Antonio Miari, musicista e compositore bellunese Il 13 giugno ricorre

Sacro e barocco
Antonio Miari,
musicista e compositore bellunese
Il 13 giugno ricorre il CCXXX anniversario della nascita
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nosciuto, quello che gli aprì le porte del successo internazionale,
fu Le lamentazioni di Geremia profeta, cinque brani per soli e coro accompagnati da vari strumenti, del 1820. Vienna, capitale europea
di grande tradizione musicale, fu la città che accolse le Lamentazioni con maggiore entusiasmo, tanto che lì Miari era conosciuto come il «novello Benedetto Marcello». Molte volte fu calorosamente invitato nella capitale austriaca, inviti che potevano precludere a incarichi musicali ufficiali, ma
che sempre declinò. Di notevole interesse la sua
produzione di musica da camera, soprattutto i
numerosiquartettiperarchieiquattrotriicon
pianoforte. In un periodo storico in cui l’attenzioneerarivoltaallamusicalirica,Miariè
uno dei pochi autori italiani di cui esista una
produzionecameristica.Dopolasuamorte
molte musiche vennero disperse, altre, causa il terremoto che nel 1936 distrusse gli armadi della cantoria del Duomo di Belluno,
salvate prima che gli erbivendoli le utilizzassero per coltivare le asparagiaie. Fu un giovane studente dell’Università di Padova, nel 1967,
a«riscoprire»AntonioMiariconunminuziosolavoro di ricost r u z ione
biografica e
catalogazione dei manoscritti. Nel
1968, in seguito alla donazione della contessa
Laura Bentivoglio, fu
costituito il
Fondo Miari
presso la Biblioteca Civica di Belluno. Ma solo
nel 2004, per
volontà della duchessa
Bianca Miari, grande
pianista stimata anche da Gianfrancesco Malipiero, e grazie all’interessamento della figlia, duchessa Adelaide Melzi d’Eril, la parte
più cospicua delle musiche di Miari, conservate fino ad allora nella biblioteca privata dei duchi Melzi d’Eril a Vaprio d’Adda, tornò
a Belluno a completare il Fondo. È in fase di pubblicazione il catalogo.IlCircoloCulturaleBellunesededicheràadAntonioMiari,il
24ottobreprossimo,ilconcertodiaperturadellastagionemusicale con una prima esecuzione assoluta in tempi moderni di un suo
Trio con pianoforte, interpretato dal Trio Mondrian.
A
I
l 13 giugno 1778 nasceva a Belluno il conte Antonio Angelo
Miari, musicista e compositore, autore di un copioso numero di musiche, sia sacre che profane, per la quasi totalità inedite. Un artista, Miari, che godette di tanta fama in vita quanto fu velocemente dimenticato dopo la morte, avvenuta nel 1854. Ancora oggila città diBelluno custodisce tracce del suo illustrecittadino: sul fondo di Piazza del Mercato, il palazzo dove Miari nacque; poco lontano, girato l’angolo con
Via Mezzaterra verso Piazza dei Martiri, l’edificio ora fatiscente che ospitava i locali del Casino «La Minerva» rievoca le molte Accademie
musicali organizzate dal conte per i musicisti
dilettanti che lo frequentavano. Scendendo
verso Piazza Duomo, invece, incontriamo
la Scuola di musica che dal 1954 porta il suo
nome. Ma anche a Venezia, città dove visse dal 1816 al 1830, Miari lasciò memoria dei
consensichelasuaattivitàmusicaleavevagenerato.PalazzoManfredini-Miari,dimoralagunare del conte, divenne punto di riferimento per l’ambiente musicale veneziano e non solo. Soprattutto durante il periodo quaresimale vi si
tenevano della accademie
musicali, uniche iniziative
private di tale
importanza
nella Venezia
di quegli anni. Tutti i più
grandi musicisti furono
ospiti del conte. Si racconta un divertente aneddoto secondo
cui Gioacchino Rossini indispettì Miari con le sue
frequenti infrazioni al galateo e la sua
confidenziale disinvoltura che, orrore, lo portava a fischiettare alla tavola sussiegosa del conte. Per le chiese di Venezia Miari scrisse
numerose Messe. A conferma della fama di cui godette in vita, ricordiamocomel’esecuzionediunasuaMessadirequiem,il22novembre 1841 nella chiesa di San Martino, precedette di un giorno quella della Messa di Requiem in re minore di Wolfgang Amadeus Mozart. Gli studi musicali indirizzati prevalentemente al genere sacro, uniti al forte senso religioso tramandato dalla famiglia,
influenzarono le scelte compositive di Miari. Il suo lavoro più co-
di Anna Barina
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