L’annuncio della Nasa «LA TERRA HA UN PIANETA GEMELLO. ANCHE LÌ PUÒ ESISTERE LA VITA» Scoperto Kepler 452B, lontano 1400 anni luce. Anno di 385 giorni da Roma Cataldo Greco «Siamo più vicini a rispondere alla domanda che l’umanità si fa da millenni: “se siamo soli nell’universo”. Siamo alla vigilia dell’osservazione di un pianeta simile alla Terra». La Nasa, attraverso il direttore delle Missioni Scientifiche, John Grunsfeld, ha annunciato, con il comunicato sopra riportato la sensazionale scoperta, dal Quartiere Generale dell’Agenzia Spaziale Kepler 452B e la Terra Americana, a Washington. Questo pianeta “gemello” finora sconosciuto, vecchio di sei miliardi di anni, distante circa 1400 anni luce si trova nella costellazione del Cigno: orbita attorno a un proprio sole, con un anno lungo 385 giorni e un’alternanza tra il giorno e la notte analoga a quella del nostro pianeta. È stato chiamato Kepler 452/B, in onore del telescopio spaziale Keplero (denominato “Cacciatore dei pianeti”), che l’ha individuato, lanciato in orbita nel 2009, fonte di miliardi di preziosissimi dati. Con una massa e una distanza dalla sua stella tale da rappresentare le basi per le condizioni necessarie per la vita. «Questo risultato eccitante è un ulteriore passo verso la scoperta di una Terra 2.0», ha detto, John Grunsfeld. Kepler 452/B è il più piccolo pianeta finora scoperto in orbita nella cosiddetta “Zona Goldilocks”, quella cioè in cui la vita è possibile: è grande una volta e mezzo la sua cugina Terra, il 60% in più, e ruota attorno alla sua stella, a una distanza simile a quella della Terra dal Sole. «Il pianeta ha trascorso miliardi di anni intorno alla John Grunsfeld, il direttore della Nasa che ha dato la notizia "zona abitabile" della sua stella. Ciò vuol dire che potrebbe avere ospitato vita sulla sua superficie a un certo punto, o potrebbe ospitarla adesso - ha spiegato Jon Jenkins, capo analista dei dati di Kepler-le condizioni perché questo sia possibile o lo sia stato, ci sono». Per zona abitabile, spiegano gli esperti, si intende un’area intorno a una stella dove un pianeta potrebbe ospitare l’acqua allo stato liquido. Kepler 452B è più vecchio della nostra Terra (ha un’età di 6 miliardi di anni, mentre il globo dove viviamo arriva a circa 4,5 miliardi), e riceve il 10% in più di energia della sua stella rispetto a quella che noi riceviamo dal Sole. «Anche il sistema solare in cui è inserito il nostro gemello è compatibile con il nostro sistema, e i due Soli evidenziano che sono cugini. Quello del gemello è del 4% più grande e del 10%, come si è IL FARO – Periodico del Centro Studi “ Pier Giorgio Frassati ” – Cariati (CS) Pag. 1 detto, più luminoso. La distanza tra la Terra bis e il Sole bis è pressoché identica alla nostra: 150 milioni di chilometri». L'annuncio è stato fatto nel ventennale della scoperta del primo pianeta extra-solare, avvenuto nel 1995 da parte di Michel Mayor e Didier Queloz, astronomi dell'Osservatorio di Ginevra: un pianeta gigante, grande circa la metà di Giove che orbitava attorno a 51 Pegasi, nella costellazione di Pegaso. Molto diverso, dunque, da Kepler 452B. Va ricordato che non è l'unico a essere considerato un "parente" della Terra: il telescopio Kepler, infatti, ha reso noto la Nasa, ha scoperto «dodici pianeti candidati simili: hanno diametri più grandi di una-due volte la Terra e orbitano attorno alle loro stelle simili alla nostra nella "zona abitabile". Nove di questi hanno stelle simili in dimensione e temperature al nostro Sole e il loro habitat, dunque, potrebbero ospitare acqua e di conseguenza la vita». «È il primo vero gemello della Terra», commenta il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Roberto Battiston, sottolineando che nell'universo esistono verosimilmente migliaia di pianeti simili al nostro non ancora identificati. «Ma tutto ciò non garantisce che su Kepler 452B vi possa essere vita. Le condizioni di similitudine che lo lasciano sospettare indubbiamente ci sono». Insomma, «oggi la Terra è un po’ meno sola», chiude Jen Jenkins. Con Kepler 452B, la lista dei pianeti scoperti e confermati sale a 1.030. La Nasa ha infatti annunciato di aver trovato altri 11 pianeti candidati ad entrare nella speciale lista di quelli abitali. È chiaro, per la vita come noi la intendiamo, ci vuole l’acqua liquida o allo stato di vapore (non serve se è ghiacciata). Ci vuole anche il metano e bisogna che poi il corpo celeste in questione non sia gassoso, come, sappiamo, lo è Giove. Decisiva sarà perciò la misura effettiva della massa. Alla Nasa sostengono che c’è una possibilità di poco superiore al 50% che Kepler 452B si roccioso. Per il resto bisogna aspettare le analisi chimiche e capire meglio com’è fatto questo nuovo astro. Ora, via alle ipotesi fantastiche: tra terre alternative e civiltà sconosciute: gli scrittori potranno avere un altro spunto con cui scatenarsi con la loro creatività. IL FARO – Periodico del Centro Studi “ Pier Giorgio Frassati ” – Cariati (CS) Pag. 2