Il ‑ UN COMPOSITORE DI MUSICA LITURGICA: VINCENZO MODARO

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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
Agli albori della musica liturgica
Il mottetto della gioia
Note critiche su un polifonista inattuale
di
Giuseppe Caponnetto
Istituto Superiore di Scienze Religiose- “S. Luca" Catania
« Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato trascorso, è una forza viva che anima
ed informa il presente. [….]
Per fare del nuovo ci si riannoda a una tradizione, la quale assicura così la continuità della
tradizione».
I. Stravinsky, Poetica della musica, Cap III
l. In mezzo alle vicissitudini dei tempi nuovi
Sin dagli inizi del XX secolo, la Chiesa italiana sta vivendo un profondo rinnovamento liturgico non solo
con la realizzazione post - conciliare di repertori nazionali dei canti ma anche e soprattutto con la creazione
di opere liturgico-musicali di pregevole fattura, animata da un sincero e convinto amore verso la Santa
Liturgia.
Secondo Donella, i grandi della prima Riforma liturgico – musicale sono stati: Perosi, Refice,
Vittadini, Donini e Somma. Essi hanno dimostrato di essere cinque musicisti tanto diversi:
«Non solo hanno elaborato uno stile comune, tanto meno uniforme e monotono come quello dei ceciliani
tedeschi, ma nella colorita pluralità di espressioni mostrato quanta vitalità e libertà e fantasia vi fosse nel
movimento riformatore autentico al di là degli aridi discorsi accademici che vi si tenevano».1
----------------------------------------------1 V. DONELLA,Dal Pruno al Melarancio, ed. Carrcra, Bergamo,1998,134.
Essi hanno seguito l'innato intuito, creando un linguaggio autonomo ed egualmente efficace sul piano
liturgico. Quando mai l'ottocento ha conosciuto compositori di musica liturgica così grandi? Viene poi un
nutrito numero di musicisti che, anche se non segnati dal genio musicale, seppero offrire alla nostra chiesa
Italiana notevoli pagine di canto liturgico, con un impegno vivo e attento al valori intrinseci della Santa
Liturgia come Raffaele Casimiri, Luigi Bottazzo, Armando Tosi, Nestore Boranchelli, Giovanni Pagella,
Federico Chiesa, Arnoldo Furlotti, Luigi Picchi.
Tra le nuove generazioni, ricordiamo gli autori che vissero in un periodo di transizione dal pre al post
Concilio Vaticano II: Domcnico Bartolucci, Luciano Migliavacca, Dino Menichetti, Mario Scapin, Ernesto
Bosio, Terenzio Cardini, Enrico Capaccioli.
Fra i musicisti della nuova generazione appartenente a quella degli anni '20 corne Zardini, Soresina,
Nasoni, Capaccioli, Bonfitto, si impone all'attenzione la singolare personalità di Bernardo Vincenzo Modaro,
impegnato con entusiasmo liturgico e con accortezza musicale nel processo di rinnovamento della liturgia
conciliare della Chiesa italiana durante gli anni '80.
Modaro ci dà la possibilità di meditare su un modo di comporre per la Santa Liturgia secondo processi e
parametri di adattamento all'assemblea liturgica e allo spirito della Liturgia.
Bernardo Modaro, cresciuto in quella schiera di musicisti degli anni '20 del Novecento, ancora vivente,
viene ora sottoposto alla nostra sensibilità liturgico - musicale, sempre convinti che altri eccellenti musicisti
della Riforma liturgica sia di Pio X sia del Concilio Vaticano II, meriterebbero di essere accostati e
considerati ancora «musica viva» dell'assemblea liturgica di inizio III millennio. Egli è un musicista che ha
contribuito al progresso liturgico - musicale del popolo di Dio. Già, nel corso del lungo processo riformatore
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
pre e post - conciliare, si cominciò a delineare una doppia schiera di compositori: quelli che affrontarono la
musica sacra come «opera d'arte» al di là di ogni applicazione pratica, sono i «puristi della musica sacra»;
poi ci furono quelli che dedicarono il loro lavoro al rito liturgico senza trascurare di dare una veste artistica
alla loro musica.
L’associazione «S. Cecilia», prima del Concilio Vaticano II, si pose all'avanguardia in Italia con
molteplici iniziative di apertura alla modernità, come la «Lourdiana». Di lì a poco, dopo il Concilio Vaticano
II, si chiuse in una torre d'avorio, rovinosa per la musica sacra in Italia.
In occasione del IV Congresso Internazionale di Musica religiosa, del l'associazione «Universa Laus»,
Che si è svolto ad Essen nel settembre 1971, un relatore interpretò i risultati di un'inchiesta che era stata
presentata a quel congresso, sulla musica di Chiesa in Germania come prova dello stato di desolazione nel
quale sarebbe stata gettata la musica cattolica dalla riforma liturgica conciliare.Il fatto è che ha crisi della
musica di chiesa non era stata provocata soltanto dal Concilio e dalla riforma liturgica, ma era vecchia di più
di cent'anni.
In tale situazione appare utile essere iniziati al valore della prassi liturgico - musicale di questo
compositore, figura esemplare di ciò che è stata la musica liturgica nello scorso secolo. Egli è stato
impegnato nella riforma liturgica della musica e nella promozione dell'associazione musicale «S. Cecilia».
Ha elaborato un proprio stile liturgico - musicale come prova significativa di un possibile progresso dei
popoli che professa la sua fede cantando.
Bernardo Vincenzo Modaro è nato a Caltavuturo (PA) il 18 novembre 1921.
Si è diplomato in composizione al Conservatorio «V. Bellini» di Palermo nel 1966. Ha vinto il concorso
alla cattedra di composizione al Conservatorio «S. Pietro a Majella» di Napoli. Ha insegnato composizione
nel Conservatori «A. Corelli> di Messina e «F. Cilea» di Reggio Calabria. Negli anni ottanta è stato direttore
dcl Conservatorio di Reggio Calabria - Vibo Valentia. Ha fondato e diretto per diversi anni l'Orchestra da
camera di Messina.
La sua formazione musicale è strettamente legata alla figura del maestro Gino Contilli (1907-1978),
direttore dell'Istututo Musicale «A. Corelli» di Messina da 1942 al 1966. Ebbe a dire Giacomo Manzoni, suo
allievo:
«Questa capacità maieutica, profondamente umana, Contilli seppe profondere instancabilmente intorno a
sé sino alla fine dei suoi giorni, ma forse soprattutto, o almeno in modo particolarmente felice, in quei lontani
anni messinesi. Sotto la sua guida, del resto, crebbe un nucleo di agguerriti musicisti che rese possibile
l'affermarsi a Messina di una vita musicale sprovincializzata e moderna, e che a Contilli ha continuato a
guardare come a un vero maestro di musica e di cultura».2
Tra questi musicisti formati alla sua scuola c'è Vincenzo Modaro che seppe apprezzare la finezza del
gusto musicale, l'acutezza del suo sentire e la serietà del mestiere del suo maestro che lo pongono tra i
musicisti più rilevanti del dopo guerra.
Infatti Modaro si pone fra la generazione di G. Salvucci, di Petrassi e di Dallapiccola
che operarono nella musica una grande opera di svecchiamento ponendola nell’ampio orizzonte europeo
insieme con Gino Contilli, ritenuto cultore della dodecafonia classica, e quella di Luciano Beno e Bruno
Maderna, di A. Clernenti e di G.Manzoni.
Di certo, Modaro è distante dall'una e dall'altra generazione di musicisti che hanno vissuto le vicende della
musica contemporanea.
A questo tipo di impegno musicale di Modaro appartengono:
*Due testi didattici: «Ritmica - metrica e forme musicali> utile per il corso di cultura generale nei
Conservatori, «Armonia», testo di composizione nei Conservatori.
----------------------2 G. F. ZACCARO.Gino Contilli,Ed Suvini Zerboni,Torino 1980,62-
*Musiche come «Suite», «Notturno I e 2», «Allegro per quartetto d'archi «Panta Rei per violino e piano
forte», «Momenti I - II - III », Canti come Sicilia del 1960, Piccola Regina per soprano e pianoforte del 1999
ecc. e canti siciliani rielaborati in modo polifonico.
Fra i due testi didattici il secondo, intitolato «Armonia» e pubblicato a Messina nel 1983, è dedicato al
suo Mastro Gino Contilli al quale deve tutto: la sensibilita artistica e il magistero di un eccellente didatta. Il
maestro Modaro è ritenuto, nella prefazione di Dimitri Vojlnic, «uno dei migliori didatti> che ha elaborato
un trattato di armonia in tempi di tramonto della dodecafonia e di crisi della musica elettronica dopo il
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
famosissimo «Trattato di armonia» di Arnold Schónberg dove ripercorreva, agli inizi del secolo XX, la
storia del pensiero musicale sul piano teorico.
Entrato ben presto nel seminario serafico della provincia religiosa dei frati minori cappuccini di Messina,
portò a termine il suo percorso formativo con l'ordinazione sacerdotale, avvenuta a Gilmanna nel 1947. E’
stato nominato Direttore del Gruppo Musica sacra dell'Ufficio Liturgico dell'Arcidiocesi di Messina e
Delegato Diocesano e Responsabile del Coordinamento dell'Associazione Italiana «Santa Cecilia». Già nel
1975 l'arcidiocesi di Messina organizzò un riuscitissimo convegno su «Musica e liturgia» grazie all'amico di
Modaro, Raimondo Frattallone, dottore in teologia morale e in filosofia, diplomato presso il Conservatorio
Musicale di Messina. R. Frattallone non era estraneo a lavori del genere in quanto aveva pubblicato nel 1978
due articoli in «Ephemenides Liturgicae» fino al lavoro intitolato «Musica e liturgia» dei 1991, una guida
formativa per la musica e per il canto delle celebrazioni liturgiche.
B.V. Modaro occupa un posto di rilievo in quella corrente di musica liturgica, che ha avuto il suo
maggiore esponente in Joseph Gelineau (1920 - vivente), professore di pastorale liturgica all'Istituto
Superiore di Pastorale Catechetica di Parigi, membro del centro nazionale di pastorale liturgica, redattore
della rivista «Eglise qui chante». Tra le sue pubblicazioni ricordiamo «Chant et musigue dans le culte
chretiens» (1961) e il recente volumetto «La liturgia domani» (1976). Gelineau è riconosciuto per il rilancio
della pratica salmodica attraverso i moduli resi popolari dalla pubblicazione «Trenta Salmi e un Cantico»
(1962). Modaro ha operato per questi tipo di musica in un periodo di transizione dalla tradizione musicale
maturata secondo la riforma del papa Pio X a quella innovativa del Concilio Vaticano II.
Ed è proprio in questo periodo che molti musicisti si sono adoperati a rinnovare la musica sacra
orientandole verso il suo «Innesto radicale» nella liturgia eucaristica, come Zardini, Soresina, Santucci,
Nasoni, Marciano, Dalla Vecchia, Corbetta, Capaccioli, Confitto, Bellucci, ecc.
La sua produzione musicale di tipo liturgico si pone nella continuità di quelle tradizioni musicali nate con
il canto gregoriano, con la musica palestriniana e perosiana nella prima metà del XX secolo,ma soprattutto è
maturata in quei diversi tentativi di offrire alla nuova liturgia conciliare nuovi canti,semplici di tipo modale
in forme responsoriali per favorire la partecipazione dei fedeli,ma legati sempre allo stile neoclassico o
vicino al recitativo:i 30 salmi di J.Gelineau;le messe di L.Picchio,di P.Damiliano,di A.Gazzera,di
M.Scapin,di A.Martorelli,di N.Vitani,i corali come <Mistero della cena> di G.Stefani – Hasler – Bach, <Noi
canteremo gloria a te> di G.Stefani – Bourgeois (1966); i canti come <Al tuo santo altare> e <Tu sole vivo>
di E. Renoglio,<Padre che hai fatto ogni cosa dal nulla> di L.Migliavacca,<Dov’è carità e amore> di
V.Meloni . F.Zanettini – T.Zardini (1965),i canti <Un solo Signore> di L.Deiss (1971) ritenuto <uno
strumento di istruzione bibiblico – catechetica> dei fedeli (1971).
Questo panorama musicale della fine degli anni '60 ci fornisce il quadro di riferimento essenziale per
comprendere le varie opere liturgico - musicali di V.Modaro.
Tutte le sue opere liturgico - musicali sono state raccolte in due volumi,pubblicati a Messina nel 2001. La
sua musica liturgica è nata in un arco di tempo che va dagli anni ’80 fino agli inizi del III millennio.
La sua produzione liturgico -- musicale è stata realizzata dopo la 1° revisione dell’attività liturgica scaturita
dalla costituzione «Sacrosanctum Concilium> e presentata in una Nota pastorale della Commissione
episcopale per la liturgia< Il rinnovamento liturgico in Italia» Il 23.09.83. Infatti la <nota» mette in luce che
negli anni '60- '70 c'è stato «uno straordinario fervore di produzione musicale per la liturgia:il repertorio dei
canti è risultato notevolmente arricchito e migliorato: quasi ogni momento di ciascuna celebrazione ha ora un
suo repertorio; nuove aspirazioni e nuove consapevolezze hanno trovato espressione nei nuovi testi »3
Tuttavia non bisogna dimenticare che nessuna espressione artistica nasce mai adulta per cui la produzione
liturgica - musicale degli anni precedenti non è all'altezza della Santa Liturgia.
Modaro, come altri compositori, ha ascoltato il richiamo della «Nota pastorale>del 1983:
<Sarà invece compito di tutti coloro che si impegnano in questo settore favorire una migliore selezione tra i
canti esistenti mediante segnalazione del materiale più valido, l'indirizzare la nuova produzione verso la
creazione di brani che meglio corrispondono alle attese delle assemblee in preghiera»
Modaro, così, volgerà la sua attenzione verso la liturgia eucaristica eseguita per coro ed assemblea come la
<Piccola Messa per coro a 3 voci miste> la Messa della BV Maria per coro»; la «Festa dell'Immacolata per
coro a 1 o 4 voci», «Maria Ausiliatrice a 1 o 3 voci» , la «Liturgia eucaristica per solo e a 4 voci ineguali».
opere dalla forte connotazione polifonica. Le altre liturgie eucaristiche saranno realizzate per assemblea
come «La Liturgia Eucaristica: il Dio della gioia raduna la sua Chiesa» o la «Messa per la professione
religiosa per assemblee e coro a 1 voce> A ciò bisogna aggiungere il suo repertorio di canti liturgici che
verrà esaminato a parte Quindi tutta la sua musica può essere suddivisa in due generi liturgico – musicali: la
liturgia eucaristica e il canto liturgico.
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
Come molti musicisti, Modaro si è adoperato a fornire un repertorio di canti utili alla celebrazione
liturgica con questa distinzione che bisogna tener presente:
1° Repertorio di canti: i Salmi
2° Repertorio di canti: Canti per varie necessità
Il primo repertorio riguarda tutti i salini che sono presenti nelle sue Liturgie eucaristiche e nella Liturgia
delle ore come Salmi recitativi. Essi sono parte integrante alla Liturgia della Parola. Le melodie salmodiche
del suo repertorio sono degne di essere avvicinate a quelle di J. Gelincau, di D. De Stefanis, L. Picchi, L.
Augustoni.
Al secondo repertorio appartengono canti diversi a secondo dell'uso che se fa: canti per l'adorazione
eucaristica, per grandi occasioni. In essi vengono utilizzate alcune forme di genere liturgico - musicali come
inní, mottetti, corali, ecc.
2.
2.1
Le opere liturgico - musicali
Il canto lilurgico
1 Salmi come canti liturgici per eccellenza
Nel volumi pubblicati, Modaro ha raccolto tutti i salmi adoperati per le varie celebrazioni eucaristiche da
lui musicate. Egli ha voluto mostrare il suo amore verso i Salmi, «il Canto ispirato per eccellenza», che è il
tesoro biblico dei salmi con cui il canto gregoriano stesso era stato costruito. Modaro ha voluto dare il suo
contributo alla valorizzazione del Salterio come J. Gelincau ha dato alla salmodia un'originalità propria
secondo questi criteri:
- a differenza del canto gregoriano ad ogni accento ritmico poetico corrisponde un accento musicale (ad
esempio: venite, adoriamo il Signore);
- la musica non è fine a se stessa, ma le conferisce ampiezza lirica. Secondo l'autore, infatti, nel canto dei
Salmi ogni ricerca melodica diventerebbe distrazione.5
5 J. GELINEAU, Canto e musica nel culto cristiano, Torino 1963. ID, Il canto dei salmi in AA.VV.,Nelle
vostre assemblee, vol.1°. Queriniana, Brescia 19863, 275-281.
I. Deiss ha pubblicato nel 1971 la raccolta di canti «Un solo Signore», raccolta salutata molto
favorevolmente per il contenuto biblico dei testi, per la bontà e la popolarità delle melodie, per il dialogo che
prevede tra il coro e assemblea, per la pertinenza liturgica dei brani. Oggi questa raccolta viene considerata
uno «strumento istruzione biblico - catechistica dei fedeli». Ricordiamo la comunità monastica dei
Camaldolesi che ha pubblicato negli anni '80 le musiche per le quattro domeniche del Salterio distribuite
nella «Liturgia delle Ore» (Lodi + Vespri).
Modaro ha cercato di trovare una «forma corale» che mette in evidenza che è tutta l'assemblea che
canta in coro, ciascuno però, con un proprio ruolo. Sono salmi processionali quando l'essenziale è il canto
dell'antifona. Il numero e le scelte dei versetti è variabile. L’antifona esige una certa ampiezza sia come testo
sia come musica (sviluppo melodico, armonizzazione, accompagnamento).
Ecco alcuni esempi tratti dalle liturgie eucaristiche:
1° - I Dom. di Quaresima - Canto d'ingresso: Salmi 98 e 89
2° Liturgia Eucaristica «Il Dio della Gioia» - Salmo 99 Antifona alla Comunione per solo ed assemblea =
Canto offertoriale.
Sono salmi responsorìali quando i versetti del salmo stanno al primo posto. Il ritornello non è
obbligatorio, anche se molto spesso fa da chiave interpretativa. Ecco alcuni esempi tratti da liturgie
eucaristiche:
1° - Il Domenica di Quaresima - Canto Responsoriale :Salmo 32. –
Antifona: Andante per voci ed organo.
1 - Coro - molto espressivo - Ritornello
2 - Coro - molto espressivo – Ritornello
3 - Coro - molto espressivo - Ritornello.
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
2° - IV Domenica di Pasqua - Canto responsoriale: Salmo 22 –
Antifona: Solo/ Assemblea per voci ed organo
1 Solo liberamente - Rit.
2 Solo liberamente - Rit.
3 Solo liberamente - Rit.
Oltre la parola chiave o l'immagine messa a fuoco o il versetto che potrebbe aprire il canto o fare da
ritornello, Modaro ha saputo creare un tessuto corale che tenga insieme una certa durata o un certo rilancio.
Abbiamo visto, attraverso gli esempi precedenti, che Modaro ci lavora sopra i salmi, per ridistribuirli e
magari per riscriverli come il mottetto, una forma particolare e classica di composizione che sarà utilizzata
come canto offertoriale o canto processionale per la comunione nella «Messa della Gioia».
Canti liturgici per circostanze diverse
Modaro, negli anni '80 e '90, si è dedicato all'elaborazione di canti liturgici per scopi diversi:
A)
Canti Eucaristici
1) Ad una sola voce
O Gesù, tu sei il Pane per ass. a Iv. (19882 )- Vagliasindi
Se voi avete fame per assemblea a Iv - T: idem
Hai dato un cibo
Gesù, fonte di vita per ass. e coro Iv - Testo: Vagliasindi
Gustate e vedete per ass. e Coro a Iv o 3 voc o 3 vp
Per venire date, Signore
Fa di noi, Signore, un corpo solo.
2) A diverse voci - Mottetti
Uno solo è il pane - Per coro a 4 voci ineguali ed ass.
Hai dato un cibo
lo sono la vera vite
Adoro te devote (I' Schubert - Modaro - 2' Modaro)
Veni, Sponsa Christi - a 3 voci pari
Agnello e pastore - Canto dell'Anno della Grande Indulgenza.
B)
INNI
Inni Eucaristici: 1) 0 Gesù Salvatore per coro a 3 voci ineguali e
assemblea.
2) La croce di Cristo
3) O Cristo Sol di Pasqua
4) Inno del 21' Congresso Eucaristico Nazionale
5-12.6.1988
Inni vari:
1) A S. Eufrasia Pellchur
2) A Veronica e Francesco M. Di Francia
C)
Corali
1)
10 Corali per la S.Messa - Facile accompagnamento
»
Ti voglio star vicino per piccolo coro
3)
Gesù per le strade per piccolo coro
D)
Canti Mariani
Dio vi salvi, Regina
Salve, o Dolce Incoronata
O Vergine di Luce per piccolo coro
E) Parole di F. Maria Di Francia
Il Valore Divino
Il Paradiso a 4 voci dispari
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
F) Canti natalizi rielaborazioni polifoniche
Tu scendi dalle stelle
Noel
In notte placida
Astro del ciel
Adele Fideles
Ninna nanna.
Nel «Repertorio Nazionale di Canti per la liturgia» del 2000 sono stati inseriti alcuni canti del
maestro Modaro come «O Gesù, tu sei il Pane» e «Grandi cose». Il primo canto è stato pubblicato nel 1988 2
su testo di C. Vagliasindi: è un «andante affettuoso» con cui il cristiano adora Gesù Eucaristia in spirito di
meditazione gioiosa che può essere cantato da tutta l'assemblea. Il secondo canto, pubblicato nel 1989, è un
canto in onore di Maria SS., il suo grandioso Magnificat che il maestro ha reso in modo polifonico. Infatti va
eseguito per coro a 4 voci dispari.
A questi canti vanno aggiunti altri due canti molto significativi per la vita della Chiesa. Il primo è
stato composto come «Inno ufficiale» del 21' Congresso Eucaristico Nazionale, tenuto a Reggio Calabria dal
5 al 12 giugno 1988. Il testo è stato elaborato da Raimondo Frattalone su cui il maestro Modaro ha intessuto
un mirabile inno in cui trovano perfetta sintonia sia la musica sia la poesia, che diventano motivo di
comunione fra il popolo, la schola e il celebrante.E’ un inno strofico con ritornello che offre la possibilità di
un dialogo tra la schola che interpreta le varie strofe, mentre il popolo risponde con la strofa - ritornello
all'unisono. Il secondo è chiamato il «Canto dell'Anno della Grande Indulgenza». Questi canti sopracitati
sono l'esempio della versatilità musicale e liturgica del Maestro:
I' «Grandi cose» per coro a 4 voci dispari come un inno strofico con ritornello del popolo su strofe
varianti con polifonia.
2' I rimanenti canti sono inni strofici con ritornello o senza ritornello che possono presentarsi in
forma dì corale sia ad una voce che a più voci.
Sono canti che si integrano nell'armonia della celebrazione liturgica e si distinguono dalle
canzoncine sacre poiché si tengono lontani da qualunque sentimentalismo melodico e letterario.
2.2
Liturgia Eucaristica come liturgia della gioia
Durante gli anni '80 e '90, Modaro ha rivolto la sua sensibilità musicale verso la celebrazione
cucaristica come liturgia della gioia pasquale nel corso dell'anno liturgico:
«La santa Madre Chiesa considera suo dovere celebrare con sacra memoria in giorni determinati
nel corso dell'anno l'opera della salvezza del suo Sposo divino. Ogni settimana, nel giorno a cui ha dato il
nome di domenica, fa la memoria della Risurrezione del Signore, che ogni anno, unitamente alla sua beata
Passione, celebra a Pasqua, la più grande delle solennità»
(SC 102).
In quegli anni prendono corpo i «Canti per l'eucaristia delle domeniche di quaresima» pubblicati nel
1988 dalla Casa Editrice Elle di Ci. A questi seguono la «Messa in Coena Domini», pubblicata dalle Edizioni
Carrera, la Terza Domenica e la quarta Domenica di Pasqua, pubblicate rispettivamente nel 1993 e nel 1994
dalle Edizioni Elle di Ci.
Queste liturgie eucaristiche, centrali nella vita della Chiesa del Divino Sposo. sono state precedute da due
sante messe intitolate: la prima, pubblicata dall'Edizione Carrera agli inizi degli anni '80, dal titolo «Piccola
Messa» e dedicata al genitori di Modaro; la seconda ha questo singolare titolo, «Liturgia eucaristica - il Dio
della gioia raduna la sua Chiesa», mai pubblicata. Questo complesso di opere costituisce l’anirna o
l'ispirazione profonda della sua «concezione conciliare della musica liturgica». come vedremo avanti.
Modaro, negli anni '80, ha curato la liturgia eucaristica in onore di Maria SS. che «,Nella
celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la Santa Chiesa venera con particolare amore»
(SC 103).
Poiché Ella è congiunta indissolubilmente con l'opera della salvezza del Figlio suo; ancora continua
la Costituzione liturgica:
“In Maria ammira ed esalta il,frutto più eccelso della Redenzione, ed in lei contempla con gioia, come
in un'immagine purissima ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere» (SC 103).
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
Agli inizi degli anni '80 pubblicò la «Messa della B.V. Maria» per i tipi delle Edizioni Carrara,
preceduta da altre due come «Festa dell'Immacolata - Canti per la Messa per coro a 1 o 4 voci» pubblicata
dalle Edizioni Carrara, e la «Festa dell'Annunziazione», mai pubblicata come «Maria Ausiliatrice - Proprio
della Messa a 1 o 3 voci; sopr, contr I e II oppure sopr., contr. e ten.».
Oltre la venerazione verso Maria SS. hanno trovato posto la venerazione verso S. Giuseppe al quale l'autore
ha dedicato due messe (19 marzo e 1 maggio), e quella singolare per la canonizzazione di Santa Eustochia,
eseguita nel 1988 alla presenza del Santo Padre, e pubblicata dall'Edizione Carrara.
Liturgia eucaristica per assemblea e coro
In una raccolta intitolata «Canti per l'Eucarestia delle Domeniche di Quaresima», pubblicata nel
1988, Modaro ha presentato la sua poetica liturgico - musicale che è pienamente conforme al magistero
conciliare:
(I fedeli adempiono il loro ufficìo liturgico per mezzo di quella piena, consapevole ed attiva partecipazìone
che è richiesta dalla natura stessa della Liturgia e alla quale il popolo cristiano ha diritto e dovere in forza
del battesimo» (MS 15).
L'istruzione del «Consilium» e della SCR, pubblicata il 5 marzo 1967, dal titolo «Musicam sacram»,
continua nel sostenere che
«non c'è niente di piú solenne e,fèstoso nelle sacre celebrazioni di un'assemblea che, tutta, esprime con il
canto la sua pietà e la sua fede. Pertanto la partecipazione attiva di tutto il popolo, che si manifesta con il
canto, si promuova con ogni cura» (MS 16)
Questi principi liturgico - musicali sono stati approfonditi, in collaborazione col maestro Modaro, da
Raimondo Frattallone il quale, grazie alla sua preparazione culturale, ha affrontato le tematiche sul rapporto
Musica - Liturgia, in un libro intitolato «Musica e Liturgia», pubblicato in seconda edizione il 31 gennaio
1991,
1 - Riflessioni dottrinali sulla musica
A - Dimensione ecclesiale della musica
Nella celebrazione l'assemblea svolge in piena consapevolezza il suo ruolo di comunità celebrante
principale che vive la sua intima comunione ecclesiale anche attraverso la musica e il canto.
1) La musica segno e strumento di comunione ecclesiale
La presenza di Cristo Risorto è la sorgente di ogni comunione fraterna che si trasforma in gioia
comune che si esprime nel canto, generando l'unità dei cuori dei fratelli. In questo modo, il mistero di Gesù
continua ad agire nella comunità e per mezzo di essa: il canto e la musica diventano fermento di fraternità,
rafforzando il senso di comunione ecclesiale e condividendo, nel comune dinamismo della fede, della
speranza e della carità e nella comune professione della propria fede, la forza del canto che fa esplodere la
gioia pasquale, Nella sua «Liturgia eucaristica», intitolata «Il Dio della gioia raduna la sua Chiesa», il
maestro Modaro così fa cantare l'assemblea dei fratelli in Cristo per quella stretta unione dei cuori che è gioia
autentica e perenne:
Antifona d'ingresso
B - li popolo canta la liturgia
«Noi cantiamo non durante la messa, ma cantiamo la messa »
Così afferma Frattallone insieme con Modaro, rimarcando che il canto nella messa è un'esigenza che
sgorga dagli stessi elementi strutturali della celebrazione eucaristica, per cui possono essere espressi
musicalmente con generi diversi: inni/introito, Gloria, canto offertoriale, canto comunionale , ringraziamenti
dopo la comunione, canto dopo la conclusione; acclamazioni (Amen, Alleluia, Santo, Mistero della fede, Tuo
è il regno); litanie e suppliche (Rito penitenziale, preghiera dei fedeli, Agnello di Dio); salmi recitativi
dell'assemblea (salmo responsoriale, Credo, Padre Nostro, Dialogo fra celebrante e assemblea); canti del
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
celebrante e dei musicisti (Orazione, Prefazio, Pace, Embolismo, Saluto, benedizione del sacerdote e
congedo, letture della liturgia della Parola). E’ necessario che l'assemblea sia cosciente della concreta
situazione rituale in modo da esprimere adeguatamente la sua fede con il canto, il gesto, la processione...
L’assemblea deve percepire il valore comunitario del momento liturgico; a questo proposito nella
<IV Domenica di Pasqua». pubblicata nel 1993 e per i tipi dell'Elle di Ci, Modaro dà all'assemblea la
possibilità di vivere profondamente la liturgia per non rimanere muta ed inerte ma capace di opere con
convinzione e lontana da ogni inerzia espressiva:
Canto offertoriale
Questo canto accompagna la presentazione delle offerte con l'uso di un'ampia struttura corale con tre
possibilità esecutive (c3vp o a 3 vol o a 4 vol) con il ritornello affidato all'assemblea, come il canto di
comunione e il canto iniziale, mentre l'atto penitenziale viene eseguito con un coro ad una sola voce o solista,
come l'Agnello di Dio. Il popolo, ricco nella sua molteplicità dei carismi ministeriali, viene sollecitato a
vivere il momento rituale con profondo spirito di fede. Dove è presente una fiorente schola cantorum, il
momento della processione offertoriale viene riservato - anche se non esclusivamente e non sempre - ad una
polifonia classica semplificata ma adatta alle capacità dell'assemblea e al momento rituale.
Il - Riflessioni pastorali sulla musica
A - Musica e comunità celebrante
La comunità celebrante diventa il luogo del dialogo celebrativo grazie al canto e alla musica,
mettendo in luce l'aspetto misterico e visibìle della comunità fino al punto di rendere più significativo il
dinamismo stesso del dialogo celebrativo fra i vari membri del popolo di Dio partecipanti alla celebrazione.
La musica entra come elemento inglobante del livello rituale, sociale e di quello misterico.
Esempio abbastanza calzante per evidenziare in che musica agisca come forza capace di evidenziare
l'uno e l'altro momento celebrativo per manifestare l'unità del Popolo di Dio, radunato in assemblea
nell'acclamazione dell'alleluia come accade nella sopracitata «Liturgia eucaristica» prima avviata dal solista,
poi continuata dal coro fino all'esplosione del canto gioioso dell'assemblea:
Canto al vangelo
Questa acclamazione si mantiene su una «linea melodica, ad un tempo di nobile fattura e di facile
assimilazione». Così la musica ha una cantabilità volutamente arcaica, sembra ripescata da un repertorio dì
musica religìosa nascosta in secoli lontani, eppure facilmente comprensibile.
B - Le ricchezze espressive della singola assemblea
In conformità alle indicazioni normative del «Messale Romano», l'assemblea può esprimere la sua
professione di fede con una partecipazione sempre più piena al canto vocale:
I' - alcune hanno a disposizione solamente un cantore - animatore, che intesse un dialogo semplice con i
fedeli;
2' - altre possono cantare su un gruppo di cantori che si alternano al canto dell'assemblea e dei solisti;
3’ - altre, dal punto di vista liturgico - musicale, possono disporre dì una schola cantorum capace di eseguire
canti polifonicì.
La <IV Domenica di Pasqua» è l'esempio di una partitura liturgico - musicale dall'ampio respiro
polifonico oppure all'unisono come il canto di comunione che esprime la gioia di andare incontro al Signore
Eucaristia, il cui messaggio è stato accolto ed interiorizzato nella Liturgia della Parola:
Canto di comunione
E’ un canto processionale di « grande esultanza pasquale che sembra eseguito da un'orchestra di
trombe briose e danzanti»; anche se il testo è di Raimondo Frattallone. è molto vicino al momento rituale
9
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
dove il ritornello, affidato al fedeli partecipanti, è semplice, nobile e in perfetta consonanza con le esigenze
metriche del testo poetico.
Questa santa messa è strettamente collegata alla «Liturgia Eucaristica - Il Dio della Gioia» che è un
lavoro musicale con un percorso melodico molto semplice e cantabile, ma arricchito da spunti polifonici solo
nel canto di comunione e nel canto offertoriale, adoperando il mottetto:
Antifona alla comunione
E’un mottetto molto semplice ma cantabilmente ispirato, impostato sulla grazia del suono più che
sulla complicazione del contrappunto e dal ritmo con l'uso del salmo 99. Adoperando questa forma musicale,
iI nostro compositore vuole mettere l'assemblea in condizione di rendere un grandioso ed espressivo
omaggio al Dio della Grazia, come veniva eseguito per rendere onore ai Grandi Signori o ai Sovrani.
La musica serve umilmente la poesia del salmo ispirato al fine di far esplodere la gioia pasquale del
popolo, mantenendosi aderente alle esigenze metriche del testo.
Liturgia eucaristica per coro ed assemblea
Gli anni '80 sono stati per Modaro molto fecondi di opere liturgico - musicali, e in modo particolare
di liturgie eucaristiche non solo per assemblea ma anche per coro a varie voci.
• Festa dell'Immacolata per coro a 1 e 3 voci (Carrera 3433)
• Messa della B.V. Maria (Carrera 3770)
• Festa dell'Annunciazione (non pubblicata)
• Maria Ausiliatrice per coro a 1 o 3 voci (non pubblicato)
• Piccola Messa per coro a 3 voci miste (Carrara 3775)
• Liturgia per solo coro a 4 voci ineguali (Carrara 3910)
Queste liturgie eucaristiche presentano una singolarità liturgico e musicale; esse si rifanno ad un
pronunciamento concilare che recita così:
«Gli altri generi di Musica sacra, e specialmente la polifonia, non si escludono affatto dalla
celebrazione dei divini Uffici, perché rispondano allo spirito dell"azione liturgica, a norma dell'art. 30» (Sc
116)
Questo principio liturgico - musicale della costituzione conciliare «Sacrosanctum Concilium », pervade
le celebrazioni eucaristiche di spirito polifonico in stretta comunione con gli interventi «corali>
dell'assemblea. Quello che Modaro realizza nelle precedenti liturgie è quello che il Santo Padre dice nel suo
«Chirografo per il centenario del Motu proprio "Tra le sollecitudini" sulla musica»:
«Sono altresì da evitare, in linea di massima, quelle forme di inculturazioni di segno elitario, che
introducono nella Liturgia composizioni antiche o contemporanee che sono forse di valore artistico, ma che
indulgono ad un linguaggio al più incomprensibile».6
Nel contempo, Modaro ha cercato di coinvolgere l'assemblea nella celebrazione, non cedendo alla
leggerezza o alla superficialità, ma avvicinandosi alla santità dell'Evento Eucaristico con il senso della
preghiera, della dignità e della bellezza celebrativa rispettando il momento liturgico.
Le quattro messe mariane, la «Piccola Messa» e la «Liturgia eucaristica per la canonizzazione di S.
Eustochia» sono caratterizzate da uno solidissimo equilibrio fra la chiara e luminosa polifonia del coro e
quella corale dell'assemblea la quale non viene sopraffatta dal coro ma corroborata e sostenuta. Le schola
cantorum non spadroneggia ma si alterna alle varie voci del l'assemblea. Si può dire che l'assemblea viene
guidata a raggiungere le vette della musica liturgica in base a strutture polifoniche lineari e fluenti che sono
strumento e segno di elevazione dell'assemblea in punti molto espressivi della liturgica sopracitata:
«Messa della B.V. Maria»
Canto al Vangelo: Alleluia - Beata sei tu
Il coro e l'assemblea procedono in un «crescendo interminabile ed esultante» di alleluia che si snoda
secondo otto movenze:
l’ - coro di quattro voci, basso solista che canta la lode in onore di Maria SS.;
2’ - coro di quattro voci , basso solista che canta la lode in onore di Maria SS.;
3’ - coro di quattro voci basso solista che canta la lode in onore di Maria SS.;
4’ - coro di quattro voci, basso solista che canta la lode in onore di Maria SS.;
10
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
5’ - coro di quattro voci basso solista che canta la lode in onore di Maria SS.;
6’ - coro di quattro voci brioso;
7’ - coro di quattro voci, basso solista;
8' - coro di quattro voci, basso solista;
E’ travolgente l'ostinato del basso che non finisce mai, cioè potrebbe non finire mai. Infatti l'Alleluia
si avvia con baldanza spirituale, mediante la ripetizione di una cellula tematica che rotea sopra un basso
scandito con solenne implacabilità.
«Liturgia eucaristica per la canonizzazione di S. Eustochia»
Essa è stata eseguita in occasione della canonizzazione di S. Eustochia alla presenza di S. Santità G.
Paolo II il 12 giugno 1988.
--------------6 G. PAOLO, Chirogrqfo per il centenario del Motu Proprio di Pio X, n. 6
I quattro canti che la compongono sono:
1) Rallegriamoci ed esultiamo - Canto d'ingresso - Festoso
2) Ha sete di te, o Signore - Salmo responsoriale - Moderato
3) Alleluia - Rimanete in me - Canto al Vangelo - Festoso
4) lo sono la vita - Canto di Comunione - Moderato.
I quattro momenti liturgici, musicati da Modaro, si presentano animati da un profondo spirito di fede che
inizia con il «canto d'ingresso». ~ un canto che si muove sulle ali di note soffici ed ariose, esprimendo la
discreta giovialità dell'anima cristiana che esulta alla festa della santificazione di Eustochia.
3 Un polifonista al servizio del popolo di Dio
3.1
Caratteri fondamentali
V.B. Modaro è tra i primi musicisti che si sono impegnati a risaldare e a rinsaldare la musica
liturgica, dopo la «Nota Pastorale della CEI» del 1983 sulla realizzazione della riforma conciliare del 1963
ancora incompleta. Profondo nell'ispirazione e duttile nella tecnica compositiva, non resta vincolato alle
forme imposte dalla Tradizione classica e non accetta influenze di scuola. Ha dato un suo contributo
personale allo sviluppo della musica liturgica in Italia. Ha portato la musica alla Santa Liturgia. Non è un
semplice criterio che guida la sua composizione musicale al Divino Culto, ma il criterio di funzionalità
liturgica. Ha portato la celebrazione eucaristica con finezza musicale alla sua vera funzionalità liturgica
secondo lo spirito della Riforma conciliare. Bisogna che l'arte musicale si cali, si abbassi, compia una kenosi
salutare per il popolo di Dio affinché la liturgia eucaristica riceva dalla musica la giusta esaltazione del
Divino Mistero nascosto nella celebrazione eucaristica.
Modaro è vissuto sotto la continua aspirazione a legare alla massima funzionalità liturgica la musica,
quella che è vera e vivace voce della sensibilità umana e cristiana come si è formata nel secolo XX. Modaro
concepisce l'andamento vocale dell'assemblea e del coro, strettamente legato alle strutture armoniche,
d'accompagnamento che costituiscono un'opera musicale elaborata e solida. La sua musica è tutta una
polifonia sentita ed attuata per far «cantare il popolo di Dio».
La sua composizione non è una pura ricerca di musica nuova ma una costruzione logica ed
ineccepibile che aderisce al Mistero dei misteri, coinvolgendo direttamente il popolo di Dio. Le liturgie
eucaristiche per assemblea e quelle per coro sono saggi eminenti di polifonia anche se non costruite secondo
le grandi e poderose forme della polifonia classica. Anzi ha ripreso l'antica e gloriosa polifonia con mano
decisa ed esperta, per approdare alle forme più antiche di questa arte polifonica, per creare una polifonia
liturgica, adatta alle capacità partecipative dell'assemblea e in stretta comunione con le realtà misteriose
dell'Eucarestia.
3.2
Impegnato nel rinnovamento liturgica - musicale
Gli anni '80 - '90 sono stati per Modaro molto fruttuosi nell'elaborazione di un repertorio musicale
adatto alla partecipazione attiva del popolo, rispondendo così all'invito di «indirizzare la nuova produzione
verso la creazione di brani che meglio rispondano alle attese delle assemblee in preghiera .7 Questa nuova
11
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
creazione dipende, in gran parte, dalla consapevolezza di essere un «musicista particolare» non solo per la
diversità dei fini della musica liturgica ma anche per la «figura del compositore», tratteggiata dalla SC.
<I musicisti, animati da spirito cristiano, comprendano di essere chiamati a coltivare la Musica sacra
e ad accrescere il suo patrimonio» (SC 121).
Questa puntualizzazione fondamentale è necessaria per definire che la musica di Modaro nasce dalla
consapevolezza chiara e forte di essere chiamato ad una particolare missione ecclesiale che consiste nella
conoscenza della musica sacra e nel contribuire al suo sviluppo in modo che
<I compositori si accingano alla nuova opera con l'intento di continuare quella tradizione che ha donato
alla chiesa un vero patrimonio per il culto divino» (MS 59).
E’necessaria la conoscenza appassionata delle opere del passato, i loro generi e le loro
caratteristiche, ma è altrettanto necessaria un'attenta considerazione delle nuove leggi e delle nuove esigenze
della sacra liturgia.
Questo vuol dire che quella del musicista è una delle vocazioni suscitate dallo Spirito nella Chiesa.
Egli è mandato ad operare nella Sacra liturgia per l'edificazione del Corpo Mistico di Gesù.
Alla base di questa vocazione vi sta quello di essere «animato da spirito cristiano». Questo compito
scaturisce dall'intimo dinamismo della fede stessa, che vuole essere comunicato anche attraverso
un'appropriata musica. Essa è iscritta nella storia interna del Popolo di Dio e nella sua vocazione missionaria
attraverso i suoi modi di elaborazione nei secoli:
Se i musicisti sono chiamati a coltivare la musica sacra e ad accrescere il loro patrimonio, il canto
sacro ha un compito ministeriale nel servizio divino che è quello di essere «più santa quanto più strettamente
sarà unita all'azione liturgica, sia esprimendo più dolcemente la preghiera e favorendo l'unanimità, sia
arricchendo di maggiore solennità i riti sacri» (Sc 112).
7 CEI, Il rimnovanento liturgico, nota pastorale 23.09.1983.
Da ciò deriveranno l'unica finalità che è la glorificazione di Dio e la santificazione dei fedeli. 8
Secondo le indicazioni conciliari, «la Chiesa approva e ammette nel culto divino tutte le forme della
vera arte, purchè dotata delle qualità necessarie» (SC 112).
Ogni compositore è tenuto a conservare e ad incrementare con grande cura il patrimonio della
Musica sacra che è rappresentato dal canto gregoriano al primo posto, dal canto polifonico e dagli altri generi
di Musica sacra che non si escludono affatto dalla celebrazioni dei divini Uffici purché rispondano allo
spirito della liturgia rinnovata (SC 116; Ms 51-52).
Ma la Chiesa chiede anche di promuovere il canto popolare religioso in modo che in tutte le azioni
liturgiche e nel più e sacri esercizi possano far risuonare le voci dei fedeli (SC 118; FL 555); esso è non solo
quello moderno ma anche quello antico - orale. Anche in questo caso Modaro, come si è visto, rende alcuni
canti popolari siciliani o canti liturgici moderni o tradizionali in modo polifonico o in forma corale oppure in
canto lirico o lied.
4. Il primato incontrastabile del canto popolare religioso
Seguendo le sagge osservazioni liturgico - pastorali di Franco Gomiero, crediamo di non esagerare
quanto affermiamo che ormai troviamo di tutto nelle liturgie: i testi e le musiche sono spesso di una orribile
banalità sia sul piano letterario e musicale e sia sul loro uso inappropriato per un contesto totalmente estraneo
a quello ideato dall'autore. 9
Il nostro studioso ritiene:
«Dall'altro canto dobbiamo riconoscere che pochi autori in questi anni hanno scritto testi
espressamente per la liturgia. Ci troviamo infatti ancora con grandi lacune, specialmente per le celebrazioni
sacramentali e per i grandi tempi liturgici. Spesso non si sa proprio che cosa scegliere».10
Come altri compositori, Modaro è un musicista innamorato della liturgia cucaristica che si è posto al
servizio del popolo di Dio. Le sue musiche erano inserite in modo pertinente alla celebrazione ed aiutano a
far partecipare con le armonie polifoniche di nobile e agevole fattura di Modaro che fanno scorrere le
celebrazioni senza appesantirle. Non compone i canti di maggior effetto ma quelli che servono alla preghiera
del popolo di Dio e alla gloria di Dio. Ancora Gomiero
12
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
--------------------8 J. RATZINGER, Introduzione allo spirito della liturgia, Ed. Paoline, Roma 2001
9 GOMIERO, op. cit., 29-30.
10 GOMIERO, op. cit-35.
dà dei giudizi perentori sulla produzione musicale in circolazione sia quella di uso giovanile sia quella più
popolare:
«Chi in questi anni ha scritto o scrive musica per la liturgia, difficilmente arriva alla sufficienza.
Spesso è inclassificabile o comunque molto inferiore a ciò che si potrebbe e ci si dovrebbe aspettare da
musicisti competenti. Non credo, però, che lo si faccia per amor di mediocrità. C'entra anche la competenza e
la preparazione musicale, indubbiamente. Non tutti sono dei geni di musica. Ma spesso si fa di necessità
virtù.11 Ogni azione liturgica ma soprattutto il cantore, deve essere azione che unisce. Non solo faccia
pregare di più chi viene in chiesa, ma soprattutto faccia diventare più chiesa chi la esegue e l'ascolta. Meglio
una musica mediocre che fa cantare tutti e favorisce l'unione che una musica di alta qualità che costringe al
silenzio chi dovrebbe cantare o in nome dell'arte del bel canto e di un ambiguo senso della solennità tiene
diviso l'assemblea. La musica sarebbe salva, ma si danneggerebbe la liturgia, e con essa le persone che vi
partecipano e l'immagine di Dio che dovrebbe manifestarsi.
Molti buoni musicisti, in nome del patrimonio musicale tradizionale da difendere o in nome di una
dignità offesa dalle commistioni con ogni genere di musica, si sono rifiutati di collaborare con serietà e con
passione alla riforma liturgica. La chiesa, anziché farsi servire dalla musica per conservare e tutelare
l'immagine di sé, va dietro alla moda e cerca consenso.
In questo trentennio di fine secolo il nostro Modaro e i nuovi compositori ed altri hanno rispecchiato
la viva realtà della chiesa.
Oggi, però, la partecipazìone richiesta è d'altro genere. Prevede una pluralità di gesti tra i quali il
cantore insieme con questi testi e con quelle acclamazioni, che per loro natura esigono di essere cantati da
tutta l'assemblea celebrante. Il maestro Modaro si è impegnato affinché la musica fosse cantata da
un'assembica, e non per un'assemblea, perché i suoi gesti di partecipazione costituivano la liturgia. Modaro,
almeno nelle liturgie eucaristiche per assemblea, fa partecipare l'assemblea al canto cantando. Egli non ha
composto nessuna musica come impedimento espressivo al popolo il quale ha il diritto di celebrare cantando.
Modaro ha cercato di rispondere ad una richiesta fondamentale della Riforma conciliare, secondo cui
il canto si elevasse all'assemblea come gesto profondamente unitario e necessario della liturgia solenne (Cfr
SC 112), ossia di quella liturgia in cui si ha la più piena manifestazione di chiesa sia per la presenza di tutti i
suoi membri e ministri per il fatto che i ruoli sono rispettati e ciascuno per quelli che gli spetta. (SC 113).
Modaro, come altri musicisti di chiesa, ha servito il popolo di Dio perché portasse la propria
umanità, la propria fede e la propria vita con tutte le sue debolezze ma per «partecipare intimamente» alla
manifestazione di Cristo Risorto, ossia per mettere la propria musica nelle mani dello Spirito Santo e
contribuire alla glorificazione di Dio nella gioia del canto del popolo di Dio, come lo dimostra quella
Liturgia eucaristica intitolata «il Dio della gioía». Dobbiamo ammettere che siamo molto lontani dall'obiettivo fondamentale del Concilio Vaticano II che intendeva fare della liturgia l'alta scaturigine del
rinnovamento della vita ecclesiale, e nel contempo la sua espressione più simbolica della comunione
ecclesiale. Siamo forse ancora agli albori, ma il sole non tarderà a sorgere quando la fede del popolo crescerà
sempre più, e maturerà nel perseverante canto giocoso verso il Signore Risorto.
BIBLIOGRAFIA
1 LA RIFORMA DELLA MUSICA LITURGICA
PARTE STORICA
Helmut Hucke, 11problenia della musica di Chiesa, in Rivista Liturgica 2 (1972), 169-182.
F. Rainoldi. Traditio canendi, Appunti per una storia dei riti cristiani cantati, CLV - Ed. Liturgiche, Roma
1999.
Id., Sentieri della musica sacra. Dall'ottocento al Concilio Vaticano lI, CVL - Ed. Liturgiche, Roma 1996.
V. Donella, Dal Pruno al Melarancio. Musica in Chiesa dal 1903 al 1963, Ed. Carrara, Bergamo 1999.
PARTE TEOLOGICO - PASTORALE
13
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
FONTI
DOCUMENTI DELLA CHIESA (1903-1963)
I. Motu Proprio «Tra le sollecitudini» di Pio V.
2. Lettera al card. Pietro Respighi.
3. Decretum «Sanctissimus Dominus»
4. Motu Proprio sull'edizione vaticana di Pio X
5. Costituzione «Divini Cultus» di Pio XI.
6. Lettera enciclica «Musicae Sacrae Disciplina» di Pio XII.
7. Istruzione della S. Congregazione dei Papi.
DOCUMENTI DELLA CHIESA (1963-2004)
8. Sacrosanctum Concilium, Costituzione Conciliare, nn. 112-121.
9. Musicam Sacram Istruzione dei Consilium e della Sacra Congregazione dei riti.
10. Ordinamento del canto della Messa.
11. G. Paolo 11, Importanza della musica sacra.
12. Principi e norme per l'uso del Messale romano
13. Principi e norme per la Liturgia delle ore
14. CEI Il canto nelle celebrazioni liturgiche e il Repertorio nazionale in Liturgia 13 (1979) nn. 282-283.
15. CEI Il rinnovamento liturgico in Italia. Nota pastorale a 20 anni della Costituzione.
16. ID. Ecclesia de Eucharestia, enciclica 17.4.2003.
17. ID, Chirografo per il centenario del Motu proprio «Tra le sollecitudini» sulla musica sacra di Pio X, 22
novembre 2003.
18. ID, Lettera apostolica sul XL Anniversario della Costituzione «Sacrosanctum Concilium» sulla sacra
liturgia, 4 Dicembre 2003.
STUDI OPERE –
-AA.VV_Nelle vostre assemblee, vol. V, Queriniana, Brescia 1986. –
-B. Háririg, Liberi e fedeli in Cristo, vol. 2', Ed. Paoline, Roma 1980.
- AA.VV., La bellezza in Parola Spirito e Vita, 2 (200 1).
- I. Strawinsky, Poetica della musica, Ed. Curci, Milano 197 1.
.AA.VV, Bibbia, arte e musica, Jesus Società S. Paolo, Cinisello Balsamo 1992
-V. Donella, Voci Coro Coralità, Ed. Carrara. Bergamo 1987.
- G. Stefani, Il Canto, in AA.VV, Nelle vostre assemblee, I' Vol., Queriniana, Brescia 1986, 255-285.
-R. Frattallone, Musica e liturgia, CLV Ed. Liturgiche, Roma 1991/2.
-E. Costa, Celebrare cantando, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo, 1994.
-M. Veuthev, Il coro cuore dell'assemblea, Ancora, Milano 1998.
-F. Gorniem Perché tutti i cristiani cantino, CLV, Ed. Liturgiche, Roma 1999.
- F. Ramoldi, Psallite sapienter, CI---V Ed. Liturgiche, Roma 1999.
RIVISTE
AA.VV.. La musica sacra, In Rivista Liturgica 2 (1972).
AA.VV.. L'incanto del rito, In Rivista LitUrgica 86 (1999) rin. 2- 3.
AA.VV.. Bollettino ceciliano.
Il - UN COMPOSITORE DI MUSICA LITURGICA: VINCENZO MODARO
MUSICHE
4. MUSICHE LITURGICHE
A) DURANTE L'ANNO LITURGICO
TEMPO DI AVVENTO
1 Domenica di Accento
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La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
TEMPO DI NATALE
Natale
Elaborazioni di canti natalizi
TEMPO DI QUARESIMA
Mercoledì delle Ceneri (Edizioni Carrara)
I Domenica di Quaresima (Edizioni ElleDICi)
II Domenica di Quaresima (Edizioni ElleDiCj)
III Domenica di Quaresinia (Edizione ElleDiCi)
IV Domenica di Quaresima (Edizione ElleDiCi)
V Domenica di Quaresima (Edizioni ElleDICi)
Vigilia della Domenica delle Palme
Giovedì Santo
Messa del Crisma
Messa in "Coena Domini" (Edizioni Carrara)
Venerdì Santo
TEMPO PASQUALE
Veglia Pasquale
Domenica di Pasqua
II Domenica di Pasqua
III Domenica di Pasqua (Edizioni ElleDiCi)
IV Domenica di Pasqua (Edizioni ElleDiCi)
V Domenica di Pasqua
TEMPO ORDINARIO
XI Domenica del tempo ordinario
XIV Domenica del tempo ordinario
XXIII Domenica del tempo ordinario
XXVII Domenica del ternpo ordinario
XXX Domenica del tempo ordinario
B – FESTIVITA’ VARIE
Piccola Messa (Edizioni Carrara)
Messa della B.V. Maria (Edizioni Carrara)
Immacolata
Primi Vespri
Lodi
Secondi Vespri
Messa dell'Immacolata (Edizioni Carrara)
Canto d'ingresso (Esulto e gioisco)
Salmo responsoriale (Abbiamo contemplato)
Canto al Vangelo (Alleluia! Ave Maria)
Canto di comunione (Grandi cose di te si cantano)
Inno (Ave, Stella del mare)
Messa dell'Annunciazione
Antifona d'introito
Salmo responsoriale
Canto al Vangelo
Antifona alla comunione
Magnificat
Messa di Maria Ausiliatrice
Messa di S. Giuseppe
15
La musica sacra di P.Bernardo Vincenzo Modaro
Messa di S. Giuseppe Lavoratore
Liturgia Eucaristica per la Canonizzazione di S. Eustochia (Edizioni Carrara)
Liturgia Eucaristica (Il Dio della gioia)
Messa per la professione religiosa (Edizioni ElleDiCi)
Secondi Vespri della Domenica - I Settimana
Tutti i Santi
Salmo responsoriale
Vespri di S. Cecilia
Inno (O Dio sei santi martiri)
Antifone
5. MUSICHE NON LITURGICHE
Preludio
Introduzione
Giga (Edizione Bandettini)
Sarabanda (Edizioni Bandettini)
Notturno 1 (Edizioni Bandettini)
Notturno 2 (Edizioni Bandettini)
Notte d'estate
Allegro per quartetto d'archi (Edizioni Bandettini)
Pianta Rei - per violino e pianoforte
Momenti I - II - III
Il gattino
Sicilia
Piccola Regina (Edizioni Amici - Messina)
Piccola Bimba (Edizioni Amici - Messina)
Mamma (Edizioni Amici Messina)
Elaborati di canti siciliani: (Edizioni Bandettini)
A pampina di l'alivu
Storia della fanciulla rapita
U iadduzzu
A Grozza
U picuraru
TESTI DIDATTICI
RITMICA- METRICA E FORME MUSICALI
Per il corso di cultura musicale generale nei Conservatori
ARMONIA
Testo di composizione per i Conservatori.
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