poco per volta, determina la quantità di medicinale da prendere (in
mg.) a settimana e quindi , quando i valori si stabilizzano, il controllo diventa abitualmente mensile e quindi anche meno impegnativo.
I VALORI DELL’ INR DEVONO ESSERE COMPRESI TRA 2,0 e 3,0. QUANDO
IL VALORE E’ INFERIORE A 2 SIGNIFICA CHE IL SANGUE É TROPPO DENSO E
QUINDI SOGGETTO A POSSIBILI TROMBI. SE LA SCALA DEI VALORI DELL’INR
SUPERA I 3 – 3,5 VUOLE DIRE INVECE CHE IL SANGUE É DIVENTATO TROPPO
FLUIDO E QUINDI SI POSSONO AVERE RISCHI DI EMORRAGIE.
26
Amici del Cuore
LE EMORRAGIE PIÚ COMUNI SONO QUELLE CHE SI VERIFICANO AL NASO,
AI DENTI, AL RETTO E QUALCHE VOLTA NELLE URINE.
Fare attenzione quando si deve andare dal dentista
Il paziente che è in terapia anticoagulante, deve sempre informare il proprio dentista, quando deve sottoporsi a controlli od a lavori sulla propria dentatura.
I rischi sono sempre quelli d’ avere delle emorragie che sono difficilmente controllabili.
OCCORRE IN QUESTI CASI, SEMPRE SU CONTROLLO MEDICO, SOSPENDERE PER UN CERTO PERIODO LIMITATO L’USO
DI QUESTI FARMACI.
L’INR varia a secondo le stagioni
e secondo i cibi utilizzati
A complicarci la vita esiste anche un altro motivo di variazione del nostro INR .
Quando la temperatura esterna è più alta (in estate) si deve quasi sempre diminuire la quantità in mmg del farmaco utilizzato, mentre in inverno si verifica il
fenomeno contrario.
La stessa cosa può capitare anche con i cibi che mangiamo, ma non vi sono delle
regole ferree, ogni persona è un caso particolare, occorre solo fare attenzione ed
evitare gli eccessi di ogni alimento che mangiamo.
La regola è solo esclusivamente questa.
Oggi si tende, ad esempio, a consigliare l’uso degli OMEGA 3 contenuti nei pesci
(compresi quelli più modesti come il pesce azzurro).
L’uso costante di mangiare almeno due volte alla settimana del pesce aiuta il nostro organismo a migliorare la funzionalità del nostro cuore.
Pare, ad esempio, che le popolazioni che vivono nei climi glaciali e si nutrono in
pratica solo di pesce siano esenti dalle malattie cardiovascolari.
ESSERE STATICI E SEDENTARI
COSTITUISCE UN NEMICO DELLA SALUTE
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La tabella sopra indica per zone l’attuale situazione del comportamento delle
persone nelle varie regioni d’Italia.
Da questi dati si può rilevare che nel:
NORD OVEST
il 29% degli uomini ed il 38% delle donne non svolge attività motorie
NORD EST
Il 28% degli uomini ed il 34% delle donne
CENTRO ITALIA
Il 36% degli uomini ed il 48% delle donne
SUD ITALIA ED ISOLE
Il 40% degli uomini ed il 58% delle donne
28
Amici del Cuore
Sono dati decisamente allarmanti, soprattutto in considerazione del fatto che la
sedentarietà produce generalmente nel tempo molti problemi cardiocircolari, diabete ed obesità.
Cuore femminile ancora indifeso
Se fino nel recente passato il rischio di incorrere in un infarto miocardico (IMA) riguardava quasi solo gli uomini, oggi non sono esenti neanche le donne, che hanno un’aspettativa di vita di trent’anni o più senza la protezione cardiovascolare consentita prima della
menopausa dagli estrogeni, e ancora prima di quest’evento assumono stili di vita che le
espongono in crescendo agli stessi fattori predisponenti maschili.
La percezione del rischio cardiovascolare femminile è però scarsa e sulla prevenzione e i controlli si insiste ancora poco, sembra si ritardi anche di più nel rivolgersi
all’ospedale per sospetto IMA (lo stesso per l’ictus). Sono osservazioni che si sentono fare sempre più spesso, che emergono dai dati epidemiologici e vengono riprese
nelle campagne di sensibilizzazione sulle cardiopatie. E una certa sottovalutazione
in merito sarebbe presente non solo a livello di popolazione generale, ma anche
di approccio medico-sanitario, stando a ricerche che hanno mostrato una certa
diversità di atteggiamento sia diagnostico sia terapeutico e un minor peso dato a
prevenzione ed educazione nei confronti di pazienti di sesso femminile. Il problema è
comune in Occidente e servono cambiamenti di rotta, ricordando che in tutti i paesi
industrializzati le cardiovasculopatie sono la prima causa di morte per malattia per
le donne come per gli uomini. In cerca di strategie, a parte l’educazione sanitaria, un
esempio interessante in ambito medico viene da alcuni ospedali del Michigan dove
si è implementato un metodo in uso per migliorare l’approccio clinico e quindi la
prognosi nei pazienti colpiti da infarto miocardico.
Approcci clinici meno intensivi
Il programma utilizzato ha come acronimo GAP (Guidelines Applied in Practice) ed
è un protocollo per l’applicazione nella pratica delle linee guida dell’American college
of cardiology sull’infarto miocardico. Il protocollo aumenta il ricorso alla medicina dell’evidenza (EBM) che comprende l’uso di determinati farmaci e che sensibilizza meglio
i pazienti con il counselling scritto sull’uso dei farmaci, i controlli e gli obiettivi di prevenzione, fornito sia all’arrivo sia alla dimissione. Secondo riscontri recenti, il ricorso
al Gap consente di ridurre la mortalità per IMA, calcolata sia a un mese sia a un anno.
Problemi che penalizzano le donne sono il fatto che se colpite da infarto giungono
all’ospedale con sintomi diversi dagli uomini, più facilmente con nausea e vomito, dolore al collo o alla schiena, dispnea cioè difficoltà a respirare e meno frequentemente
con dolore toracico; inoltre se sono più anziane arrivano più tardi al soccorso. Per
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questo, si ritiene, meno facile che ricevano le cure, come l’angioplastica coronarica,
entro le due ore raccomandate, e ricevono trattamenti meno intensivi rispetto agli
uomini. Uno studio condotto sui benefici del GAP e appena pubblicato ha analizzato
una casistica di pazienti con IMA, per metà circa donne di età media 75 anni e per
metà uomini di età media 69, confrontando il trattamento prima e dopo implementazione del GAP. E’ risultato che le donne post-Gap, che più spesso erano ipertese o
con insufficienza cardiaca rispetto agli uomini, hanno comunque ricevuto in seguito
all’implementazione più farmaci come acido acetilsalicilico (ASA) entro 24 ore dall’ammissione; uomini e donne post-GAP l’ASA e farmaci beta-bloccanti alla dimissione; gli uomini post-GAP anche farmaci per abbassare il colesterolo e antipertensivi,
più delle donne. Le donne post-GAP hanno ricevuto meno di frequente degli uomini
la documentazione informativa sull’uso di farmaci alla dimissione, nonostante questo
riducesse di più la mortalità che negli uomini.
Complessivamente l’implementazione del GAP ha ridotto la mortalità negli uomini e nelle donne, anche se quella femminile è rimasta più alta di quella maschile: a
sfavore delle donne hanno pesato l’età più avanzata e forse un’incertezza dei medici
sui potenziali benefici dei farmaci dell’EBM, oltre al minor uso di vademecum alla
dimissione. Proprio perché l’efficacia del GAP potenziato si è dimostrata in donne
anziane questo indica però che l’approccio non va riservato a pazienti giovani: in
sostanza il beneficio c’è in entrambi i sessi e indipendentemente dall’età.
L’utilità del vademecum alla dimissione
Fornire la documentazione informativa in uscita dall’ospedale è apparso importante per i pazienti, perché li educava sulla loro condizione
e sul modo di partecipare attivamente al programma di cura nella fase
post-dimissione.
Nello studio essa comprendeva istruzioni sull’assunzione di farmaci;
obiettivi da raggiungere rispetto al controllo dei livelli ematici di colesterolo, all’interruzione dell’eventuale fumo, alla correzione dell’alimentazione e all’esercizio
fisico; spiegazioni sulla patologia cardiaca; istruzioni per i controlli nella pianificazione
con il medico di base. Il tutto veniva spiegato alla dimissione attraverso il counselling
con un medico e un’infermiera, che firmavano il vademecum quando erano certi che
il paziente ne avesse compreso esattamente i contenuti.
Il documento era utile anche per i medici che erano più sensibilizzati alla prescrizione dei farmaci indicati secondo l’EBM (se non erano prescritti andava specificato
il motivo). Secondo gli autori dello studio, il successo nel raggiungimento degli obiettivi di trattamento e di prevenzione rispetto agli stili di vita, anche con strumenti
30
Amici del Cuore
di questo tipo, può avere effetti moltiplicativi e non solo additivi, così come per il
rischio cardiovascolare associato a fattori predisponenti multipli.
Elettra Vecchia
Fonte American College of Cardiology Foundation Guidelines Applied in Practice Steering Committee: “Sex differences in the application of evidence-based therapies for the treatment of acute
Myocardial Infarction”. Arch Intern Med 2006; 166: 1164-1170.
ATTENZIONE AL COLESTEROLO
Il colesterolo ha la fama di essere uno dei grandi nemici della nostra salute. In
realtà è una fama immeritata, perché il colesterolo svolge anche delle funzioni utili.
Tutte le nostre cellule sono fatte anche di colesterolo e il nostro cervello ne
contiene quantità elevatissime senza le quali non potrebbe funzionare; la maggior
parte dei nostri ormoni è prodotta nell’organismo a partire dal colesterolo; sembra
inoltre che il colesterolo abbia la possibilità di contrastare la produzione di radicali
liberi nonché di controllare lo sviluppo di malattie degenerative, e inoltre il colesterolo HDL (quello “buono”) si occupa di mantenere libere le arterie e impedire
i processi di arteriosclerosi.
Le persone nel mondo che utilizzano alcuni integratori come appunto il Coenzima Q10, gli Omega 3 correlati con il pesce o sostanze con una forte azione
di stimolo sui mitocondri come l’Inositolo, sono ormai innumerevoli. Sono tutte
sostanze chiamate “antiossidanti” cioè antinfiammatori e che riducono lo stato infiammatorio delle pareti delle arterie.
Intorno alle statine, i farmaci che teoricamente si oppongono alla crescita dei valori di colesterolo nel sangue, c’è un interesse commerciale enorme. Si tratta infatti della classe di farmaci in assoluto col più alto valore di fatturato al mondo,
e si comprende bene quindi perchè le comunicazioni su questo problema possano
essere viziate da interessi non solo scientifici ma anche commerciali.
I valori che possono dire qualcosa di utile sul colesterolo non sono soltanto quelli
del colesterolo totale o del colesterolo LDL (quello “cattivo”) ma anche quelli relativi alla proporzione nel sangue di colesterolo totale e colesterolo HDL.
Idealmente, questo rapporto dovrebbe essere compreso tra 4 e 5 e comunque
sarebbe auspicabile avere un valore HDL il più alto possibile.
31
Il giusto valore di colesterolo
Rapporto
Col. Tot. 197
197:21
Col. HDL 21
=
9,38
Il valore di colesterolo è molto elevato. Occorrono provvedimenti immediati anche
se il valore di colesterolo totale appare nella norma. Situazione tipica di coloro che
mangiano male e non fanno attività sportiva.
I farmaci che riducono il colesterolo sono di tre grandi categorie:
1 LE STATINE che agiscono sul metabolismo del colesterolo
2 I FIBRATI che riducono i trigliceridi sierici
3 I FARMACI che agiscono sull’assorbimento del colesterolo, come i bezafibrati e
l’enzitimibe
La dieta più efficace raramente agisce riducendo i livelli di colesterolo totale più
del 15%. Da questo l’esigenza di usare farmaci (uno o più) che ci aiutino a raggiungere livelli più bassi e quindi migliorino la prognosi della malattia cardiovascolare.
I valori migliori che ci cercano di raggiungere, anche con l’aiuto di diete, sono
quelli riassunti nella seguente tabella creata dalla NCEP (National Cholesterol Education Program)
32
Amici del Cuore
Programma nazionale di conoscenza sul colesterolo
L’Istituto sul cuore, polmone e sangue (NHLBI) ha lanciato nel novembre 1985
un programma nazionale di formazione sulla conoscenza sul colesterolo (NCEP).
L’obiettivo del NCEP è di contribuire a ridurre la malattia e la morte dalla malattia
di cuore su base coronarica (CHD) negli Stati Uniti.
Gli sforzi educativi sono stati diretti ai professionisti del settore medico-sanitario
ed al pubblico; il NCEP mira ad alzare la consapevolezza e capire circa l’alto colesterolo di anima mentre un fattore di rischio per CHD ed i benefici derivanti dall’
abbassamento del livello di colesterolo totale come i mezzi per impedire CHD.
TABELLA 1. LINEE-GUIDA DEL NCEP PER IL C-LDL
FONTE: CIRCULATION VOL. 89, 3 MARZO 1994
Per soggetti:
Senza CHD e < 2 fattori di
rischio per CHD
Senza CHD e 2 fattori di
rischio per CHD
Con CHD accertata
Livelli di
C-LDL
da raggiungere
Valori corrispondenti di TC
(valori
approssimativi)
< 160 mg/dL
< 240 mg/dL
=<130 mg/dL
=<200 mg/dL
=<100 mg/dL
=<160 mg/dL
Fattori di rischio:
•
•
•
•
•
•
•
•
Somma:
Uomini =<45 anni
Donne =<55 anni o menopausa prematura
Familiarità per cardiopatia ischemica
Fumo
Ipertensione (=<140/90 mmHg o in terapia antipertensiva)
Diabete mellito
Colesterolo HDL<35 mg/dL
Colesterolo HDL =<60mg/dL
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+1
+1
+1
+1
+1
+1
+1
-1
TABELLA 2. JOINT EUROPEAN SOCIETIES RACCOMANDATIONS
Livelli target di Colesterolo
Colesterolo totale
< 190 mg/dL
< 115 mg/dL
Colesterolo LDL
Occhio alle margarine
Nelle etichette dei prodotti alimentari compare spesso la dizione “grassi vegetali idrogenati”: si tratta di quei “leganti” utilizzati dall’industria alimentare per
presentare al consumatore un prodotto con determinate caratteristiche di forma e
consistenza, ma che non hanno alcun valore dal punto di vista nutrizionale.
I grassi vegetali idrogenati non sono altro che margarine e sono presenti in quasi
tutti gli alimenti quotidiani: brioches, grissini, crackers, biscotti, dolci, noccioline, moltissimi tipi di pane, e purtroppo moltissimi altri.
Tutti questi prodotti contengono dei particolari grassi acidi in forma “trans”, che
interferiscono notevolmente nei sistemi di regolazione dei valori di colesterolo da
parte dell’organismo.
Basta pochissimo per raggiungere nell’alimentazione quotidiana una quantità di
grassi acidi “trans” sufficiente ad interferire con il colesterolo. Ad esempio una bistecca da 150 grammi contiene la stessa quantità di “trans” di un singolo biscotto.
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Amici del Cuore
ECCO LA TABELLA DEL CONTENUTO DI
GRASSI NEGLI ALIMENTI:
Prodotto
Quantità
Contenuto di grassi
vegetali idrogenati
Carne di manzo
Pollo
Maiale
Burro
Margarina
Margarina light
Olio vegetale
Fetta di torta
Biscotto
Pop corn
Crackers
Pasticcino
Patate fritte
Brioche
Patatine fritte
150 g
150 g
150 g
5g
5g
5g
5g
1 pezzo
1 pezzo
30 g
1 pezzo
1 pezzo
100 g
1 pezzo
100 g
0,90 g
0,10 g
0,10 g
0,10 g
0,62 g
0,30 g
0,02 g
1,04 g
0,86 g
1,60 g
0,12 g
3,03 g
3,00 g
da 0,5 a 3,20 g
0,42 g
• Una persona che mangi per esempio una biscotto a colazione (3,20 g), una piccola porzione di patate fritte a pranzo (3,40 g), due biscotti con il tè a metà
pomeriggio (1,75 g) e tre fette biscottate in giornata (1,25 g) ha già introdotto
nell’organismo una quantità totale di 9,6 grammi di acidi grassi “trans”, che corrisponde all’incirca al 5 % di una immissione di 1.800 calorie. Questa quantità è
già sufficiente a rendere del tutto vana qualsiasi dieta anticolesterolemica pur
correttamente seguita.
Alcuni rimedi
L’innalzamento del colesterolo è, in parte, anche un tentativo dell’organismo di
compensare un aumento dello stress ossidativo. In questo senso alcune sostanze
antiossidanti possono essere preziose per riequilibrare la situazione.
Innanzitutto i minerali che si oppongono alla ossidazione, come lo Zinco, il
Rame, il Cromo, il Selenio e il Manganese. La loro assunzione consente di ridurre la
produzione di radicali liberi e di agire in senso protettivo nei confronti della patologia cardiovascolare.
35
In particolare si possono utilizzare 1 dose di Selenio Vitamina C e 1 dose di
Manganese Rame Zinco al giorno, o una miscela in parti uguali di oxiprolinati di
zinco, manganese, cromo, rame e pidobase (2,5 ml due volte al giorno) dalla funzione
specificamente antiossidativa.
Nello stesso modo agiscono la vitamina E e la vitamina C. Ancora più rilevante è invece l’effetto di una vitamina indispensabile all’organismo come la vitamina
B3 o PP (niacina o acido nicotinico); il normale fabbisogno di questa sostanza è di
circa 20 mg al giorno, ma il suo uso a dosaggi più elevati (50-100 mg per tre volte
al giorno) comporta un effetto molto rilevante sul colesterolo HDL, anche se il suo
impiego va riservato alla indicazione medica..
Come i nutrizionisti sanno da anni e anche alcune ricerche ufficiali hanno confermato di recente, in pratica l’acido nicotinico e la vitamina E sono in grado di ridurre
decisamente il rischio vascolare. Il loro uso è spesso preferibile a quello dei derivati
farmacologici ora in uso in terapia.
Può essere anche utile migliorare la funzione del fegato e del drenaggio biliare, dal momento che di lì passa la maggior parte del colesterolo dell’organismo.
Efficaci sono drenanti come il macerato glicerico di “Rosmarinus officinalis” 1DH
(40 gocce prese al mattino in un bicchierone di acqua tiepida), che oltre a migliorare
l’evacuazione riequilibra in parte la gestione dei grassi nell’organismo. Utile come
riequilibrante della funzione epatobiliare è anche l’inositolo.
Un prodotto interessante è il glucomannano, le cui fibre tendono a trascinare
con sé nell’intestino, rallentandone o impedendone l’assorbimento, colesterolo e
zucchero.
Una buona lecitina di soia ad alto tenore di fosfatidilcolina polinsatura, associata quindi a un po’ di vitamina E per evitare i danni dei grassi polinsaturi, svolge una
buona azione di controllo sui livelli di colesterolo. (Attenzione però: molte persone
- circa il 30% - sono ormai intolleranti o allergiche alla soia e ai suoi derivati, e la sua
utilizzazione può essere del tutto controproducente).
Nello stesso modo sembra agire l’olio di Ribes nero grazie al suo contenuto di
acidi grassi polinsaturi di tipo particolare, che agiscono beneficamente sul metabolismo dei grassi. Anche in questo caso è preferibile l’assunzione in associazione con
piccole quantità di vitamina E. L’olio di pesce, ricco in EPA e DHA aiuta l’azione di
regolazione del colesterolo
Nella maggior parte dei casi, poi, i valori di colesterolo non sono così alterati
come sembra, specialmente in Italia dove l’uso dell’olio di oliva e del vino svolgono
una discreta azione di innalzamento dell’HDL, tanto che l’uso dei farmaci anticolesterolo può risultare dannoso quando sarebbe invece sufficiente, il più delle volte,
riportare l’attenzione su alcuni comportamenti alimentari e sulla pratica di una pur
modesta attività fisica.
36
Amici del Cuore
E ricordarsi che anziché mangiare abitualmente crackers, grissini o dolci industriali, è meglio ritornare al pane integrale con la marmellata per la prima colazione del
mattino, o alla torta fatta in casa come dolce.
Articolo (ALCUNI RIMEDI) tratto da DR Attilio Speciani
allergologo e immunologo clinico
I PROBLEMI CARDIACI LEGATI AL SONNO
Dormire bene è importantissimo e per migliorare la qualità del sonno, ecco
una serie di regole da seguire:
• andare a dormire ogni sera e alzarsi ogni mattina alla stessa ora, anche durante il
fine settimana, e indipendentemente da quanto si è dormito di notte;
• se apriamo gli occhi prima che suoni la sveglia, alzarsi dal letto e iniziare la propria
giornata;
• non dormire di più la mattina, se si è dormito poco di notte;
• non fare “pisolini” durante il giorno;
• andare a letto solo quando si è assonnati;
• se non si riesce a dormire, è preferibile non rimanere a letto: meglio alzarsi e
dedicarsi ad attività rilassanti;
• cercare di rilassarsi il più possibile prima di andare a letto;
• se si ha fame all’ora di andare a dormire, mangiare qualcosa di leggero, per evitare
problemi di digestione;
• dormire in un letto comodo, in una camera da letto protetta quanto più possibile
dai rumori, ad una temperatura ambiente corretta;
• mangiare ad orari regolari, evitando pasti abbondanti in prossimità dell’ora di andare a letto;
• non bere bibite contenenti caffeina o alcolici prima di coricarsi e non fumare;
• fare con regolarità un’attività fisica durante il giorno, soprattutto di pomeriggio.
Dormire poco quindi può causare ansia e di conseguenza anche qualche forma di
depressione che, come abbiamo già riferito in precedenza, affatica maggiormente il
nostro muscolo cardiaco.
Una precauzione utile ad aiutarci a dormire maggiormente è quella di evitare di
prendere il caffè, non solo alla sera, ma anche di giorno.
Utile è anche l’abitudine d’evitare di usare gli zuccheri e gli amidi.
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VIVERE CON IL PACEMAKER
ALCUNI UTILI CONSIGLI PER COLORO AI QUALI É STATO
IMPIANTATO UNO STIMOLATORE CARDIACO.
La figura, illustra un tipico impianto di PaceMaker bicamerale, ossia un apparecchio che ha due elettrodi impiantati.
Esistono poi dei pacemaker monocamerali che hanno un solo elettrodo, che può
essere collocato, a secondo dei casi nell’atrio destro, oppure nel ventricolo destro.
L’Apparecchio è molto piccolo (ca. 11-12 cc.) Contiene una batteria speciale a
lunga durata (ca. 5-6 anni) e contiene un circuito elettronico in grado di registrare
continuamente il ritmo cardiaco.
Il principio su cui si basa l’apparecchio è quello di un generatore di impulsi, praticamente un piccolissimo computer che monitorizza continuamente la funzionalità
cardiaca del cuore.
Tutti i pacemaker sono costruiti in modo tale da poter essere programmati all’esterno, attraverso uno strumento che viene chiamato “programmatore”.
Il medico con il proprio computer, può regolare periodicamente il pacemaker per
fare in modo che l’apparecchio si tari in relazione al soggetto.
Questa operazione viene normalmente effettuata ogni sei mesi da un medico
cardiologo, con l’ausilio e la consulenza di un ingegnere elettronico della casa produttrice dello strumento.
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Amici del Cuore
Per sostituire il pacemaker, quando la batteria inizia ad esaurirsi, il Cardiologo
apre la tasca, sotto pelle, dove è stato inserito l’apparecchio, controlla lo stato degli
elettrodi e provvede alla sua sostituzione con un altro analogo.
L’operazione è breve e viene eseguita in anestesia locale.
LE AVVERTENZE
Tutte le Case che producono questi apparecchi assicurano che i loro pacemaker
sono protetti dalle interferenze delle apparecchiature elettriche.
In pratica, tutti gli elettrodomestici che si trovano in casa, dall’asciugacapelli, ai
computer, alle TV ecc.. sono sicuri e non creano alcun problema al paziente.
Tuttavia occorre fare attenzione ai forti campi magnetici che possono dare problemi a queste apparecchiature.
Telefoni cellulari
Si possono utilizzare normalmente, ma occorre fare attenzione di non posizionarli vicino al pacemaker. (negativo metterli, ad esempio, nel taschino delle giacche o
delle camicie sul lato sinistro del corpo).
Saldatori ed antenne CB
Chi fa del bricolage deve cercare di evitare l’uso dei saldatori ad arco.
Coloro che hanno la passione di radioamatore è meglio che non installino antenne in auto e rimangano abbastanza distanti dalla loro portata
Analogamente è opportuno non usare strumenti come i martelli pneumatici, essere troppo vicini a grossi motori elettrici in funzione.
Le barriere aeroportuali e la risonanza magnetica
Se si deve viaggiare in aereo, ricordarsi di portarsi dietro sempre il TESSERINO CHE
ATTESTA CHE SIETE PORTATORI DI UN IMPIANTO DI PACEMAKER.
Se le norme lo prevedono, chiedete di non passare attraverso tali porte e di essere invece controllati a mano.
La risonanza magnetica è un esame da evitare, qualora fosse però indispensabile
è opportuno parlarne con il cardiologo che vi ha in cura per una eventuale sospensione delle sue funzioni per evitare che l’apparecchio si danneggi.
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Tempo libero
Il paziente che ha un impianto di pacemaker, terminata la convalescenza può ricominciare a fare tutto quello che faceva in precedenza, senza alcuna limitazione, salvo
quella di usare gli strumenti che sono sopra descritti.
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Amici del Cuore
Un semplice strumento per controllare lo stato nutrizionale di una persona
IL PLICOMETRO
Il plicometro è uno strumento creato da Tanner e Whitehouse nel 1955, che consente di valutare, con un semplice gesto, lo stato di nutrizione di un soggetto.
Tutto questo è possibile con questo strumento che permette di misurare lo spessore delle pliche cutanee (lo strato di grasso presente nel nostro corpo).
Questo apparecchio, deve avere determinate caratteristiche: ad esempio quello
costruito dalla Malesci in figura, deve esercitare sulla plica cutanea una pressione di
circa 10 gr/mmquadrato e la presa delle due pinzette deve corrispondere ad una
superficie di 6x11 millimetri.
Grazie alla scala di lettura indicata sullo strumento esso è in grado di misurare
con una approssimazione di mezzo millimetro, lo spessore della nostre cute e mediante la grafica applicata sulla sua superficie, permette all’operatore medico che lo
utilizza di confrontare la stato nutrizionale del soggetto in esame.
La foto seguente indica come deve essere applicato l’apparecchio. É sufficiente
sollevare con le dita la pelle immediatamente sottostante una delle due scapole.
Una volta effettuata la rilevazione con il plicometro, è facile leggere la percentuale
indicata che va dal 10% -50% al 90%.
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Si deve inoltre distinguere nella misurazione l’appartenenza del sesso (di colore rosa per le donne e di colore blu per i maschi).
L’altro controllo riguarda la fascia d’età del soggetto
esaminato, che parte da 20-29 anni ed arriva ad una età
superiore agli 80 anni.
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Amici del Cuore
L’ECCESSO DI PESO CHE SI RISCONTRA É UN
FATTORE DETERMINATE PER CONOSCERE
IL GRADO DI RISCHIO DI UNA PERSONA
AD AVERE UNA MALATTIA CARDIOVASCOLARE
L’apparecchio è corredato da delle tabelle che sono in grado di dare una chiara
interpretazione sui rischi che l’individuo potrà avere in relazione allo spessore del
grasso corporeo contenuto sotto la sua cute.
Informazione importante
La malattia cardiovascolare ha sostanzialmente tre modi di manifestarsi:
1) L’ANGINA PECTORIS
2) L’INFARTO MIOCARDICO
3) LA MORTE IMPROVVISA (fibrillazione ventricolare)
Quest’ultima modalità di manifestarsi (la morte improvvisa) della malattia coronarica è tuttavia comune ad altre cardiopatie, costituendo, quindi, un importante
problema sociale in quanto la sua manifestazione può avvenire in qualsiasi luogo sia
privato (casa) che pubblico (strada, ufficio, mezzi di trasporto).
Da questa problematica è nata l’esigenza medico-sociale del pronto adeguato
soccorso, mediante l’uso di defribrillatori che permettono di ripristinare il corretto
ritmo cardiaco, sempre in associazione ad una assistenza respiratoria ed al massaggio cardiaco esterno.
Sebastiano Marra
Pubblico, qui di seguito, la legge del 2001, riguardante i defibrillatori che possono essere usati da qualsiasi, per aiutare le persone che hanno avuto un infarto a riprendersi.
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Primo soccorso asfittici:
BLSIl defibrillatore semiautomatico
legge 8 marzo 2001: “utilizzo dei defibrillatori semiautomatici
in ambiente extraospedaliero”
Art.1
1. È consentito l’uso del defibrillatore semi automatico in sede extraospedaliera
anche al personale sanitario non medico,nonchè al personale non sanitario che abbia
ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.
2. Le regioni e le province autonome disciplinano il rilascio da parte delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere dell’autorizzazione all’utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori da parte del personale di cui al
comma 1, nell’ambito del sistema di emergenza 118 competente per territorio o, laddove non ancora attivato, sotto la responsabilità dell’azienda unità
sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera di competenza, sulla base dei criteri indicati dalle linee guida adottate dal ministro della Sanità, con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Con questa legge si consente l’ampliamento della porzione di catena della sopravvivenza attivabile sul luogo stesso dell’accidente: la catena della sopravvivenza
è quella sequenza di comportamenti che attuati in successione e con la dovuta
perizia permettono, a chiunque li conosca, di far fronte alle emergenze cardiorespiratorie senza essere un sanitario. I quattro anelli della catena sono:
rapida attivazione del sistema di emergenza sanitaria (in Italia tel.
118)
Basic Life Support
defibrillazione precoce (prima di questa legge attuabile SOLO da personale sanitario abilitato)
Advanced Cardiac Life Support (attuabile solo in struttura sanitaria attrezzata)
Prima dell’approvazione di questa legge ad es. l’Assistente Bagnanti, anche disponendo di un A.E.D e conoscendone l’uso, non avrebbe potuto praticare la
defibrillazione. Ciò era consentito solo al personale sanitario qualificato e legalmente abilitato a farlo: prendere la decisione di sottoporre a defibrillazione, prevede il possesso delle conoscenze indispensabili per capire inequivocabilmente
che questa sia effettivamente l’azione necessaria da attuare.
44
Amici del Cuore
Ovvio che esista ancora la criticità di questa scelta, ma nei moderni defibrillatori (quelli ai quali la nuova legge si riferisce) la macchina stessa, con un software
sofisticato, può verificare la situazione di necessità e l’utilità dell’intervento. Essa,
dopo averne diagniosticato la necessità, la comunica all’operatore che dovrà solo
essere in grado di manovrare la macchina stessa.
Si tratta di una “scatola” a prova d’urto, a tenuta stagna, con pochi pulsanti, un
piccolo schermo, un altoparlante (che è bene non “soffocare” con indumenti) e gli
attacchi per i due cavi degli elettodi. Quando necessario la si attiva e ci si prepara
a praticare le istruzioni vocali che emette: dapprima essa esorta a inserire le spine
degli elettodi e ad applicare questi sul torace del pericolante (sui cuscinetti c’è il
grafismo che riproduce l’area su cui appiccicarli). Quindi la macchina procede a
una serie di controlli durante i quali esorta il soccorritore a non toccare il pericolante (anche per non alterare i parametri che essa sta verificando).
Elaborati i dati, la macchina, suggerisce di riprendere la rianimazione (CPR),
oppure esorta ad allontanarsi ed allontanare tutti gli astanti, per preparare la
scarica (sarebbe molto “antipatico” essere a contatto con il pericolante mentre
la riceve).
Un segnale acustico indica che la macchina è pronta e viene richiesto di “liberare” la scarica pigiando l’apposito pulsante. Subito dopo, viene ripetuto il controllo
dei vari parametri ed emanate nuove istruzioni: riprendere la rianimazione, oppure ripetere la scarica, o attivare altre manovre.
LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI
DI UN DEFIBRILLATORE
• Batteria a lunga durata
• Durata quando installata di 5 anni.
• Batteria training ricaricabile Una soluzione economica per l’utilizzo dell’apparecchio per addestramento
• Display retroilluminato Migliora la qualità dell’ECG e la visibilità del testo in
condizioni di luce solare diretta o di oscurità
• Indicatore di stato e di autotest Visualizza lo stato operativo e mostra chiaramente se l’apparecchio è funzionale pronto per l’uso
• Configurazione semplice e flessibile Permette numerose possibilità di configurazione, inclusi i trattamenti secondo i protocolli ERC, AHA, ILCOR
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• Pulsante di override manuale Può essere reso attivo o meno (Solo per il
modello M3840A)
La figura indica una dei tanti apparecchi che sono in commercio e che utilizzati immediatamente, possono salvare vite umane.
Il costo è attualmente attorno ai 3.000 euro, una somma ridicola in confronto alla vita
di una persona.
La nostra Associazione Onlus si vuole impegnare in prima persona per riuscire a fornire
questo apparecchio in ogni luogo molto frequentato tipo, scuole, supermagazzini, teatri,
locali pubblici a grandi presenza ecc.
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Amici del Cuore
LA SESSUALITÁ,
QUANDO SI HANNO DEI CHILI DI TROPPO
(notizie attinte da un manuale del prof. Franco Tomasi di Ferrara)
Il prof. Michele Carruba, presidente della Società Italiana dell’Obesità, scrive nella
sua introduzione al manuale questa frase, estremamente importante su questo scottante argomento sulla disfunzione erettile di una persona.
“Prevenire o curare il soprappeso e l’obesità ha ripercussione positive non solo sullo
specifico problema sessuale, ma anche sul rischio di incorrere in gravi malattie di tipo
cardiovascolari e metaboliche, con un netto guadagno in termini di aspettativa della vita e
della qualità di vita…”
Il problema quindi, come già ho indicato in precedenti capitoli di questo volumetto, è sempre e solo esclusivamente nostro. Noi siamo sempre gli artefici di quello
che ci capita e solo se vogliamo bene al nostro corpo comportandoci in un certo
modo, badando a non strafare, possiamo pensare di non danneggiare i nostri organi.
Ma credetemi è molto più facile parlarne che mettere in pratica il tutto. Sono grossi
sacrifici.. non dimenticatelo.
Da studi fatti recentemente sulla obesità, è emerso che il peso è anche quasi
sempre un chiaro indice di disfunzioni sessuali.
Se noi osserviamo quanto indicato nelle tabelle precedenti possiamo essere certi
che il nostro corpo ne trarrà non solo dei benefici in termini di malattie e di disfunzioni di vario genere, ma anche la nostra attività sessuale ne risulterà migliorata.
Questo problema non è solo maschile, ma anche delle donne, soprattutto nelle
ragazze giovani che si affacciano alla vita sessuale. Il timore spesso psicologico del
timore di essere rifiutate per il proprio aspetto, può impedire di fatto un rapporto
sessuale.
Nei maschi obesi, si sono riscontrati dei bassi livelli di testosterone (soprattutto
nelle persone che hanno una età superiore ai 60 anni).
Questo ormone ha la capacità di acuire il desiderio sessuale e quindi la sua mancanza o diminuzione nel nostro corpo, porta come conseguenza la diminuzione della
“libido”, fattore indispensabile per ottenere una erezione soddisfacente.
Secondo l’autore del libretto il prof. Tomasi, per ottenere dei buoni risultati riguardanti la diminuzione di peso, occorre affidarsi a figure professionali competenti,
in grado di indicare la strada migliore, soggetto per soggetto, per ottenere questo
scopo.
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Ma occorre anche essere “motivati” cioè voler effettivamente ottenere gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Non basta dire: “inizio domani la cura” e poi continuare a comportarsi nello stesso modo, senza fare alcun sacrificio su quello che
introduciamo nel nostro stomaco, al solo scopo di soddisfare il nostro palato.
Le regole per diminuire di peso le ho già indicate nelle pagine precedenti e quindi
non è il caso che ritorni sullo stesso argomento, ma come sempre accade, siamo noi
stessi che dobbiamo trovare la forza di cambiare, di trovare una strada nuova nella
quale incamminarsi e soprattutto d’ avere la costanza di seguirla, senza ritornare sui
nostri passi.
48
Amici del Cuore
ALTRE PICCOLE INFORMAZIONI
CHE COSA SUCCEDE QUANDO SI É DIMESSI
DALL’OSPEDALE:
Il medico del reparto, al momento delle dimissioni,Vi consegna la cartella medica
dove troverete:
• il motivo per il quale siete stati ricoverati (diagnosi)
• il trattamento a cui siete stati sottoposti
• gli esami che avete fatto
• la terapia che dovrete seguire quando sarete a casa
• altri eventuali consigli
Ricordatevi di prendere i farmaci in determinate ore della giornate, secondo l’efficacia del farmaco e secondo i nostri consigli.
Eventuali variazioni sono possibili, ma è sempre utile consigliarsi prima con il
medico che vi ha avuto in cura in ospedale.
Occorre sempre sapere che la riduzione, oppure la interruzione dell’assunzione
di un farmaco che vi è stato prescritto, può provocare la ripresa dei sintomi che
avevate prima della Vostra degenza in ospedale.
Conservate i farmaci nelle loro confezioni originali e state sempre attenti a non
confondere farmaci diversi, soprattutto quando hanno quasi lo stesso colore e dimensione.
Controllate sempre le date di scadenza, molti farmaci scaduti magari non fanno
male, ma non assolvono più alle loro funzioni.
Se doveste sentire nuovi sintomi o la loro ricomparsa, rivolgetevi subito al Vostro medico di base, che Vi saprà consigliare cosa fare e quali esami eventualmente
prescrivere.
Potete sempre anche rivolgerVi a questa nostra Associazione onlus, che ha, tra i
suoi tanti obiettivi, anche quello di essere vicino ai suoi associati, nel consigliare cosa
fare quando, per una qualsiasi causa, si notano dei disturbi che non sono abituali e
che Vi danno delle preoccupazioni.
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Il Progetto - si accettano consigli Tornando nella mia città da un viaggio di lavoro salgo su un taxi, comunico l’indirizzo all’ autista e mi rilasso; la mia attenzione viene attratta da un cartello, posto sullo schienale davanti a me, che recita: “Si accettano consigli sul percorso da seguire”.
Non dico una parola, ma rifletto a quante volte ho tentato timidamente di suggerire e quante volte sono stato rimbrottato con distacco professionale, con aria di
compatimento o con palese insofferenza, e non posso fare a meno di pensare che
forse alcuni pazienti avrebbero molto apprezzato da parte mia un atteggiamento di
disponibilità all’ ascolto e al confronto, avrebbero gradito poter dire la loro e poter
condividere le scelte.
Prima di arrivare dico al tassista che quel cartello è sorprendente e civilissimo;
mi ringrazia e mi domanda che lavoro faccio. Gli dico che sono medico e lui, quasi
avesse letto nei miei pensieri, mi congeda dicendo “Perchè non lo mette anche lei
nel suo studio ?”
In questo aneddoto stanno la filosofia di fondo e le scelte strategiche di Tuttocuore.it il Sito di Heart Care Foundation, Fondazione Italiana per la Lotta alle Malattie
Cardiovascolari ONLUS
Tuttocuore.it vuole essere uno strumento di informazione dalla parte
dei cittadini, perché possano diventare partner consapevoli nella gestione
della propria salute cardiologica.
In una società caratterizzata dal frastuono della comunicazione il cittadino paziente ha fame di informazioni utili su un tema centrale come quello della salute; lo
dimostrano gli inserti dei quotidiani, le rubriche dei settimanali, le trasmissioni televisive, l’ elevato numero di accessi ai siti internet sulla sanità. Il problema non è quindi
nella disponibilità di fonti, ma piuttosto nella qualità e fruibilità dell’ informazione: lo
dimostrano la vicenda Di Bella e il panico prodotto dalla vicenda cerivastatina.
Tuttocuore.it vuole essere uno strumento di informazione onesta che
coniughi rigore scientifico e semplicità.
La nostra scelta non è quella di trasferire un’immagine della Cardiologia costantemente infallibile e vincente, bensì quella di aiutare il cittadino a distinguere tra
certezze acquisite e zone d’ ombra, tra scoperte affascinanti ma ancora lontane dalla
pratica applicazione e prassi fondate sulla ricerca clinica rigorosa. Potrebbe uscirne
un’immagine di medicina “perdente” che ingenera ansia e sfiducia? Al contrario da
questo stile di informazione potrebbe formarsi un utente più consapevole, capace di
coniugare il “cliente esigente” con il “partner fiducioso”, che non pretende screening
50
Amici del Cuore
inutili, ecografie inappropriate, mammografie alle trentenni e PSA a tutti i maschi cinquantenni, ma esige informazione esauriente per essere compartecipe delle scelte
sulla propria salute.
Ma Tuttocuore.it non vuole assolutamente interferire con il ruolo del
singolo medico, a cui, nel rapporto individuale con il paziente, competono le scelte
diagnostiche e terapeutiche. Infatti l’attività clinica si fonda su un difficile e faticoso
trasferimento alla pratica di conoscenze acquisite attraverso un rigoroso processo
di verifica sperimentale, necessariamente integrate dall’esperienza del singolo e dalla
verifica di applicabilità al singolo paziente. Anzi Tuttocuore.it svilupperà anche una
sezione per il medico ad accesso riservato, in cui verranno inserite molte delle informazioni fornite al cittadino, naturalmente con un linguaggio più tecnico e con più
approfonditi riferimenti scientifici.
Tuttocuore.it cercherà anche di interagire con gli operatori dell’ informazione, pur nel rispetto della loro autonomia, pubblicando in un’altra sezione ad accesso riservato le ultime notizie vagliate alla luce della specifica competenza cardiologica.
Se i giornalisti lo vorranno, potranno avere a disposizione, per la preparazione dei
loro pezzi, il punto di vista dei cardiologi.
I contenuti di Tuttocuore.it
Uno spazio prevalente verrà dato alla prevenzione. Le malattie cardiovascolari
sono la principale causa di mortalità e di ricoveri in Italia, ma esse si possono efficacemente prevenire abolendo il fumo, adottando una dieta equilibrata e mantenendo una moderata attività fisica; se stili di vita “salvacuore” non fossero sufficienti
a correggere il rischio potrà essere necessario ricorrere a farmaci per controllare la pressione e il livello di colesterolo. Secondo l’ OMS il pesante contributo di
vite e sofferenze pagato alle malattie cardiovascolari potrebbe addirittura essere
dimezzato con una strategia di “promozione della salute” rivolta a tutta la popolazione, integrata da interventi farmacologici limitati ai soggetti a più alto rischio.
Oltre ai temi della prevenzione verranno pubblicate schede illustrative sulle principali patologie, sulle più importanti procedure e sui farmaci di maggior rilevanza in
ambito cardiologico.
Una sezione presenterà commenti e spiegazioni sui risultati dei più importanti studi cardiologici,cercando di illustrare la reale rilevanza delle“scoperte” pubblicizzate dai media.
Per garantire questo programma Tuttocuore.it potrà contare sulla collaborazione volontaria dei cardiologi appartenenti all’ ANMCO (Associazione
Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri): sono circa 5000 ed operano in tutti
gli ospedali italiani. Dal punto di vista scientifico sono organizzati in Aree di interesse
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specifico (scompenso, prevenzione, emergenza urgenza, aritmie,….) Ciò garantirà
una competenza approfondita per ogni singolo argomento; il possibile eccesso di
tecnicismo legato alla superspecializzazione dovrebbe essere evitato da un comitato di redazione che ha il compito di valutare ed omogeneizzare i vari contributi.
La diffusione dei cardiologi dell’ ANMCO in tutta Italia e la loro articolazione in Delegazioni regionali consentirà anche di diffondere attraverso il sito, attività locali aperte
al pubblico, soprattutto quelle rivolte alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Infine per quanto riguarda gli aspetti inerenti la ricerca cardiologica, soprattutto
la ricerca clinica, con le sue importanti ricadute sulle modalità di assistenza, Tuttocuore.it si avvarrà della collaborazione del Centro Studi ANMCO, che gestisce
e coordina tutta l’ attività di ricerca della Fondazione e dell’ ANMCO in Italia e in
collaborazione con Centri di ricerca internazionali.
Ma se Tuttocuore.it vuole essere uno strumento di informazione dalla
parte dei cittadini, non c’è il rischio che questa sua vocazione venga tradita sin dall’ inizio se lo strumento è lasciato in mano solo ai cardiologi?
Chi decide che cosa interessa ai cittadini? Gli utenti che ruolo possono avere?
Per rispondere a queste giuste perplessità sono stati pensati due strumenti: la costituzione di Focus Group con la partecipazione di cittadini rappresentativi della
composita realtà sociale italiana e soprattutto sarà dato ampio spazio all’interattività
con i visitatori del sito, che potranno porre domande, suggerire temi, discutere i
contenuti già pubblicati.
Infine bisogna dare una risposta esplicita ad una domanda che in Italia purtroppo rimane quasi sempre inespressa: con quali soldi si finanzia tuttocuore.it?
Al momento, si basa sul volontariato dei cardiologi aderenti all’ ANMCO e alla
Fondazione e sulla collaborazione con Saatchi&Saatchi; auspichiamo che alla Fondazione possano giungere contributi volontari da parte di utenti soddisfatti del
sito, per poterlo mantenere ed ampliare; nel caso in cui fossero necessari e disponibili finanziamenti provenienti da Istituzioni o Industrie, essi saranno immediatamente resi noti agli utenti del sito. Se il potenziale conflitto di interessi non
è eliminabile, l’unico strumento oggi disponibile è quello almeno di dichiararlo.
Agli utenti del sito rimarrà l’insindacabile giudizio sul nostro grado di autonomia.
LA NOSTRA ONLUS, APPROVA COMPLETAMENTE
IL PROGETTO ED AUSPICA CHE QUANTO INDICATO DA TUTTO
CUORE VENGA PRESTO ATTUATO PER IL BENE
DI TUTTA LA COMUNITÁ ITALIANA.
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Amici del Cuore
LE MIE MEDICINE
A COLAZIONE.........................................................
ALLE ORE....................................................................
A PRANZO....................................................................................
ALLE ORE......................................................................................
A CENA.................................................................................
ALLE ORE.............................................................................
P.S. LA NOSTRA ASSOCIAZIONE DISTRIBUISCE AI SUOI SOCI
DELLE PARTICOLARI SCATOLE PER LE VOSTRE PILLOLE A TRE SCOMPARTI
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SOSTIENI LA NOSTRA ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO.
DIVENTA NOSTRO SOCIO, DAI IL TUO CONTRIBUTO
PER AIUTARCI A FINANZIARE LA PREVENZIONE
DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI.
PIU’ SOCI AVREMO, MAGGIORI POSSIBILITÁ CI SARANNO
PER PROMUOVERE TUTTE QUELLE AZIONI NECESSARIE
A FAR CONOSCERE AD UN PUBBLICO PIÚ VASTO,
COME CI SI DEVE COMPORTARE PER EVITARE DI AFFATTICARE
TROPPO IL NOSTRO CUORE E DI CONSEGUENZA POTER AVERE,
ANCORA GIOVANI,
DEI PROBLEMI CARDIO VASCOLARI.
LA NOSTRA ONLUS OPERA DA ANNI (1981) PER RIUSCIRE
AD AIUTARE COLORO CHE VENGONO COLPITI DA QUESTE
PATALOGIE, MA ABBIAMO SEMPRE BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO PER FARE IN MODO D’OTTENERE
QUEI FINANZIAMENTI NECESSARI
AD AVERE DEI RISULTATI ANCORA PIÚ SODDISFACENTI.
IL NOSTRO CODICE FISCALE: 97504090016
NON DIMENTICATE DI RICORDARE CHE ANCORA OGGI
IN ITALIA, OLTRE 150.000 PERSONE OGNI ANNO
VENGONO COLPITE DA QUESTE PATOLOGIE
E QUESTO NON DEVE ASSOLUTAMENTE PIÚ ACCADERE
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Amici del Cuore
copyright Bijno 2007
BANCA INTESA SANPAOLO di Torino
Via Garibaldi, 45
c.c. 017242810197 ABI 3069-2 CAB 01138/7
IBAN IT52 A030 6901 1380 1724 2810 197
CONTO CORRENTE POSTALE N. 19539105
INTESTATO A: “AMICI DEL CUORE PIEMONTE onlus” - CASELLA
POSTALE 217 10100 TORINO
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NOTE
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