Petizione per l'abrogazione del 2° e 3° comma dell'art. 25 del
D. Lgs n. 226/2005
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera
Alla VII° Commissione Istruzione della Camera
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell'Istruzione
Agli Onorevoli Europarlamentari
Ai Governatori delle Regioni
Ai Dirigenti degli USR
Ai Presidenti delle Province
Ai Sindaci
Agli Assessori Provinciali alla P.I.
Agli Assessori Comunali alla P.I.
Ai Dirigenti dei CSA
Alle Organizzazioni Sindacali
Alle Associazioni dei Genitori
All' Associazione AEDE
All'Associazione FIPLV
All'Associazione AIE (Ass. Editori)
Agli Enti Certificatori
Ai Dirigenti Scolastici
Oggetto: petizione per l'abrogazione del 2° e 3° comma dell'art. 25 del D. Lgs n. 226/2005
I sottoscritti Docenti di Lingue Straniere della Sezione ANILS e della Provincia di Padova
si sono riuniti in data 13 gennaio 2009 per predisporre un documento di protesta contro l'art. 25
del D. Lgs n. 226/2005 e
hanno evidenziato che:
1. Il D.Lgs. in oggetto si pone in netto contrasto con la Legge 28 marzo 2003 n. 53 della
Riforma che, introducendo lo studio di una seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di
1°grado, ha dato pari dignità a tutte le lingue e ha permesso agli studenti di avere le stesse
opportunità degli studenti degli altri Paesi Europei.
2. Il comma 2° dell' articolo 25 del D. Lgs n. 226/2005 ripropone una visione miope e
del tutto al di fuori di un sano contesto internazionale ed è di fatto discriminatorio, in
quanto si pone come fautore della conoscenza di una sola lingua - quella inglese- a
detrimento di tutte le altre, ammantando tale orientamento sotto una falsa e irrealizzabile
finalità ("conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello
della lingua italiana"!).
3. Il 2° comma del D. Lgs n. 226/2005 costituisce inoltre una palese violazione delle
disposizioni della Commissione Europea, del Consiglio d'Europa, del vertice di
Lisbona del 2000, del Consiglio europeo di Barcellona (marzo 2002), del Trattato di
Lisbona del 13/12/2007 e della Comunicazione del Commissario per il
multilinguismo, Leonard Orban (COM 2008-566 del 18/09/2008)-disposizioni
sottoscritte anche dall'Italia in cui, in una Unione Europea dove sono 23 le lingue
ufficiali, si invita ad una “coesistenza armoniosa delle lingue “patrimonio comune
dell’Unione Europea”, in quanto le lingue possono servire da ponte verso altre persone
e dare accesso ad altri paesi e culture, promuovendo la comprensione reciproca”.
4. Il comma 3 dell 'art. 25 ove si afferma che gli studenti" possono" avvalersi
dell'insegnamento di una seconda lingua comunitaria nell'ambito delle attività ed
insegnamenti "facoltativi" è in netto contrasto con le indicazioni europee a partire dal
Libro Bianco su Istruzione e formazione, il cui IV° obiettivo dichiara che "la
conoscenza di almeno due lingue comunitarie -oltre quella materna - è ormai una
condizione indispensabile per permettere ai cittadini dell'Unione Europea di beneficiare
delle opportunità professionali e personali offerte dal gran mercato interno senza
frontiere" .
I sottoscritti docenti aderiscono inoltre al documento contenente la posizione ufficiale
dell'ANILS e delle altre Associazioni firmatarie, ADILT (Tedesco), AIR (Russo) AISPI
Scuola (Spagnolo), ANIF (Francese), LEND (Inglese) TESOL-Italy (Inglese), inviato a
dicembre 2008 alle Ambasciate di Francia, Spagna, Germania, Austria e Regno Unito e,
tenuto conto delle argomentazioni autorevoli espresse dalle più illustri personalità del mondo
della cultura italiane e straniere,
ribadiscono che il plurilinguismo:
· dà agli studenti la possibilità di apprendere una seconda lingua comunitaria come già
previsto dalla Legge n. 53/2003 - Introduzione di una Seconda Lingua Straniera nella scuola
secondaria di 1° Grado e dalla Commissione Europea del Trattato di Lisbona :”… la
Commissione intende utilizzare strategicamente le iniziative e i programmi comunitari per
sostenere il multilinguismo sia sul fronte del mondo del lavoro sia su quello dell'insegnamento
promuovendo la possibilità di studiare un maggior numero di lingue”
· è uno strumento indispensabile per ampliare gli orizzonti culturali dello studente, favorire
l'eliminazione delle barriere e incoraggiare al dialogo interculturale
· impedisce la "demotivazione" derivante dallo studio della stessa lingua per ben 13 anni
nel percorso formativo dello studente. Lo studio della sola lingua inglese induce poi un
processo di impoverimento nella conoscenza delle culture delle altre lingue.
· migliora le attuali scarse possibilità degli studenti italiani di competere alla pari con i
coetanei degli altri paesi dell’UE, nei cui confronti già evidenziano una preparazione nelle lingue
straniere deficitaria e lontana dai livelli di eccellenza;
· permette di cogliere l'opportunità di effettuare progetti Erasmus in più paesi dell’U.E.;
. permette di esercitare la futura professione in più paesi europei. Infatti, elemento
preferenziale nell’assunzione di un impiego, è la "padronanza di una seconda lingua straniera"
accanto alla conoscenza della lingua inglese data ormai per scontata. Nel Trattato di Lisbona
leggiamo infatti: “Una "politica di multilinguismo positiva" è quanto propone l'UE, capace di
"migliorare le opportunità nella vita dei cittadini: può aumentarne l'occupabilità, facilitare
l'accesso a servizi e diritti e accrescere la solidarietà…”
· evita la drastica riduzione del numero delle cattedre delle altre lingue straniere
(francese, spagnolo, tedesco), riduzione che ricreerebbe un precariato di docenti di ruolo assai
preoccupante e annullerebbe decenni di esperienza e di consolidate capacità professionali
degli stessi (conseguite attraverso la frequenza pluriennale di SISS, masters, corsi di
perfezionamento, stages ! )
Per i motivi sopra esposti i sottoscritti docenti di Padova, analogamente a quanto fatto dai
colleghi di altre istituzioni scolastiche, approvano all'unanimità , sottoscrivono il documento e
CHIEDONO
l'abrogazione del comma 2 e del comma 3 dell'art. 25 del D.Lgs n. 226/2005;
RIVOLGONO
un pressante invito alle Organizzazioni Sindacali affinché rompano gli indugi prendendo una
posizione netta e decisa su questi problemi e facciano gli opportuni interventi per sollecitare, a
loro volta, la revoca dell'art. 25;
INVITANO
i Dirigenti Scolastici a considerare attentamente quanto sopra indicato al fine di non creare per il
prossimo anno scolastico situazioni di disagio in un momento di grande incertezza e novità nella
scuola, perché solo dal confronto di culture diverse si possono formare persone consapevoli e
pronte ad affrontare una società multietnica.
Con osservanza.
(seguono liste firme)
Padova, 15 gennaio 2009